Contrari alla fecondazione eterologa, ecco perché

Fecondazione in vitroAbbiamo atteso qualche giorno prima di parlare del recente ed ennesimo intervento della Corte Costituzionale contro la Legge 40 (passato grazie ad un solo voto). E’ sempre utile fermarsi un attimo e osservare lo scatenarsi delle reazioni: da una parte i membri della “cultura dello scarto” ossessionata da questi temi perché crede che la “sconfitta dell’etica cattolica” plachi davvero il senso del peccato, dell’infelicità e dell’incompiutezza in cui costantemente vivono. Dall’altra gli avvocati pro-life che vivono questi temi come fossero vita o morte, confondendo (magari tralasciando) il compito del cristiano con quello dell’attivista pro-vita.

E’ doveroso occuparci e preoccuparci della bioetica, ma ricordandoci che la nostra felicità non dipende da qui o dai nostri eventuali risultati. La secolarizzazione della società implica la distruzione delle sue basi etiche e morali, lo abbiamo sempre saputo e non possiamo improvvisamente cadere dalle nuvole. Dobbiamo continuare ad annunciare agli uomini che c’è un modo migliore per vivere, che la loro vita ha un Senso ultimo e la felicità che desiderano non la troveranno nella proliferazione dei “nuovi diritti”.

Entrando nel merito con la serenità necessaria dopo questa premessa, la Corte Costituzionale ha ribaltato il volere popolare espresso nel 2005 e ha dichiarato l’illegittimità della norma della legge 40 che vieta il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. La legge 40 non è una “legge cattolica” ma per lo meno bilanciava gli interessi degli adulti con i diritti del generato (si parla di “male minore”), il suo smantellamento produrrà una doppia rivoluzione etica: ogni cosa tecnicamente e scientificamente possibile è anche eticamente lecita (ottimo l’approfondimento di Lucetta Scaraffia), e i figli diventano un diritto da pretendere. Giustamente su “Il Foglio” si è parlato di una morente «“eccezione italiana” a difesa di un’idea di umanità non subordinata alla tecnoscienza e alla legge del desiderio».

 

Diversi interventi molto interessanti, grazie a Dio, ci aiutano a giudicare i fatti. Il primo è quello del prof. Riccardo Chieppa, presidente emerito della Corte Costituzionale, preoccupato per «l’impatto sociale gravissimo di questa sentenza», sopratutto «alla tutela del nascituro». Certamente, ha proseguito, «l’effetto di questo cambiamento sarà quello di aprire a una concezione di genitorialità del tutto svincolata dal modello naturale che finora abbiamo conosciuto. Ammettendo la separazione della filiazione biologica da quella di carattere sociale o del rapporto di coppia, si produrrà un travolgimento dell’aspetto generativo. Con il rischio concreto di una deriva eugenetica».

Il rischio di eugenetica è stato citato anche da un altro autorevole studioso, Alberto Gambino ordinario di diritto privato nell’Università Europea di Roma. L’eterologa, ha spiegato, si basa infatti su un esame del codice genetico dei possibili donatori e della donna ricevente, «un passo pericolosissimo verso la selezione del genere umano, con scenari caratterizzanti da probabili discriminazioni tra categorie di persone a patrimonio genetico “selezionato” e, dunque, più efficienti, e persone fecondate naturalmente con possibili difetti genetici». La selezione dell’aspirante donatore o donatrice in base a caratteristiche fisiche in vista del “figlio perfetto” è già realtà, come ha mostrato Emanuela Vinai.

Eleonora Porcu, responsabile del Centro di Infertilità e Procreazione Medicalmente Assistita del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, si è concentrata sulla conseguente mercificazione di gameti e ha spiegato cosa voglia dire donatrici di ovuli: ciclo di stimolazione ovarica massiccia, iniezioni sottocutanee quattro volte al giorno, visite ecografiche a giorni alterni e aspirazione degli ovuli. «A questi trattamenti negli altri Paesi si sottopongono le donne che si trovano in una situazione di disagio economico e che cercano un guadagno. L’eterologa è questo: la libertà di alcune donne che passa attraverso la schiavitù di altre». Per questo un’altra donna, la storica Lucetta Scaraffia, ha affermato che «è veramente incredibile vedere che molti si vantino di questo successo senza vedere che è frutto di una nuova forma di sfruttamento».

