Chiara Saraceno ancora contro la libertà di insegnamento
- Ultimissime
- 22 Ott 2014
«La scuola paritaria non solo è legittimata ad accedere ai fondi pubblici, ma a competere per essi con quella pubblica/statale. Finora ciò era avvenuto con fondi “a parte” – ancorché sempre sottratti al sistema autenticamente pubblico, anche in questi ultimi anni di tagli dolorosi». Questo un passaggio di un articolo lamentoso di Chiara Saraceno, scritto qualche tempo fa. Saraceno è la sociologa di “Repubblica” (abbiamo commentato in passato un suo articolo-autogol sul matrimonio fra persone dello stesso sesso), la sua area culturale è quella di Veronesi, Rodotà, Augias, Zagrebelsky…, la stessa che ha sulle spalle la responsabilità della famosa ed attuale “crisi dei valori”. Rosso, sempre e solo rosso, per farci capire.
Innanzitutto da sociologa mostra di non conoscere (ed è grave) quanto stabilito il 14 marzo 1984 dal Parlamento europeo nella Risoluzione sulla “libertà di insegnamento nella Comunità europea”, quando si afferma: «il diritto alla libertà d’insegnamento implica per sua natura l’obbligo per gli Stati membri di rendere possibile l’esercizio di tale diritto anche sotto il profilo finanziario e di accordare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie allo svolgimento dei loro compiti e all’adempimento dei loro obblighi in condizioni uguali a quelle di cui beneficiano gli istituti pubblici corrispondenti, senza discriminazione nei confronti degli organizzatori, dei genitori, degli alunni e del personale».
Inoltre, non mostra di sapere che i fondi complessivi destinati alla scuola statale ogni anno ammontano a 54 miliardi di anno (anno 2009), alle scuole paritarie invece vanno al massimo 530 milioni di euro in teoria, in pratica molti meno. Secondo la Saraceno i problemi della scuola statale si risolverebbero prendendo anche quei 503 milioni, oltre ai 54 miliardi! La sociologa cita anche legge Berlinguer, la quale specifica che le scuole non statali possono essere istituite “senza oneri per lo stato”. Istituite vuol dire create, ma qui si sta parlando di finanziare quelle già esistenti, in ogni caso è stato certificato che la presenza delle scuole paritarie non solo è senza oneri per lo Stato, ma permette ad esso un risparmio di oltre 6 miliardi all’anno (e risparmierebbe altri 500 milioni se aumentasse di 100 milioni i contributi annuali). L’unica nota positiva dell’articolo della Saraceno è il riconoscimento di aver perso il referendum bolognese, di cui ci siamo a lungo occupati.
Il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, citato dalla Saraceno, ha inviato una replica al direttore di “Repubblica” Ezio Mauro, il quale però ha censurato la sua pubblicazione.
Sullo stesso tema è da segnalare l’articolo del filosofo Dario Antiseri sul “Corriere della Sera”, nel quale cita Antonio Gramsci: «Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera, della scuola lasciata all’iniziativa privata e ai comuni. La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola è indipendente dal controllo dello Stato». Di continuo, si lamenta Antiseri, «viene additato come un furto il contributo pubblico alla scuola paritaria». E’ il cavallo di battaglia, come ha mostrato puntualmente la Saraceno. «Ora, però, sta il fatto che questi affaccendati agitatori nascondono a se stessi e agli altri “interessati” che non è più che una miseria il contributo dello Stato italiano alle scuole paritarie, soprattutto se paragonato al contributo elargito alle scuole non statali da Stati come la Francia, il Belgio, l’Irlanda, la Germania, la Spagna o l’Inghilterra. E quel che più conta è che i nominati lungimiranti statalisti si guardano bene dal fare i conti e dal dire quanto la scuola paritaria (cattolica e laica) fa risparmiare allo Stato. Dai dati Miur 2012: Alunni delle Scuole statali 7.737.639; Alunni delle Scuole paritarie 1.036.403, di cui 702.997 iscritti alle Scuole cattoliche. Finanziamento totale alle Scuole statali: € 40.596.307.956; Finanziamento totale alle Scuole paritarie: € 498.928.558. Costo allo Stato in media per alunno di Scuola statale: € 5.246,60; Costo allo Stato in media per alunno di Scuola paritaria: € 481,40. Le scuole paritarie, dunque, in un anno, hanno fatto risparmiare allo Stato la bella cifra di € 5.000.000.000 (cinque miliardi). In dieci anni – con un calcolo per difetto, dato che il numero degli alunni iscritti alle Scuole paritarie è progressivamente diminuito – la scuola paritaria ha fatto risparmiare allo Stato oltre 50 miliardi di euro».
