Il “caso Galilei”, cinque verità nascoste dalla leggenda
- Ultimissime
- 10 Gen 2014
Il caso Galilei oltre la leggenda. Cinque miti che andrebbero sfatati per contestualizzare meglio quell’evento così centrale nel dibattito tra fede e scienza.
Per molti il noto “caso Galilei” è il più evidente paradigma dell’inconciliabilità tra scienza e fede. Un perfetto esempio, in pratica, da usare ogni qual volta si voglia sostenere il pregiudizio della Chiesa come ostacolo della scienza e della libertà di ricerca.
Eppure se si va oltre la leggenda, si scopre subito che il processo al Galilei non fu causato dalla sua negazione della concezione geocentrica, quanto al fatto che in mancanza di prove corrette (l’eliocentrismo sarebbe stato provato dal flusso delle maree, secondo lui) pretese sovvertire la concezione filosofica-scientifica del tempo, sostenendo un nuovo modo di concepire la scienza come unica ed esclusiva lettura della realtà. Per questo, l’Inquisizione gli intimò di parlare di semplice “ipotesi” fino a quando «ci fusse vera dimostrazione che il Sole stia nel centro del mondo» (card. Bellarmino, Lettera a Foscarini). D’altra parte il celebre filosofo della scienza (laico) Paul Feyerabend concluse che: «La Chiesa, all’epoca di Galileo, si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo».
Basandosi sul testo di Enrico Zoffoli, Galileo (Roma 1990), il prof. Corrado Gnerre su Il Giudizio Cattolico ha voluto sfatare alcuni luoghi comuni sul “caso Galilei”, che abbiamo sintetizzato in cinque punti.
1) LA CHIESA NON TEMEVA L’ELIOCENTRISMO.
Galileo non ebbe problemi con la Chiesa per la teoria eliocentrica (la Terra ruota intorno al Sole), anche perché già quattro secoli prima di Galilei, san Tommaso d’Aquino (1225-1274), disse che la concezione tolemaica, proprio perché non suffragata da prove, non poteva considerarsi definitiva. Copernico (1473-1543), astronomo polacco e perfino sacerdote cattolico, morto ventuno anni prima di Galilei, aveva sostenuto la concezione eliocentrica e la gerarchia ecclesiastica, compresi pontefici come Leone X e Clemente VII, si mostrarono aperti alle sue tesi (nessun “caso Copernico”). Infatti, nell’Università di Salamanca, proprio negli anni di Galilei, si studiava e si insegnava anche la concezione copernicana e lo stesso Galilei ne era consapevole: «(Il trattato di Copernico) è stato ricevuto dalla santa Chiesa, letto e studiato per tutto il mondo, senza che mai si sia presa ombra di scrupolo nella sua dottrina (…)», scrisse a Cristina di Lorena. Il rifiuto verso l’eliocentrismo proveniva invece dal mondo protestante, sono noti gli insulti di Martin Lutero a Copernico: «Cadde un giorno il discorso sopra un astrologo moderno il quale voleva dimostrare che la Terra si muove e non già il cielo o il firmamento col Sole e con la Luna, (…) Ma le cose adesso vanno così: chi vuole apparire savio e dotto non deve approvare quello che fanno gli altri, ma deve fare alcunché di singolare e tale che a suo credere nessun altro sia capace di fare. Il pazzo vuole rovesciare tutta l’arte astronomica».
2) IL “CASO GALILEO” DOVUTO A PROBLEMI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA.
Galilei sosteneva l’eliocentrismo basandosi su una “prova” sbagliata: in una lettera al cardinale Orsini affermava che la rotazione della Terra intorno al Sole sarebbe stata provata dalle maree. I giudici però contestarono questa “prova” e dissero, giustamente, che le cause delle maree dovevano ricercarsi in altro. Eppure Galilei pretendeva presentare l’eliocentrismo non come ipotesi ma come una tesi comprovata, mentre San Roberto Bellarmino (1542-1621), che svolse un ruolo importante nel processo a Galilei, lo invitava a fare l’opposto senza che rinunciasse alla convinzione eliocentrica. Così scriveva Bellarmino in una lettera del 12 aprile del 1615 al padre carmelitano Paolo Antonio Foscarini che appoggiava Galilei: «Dico che il Venerabile Padre e il signor Galileo facciano prudentemente a contentarsi di parlare “ex suppositione” e non “assolutamente”, come io ho sempre creduto che abbia parlato il Copernico. (…) Dico che quando ci fusse “vera dimostrazione” che il Sole stia nel centro del mondo e la Terra nel terzo cielo, e che il Sole non circonda la Terra, ma la Terra circonda il Sole, all’hora bisogneria andar con molta consideratione in esplicare le Scritture che paiono contrarie, ed è meglio dire che non le intendiamo, piuttosto che dire che sia falso quello che si dimostra». Bellarmino, d’altra parte, nel 1571 (cinquant’anni prima), scriveva nelle sue Praelectiones Lovanienses: «Non spetta ai teologi investigare diligentemente queste cose (…). Possiamo scegliere la spiegazione che ci sembra più conforme alle SS. Scritture (…). Se però in futuro sarà provato con evidenza che le stelle si muovono con moto del cielo e non per loro conto, allora dovrà vedersi come debbano intendersi le Scritture affinché non contrastino con una verità acquisita. È certo, infatti, che il vero senso della Scrittura non può contrastare con nessun’altra verità sia filosofica come astronomica (…)».
Proprio in questi giorni Guy Consolmagno, gesuita, astronomo ed ed presidente della Division for Planetary Sciences della American Astronomical Society, oggi ricercatore alla Specola Vaticana, ha spiegato che «il caso Galileo è interessante perché si è svolto in un momento in cui la Chiesa e la scienza erano la stessa cosa. Chi stava facendo scienza in quei tempi? I sacerdoti delle università. Quando Papa Urbano VIII ha criticato Galileo, non lo ha fatto in quanto Papa, ma dal punto di vista di un filosofo di professione, che aveva studiato le stesse cose di Galileo».