A rivelare alcuni preoccupanti scenari tecnici futuri è Angelo Vescovi, l’agnostico biologo e farmacologo, direttore scientifico dell’Istituto di ricerca e ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Il dott. Vescovi accenna anche al ruolo dei genitori sociali e non più naturali: «Credo che molti non si rendano conto che cosa voglia dire tirare su un bambino che, di fatto, è figlio di uno solo. L’altro genitore è un estraneo. Un intruso, in qualche modo. Quella vita non è figlia di una coppia che ha deciso di generare insieme. L’eterologa, di fatto, sterilizza l’atto che uno dei due, seppur in laboratorio, ha avuto con un altro. Il desiderio è avere un figlio con chi si ama non un figlio ad ogni costo con chiunque. Allora è meglio adottare e offrire un vita migliore a chi sta messo male».

La prof.ssa Assuntina Morresi ha spiegato ottimamente quale inquietante scenario si aprirà: si distingueranno i genitori legali/sociali/intenzionali – quelli che hanno cercato il figlio mediante fecondazione in vitro – da quelli genetici/biologici/naturali/– coloro che hanno ceduto i propri gameti (ovociti e spermatozoi) alla coppia. «Ci saranno cioè una madre e/o un padre conosciuti e socialmente riconosciuti, quelli con cui il bambino crescerà, e un padre e/o una madre nascosti, quelli che hanno realmente contribuito con il loro seme a generare il bambino, che quindi sarà considerato figlio non di chi lo ha concepito, ma di chi ha manifestato l’intenzione di diventare genitore. Tutto programmato a tavolino, prima ancora del concepimento».

Un altro intervento degno di rilievo è quello del prof. Adriano Pessina, docente di filosofia presso l’Università Cattolica, il quale ha abilmente confutato la “retorica del dono” e del “diritto alla salute” sostenuti da chi è favorevole alla procreazione artificiale. Il filosofo Marcello Veneziani si è concentrato sul potere della magistratura: «A me non piace vivere in un Paese in cui tutto è relativo meno il potere dei giudici, tutto è opinabile salvo le scelte ideologiche della Corte. Un rullo compressore nel nome del Progresso contro la Reazione».

Lorenza Violini, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Milano, si è domandata retoricamente se quella della Corte «sarà stato un passo prudente o avrà aperto un’altra falla all’individualismo, alla materializzazione dei rapporti umani, alla mercificazione e al consumo anche di quel particolarissimo rapporto che lega madri e padri ai loro figli?». Il card. Carlo Cafarra, si è dispiaciuto di un tentativo di ridefinire artificialmente «i vissuti umani fondamentali: il rapporto uomo-donna; la maternità e la paternità; la dignità e i diritti del bambino».

Importante articolo sul “Corriere della Sera” di Luca Diotallevi -professore di Sociologia all’Università di Roma Tre- in risposta ad un editoriale di Angelo Panebianco. Il sociologo ha parlato di una «concezione di famiglia tradizionale (e costituzionale) ancora di gran lunga prevalente, ma si potrebbe parlare anche d’un certo ritorno di simpatia per i valori tradizionali, sopratutto tra i giovani». Passando poi alla sentenza della Corte la quale si comporta da tempo «riducendo il numero di “no” che la legge impone, come se gli unici limiti accettabili fossero quelli che la tecnica non è (ancora) riuscita a superare». Eppure, «non si dà forma alla libertà se una maggioranza non condivide dei “no […]. Certamente qualche “no” andrebbe detto anche in materia di famiglia. O almeno questa è una delle lezioni che i costituenti ci hanno lasciato».

Infine, il card. Camillo Ruini, dopo aver espresso comprensione «per coloro che soffrono per la mancanza di un figlio», con poche parole ha sintetizzato i motivi per cui essere contrari alla fecondazione eterologa: 1) Anche nel giusto desiderio di essere genitori occorre non dimenticare che il figlio rimane sempre una persona, da accogliere come dono; 2) i figli che nascono hanno il diritto di poter conoscere le proprie origini biologiche, cioè di chi sono figli. Ma con la fecondazione eterologa, questo diventa impossibile; 3) questa decisione apre alla commercializzazione – non alla donazione – dei gameti maschili e femminili, come pure alla commercializzazione dell’utero delle gestanti.

Questi gli interventi che fino ad oggi ci sono sembrati più rilevanti e pertinenti a sostegno della nostra posizione.

La redazione

40 commenti a Contrari alla fecondazione eterologa, ecco perché

  • Francycat ha detto:

    Ottimo articolo, complimenti! Il problema della fecondazione eterologs è proprio il fatto che diventa un commercio di vite umane, senza rispetto per quelle vite, perché ovviamente vite sono. Ma si sa, nell’odierna società secolarizzata anche il valore più alto, la vita, è ormai sminuito e, ahimè, ridotto a mero oggetto di scambio.

