Scienza e fede, dove conduce la ragione?
- Ultimissime
- 06 Dic 2013
Desideriamo portare all’attenzione un nuovo libro che si dedica alla tematica del rapporto tra scienza e fede e della ragionevolezza di quest’ultima. Si intitola “Scienza e fede. Dove conduce la ragione“ (Schena Editore 2013).
L’autore è il dott. Carmine Curcio, cardiochirurgo di chiara fama nazionale e non, un uomo di scienza che però non si ferma alla semplice apparenza, al riduzionismo ma indaga l’uomo come creatura non solo biologica ma essenzialmente dotata di uno spirito superiore. Egli rifiuta il razionalismo e ricerca un collante tra scienza e fede senza il quale la seconda sarebbe relegata a semplice atto irrazionale, emotivo. Lo trova nella ragione che permette la conoscenza, comune ad ambedue.
«Il materialismo considera la fede incompatibile con la scienza», scrive l’autore nell’introduzione. «Io, pur partendo da una formazione laica, sono tra quelli che considerano questi due aspetti dell’esperienza umana compatibili tra loro». E ancora: «La relazione tra la scienza e la fede è sempre stata al centro di forti contrasti tra gli opposti dogmatismi. Io ho cercato di mantenermi a distanza dagli uni e dagli altri e, lasciandomi guidare dalla ragione, sono giunto a concludere che l’esistenza di un Dio Creatore e Padre Onnipotente è un’ipotesi plausibile e che la scelta di colmare con la fede il gap tra plausibilità e certezza è del tutto ragionevole».
Nella prima parte del libro viene affrontata la personale ricerca speculativa dell’autore su temi quali il rapporto tra fede, ragione e scienza, l’ipotesi della creazione dell’universo in contrapposizione a quella della sua genesi spontanea, la compatibilità tra fede ed evoluzione, il tema del dolore e della morte e molti altri aspetti della relazione tra l’uomo e Dio. La seconda parte è dedicata alla nota vicenda del caso Galilei, «una tappa essenziale per chiunque si proponga di esplorare il tema della ragionevolezza della fede e dell’origine del conflitto tra la scienza e la Chiesa».
Forse, proprio per l’importanza di questo episodio sarebbe stato preferibile affrontarlo da un punto di vista specificamente storico, tenendo conto della sua complessità e delle sue svariate sfumature, come ad esempio ha cercato di fare su questo sito il prof. Luigi Baldi, non riducendolo semplicemente ad un conflitto tra scienza e fede (o tra scienza e autorità della Chiesa, secondo il punto di vista dell’autore) La posizione della Chiesa fu molto articolata, i Gesuiti ad esempio accolsero le idee di Galilei e lo difesero dalle critiche degli aristotelici laici, le alte sfere della Chiesa, come il card. Bellarmino, non si dimostrarono mai pregiudizialmente contrarie al sistema copernicano e a Galilei, semmai scettiche a causa della mancanza di prove a sostengo. Non a caso il celebre epistemologo Paul Feyerabend scrisse addirittura che «la Chiesa dell’epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione» (“Contro il metodo, sono la pietra dello scandalo”).
Il volume in questione è in ogni caso un buon esempio di riflessione razionale e laica su Dio, la quale non arriva meramente alla conclusione che «il Dio di Galilei esiste e la sua presenza è riscontrabile nelle leggi che governano l’universo, le quali non sono orfane ma hanno un Padre. Non dunque un Dio calato dall’alto, o solo dall’alto, ma un Dio che si rivela dal basso, nelle leggi della natura». Ma va ben oltre, riconoscendo che «la scelta della fede non è un passo nel buio, come tanti atei sostengono, ma può essere, e io ritengo che debba essere, il risultato di un percorso argomentato del pensiero, in altre parole, una conquista della ragione». Non tanto verso il Dio dei deisti, perché «l’ipotesi di un Dio che crea un universo finemente sintonizzato su un preciso obiettivo, la vita, per poi abbandonarlo a se stesso, è del tutto priva di senso», ma piuttosto verso un Dio Creatore e d’amore, ed è dunque altrettanto plausibile «la divinità di Cristo, la Sua Resurrezione, l’immortalità dell’anima e tutto il resto, perché a un Dio Onnipotente e Padre, tutto è possibile».
La redazione
32 commenti a Scienza e fede, dove conduce la ragione?
Rispondiamo:al dubbio e allo sceticismo quindi (probabilmente) all’ateismo,se la risposta e’ sciocca dichiarerete sciocco chi l’ha sostenuta.
Sun Tzu non era certo uno sciocco… 🙂
Dio non si può capire con la scienza.
E ci vuole una vita intera per potersi trovare in comunione con Lui. E’ stato così anche per i santi.
