Veronesi si contraddice: «abortire è un evento grave». Perché mai?
- Ultimissime
- 09 Ott 2014
Ritorna la contraddizione dei sostenitori dell’aborto, ne avevamo parlato nell’agosto 2013 domandandoci: «Perché l’aborto è considerato un dramma se lo zigote è un grumo di cellule?». Si è soliti infatti sentire e leggere che l’aborto è detestato anche dai suoi sostenitori, che è un “dramma necessario”.
Lo ha affermato l’oncologo tuttologo Umberto Veronesi: «L’aborto volontario è un evento grave, ma l’aborto clandestino è una tragedia. Per questo offrire alla donna l’opportunità di abortire in modo legale e controllato corrisponde alla scelta del male minore». E’ lo stesso ragionamento dei sostenitori delle “stanze del buco”: drogarsi è un male, ma la soluzione per molti non è diffondere una cultura fortemente contraria alle droghe e incrementare le pene per gli spacciatori, ma aiutare i drogati a bucarsi in stanze apposite, con siringhe pulite.
A proposito di droga, è stato proprio Veronesi recentemente ad affermare pubblicamente che «i danni da spinello sono inesistenti». Confutato pochi giorni dopo dai risultati del più grande studio realizzato sull’argomento, diretto dal prof. Wayne Hall, consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si è infatti rilevato che l’uso di cannabis ha una vasta gamma di effetti collaterali dannosi, tra cui molte malattie mentali: doppio rischio di psicosi e schizofrenia, con i sintomi di astinenza, tra cui ansia, insonnia, perdita di appetito e depressione. Un adolescente su sei è dipendente da cannabis, con disturbi simili a chi fa uso di eroina. Altro che inesistenti!
Tornando all’affermazione sull’aborto pronunciata dall’oncologo italiano, sarebbe interessante domandargli perché ritiene l’aborto un «evento grave» e un «male», anche se minore. Se embrione e zigote sono un grumo di cellule, come qualcuno sostiene, perché mai dovremmo dispiacerci per la loro perdita tramite l’aborto? Perché l’aborto sarebbe un “male” se l’embrione è una non-persona, un non-essere umano? Evidentemente Veronesi è al corrente che zigote ed embrione sono la prima fase dell’essere umano, come la scienza embriologica afferma da anni, solo così si giustifica la sua affermazione fortemente negativa sull’aborto. Ma se aderisce a tale evidenza, allora Veronesi si dichiara implicitamente favorevole all’omicidio di un essere umano, seppure piccolo. Uccidere un essere umano è sempre un male, se lo si considera un “male minore” allora si teorizza il vecchio pensiero razzista di umani di serie A e di serie B.
Ma le contraddizioni non sono finite: la personalità del feto è chiaramente la questione centrale nel tema dell’interruzione di gravidanza, perché le donne hanno dei diritti sul proprio corpo, ma non sopra i corpi di altri esseri umani. Ed infatti l’interruzione di gravidanza non è un diritto, come ha confermato Vladimiro Zagrebelsky, magistrato ed ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo. Le persone hanno un “diritto alla vita”, ma le non-persone (ad esempio cellule, tessuti, organi, piante, animali ecc,), non lo hanno.
Non esiste un solo argomento convincente a sostegno dell’interruzione di gravidanza allorquando si ha la dignità e la maturità intellettuale di riconoscere che l’aborto è un evento tragico, come ha fatto Veronesi, implicando direttamente che zigote-embrione-feto sono esseri umani (non potrebbe essere tragico se non fossero tali). L’unico modo per cercare di “cavarsela” è sostenere che abortire è bello, come ha tentato di fare Chiara Lalli (mica stupida la ragazza!) con il suo ultimo libro. Tuttavia occorre segnalare che è in costante crescita, anche in Italia, il numero di coloro che desiderano limitare ancora di più l’aborto: secondo una recente indagine, infatti, il 43% del Nordest è d’accordo, in crescita di sei punti percentuale rispetto a due anni fa.
La redazione
6 commenti a Veronesi si contraddice: «abortire è un evento grave». Perché mai?
“L’aborto volontario è un evento grave, ma l’aborto clandestino è una tragedia. Per questo offrire alla donna l’opportunità di abortire in modo legale e controllato corrisponde alla scelta del male minore”.
Ma é anche vero che é la liceità o meno di poterlo fare che contribuisce a pesare la differenza fra “tragedia” e “gravità”. Particolarmente quando l’IVG diventa trattamento sanitario ineludibile, oltre che lecito, e a spese … di chi non é favorevole.
Cambiando l’esempio, possiamo tirare un parallelo con la situazione seguente*:
siccome gli omicidi su commissione – eventi decisamente gravi, ma che tuttavia rappresentano una realtà di cui non possiamo far altro che prender atto – sono espletati illegalmente (ça va sans dire) da organizzazioni criminali, mafie, etc. e risultano particolarmente violenti ed efferati – cosa che li rende una vera e propria tragedia – ecco che lo Stato decide di risolvere (o comunque di arginare) il problema iniziando a gestire un servizio di omicidi su commissione, perfettamente legale e controllato, in cui l’assassinio è eseguito da abili professionisti, i quali assicureranno una morte particolarmente dolce ed indolore alle vittime designate.
Non rappresenterebbe questa soluzione, infatti, un male minore rispetto allo scenario in cui sono le organizzazioni criminali ad occuparsi illegalmente e cruentamente delle esecuzioni?
E se invece questa soluzione è una fesseria, ebbene, quali sarebbero le differenze sostanziali rispetto al caso dell’aborto?
*liberamente tratta da D.Oderberg
Se ti candidi hai il mio voto! 😉
Nessun razionalista, nessuna femminista di “Se non ora quando”, nessun isterico del “corpo è mio e decido io” ha niente da dire? Davvero non riuscite a sostenere una motivazione ragionevole?
Evidentemente è rimasta loro un po’ di insperata decenza. Devo dire la verità comunque che la tranquillità nei commenti a questo articolo ha lasciato stupefatto anche me… =)
Quello del prof. Veronesi è un maldestro tentativo di annullare le proprie responsabilità e di richiamare quelle (presunte) altrui. Il prof. Veronesi dovrebbe verificare e spiegarsi i “danni” che la cultura abortista ha fatto in questi 30 anni di applicazione della legge 194. Il drammatico problema della denatalità e le decine di migliaia di ragazzine che hanno conosciuto il lettino dell’ospedale tanto per citarne qualcuno.