Il settimanale l’Espresso contro chi tutela la maternità
- Ultimissime
- 05 Dic 2013
Si riconferma la realtà che chi sostiene l’interruzione di gravidanza è contrario al diritto alla vita, alla salute materna e alla tutela della donna. E’ il caso recente dell’“Espresso” che, attraverso il giornalista Michele Sasso ha accusato il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, di aver finanziato con 9 milioni, anche quest’anno, i Centri aiuto alla vita (CAV).
Ecco la denuncia di Sasso: Per Maroni, «passato quasi un anno e conquistato il piano più alto di Palazzo Lombardia, la voglia di cambiare è rimasta sulla carta. Con l’ultima delibera di venerdì 29 novembre spuntano altri nove milioni di euro per la “tutela della maternità”». Si passa alla denigrazione dei beneficiari: “associazioni ultra cattoliche”, “cattolici più tradizionalisti”. Poi offre la parola alla ex consigliera vendoliana Chiara Cremonesi la quale non sopporta che siano ben «3.386 le madri finora assistite» e si ribella di fronte al «fondo per assistere le donne nei primi mesi di vita con un assegno da 4.500 euro (poi abbassato a 3.000) per progetti di aiuto personalizzato: in pratica 250 euro di sussidio per 18 mesi […]. Un “pacchetto per la maternità” composto da Nasko e Cresco (dedicato all’alimentazione nel primo anno di vita del bambino)». Anche perché sono in aumento i casi di aborto a causa della crisi economica.
Davvero orribile! Ma forse non tanto quanto il fatto che la militante di Sel risulta indagata dalla procura per rimborsi pazzi come 700 euro spese in salumeria, un master su “come vincere le elezioni” di 60 euro, 400 copie di libri per 7.000 euro, 1000 euro in annunci radio a favore di Nichi Vendola e i manifesti “Lega ladrona” e “Formigoni go home”, 6.660 euro in inserzioni pubblicitarie su Facebook ecc. Ovviamente, se l’accusa fosse confermata, tutto pagato da noi contribuenti. Questa è la fonte usata dall’Espresso per accanirsi contro chi aiuta le donne sostenendole economicamente nel caso in cui scelgano di non uccidere il bambino che è in loro.
Alla Cremonesi non interessa, bisogna abortire non tutelare la maternità e sostenere il fantomatico “diritto all’aborto” (sconfessato dal suo amico Zagrebelsky). Eppure la fondatrice del Centro aiuto alla vita è Paola Bonzi, neovincitrice dell’Ambrogino d’Oro assegnato dalla città di Milano come attestato di civica benemerenza (candidata sostenuta dal radicale Lorenzo Strik Lievers e da Alessandra Kustermann). E’ lei, ad esempio, ad aver salvato dall’aborto 16 mila bambini.
L’Espresso e i vendoliani speravano forse nella chiusura del Centro a causa della mancanza fondi, invece ora questi schifosi “ultra cattolici fondamentalisti” potranno continuare ad aiutare le donne e ad applicare pienamente la Legge 194 quando indica che vanno promosse tutte le «iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai ai fini della limitazione delle nascite», esaminando «le possibili soluzioni dei problemi proposti» per aiutare la donna «a rimuovere le cause che la porterebbero all’interruzione della gravidanza […] offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto».
La redazione
14 commenti a Il settimanale l’Espresso contro chi tutela la maternità
Ma cos’è sta moda per cui quando si criticano le posizioni dell’avversario bisogna citare sempre i procedimenti giudiziari a carico? Non che non bisogna farlo, se faccio un’articolo su un’esponente politico lo posso fare, ma quando si parla di altro non è necessario. Ragà la presunzione di innocenza è uno dei fondamenti della civiltà giuridica, e dovrebbe ben essere chiara a noi che siamo dei cristiani-cattolici e non dei giustizialisti-grillini.
Quella posizione, come espressa da L’Espresso e SEL, è tanto stupida, tanto illiberale e tanto ideologica che non è necessario pure elencare i procedimenti giudiziari a carico della sellina per convincere il lettore della stupidità di tale posizione. E’ stupida di per se stessa, e si fa fuori da sola, perchè compito di una legge è ritagliare spazi di libertà più ampi possibile; libertà per le donne che alla fine decidono di abortire, ma anche libertà di azione (che passa anche da una libertà economica) per quelle associazioni che propongono delle soluzioni alternative all’aborto.
Penso però che l’informazione sia più completa se so che la persona indignata per soldi dati a madri in difficoltà, ha speso per scopi suoi personali soldi pubblici. Qua non si tratta di divulgare telefonate private. Qua si tratta di come vengono spesi i soldi del contribuente. Chi critica dovrebbe come minimo essere inattaccabile dalla stessa critica.
Concordo e sottoscrivo! Credo fosse quello lo spirito del riferimento alle spese che avrebbe compiuto il consigliere regionale di SEL.
Davvero non ti accorgi la contraddizione di una che accusa chi finanzia la tutela della maternità e poi si fa rimborsare 700 euro in salumeria??
davvero fondamentalisti questi cattolici che sostengono la “tutela della maternità”!!!
Il delirio di buona parte se non gran parte, dell’esercito pappagallato dei giornalisti non ha limiti. Il governatore della Lombardia non avrebbe dovuto sostenere, col pur modesto contributo, la scelta a favore della vita! La procreazione è un fatto naturale scolpito nel corpo stesso della donna e la rinuncia alla stessa è principalmente un fatto di tipo economico, una LIMITAZUINE di libertà insita nelle condizioni economiche della donna e, anche, in alcuni pregiudizi da cui, questi si, occorre liberarsi.
Indignarsi perchè si aiutano madri in difficoltà economiche
è cosa talmente agghiacciante da lasciare senza parole.
Povera umanità, come ti sei ridotta.
Basta che gli italiani non si lamentino perchè gli stranieri fanno più figli: l’aborto porta alla “lenta” estinzione dell’homo italicus
Cultura e Cristianesimo vogliono che l’uomo si comporti nobilmente e si schieri sempre dalla parte della vita e del più debole.
Non ci sono eccezioni.
Schierarsi dalla parte del più forte e contro il più debole è, almeno tendenzialmente, ignobile.
Caspita. Aiutare madri in difficoltà a far nascere e a crescere i propri bimbi. Inammissibile davvero. Di questo passo, dove andremo a finire?
Nel nulla
Quelli de “L’Espresso”, dimenticandosi che anche loro son stati per 9 mesi nel grembo materno, sono infasfiditi dalle donne che portano a termine la gravidanza e dai bambini che nascono, ma poi sono favorevoli alla pratica schiavista (ed assai lesiva della dignità della donna) dell'”utero in affitto” per dare i figli alle coppie omosessuali: questa è una delle tante contraddizioni che il relativismo etico (espressione che racchiude in sé vari “-ismi”: abortismo, femminismo, omosessualismo, eutanasismo, ecc…), imperante nella redazione di quel settimanale (ma anche in tante altre redazioni), ci “regala”…
Quelli dell’espresso sono ipocriti. Un piccolo esempio:
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2012/03/06/lespresso-ri-confeziona-la-donna-oggetto/
E la direttora dovete vedere come ha criticato la rivista panorama per la copertina delle baby prostitute, mentre da anni la rivista di sinistra espone donne come fossero quarti di manzo.
No, grazie: è stampa becera e propagandista. Bleah!
Legge 194, articolo 5.
Non c’è nient’altro da dire.