Il dogma del peccato originale va rivisto? Ovviamente no.

Peccato originale e significato. Il teologo Vito Mancuso ritiene insostenibile il dogma del peccato originale perché mette “inimicizia tra Dio e il bambino”. Un’interpretazione errata e una forzatura del cristianesimo, tipica del dualismo gnostico. Così hanno risposto due importanti teologi.

 

Chiunque può capire cosa sia il peccato originale, basta guardare dentro sé, vedersi in azione e domandarsi: “perché nonostante io sappia cosa è giusto, scelgo ciò che è sbagliato?” Tale condizione originale dell’uomo, desideroso di felicità ma strutturalmente incapace di conquistarla, è facilmente riconoscibile da chiunque.

«Questo mistero del peccato originale, che è poi così tremendamente vero», scriveva Carl Gustav Jung; «Il legno con il quale siamo costruiti è storto», scriveva Eugenio Scalfari qualche settimana fa. Non è la Chiesa ad aver “inventato” il peccato originale, ma – al contrario – è lei l’unica ad aver dato una spiegazione della nostra originale situazione, così come genialmente descritto in Genesi. Se si toglie il peccato originale non si capisce più l’uomo.

Tuttavia è abbastanza usuale scovare Vito Mancuso che, con il suo sarcastico sorriso e l’aria dimessa e stropicciata, liquida il dogma del peccato originale riprendendo l’obiezione più classica e antica secondo cui metterebbe «inimicizia tra Dio e il bimbo che nasce». Che un docente di teologia cattolica usi un’obiezione tanto banale e abusata spiega in parte perché i più noti colleghi di Mancuso non lo considerino all’altezza del ruolo che svolge. Il teologo di Carate Brianza vorrebbe riscrivere il dogma parlando «di “caos” originale» perché secondo lui «il centro del cristianesimo consiste in un tale legame tra Dio Padre e l’umanità da rendere insostenibile l’idea che gli uomini siano peccatori agli occhi di Dio per il fatto stesso di essere uomini, idea che considero un’offesa alla creazione e alla paternità divina».

Leggendo tale obiezione, Pierangelo Sequeri, preside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, dove è anche professore ordinario di teologia fondamentale, ha così commentato: «Questa semplificazione, che intende riassumere il nucleo della dottrina, non è leale. Questa equivoca forzatura è propria del dualismo gnostico, semmai, al quale il cristianesimo si è duramente opposto fin dall’inizio». Mancuso non rifiuta il dogma ma intende «la natura umana come precario impasto di un “caos originario”, in cui lavora un’oscura “forza distruttiva”, al di sotto e al di là di ogni profilo morale. È perciò curioso – oltre che “sbagliato” – che, pur sostenendo questa naturalizzazione del peccato e del male nell’uomo, Mancuso rimproveri questa “scandalosa” dottrina al Concilio di Trento. Il Concilio di Trento, in verità, che fronteggia proprio su questo punto il radicalismo agostiniano del protestantesimo, condivide l’idea di una corruzione della natura umana, ma resiste fermamente all’idea della corruzione come natura dell’uomo».

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, infatti, spiega che: «Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all’ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata “concupiscenza”). Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l’uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell’uomo e lo provocano al combattimento spirituale» (CCC 405). Per il rapporto tra peccato originale e battesimo è interessante questa risposta del teologo padre Angelo Bellon.

Lo psicoanalista francese Jacques Arènes dal suo punto di vista, più vicino all’esperienza dei cristiani rispetto a quella di Mancuso, ha spiegato: «Nel mondo cristiano, fin dall’inizio, si credeva al peccato originale. Si condivideva più o meno questa “colpa”. Era impossibile esserne esenti, anche se si era comunque assolti. Trovo questo profondamente liberante. Il senso di colpa, quando non scade in un aspetto morboso, è libertà. Il fatto di avere un rapporto personale e soggettivo con la colpa, davanti all’altro – il prossimo e/o Dio – è molto importante per la libertà di ciascuno».

E’ intervenuto anche Giuseppe Tanzella-Nitti, ordinario di teologia fondamentale alla Pontificia Università della Santa Croce, che ha spiegato: «L’esistenza di un peccato all’origine del genere umano si accorda con quanto l’uomo può verificare empiricamente, nella storia dei popoli e nella sua esistenza personale. È paradossale che un essere intelligente, capace di pensiero filosofico e di progresso tecnico-scientifico, che se volesse potrebbe impiegare le proprie risorse e la propria intelligenza per aumentare la qualità di vita dei popoli, eliminando tante sofferenze e cooperando come in una sola famiglia, applichi invece il suo genio e la sua razionalità per combattere, distruggere, umiliare e uccidere. Non si tratta di un retaggio della nostra biologia animale: ad essere onesti è molto di peggio. Non è pura bestialità, ma intelligenza che concepisce il male e lo persegue razionalmente. Qualcosa non funziona in noi. Mentre gli altri animali suonano sempre con lo stesso registro, noi siamo capaci di interpretare le note più sublimi e quelle più ignobili. Qualcosa è misteriosamente avvenuto alle origini e qualcosa continua ad avvenire in ognuno di noi: siamo depositari di una promessa maggiore di quanto siamo capaci di mettere in pratica. Il testo sacro può essersi servito anche del linguaggio del mito per trasmettere questa verità originaria, ma essa rimane tanto reale quanto l’esperienza quotidiana di ciascuno».

Rispetto all’obiezione usata anche da Mancuso, «si tratta di capirsi sul significato dei termini. Il termine inimicizia pone l’enfasi sulla gravità del peccato, in genere, e non intende umiliare nessuno, tanto meno i bambini che sono sempre creature predilette da Dio. L’inimicizia fa riferimento alla colpa (che non c’è nel peccato originale storicamente trasmesso) piuttosto che alla pena. Se la colpa (rifiuto di Dio) può causare inimicizia, la pena (beni perduti) causa piuttosto misericordia come lo stesso linguaggio comune ci ricorda. La storia dei nostri peccati, e dunque anche del peccato originale, più che rivelare l’ira di Dio, rivela la sua misericordia».

Vito Mancuso vive le fatiche esistenziali della confusione e le fragilità dell’uomo moderno, cioè colui che «alza il suo ditino fino al cielo, non solo perché sofferente del male, ma anche perché indignato per l’aliena e ingiustificata incursione del male nella nostra vita», ha spiegato Sequeri. «Noi non vogliamo condividere nessuna colpa di qualcun altro. Anzi, non vogliamo essere colpevolizzati e basta. Siamo caotici, siamo irrazionali, siamo pure bestiali. non vogliamo essere colpevolizzati da nessuno. Tanto meno da Dio, che semmai ha molto da farsi perdonare da noi. Quel tanto di accecamento che sta racchiuso in questa nostra presunzione, dovrebbe renderci più pensosi».

La redazione

130 commenti a Il dogma del peccato originale va rivisto? Ovviamente no.

  • Livio ha detto:

    Il problema è che cercando ulteriori risposte al quesito di tutti i tempi sulla presenza del male nell’uomo, Mancuso rende ancora più complicata e imbarazzante la questione.
    Il peccato originale non può certamente dare risposta soddisfacente, perchè siamo ancora troppo invischiati con la nostra carnalità che non accetta semplificazioni per il nostro stato di sofferenza e peccato. Tuttavia esso rientra nel disegno di Dio perchè tramite la resistenza al peccato entrato nel mondo, possiamo tornare a Dio.
    Esso è l’unico mezzo per fare il bene, in virtù del fatto che a seguito della caduta dell’uomo, Dio non lo ha mai lasciato solo ma gli ha concesso la libertà che ha plasmato il mondo.

  • lorenzo ha detto:

    L’Uomo può, a differenza degli animali, rendersi conto che è bene percorrere una determinata strada ma scegliere di muoversi in tutt’altra direzione: la Bibbia afferma che questo modo di agire, reso possibile dal dono della libertà, è frutto di un’iniziale scelta di vita che si trasmette di generazione in generazione come patrimonio acquisito.

    Mi piace poi pensare che, essendo Cristo stato appeso al “patibulum”, ossia al “palo per sprangare la porta”, le porte del paradiso non sono più sbarrate e, chiunque lo desideri, può entrarvi.

  • Andrea. ha detto:

    Mancuso non è neppure da bollarsi come gnostico, è uno che pretende di ridurre la Teologia alle categorie mentali di massa. Questa è pseudoteologia come le “teorie” del Cosmo al plasma, che vorrebbero spiegare l’Astrofisica senza Matematica, sono pseudoscienza. La dimensione di Mancuso e Küng è questa.

    • Giuseppe ha detto:

      Che è ‘sta roba del “Cosmo al plasma”?

    • salben ha detto:

      Voi che siete così bravi a criticare Vito Mancuso cum abbundantia cordis, qualunque cosa egli dica, siete sicuri di aver capito perfettamente il suo pensiero? Un peccato originale c’è sicuramente stato vista la condizione umana, ma la sua origine va collocata prima di Adamo ed Eva; esso coincide con l’inizio stesso – se così si può dire – della libertà. Il dogma del peccato originale non va cancellato; va,forse,diversamente formulato o adeguatamente corretto, vista la grande confusione che vi regna in proposito anche fra i sedicenti credenti. Comunque il “peccato originale” non è un argomento che può essere trattato con chiarezza e completezza con un articolo, tantomeno con un breve commento.

      • Paolo Viti ha detto:

        Non ci vuole poi molto a capire le obiezioni di Mancuso e mi sembra che l’articolo riporti le considerazioni di teologi che conoscono benissimo Mancuso e le sue sparate mediatiche.