  • Marco S. ha detto:

    Se si fanno saltare certi capisaldi, io credo che i vari timori degli illustri esperti citati nell’articolo rappresentino soltanto l’inizio dell’incubo.

    La fine dell’incubo potrebbe essere di affidare l’intera catena della procreazione umana a corporation del biotech, ponendola in un contesto eugeneticamente controllato e risolvendo, a fortiori, tutti i problemi di “salute della donna”.

  • firmino ha detto:

    a me pare che l'”utero in affitto” sia reso possibile solo da un concetto “genetico” della maternita’ che non ha alcun equivalente nella nostra Costituzione (semmai il diritto civile parla di diritti e riconoscimento acquisiti “alla nascita” : vedi diritto della madre a riconoscere il figlio neonato) e che e’ stato introdotto artatamente nella questione a suo tempo proprio da voi cattolici,interessati ad attribuire valore di “persona” a un grumo di cellule embrionali.
    ancora una volta : vi siete rovinati con le vostre mani,sostenendo assurdita’ con la complicita’ della peggiore classe politica che si sia mai vista.Ma state tranquilli,rimedieremo in fretta.

    • Marco S. ha detto:

      Caro sig.Firmino, se ho ben compreso il Suo tortuoso ragionamento, cerco di tradurlo in linguaggio meno ermetico, che richiede, per forza di cose, molte piu’ parole.

      Dunque, secondo Lei, i cattolici, certamente mossi dal conseguimento di qualche bieco vantaggio, che non stiamo qui ad esplicitare, hanno teso ad affermare l’esistenza della vita umana sin dal concepimento.

      In questo si sarebbero dati la proverbiale “zappa sui piedi”, perché, sempre secondo Lei, nel silenzio in merito della nostra Costituzione, il nostro diritto privato riconosce come inizio della vita, la nascita, intesa come separazione fisica del bimbo dal corpo della madre, che solo da quel momento si puo’ definire tale.

      Pertanto, prima che i cattolici introducessero artatamente e subdolamente una concezione “genetica” della maternita’, il termine corretto per definire una madre ancora in attesa del suo bambino era quello di “donna panciuta”.

      Cosa ci fosse nella pancia, non sarebbe stato dunque un problema della legge né, men che meno, la legge avrebbe potuto dare rilevanza ad eventi come gli “uteri in affitto”, essendo, secondo essa, privi di scopi meritevoli di una qualche protezione giuridica.

      Quindi, se ho ben compreso, facendo seguito al Suo ragionamento, se non fosse stata ferita la purezza originaria della nostra legge, introducendo un concetto “genetico” di maternita’, forse anche l’aborto sarebbe praticabile fino alla vigilia del parto, anzi forse fino alla separazione del cordone ombelicale, perché prima di allora non ci sarebbero stati né figlio, né madre, ma solo un embrione (leggasi “grumo di sangue”) ed una “donna panciuta”.

      Ho capito bene ?
      Interrogativo, passo.

    • Andrea2 ha detto:

      “attribuire valore di “persona” a un grumo di cellule embrionali”

      Questo dimostra proprio che la Chiesa è una delle poche che è davvero per la scienza e per la verità.
      Quelle cellule sono un organismo umano, al 100%, e negarlo è negare la verità. Anche tu a tuo tempo lo sei stato, ma eri sempre tu, la tua stessa persona.

    • gladio ha detto:

      Firmino, mio buon Firmino, rieccoci di nuovo con la storia del grumo…

      Ma dimmi un po’ , amico Firmino ,in confidenza… ma tu lo sai che cos’è un grumo? Io penso di si dal momento che gli attribuisci un significato spregiativo; ed hai ragione! un grumo, detta semplice semplice, da paesani, è una manciata di cellule ammucchiate a casaccio e che l’ unica cosa che sono in grado di fare è di rimanersene lì dove qualcuno le ha gettate.

      Orbene , quella cosa che hanno in pancia le donne incinte è un’ “entità” talmente ordinata, complessa e spettacolare da evolversi in un essere pensante!
      E TU LA CHIAMI GRUMO!!!
      Scusa, Firmino, non offenderti ma se fai certi ragionamenti dai l’ impressione di avere all’ interno della tua zucca non un cervello me un ” Grumo ” di neuroni.

