L’aborto è un pericolo per la donna
- Ultimissime
- 21 Nov 2013
E’ ormai chiaro che chi sostiene l’aborto per salvaguardare la salute materna assume volontariamente una posizione anti-scientifica. Infatti, i Paesi in cui l’aborto è vietato o fortemente limitato, come Irlanda e Cile, sono anche quelli in cui sono presenti minori i tassi di mortalità materna e dove è migliore la salute della donna.
Questo perché la ricerca ha ormai pacificamente dimostrato che, oltre ad eliminare un essere umano indesiderato, «l’aborto può essere visto come un fattore di rischio psicologico per la donna, più significativo rispetto alla nascita di un figlio». Sono le parole del noto neonatologo Carlo Bellieni, docente di Terapia Neonatale alla Scuola di Specializzazione in pediatria dell’Università di Siena, intervistato da “Genethique”, importante rivista francese di aggiornamento su tematiche bioetiche.
Bellieni ha parlato dello studio da lui recentemente realizzato, assieme a Giuseppe Buonocore, pubblicato quest’estate su “Psychiatry and Clinical Neurosciences”. I due ricercatori hanno rivisto trentasei studi pubblicati sulle conseguenze dell’aborto in riviste scientifiche tra il 1995 e il 2011, rilevando che la maggioranza di essi mostrava gravi problematiche sulle donne che avevano abortito.
Rispetto all’aborto spontaneo, «gli studi indicano che è più traumatico abortire volontariamente, mentre l’aborto spontaneo avrebbe conseguenze gravi ma transitorie. I dati sembrano comunque indicare che in entrambi i casi le donne vivono una perdita ma nel caso di aborto indotto, sembra culturalmente e socialmente proibito alle donne sviluppare un lutto della morte». Tuttavia in entrambi i casi c’è «la consapevolezza della perdita di un figlio». Bellieni si lamenta del fatto che «la depressione post aborto viene ignorata dai media. Questo silenzio è incredibile e le responsabilità politiche sono elevate. E’ necessario, anche nei paesi in cui è consentito l’aborto, prevedere aiuti economici, alternative (adozione fin dalla nascita), corsi prenatali che non diano solo una diagnosi».
La redazione
12 commenti a L’aborto è un pericolo per la donna
Ma anche se non fosse stato deleterio nei confronti della salute della donna, sarebbe rimasto comunque un omicidio a tutti gli effetti.
La conseguenza di pratiche abortive è molto pericolosa spiritualmente per le persone. L’aborto è opera del demonio. Le persone non comprendono che questo marchio o simbolo satanico può aprire le porte ad un altro attacco satanico che permette al nemico delle nostre anime di entrare nella loro vita. Non è tanto il marchio in sé ma il peccato che c’è in esso. l’aborto è un omicidio. Oggi questa pratica è molto diffusa soprattutto per il diffondersi di false religioni.
Queste pratiche feriscono lo spirito umano;è lo spirito che c’è dietro che lo compromette e lo rende pericoloso per un Cristiano.
Il fatto che tali pratiche guadagnino terreno sottolinea l’epoca in cui viviamo, in cui ci si distanzia sempre più drasticamente dai valori biblici.
Tollerando certe pratiche non facciamo altro che portare Satana nel mondo del Cristianesimo.
In questa società depravata, tutto ciò che piace è anche permesso.
Quello che prima era considerata o praticata come punizione, umiliazione, deturpazione o marchiatura per schiavi, oggi va di moda e trova numero sempre crescente di seguaci.
Si rischia la fondazione di una sorta di repubblica dell’aborto. Di dittatura dell’aborto. Il marchio che dal corpo entra dentro l’anima stuprando la spiritualità delle persone e della società. L’abominio che diventa diritto.
Per fortuna c’è chi si da fare:
http://www.prolifenews.it/filosofia-e-morale/padre-combatte-per-salvare-il-suo-bambino-dallaborto-dopo-aver-visto-pro-life-clinica/
Mi sembra una buona idea, e voglio informarmi qui da me dove sono le cliniche. Lo consiglio anche a voi se avete tempo.
E questa proprio non la sapevo.
http://www.prolifenews.it/notizie-dal-mondo/arrestate-cinque-femministe-che-hanno-tentato-di-interrompere-violentemente-la-marcia-per-la-vita-madrid/
Comunque le femministe di oggi se ne accorgeranno domani. Avete presente il classico detto “io sono mia”? si vede come lo applicano nella suddetta libertà sessuale!