3) GALILEI NON SUBI’ ALCUNA TORTURA
Galilei non subì nulla di eclatante a differenza di quanto molti pensano. Alcuni sondaggi dicono che la stragrande maggioranza degli studenti europei crede che Galilei subì torture e che fu addirittura arso vivo. Eppure fu condannato a recitare una volta alla settimana i sette salmi penitenziali e a permanere nel Giardino di Trinità dei Monti (alloggio con cinque camere, vista sui giardini vaticani e cameriere personale); poi nella splendida Villa dei Medici al Pincio; quindi a Siena presso l’amico e arcivescovo Ascanio Piccolomini, in seguito a Firenze nella sua casa di Costa San Giorgio e, infine, nella Villa di Arcetri, presso il Monastero delle Clarisse di San Matteo dove vivevano le sue due figlie suore. In particolare Virginia, molto attaccata al padre, non avrebbe mai fatto tale scelta se il padre fosse stato maltrattato. Galilei, che rimase sempre devoto cattolico, poté continuare a pubblicare e a curare l’amicizia di vescovi e scienziati; e proprio dopo la condanna pubblicò l’opera più importante, Discorsi e dimostrazioni sopra due nuove scienze. Morì ad Arcetri l’8 gennaio del 1642, assistito da discepoli come Vincenzo Viviani ed Evangelista Torricelli; morì con i conforti religiosi e finanche con l’indulgenza plenaria e la benedizione del Papa.
4) IL “CASO GALILEI” VA CONTESTUALIZZATO NEL CLIMA DEL XVII SECOLO.
Il processo a Galilei si può capire solo collocandolo all’interno del XVII secolo, se egli fosse vissuto in pieno XIII secolo non avrebbe avuto i problemi che ebbe. Nel XVII secolo, infatti, non ci si riferiva ad Aristotele in modo critico, selezionando e discendendo (come invece riuscì a fare la Scolastica e in particolar modo san Tommaso), bensì pedissequo: Aristotele doveva essere accettato integralmente, anche per quanto riguardava la sua visione cosmica. Inoltre, c’era stato da poco (meno di un secolo) lo scoppio del Protestantesimo, imperversavano le guerre di religione e il mondo protestante accusava quello cattolico di non amare la Bibbia, di leggerla poco, di non rispettarla. Tutto questo portò, per reazione, anche alcuni ambienti cattolici ad un atteggiamento di protezione letteralistica della Bibbia stessa.
5) GALILEI NON DISSE MAI “EPPUR SI MUOVE”
La famosa frase che campeggia su buona parte dei libri scolastici, e cioè che Galilei avrebbe detto “eppur si muove”, in realtà non fu mai pronunciata. Fu inventata da un giornalista italiano, Giuseppe Baretti, a Londra nel 1757. Una frase ad effetto, che doveva servire per creare il mito di una chiesa arroccata nel suo oscurantismo e quindi incapace ad aprirsi al progresso delle conoscenze scientifiche.
E’ giusto mantenere uno sguardo critico verso il comportamento generale di molti uomini di Chiesa nel “caso Galilei”, ma occorre guardare alla vicenda con uno sguardo onesto e non strumentale. Solo in questo caso si riescono a contestualizzare gli eventi e, di conseguenza, a ridimensionarli alla loro giusta importanza.
La redazione
56 commenti a Il “caso Galilei”, cinque verità nascoste dalla leggenda
Basta leggere la sentenza della condanna:
“Che il Sole sia centro del mondo e imobile di moto locale, è proposizione assurda e falsa in filosofia, e formalmente eretica, per essere espressamente contraria alla Sacra Scrittura;
Che la Terra non sia centro del mondo né imobile, ma che si muova eziandio di moto diurno, è parimente proposizione assurda e falsa nella filosofia, e considerata in teologia ad minus erronea in Fide.”
C’è palesemente scritto che sostenere l’Eliocentrismo è posizione “formalmente eretica, per essere espressamente contraria alla Sacra Scrittura”.
E finitela con questa storia, il caso Galilei fu una porcata del Sant’Uffizio, indifendibile e vergognosa.
Caro/a (sei un uomo od una donna?) Sophus Lie:
secondo te, quindi, il Prof. Corrado Gnerre, competente in Storia delle Religioni ed in Storia della Filosofia, dice idiozie, mentre tu, che probabilmente (non ti conosco, per cui il dubbio è doveroso) non hai nemmeno 1/10 delle sue conoscenze, dici la verità?
Il tuo, permettimi di fartelo notare, è un esempio di relativismo, in quanto riconosci come vere non le verità oggettive (alla ricerca e convalida delle quali gli studiosi del calibro del Prof. Gnerre dedicano tutta la loro vita), ma, piuttosto, le tue idee personali e soggettive.
La differenza tra te ed il Prof. Gnerre è che tu fai una brevissima ricerca su internet della Sentenza di Galileo e la pubblichi (senza avere alcun “background” culturale, senza alcuna conoscenza del caso e senza alcuna verifica delle fonti: cioè senza professionalità), mentre il Prof. Gnerre pubblica i risultati di anni ed anni di studi svolti in un serio – cioè professionale – contesto, quale è quello accademico. Tutto qua (e scusa se è poco!).
Io invece creeo che Sophus Lie non dica cose campate in aria, perchè se si legge l’articolo del prof. Gnerre (che parla di 7 verità e non 5 -come erroneamente riportato da Uccr) si capisce che tutta la questione ricade sulla seconda verità, cioè nel supposto “scientismo” di Galileo. Questo punto è semplice opinione -e lasciatemi dire, neanche sufficientemente motivata. Non vi è infatti una lettura storica documentata ma un discorso generico che spiega ben poco. Se bisogna accusare Galileo di scientismo allora bisogna accusare qualsiasi uomo di scienza dell’epoca per gli stessi motivi, perchè a quei tempi era prassi quasi normale partire da intuizioni (e non evidenze) per cercare di arrivare alle tante risposte che ancora mancavano. La condanna a Galileo non si può quindi imputare solamente alla mancanza di verifica della sua teoria, perchè altrimenti la maggioranza degli studiosi sarebbero stati condannati o richiamati per motivi analoghi. E’ valido quindi il discorso secondo cui l’eliocentrismo creava problemi legati all’interpretazione della Bibbia, che all’epoca era considerata perfetta verità fattuale.