      Ancora una cosa , Firmino, potresti illuminarci, anche dopo aver consultato i tuoi ” maestri”, a quale punto della sua evoluzione il famoso grumo non è più tale ma diventa un essre umano?

      E cerca di essere preciso e di non barare perchè la cosa è importante;

      Sei saggio e sapiente o Firmino, illuminaci.

  • GiuliaM ha detto:

    Mi sa dire quando esattamente noi esseri umani cessiamo di essere un grumo di cellule e acquistiamo il diritto di non essere uccisi?

  • Danilo ha detto:

    Ricordo che si aprira’ SENZA ALCUNA LEGITTIMAZIONE POPOLARE E CONTRO IL REFERENDUM 2005.
    Reclamano lo stato laico un piffero questa e’ oligarchia giudiziaria, i magistrati stanno FACENDO LEGGI senza che nessuno li abbia votati, mi vergogno del potere giudiziario ,cavillatori antidemocratici .Chi si ctedono di essere i nuovi aristocratici d’italia che impongono leggi secondo la loro volonta?E UNA FARSA ANDARE A VOTARE.

    • Mariasole ha detto:

      Lo è dall’unità d’Italia..

      • Danilo ha detto:

        No,sinceramente vi era un più civile rispetto della democrazia,e delle persone e delle volontà espresse nel voto.Qui invece si sta verificando l’assurdo fenomeno che il potere giudiziario stà,per via le deliberazioni di singoli individui o pervia sentenze,stabilendo criteri di legge spesso in contrasto con il legislativo o addirittura creando leggi ex nhilo secondo visioni di partito.Cosa di una gravita inaudita, anche per lo stesso sistema democratico.La democrazia non si basa sull’assunto di capricci individuali,la giurisprudenza del diritto,o “meglio la giurisprudenza del capriccio dell’individuo”,sta fuoriuscendo dai binari e invadendo campi che non li competono.I pareri dei giudici devono essere civilmente tenuti come PARERI PERSONALI POLITICI che non devono invadere la vita sociale e democratica della nazione,salvo ovviamente quei casi in cui non è deputato a intervenire,non è questo il caso,questa è una palese invadenza è ingerenza di un giudice che invade il campo legislativo.

  • Sophus Lie ha detto:

    A differenza di molti qui nel sito, non ho il dono (?) della fede. Sono cioè ateo.
    Ma mi spaventa moltissimo non solo questo eliminare i diritti dei bambino, ma anche e soprattutto il fatto di sostituire con un’industria genetica la naturalità e bellezza del sesso come modo di generare vita attraverso l’amore e la passione.
    La vita è bella perché è vera, reale, concreta, piena di imperfezioni, intrinsecamente animale. Ora che ti puoi comprare un figlio, sei davvero felice?

    • Andrea2 ha detto:

      Grazie per il tuo commento! 🙂

    • Max ha detto:

      Grazie per queste parole moderate e ragionevoli, Sophus.

    • Andrea2 ha detto:

      Secondo me hai toccato un punto fondamentale in molte questioni di tipo etico: la vera felicità.

    • gladio ha detto:

      Bravo Sophus, certe cose non dovrebbero neanche essere questioni di fede, ma di ragione, è per questo che molti sedicenti “razionalisti” prima di essere”razionalisti” sono somari.

  • Andrea Mondinelli ha detto:

    Cari amici di UCCR, la legge 40 non è un male minore, ma un male che chiama altri mali. La reificazione dell’uomo è abbondantemente contenuta in essa: la legge 40 è già etica della “cultura dello scarto”. La legge 40, già così come era, è figlia di “una doppia rivoluzione etica: ogni cosa tecnicamente e scientificamente possibile è anche eticamente lecita, e i figli diventano un diritto da pretendere”. I cattolici che l’hanno promossa ne erano perfettamente consapevoli:
    “Abbiamo sostenuto in modo convinto che la legge 40 non era una legge condivisibile dai cattolici, ma abbiamo anche parlato di male minore e di miglior compromesso possibile. Eppure sappiamo che la legge 40 dal punto di vista abortivo è peggiore rispetto alla 194: per ogni “bimbo in braccio” ci sono circa nove embrioni soppressi che non si possono certo considerare aborti naturali, o non voluti. Sono aborti programmati, intrinseci al metodo; è un prezzo standard che si è coscienti di dover pagare”(Assuntina Morresi in “Una battaglia per la vita a trent’anni di distanza”)?
    Voi paghereste questo prezzo standard (circa 100 mila embrioni distrutti ogni anno), come presunto male minore, oppure è una pura follia?

