Il Papa scrive, i media manipolano e Scalfari non capisce

Lettera FrancescoCome abbiamo riportato recentemente, Papa Francesco ha risposto con una lettera a “Repubblica” ad alcune domande di Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano e uno dei rappresentanti più mediatici dell’anticlericalismo.

Purtroppo, ancora una volta i contenuti della lettera sono stati male interpretati dai media. E’ stato fatto notare da alcuni siti web (anche qui) rispetto ai quotidiani inglesi, come l’Independent, che hanno titolato così: «Papa Francesco assicura gli atei: non dovete credere in Dio per andare in paradiso». Sul “Telegraph” l’ottimo Tim Stanley ha spiegato: «Papa Francesco non ha mai pensato che tutti gli atei vanno in Paradiso. I media proprio non lo capiscono».

In Italia la stessa “Repubblica” (edizione cartacea) ha invece deciso di titolare così: “La verità non è mai assoluta”. Un elogio al relativismo che però non è mai stato fatto da Francesco, il quale ha invece scritto altro: «io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità “assoluta”, nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. La verità, secondo la fede cristiana, è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione! Tant’è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sé: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive, ecc. Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro. Ma significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita. Non ha detto forse Gesù stesso: “Io sono la via, la verità, la vita”?». La verità c’è, esiste e si può conoscere tramite una relazione, non è affatto soggettiva.

Lo stesso Francesco, infatti, ha scritto in un’altra occasione: «La povertà spirituale dei nostri giorni riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la “dittatura del relativismo”, che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini». Tuttavia, come la frase “chi sono io per giudicare un omosessuale” è divenuta per i media un inno di Francesco alla cultura LGBT, ora la frase “la verità non è mai assoluta” sarà l’inno al relativismo. Scalfari infatti ne ha subito approfittato e durante la puntata di Otto e Mezzo dell’11 settembre, parlando della lettera del Papa ha detto: «Il Papa dice: la verità non è assoluta, è una verità di relazione, ciò vuol dire che i cattolici giudicano dal loro punto di vista… papa Francesco accetta che la verità anche per i credenti è sempre un verità in relazione al loro giudizio; per i non credenti la verità è la propria coscienza e quindi l’autonomia. Il suo predecessore disse che il relativismo è il nemico principale della fede, lui (Francesco) non dice questo, dice il contrario». E ancora: «Gli ho anche detto che quando la nostra specie finirà non ci sarà più nessuno che potrà pensare a Dio e quindi Dio sarà morto. Lui mi ha risposto dicendo… che quando la nostra specie finirà a quel punto la luce di Dio entrerà tutta in tutti, il che vuol dire che Dio non diventa più trascendente ma immanente. Vuol dire che Dio si identifica con le anime. E questa è l’immanenza, non è più la trascendenza». Non volendo dubitare della buona fede di Scalfari dobbiamo dunque concludere che tale manipolazione sia causata da scarsa capacità di comprensione, forse anche dovuta all’età avanzata.

Lasciando perdere l’89enne fondatore di “Repubblica”, interessante invece quel che scrive Eugenio Mazzarella, docente di Filosofia teoretica nell’Università Federico II di Napoli, secondo cui «il dialogo su Repubblica tra Scalfari e Francesco manda in soffitta, si spera, quell’autentica superstizione intellettuale della modernità che è stata la funesta contrapposizione tra ragione e fede». Mazzarella sottolinea anche che «l’intento del Vaticano II è stato raggiunto: riaprire un dialogo senza preconcetti tra la Chiesa e la cultura d’ispirazione cristiana, da una parte, e la cultura moderna d’impronta illuminista dall’altra; per incidens ricordando che la cultura moderna illuminista, anche nel suo negazionismo della ragionevolezza, quanto meno, della fede, si muove in un paesaggio “liberale” il cui fondale è stato preparato dalla separazione, nell’insegnamento di Gesù di Nazareth, tra ciò che si deve a Dio e ciò che si deve a Cesare: il fondamento ab intra, nell’esperienza religiosa, istituente la laicità dello spazio pubblico».

Un altro filosofo, Benedetto Ippolito, docente di Storia della Filosofia all’Università degli Studi Roma Tre, ha invece criticato i falchi del “Fatto Quotidiano”, in particolare il solito Marco Politi, che si sono avventati sulla lettera del Pontefice per portare acqua al loro mulino. Politi parla della Chiesa come “struttura di potere” e Ippolito risponde: «un pensatore certo non facilmente tacciabile di sinistrismo, anche se molto amato dai comunisti, come Carl Schmitt diceva giustamente che la peculiarità della Chiesa romana è che ha un’autorità assoluta, appunto perché non ha bisogno del potere. In “Chiesa cattolica e forma politica”, il giurista tedesco aggiunge che ciò la separa dalle istituzioni moderne. In effetti, sebbene la ricchezza e la gestione delle pecuniae non manchi, la forza della Chiesa è il messaggio cristiano, ossia il rappresentare la voce di Cristo nella storia. La Chiesa, e il papa ad personam, “rappresenta” Dio. Ciò basta a darle autorità, senza bisogno di persuadere mediante la ricchezza. E’ forse perché ciò talvolta è avvenuto, anche di recente, tra alcuni prelati, che Bergoglio sta, giustamente, sostenendo la povertà in spirito, che significa esattamente non rinuncia ma affermazione dell’autorità spirituale sopra i mezzi materiali a disposizione».