E allora le decine di gesuiti che nel frattempo insegnavano la teoria eliocentrica come sarebbero scampati alla condanna?
Infatti quegli scienziati gesuiti erano così famosi da essere rimasti anonimi… e a leggere certi commenti pare che qualcuno creda che conoscessero pure… la teoria della relatività! Per favore signori, un minimo di serietà…
quindi o si è famosi, o le proprie idee non valgono nulla?
Un minimo di serietà si richiede da chi spara un’ipotesi e dimostra di non saper giungere alle conseguenze. E’ ovvio che le rivoluzioni vengono sempre osteggiate dal potere in carica, giuste o meno che siano, e hai anche ragione sul fatto che per le sue implicazioni l’astronomia era considerata molto vicina alla filosofia, e perciò più controllata di altre discipline, ma se tu mi vieni a raccontare che La condanna a Galileo non si può quindi imputare solamente alla mancanza di verifica della sua teoria, perchè altrimenti la maggioranza degli studiosi sarebbero stati condannati o richiamati per motivi analoghi e poi sostieni contemporaneamente che il problema è l’eliocentrismo, mi dovresti spiegare perché Copernico, i suoi discepoli, i gesuiti che insegnavano la teoria come ipotesi persino alla Sapienza, anche se visti con diffidenza, non sono stati toccati.
Bravo, hai detto bene parlando del “potere in carica”, io aggiungo che se certe persone non si fossero occupate del potere ma di fare ciò per cui sono state chiamate, la storia forse sarebbe stata migliore.
Riguardo i gesuiti o Copernico, sai bene che è stata sempre vigente la formula del: “castigarne uno (magari il più irrequieto) per educarne cento”.
Sinceramente la storia poteva andare molto peggio, considerando che nel mondo protestante sono fioccate le accuse di stregoneria (stregoneria, non eresia) contro i familiari di Keplero e di Retico, e nel corso della storia ostacoli al mondo scientifico sono arrivati da ogni dove (con le religioni in netta minoranza). Anch’io sarei dell’opinione che certe persone dovrebbero occuparsi di ciò che sono chiamate a fare, e non altro, e parlo proprio di certi “scienziati”.
Caro Daphnos, te lo dico in tutta sincerità: io credo che il voler difendere a tutti i costi una bandiera, anche quando in nome di questa bandiera sono stati commessi degli errori, non solo non rende giustizia alla causa ma si spiana la strada ai fanatici e agli estremisti che ahimè sono sempre in agguato.
Questa è la mia opinione, forse altri si credono in guerra e preferiscono andare col coltello fra i denti, purtroppo pensando anche di poter decidere per chi non la pensa come loro, ma io credo fermamente che tali persone sbaglino, e su questo (spero) di non cambiare mai opinione.
Ok auguri per il mantenimento della tua opinione. Mai ammettere errori, mi raccomando 😉 .
Io la penso esattamente come te, ma proprio per questo motivo, vedo le cose in maniera del tutto diversa. Io penso che gli errori che ci sono stati vengono strumentalizzati e semplificati per essere colti anche da persone meno sveglie (categoria alla quale spero tu non appartenga, ma alla quale il signor Venanzi mostra quasi orgogliosamente l’appartenenza), e la semplice rilettura critica, pure in periodi storici, come dire, appena diversi, provoca reazioni scomposte (vedi Sophus Lie). La cappa di conformismo culturale, che crea dogmi e evita la revisione critica è molto lontana da dove la vedi te.
Da parte mia, non ho problemi ad ammettere che la sentenza in se’ sia sbagliata. Ma dire che se non ci fossero stati i preti ora saremmo tutti felici e tecnologicamente avanzati, è semplicemente un’oscenità; ritenere che di questa vicenda si possano vedere parallelismi al giorno d’oggi è pura paranoia nel migliore dei casi, strabismo nel peggiore. E’ un ottimo prodotto culturale, appagante e di sicuro effetto, che permette di identificarsi facilmente sotto una bandiera fittizia, del quale si nutrono molte menti semplici che erroneamente vedi solo dall’altra parte della tua barricata.
Manuel peccato che ciò che dici tu sia demolito dalla prima verità .
Caro amico,
su questo tema hai ragione. La sentenza, così formulata, fu una vera cavolata. Possiamo dire che fu una brutta chiusura ad un ottimo processo. Credo che vari storici della Chiesa non abbiano difficoltà a ritenere la formula della condanna “assurda”.
Vanno però precisate due cose. La prima è che Galileo tirò un po’ troppo la corda. Fin dall’inizio Bellarmino, come scritto sopra, chiese delle prove scientifiche (non filosofiche!) dei moti terrestri proposti da Galileo. Prove che Galileo non riusci mai ad esibire (si devono aspettare molti decenni per dimostrare la rotazione terrestre ed ancor di più per la rivoluzione). Infatti, la dimostrazione delle maree contenuta del “dialogo” e del tutto sbagliata e comunque, per sua ammissione, Galileo non riuscì a replicare l’esperimento in scala.
Nonostante i consigli di Bellarmino riportati nell’articolo Galileo tirò dritto per la sua strada continuando a dichiarare la sua teoria come veritiera. Il problema fu che andò oltre, dichiarando le scritture Sbagliate (cioè uscendo dal campo delle scienze ed entrando nel campo della teologia).
In secondo luogo, Galileo si prese beffa del Papa, infatti, pur dichiarando di non utilizzare l’argomento delle maree, uno volta ottenuto l’imprimitur papale, pubblico la versione del “Dialogo” con la dimostrazione delle maree.
Va anche precisato che il processo durò decenni, in un clima europeo dilaniato dalla Riforma.
Tutto questo esacerbò gli animi e si arrivò, alla fine, alla sentenza che tu hai citato. Purtroppo, la fretta di chiudere il processo prima della morte di Galilei già in età avanzata, i problemi politici con i protestanti, ed altre questioni (rivalità personali tra Galilei e altri accademici) non permisero di portare ad una degna chiusura la questione.
Se per tutta la vicenda Galilei vogliamo trovare una macchia nella Chiesa, l’unica è in quei 4 righi di sentenza… Sentenza, come tu sai, strumentalizzata dagli Illuministi proprio per creare il mito Galileo, vittima dell’oscurantismo cattolico.
