Il fisico Meissner: «le leggi universali sono un indizio di Dio»
- Ultimissime
- 02 Nov 2013
Tutti sanno quanto il celebre fisico Albert Einstein fosse affascinato dalle leggi universali e dall’ordine del cosmo, tanto che in tutto questo scorgeva l’opera di uno “Spirito infinitamente superiore”, come amava dire lui. «In considerazione di tale armonia nel cosmo», aggiungeva, «che io, con la mia mente umana limitata sono in grado di riconoscere, ci sono ancora persone che dicono che Dio non esiste. Ma ciò che veramente mi fa più arrabbiare è che mi citano a sostegno di tali opinioni».
La posizione di Einstein è riflessa certamente nelle parole di Krzysztof Meissner, docente di fisica teorica all’Università di Varsavia e uno dei massimi studiosi di fisica delle particelle in Europa. Meissner ha lavorato nei più importanti centri di ricerca al mondo e attualmente sta lavorando ad una versione “allargata” della teoria standard dell’universo, alla ricerca di una seconda «particella di Dio», dopo il Bosone di Higgs. In questi giorni ha partecipato al “Cortile del dialogo” a Varsavia, organizzato dall’arcidiocesi con il patrocinio del Pontificio Consiglio della cultura.
In una recente intervista, alla domanda sulla differenza tra uno scienziato ateo e uno credente, il cattolico Meissner non ha risposto denigrando chi non crede, come invece ci hanno abituato i militanti miscredenti che si occupano di scienza come Dawkins o Odifreddi. Ha semplicemente spiegato che di differenze, «nel modo di fare ricerca, nessuna. Entrambi usano gli stessi mezzi, usano la stessa matematica. La differenza è nell’approccio al risultato finale. Le leggi che governano l’universo si rivelano sempre semplici, eleganti, con un che di perfetto nella loro essenza. Se uno non crede in Dio constata questa perfezione e si ferma lì. Se uno è credente non può non vedervi un riflesso della perfezione di Dio. Quello che cambia è insomma il significato attribuito alle scoperte, l’ottica con cui le possiamo guardare e apprezzare».
A 52 anni, dopo una vita spesa per la fisica Meissner è ancora affascinato dalle leggi universali, «leggi che sono appunto semplici, eleganti, perfette, a cui rispondono tutte le cose. Un universo sorto dal caso dovrebbe essere caotico. Se ci fossero delle leggi non potrebbero essere universali nel tempo e nello spazio. Potrebbe esserci una certa misura di correlazione fra la cose, non di più. La presenza di leggi universali, che è la condizione di possibilità della ricerca scientifica, leggi che non cambiano dal lunedì al mercoledì, è qualcosa di stupefacente, che non smette di sorprendermi dopo tanti anni. La considero più che un indizio, direi quasi una prova della presenza di una realtà trascendente, del fatto che c’è qualcosa di più grande del mondo in cui viviamo. Cosa sia questa trascendenza, se sia un Dio personale o una divinità panteistica, è un quesito per rispondere al quale abbiamo bisogno della fede. Ma, ripeto, che ci sia una dimensione che trascende il nostro mondo, per me come scienziato è evidente».
Bisogna però stare attenti, avverte, a non «tirare in ballo l’intervento divino per colmare le lacune della nostra conoscenza. Ma una cosa va detta. Fino alla fine del XIX secolo è stata dominante una visione della scienza, originatasi anche per influsso della Rivoluzione francese, fortemente deterministica […]. Un determinismo che riguardava anche l’uomo. Ogni fenomeno era ritenuto spiegabile e prevedibile. La fisica quantistica ha spezzato le catene di questo determinismo duro e semplicistico e ha reso il mondo più interessante. Si può dire che abbia anche ricreato le condizioni per riflettere sull’altro grande mistero che, secondo me, spinge a considerare l’esistenza di una realtà trascendente e che sfugge al determinismo, il libero arbitrio dell’uomo».