Ma non è tanto l’aspetto economico a muovere la critica di Antiseri quanto quello politico-sociale: «Non è giusto e soprattutto non è libero un paese dove una famiglia che iscrive un figlio a una scuola paritaria debba pagare per questa sua scelta di libertà. Uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà non è uno Stato di diritto. E, intanto, negli ultimi tre anni è morta una scuola libera ogni tre giorni – ogni tre giorni è morto un pezzo di libertà». Alla fine dell’articolo si è rivolto al premier Matteo Renzi, il quale ha suscitato la speranza di sapersi staccare dalla zavorra comunista che ancora tiene in scacco parte del Partito Democratico.
La redazione
23 commenti a Chiara Saraceno ancora contro la libertà di insegnamento
L’articolo 33 della Costituzione della Repubblica italiana stabilisce che «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.», per questo i costi dovrebbero essere sostenuti unicamente dagli studenti attraverso le rette scolastiche; i buoni scuola nel complesso costituiscono una spesa per lo stato e i finanziamenti diretti contraddicono la lettera dell’articolo.
D’altra parte, secondo l’art. 34 della Costituzione «La scuola è aperta a tutti», cosa che non è vera per le scuole private nelle quali i dirigenti possono decidere se accettare o no un’iscrizione.
Ottimo intervento. Conciso e puntuale.
Già, ed è pure copiaincollato di sana pianta da wikipedia
Andrebbe notato che poco più sotto ci sarebbe anche l’esposizione della tesi a favore (oltre a quanto già detto in questo articolo), ma a noi che ce ne importa? Innanzi a cotanta concisione e puntualità, nevvero, tutto il resto sono inutili ciance…
Sophus Lie chiede sempre di adeguarsi all’Europa sui diritti civili e poi pretende che l’Italia non lo faccia quando c’è da finanziare le scuole paritarie (l’Italia è l’unico stato che non lo fa completamente). Ipocrisia? Si, ipocrisia.
Caro Jack,
1) mi trovi un solo intervento in cui chiedo di adeguarsi all’Europa sui diritti civili;
2) lei chiede di adeguarsi all’Europa sul finanziamento alle scuole paritarie, ma poi non lo fa quando si parla di diritti civili: ipocrisia? Sì, ipocrisia.
1) Davvero non ti accodi al pecoraio degli anti-liberi pensatori che dicono che “siamo l’unico paese e bla bla bla??”. Incredibile…se è vero ti stimo!!
2) Io non uso l’argomento “adeguiamoci all’Europa” per sostenere la libertà d’educazione, lo tiro in ballo solo per mostrare l’ipocrisia dei sostenitori dei diritti a fasi alterne.
Se avessi continuato a copiare e incollare da Wikipedia avresti letto anche la risposta all’obiezione: “L’articolo 33 della Costituzione della Repubblica Italiana dà il diritto “ad Enti e privati di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato”, il fatto che i finanziamenti vengano dati a scuole gestite da privati, non costituisce violazione del suddetto articolo della Costituzione nel momento in cui anch’esse sono paritarie e pubbliche (aperte a tutti), come viene ricordato all’art 3 della legge 62/2000″.
Inoltre questo articolo -che non hai letto essendo corso a scopiazzare da Wikipedia- risponde già: “La sociologa cita anche legge Berlinguer, la quale specifica che le scuole non statali possono essere istituite “senza oneri per lo stato”. Istituite vuol dire create, ma qui si sta parlando di finanziare quelle già esistenti, in ogni caso è stato certificato che la presenza delle scuole paritarie non solo è senza oneri per lo Stato, ma permette ad esso un risparmio di oltre 6 miliardi all’anno (e risparmierebbe altri 500 milioni se aumentasse di 100 milioni i contributi annuali)”.
Nell’ultimo paragrafo confondi le scuole private da quelle partiarie, e questo dimostra come tu sia l’ennesimo commentatore che commenta senza sapere nulla di ciò di cui si parla. Ora torna su Wikipedia a copiare qualcos’altro con la benedizione del mitico Sophus Lie che certamente concorderà (anche lui non ha letto l’articolo prima di buttarsi nei commenti 🙂 )
Povera Chiara Saraceno… facciamo un po’ di “ripetizione” alla nostra illustre accademica.
L’art. 33 della Costituzione Italiana afferma:
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. … Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
L’articolo 33 prevede quindi in particolare: 1) la libertà di insegnamento, 2) la competenza dello Stato regolamentare l’istruzione e garantire scuole, 3) la libertà dei privati di istituire scuole e la possibilità di conferire alle stesse la PARITA’ a determinate condizioni.
Il principio fondamentale è la libertà d’insegnamento, quindi di converso anche la libertà di svolgere l’insegnamento secondo il metodo più opportuno e adatto.
La scuola “privata” in quanto tale non ha diritto a ricevere contributi economici pubblici.