    • Daniele ha detto:

      È vero: la questione “eterologa sì – eterologa no” è una questione importante (perché introduce ulteriori problemi etici) ma, tuttavia, marginale rispetto alle pesanti implicazioni etiche che la fecondazione assistita (omologa od eterologa che sia) porta com sé. Perciò la legge 40, che permette la fecond. assistita, andrebbe abrogata, così come la 194.
      È un po’ come quando c’era la discussione sulla RU486: il cuore del problema non è il metodo, chirurgico o farmacologico, col quale si attua un’ivg, ma è l’ivg in sé! È come discutere se sia più etico uccidere una persona con un coltello o con un colpo di pistola: discussione inutile! La vera discussione da fare è sul fatto che uccidere è un delitto ed un peccato (V Comandamento: Non uccidere)!

  • Daniele ha detto:

    “Dall’altra gli avvocati pro-life, che vivono questi temi come fossero vita o morte, confondendo (magari tralasciando) il compito del cristiano con quello dell’attivista pro-life”.

    Mi spiace per la Redazione di UCCR, ma questa mi pare una frase davvero poco sensata.
    Per varie ragioni:

    1) queste sono davvero questioni di vita o di morte (c’è in ballo la vita o la morte di milioni, forse miliardi, di embrioni umani, che sono persone a tutti gli effetti, tanto che un’iniziativa chiamata “One of us”, pubblicizzata anche da Papa Francesco, si propone di tutelare l’embrione umano come persona: mi pare che dinanzi al massacro di vite umane innocenti ed indifese, quali sono le vite degli embrioni umani, un cristiano abbia come dovere quello di non starsene in silenzio, ma di dare, piuttosto, il proprio contributo affinché simili stermini non si ripetano);

    2) essere cristiano ed essere pro-life sono due cose che stanno tra loro in un rapporto di causa-effetto (riconosco in Cristo l’autore della vita e della Salvezza e, per questo, mi do da fare affinché la vita umana, che è sacra, venga rispettata in tutto il mondo) e non sono in contrasto. Papa Francesco proprio settimana scorsa ha detto che l’aborto è un delitto abominevole. Ed anche i Papi prima di lui hanno “tuonato” contro la cultura della morte. Certo, essere pro-life non deve significare dimenticarsi delle altre peculiarità dell’essere cristiano. Però, visto che viviamo in un’epoca nella quale la vita umana è costantemente minacciata, occorre che i cristiani si diano da fare. L’attività di pro-life non impedisce di certo ai cristiani di pregare, di partecipare ai Sacramenti o di compiere opere di carità fraterna…

    • Andrea Mondinelli ha detto:

      Concordo in pieno con Daniele. Aggiungo parti di Evangelium vitae che spiegano bene senza fraintendimenti:
      “Ogni minaccia alla dignità e alla vita dell’uomo non può non ripercuotersi nel cuore stesso della Chiesa, non può non toccarla al centro della propria fede nell’incarnazione redentrice del Figlio di Dio”; «Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo» così che il rifiuto della vita dell’uomo, nelle sue diverse forme, è realmente rifiuto di Cristo.
      Pertanto, come scrisse J.M. Le Mené: “ Non è necessario essere cristiani per difendere la vita, è necessario difendere la vita per essere cristiani” [Perché il dovere della tutela giuridica dell’embrione.
      Questo deve essere chiaro a tutti

    • Umpalumpa ha detto:

      Concordo.

      Sinceramente non l’ho proprio capita la frase “Dall’altra gli avvocati pro-life, che vivono questi temi come fossero vita o morte, confondendo (magari tralasciando) il compito del cristiano con quello dell’attivista pro-life”.

      Non è che “fossero vita o morte”, E’ vita o morte.

    • athèos=a-éthos ha detto:

      E’ molto semplice comprendere il motivo di questa frase stonata (eufemismo): il Santo Padre nell’intervista alla Civiltà Cattolica non ha forse affermato che la “pastorale missionaria” non deve essere “ossessionata” da tematiche dogmatiche, morali o dottrinali? Ecco dunque che Redazione interpreta tali affermazioni, inserendo frasi come questa, a mo’ di “captationes benevolentiae”…

      Ma se mi sbaglio, basta smentire.

      • Dario ha detto:

        Io questa frase del papa la vedo semplicemente come un invito a non confondere la causa (la fede) con l’effetto (i temi morali).
        D’altronde, quando parla di temi morali, non mi sembra che Francesco dica cose diverse rispetto ai suoi predecessori, anzi, i toni a volte sono persino più duri.