        Non c’è nessuna confusione sul peccato originale e non è certo perché dei “sedicenti credenti” non l’hanno capito che andrebbe riformulato, probabilmente se Mancuso impiegasse l’1% del tempo per fare il suo lavoro, cioè spiegare la teologia cattolica al posto di volerla modificare per un briciolo di celebrità, questi “sedicenti credenti” sarebbero di numero ancora più inferiore.

        • salben ha detto:

          Tu naturalmente hai capito tutto e sei in grado di dare lezioni a chiunque come il dott. Satutto (Odifreddi). Io questa presunzione non ce l’ho e non mi stanco di cercare la verità e, da quanto mi pare di aver capito, non credo di poterla trovare nelle tue tasche.

          • Paolo Viti ha detto:

            Cercare la verità non è un concetto cristiano, dato che la verità è Uomo ed è lei a possederci non noi a cercarla “andando come a tentoni”, come ci insegna Papa Francesco.

            Papa Francesco non ha dubbi sul peccato originale, credo che tu ora debba andare a dirgli di essere meno presuntuoso.

      • lorenzo ha detto:

        A parte gli angeli, quale creatura poteve scegliere tra l’ascolto ed il rifiuto delle parola di Dio prima dell’Uomo?

        • mario ha detto:

          direi nessuno

          • lorenzo ha detto:

            Proprio per questo mi lascia perplesso l’affermazione di salben che scrive: “Un peccato originale c’è sicuramente stato vista la condizione umana, ma la sua origine va collocata prima di Adamo ed Eva; esso coincide con l’inizio stesso – se così si può dire – della libertà.”

  • nullapercaso ha detto:

    Anche come metafora, la storia del frutto proibito in genesi non sta in piedi, se per conoscere la differenza tra bene e male, bisognava assaggiare il frutto dell’ albero della conoscenza del bene e del male, come potevano Adamo ed Eva sapere che non obbedire fosse male ? Hanno avuto una consegna pretestuosa per poter condannarli? Il peccato originale ci è stato direttamente donato da Dio, il perché risulta veramente incomprensibile a noi piccoli esseri umani.

    • Paolo Viti ha detto:

      Anche tu commetti lo stesso errore di Luigi, commenti senza conoscere.

      Nella Genesi si legge che è Dio stesso che mette in guardia: “Di ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai certamente dovrai morire”.

      Tuttavia comprendi, certamente sei km avanti a Pavone, che cercare di spiegare i progetti di Dio con la nostra mente è impresa ardua, tuttavia pensare che Dio abbia donato un peccato all’uomo e poi ci chieda di liberarcene attraverso il battesimo è poco sostenibile.

      Il dogma del peccato originale va bene così com’è, negazioni e alternative non resistono all’esame critico.

    • salben ha detto:

      Il famoso “frutto dell’albero…” di cui si parla in Genesi inizialmente si riferiva alla possibilità di avere rapporti creativi; successivamente, per finalità moralistiche ed educative, vi furono aggiunte le parole “del bene e del male”. E’ mia convinzione che molte pagine iniziali della Bibbia(escluse quelle riguardanti la creazione)siano frutto di una rielaborazione (per i credenti, sotto ispirazione divina)di antichi miti sumerici.

      • Paolo Viti ha detto:

        Queste convinzioni personali, se hanno dei fondamenti, andrebbero condivise con la comunità accademica dei biblisti e dei teologi, altrimenti chiunque può dire quel che vuole.

        Non è con il “secondo me” che si può pensare di obiettare in modo costruttivo.

        • salben ha detto:

          Non avere come al solito tanta fretta di dire la tua: cerca di capire bene che cosa intenda dire il tuo interlocutore, e non cercare, come si suole dire, il pelo nell’uovo, ossia di interpretare le sue parole in modo da poter avere uno spunto per polemizzare e fare sfoggio delle tue capacità dialettiche.
          Puoi risparmiarti la fatica di rispondere a questo mio invito: vista la facilità con la quale viene data una interpretazione errata (forse anche per mia colpa)ad alcuni miei commenti, dedicherò il mio tempo ad attività più redditizie. Ciao.

          • Paolo Viti ha detto:

            Caro salben, ho risposto ad un tuo commento perché dovrei per questo essere colpevole di aver avuto tanta fretta?

      • Emanuele ha detto:

        …E’ convinzione di tutti che molte pagine siano rielaborazioni di miti sumerici. Ma un discorso è la forma, un altro il contenuto.

        Comunque, per parlare di aggiunte, si deve possedere un testo antico dove queste aggiunte non ci sono… ne hai traccia?

      • lorenzo ha detto:

        Cos’è la “conoscenza” biblica?

  • Luigi Pavone ha detto:

    La domanda fondamentale è questa: esiste il peccato originale? Ovviamente no. E’ una invenzione mitologica. E’ un modo metaforico o religioso di spiegare il male nel mondo. Gli uomini liberi (dalle autorità e dai dogmi) possono certamente rivedere tale rappresentazione del male, ma a me pare che Mancuso sostituisca una rappresentazione mitologica con un’altra rappresentazione altrettanto mitologica, che sposta il problema.

    • Luigi Pavone ha detto:

      … il problema è naturalmente quello della presenza del male nel mondo, che i miti non possono spiegare, ma soltanto rappresentare religiosamente. Infatti, si prenda il mito del peccato originale, esso è in grado di spiegare il male deresponsabilizzando Dio, come vorrebbe? Naturalmente no. Perché soltanto una volontà corrotta può peccare originalmente, ma a chi imputare una tale corruzione? A un altro peccato ancor più originario dell’originario?

      • lorenzo ha detto:

        Il peccato è il rifiuto di Dio.
        Può Dio rifiutare Se Stesso?

        • Luigi Pavone ha detto:

          Ma nel rifiutare Dio la volontà compie un’azione contraria alla sua stessa natura. La natura della volontà è accettare liberamente Dio. Una volontà che non accetti Dio è già corrotta, e quale sarebbe la radice di questa ulteriore corruzione? Un altro peccato originario, che sarebbe più originario di quello originario?

          • lorenzo ha detto:

            Accettare liberamente non implica forse la possibilità di non accettare?

            • Luigi Pavone ha detto:

              sì, (quasi) giusto! Direi: la MERA possibilità di non accettare. C’è differenza tra il possibile e il meramente possibile: mentre il possibile è tale da includere anche il reale, il meramente possibile esclude la realtà.

              • lorenzo ha detto:

                Se il meramente possibile esclude la realtà, la libertà meramente possibile non è una libertà reale.

                • Luigi Pavone ha detto:

                  No. Vuoi forse dire che la libertà divina non è reale? La libertà reale non è quella che implica la possibilità reale (chiamiamola così per distinguerla dalla mera possibilità) della violazione del bene, ma è quella che si conforma al bene.

                  • lorenzo ha detto:

                    Dio è libero di fare quello che vuole e, qualsiasi cosa faccia, è sempre Dio.
                    L’uomo è libero di fare quello che vuole e, pur rimanedo sempre uomo, col suo agire accetta o rifiuta Dio: accettare Dio è bene, rifiutare Dio è male.

                  • Paolo Viti ha detto:

                    Pavone, ancora una volta confondi banalmente libertà con libero arbitrio.

                    Spiego come si spiega ad una matricola di filosofia: la vera libertà equivale a soddisfazione ed implica il non dover più scegliere in quanto già si possiede quel che rende, appunto, liberi. Chi sceglie è perché non è (ancora) libero.

                    Non è possibile dialogare con chi non ha alcuna base culturale e razionale per farlo. Persistere equivale a violentare il dialogo.

                • Luigi Pavone ha detto:

                  Non è la libertà ad essere meramente possibile! E’ la violazione del bene ad essere meramente possibile all’interno, per così dire, di una volontà incorrotta.

                  • lorenzo ha detto:

                    La violazione del bene, per Dio, non è assolutamente possibile: può forse Dio violare Se Stesso.

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      Se fosse assolutamente impossibile, allora non si capirebbe più in quale senso plausibile attribuiamo a Dio la libertà. E, soprattutto, si finirebbe col negargli l’onnipotenza: Dio non può compiere il male o non vuole? Secondo me la risposta più plausibile, date certe premesse, è che non vuole, ma è chiaro che un teologo scafato direbbe che le due cose coincidono. Il punto però qui in discussione non è la libertà di Dio, ma la libertà dell’uomo e l’origine del male.

                    • lorenzo ha detto:

                      Ti sfugge un piccolo particolare: Dio è libero di fare tutto quello che vuole e, qualsiasi cosa faccia, è sempre bene perché altrimenti Dio non sarebbe più Dio.

                      L’uomo può solamente:
                      – aderire a Dio e fare il bene;
                      – non aderire a Dio e fare il male.

                    • Paolo Viti ha detto:

                      Peccato che il dogma in cui crede Pavone è che il suo concetto di “bene” e “male” corrisponda a quello di Dio.

                      Mettersi alla pari di Dio presupponendo che Lui ragioni come secondo la nostra misura (se non peggio) è la superstizione laica più accreditata, alla quale purtroppo i liberi pensatori sono dogmaticamente incatenati.

                    • lorenzo ha detto:

                      Luigi, vorrei farti un piccolo esempio:
                      tu sei Luigi Pavone e, qualsiasi cosa fai, è fatta da te;
                      io posso solamente aderire o no a quello che fai;
                      ora immagina che l’aderire a ciò che fai sia il bene ed il non aderire sia il male.

                      Nella Bibbia Dio risponde a Giobbe più o meno con queste parole: crea un universo come l’ho creato Io e poi discuteremo da pari a pari sui come e sui perché.