L’articolo ammette l’esistenza di scuole paritarie private (a determinati requisiti) nel rispetto di ordinamenti generali sull’istruzione dettati dallo Stato. Le scuole paritarie devono godere di piena libertà in riferimento agli indirizzi pedagogici e didattici e hanno l’obbligo di garantire l’insegnamento secondo i principi di libertà stabiliti dalla Costituzione.
La famiglia ha il diritto di offrire ai propri figli quello che ritiene il proprio sistema di verità e nell’applicare questo diritto non può subire imposizioni di sorta dallo Stato, anzi deve essere aiutata.
L’art. 30 della Costituzione riconosce alla famiglia la competenza sull’educazione dei figli. E’ solo la famiglia che può determinare le linee orientative in riferimento alla crescita dei figli, ovviamente nel rispetto delle norme dello Stato.
L’introduzione del concetto che la famiglia deve essere libera nella scelta e del concetto che lo Stato deve garantire l’istruzione porta alla legge 62/2000.
Dopo la legge 62/2000 in Italia é attivo un sistema d’istruzione formato da scuole a gestione statale e da scuole a gestione non statale ugualmente pubbliche. Quindi la scuola paritaria é allo stesso modo pubblica.
Ma di fatto manca ancora, alla data attuale, una parità di trattamento economico. La scuola statale è finanziata attraverso le tasse (comprese le tasse dei cittadini che desiderano mandare i figli alla paritaria) mentre la scuola paritaria è finanziata unicamente dalle rette (ulteriore spesa da parte dei genitori per un servizio non coperto dallo Stato).
Ricordiamo all’esimia Saraceno e ai molti laicisti che hanno pontificato e pontificheranno nel presente thread (fonte wikipedia):
Europa: in genere con il finanziamento pubblico l’accesso a una scuola privata è garantito a tutti gli studenti che lo desiderano, anche a quelli che appartengono alle famiglie meno abbienti. Il finanziamento pubblico della scuola privata è previsto in tutti i paesi europei, con l’eccezione di Italia e Grecia.
In particolare:
Austria: il governo finanzia direttamente le scuole private in modo che queste risultino completamente gratuite per gli studenti.
Belgio: lo stato finanzia in egual misura tutte le scuole riconosciute. Gli studenti possono iscriversi liberamente e gratuitamente in qualsiasi scuola, statale o privata che sia.
Danimarca: come per il Belgio.
Germania: la costituzione tedesca non prevede direttamente il finanziamento delle scuole private ma … proibisce qualsiasi forma di discriminazione o segregazione di studenti dovuta alle condizioni dei genitori; pertanto i singoli land finanziano direttamente le scuole private al fine di evitare che queste, per mantenersi, debbano richiedere rette alle famiglie degli alunni.
Paesi Bassi: come per il Belgio.
Regno Unito: nelle scuole private parificate ci si può iscrivere liberamente e gratuitamente.
Svezia: ogni scuola privata riceve dal Comune la copertura del costo di un alunno della statale calcolato nell’anno precedente (quindi iscrizione libera e gratuita).
Infatti lo Stato Italiano dovrebbe schiarirsi un po’ le idee sulla funzione, sull’essenza e sul grande ruolo scolastico ed economico che ricoprono le scuole paritarie (cattoliche e laiche, ma le seconde vengono dimenticate).
Certo, se i nostri politici non mangiassero i soldi per la scuola anche pubblica, sarebbe molto meglio…
Apprezzo l’articolo e , in linea di massima, concordo con quanto in esso sostenuto. Occorre però evidenziare che il dato riferito al risparmio dello stato quantificato in euro 5 miliardi è molto probabilmente sovrastimato. Infatti è troppo semplicistico moltiplicare il numero degli studenti delle scuole “private” per la differenza procapite di spesa sostenuta dallo stato per uno studente alle pubbliche e per uno alle paritarie. Il dat0 dell’articolo infatti è così ottenuto: (5246 -481) x 1036403 = 4.938.460.295 arrotondato a 5 mld. Questo calcolo non tiene conto del fatto che una parte non trascurabile degli studenti della paritarie potrebbe essere assorbita dalle pubbliche senza oneri marginali. Ad esempio, in una classe di 23 studenti si possono aggiungere altri 3 alunni a parità di spesa x insegnanti etc..E’ comunque evidente che il risparmio esiste, ed è sensibile, ma non così elevato come indicato nell’articolo.
Fatemi capire, voi siete andati tutti a scuola privata dalle suore/preti? Perché questo spiegherebbe moltissimo.
Guarda, io sono andato solo ed esclusivamente a scuole statali, se avessi dei figli sarei orientato a spingerli a fare lo stesso, eppure trovo ugualmente vergognoso quanto le scuole paritarie siano costantemente sotto il fuoco incrociato. Questo ti spiega qualcosa?
Bel commento, molto maturo da parte tua. Abbiamo anche interlocutori che superano i 14 anni?
