L’eterologa e lo scambio di embrioni: ecco il far west

Fecondazione embrioniA poche ore dalla decisione della Corte Costituzionale di rendere incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa, la realtà ha messo davanti a tutti le conseguenze di tale novità. Riassumibili in una sola parola: far west.

Giustamente qualcuno spiega che “l’Italia capì l’eterologa” dopo il noto e drammatico scambio di embrioni all’Ospedale Pertini di Roma che ha portato una donna ad avere in grembo due gemellini non suoi. Si, perché si è trattato di fatto di un caso di eterologa, anche senza il consenso dei “genitori”.

I quotidiani stanno da giorni raccontando i litigi tra le coppie per chi ha l’effettiva “proprietà” di questi poveri bambini, già offesi dalla vita per essere nati artificialmente al posto che da un atto di amore, e che rischiano di essere abortiti -dunque uccisi-, doppiamente vittime innocenti di un gioco tra adulti nel “voler fare” Dio. Se questa scelta sarà presa, secondo Isabella Bossi Fedrigotti, «soltanto perché un giorno non assomiglieranno né a al papà né alla mamma, sembrerebbe una decisione fortemente antieconomica». Antieconomica? Tutto qui?

Nessuno è riuscito a fare un passo indietro e osservare dove ci sta portando l’ideologia dei “nuovi diritti” e la supremazia della tecnica sull’etica. Non è solo un “errore tecnico” (che potrebbe moltiplicarsi e che è già avvenuto in passato), ha spiegato Eleonora Porcu, che dirige il Centro di infertilità e procreazione medicalmente assistita del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, ma uno dei tanti errori che capiteranno inevitabilmente nei centri dove avverrà l’eterologa, così come accade all’estero (dove gli ospedali sono sommersi di denunce). Oltre al fatto, spiega la Porcu, che «l’eterologa è un modo di pianificare a tavolino una violazione di un diritto fondamentale dell’uomo: conoscere le proprie origini genetiche». In Inghilterra un altro caso fa discutere: due donne lesbiche si stanno contendendo in tribunale due bambine prodotte con l’eterologa. I giudici inglesi hanno commentato: «l’infanzia dura poco ed è davvero triste vedere che la loro sta volando via mentre tutte le energie sono impiegate dagli adulti per litigare tra di loro»

Incisiva la riflessione di Tommaso Scandroglio: «La parola più spesa in queste ore a commento della vicenda è “malasanità”. A noi viene da sostituirla con “malvagità”. Se si decide, così come permette la legge 40, di trattare la persona umana come un prodotto e quindi di compiere un’azione malvagia, come poi stupirsi che qualcuno commetta qualche grossolano errore nello “stoccaggio” del prodotto? La manipolazione dell’embrione porta con sé tutti quegli errori fisiologici propri della manipolazione. L’artificio va a braccetto con la fallacia, marchio di fabbrica dell’homo sapiens ma pur sempre errans».

Anche Francesco D’Agostino, professore di Filosofia del diritto e di Teoria generale del diritto presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, ha saputo affrontare il cuore della questione, che non è il tema della sicurezza delle norme o la tracciabilità dell’embrione. Ma «la verità delle cose è che la procreazione assistita non è terapia, ma artificio; realizza sì il desiderio genitoriale, ma col sacrificio di un numero spropositato di vite umane embrionali, create appositamente in provetta; altera i vincoli familiari, moltiplicando le figure genitoriali e creando dissociazioni inquietanti, come quelle tra genitori biologici e genitori sociali; fa venire al mondo esseri umani per i quali la domanda identitaria fondamentale (“di chi sono figlio?”) può arrivare a non avere risposta alcuna. Il tutto supportato dalla speciosa giustificazione secondo la quale i figli non sarebbero di chi li procrea, ma di chi li ama e li alleva: se così fosse, basterebbe una dichiarazione solenne del tipo “non amo più mio figlio e non voglio più prendermi cura di lui” per rimuovere, alterare o cancellare del tutto (anche giuridicamente) i vincoli interpersonali generazionali».

La verità, ha quindi concluso il giurista, «è che, fondandosi sul sistematico occultamento della verità generativa, la procreazione artificiale fa violenza a tutte le persone coinvolte in queste procedure (come sembra che il legislatore abbia, sia pur indirettamente intuito, quando ha riconosciuto nell’art. 16 della legge 40 il diritto all’obiezione di coscienza a favore del personale sanitario). È da qui che bisogna ripartire, se si ritiene (ma come non ritenerlo?) che una società che arriva a togliere senso all’etica è molto più che una società malata: è una società che cammina a grandi passi verso la propria auto-dissoluzione».

La redazione

13 commenti a L’eterologa e lo scambio di embrioni: ecco il far west

  • Enrico ha detto:

    L’etica politica (più in generale la società stessa) prova un certo piacere a distruggere l’identità di ogni persona. Come se pur di dimostrare che veniamo dalla polvere (o, secondo Darwin, dagli animali), noi ci trasformiamo in animali e in cose. Eppure ognuno di noi dovrebbe far antecedere se stesso come persona e come soggetto attivo della società a quelli che vengono generalmente definiti diritti. Purtroppo oggi esiste un solo corpus di diritti: il diritto di togliere i diritti. Il dovere di togliere i diritti.