          • Emanuele ha detto:

            …certo che esiste un peccato precedente, quello degli angeli ribelli. Infatti, l’uomo cede al peccato perché ingannato dal serpente (satana).

          • Emanuele ha detto:

            …peraltro…

            Perché dici “Una volontà che non accetti Dio è già corrotta”, dove sta scritto?

            La corruzione avviene nel momento del rifiuto, non prima. Se infatti fosse già corrotta, la scelta non sarebbe libera e dunque non vi sarebbe peccato.

            nel rifiutare Dio la volontà compie un’azione contraria alla sua stessa natura. La natura della volontà è accettare liberamente Dio

            No, la natura della volontà prevede anche di rifiutare liberamente Dio.

            Tu infatti, nei tuoi ragionamenti, poni un limite al libero arbitrio. L’uomo è perfettamente libero di amare Dio o di rifiutarlo, non c’è predestinazione. Entrambe le opzioni possono essere scelte in piena libertà e coscienza.

            Secondo me, stai confondento la predisposizione con la predestinazione… Infatti, l’uomo è predisposto a copiere il bene (ossia possiede tutti gli strumenti per riconoscerlo e attuarlo) ma non predestinato a compiere il bene.

            Casomai, quello che resta un mistero è come mai alcuni uomini, avendo tutti gli strumenti per comprendere l’amore di Dio e per comprendere cosa comporti la privazione dell’amore di Dio, scelgano consapevolmente in piena libertà di rifiutare l’amore di Dio… Putroppo, né io né tu né nessun dottore della Chiesa o fine filosofo potrà mai sciogliere questo nodo; infatti, solo Dio può leggere nel segreto del cuore di un uomo.

    • Emanuele ha detto:

      Caro Luigi,

      certamente il racconto del paradiso terrestre è mitologico, ma ciò non toglie il suo immenso valore antropologico. Tralasciando gli aspetti teologici.

      Infatti, un giorno un ominide, molto probabilmente appartenente alla specie sapies, ha fatto qualcosa che nessun animale aveva mai fatto prima: ha compiuto un’azione malvagia, consapevole di quello che stava facendo.

      Quindi, in un certo momento, l’uomo primitivo ha sperimentato il male ed il racconto della Genesi cerca di spiegare in cosa esso consiste. Si capisce, leggendo tutto il racconto, che l’uomo vive una solitudine particolare, poiché si rende conto di non essere come gli altri animali. Il peccato d’origine consiste proprio nella definitiva separazione dal mondo animale: non fidandosi più della natura (Dio) che lo nutre, l’uomo diventa superbo. Decide lui cosa mangiare, non come gli altri animali che istintivamente si avvicinano al loro cibo.

      Tale separazione lo allontana da tutta la natura (Dio), che non sente più come madre, ma diventa quella matrigna descritta dal Leopardi.

      L’uomo in quel momento rompe il patto con la natura (Dio): la terra non produrrà più spontanemente i suoi frutti, ma dovrà essere lavorata con fatica. Tale rottura, ovviamente, non può che essere definitiva, poiché la memoria di quell’azione non si può più cancellare. Anzi il male adesso diventa seducente: se ho violato il patto una volta e sono sopravvissuto (come detto dal serpente), allora posso farlo di nuovo.

      Noi chiamiamo i primi uomini che hanno violato quel patto Adamo ed Eva, se per te fa più “scientifico” chiamarli Ötzi e Lucy, fa pure, ma non puoi negare che c’è stata una prima volta in cui l’uomo ha compiuto un’azione malvagia.

      • Antonio ha detto:

        l’uomo primitivo era gia mortale, era gia malao, non è cambiato nulla ..

        • Emanuele ha detto:

          Sì, se consideri che i nessi causa-effetto possano solo andare avanti nel tempo… Ma in una dimensione a-temporale (come quella di Dio, degli angeli e delle anime sante) il concetto di ieri e domani non ha senso…

  • Daniele ha detto:

    Vito Mancuso, oltre che (sedicente) teologo, insegna pure?
    E ha anche la pretesa di chiamare “teologia cattolica” ciò che insegna?
    Qualcuno intervenga, altrimenti si rischia che questo confonda le idee alla gente e lo faccia pergiunta da una cattedra concessagli proprio dalla Chiesa!

  • Daniele ha detto:

    Sequeri è un teologo importantissimo, forse il più grande teologo italiano (mentre il più grande teologo del mondo, ad oggi, è Ratzinger).
    Un canto liturgico apparentemente “facile”, ripeto: APPARENTEMENTE, quale Symbolum ’77 (Tu sei la mia vita…), cantato in tutte le Chiese italiane, è frutto proprio della riflessione teologica di Sequeri.
    Chissà perché Repubblica ci spaccia Mancuso come il più grande teologo di tutti i tempi e tace completamente su altri teologi, come Sequeri o Ratzinger, che sono ben più grandi di Mancuso?
    Forse perché Mancuso dice cose “accomodanti” col taglio editoriale di Repubblica (cioè con Scalfari) e gli altri teologi, invece, dicono cose più in linea con la Tradizione della Chiesa?
    Grazie a Dio Papa Francesco, scrivendo di suo pugno a Scalfari, ha voluto ribadire come stanno le cose.

    • htagliato ha detto:

      Salve Daniele, siccome canto in un coro parrocchiale, potresti approfondire, per favore, le ragioni per cui “Symbolum ’77 (Tu sei la mia vita…), cantato in tutte le Chiese italiane, è frutto proprio della riflessione teologica di Sequeri.”?
      Grazie!

  • Klaus ha detto:

    Mi sembra che i casi sono due: o l’uomo nasce già intimamente (in parte) corrotto e potenzialmente esposto a compiere il male, e questo è spiegato dal peccato originale; oppure nasce buono e il male è apportato da fattori esterni dipendenti dalla civiltà (il buon selvaggio di Rousseau). Ora, a che cosa abbia portato la seconda teoria lo dimostra orribilmente la storia del XX secolo con oltre duecento milioni di morti ammazzati nel tentativo di eliminare questi presutni fattori esterni, variamente individuati nella razza (Hitler), nella condizione di proprietà (Stalin), in una cultura deviata (Mao Zedong) o nella cultura tout-court intesa come qualsiasi condizione diversa dall’analfabetismo (Pol Pot).
    Dunque, di che parla Mancuso?

    • Giuseppe ha detto:

      Scusi, in che senso la seconda teoria avrebbe spiegato i suddetti massacri?

      • Klaus ha detto:

        La pretesa di eliminare il male dal mondo e di creare l’umanità perfetta, direttamente derivante dalla concezione di Rousseau, ha fornito il quadro teorico, o se si vuole il pretesto, per i massacri stessi, identificando le fonti del male via via nelle diverse cause additate dalle varie ideologie. La conseguenza del dogma del peccato originale è invece opposta: ciascuno deve combattere la tendenza al male che c’è in sé stesso fin dal primo momento della sua vita, anziché cercarne le cause in fattori esterni.
        Questo comunque non è un discorso sul peccato originale in sé, che non sono all’altezza di tentare non essendo un teologo né un filosofo, ma solo una constatazione, che a me sembra basata sull’evidenza.

        • Luigi Pavone ha detto:

          Klaus, la storia non si fa a colpi di teologia, e neanche a colpi di filosofia. Se vuoi conoscere la storia allora la devi studiare. Questo è molto faticoso naturalmente. C’è chi specula sul desiderio di molti di conoscere la storia evitando la fatica di studiarla, così nascono le filosofie della storia, o le ideologie della storia, le quali sono tali che l’ignoranza della storia è di gran lunga preferibile ad esse. 😉

          • Klaus ha detto:

            Quindi studiando la storia apprenderei che Hitler Stalin Mao e Pol Pot non hanno ucciso nessuno?

          • Michele Forastiere ha detto:

            “[Nel lager a] poco a poco mi si rivelò che la linea di demarcazione fra bene e male passa non fra gli stati, non fra le classi, non fra i partiti, ma attraversa il cuore di ciascun essere umano, e attraversa tutti i cuori […] Da allora ho capito la verità di tutte le religioni del mondo: esse lottano contro il male nell’uomo (in ogni uomo).” (Aleksandr Solzenicyn, “Arcipelago Gulag”, Parte Quarta, Capitolo I)

  • Alèudin ha detto:

    Mancuso non si accorge che volendo eliminare i dogmi se ne inventa di nuovi suoi, a partire dal “caos originale”.

    • Luigi Pavone ha detto:

      Esatto. I dogmi non si combattono con altri dogmi, ma con il pensiero critico.

      • Matteo ha detto:

        Pensiero critico che finora, contro i dogmi cattolici, ne è uscito scornato…

      • Eli Vance ha detto:

        Questa te la dovresti scrivere in testa :). Fino ad ora, leggo almeno tre dogmi da parte tua sui quali hai basato la totalità dei tuoi interventi in questo articolo.

        • Luigi Pavone ha detto:

          Potresti farmi l’elenco dei miei dogmi? Grazie.

          • Eli Vance ha detto:

            Per tua stessa definizione, tutte le affermazioni che non hai fatto discendere da un ragionamento critico. La prima è quella del mito con cui liquidi il discorso del peccato originale, non hai spiegato i tuoi perchè, hai semplicemente gettato li la provocazione. Le altre trovale da solo, non ti può far che bene.

            • Luigi Pavone ha detto:

              Non so a quali affermazioni tu ti riferisca. Quanto a quella secondo la quale la teoria del peccato originale è un mito, essa è una semplice constatazione, in quanto la teoria ha carattere “teoretico” (intende dire come stanno le cose), ma non è scientifica, né risolve problemi filosofici (casomai li crea), non ha fondamento né nella esperienza né nell’intelletto. E’ cioè un mito.