Un’altra avvertenza di cui occorre fare tesoro per noi credenti è l’approccio al Big Bang che non va confuso con la Genesi di cui parla la Bibbia: «Prima di tutto perché non sappiamo se il Big Bang sia realmente esistito, o meglio: i nostri strumenti di fisica teorica ci permettono di capire l’universo solo fino a un certo punto di densità, oltre al quale non possono esserci più di aiuto. Può esserci stato un punto zero, un inizio di tutto, ma non possiamo escludere, andando a ritroso, di entrare in una sorta di tempo negativo, oltre il punto zero. Ho sempre considerato quindi azzardato mettere in parallelo il Big Bang e la Genesi. Anche i credenti non dovrebbero mai dimenticare che la Bibbia è una verità rivelata sulla relazione tra l’uomo e Dio, non su quella tra l’uomo e la realtà materiale».
Queste riflessioni di Meissner sono state inserite nella pagina, presente su questo sito web, che raccoglie le più interessanti citazioni sul rapporto tra scienza e fede dei più importanti scienziati moderni e non.
La redazione
56 commenti a Il fisico Meissner: «le leggi universali sono un indizio di Dio»
Un universo sorto dal caso dovrebbe essere caotico.
Cos’è il caso ? Cosa si intende per caso ?
E perché dovrebbe essere caotico ?
Prendi un mazzo di carte, ordinale tutte per seme e per numero (tutti i cuori da uno a dieci, tutti i quadri da uno a dieci e così via).
Dopodicchè scaraventale tutte quante per aria. raccattale ad occhi chiusi e ricomponi il mazzo.
Ora prova a vedere se l’ ordine primitivo è stato ripristinato…
Se, come suppongo, non è così, questo di dovrebbe chiarire il perchè un sistema sorto dal caso è caotico e in un sistema caotico non è possibile nemmeno la formazione della materia inerte ( che per esistere ha bisogno di ferree leggi chimiche e fisiche)e tantomeno può nascere ed avolversi la vita e tantomeno ancora può sorgere la vita intelligente.
Può essere nato un nuovo ordine ? Diverso da come lo immaginiamo ?
No, è nato un moto caotico,e la risultante di tutte le forze in un moto caotico è uguale a zero.
Immagina di avere un grosso masso da spostare da A a B e di avere a disposizione cento cavalli da tiro.Cosa fai?
Usando la tua intelligenza (le leggi della fisica) attaccherai i cavalli in una determinata maniera e li farai lavorare tutti insieme e tirare tutti nella stessa direzione.
Se ivece lasci fare ai cavalli (cioè al caso)uno tirerà di quì e uno tirerà di là( assenza di leggi, quindi massimo disordine) e più cavalli ci metti e più il sasso non si sposta perchè le forze che agiscono sul sasso si annullerebbero l’ una con l’ altra. Chiaro il concetto?
Grazie degli esempi , ora ho capito 😀 !
Scusa un’altra domanda ,OT, per essere credenti cattolici bisogna essere creazionisti o evoluzionisti ?
Perchè uno piùttosto che l’altra ? E perchè ,magari,tutte e due ?
Se non mi vuole rispondere può postarmi un articolo che ne parla ?
Grazie , scusate per l’OT …
Un cristiano puo’ essere evoluzionista (come Amber) o non essere evoluzionista (come Dembski), ma deve credere in un Creatore.
Grazie ancora ,anche a Panthom più giu .
Da quando vi seguo ho riscoperto una certa fede in Dio e forse anche in Cristo .
Quoto il sig. Masiero.
Però essere sia creazionista (dove per “creazionista” intendo colui che interpreta in modo non allegorico Genesi 1) che “evoluzionista” mi sembra difficile.
I creazionisti biologici sono al di fuori del mondo scientifico e fortunatamente sono pochissimi tra i cattolici.