      • Umpalumpa ha detto:

        Spero che non sia come dici tu Atheos, altrimenti si prendono lucciole per lanterne. Un conto è come dice il papa (ti sta proprio simpatico eh?): “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi…. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione. … Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus. Dobbiamo quindi trovare un nuovo equilibrio, altrimenti anche l’edificio morale della Chiesa rischia di cadere come un castello di carte, di perdere la freschezza e il profumo del Vangelo. La proposta evangelica deve essere più semplice, profonda, irradiante. E’ da questa proposta che poi vengono le conseguenze morali”, tuttaltro è, quando si parla di questi temi (che non sono l’essenziale dell’annuncio missionario, ma una logica conseguenza), dire che non siano importanti. Difatti, sempre il papa, quando si è trovato a dover parlare di aborto lo ha definito “delitto abominevole” (ovviamente “censurato” dai media maggiori).

        • Andrea Mondinelli ha detto:

          In realtà la difesa della vita umana è parte integrante della nuova evangelizzazione. Vi raccomando di rileggere attentamente l’Evangelium vitae (in particolare il cap.IV). Al n. 82 Giovanni Paolo II dice: “Per essere veramente un popolo al servizio della vita dobbiamo, con costanza e coraggio, proporre questi contenuti fin dal primo annuncio del Vangelo e, in seguito, nella catechesi e nelle diverse forme di predicazione, nel dialogo personale e in ogni azione educativa. […] Circondati dalle voci più contrastanti, mentre molti rigettano la sana dottrina intorno alla vita dell’uomo, sentiamo rivolta anche a noi la supplica indirizzata da Paolo a Timoteo: «Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina» (2 Tm 4, 2). Questa esortazione deve risuonare con particolare vigore nel cuore di quanti, nella Chiesa, partecipano più direttamente, a diverso titolo, alla sua missione di «maestra» della verità. Risuoni innanzitutto per noi Vescovi: a noi per primi è chiesto di farci annunciatori instancabili del Vangelo della vita; a noi è pure affidato il compito di vigilare sulla trasmissione integra e fedele dell’insegnamento riproposto in questa Enciclica e di ricorrere alle misure più opportune perché i fedeli siano preservati da ogni dottrina ad esso contraria. Una speciale attenzione dobbiamo porre perché nelle facoltà teologiche, nei seminari e nelle diverse istituzioni cattoliche venga diffusa, illustrata e approfondita la conoscenza della sana dottrina.106 L’esortazione di Paolo risuoni per tutti i teologi, per i pastori e per quanti altri svolgono compiti di insegnamento, catechesi e formazione delle coscienze: consapevoli del ruolo ad essi spettante, non si assumano mai la grave responsabilità di tradire la verità e la loro stessa missione esponendo idee personali contrarie al Vangelo della vita quale il Magistero fedelmente ripropone e interpreta.
          Nell’annunciare questo Vangelo, non dobbiamo temere l’ostilità e l’impopolarità, rifiutando ogni compromesso ed ambiguità, che ci conformerebbero alla mentalità di questo mondo (cf. Rm 12, 2). Dobbiamo essere nel mondo ma non del mondo (cf. Gv 15, 19; 17, 16), con la forza che ci viene da Cristo, che con la sua morte e risurrezione ha vinto il mondo (cf. Gv 16, 33)

      • Daniele ha detto:

        Papa Francesco, però, ha dato pubblicamente il suo appoggio all’iniziativa “One of us” a difesa degli embrioni umani, ha mandato un saluto cordiale, una Benedizione ed un incoraggiamento ai pro-life scesi per le strade di Washington D. C. a manifestare, ha detto che l’aborto è un delitto abominevole, ha detto che il Matrimonio è solo quello tra un uomo ed una donna e che i figli hanno bisogno di padre e madre, ha detto ad Obama che la riforma della sanità non può ledere la libertà religiosa, l’obiezione di coscienza e la vita umana…

        Il Papa ha detto che la Chiesa “non deve essere ossessionata” da questi temi, cosa ben diversa dal dire che che la Chiesa non deve occuparsene affatto (se così fosse, il Papa avrebbe abolito la Pontificia Accademia per la Vita e gli uffici di Pastorale della Famiglia). Quello che Papa Francesco ha voluto dire, piuttosto, è che la Chiesa non deve limitarsi ad occuparsi SOLTANTO di questo, in quanto le esigenze pastorali della Chiesa coprono anche altri aspetti, anch’essi degni di attenzione. E’ un po’ come nel Governo di una Nazione: il Governo è uno solo, però i Ministeri sono tanti (dalla Giustizia ai Trasporti, dalla Salute alla Difesa, dal Lavoro agli Esteri, ecc…). Sarebbe un errore se tutto il Governo si concentrasse sempre e soltanto su uno solo di questi Ministeri, senza occuparsi degli altri.