              • Eli Vance ha detto:

                Non necessariamente le verità devono essere producibili di informazioni materiali che la rendano riconoscibili come prova scientifica, nè tantomeno essa è vera se risolve o crea (sempre secondo te) problemi filosofici, per quanto riguarda i fondamenti dell’esperienza è un tuo dato soggettivo (dato che neghi il libero arbitrio come viene comunemente inteso). Per cui il tuo dogma resta in bell’evidenza, solo che la chiami constatazione. Sarebbe questo il pensiero critico cui facevi riferimento? Tanto per intenderci sulle definizioni.

                • Luigi Pavone ha detto:

                  C’hai l’occhi boni assai pe’ vede’ quello che nun c’è.

                  • Eli Vance ha detto:

                    Da come la vedo io piu’ che di occhi, è questione di paraocchi, che per definizione impediscono di vedere liberamente.

                  • Paolo Viti ha detto:

                    E’ interessante notare che se nessuno replica al primo intervento di Pavone (che ovviamente non merita repliche), egli allora si intrufola in ogni discorso e risponde ad ogni commento pur di avere qualcuno che lo prenda sul serio (o più volgarmente “i cinque minuti di celebrità”)

                    Quest’oggi mi è parso davvero significativo e in questo comportamento si legge e si capisce moltissimo del nostro amico.

              • Paolo Viti ha detto:

                Il peccato originale “né risolve problemi filosofici (casomai li crea), non ha fondamento né nella esperienza né nell’intelletto”.

                Peccato che nell’articolo si spieghi proprio perché il peccato originale risolva problemi filosofici (spiega perfettamente la condizione dell’uomo), ha fondamenti nell’esperienza (chiunque lo capisce, anche chi non crede) e si fonda sull’intelletto (è un approccio razionale all’uomo e alla sua situazione).

                Il dogma di Luigi è negare tutto, a prescindere. Questo dogma è la mitologia superstiziosa che impedisce ai liberi pensatori di essere pensatori liberi.

                • Giuseppe ha detto:

                  Dal mio punto di vista Il modo più corretto per non affrontare (e risolvere) il problema del male è proprio ancorarlo a presupposti metafisici o teologici…

                  • Paolo Viti ha detto:

                    Vallo a dire a Gesù Cristo, la prossima volta forse ti ascolterà e cambierà il modo di affrontare il dolore della sua passione, dando un insegnamento universale.

                    L’ateismo amplifica la sofferenza dell’uomo perché non è in grado di dare una risposta all’ingiustizia e al dolore, condannando l’uomo a patire la sfortuna di una vita disgraziata casualmente. Gesù Cristo, invece, risponde al problema del male vivendolo in prima persona e dandogli un significato ultimo, tant’è che per i cristiani la croce è una condizione per… Per l’ateo la croce è invece tutto e non c’è alcun senso per portarla se non lo sterile stoicismo.

                    • Giuseppe ha detto:

                      Ammetto che sarebbe bello potersi confrontare con Cristo, ma non credo mi sarà mai possibile. Però non liquidi così lo stoicismo, anche perché credo che proprio nello stoicismo, o meglio nella sua prassi, credenti e non credenti potrebbero trovare un modo per vivere insieme il dolore e la sofferenza che il male comporta. Non crede?

                    • Paolo Viti ha detto:

                      Non serve confrontarsi con Cristo, basta osservarlo per capire che lui stesso ha voluto ancorare il male a se stesso, dandogli un senso. Non a caso i cristiani hanno inventato gli ospedali moderni e le opere di carità a livello sistematico e San Francesco parlare di “sorella morte”, proprio in quanto possono affrontare il dolore in modo sereno, dando ad esso un senso compiuto.

                      Ritengo lo stoicismo una forma di ostinazione irrazionale che, come insegnano i suicidi di Monicelli & co., non può reggere. Il dolore e la sofferenza possono essere vissuti non come ingiusta e intollerabile sfiga soltanto alla luce di un orizzonte più ampio dell’uomo, e il cristianesimo permette proprio questo.
                      Il cammino insieme è assolutamente possibile e augurabile, a patto che ci sia l’onestà intellettuale per riconoscere che “non ci sono atei in trincea”.

          • Alèudin ha detto:

            1-il cattolicesimo è sbagliato
            2-Dio non esiste e se esiste non è quello proposto dal cattolicesimo
            3-il caso domina tutto
            4-dopo la morte il nulla o comunque no inferno o purgatorio
            5-l’universo (materia) esiste senza motivo di per sè stesso da sè stesso in eterno
            … e via ad libitum …

      • Emanuele ha detto:

        Questa tua stessa affermazione è un dogma. Puoi altrimenti dimostrarla?

        Poi, ti imformo che qualunque ragionamento logico deve partire da un assioma (o dogma che dir si voglia). Altrimenti puoi fare solo ragionamenti circolari, ma essendo tautologie non possono dimostrare nulla.

        Poi, ti informo che tutti i dogmi cattolici sono il realtà frutto di ragionamento logico, quindi in realtà sono teoremi. Sono stati fissati come dogmi poiché l’argomento era stato definitamente analizzato e eviscerato in ogni aspetto. Quindi è stato fissato il dogma per evitare ulteriori inutili speculazioni sul tema, con i rischio di alimentare vecchie eresie.

  • Licurgo ha detto:

    Ci sono, parlando da teista filosofico senza una religione e senza una cultura esegetica, dunque da ignorante in materia, alcuni punti del peccato originale che mi sembrano brillanti, altri che faccio fatica a comprendere.
    Capisco molto bene il discorso per cui l’uomo, per essere libero e dunque essere uomo, deve avere la possibilità di fare il male, altrimenti sarebbe un automa, ma mi rimane molto difficile credere che storicamente ci siano stati due singoli progenitori di tutta la specie umana che hanno compiuto un atto di superbia, perché difficilmente la specie umana deriva da una singola coppia, mentre, in quanto fatto storico e non archetipo, il peccato originale così richiede.
    Faccio anche fatica a pensare che un angelo, una forma pura, possa peccare di superbia. Il non accettare la propria condizione di ente creato e dunque la subordinazione ontologica a DIo, deriva dalla passione, la quale non può, almeno secondo me, darsi in una creatura incorporea di solo intelletto, anzi la più perfetta intelligenza creata. Questa non accettazione sarebbe un limite intellettivo troppo pacchiano per una forma pura, la quale, in quanto pura forma, non può nemmeno commettere questo errore per passione.
    Chiarisco agli amici cattolici che non voglio assolutamente iniziare una polemica, semplicemente mi piacerebbe che qualcuno più ferrato del sottoscritto su questi punti della teologia dogmatica cattolica sappia chiarire i miei dubbi, sempre in un ottica di dialogo rispettoso che spero di non aver violato mai. Se mi è capitato questa o altre volte, mi scuso in anticipo.

    • Livio ha detto:

      Ciao
      ti ricordo però che il cristiano crede nella resurrezione dei morti, e che Cristo sia il primo risorto nella storia. E che intorno all’anno 4 avanti Cristo il Logos eterno si è incarnato in un pupetto bisognoso di tutto.
      Questo è molto più incredibile del peccato originale se vogliamo dirla tutta, ma forse è dato ancora un pò troppo per scontato.

    • Luigi Pavone ha detto:

      “Capisco molto bene il discorso per cui l’uomo, per essere libero e dunque essere uomo, deve avere la possibilità di fare il male, altrimenti sarebbe un automa”

      Come chiarito sopra, la vera libertà non implica la possibilità simpliciter di compiere il male, implica invece la MERA possibilità di compiere il male. La vera libertà è quella che liberamente si conforma al bene. Se dici che la libertà per essere tale implica la possibilità simpliciter della violazione del bene, allora nessuna colpa sarebbe ascrivibile ad Adamo ed Eva, poiché essi avrebbero agito secondo la loro stessa natura. Interessanti sono le tue considerazioni sugli angeli (non che io creda agli angeli, per carità 🙂 ). Dovresti, secondo me, estendere il discorso anche all’uomo e porti questa domanda: come può una creatura di Dio compiere il male?

      • Licurgo ha detto:

        No, se non si da concreta possibilità di fare il male non si da la libertà, cioe come dice correttamente fare il bene in piena consapevolezza, in una creatura che non sia puramente spirituale e che non può che iniziare dai sensi Ed e’ vero che la libertà sta nel bene ma per fare il bene si ha bisogno di discernere male e bene, cioè il libero arbitrio, che nel mondo materiale e’ la condizione preliminare della liberta’. Ora l uomo spesso capisce di non fare il bene eppure agisce lo stesso perché le passioni sovrastano l’intelletto oppure perché l’intelletto non è’ adeguato. Una forma pura non ha di questi problemi perché incorporea e perché non ha bisogno del libero arbitrio per esercitare la libertà essendo di fronte alla contemplazione intellettuale di dio che è’ sommo bene.

      • Paolo Viti ha detto:

        Come neanche gli studenti del primo anno di filosofia, Pavone confonde il libero arbitrio con la libertà. Peccato, ancora una volta un equivoco impedisce il confronto maturo.