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1355769/Cina–bebe-dichiarato-morto-si-risveglia-prima-di-essere-cremato.html
Ma come, ancora nessuno che viene a decantare gli amplissimi pregi dell’interruzione volontaria di gravidanza? Così non c’è sfizio…
L’aborto procurato, oltre che un omicidio, è un fattore di rischio per la donna sotto vari aspetti:
– quello fisico (le possibili complicanze legate ad un’ivg sono molto maggiori, in numero ed intensità, rispetto alle possibili complicanze legate al parto);
– quello psicologico (tutti parlano, spesso esagerando, di depressione post-partum, cioè la depressione a cui va incontro la donna poco tempo dopo aver partorito: ma si tratta di una condizione di disagio psichico passeggera e perfettamente trattabile. Pochi invece parlano di – mi si passi il neologismo – “depressione post-abortum”, cioè una condizione perenne di enorme afflizione e tristezza che rischia di togliere definitivamente alla donna che ha optato per l’ivg il sorriso, il buonumore, il sentirsi bene, una condizione tutt’altro che poasseggera e ben più difficile da affrontare rispetto alla depressione post-partum).
Io mi chiedo: chissà se l’attuale Ministro degli Esteri (Emma Bonino: se dipendesse da me, non le darei da amministrare nemmeno un condominio…), così sorridente e divertita nelle (macabre) foto degli anni ’70 che la ritraggono mentre esegue le ivg con una pompa da bicicletta e così sempre pronta a schierarsi “dalla parte delle donne”, si è mai preoccupata, oltre che del feto innocente a cui veniva negata la vita, dello stato di salute fisica e psichica delle donne che aiutò ad aboritire? Penso che se si ponesse certe domande, forse capirebbe che in quelle foto degli anni ’70 c’era ben poco da ridere.
E aggiungo: se l’ivg ha delle conseguenze così nefaste sulla psiche (oltre che sul corpo) delle donne, ciò avviene perché, sebbene la donna che decide di abortire non consideri il feto meritevole di nascere, il suo inconscio sa bene che l’ivg è sempre un omicidio. Il forte rimorso a cui sono soggette la maggior parte delle donne che hanno fatto un’ivg non è altro che il manifestarsi di questo inconscio sotto forma di enorme angoscia per la vita negata al feto e di orrore per l’atto compiuto.
Probabilmente, con il progredire della scienza, diventerà incontestabile anche per i ciechi che la vita umana comincia con il concepimento. Forse bisognerà calcolare la nostra età non più dalla nascita, ma dal momento del concepimento. A questo punto, diventerà molto difficile giustificare l’aborto. Anche per chi non è religioso.
Ma la scienza è già (e lo è da molto tempo) in grado di dimostrare che la vita inizia col concepimento, perciò sono gli abortisti che non si sono aggiornati o, per meglio dire, non si sono voluti aggiornare.
Come dice il proverbio: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
È verissimo quello che scrivi. Ma forse bisogna che le conoscenze scientifiche filtrino fino al grosso della popolazione. Adesso c’è ancora chi parla del feto come “grumo di cellule”. Come chi parla ancora di “secoli bui”, per il Medioevo, quando invece gli storici già da decenni lo considerano un periodo pieno di scoperte,invenzioni e progresso.
Ciò avviene perché purtroppo i mass-media sono ancora in mano alla solita cricca di laicisti ed anticlericali, i quali non fanno altro che divulgare menzogne di ogni tipo, ad esempio che “l’embrione ed il feto non sono vita”, che “quelli del Medioevo sono stati secoli bui”, che “l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese hanno significato l’inizio del progresso”, che “la Chiesa è arretrata”, che “il ’68 ha rappresentato un progresso”, ecc…
Bisogna che questi soggetti smettano di dire queste menzogne: e allora le cose csmbieranno.
Già diverse volte ho avuto modo di confrontarmi con i sostenitori dell’aborto. Quello che ho notato è che seguendo il loro filone di pensiero si arriva a degli assurdi filosofici. Basterebbe questo per arrivare a capire che fin dal suo concepimento quando viene a formarsi un DNA NUOVO e distinto dal padre e dalla madre, che l’essere è una persona.
Sostenere che non sia persona solo eprchè non ha coscienza di se o semplicemente attività di pensiero come alcuni amano dire, porta a situazioni paradossali. Se cioè è il fatto di pensare( inteso anche solo inteso come capacità di elaborare concetti semplici o primitivi anche solo istintivi e quindi privi della all’autocoscienza) porterebbe ad includere nella categoria delle persone anche gli animali stessi fino agl’insetti. Poi se è l’attività di pensiero a determinare se si è persona o meno, allora anche dopo morti non dovremmo esswere più persone e quindi in linea di principio un abortista non può essere contrario al cannibalismo o alla necrofilia: si è tornati ad essere cosa. Anche un paziente sotto anestesia totale non è persona secondo questo concetto perchè è dimostrato che non pensa, non sogna e non ha dolore: la coscienza infatti è sospesa…spenta. A dire il vero ci sono casi in cui si ha qualche percezione ma sono casi rari e comunque dipesi da qualche errore commesso al momento della somministrazione dei tre farmaci. SE dunque un paziente sotto anestesia totale non è persona, io potrei tranquillamente anestetizzare chi mi sta sulle balle e poi ucciderlo…non commetterei omicidio