      • athèos=a-éthos ha detto:

        Mi sono limitato ad avanzare un’ipotesi intorno al perché Redazione abbia inserito una frase così infelice (che lo è oggettivamente, come, insieme a me, avetre rilevato anche voi). E ho dato questa interpretazione perché mi pare la più logica, ma se non è così basta dimostrare il contrario.

  • Matteo ha detto:

    Come al solito, quelli che prima dicono che “bisogna fare meno figli”, che siamo “in piena emergenza demografica” e che attaccano chi “vede la soluzione dei problemi nel fare più figli”, ora sono tutti a dire che gli italiani hanno tutto il diritto di fare più figli perché… umh… così. Beh che vuoi, li vogliono geneticamente simili a loro, e poi gli orfanelli sono brutti…
    Quindi come al solito, quelli che devono fare meno figli sono sempre gli altri (diciamo “abbronzati”) mentre loro hanno tutti i diritti di avere il loro bambino geneticamente superiore e non “abbronzato”.
    Bonus: sono gli stessi che in privato si lasciano andare a discussioni sul fatto che lo Stato dovrebbe decidere chi ha le qualità per riprodursi e chi no. Ma è ok avere diverse opinioni sulla stessa materia! È libertà!

  • Fabrizia ha detto:

    Non riesco proprio a capire come una coppia possa desiderare un figlio con la fecondazione eterologa. Non tocco gli aspetti etici. Ma mi sconcerta il fatto che solo uno dei due sarà il genitore del bambino. Insieme con uno/a sconosciuto/a, E l’altro no. A questo punto, non sarebbe meglio essere tutti e due genitori adottivi di uno stesso bambino? Non sarebbe preferibile, anche psicologicamente, invece di rischiare che uno dei due si senta escluso dal legame carnale che c’è tra il genitore biologico e la sua creatura?

    • Andrea2 ha detto:

      Concordo pienamente!

    • Maria ha detto:

      In molti stati, come la Spagna, si possono donare anche gli ovuli, infatti si distingue tra embriodonazione ed embrioadozione. La prima presuppone la donazione di un gamete, la seconda di due. Nel secondo caso nessuno dei due rimane come dice lei “escluso” e alla fine sarà come un’adozione dal concepimento. Io non ritengo che un genitore si possa sentire escluso poiché se uno dei due non è fertile, ma entrambi desiderano un figlio non capisco che problema ci sia. Molte persone hanno seguito questo percorso e non sento nessuno che si sia pentito perché non sente legami. Per quanto riguarda l’aborto io sono pienamente favorevole e ritengo che fino a che il feto non possa sopravvivere da solo al di fuori della madre l’aborto si possa prendere in considerazione. Il che non vuol dire fino al nono mese, bensì se al settimo mese una donna decide di abortire e il bambino sopravvive da solo una volta nato, il bambino vivrà e verrà adottato. Altrimenti servirebbe la nostra cara scienza per tenerlo in vita. Da non confondere questo discorso con le donne che hanno parti prematuri per ragioni fisiologiche.

      • Fabrizia ha detto:

        Cara Maria, posso solo dire che mi fa orrore la sua idea che si possa prendere in considerazione l’aborto fino al settimo mese. Sono convinta che si arriverà alla scomparsa spontanea dell’aborto con il diffondersi delle conoscenze scientifiche. Si arriverà a considerare l’età di una persona a partire dal concepimento. Forse in passato era lecito avere dubbi sulla natura dell’embrione/feto. Con il progredire della scienza, è oggi impossibile negare che con il concepimento parte il processo che nove mesi dopo porterà alla nascita di un individuo unico ed irripetibile.

      • Sebastiano ha detto:

        Ricorda tanto l’usanza dell’antica Grecia di abbandonare i bambini (non voluti) sul ciglio della strada. Se ce qualcuno che se li piglia bene, altrimenti saranno pasto per i cani.
        Meno male che il Cristianesimo ha detto chiaramente e inequivocabilmente che il bambino (sia quello fuori dal’utero sia quello che sta ancora dentro: ed è SCIENTIFICAMENTE PROVATO ED EVIDENTE che non c’è NESSUNA DIFFERENZA) è una persona, che ha i diritti propri di ogni appartenente alla razza umana.
        E voi sareste il progresso.