…vorrei anche precisare che è molto facile, oggi, criticare le posizioni di chi era a favore della terra immobile.
La inviterei, chiudendo wikipedia e google, a costruire un’esperimento scientifico che dimosti i moti terrestri… credo che le sarà molto difficile (a meno che non abbia reminescenze scolastiche in tema).
Quello che sosteneva Galileo (senza prove, ripeto) andava contro il buon senso e le osservazioni che si potevano fare allora dalla terra.
Guindi, concludendo, l’unico errore della sentenza e teologico, infatti, l’eliocentrismo non contrasta affatto con la dottrina cristiana, ma solo con quella aristotelica.
L’ereore della sentenza da lei citata, dunque, non è tanto nelle affermazioni contenute (le uniche logiche e scientifiche all’epoca), ma nella loro interpretazione definitiva.
Peraltro, a ben leggere, il carattere definitivo della sentenza non è espressamente scritto, come molti invece sostengono (se così fosse tutti noi oggi saremmo eretici!, Papa compreso!)
Le teorie delle Sacre Scritture avevano e hanno decisamente molte MENO prove di Galileo.
Il carattere definitivo della sentenza è scritto con carattere definitivo ed è pubblico e tutti lo possono leggere.. ed è veramente terribile.
Galileo ha definito la basi del ragonamento scientifico, aveva scoperto i satelliti di Giove il moto dei pianeti le macchie solari e molto altro ..
Sulla base delle sue esperienze ha scritto il Dialogo Sui Massimi Sistemi.
Dopo tutto questo Galileo ritiene assolutamente provato che la terra gira come OVVIAMENTE in EFFETTI E’, lo fa in base a tutti gli esperimenti che ha condotto.
E non credo sia stato il solo che sia arrivato a questa conclusione nel corso dei secoli precedenti.
Solo voi sul sito di Uccr negate tutto … STRANO..
Ma come poteva un cardinale confronatrsi con il padre della scienza?
Questa non è solo disinformazione ma è negazionismo.
Questo sito si alimenta solo di violente polemiche.
…due domande domande:
1. quali prova porta Galileo a sostegno dell’eliocentrismo?
2. A quali esperimenti di riferisci?
Ricorda che “il carattere definitivo della sentenza è scritto con carattere definitivo” 😉 perciò niente domande!!
La invito, con gentilezza, a leggersi quanto detto da un ateo a riguardo:
http://www.quora.com/History/What-is-the-most-misunderstood-historical-event/answer/Tim-ONeill-1
Galileo non aveva provato definitivamente che la Terra girasse intorno al Sole; al tempo la maggior parte dei filosofi naturali (gli scienziati del tempo) pensava al contrario, in base a osservazioni e misure. Il modello geocentrico veniva da Tolomeo, che era un pagano. L’eliocentrismo era stato considerato ma poi rigettato da altri pagani (i greci). Esso poneva una quantita’ di problemi; per esempio il moto di un sasso lanciato da un punto all’altro del globo.
La Chiesa aveva dunque interpretato alcuni passi delle Sacre Scritture come letterali, sulla base della Scienza del tempo. Bellarmino aveva detto a Galileo che la Chiesa avrebbe anche accettato l’idea che il modello giusto era quello eliocentrico, purche’ Galileo l’avesse provato. Galileo porto’ dei forti indizi a favore di tale modello, ma non le prove definitive; per esempio il modello di Tycho (modello “ticonico”, http://it.wikipedia.org/wiki/Tycho_Brahe ) resta ancora valido.
Questa e’ informazione, al contrario dei vari luoghi comuni che girano sull’argomento.
Giova ricordarLe che il primo scienziato a proporre la teoria eliocentrica non fu Galileo Galilei, ma Niccolò Copernico diversi decenni prima e che quest’ultimo non andò incontro a nessun problema con l’Inquisizione. Ed è doveroso sottolineare che Copernico era anche un sacerdote, quindi più facilmente controllabile e gestibile se l’intento delle gerarchie vaticane fosse stato quello di oscurare la nuova teoria eliocentrica. Detto questo và cercato sicuramente altrove il movente del processo inquisitorio nei confronti di Galileo, sicuramente quello del metodo scientifico è il più probabile dato che in effetti Galileo portava a suffragio della sua teoria alcune prove inesatte, come la questione delle maree
Il padre della scienza quella volta prese una cantonata clamorosa. Con la scoperta dei satelliti medicei e l’osservazione delle macchie solari e dei crateri lunari, Galilei tutt’al più poteva confermare il sistema ticonico, ma di certo non poteva confutare il geocentrismo.
Se non sai cos’è il sistema ticonico, ti consiglio di farti una ricerca su Tycho Brahe; dopo capirai perché Feyereband (che non era un devoto padre gesuita del 600, ma un filosofo della scienza anarchico del 900) arrivò ad affermare che la Chiesa dell’epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta.
E’ vero, molti non sanno che la condanna dell’eliocentrismo riguardava l’insegnarlo come cosa certa, che invece non era affatto. Ma non c’erano problemi ad insegnarlo come ipotesi matematica, e così fu nelle accademie ecclesiastiche anche dopo la condanna di Galileo. Per questo man mano che le prove arrivavano la Chiesa non ebbe problemi ad accettarle, fino a quando nel 1846 fu pubblicata la nuova edizione dell’Indice priva di libri favorevoli al sistema eliocentrico, che sancì l’accettazione ufficiale dell’eliocentrismo, anche se già nei decenni precedenti c’era stata un accettazione de facto (e prima che qualcuno dica ‘troppo tardi’ rammentiamo che la prova inconfutabile della rotazione della Terra fu il pendolo di Foucalt, esperimento avvenuto nel 1851). Nel processo del 1633 sbagliarono entrambe le parti: Galileo aveva ragione, ma fu anche troppo sicuro di sé, cercando di far accettare come una certezza il sistema eliocentrico senza vere prove, contraddicendo così il suo stesso metodo scientifico. Sbagliarono anche gli uomini di Chiesa ad esprimere un giudizio teologico su un sistema scientifico, quando invece avrebbero dovuto solo riprendere lo scienziato pisano per non aver rispettato i patti. Ma anche se sbagliarono, certo non lo fecero perchè la Chiesa è nemica della scienza e almeno si salvarono in angolo non rendendo definitiva tale condanna.