I creazionisti filosofici (cioè i credenti) sono tantissimi evoluzionisti e darwinisti, e ovviamente lo sono tutti i cattolici.
Theodosius Dobzhansky, ,il biologo coautore della revisione moderna del darwinismo ha detto: “E’ sbagliato ritenere creazione ed evoluzione come alternative che si escludono a vicenda. Io sono un creazionista e un evoluzionista. Evoluzione è il modo con cui Dio o la Natura creano”.
Certo, Panthom, ma non penso che i creazionisti filosofici di cui parli credono che Dio abbia creato tutto in 7 giorni. Io parlavo proprio di questi e l’ho scritto nella parentesi.
Si ma per evitare di interpretare la genesi in modo allegorico basta semplicemente leggerla: soprassediamo sul serpentone parlante ( hanno le corde vocali i serpenti?), ma Caino e Abele, di grazia, come si riproducevano?
Comunque per ora non conosco nessuno che sia creazionista (nel senso manichino di fango che diventa Adamo), se mai ne conoscerò uno gli chiederò cose a riguardo…
Sì ma non vedo cosa c’entri. Non ho dato a nessuno del creazionista qua dentro, né ho detto che la fede cristiana in un Dio creatore è incompatibile con l’evoluzione. Quindi non capisco il perché di tutte queste precisazioni.
Ho solo affermato che l’evoluzione è incompatibile con la creazione in 7 giorni dal nulla (ovvero creazione non da specie o cose precedenti), rispondendo alla domanda di Zuckenberg.
Non sono d’accordo, Zagredeb. Ci sono cosi’ tante interpretazioni diverse dell’evoluzionismo, anche solo del sottoinsieme darwiniano, che tra esse trova posto anche chi da’ un’interpretazione letterale della Genesi. Per es., S. Basilio e’ il primo “evoluzionista”.
Non conosco il pensiero di San Basilio ma mi informerò. Grazie per avermelo segnalato.
Di preciso cosa intende quando dice che tra le interpretazioni dell’evoluzione c’è chi trova posto per un’interpretazione letterale della Genesi? Si riferisce a quegli autori che ammettono l’evoluzione, ma che pensano che l’uomo sia stato creato dal nulla (ovvero: non da specie precedenti)? Oppure ai sostenitori del Disegno Intelligente?
Grazie.
Non sono affatto d’accordo, basta vedere l’esempio degli automi cellulari…
Ammetto la mia ignoranza, non sono un fisico,faccio l’ operaio, se vuoi avere la cortesia di illuminarmi sulla questione te ne sarò grato.
L’articolo su Wikipedia, seppur non esaustivo, fornisce una descrizione abbastanza efficace di cosa siano gli automi cellulari, i quali mostrano come sia possibile avere diversi ordini di complessità e organizzazione a partire da condizioni iniziali randomiche…
Specifico: condizioni iniziali randomiche ma inserite in un costesto già regolato da leggi.
Bene, ho letto l’ articolo e, per quel che ne ho potuto capire ,il giochetto americano sulla carta funziona. Va però fatto osservare che, e qui casca l’ asino (con tanto di automa cellulare in groppa)la cosa non funziona dove dovrebbe funzionare, cioè nei laboratori.Ad ora infatti, per quel che ne so, in nessun laboratorio, nonostante tutti gli sforzi si è riusciti a creare la vita, nemmeno nella sua forma più semplice.
giochetto americano?
Un automa cellulare però si sviluppa sulla base di leggi già esistenti.