  • Maria ha detto:

    Non scomparirà mai l’aborto. Si raffineranno sempre di più le tecniche anticoncezionali. Così sempre meno dovranno ricorrere all’aborto, ma ci sarà sempre qualcuno che ne avrà bisogno. Ma se una donna per esempio rimane incinta e viene lasciata dal compagno, si ritrova da sola magari con un lavoro faticoso che con una gravidanza diventerebbe ancora più pesante, che non ha i soldi per mantenerlo o per farsi il minimo esame per controllare lo stato fisico proprio e del feto deve metterlo al mondo? Sarei la prima a consigliare l’aborto perchè pur scegliendo di darlo in adozione, magari dovrebbe ridurre le ore di lavoro rischiando di non poter provvedere neppure a se stessa durante la gravidanza. Una donna incinta che fa la fame è giusto? Oppure una ragazzina incinta? Perchè ci sono quelle ingenue e svampite che non usano anticoncezionali, ma ci sono quelle che stanno attente a tutto per evitare una gravidanza indesiderata e sono semplicemente sfortunate. Se una coppia usa anticoncezionali è perchè o non vuole un figlio o in quel momento non può per variati motivi. Se rimane incinta la soluzione è una. E non ditemi di praticare l’astinenza perchè neanche voi, i cosiddetti “credenti”, la praticate. Il sesso è bello e ci si può proteggere da eventualità al momento non desiderate. Se anche le protezioni falliscono allora è lecito ricorrere all’aborto. E se una viene violentata e rimane incinta? Non ha voluto niente di tutto quello che è successo e deve tenersi un bambino che con la sua sola presenza le ricorderà per tutta la vita quell’orrore solo perchè ci sono persone ottuse come voi che la giudicano? Assolutamente no. Fino al terzo mese per legge può abortire perchè giustamente l’embrione (anche scientificamente ha un altro nome), e non il feto, è solo un ammasso di cellule senza pensiero e coscienza. Ognuna fa del proprio corpo e della propria vita quel che vuole. Ma forse voi preferite che tengano il bambino per poi gettarli nei cassonetti una volta nati.

    • Marco S. ha detto:

      Vede signora, nessuno si nasconde i problemi che Lei fa presente, tanto che i veri cattolici sono chiamati dalla chiesa ad esercitare la loro massima comprensione e misericordia verso molte donne, lasciate sole da compagni e dalla societa’.
      Forse tutti noi cattolici facciamo ancora poco contro questa piaga, anche se dovrebbero esserle note le difficolta’ che spesso vengono frapposte ai nostri centri di aiuto alla vita.

      Pero’ Lei ammettera’ anche che sia la ragione, e non la necessita’, a dover stabilire cio’ che e’ giusto e cio’ che e’ sbagliato.

      E Lei stessa ammette che e’ la legge e nessun evento naturale (che in effetti non esiste) a stabilire cosa distingua un “grumo di cellule” da un uomo.
      Tutto sommato anch’io sono un grumo di cellule, un po’ piu’ sviluppato di un embrione.
      Per fortuna la legge ormai si degna di qualificarmi essere umano (commettendo, nel mio caso, un atto di vera audacia) e finche’ dura vado tranquillo.

      Ma anche se un essere vivente, per il fatto di non avere ancora una coscienza di se, non fosse da considerare un essere umano, alla stessa stregua non sarebbe un essere umano nemmeno una persona in coma che, forse (e non certamente come l’embrione) un giorno avra’ ancora coscienza di sé.

      Io credo che una scienza priva di pregiudizi non possa che definire la vita umana come un percorso di sviluppo e poi di declino che inizia con il concepimento e termina con la morte.

      Del resto il “grumo di cellule”, che nemmeno la legge vuol considerare una persona, ha gia’ il suo DNA distinto da quello dei genitori: quello stesso DNA che oggi costituisce la vera carta d’identita’ delle persone e che un giorno potra’ identificarlo univocamente tra tutti le persone del pianeta.

    • Sebastiano ha detto:

      Trovo semplicemente aberrante (per non dire vomitevole) questo tuo voler considerare i bambini non nati (che ti piaccia o no, lo sono, è la scienza stessa a dirlo) semplicemente un fastidio eliminabile, alla stessa stregua di un brufolo o di un intoppo nella strada della comodità. Quando vi renderete conto che è una PERSONA vi cadrà addosso l’orrore di quello che andate farneticando. Dio abbia misericordia della vostra anima.