Scherzi? Ogni anticlericaloide che si rispetti ha visto Agorà! Perciò sa bene quali esperimenti fare…
“Nooo raga!!!ma davvero ipazia faceva gli esperimenti di galileo?????è un mito cazzo!e questi cattolici sempre in mezzo a rompere XD XD XD !!!!! 1! 1! 11!
“Che il Sole sia al centro del mondo e immobile di moto locale”, è non solo proposizione assurda e falsa in filosofia, ma universalmente riconosciuta come tale da tutto il mondo scientifico.
Secondo la teoria della relatività infatti, non ha nemmeno senso parlare di “immobilità”, dato che tale teoria suppone che l’etere, il sistema di riferimento assoluto rispetto al quale misurare un eventuale moto del sole, non esiste nemmeno.
Per coloro i quali invece credono che l’etere effettivamente esista, l’affermazione “il Sole è immobile” è semplicemente falsa, come venne dimostrato dal famoso esperimento di Michelson e Morley, il quale misurò la velocità della Terra rispetto all’etere, e trovò come risultato un valore pressoché nullo (provando di conseguenza che il Sole si muove a una velocità di circa 30 Km/h, dato che questo è il moto relativo fra i due sistemi).
La validità di tale esperimento, considerato la “madre di tutti gli esperimenti” che dovevano servire a dimostrare – al contrario di quanto si verificò in effetti – che la Terra si “muoveva” intorno al Sole con la velocità prevista di 30 Km/h, è al di sopra di qualsiasi possibile contestazione dato che non solo valse a Michelson il premio Nobel per la fisica.
Non solo la validità è comprovata dalla serietà e dalla perizia con cui venne ideato e realizzato ma ci sono anche due fatti che dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l’esperimento era corretto:
1) Quando venne ripetuto nel 1924 per rilevare la velocità, perfettamente conosciuta, di rotazione della Terra (moto, vale la pena di ricordare, circa 100 volte inferiore a quella di rivoluzione, che non riuscirono invece a misurare), diede risultati perfettamente compatibili con quelli previsti.
2) Dall’idea con cui si concepì quell’esperimento venne sviluppato uno strumento, l’interferometro di Michelson, che viene quotidianamente utilizzato in diversi ambiti, compreso quello della navigazione aerea. Se non funzionasse, ovvero se la Terra non fosse davvero ferma, gli aerei andrebbero quotidianamente fuori rotta.
Dunque, se davvero volessimo usare il metodo scientifico, la vera eredità che Galileo ci lasciò e per cui dobbiamo essergli grati, dovremmo dire che Bellarmino aveva ragione e Galileo invece, torto marcio.
Se sostenere l’eliocentrismo era una posizione eretica, perché il sacerdote cattolico Copernico non subì alcuna condanna?
Interessante comunque notare che anche dal caso Galilei si conferma che tutto il progresso scientifico della storia umana è dovuto ai devoti cattolici, non certo ad atei e anticlericali, i quali sono costretti a difendere i devoti cattolici (come Galileo) per attaccare altri devoti cattolici.
Gli atei sono sempre stati fuori dai giochi 😉
Forse ti sfugge che nel 1600 non esistevano atei, anche perchè quei pochi che si dichiarassero tali finivano torturati ed abbrustoliti al fuoco della tolleranza cristiana.
Temo che si stia commettendo il classico errore di presentismo, che gli storici bravi evitano.
L’idea che la religione sia materia di scelta privata ed individuale e’ recente. Quindi, caratterizzare la maniera “sociale” e comunale della religione quale esisteva nel ‘500 e nel ‘600 come “oppressiva” significa cadere nella fallacia di presentismo. Si puo’ anche dire che Galileo fosse un devoto cattolico e lo rimase fino alla fine; era anche convinto che l’Inquisizione potesse intervenire nella vicenda che lo vide protagonista, anche se sperava in un esito diverso.
Consiglio, con garbo, di leggere un po’ qui:
http://www.quora.com/History/What-is-the-most-misunderstood-historical-event
In ambito scientifico, la Chiesa Cattolica nel Medio Evo fu tollerante e favori’ il progresso della “filosofia naturale”. Preservo’ i classici greci che si occupavano di protoscienza; fondo’ le Universita’ in cui si insegnavano tali conoscenze; suoi clerici dovevano essere ben preparati in questa materia e portavano avanti esperimenti, senza essere molestati dall’alto.
Questa lettura puo’ essere interessante per evitare di cadere in luoghi comuni:
http://armariummagnus.blogspot.it/2009/10/gods-philosophers-how-medieval-world.html
Stai rispondendo a me o a Paolo Viti? Perchè è lui che ha rimarcato il fatto che Copernico fosse un sacerdote cattolico e che gli atei erano “fuori dai giochi”. Se non vuoi apparire come chi fa il tifo da stadio, spiega le tue ragioni sul presentismo prima a lui.
No, rispondevo appropriatamente a te quando dicevi “Forse ti sfugge che nel 1600 non esistevano atei, anche perchè quei pochi che si dichiarassero tali finivano torturati ed abbrustoliti al fuoco della tolleranza cristiana.”
Beh, allora confermi che stai facendo tifo da stadio, perchè io stavo rispondendo a tono a Paolo Viti, facendo un discorso identico al suo, ma tu noti il difetto di ragionamento solo nelle mie parole. Hai scoperto la tua imparzialità amico, e qui ti saluto.
Forse, se un tifoso fa “buu” ad una papera di un avversario non gli si puo’ dare troppo torto 😉
Tu avevi scritto la solita tesi da undici-dodicenne secondo cui tutti erano cattolici a tempi di Galileo solo perche’ non potevano essere altro, altrimenti venivano torturati ed abbrustoliti dalla “tolleranza cristiana” queste tue parole gia’ esprimono ai quattro venti un giudizio negativo. Io ti ho fatto presente che tale giudizio non e’ storicamente serio. C’erano altri modi intelligenti per rispondere al buon Paolo; il tuo mostrava un errore da dilettanti.