Finalmente un credente onesto,con la scienza non avrebbe senso nemmeno per un credente perchè sarebbe materia o al più una legge geometrica o una legge fisica.Con la matematica è egualmente impossibile,con la razionalità nemmeno.Rispetto alle prove note (non necessariamente teologiche) sono tutte indecidibili.Rispetto alla propria opinione e quanto espresso da questo autore in articole lo è,condivisibile o non condivisibile,oggettivamente è impossibile da dimostrare.D’altro canto se veramente ci fossero prove perfettamente valide e razionali,non ci vorrebbe molto a essere tutti credenti cosi come tutti non dubiterebbero che di questa esistenza.Quindi a me sembra,magari mi sbaglio, che per un credente la fede preceda la ragione mentre per un incredulo è il contrario la ragione precede la fede.Abelardo sosteneva la stessa posizione “prima comprendi poi credi”,tuttavia nemmeno lui ha dimostrato l’esistenza di Dio.
“Quindi a me sembra,magari mi sbaglio, che per un credente la fede preceda la ragione mentre per un incredulo è il contrario la ragione precede la fede.”
Per un credente esistono ragione e fede. Per un ateo invece c’è solo la ragione.
Il problema che la ragione non si basa sulla fede.O meglio se per fede si intende o intendete,”fiducia o fidarsi”,intendete dire che è “ragionevole fidarsi”.Ma la ragione poggia proprio sul non fidarsi,al di là che dipenda dal credere o no in un Dio.
Per esempio in un ragionamento matematico o geometrico io non “mi fido” del risultato.Proprio perchè può essere corretto o incorretto.
Noi cattolici ci fidiamo di Gesù ma allo stesso tempo le domande ce le facciamo su ciò che ci succede intorno, è normale.
E se ho capito il tuo discorso sulla ragione che si basa sul non fidarsi, allora per te l’amore non esiste.
Nel momento in cui hai imparato i principi della geometria ti sei dovuto fidare, oppure mentre la maestra ti spiegava qualcosa alle elementari, insomma quella conoscenza che è propedeutica a dichiarare corretto o meno un risultato, per cui stai solo spostando il problema: prima ci si fida, poi si applica, poi si è in grado di ritornare alla decisione iniziale del fidarsi o meno. Sul tuo primo commento dovresti prima argomentarla la tua risposta prima di passare alle conclusioni (sciocca o meno), questo è un basilare procedimento razionale che ti è sfuggito. Inoltre dovresti dimostrare che la ragione umana abbia le potenzialità per comprendere ogni singola sfacettatura dell’esistenza, oppure dimostrare che solo tu e chi la pensa come te è in grado di adoperare correttamente la ragione umana e evidenziare gli errori degli altri.Tutto ciò non si trova nei vostri commenti il che mi fa pensare che lei non è qui per dialogare ma provocare e far fare una pessima impressione del mondo non credente.
Quando mi fornirà queste risposte o un abbozzo di esse potrei anche considerare l’idea di prenderla sul serio, ma non prima.
La ragione esplicita la certezza che l’universo non si è fatto da solo.
Cara Sophie, finalmente siamo d’accordo su una cosa… 🙂
Io non esulterei fossi in te, senza Gesù fai solo fumare il cervello e non vai da nessuna parte.
Direi che la fede giustifica la ragione .
Senza si rischia di diventare idolatri di questa o di quella moda , come delle foglie al vento staccatesi dall’albero maestro . Oppure si diventa idolatri del proprio io , individualisti e relativisti . Non si può spiegare l’etica se non essendo incoerenti con cio che si crede sia certo , la non esistenza di Dio , mentre ci sono solo prove a favore .
Tu per esempio Giuseppe in passato hai gia dato prova di essere un positivista .
Che poi non ci vuole neanche la fede parlando di Dio . Dio è oggetto di dimostrazione .
O lo si nega facendo un dispiacere alla ragione e all’intelletto o lo si accetta . La via di mezzo è solo un’illusione .
La nostra intelligenza spiega Dio tramite l’intuizione .
L’universo si è creato solo ? Se si ,come ? Se no ,perché ?
C’è un salto ontologico tra la parola “universo” (materia)e il concetto Dio quindi non è possibile saperlo.
Creare=passare dal nulla all’essere.
Nulla=insieme vuoto o in metafisica cioè inseistenza assoluta
http://it.wikipedia.org/wiki/Insieme_vuoto
Non può sussistere un’insieme vuoto ocntemporaneamente a un elemento di cui si dà il predicato dell’esistenza
Ti sei accorto che il soggetto del creare (chi crea) è diverso dal soggetto che non esiste e verrà creato (nulla) e per questo è irrazionale la tua conclusione? sarai mica il Daniele di qualche giorno fa che si divertiva a trollare, alla fine è stato anche divertente.