    • Bichara ha detto:

      Gentile licurgo , non penso che ci siano ancora tanti che credono a una “storicità” della creazione del uomo nella genesi che è simbolico (vedi la creazione di Eva dalla costola e non dalla testa o dal piede):ma il genere umano deve avere origine in un primo “esemplare” che abbia avuto quel tanto di modificazione genetica che lo ha reso Uomo e non più animale

      La questione degli angeli caduti:nessuno ha detto che gli angeli sono perfetti solo Dio dovrebbe essere Dio
      Noi non sappiamo cosa è accaduto di preciso , può darsi che sia stato un errore di “calcolo” tanto grave quanto la potenza data loro di non sbagliare e tanto è grande chi è stato bersaglio della loro insubordinazione.Nella tradizione islamica (caso raro))c’è una specifica azione di disobbidienza a Dio quando degli angeli rifiutarono di prostrarsi d’avanti al uomo appena creato perchè dissero che loro sono di natura piu nobile di Adamo giacchè sono creati dal fuoco mentre l’uomo dal fango, come giustificazione della diobbidienza a Dio.
      Con questo non pretendo essere più “ferrato” sull’argomento ma è solo per condividere le idee.

      • Licurgo ha detto:

        Ciao Bichara, nell’Islam Shaytan non è un angelo, ma un jinn, una creatura intermedia creata dal fuoco, anzichè dalla terra come l’uomo, dunque, fuor di elementi costitutivi, di una materia più leggera e più nobile). Tuttavia Dio ordina a Shaytan di prostrarsi all’uomo ma lui per superbia rifiuta e accade quel che accade. Non è un angelo proprio perchè per l’islam gli angeli sono dotati di libertà ma non hanno libero arbitrio in quanto davanti all’evidenza del Bene, cioè di Dio, non hanno la possibilità di non credere e per questo Allah ama più l’uomo dell’angelo, perchè l’uomo sceglie di credere anche se potrebbe non farlo mentre l’angelo in un certo senso non può più farlo. Di qui la frase per cui davanti a Muhammad, per l’islam il migliore uomo della creazione, gli angeli si inchinano, frase che non attribuisce in alcun modo a Muhammad stesso un rango superiore a quello umano.

        Sugli angeli: hai ragione, ho usato il termine ‘perfetto’ con leggerezza, essendo perfetto solo ciò che non dipende da altro per essere, ovvero Dio. Intendevo semplicemente che è il massimo grado intellettivo creato, di qui mi sembra difficile uno sbaglio intellettivo tanto quanto una situazione passionale parlando di enti incorporei.
        La mia debolezza potrebbe consistere nell’attribuire la genesi delle passioni esclusivamente ai sensi e alla corporeità, mentre potrebbe darsi un uso passionale, dunque errato, dell’intelletto anche se la cosa non mi torna granchè.
        Sul peccato originale: non so bene cosa dica la teoria evolutiva, ma difficilmente il salto genetico per diventare Uomo poteva succedere in una sola coppia, altrimenti ci sarebbe stata l’estinzione immediata.

        • Licurgo ha detto:

          P.S.

          Alla storicità della creazione no, ma alla storicità di Adamo ed Eva e al peccato originale in quanto storico -anche se non si tratta di non mangiare il frutto, ma di un atto di ribellione morale che non si conosce bene nel suo darsi- e non archetipo e dunque legato alla natura umana, come spiega motlo bene l’articolo che stiamo commentando.

        • Licurgo ha detto:

          ‘Non può non farlo’, no ‘non può più farlo’.

          • Bichara ha detto:

            Mi fa molto piacere che conosci l’Islam meglio di me che sono di madre lingua araba: hai ragione , il Satana islamico e jinn. T i A m m i r o.

            Mi hai fatto fare un balzo ai tempi della scuola dai salesiani a Nazareth.Tanti degli insegnanti erano italiani , uno in particolare era il preside Don Hanna.Come tutti i stranieri la pronuncia di certe lettere in arabo sono impossibili, specialmente le lettere glutturali…per non farla lunga per me ragazzino il fatto che non pronuncia bene equivaleva a non conoscere bene la lingua.
            Quella mattina era l’esame scritto in letteratura araba e chi ci guardava era appunto Don Hanna.Ero in vena e volevo metterlo in imbarazzo (trattandosi della lingua che lui non conosce bene):gli ho rivolto una domanda sul significato di certi termini di un verso preislamico.Con la mia estrema meraviglia mi ha risposto e alla grande.Era laureato in lingua e letteratura araba all’università americana a Beirut
            E tu Licurgo mi hai fatto lo stesso effetto , mi hai stupito
            Perdona la mia indiscrezione , non ti definisce cattolico , di che religione sei?

            • Licurgo ha detto:

              Caro amico, io credo in un intelligenza trascendente, perfetta e assoluta che ha creato il mondo (dunque credo in Dio in un certo modo come lo pensano ebrei, cristiani e musulmani e la filosofia aristotelica in certa parte anche se questa, erroneamente, a differenza delle religioni di cui detto non pensa ad un atto creativo ma alla trasmissione del moto da parte del motore immobile), credo nei principi di materia e forma e credo anche che, come dice Tommaso a differenza di Aristotele, l’anima razionale sia qualcosa si più di un principio che informa e organizza la materia (il corpo) ma sia un principio tendenzialmente spirituale.
              Non vengo ora ad argomentare i perchè, in quanto diventerebbe una sorta di pergamena e peraltro esiste già la Scolastica che ha già fatto tutto il lavoro!
              Ti anche dico che le motivazioni dell’atto creativo, alcuni attributi del dio abramitico, e i dogmi delle principali religioni che da esso derivano (ebraismo, cristianesimo, islam) -che reputo peraltro le più vicine al monoteismo strettamente filosofico- mi rimangono razionalmente difficili da credere, per motivi che non vado ad esporre per non farla lunga, per non andare fuori tema e anche perchè di mio non sono un polemista e non penso serva a nessuno iniziare un confronto su temi da ‘giganti’ del pensiero quali nessuno di noi e tantopiù in uno spazio come il net che ha altre modalità comunicative.
              Dunque, non ho una religione, anche se molti attributi del dio cristiano e molti punti della teologia morale cristiana mi sembrano assolutamente condivisibili.
              Conosco un po’ l’islam perchè, nella mia ormai abbastanza lunga vita, mi è capitato di conoscere alcuni musulmani molto ferrati sulla loro religione coi quali mi è capitato di confrontarmi, anche se non conosco l’arabo ma per fortuna loro conoscevano l’inglese.

              • Bichara ha detto:

                Grazie
                Ho dubbi che Allah sia il Dio di Abramo , Isacco e Giacobbe , basta vedere certi attributi di Allah nei cosiddetti bei nomi di Allah
                http://www.sufi.it/islam/99nomi.asp
                Il sesto Al-mu’min (il credente !!!) e non il fedele come tradotta furbescamente
                il 77° Al-Muta’âliy (il superbo) e non “Colui che é cosciente di essere l’Altissimo”

                Scommetto che questi musulmani che hai conosciuto hanno fatto pressione per “convertirti alla vera religione”

                • Licurgo ha detto:

                  Devo dire non più di tanto. Uno in particolare mi ha detto che alla fine se non mi converto vado all’inferno, ma, se ci vado, così deve essere perchè è Allah che predetermina il nostro destino (come ben sai, il destino è un caposaldo dell’islam ed è una delle cose che lo differenzia molto dal cristianesimo). Ciò non toglie che a suo dire fosse suo dovere provare a mettermi al corrente della loro religione, ‘quella vera’, così come, pur essendo io predeterminato, non posso non agire come se fossi libero e che dunque quello del libero arbitrioe della libertà erano pseudoproblemi. Io non mi sono trovato d’accordo, nel senso che sapere se la nostra libertà è solo illusoria o invece reale è fondamentale per il modo mentale con cui ci si approccia alla vita e alle scelte, ma poi ci siamo su questo un poco incagliati.
                  Ma, devo dire, ho sempre avuto rapporti cordiali e mai metodi invasivi tipo quelli dei Testimoni di Geova.

                  • Bichara ha detto:

                    Cioè Dio (Allah) che è santissimo e quindi giusto , mi obbliga a fare il male e poi mi punisce come se fossi io e non lui il risponsabile.
                    Incoerenze del genere , ci sono e sono tanti nell’Islam

                    La Trinità islamica è
                    1- stravolgere l’immagine di Dio.
                    2- fare i comodi e soddisfare i desideri e giustificare Mohammad
                    3- mettere zizzania tra i “figli di Adamo”

                    Oramai la fuga dall’islam è chiarissima a causa delle informazioni da internet e tv satellitari…non so quanto sopravviverà ancora ma è destinato , spero , a sparire appena i miliardi di petroldollari non garantiscano piu la terapia intensiva al quale è soggetto ora.
                    Lo ammette persino Al jazeera
                    http://www.youtube.com/watch?v=Z5pa9Jidi4g
                    Poco tempo fa la bambina di una copia di musulmani amici ha detto di sua zia maledetta he è diventata cristiana con l’evidente imbarazzo dei ferventi amici.

                    • Licurgo ha detto:

                      Caro amico, hai notato una contraddizione che sentivo anche io: se io faccio il male (che sostanzialmente nell’islam equivale a non scegliere l’islam) perchè sono predeterminato non ha nè senso nè giustizia che poi vada all’inferno.
                      La scappatoia è che un’anima creata per l’inferno non si troverebbe in nessuna altra dimensione, così come il topo non si trova bene che nel suo buco, in quanto quella è la sua destinazione strutturale.
                      Discorso secondo me capzioso, in quanto il topo non concepisce altro che il suo pertugio, qualsiasi anima concepisce la beatitudine e non solo la dannazione.

    • Emanuele ha detto:

      Caro Licurgo,

      ho letto con molto piacere i tuoi interventi. Provo a risponderti, conscio che le domande che poni sono tutt’altro che banali.