Caro Manuel, per rispondermi a tono dovresti conoscere la storia e hai dimostrato di non saperne nulla.
Ai tempi di Galileo esistevano centinaia e centinaia di atei e anticlericali, come Francesco Buonamici, docente di filosofia e amico di Galileo stesso che descrisse i “frati” come anello di congiunzione tra l’uomo e le bestie. Nessuna reazione dalla Chiesa, anche se anche allora, come noti, eravate vittima del razzismo e della volgarità.
Tanti altri famosi atei sono Gianfrancesco Sagredo, Girolamo Borro ecc…tutti violenti anticlericali a cui non successe nulla.
Devi studiare se vuoi soltanto pensare di riuscire a rispondere, altrimenti lascia perdere.
Quindi Weinberg, Dirac, Feynman (solo per citarne qualcuno), che sono tra i più grandi fisici teorici della storia oltre che dichiaratamente atei, non hanno partecipato al progresso dell”umanità?
Ah si, famoso Dirac, colui che esprimeva così il suo ateismo: https://www.uccronline.it/2012/08/12/citazioni-di-scienziati-credenti-cristiani-e-cattolici/#dirac
Per quanto riguarda Weinberg e Feynamn, due eccezioni, il contributo fu notevole ma arrivarono quando già i giochi erano stati impostati.
Spiegami una cosa: se la matematica alla base del sistema copernicano non era minimante messa in discussione, perché fu condannato Galileo?
La famosa frase che campeggia su buona parte dei libri scolastici, e cioè che Galilei avrebbe detto “eppur si muove”, in realtà non fu mai pronunciata. Fu inventata da un giornalista italiano, Giuseppe Baretti, a Londra nel 1757. Una frase ad effetto, che doveva servire per creare il mito di una chiesa arroccata nel suo oscurantismo e quindi incapace ad aprirsi al progresso delle conoscenze scientifiche.
E ancora una volta ve lo dico: qui c’entra la massoneria e i suoi affiliati.
Nel 1751 la Chiesa rinnovò la scomunica dei Liberi Muratori con la Bolla di Benedetto XIV “Providas Romanorum Pontificum”. Le accuse loro rivolte sono di ateismo, sovversivismo, anticlericalismo. Ciò nonostante a Napoli e in Sicilia diversi ecclesiastici aderirono alla Massoneria non si sa se in buona fede o meno. E’ certo però che nel Meridione la setta assunse i connotati (o la maschera) dello spiritualismo cristiano (come nel caso del prete massone calabrese Jerocades). In tutt’Italia intanto si diffondeva l’influenza della filosofia vichiana, con le venature sapienziali che verranno poi messe in luce dal “Platone in Italia” di Vincenzo Cuoco.
Si avvicinarono a tale indirizzo Vittorio Alfieri e Pietro Verri, Cesare Beccarla e Giuseppe Baretti, Mario Pagano e Giacomo Filangieri, Vincenzo Russo e Pietro Giannone, non tutti affiliati alla Massoneria e comunque, se tali, in un ruolo di vera autonomia (si pensi, ad esempio, all’Alfieri autore del “Misogallo”, o all’Alfieri che, dopo un primitivo entusiasmo per la Rivoluzione francese, ne prende decisamente le distanze).
La fonte: http://www.ilsussidiario.it/index.php?option=com_content&view=article&id=101
Forse sospetterò troppo, ma chissà perchè…gira e rigira salta sempre fuori. Basta saperla riconoscere (e non è facile, ve lo garantisco. Non per niente svolge tutto in segreto!).
Cercate e troverete anche in siti non cattolici.Se siete fortunati.
Come dicevo l’altro giorno, è da parecchio che cercano di demolire la Chiesa. Da dentro e da fuori.
Ho trovato anche i testi che Galilei doveva dire. Se volete ve li posto, ma la roba è tanta.
Ehem lascerei stare l’apologetica ad hoc proprio perche’ se qualcuno va a prendere la sentenza…oltretutto io avrei scelto meglio l’arentazione “bisogna collocarla nella mentalità del tempo” perche’ di fondo stai amettendo che la dottrina varia al variare dei vari periodi culturali dando clamorasamente ragione a chi ti dice che e’ relativa.
La dottrina è e rimane sempre la stessa e non dipende dalla cultura che la interpreta in un certo modo come per dire che allora per quel periodo avevano ragione e ora hanno torto . Infatti allora non si guardava alla dottrina cristiana in modo cristiano ma secondo una concezione aristotelica . Semmai se tu avessi ragione staresti dicendo che Hitler , ai suoi tempi , ha fatto bene perché appunto a quell’epoca ,soprattutto ,tutti i tedeschi erano d’accordo . Ma lasciamo stare Gaber che se no c’è veramente da ridere con te .
La contestualizzazione storica è cosa ben diversa dal relativismo.
Ma io non ho detto che Galileo fu sottomesso a tortura fisica o che abbia detto “eppur si muove”, ho solo detto che la storia va conosciuta, non reinterpretata a proprio piacimento.
Comunque, volendo essere rigorosamente scientifici, noi non sappiamo quali siano i reali limiti spaziali dell’Universo (che potrebbe anche essere infinito in ognuna delle 3 dimensioni), per cui dobbiamo assumere che non conosciamo quale sia il centro geometrico dell’Universo (e, nell’ipotesi che sia infinito, dobbiamo concludere che OGNI punto dell’Universo è centro dell’Universo stesso).
Perciò possiamo assumere benissimo che il centro sia il Sole, così come possiamo assumere che sia la Terra o qualcun altro dei pianeti, o addirittura un’altra stella…
Se assumiamo che il centro immobile sia il Sole, dobbiamo assumere che siano gli altri corpi a muoversi intorno a lui, mentre se ad essere il centro immobile è la Terra, dobbiamo concludere che siano gli altri corpi a ruotare intorno ad essa. Se io mi trovo su una macchina che sta percorrendo una strada, potrei arrivare a due conclusioni (entrambe corrette da un punto di vista fisico!): che è il sistema formato da me e dalla macchina a muoversi rispetto alla strada (ferma), oppure che ad essere fermo è il sistema macchina+me, memtre la strada è in moto rispetto a tale sistema.