No, ho fatto dall’asilo fino alla 5 superiore in scuole statali. L’università (triennale e specialistica) nn so dirti se era pubblica o privata. Sicuramente non c’era traccia di suore o preti. Molti professori erano di sinistra (ovviamente non lo avrebbero ammesso neppure sotto tortura), al che però ero abitato vista la mia carriere scolastica nelle scuole statali.
Coloro che dicono di difendere la Costituzione, come la Saraceno, sono i primi a violarla ed a darne una lettura di parte. La signora per correttezza dovrebbe leggere non solo l’articolo della Costituzione ma anche il dibattito e la relazione di accompagnamento. Viene ammessa la scuola paritaria e viene rimandata a successiva legge la disciplina della medesima. Il sostegno va com’è noto non alla scuola ma ai ragazzi ed ai loro genitori per rendere effettivo un loro diritto…..ma non c’è peggior sordo di chi non vuole capire.
A me sembra che qui si vuole istituire che le scuole religiose (che poi accettano chi vogliono loro) sia lo Stato a pagarle. Non ci sperate proprio, se volete farvi indottrinare fatelo a spese vostre.
Buona serata
Già, peccato che lo Stato già oggi finanzia le scuole paritarie (religiose e non) grazie al comunista ateo Berlinguer. L’indottrinamento fa male Lindolfo, sopratutto se è rosso come il tuo 🙂
Ma scusa, tu dai del comunista a chiunque non la pensi come te? Farai grosse merende a base di granchi suppongo… ti auguro quindi buon appetito.
Ognuno ha gli “indottrinamenti” che si merita.
Qua in UK lo stato paga tutte le scuole religiose. Da’ lo stesso finanziamento per ogni bambino (circa 9000 pound alle primarie) sia che vada in una scuola statale sia che vada in una religiosa.
Le scuole naturalmente hanno criteri di preferenze di accesso diverse dalle scuole statali pero’ la possibilita’ di chiedere di iscriversi e’ aperta a tutti, infatti non e’ anormale trovare atei o mussulmani in scuole cristiane magari per comodita’visto che e’ la scuola piu’ vicina.
Va da se che gli Head Teacher hanno potere assoluto in tema di assunzioni sugli insegnanti per poter attirare i migliori e incrementare gli iscritti alla sua scuola.
Di contro L’OFSTED manda i suoi ispettori ogni tot anni per valutare le scuole in 4 livelli: insufficenti, sufficienti, buone, ottime.
Questo comporta che le scuole migliori comportino per esempio un aumento considerevole dei prezzi delle case in zona della scuola visto che qua si cambia casa per avere possibilita’ di accesso alle scuole migliori.
Questo nella massonica Inghilterra…
In Italia questo e’ impensabile: valutare gli insegnanti ? LICENZIARLI ? Dai non scherziamo. Nel dopo guerra c’e’ stato un patto col partito comunista e questo purtroppo ancora ha effetti nefasti sulla scuola italiana.
Però lei sa bene che in GB ci sono differenze abissali tra una scuola e l’altra e tra un quartiere e l’altro (non che in Italia non ci siano, ma in GB il divario è sicuramente maggiore), riguardo invece il finanziamento pubblico ho qualche dubbio, altrimenti non mi spiego come mai un amico mio spende altrettante 6-7.000 sterline all’anno per mandare ognuno dei suoi figli in una scuola privata (scuola che ho visitato peraltro) che a dire il vero non offre nemmeno dei servizi particolarmente lussuosi, anzi in moltissimi aspetti sono parecchio più spartani di noi. Si fidi, il sistema scolastico pubblico italiano non è da buttare via, tutt’altro… è solo che soffre dei problemi cronici di tutta l’amministrazione pubblica italiana.
6-7000 Sterline sono un po’ pochine per una scuola privata, forse fanno uno sconto se hanno piu’ di un figlio. Cmq le scuole private che ho visto io non sono scuole, sono mini citta’ con campi per attivita’ sportive di ogni tipo, laboratori, teatri, maneggi etc.
Come dicevo le valuatzioni sulle scuole sono pubblice facilmente scaricabili da internet in formato pdf, circa una 30 di pagine che descrivono in maniera particolareggiata ogni aspetto valutato. Poi ogni famiglia fa le sue scelte ma molti cambiano casa ad ogni ciclo: primario e secondario.
Cmq il vantaggio di andare in una scuola privata in UK non e’ una istruzione migliore (molte pubbliche sono migliori di altettante private) ma la capacita’ di sviluppare relazioni con un certo tipo di “classe” sociale.
L’Inghilterra e’ ancora una forte nazione classista.
Cmq mio figlio va in una scuola cattolica, non pago una lira e ho scelto la migliore della mia citta(su 5). Impensabile in Italia.
E in G.B.
non sono nemmeno cattolici! Many compliments…