  • Fabrizia ha detto:

    Ho letto che i bambini resteranno con la coppia che li sta aspettando. Ma come è possibile, se sanno che i genitori sono gli altri due? Se toccasse a me, credo che, sia pure con molto dolore, alla nascita li restituirei senza esitare al papà e alla mamma biologici. Che almeno se li allevino loro, i loro bambini, che hanno cercato e voluto almeno tanto quanto me.

    • beppino ha detto:

      Non c’é da stupirsi di come andrà a finire; l’egoismo c’era, rimane e probabilmente continuerà…

  • marco ha detto:

    Anche la fecondazione È un atto d’amore come un concepimento naturale chi scrive non sa i sacrifici le speranze le delusioni i sogni delle coppie che grazie alla scienza possono sperare di abbracciare un piccolo dono.

    • Daphnos ha detto:

      E perché non dovrebbe saperli?

    • Meister Eckhart ha detto:

      No caro, un dono è per definizione gratuito. Qui stiamo parlando di estorsione.

    • domenico ha detto:

      e qui ci vuole: e tutti quei poveri bambini abbandonati negli orfanotrofi? non sono anche loro un dono che aspetta qualcuno che li accolga con amore?

    • Max ha detto:

      La fecondazione artificiale applicata all’uomo e’ “tecnica”, non scienza. La fecondazione artificiale fu inventata per gli animali ben prima che per l’uomo. In seguito si e’ soltanto adattata all’essere umano.

      Se per lei va bene distruggere volutamente una quantita’ di embrioni e per giunta avere figli che non sono dell’uomo che fa parte della coppia, con tutti i dubbi etici che cio’ comporta, non c’e’ molto da aggiungere.

      • Daphnos ha detto:

        Caro Max, oggi sembra essere la giornata dei detrattori che parlano completamente a caso (vedi articolo su storicità dell’AT)…

  • Marco S. ha detto:

    Mi scuso per la mia arroganza, ma a me stupiscono un po’ coloro che sollevano tutte queste giustissime e razionali critiche alla fecondazione eterologa, quasi che la loro formulazione possa costituire un invito alla riflessione alle forze che stanno promuovendo tutto questo.

    Se l’obiettivo di costoro fosse veramente assicurare “diritti” agli adulti la cosa infatti avrebbe un senso: “Guarda che ci sono anche i diritti dei bambini”.

    Ma se si fa loro presente questo, allora vuol dire che non si comprende che forse e’ proprio quello l’obiettivo: trasformare l’uomo in un individuo solo di fronte al potere burocratico e finanziario, non solo disarticolando e facendo deperire tutte le possibili forme associative intermedie e spontanee, ma anche privandolo di quel fondamentale legame biologico che lo unisce indissolubilmente con i suoi figli ed i suoi genitori biologici.

    L’ho gia’ scritto: questa storia sara’ ancora lunga ed il suo punto d’arrivo credo non potra’ che essere il portare tutta la riproduzione umana all’interno di corporations del biotech, relegando la sessualita’ a sterile gingillo.

    • LawFirstpope ha detto:

      Mi scuso per la mia arroganza, ma a me stupiscono un po’ coloro che sollevano tutte queste giustissime e razionali critiche alla fecondazione eterologa, quasi che la loro formulazione possa costituire un invito alla riflessione alle forze che stanno promuovendo tutto questo.

      Credo infatti che con queste critiche si vogliano piuttosto ridestare le coscienze degli intorpiditi dalla mainstream, non chi propaganda tali idee consapevole delle responsabilità etiche con cui urtano.

  • beppino ha detto:

    Anche la fecondazione È un atto d’amore come un concepimento naturale chi scrive non sa i sacrifici le speranze le delusioni i sogni delle coppie che grazie alla scienza possono sperare di abbracciare un piccolo dono.

    La fecondazione fra semini e ovetti fuori della coppia é prima di tutto prevaricazione dei diritti di terzi in fieri. Come al solito la nostra evoluta società sa bene come risolvere i problemi relativi ai diritti di chi può aprire bocca in danno di chi non é ancora in grado di farlo (ma lo potrà fare però…) o peggio ancora in danno di chi non avrà neanche la possibilità di farlo (venendo sicuramente a mancare la possibile valutazione col senno di poi…).

  • Andrea2 ha detto:

    Secondo me in tutta la questione sull’eterologa si trascura un dettaglio: è una questione di business!!!!
    Si portano avanti delle giustificazioni nell’ambito dei diritti (che poi non stanno in piedi, perché in realtà si tratta di egoismo mascherato da diritto), ma le motivazioni vere per cui viene portata avanti è il fatto che ci si può fare un sacco di soldi.

    Secondo me il prevalere della tecnica sull’etica, è sì reso possibile dal fatto che l’etica della società attuale è “debole”, ma la vera causa è che la tecnica fa fare soldi.