      1. Il peccato dei progenitori. Quello che è chiaro (mi pare che anche tu condivida) è che ad un certo punto un uomo ha fatto qualcosa che gli animali non possono fare: compiere un’azione malvagia, consapevole di quello che stava compiendo. Questa azione, appunto, è un atto di sfiducia verso Dio. Infatti, benché Dio abbia creato l’uomo “appena al di sotto degli angeli” e abbia messo tutto il creato e gli angeli a suo servizio, egli non si è fidato ed ha rotto il patto con Dio (un po’ sopra ho cercato di spiegare meglio il concetto).

      Quindi una prima volta, un primo peccato ci deve essere stato. La propagazione del peccato, a mio avviso, non va intesa solo per successione genealogica, ma come conseguenza causa-effetto che si estende a tutto l’universo. Infatti, leggiamo dalla Genesi che prima del peccato tutto il creato era incorrotto, mentre dopo, come ci insegna San Paolo, tutto l’universo geme per colpa del peccato.

      In realtà, anche il concetto di prima e dopo non va inteso temporalmente, ma casualmente. Infatti, Dio è al di fuori del tempo: “un giorno come mille anni, mille anni come un giorno” dice San Pietro. Anche gli angeli ed i santi essendo in Dio, vivono fuori dalla dimensione temporale. Possiamo dire che Dio vive un’eterno presente, avendo piena e perfetta conoscenza di tutte le cose passate e future.

      Quindi, gli effetti del peccato si sono propagati sia in avanti sia indietro nel tempo (tempo che appunto esiste solo nella dimensione materiale), in un solo istante nell’ottica di Dio. Le conseguenze del peccato si sono immediatamente propagate in tutto il creato.

      La colpa, invece, si è propagata su tutti gli uomini. Questo è dovuto al secondo evento cosmico: l’incarnazione e resurrezione di Cristo. Ossia il momento in cui l’eterno presente di Dio entra nella storia. Sempre San Paolo ci spiega come noi siamo uniti carnalmente in Cristo per la resurrezione. Ma se siamo uniti tutti assieme nella resurrezione, allora lo siamo anche nel peccato (Paolo cita infatti la colpa di Adamo). Cristo morendo ha distrutto la colpa e la conseguenza del peccato. Per noi, tale sconfitta, è solo a livello spirituale: per sconfiggerlo completamente dobbiamo liberarci dal corpo corrotto per riaverne uno puro. Ossia dobbiamo morire. Sempre San Paolo ci spiega come la carne sia corrotta, anche se lo spirito è risanato. Lo stesso Gesù nel Getsemani dice agli apostoli: “lo spirito è pronto, ma la carne e debole”.

      Quindi, riassumento per sommi capi: l’unione al corpo di Cristo ci rende partecipi della resurrezione (sconfitta definitiva del peccato), ma ci rende uniti anche ad Adamo e dunque alle colpe e conseguenze del suo peccato. Per sconfiggere definitativamente il peccato dobbiamo morire, per cedere quel corpo materiale viziato e acquistarne uno nuovo in Cristo.

      2. La caduta degli angeli. Resta certamente un mistero come ciò sia avvenuto. Ma come Dio ha creato l’uomo libero, ha anche creato gli angeli liberi. Alcuni di essi in piena avvertenza hanno rifiutato l’amore di Dio perfettamente consapevoli della loro azione. Il fatto che essi avessero un’intelligenza perfetta non influenza la loro capacità di scelta; anzi, la loro fu proprio una scelta libera poiché avevano la perfetta conoscenza delle conseguenze.

      Il loro rifiuto inoltre è definitivo. Infatti, anche essi vivono fuori dal tempo essendo puri spiriti. Per tale motivo, a differenza degli uomini che vivono nel tempo, essi non possono più pentirsi né redimersi. Lo stesso vale per l’uomo al momento della morte: liberato dal corpo materiale esso esce dalla sfera del tempo e diventa puro spirito, in attesa del corpo rigenerato.

      • Licurgo ha detto:

        Ciao Emanuele.
        Leggevo anche sopra le tue considerazioni sul peccato originale e devo dire che le trovo molto interessanti.

        Sugli angeli mi convinci abbastanza: la superbia, o l’ arroganza intellettuale, può essere non soltanto errore dovuto alle passioni ma anche alla sopravvalutazione della propria intelligenza, tuttavia, da intellettualista, credo che sopravvalutare la propria intelligenza sia un segno… di limite dell’intelligenza, ovvero si ha un’intelligenza non abbastanza sviluppata da comprendere il proprio limite, mentre un’intelligenza creata di altissimo livello non dovrebbe prendere una cantonata del genere.
        Ma, mi dirai giustamente, tra comprendere ed accettare la situazione c’è una grossa differenza, e qua diventa molto difficile capire se quel non accettare derivi dalle passioni o meno, ma comunque mi rendo conto che legare semplicemente l’errore alle passioni è limitante, visto che l’intelligenza ha sempre una certa sofferenza quando si sente limitata, anche quando non lo è per atto di coercizione esterna ma per limite intrinseco dell’intelligenza stessa.

        Sull’Uomo: un’azione cattiva, dici, deve esserci stata.
        Ma, attenzione, se Adamo ed Eva non erano gli unici progenitori, si darebbe che i doni preternaturali fossero comuni a tanti uomini, con la conseguenza che se nessun uomo, obbedendo a Dio, moriva, non potevano nascere più di tanti nuovi uomini, cosa difficilmente accettabile razionalmente viste le complicazioni logiche che produce (due piccoli esempi: difficile pensare ad enti naturali in un mondo naturale che seguano leggi di natura differenti; numero finitissimo di nascite e impossibilità, per ragioni di sovrappopolazione, di estendere il quid pluris dell’esistenza a molti altri su lunghi tempi). Per il resto ovvio, una volta che il Male entra nel mondo umano non può tornare indietro visto che le conseguenze entrano nelle leggi di natura. Il problema rimane nel pensare che il male sia entrato con l’atto storico di due singole persone.
        Verissimo, per il resto, che Dio è fuori dallo spaziotempo, ma, come il centro della circonferenza, capisce benissimo cosa siano spazio e tempo (anche perchè, viceversa, sarebbe limitato sulla sua propria creazione che è una contraddizione), dunque quando guarda al mondo umano capisce benissimo che le azioni avvengono nel tempo e nello spazio, dunque sia il peccato originale che l’incarnazione, in quanto atto di essere, sono atemporali, ma, in quanto a concreta esistenza fenomenologica, si danno in un tempo e in un luogo precisi che Dio non può non conoscere benissimo, anche meglio di noi visto che, avendoli fatti, Dio comprende molto meglio di noi spazio e tempo pur non essendovi subordinato, o meglio proprio perchè non vi è subordinato.
        Capisco benissimo il discorso che tutto doveva andare così per sconfiggere, tramite il Cristo, il peccato definitivamente, tuttavia occhio a non cadere nella predeterminazione (che è una delle differenze su cui si gioca il confronto tra islam e cristianesimo in favore del cristianesimo per me che reputo contraddittoria la predestinazione con la libertà), visto che tutto ciò che accade, accade attraverso il libero arbitrio. Dio sapeva a monte come sarebbe andata ma non poteva comunque mandare gli eventi come voleva, perchè avrebbe violato la libertà di scegliere dell’Uomo e dunque avrebbe deresponsabilizzato le azioni con la conseguenza che Adamo ed Eva non sarebbero responsabili, in quanto predeterminati, delle loro azioni e, contraddicendo il punto di partenza, non avrebbero meritato di subire il Male.

        • lorenzo ha detto:

          Vorrei farti osservare che la colpa dell’Uomo è stata quella di voler diventare come Dio senza seguire le indicazioni di Dio.
          Il riscatto dell’Uomo, in Cristo, è reso possibile dalla cieca fiducia nel Padre.

          • Licurgo ha detto:

            Ciao Lorenzo, senza ombra di dubbio il concetto di peccato originale è strettamente legato con la redenzione di Cristo, anzi sono due argomenti talmente legati che capisco benissimo l’importanza in senso cristiano del peccato originale. Tuttavia, per quanto le conseguenze del peccato originale siano coerentissime con l’incarnazione ed il sacrificio, i suoi prodromi continuano a restarmi oscuri.

            Emanuele.
            Spero di essermi spiegato bene sul tempo: per quanto Dio conosce tutto prima, se l’ingresso del Male non riguarda un singolo momento preciso (che Dio conosce fuori dal tempo ma che si sviluppa nel tempo), ne deriverebbe che Dio, conoscendo a priori tutto e dunque anche ciò che Adamo ed Eva avrebbero fatto, avrebbe inserito il Male dall’inizio dell’Uomo, e dunque prima della concreta disobbedienza, contraddicendo così l’affermazione per cui il peccato originale ha una dimensione storica e non archetipa.
            Un po’ come l’incarnazione per come il cristianesimo la inyende: essa è presente nella mente di Dio sin da fuori dal tempo, ma come concreto atto storico avviene in Gesù 2000 anni fa in Palestina. Altrimenti, se anche in questo caso Dio avesse agito fuori dal tempo, non vi sarebbe alcuna incarnazione storica ma solo archetipa, contraddicendo tutto il cristianesimo.

            • Licurgo ha detto:

              Più che Dio avrebbe inserito il male, che è antropomorfismo (Dio non fa il male, che è frutto dell’imperfezione della creatura), volevo dire che per l’ingresso del Male non vi sarebbe stato alcun atto storico ma solo archetipo.

            • lorenzo ha detto:

              Recita la Bibbia:
              – E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza… (Gen 1.26)
              – Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». (Gen 3.4-5)
              – Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!». (Gen 3.22)

              Dio creo l’uomo per farlo diventare una creatura in grado di stare con Lui faccia a faccia.
              Il serpente, per dimostrare l’inadeguatezza umana, convinse l’uomo, riuscendovi, a non rispettare quanto stabilito da Dio.
              Venne in tal modo introdotta una perturbazione, non priva di conseguenze, a quanto stabilito da Dio.