Su questo concetto potremmo formulare infinite meccaniche celesti (cioè equazioni di orbite), ognuna per ogni punto al quale noi attribuiamo lo “status” di centro dell’Universo. E, infatti, esiste una meccanica geocentrica che è esatta dal punto di visto fisico quanto la meccanica eliocentrica (anche se la geocentrica è matematicamente più complessa: ma non è la complessità o la semplicità di una teoria a renderla vera, ma è la sua attinenza alla realtà, cioè la sua verificabilità ed applicabilità pratica).
E tutto questo non intacca il discorso teologico (e la Chiesa lo sa bene), in quanto a Dio interessa non tanto quale sia il centro geometrico dell’Universo quanto, piuttosto, il cuore dell’Uomo (tutte le ricchezze dell’Universo messe assieme non valgono nemmeno un infinitesimo se messe a confronto con la dignità umana…).
Mi diverte tantissimo vedere i riflessi pavloviani dei laici frustrati quando leggono articoli come questo, quando gli viene rubato l’osso che stringono con i denti da anni. E’ un sollievo, mi preoccuperei quando diventeranno indifferenti!
Sì, hai perfettamente ragione; dato che il pensiero ateistico
si basa sul nulla (sull’irrazionale), chiaro che se
gli viene tolto un apparente motivo logico per denigrare le
Scritture (cioè DIO), ciò diviene per esso motivo di frustrazione
nevrotica.
Sono impressionata dall’intelligenza, apertura di pensiero e spirito scientifico del Cardinale Bellarmino. Quello che scriveva è straordinario.
Diglielo a Giordano Bruno…
La condanna di Bellarmino e’ esecrabile, anche se a quei tempi ogni potere usava la mano pesante. Se dovessimo essere coerenti, non ci sarebbe da risparmiare nessuna testa coronata dei tempi. Ma la condanna non c’entra con la Scienza. Infatti, Bruno non era uno scienziato. Detestava la misura e la matematizzazione della realta’; aveva aderito al modello eliocentrico soltanto perche’ gli faceva comodo per il suo mix di tesi filosofiche neo-pitagoriche.
Bruno inoltre citava le tesi di Nicolo’ di Cusa (o Cusano), che poneva nel 1439 la pluralita’ di mondi, la possibilita’ che tali mondi fossero abitati da altri esseri, che non vi fosse un centro dell’Universo, ecc. Cio’ avveniva 109 anni prima della nascita di Bruno. E non solo la Chiesa non torse un capello a Cusano, ma lo nomino’ cardinale. Come avrebbero mai potuto bruciare al rogo Bruno per le stesse idee di uno stimato cardinale?
Le ragioni per cui Bruno venne mandato al rogo erano di altra natura, ripeto esecrabili, ma non era certo un martire della scienza.
Bellarmino -> Bruno
Bruno era un ciarlatano noto a livello internazionale
Davvero? Ha mai letto qualcosa di Bruno? Lei lo sa che alcune visioni del panpsichismo attuali del filosofo della mente Chalmers, o di Eddington, pescano direttamente nella dottrina di Bruno?
Proprio perché ho letto Bruno confermo che era un cialtrone, un astrologo, un occultista e un esoterico da strapazzo. Tuttavia questo non giustifica la sua fine, ma è divertente che il tuo riferimento laico sia l’astrologo Giordano Bruno.
https://www.uccronline.it/2013/05/19/giordano-bruno-magia-e-occultismo-altro-che-razionalita/
Per chiarezza, riporto il testo completo della condanna di Galileo:
http://www.minerva.unito.it/Storia/GalileoTesti/GalileoSentenzaOriginale.htm
Ripeto quanto detto sopra: il problema è di tipo teologico, non scientifico. I Cardinali sbagliarono nell’interpretazione delle scritture, ossia “forzarono” la lettura del testo di Giosuè 10, 13, volendolo interpretare alla lettera. http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__P5H.HTM
Di fatto, nel ‘600 non era possibile né per Galileo né per nessun altro dimostrare la rivoluzione della Terra attorno al Sole. In realtà, volendolo sostenere senza prove, fu proprio Galileo ad avere un atteggiamento antiscientifico. Infatti, per Bellarmino non ci sarebbe stato nessun problema ad ammettere che la Terra girasse attorno al Sole, purché dimostrato scientificamente. Lo stesso scrive:
“Non spetta ai teologi investigare diligentemente queste cose (…): altri spiegano queste apparenze col moto della Terra (…); altri con epicicli ed eccentrici (…); altri col moto delle stelle per loro conto (…). Possiamo scegliere la spiegazione che ci sembra più conforme alle SS. Scritture (…). Se però in futuro sarà provato con evidenza che le stelle si muovono con moto del cielo e non per loro conto, allora dovrà vedersi come debbano intendersi le Scritture affinchè non contrastino con una verità acquisita. E’ certo, infatti, che il vero senso della Scrittura non può contrastare con nessun’altra verità sia filosofica come astronomica (…).”
Da questo passo ben si capisce che non vi era (e non vi è) nessun contrasto tra fede e scienza: la scienza guida la fede alla corretta interpretazione delle Scritture. Che la scienza sia in constrasto con la fede è un ideologia (falsa) illuminista. Infatti, la fede ama la verità ed i mezzi per acquisirla. La fede, viceversa odia lo scientismo.
Ancor più, leggendo bene la sentenza, si capisce che la condanna è puramente sul piano teologico. Galileo ha negato la verità delle Scritture, ossia ha fatto quello che Bellarmino sconsiglia di fare ai teologi. Infatti, come i teologi non dovrebbero avventurarsi in materie scientifiche, gli scienziati non dovrebbero avventurarsi in questioni teologiche. Purtroppo Galileo non accettò di dichiarare le sue come teorie ma, con atto antiscientifico, dichiarò le sue idee esatte senza averne le prove e, ancor peggio, dichiarò che le Scritture erano errate (non mal interpretate).