Esatto; dove c’è buona fede, cioè la pura ragione, si riconosce
che l’universo procede da un Creatore.
Quindi per te non è possibile saperlo ergo non te lo spieghi .
Bene e allora te lo spiego io . Essendo il nostro universo fatto di materia , essendo quindi finito ed essendo la materia strettamente collegata al tempo deve esserci stato Qualcuno che ha fatto passare il non essere all’essere , all’esistere . Questo Qualcuno è un Essere Trascendente ed è sempiterno e immateriale . Poi fai tu .
La ragione compatibile con la superstizione? … impossibile!
E pure questo è vero anche perchè i teologi non danno la definizone della parola “Dio” ma senza le definizione è impossibile fare un ragionamento coerente.
Hai mai sentito parlare di petitio principii? Lascia stare la superstizione e concentrati sulla ragione, che ne hai di strada da fare per capirci qualcosa.
Ma lascia perdere tu prego mo che fai lo sbrufone sulla petizione di principio, sentiamo che il mondo e tutti filosofi sono pronti a sentire l’argomentazione inconfutabile sull’esistenza di Dio,perfettamente coerente e valida.Ma piantala va che al liceo ci sono andati tutti.
Ma veramente solo tu puoi pensare che l’ipotesi Dio abbia valore conoscitivo definitivo, io mi riferivo a ben altri sbruffoni che definendo “ragione” la propria opinione e “superstizione” tutto ciò con cui sono in disaccordo allora stabiliscono brillantemente che le due cose non vanno d’accordo.
Scusa un secondo, ma tu sai leggere gli interventi o rispondi a caso? Che cavolo c’entrava il discorso sulla famiglia tradizionale nell’articolo che ora si è chiuso e tutta quella sparata sul vittimismo come materia psichiatrica?
Scusa ma cosa stai dicendo, che guarda se vuoi iniziare con le petizioni di principio,la logica ecc ecc:
http://en.wikipedia.org/wiki/Red_herring
Prego ripetimi la prova dell’esistenza di Dio,in quanto il tuo è un cambio di argomento.
Cambio di argomento? Ma se proprio io ti ho detto che gli argomenti in favore di Dio non sono esaustivi!
Ho semplicemente risposto a una provocazione gratuita (non so se conosci il personaggio Maria Situ, ma è spesso intervenuta in queste pagine postando interventi di squisita banalità, come quello qui presente), affermando che è ovvio che ragione e superstizione non possono coesistere, ma poiché lei afferma, evidentemente per principio, che “Maria Situ=ragione” e “Resto del mondo=superstizione”, non avrebbe convinto nessuno, se non forse se stessa. E’ necessario cominciare a fare cagnara sugli argomenti teologici? Ti senti forse minacciato da qualcosa?
gli argomenti in favore di Dio non sono esaustivi
Fine della discussione il resto delle domande retoriche non mi interessano.Ma più che inausistivi non sono validi nè dimostrabili.Magri gli acetate per fede,fine della discussione.Non a proprio valore conoscitivo poiche se lo fossero allora conosceresti la definizione precisa di Dio,ma siccome non c’è l’hai non è che “non hanno valore conoscitivo definitivo”,non hanno un valore “conoscititivo” proprio.
Che decisione . E come si possono controbattere delle argomentazioni del genere ?
Sei stato chiarissimo grazie 😉 .
Perché dovrebbero essere andati tutti al liceo? Io, ad esempio, ho frequentato le professionali.
Ad ogni buon conto, da come riesci ad esprimere i tuoi concetti in italiano, mi sembra che tu ti sia fermato alle medie inferiori.
Io non capisco come voi atei riusciate a vivere un vita completa credendo nel niente…
Con le vostra “credenza vuota” i valori dell’uomo perdono ogni significato, la vita diventa veramente povera e priva di ogni certezza!
Insomma una tristezza infinita!
Ma come ci riuscite? Ma la vostra coscienza voi l’ascoltate?
Eppure seguite gli insegnamenti di Gesù… se Gesù non era quello che era(Divino) perchè lo seguite? Potrebbe benissimo averci preso tutti in giro!
Cosa vi dice invece che i suoi insegnamenti erano la verità? Che cosa???
Insomma capire come voi possiate credere di essere arrivati dal nulla mi sembra veramente inconcepibile…
Quando si incontra la fede si trova veramente TUTTO!
Io non capisco invece come i credenti possano nutrire una visione talmente ridicola dell’ateismo.
Io non ho detto ridicola, semmai vuota…
Cmq sia dato che mi sembra di aver capito che sei ateo gradirei gentilmente la tua definizione…
Io cmq per ora tutti gli atei che ho letto scrivono sempre le stesse cose… vediamo allora questo tuo punto di vista!