              • Licurgo ha detto:

                Questo può riguardare il fatto che dio, conoscendo fuori dal tempo le conseguenze delle nostre azioni, ha già un piano fuori dal tempo e dallo spazio e riesce volgere al bene anche le azioni malvage, tuttavia rimane il problema della diffusione del male anche nel passato, secondo quel che dicevamo con Emanuele.
                Sul piano divino di cui parli capisco ed è discorso sensato, ma è altro problema, a mio modesto parere, rispetto a quello che ci stiamo ponendo, nel senso che le tue questioni riguardano la vita intima di dio, quella ad intra, l’altro invece ad extra, ovvero delle conseguenze dirette delle azioni umane.
                Mi scuso se scrivo dio con la minuscola, anche se parliamo non di un dio generico ma del dio personale monoteista, tuttavia sto scrivendo da un dispositivo mobile non mio dotato di dizionario automatico e non so correggerlo.

                • Emanuele ha detto:

                  caro Licurgo,

                  provo a rispondere qui a tutto.

                  1. Certamente Dio comprende il tempo avendolo creato. Nella sua infinita bontà ha creato un universo in divenire, affinche la creazione non fosse un quadro statico, per quanto bello, ma un divenire di eventi sempre nuovi… Un po’ come la differenza tra la foto di un fuoco d’artificio e uno spettacolo pirotecnico dal vivo.

                  2. Dio ovviamente entra prepotentemente nella storia. A partire dalla creazione, attraverso la storia di Israele, passando per l’incarnazione di Cristo, fino alla parusia finale.

                  3. Il peccato originale deve essere, secondo me, storicamente avvenuto in un dato momento storico a noi ignoto. La propagazione a tutto il genere umano ho cercato di spiegarla con l’unione carnale al corpo di Cristo.

                  4. Tutta la natura soffre per il peccato. Infatti, l’universo è stato creato a servizio dell’uomo, in vista di Cristo. All’uomo spetta la cura del creato che solo a lui appartiene come dono di Dio. L’uomo peccando perde la capacità di curarsi della netuara in modo retto. Tutta la natura si guasta, non solo quella presente, ma anche la passata e la futura, perché tutto l’intero creato appartiene all’uomo.

                  5. Per gli angeli, non credo che fu un problema di intelligenza limitata, ma di volontà. Dio volle rendere partecipi gli angeli del suo programma di creazione, uomo compreso. Non lo impose come arbitrio, ma chiese il loro consenso, come a noi non impone la salvezza, ma chiede il nostro consenso. Alcuni angeli, per motivi a noi inesplicabili, negarono il loro consenso….

                  • Licurgo ha detto:

                    Caro Emanuele, io contesto che gli effetti della frattura incidano sul passato. Un conto e dire che il sacrificio di cristo salvi anche i giusti perché il giudizio divino riguarda la sua attività ad intra, la sua vita intima e dunque sta fuori dal tempo, e allo stesso modo comprendo che per il corpo mistico le buone azioni dei santi migliorino la vita ultraterrena di tutti i defunti, presenti e passati dunque anche nostre quando moriremo. Ma le conseguenze di una azione umana storica non possono che essere storiche e dunque mai retroattive, appunto perché porrebbe una serie di assurdi storici in quanto non appartenenti alla intimità divina.
                    Mi scuso di nuovo per refusi e minuscole per gli stessi motivi.

                    • Emanuele ha detto:

                      capisco la perplessità…

                      Io considero lo spazio-tempo come un unicum, infatti il tempo è legato alla materia. Quindi, il guasto prodotto dal peccato si riverbera su tutto l’universo, tempo compreso, essendo questo stato affidato tutto intero all’uomo.

                      Che poi le nostre azioni si ripercuotano nel passato è di fatto verità di fede, quando diciamo che Cristo ha sofferto per i nostri peccati. Quindi Gesù ha sofferto una volta per tutte nel tempo storico, anche per tutti i peccati futuri.

                      Io immagino la propagazione del male nel passato in questo modo. Immagina di gettare un sasso in un fiume che scorre lento. Le onde si propagano sia verso valle, sia verso monte, risalendo la corrente. Non è l’acqua o il sasso che tornano indietro, ma solo l’informazione dell’evento, tramite le onde.

                      Così l’informazione dell’evento del peccato originale può avere influenzato ciò che è stato prima. Non si tratta di un viaggio nel tempo, ma di una riorganizzazione istanranea di tutti gli eventi passati e futuri… Un po’ come se durante una partita a scacchi, tutti i pezzi fossero riorganizzati in modo diverso: non si tratta di modificare quella partita, ma di iniziarne da metà una nuova.

                    • Licurgo ha detto:

                      Caro Emanuele, non insisto oltre anche se un punto mi sento di dirlo. Cristo soffre per i peccatori presenti, passati e futuri perchè in quel caso siamo sempre nella vita ad intra di Dio, fuori dallo spaziotempo, visto che ci troviamo di fronte all’atto del peccato, della frattura dell’armonia tra Uomo e Dio (e dunque anche tra uomo e uomo, come spiega bene il vangelo).
                      Sul resto, io faccio fatica a capire un’immediata riorganizzazione che non stravolga il passato ma lo riorganizzi a partire da quell’istante in tutte le dimensioni temporali perchè razionalmente mi pare che sia intrinsecamente inconcepibile -dunque fuori dall’onnipotenza, che vuol dire poter fare tutto ciò è possibile e non ciò che è intrinsecamente impossibile…con la sua onnipotenza verso l’essere la scolastica ha insegnato molto- fare questo senza stravolgere il passato.
                      Tuttavia comprendo che può essere un mio limite, dovuto anche alla scarsa dimestichezza biblica, e così ti ringrazio tanto perchè, comunque, coi tuoi ottimi interventi mi hai chiarito molti dubbi e risolto alcune questioni (sugli angeli e la volontà ci sto riflettendo con calma, e se capiterà magari ne riparleremo), anche se quest’ultima spiegazione mi lascia tuttora perplesso.
                      Ma, appunto, si tratta di una perplessità su cui non credo serva insistere.
                      Ancora grazie, amico.

                • lorenzo ha detto:

                  Dio conosce fuori del tempo le conseguenze delle nostre azioni perché per Dio tutto lo scorrere del tempo e come un eterno presente.
                  Dio volge al bene anche le azioni malvagie solo se guardiamo dal punto di vista umano; prova ad immaginarti immerso in una giornata di sole: se tieni aperti gli occhi e vedi la luce o se chiudi gli occhi e vedi il buio non rimani forse sempre in pieno sole?

                  • Licurgo ha detto:

                    Le volge al bene in quanto non abbandona il progetto di salvezza dell’uomo nonostante i suoi peccati e le sue malefatte. Bada che sto dicendo proprio quel che dice in gran parte la teologia cattolica.

                    • lorenzo ha detto:

                      Dio è il tutto assoluto.
                      Dio è il bene assoluto.
                      Può esistere il male all’interno del bene?
                      Il male è esperienza esclusivamente umana quando, pur restando in Dio, rifiuta il Suo Amore.

  • Enrico da Bergamo ha detto:

    il centro del cristianesimo consiste in un tale legame tra Dio Padre e l’umanità da rendere insostenibile l’idea che gli uomini siano peccatori agli occhi di Dio per il fatto stesso di essere uomini, idea che considero un’offesa alla creazione e alla paternità divina».

    Quindi io domani porto la mia donna ad abortire poi mentre lei è in ospedale mi distraggo con due trans.Vado poi a prendere la mioa donna in ospedale e andiamo ad una conferenza della Lallia dire che abortite è come togliere un dente sono o no peccatore agli occhi di Dio?

  • Vasilla ha detto:

    Il peccato orignale non ha nessun senso visto che ogni forma di vita e l’universo stesso miliardi di anni anni prima che la scimmia esistesse era già governato da queste stessi leggi: la vita, la morte, la malattia, ecc..

    poi è apparso la scimmia che si è evoluta fino alla specie sapiens ma non è cambiato nulla.. quindi questo peccato originale cos’e’, chi l’avrebbe commesso, quando e dove?

    Inventiamo qualcosa di sana pianta per renderlo plausibile?

    ovviamente a cascata perdono di senso il battesimo, la verginità della Madonna, ecc..

    • lorenzo ha detto:

      Quidi l’uomo e la scimmia “ragionano” allo stesso modo?

    • Diego ha detto:

      A me qua invece sembra che sia la tua risposta a non avere nessun senso!
      Parli di leggi…ma queste leggi sono nate forse dal caos???
      E poi infine ti senti davvero solo una scimmia un pò più evoluta??
      Delle volte faccio davvero fatica leggere a quello che scrive la gente!!

      • Vasilla ha detto:

        @Lorenzo
        di quale uomo parli? Neanderthal? Cromagnon? l’homo habilis? o il Sapiens?
        quelli prima erano solo scimmie come dite voi o erano gia uomini ovvero avevano già l’anima (perhce le scimmie non ce l’hanno giusto) e q?

        ma non avete contestato nel merito, non avete dato nessuna risposta sul peccato orginale..

        il mondo era gia cosi DECINE DI MILIARDI di anni PRIMA che no nsolo la scimmia, ma qualquer forma di vita apparisse sulla terra..

        quindi? cosa avrebbe causato il peccato orginale che no c’era gia prima?

        soprattutto CHI lo ha commesso.. quando , dove…

        scendete nel _merito__ della questione, perchè poi a cascata cade tutto, come ho gia scritto prima..

        parliamo solo di mitologia che a mio modesto parere (gusti personali s’intende) non ha neanche lo spessore culturale di quella greca..