Cito da wikipedia:
“Gli automi cellulari sono adatti a rappresentare e simulare l’evoluzione globale di fenomeni che dipendono solo da leggi locali”
Cioè senza una legge di base che può esser la combinazione tra molecole non può esserci un automa.
e quindi?
e quindi un automa non dimostra affatto a mio avviso che dal caso e dal caos possano nascere leggi specifiche, altrimenti avremmo già risolto il mistero della vita con un semplice modello matematico. Le strisce delle zebre sono un esempio di automa cellulare naturale ma, come detto, fanno parte di un sistema che è GIA’ regolato da leggi.
ancora con ‘sto caso! Il caso, nell’accezione volgare del termine, non esiste!
appunto, quindi l’esempio dell’automa non è adatto a confutare nulla. E’ un po’ come il giochetto delle tre carte dei titoli da marketing dei libri sull’universo nato “dal nulla”. Poi si va a vedere nello specifico e si scopre che in realtà con nulla si intende un qualcosa pieno di regole e costanti matematiche. E si ritorna al punto di partenza come il gatto che si morde la coda.
universo dal nulla? Ma di che sta parlando? Cosa c’entra col caso? Ma vogliamo studiarcele un po’ di fisica e matematica?
Ma prego, facci sapere come l’universo è venuto fuori senza bisogno
di un Creatore, milioni di atei da bar port darebbero un braccio
per poterlo fare.
Avanti, cosa dimostrerebbero secondo te gli automi cellulari?
Come si “organizzerebbero” secondo te questi automi?
Secondo te una sequenza di nascite e morte sono “organizzazione”?
Secondo te, il “cannone ad alianti” spara veramente?
Secondo te, se in una fila di persone le prime persone avanti muoiono, e magari dietro nascono (non si sa come) altre persone, la fila si e’ “mossa”?
Sto aspettando ancora, dopo miliardi di miliardi di miliardi di computazioni, la “civiltà degli automi cellulari”.
Giuseppe, ma che risposte sono? Mattia sta esponendo il suo pensiero e tu lo tratti da studentello sciocco?
In realtà sono completamente d’accordo con Mattia e probabilmente è d’accordo anche lei, anche se non può ammetterlo. L’analogia tra il caso che porta inevitabilmente al caos e l’esempio degli automi cellulari è sbagliata in quanto le condizioni iniziali randomiche del primo non sono equivalenti al secondo.
Nel primo caso si è in completa assenza di leggi (esse stesse prodotte dal caso), nel secondo le condizioni iniziali sono determinate da leggi pre-esistenti.
Giuseppe non sarò un esperto di ste cose ma lo conosco .
Un automa deve avere delle regole ben precise per esistere ,una logica appunto . Ma queste regole possono venire dal caso ? No , perchè il caso non ha logica , il caso crea disordine appunto . Quindi visto che questo disordine non può formare regole logiche che determino la vita di questo automa (che appunto è automatico quindi fatto partire da regole prefissate) , gli esempi fatti da gladio sono impeccabili . Anzi devo proprio ringraziarti perchè mi hai fatto ricordare (visto che il nostro universo potrebbe essere un automa cellulare) un altra prova dell’esistenza di una mente che abbia fornite le regole necessarie alla formazione della vita , un automa cellulare appunto . Come un orologio che viene costruito e caricato , e mi sembra che proprio Newton matematico e fisico, cristiano ,riteneva Dio proprio un’orologiaio .
Ma che cosa vuol dire che le regole vengono dal caso? Cosa c’entra il disordine col caso? Stiamo parlando a vanvera, punto.
Allora Giuppetto, perché non ci illumini? Invece di dire in continuazione che usiamo la parola “caso” a vanvera, perché non ci dici qual’è l’origine dell’ordine, delle leggi, della loro intelligibilità?