Pare facile oggi schierarsi da una parte (noi infatti sappiamo con esattezza come stanno le cose), ma all’epoca le dichiarazioni di Galileo erano farneticanti. Sarebbe come se oggi uno dichirasse verità assoluta il viaggio nel tempo… e non serve risalire al ‘600 per vedere come le nuove teorie rivoluzionarie spesso siano state contrastate, soprattutto dagli altri scienziati (basti pensare alla diatriba tra Eistei e Heisemberg sulla meccanica quantistica).
Quindi dichiarare come fanno alcuni che Galileo fu obbligato a giurare il falso abiurando il vero è una mistificazione: all’epoca nessuno poteva sapere cosa era vero sull’argomento.
Va anche detto che della scienza si ricordano solo i successi… ma quante teorie rivoluzionarie si sono poi rivelate errate? Vogliamo parlare di etere, di frenologia, etc? Vogliamo parlare degli abbagli del Tycho Brahe, per restare in epoca galileiana?
Da questo passo ben si capisce che non vi era (e non vi è) nessun contrasto tra fede e scienza: la scienza guida la fede alla corretta interpretazione delle Scritture.
Ma vedi questa non è lza tesi per cui nella sentenza viene condannato galileo questa fra l’altro è la tesi che Galileo epsrime nei dialoghi.La scienza è indiprendente dalle scritture e le scritture hanno solo valore salvifico ma non scientifico.Ovvero la scienza non ha coimplicazioni con le scritture,ma le scritture sono validissime nel piano slavifico dell’animo.Questa è una tesi per le quali Galileo fu condannato non per cui ebbe il bene placito della chiesa.
La tesi con per cui galileo viene condannato è questa:
Aver sostenuto un sistema scientifico contrario alle scrittre e non questa:
Aver dichiarato che la sceinza può “chiarificare le scritture”,che fra l’altro è una delle tesi sostenuta nel Dialogo, e rigettata nella sentenza.Faceva parte di una risposta di Galileo a una domanda che li facce il Papa Urbano VIII e cioè la seguente:
Se avesse potuto o saputo Iddio disporre e muovere in altro modo gli orbi e le
stelle di tutto ciò che si vede in cielo[…]
Questa è appunto una domanda teologica ricavata dall’ecclesiaste,in cui galileo risponde tranquillamente che si sarebbe stato possibile ma che come li risponde Galileo [..]non è ne verace ne concludente[…] dal punto di vista scientifico.E in efetti non lo è perchè il problema è puramente teologico ma non è scientifico .
Ricordo quindi, che la chiesa non era afatto d’accordo che la scienza dovesse assumere un ruolo anticipante le scritture o la teologia.
Come e’ gia’ stato detto, la Chiesa aveva accettato da un pezzo, ai tempi di Galileo, che le Sacre Scritture potessero essere non letterali. Per esempio, ai primordi del Cristianesimo, alcuni passi della Bibbia, se presi letteralmente, lasciavano intendere che la Terra fosse piatta. Ma dopo un po’, quando la dottrina cristiana raggiunse coloro i quali conoscevano le tesi sulla sfericita’ della Terra dei Greci, quei passaggi presero ad essere interpretati simbolicamente.
Galileo non aveva provato definitivamente che la Terra girasse intorno al Sole; al tempo la maggior parte dei filosofi naturali (gli scienziati del tempo) pensava il contrario, in base a osservazioni e misure. Il modello geocentrico veniva da Tolomeo, che era un pagano. L’eliocentrismo era stato considerato ma poi rigettato da altri pagani (i greci). Esso poneva una quantita’ di problemi; per esempio il moto di un sasso lanciato da un punto all’altro del globo e l’idea che la superfice della Terra avrebbe dovuta essere colpita da continui venti.
La Chiesa aveva dunque interpretato alcuni passi delle Sacre Scritture in cui si leggeva che il Sole ruotava intorno la Terra come letterali, sulla base della Scienza del tempo. E’ scritto chiaramente nell’articolo sopra: Bellarmino aveva detto a Galileo che la Chiesa avrebbe anche accettato l’idea che il modello giusto era quello eliocentrico, purche’ Galileo l’avesse provato. Galileo porto’ dei forti indizi a favore di tale modello, ma non le prove definitive; per esempio il modello di Tycho (modello “ticonico”, http://it.wikipedia.org/wiki/Tycho_Brahe ) resta ancora valido. Quando Galileo in pratica prese in giro il Papa e disse alla Chiesa come doveva interpretare le Sacre Scritture, nel mezzo del clima difficile della Riforma e della Controriforma, scatto’ la condanna scientifica e religiosa.
I problemi scientifici dell’eliocentrismo che erano state le obiezioni chiave della Chiesa non furono risolti fino al 1687, con la pubblicazione dei famosi Principia di Newton; questo era 45 anni dopo la morte di Galileo. Nel 1741, dopo la sintesi delle idee di Newton con le tesi di Keplero (tesi che Galileo aveva erroneamente contrastato), la Chiesa rimosse le obiezioni alla pubblicazioni dei lavori di Galileo.
Piu’ info qui:
http://www.quora.com/History/What-is-the-most-misunderstood-historical-event
La storia non e’ fatta da quadretti in bianco e nero. La realta’ e’ piu’ complessa, e’ bene che tutti ce lo ricordiamo.
No davvero, la scienza non guida proprio per nulla la Fede dato che si occupa di un ambito (una parte della realtà sensibile, neppure tutta dato che deve essere falsificabile e riproducibile e/o verificabile) che non riguarda quest’ultima. Che gli angeli o Dio esistano è una verità di Fede, ma non per questo meno vera perché non indagabile scientificamente (senza contare il fatto che la scienza costruisce modelli a partire da fatti che rispondano ai criteri sopra esposti).
E quindi saresti stato d’accordo con galileo,che la scienza non può parlarne in maniera scinetifica,solo che tu oggi lo dici tranquillamente,galileo invcece fu condannato anche per questo.Giache sovverti l’ordine secondo la quale la sceinza era non indipendente ma subordinata ai ragionamenti esegetico/teologici.
Non “scandalizza” l’eventuale errore umano, cioè non impedisce
di credere e di cercare Dio; Non a caso Gesù dice proprio:
“beato chi non si scandalizza di Me”.
Così ogni difficoltà affrontata con DIO è opportunità di crescita.