        • Paolo Viti ha detto:

          Esiste necessariamente un punto nella storia dell’evoluzione umana che viene chiamato salto ontologico, tra la coscienza e l’incoscienza. Esattamente come esiste quel che si differenzia dalla non vita alla vita…in quel momento accade qualcosa, che può benissimo corrispondere all’infusione dell’anima.

          Il peccato originale definisce chiaramente la condizione umana e (solo per questo) non è affatto mitologico, anche se non siamo in grado di entrare nel contesto storico e spazio-temporale possiamo capire quanto sia attuale e necessariamente avvenuto: l’uomo aspira ad altro rispetto a sé ma è impedito a raggiungere quest’altro.

          Soltanto chi riflette sull’uomo capisce la teologia, chi ha un approccio superficiale (come Pavone e anche tu) rimarrà sempre sulla soglia, passando la vita a cercare di “far cadere a cascata” tutto quello che non capisce.

          • Bichara ha detto:

            Tanto vero che si parla di primo big bang dal quale nasce la materia , e un secondo nel salto dalla materia ianimata a vita e una terza da incosciente a incosciente.

          • Giuseppe ha detto:

            io eviterei di ricorrere a salti ontologici di cui tra l’altro non c’è bisogno. L’uomo non è in discontinuità con la natura, ma ne è parte integrante. Quando si mischia teologia e scienza iniziano a venir fuori delle mostruosità filosofiche…

            • Paolo Viti ha detto:

              Non c’è bisogno in un’ottica, largamente superata, di positivismo scientista. Se vogliamo approcciarci all’uomo in modo non ideologico è ormai evidente anche ai più feroci riduzionisti che si tratta di un qualcosa di discontinuo rispetto a tutta la natura, non a caso è l’unico che può permettersi di riconoscerlo.

              Il salto ontologico è una necessità, non è un cappello filosofico.

              Tuttavia capisco che in una concezione atea cercare di denigrare l’uomo (per giustificare l’inesistenza di Dio) è l’unica via di fuga possibile. Questo è proprio il confondere l’a-teologia con la scienza.

        • lorenzo ha detto:

          Se ti pigliassi la briga studiare la Bibbia, sapresti che:
          – Ādam, in ebraico אָדָם, significa umanità, essere umano, fatto di terra rossa;
          – Hawwah, in ebraico חַוָּה, può essere reso con essere vivente, che dà vita, madre dei viventi.
          Ti sfido ora a dimostrarmi che non c’è mai stato un primo essere vivente che può essere chiamato uomo ed un primo essere vivente che ha partorito un altro uomo: alle scienze paleontologiche stabilire il quando.

          Riguardo invece al come ed al dove il peccato originale sia avvenuto, dovrei prima stabilire a quale specie botanica appartiene l’albero della conoscenza del bene e del male: potresti aiutarmi?

        • Meister Eckhart ha detto:

          Piano con i miliardi!
          Se per mondo intendi l’universo “visibile”, la sua età (intendendo dal Big Bang a oggi) è compresa tra i 13 e i 14 miliardi di anni (non decine). Mentre il nostro sistema solare si è formato all’incirca 4,5 miliardi di anni orsono.
          Inoltre, per dire, 10 miliardi di anni fa l’universo non aveva proprio per niente lo stesso aspetto che ha oggi.
          Solo per la precisione cosmologica. 🙂

  • Diego ha detto:

    Vasilla per provare a farti allargare un pò le tue vedute ti consiglio di andare qui:
    http://digilander.libero.it/nonsoloperfede/
    e leggerti tutti i punti sia sopra che sotto…
    Concludo dicendoti che se tu vuoi dichiararti figlio del Caos fai pure… io sono fiero ed orgoglioso di sentirmi figlio di Dio!

  • Mandi ha detto:

    Mi diverte sempre molto osservare i laicotti del web che cercano di scardinare la secolare teologia cattolica 😀

    Forza ragazzi…picchiate duro, occhio però a non prendervi sul serio, altrimenti poi come potete scrivere sui poster di “vivere felici senza Dio”??

  • luca ha detto:

    Esagerate con queste aggressioni e insulti a Mancuso. E’ un cattolico che propone punti di vista diversi dai vostri. Provate a confutarli, ma non capisco tutte queste bassezze e questa violenza verbale… forse il termine giusto è “odio”.

    • Paolo Viti ha detto:

      Caro Luca, perdonami ma non vedo alcun insulto o aggressione. Leggo invece soltanto confutazioni e risposte alle sue teorie…puoi aiutarmi a trovare gli insulti di cui parli?

      Odio è una parola usata a sproposito e non corrisponde ai sentimenti di nessuno, forse è quello che provi tu nei nostri confronti?

      Per essere cattolici (come per essere vegetariani o felici) non basta dire di esserlo, ma anche comportarsi come tali. Mancuso non dimostra di essere cattolico e i suoi pensieri sono vicini al protestantesimo e allo gnosticismo.

    • lorenzo ha detto:

      Per l’esattezza: Mancuso è un cristiano che propone punti di vista diversi dai cattolici.

    • salben ha detto:

      Anch’io sono di questa opinione. La ricerca della verità esige coraggio e forse alcuni temono, a livello inconscio, che alcune sue affermazioni e taluni dubbi da lui apertamente manifestati possano in qualche modo incrinare le loro certezze.Il sentimento con il quale insistentemente viene criticato e, oserei dire, demonizzato, non sarà proprio “odio”(che in chi si dichiara cattolico non dovrebbe esistere), ma non andiamo molto lontano. Certamente alcune o, se preferite, molte sue teorie non sono condivisibili, ma definirlo un ateo alla pari con un P.Odifreddi, un C.Augias (come ha già fatto qualcuno)od un qualunque associato all’UAAR mi sembra un tantino esagerato.

      • lorenzo ha detto:

        Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! (Mt 18.7)

      • Panthom ha detto:

        Caro salben, non capisco perché critici chi critica Mancuso. Forse temi a livello inconscio, che alcune nostre affermazioni e taluni dubbi da noi apertamente manifestati possano in qualche modo incrinare le tue certezze?

        • salben ha detto:

          Critico chi critica aspramente Mancuso perché non ritengo giuste molte critiche che gli vengono fatte. Comunque il mio discorso su tale persona termina qui. Parliamo lingue completamente diverse. All’inizio questo sito mi piaceva; ora non più.

          • Panthom ha detto:

            Io critico le aspre critiche di Mancuso perché non ritengo giuste molte critiche che fa. Dunque?

            Parliamo lingue diverse perché c’è chi vuole parlare la lingua di Mancuso rifiutando di conseguenza la lingua di Francesco. Mancuso non è cattolico, i suoi epigoni ne prendano coscienza.

  • Livio ha detto:

    peccato che il cristiano non si arrampichi sul nulla, ma è presente e facente parte della più antica istituzione presente nel mondo che è la Chiesa. il resto è crollato miseramente alle prime crepe.

  • salben ha detto:

    Posso essere d’accordo con molti sul fatto che Vito Mancuso non abbia idee chiare sul “peccato originale”, ma leggendo i vari commenti rilasciati ho la sensazione che non sia il solo.

    • Paolo Viti ha detto:

      Molti dei commentatori (me compreso) non sono teologi e non insegnano teologia, come invece pretende fare Vito Mancuso. Forse questa differenza va tenuta molto in considerazione.

      In ogni caso, è bene entrare nel merito lasciando perdere le accuse di confusione che non sono affatto costruttive.

  • Orobio ha detto:

    ma che cazzo ne sapete di peccato originale MERDE ANDATE A LAVORARE

  • EquesFidus ha detto:

    Vito Mancuso è un eresiarca. L’ho detto e lo ribadisco: è un eresiarca e uno gnostico, e chiunque riprende le sue parole deve essere trattato di conseguenza, a tal punto che mi stupisco (ma neppure tanto, quando ci sono personaggi parimenti eretici che insozzano cariche ben più elevate delle sue) come mai nessuno lo abbia ancora scomunicato e rimosso dalla sua cattedra. O meglio, lo so perché: perché la Chiesa è scaduta in un buonismo esagerato e nauseabondo, che tollera “teologi” come Kung e Mancuso invece di allontanarli e di dar loro la giusta mercede per i loro venefici servigi. Perché questo dovrebbe accadere: più o meno gentilmente ma che sia quantomeno rimosso dai suoi incarichi e (se non si vuole far spiccare la scomunica per conclamata eresia, così politicamente scorretta; ma da quando la Chiesa ha cominciato a rendere conto al mondo?!) subisca una reprimenda ufficiale. Sono consapevole che le mie parole paiono troppo rudi, ma sussitono fatti impossibili da negare, come la negazione di dogmi (quindi, eresia): costui nega infatti l’onnipotenza di Dio ed il peccato originale, nonhcé nega la perpetua verginità della Madonna. Non solo, costui, compagno di merenda ed alleato dell’anticlericale (e filo-massone) Augias, fa propri anche concetti della teologia gnostica proponendoli per nuovo. Carissimo Mancuso, ex sacerdote che ha dimesso l’abito un anno dopo aver preso i voti, Lei crede di essere l’avanguardia teologica, a seguir Kung e quegli altri della Nouvelle Théologie e ad arruffianarsi anticristiani, non è altro che un Matusalemme teologico, ancorato ad una teologia che pretende di essere nuova ma che è vecchia come il cucco, essendo stata contestata e confutata da un certo Sant’Ireneo di Lione nel II secolo d.C. . Se non fosse per le anime che vengono traviate dai Suoi libri, sarebbe quasi imbarazzante.