Facile dire “non è” “non è” “non è”, perché invece non spieghi da dove viene tutta questa logica nell’Universo? Hai mai seguito un corso di epistemiologia o hai preso la laurea alla scuola serale? Non è scontato che noi si possa trasformare in equazioni quello che ci accade intorno… Anzi…
Non si preoccupi, le equazioni le uso per lavoro, mentre non sono altrettanto sicuro della sua formazione matematica. Il caso è una cosa, e come insegnava Laplace rispecchia l’ignoranza rispetto alle condizioni iniziali, quindi è un problema sostanzialmente epistemologico, il disordine è tutt’altra cosa, e mischiare i due concetti arbitrariamente non porta da nessuna parte, e invece qui non si fa altro che mischiare le carte per avvalorare tesi metafisiche facendo letteralmente prostituire la scienza, che si occupa di tutt’altro. L’esempio degli automi cellulari dimostra “semplicemente” come si possano avere livelli crescenti di complessità e organizzazione a partire da un set di leggi applicate alle condizioni iniziali. Ripeto, il caso NON esiste, mentre il disordine ha a che fare con la quantità di informazione del sistema. Esiste tutto un ramo della fisica che parte dalla termodinamica e la meccanica statistica e si occupa di questi argomenti.
benissimo, quindi la sua affermazione iniziale in risposta al sig. Gladio, non è valida per confutare proprio niente dato che (parole sue):
“si possano avere livelli crescenti di complessità e organizzazione a partire da un set di leggi applicate alle condizioni iniziali”
quindi abbiamo GIA’ delle condizioni iniziali ed un set di leggi.
Mi scusi, io allora non la seguo più: il suo problema è capire perché esistano proprie quelle condizioni iniziale, o se è possibile che da condizioni iniziali improntate all’omogeneità vengano fuori strutture complesse?
Ma non sono proprio per niente importanti le condizioni iniziali, ma le leggi che regolamentano l’evoluzione nel tempo del sistema.
Non ha risposto alle mie domande. Lei dice
E noi le condizioni iniziali le conosciamo sempre? Le conosciamo sempre tutte? A tutte le scale?
In secondo luogo dire che “mischiamo le carte” è formalmente errato. Se io prendo le molecole di un gas anche se fisso temperatura, pressione e volume, esse compiranno traiettorie prevedibili solo perché conosciamo a menadito le leggi che regolano l’interazione intermolecola?
La risposta è “NO”. Poiché non conosciamo posizione e velocità iniziali di ciascuna molecola (e già cominciamo ad essere nella scala in cui non la si può conoscere senza perturbare il sistema, e ciò potrebbe voler dire che potremmo non saperlo mai).
Ma scendiamo ancora più in profondità: lei conosce senza dubbio la legge di Coulomb. Mi sa dire perché il denominatore è al quadrato e non elevato ad una potenza reale qualsiasi… chessò 1,819? Secondo lei è scontato che esista la legge di Coulomb? E se le cariche si fossero attratte e/o respinte in modo non prevedibile da alcuna legge?
Poi dice:
Il problema di questo esempio è che necessita di un certo numero non trascurabile di premesse. Premesse che l’ho già invitata a meditare con le mie domande precedenti (compreso il commento precedente) alle quali lei non ha voluto dare risposta, immagino perché la sua concezione della realtà ne verrebbe scalfita.
Il resto del suo commento è fuffa ideologica che trasuda positivismo da tutte le parti e lo testimoniano frasi come “il caso non esiste è solo ignoranza delle informazioni”.
P.S. Io non le ho detto che non conosce o non usa le equazioni. Forse ha imparato a leggere alla scuola serale. Rilegga bene ciò che le ho detto, perché non ha risposto a una domanda una che le ho posto.
Non è che non ho riposto alle domande, è che non le ho dato le risposte che più le fanno comodo, ma quello è un problema di ordine diverso. Io ancora non ho capito cosa intendete voi quando parlate di caso. Poi sorvoliamo sul mio presunto positivismo, trattasi di una sciocchezza…
Bugiardo.
Avanti, la smetta di gettare fumo negli occhi! Io le ho posto delle domande ben precise e lei si è limitato ad enunciare slogan positivisti, da qui la mia ipotesi sulla sua ideologizzazione. (se avesse risposto almeno a quella certa domanda “scaccia-positivismo” avrebbe fugato ogni dubbio ma il suo tacere depone a suo sfavore). Prendo atto che ha paura di farsi certe domande… Per cortesia però non pretenda che gli altri non se le pongano e non faccia proselitismo qui allora.
Cosa intendiamo per caso? Le ha già risposto Paolo Viti ma, come purtroppo abbiamo constatato più sopra, lei non recepisce quel che legge.
Concordo perfettamente con Mattia e Nonsense. Se esiste già un set di leggi applicate alle condizioni iniziale è evidente che l’analogia con la nascita dell’universo non può esistere.
Mi stupisce anche che lei non abbia mai criticato Dawkins o Odifreddi per il loro far prostituire la scienza per teorie a loro favorevole, evidentemente anche in questo caso due pesi e due misure.
Se il caso non esiste, cosa esiste? L’opposto di caso nel dizionario italiano è premeditazione, progetto, intendimento, intento, intenzione, proposito, scelta, volontà. Se il caso non esiste allora esiste il suo opposto.
Lei mi deve spiegare innanzitutto cosa si intende per “caso”, perché sinceramente a me sembra che si faccia un uso piuttosto disinvolto di questa parola…
Ma allora non sa proprio leggere!
Bravo, “qui non si fa altro che mischiare le carte per avvalorare
tesi metafisiche facendo letteralmente prostituire la scienza”:
sei grande!
Nel senso che riveli un talento da imbonitore di fiera davvero
notevole.
Che tu non sappia, poi, minimamente rispondere a quesiti ed
affermazioni correttamente formulate, è un altro discorso,
off course.
Senta, lasci perdere e torni alle sue faccende…
Ma guarda che non ti devi vergognare di non saper rispondere
a come sia venuto in essere l’universo; in compenso, come detto,
hai altri talenti.
Hai solo sbagliato blog.
Leggi applicate da chi ? Da che cosa ?
Condizioni iniziali che quindi devono aver avuto un inizio o anche queste sono sempre esistite ?
Ah e non c’è bisogno di rispondere con questa presunzione come se tu avessi gia capito tutto di ogni cosa caro saggio .
Sinceramente io cerco di rispondere nell’ambito del mio campo di competenza. Ho fatto notare più di una volta che la parola “caso” non ha senso in Fisica, almeno non nel modo in cui viene utilizzata in questa sede, ma il messaggio continua a non passare. Anche l’aggettivo caotico viene utilizzato in maniera impropria. Non so per lei, ma per me caotico vuol dire non lineare, e tra l’altro i sistemi complessi emergono proprio in corrispondenza di interazioni non lineari, e quindi caotiche, mentre probabilmente l’autore a cui fa riferimento l’articolo parla di un non ben definito caos metafisico dal quale non potrebbe emergere un universo ordinato. Per me il fisico in questione ha mischiato, magari inconsapevolmente (poi bisognerebbe leggere l’intervista originale ovviamente) i significati metafisici, e fisico matematici, di medesime parole. Qui, caro Giacomot, nessuno vuole stare a sindacare sulla legittimità del credo religioso altrui, anche perché io stesso nutro una visone del cosmo che potrei definire panteista (non mi vengono altri termini in mente). Quello che io contesto è l’uso metafisico dei concetti scientifici, così come non mi sognerei mai, ad esempio, di utilizzare l’evoluzionismo darwiniano in chiave sociale o la relatività in chiave di relativismo etico. Poi mi riesce difficile capire la suscettibilità di personaggi come Nonsense, che mi accusa si essere un positivista (quando per me il positivismo è un atteggiamento infantile ormai scartato dalla storia) o di Andrea g, che ogni volta mi imputa la convinzione di una nascita dal nulla, o dal caso, dell’universo. Concludo dicendo che per me si tende spesso a confondere il modo scientifico per cui esiste l’universo col suo perché metafisico. La scienza si occupa di dare una descrizione dell’evoluzione dell’universo alla luce delle leggi di natura note (poi cosa siano davvero queste leggi magari possiamo discuterne) e non di giustificarne l’esistenza stessa. Il perché metafisico dell’esistenza dell’universo non lo so io, non lo sa lei, non lo sa andrea g, non lo sa il Papa, così come non lo conosce nessun altro, e di certo è un mistero alla quale la scienza non può, e non vuole, dare una risposta. Spero che almeno su questo punto si sia d’accordo.
Purtroppo lei ragiona come se la scienza fosse un box stagno dal quale nulla può uscire o entrare. Noi non applichiamo i teoremi a cose che non li riguardano, come pensa lei. Piuttosto, cerchiamo di confutare alcune implicazioni che la gente attribuisce a cose come il darwinismo. Perché esistono nell’Universo cose che non sono giustificabili se non con l’esistenza di un “ordinatore razionale”, cose che sono talmente improbabili che richiederebbero un tempo superiore alla durata stessa dell’universo per verificarsi. E intanto esistono lo stesso.
La scienza non ha il compito di dire il “perché” delle cose, tuttavia chi si occupa di scienza non deve oltrepassare il limite e asserire, facendosi scudo di cose come gli “automi cellulari”, la non esistenza di una razionalità non spiegabile con la semplice applicazione delle leggi alla natura. A quel punto il passo è breve per giustificare l’aggressione verbale e/o ideologica verso i credenti.
Scienza e religione sono una sola cosa.Per un popolo primitivo storie primitive.Unendo le due cose si trova la chiave del sapere rinchiusa in essa.
Scienza e religione non sono affatto una cosa sola! Sono campi dell’attività umana che perseguono scopi diversi con metodi diversi.
«Scienza e fede amo dire che sono due occhi: posso vedere con l’occhio della scienza e posso vedere con l’occhio della religione. E guardando con due occhi insieme posso vedere più lontano e più in profondità di quanto possa fare l’uno o l’altro di essi da solo.»
(J.C. Polkinghorne, La fecondità del mondo, al margine del caos, Ilsussidiario.net, 23/08/11)
«Scienza e religione sono due finestre in cui la gente guarda attraverso, cercando di capire il grande universo esterno, cercando di capire perché siamo qui. Le due finestre danno diversi punti di vista, entrambe le viste sono unilaterali, nessuna è completa. Entrambe lasciano fuori le caratteristiche essenziali del mondo reale. Ed entrambi sono degni di rispetto […].»
(F.J. Dyson, “Progress in religion“, Templeton Prize 22/03/2000)
«Dio è Verità. Non vi è alcuna incompatibilità tra scienza e religione. Entrambi stanno cercando la stessa verità. Le osservazioni e gli esperimenti della scienza sono così meravigliose che la verità che esse stabiliscono può sicuramente essere accettata come un’altra manifestazione di Dio. Dio si mostra, consentendo all’uomo di stabilire la verità»
(citato in H. Margenau & R. A. Varghese, Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science,
God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens, 4th ed. Chicago and La Salle, Illinois:
Open Court Publishing Company, 1997, pag. 144).
In pratica la scienza studia le ”orme” del Creatore e la religione studia il significato di quelle ”orme” . Tutte e due studiano la stessa cosa :il Creatore . Non a caso i primi scienziati sono stati i profeti .
Senta, posso trovarle duecento citazioni di scienziati autorevoli che dicono esattamente il contrario. Poi dire che i primi scienziati erano profeti… ma dove l’ha letta ‘sta cosa?
Ma non è affatto una gara e il fatto che lei la percepisca in questo modo significa a mio avviso che nel suo animo esiste quella tendenza alla prostituzione della scienza per sostenere la sua visione esistenziale.
Io certamente ho una mia personale metafisica, che è influenzata dalla mia formazione scientifica, ma non uso quest’ultima per giustificarla. La differenza è sottile la sostanziale.
* ma sostanziale.