Ippolito ha infine criticato i titoli del “Fatto” sulla “fede laica” di Francesco: «La fede cristiana, al contrario delle tante credenze laiciste, non da ultimo quella che fino a ieri portava tanti giornalisti di sinistra a credere nello splendore dei Soviet, è un credere in Dio. Cioè è un aprire la propria mente, il proprio cuore, la propria libertà all’amore eterno di un Salvatore divino e umano. In questo senso solo la fede cristiana è laica, perché libera di aderire al soprannaturale come apertura a una dimensione di razionalità superiore. Nessun’altra fede è laica ma dogmatica, come si capisce dalle tante superstizioni che hanno gli illuministi e i laicisti di maniera. Il Papa non laicizza la fede, riscopre, anzi, il suo valore di luce che spalanca l’anima alla verità. Ci viene di chiedere a tanti validi commentatori se hanno la laicità sufficiente per capire quello che avviene Oltretevere».

Anche Francesco Botturi, docente di Filosofia morale all’Università Cattolica, è intervenuto spiegando la differenza di concezione della coscienza tra Francesco e Scalfari. «coscienza non significa “parere”, ciò che appare o si permette di apparire o ciò di cui ci si autoconvince per qualche motivo, bensì capacità di valutare in concreto, che esige la responsabilità morale di indagine sui fattori in gioco, di consiglio presso altri soggetti morali, di discernimento delle alternative secondo criteri accreditati dal punto di vista delle verità morale. La soggettività della coscienza, cioè, non è la porta d’entrata del soggettivismo morale, ma esercizio critico di libertà che tiene in massimo e accurato conto la realtà in gioco». Si tratta come dice il papa di «“decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male”, una volta che di tutto ciò si risponde responsabilmente, allora il soggetto agente non solo può attenersi alla sua coscienza, ma lo deve; lo deve alla suprema dignità della sua libertà, che è dono di Dio a cui corrispondere». Per questo, spiega Botturi «la risposta di Scalfari risulta una forzatura».

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

57 commenti a Il Papa scrive, i media manipolano e Scalfari non capisce

« nascondi i commenti

  1. andrea g ha detto

    Non c’è dubbio che Gesù, il Maestro divino, ci insegni a dialogare
    sempre e comunque; quando Gli pongono questioni anche assurde, con
    la malafede (ad esempio: “questa donna ha avuto 7 mariti, di chi sarà
    dunque nell’aldilà?”), Egli ignora la perfidia e scende al loro livello,
    ma senza fare sconti alla Verità:
    “Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né
    marito, ma saranno come angeli nei cieli”…Voi siete in grande errore!”
    (Marco XII,25.27).

  2. lorenzo ha detto

    … e Scalfari, come molti cattolici, non capiscono.

    • Dario ha detto in risposta a lorenzo

      Vero, purtroppo. Questa lettera, insieme all’intervista su Civiltà cattolica, vengono visti su alcuni siti cattolici vicini all’area tradizionale (non nel senso di tradizionalisti fanatici, ma amanti della Tradizione che hanno, per esempio, gioito quando Benedetto XVI ha liberalizzato la messa in latino, per intenderci) come stravolgimenti della dottrina, buonismo a buon mercato e dolciastro, rinnegamento dei predecessori sul piano dei valori non negoziabili(oh, cosa ha scatenato l’ammonimento del papa a non insistere solo sui temi etici) e al massimo gli concendono di essere un ingenuotto che non si accorge di come i media laicisti lo influenzano.
      Povero Francesco, più parla in termini comprensibili a tutti, più lo fraintendono.

      • Paolo Viti ha detto in risposta a Dario

        Queste persone sono come i cattolici adulti alla Vito Mancuso, mettono loro stessi e le loro idee prima dell’essere figli della Chiesa.

        Anche loro, come i vari mancusiani, non dicono: “cosa posso imparare oggi dal Papa e dalla Chiesa”, ma preferiscono dire: “cosa posso insegnare oggi al Papa e alla Chiesa”, facendo le pulci se il Papa è davvero cattolico come loro oppure no.

        Anche loro vivono come Mancuso una chiesa-fai-da-te, anche loro non capiscono come gli apostoli che volevano correggere Gesù e lui risposte: “Via da me Satana”.

  3. Francesco B. ha detto

    “Tuttavia, come la frase “chi sono io per giudicare un omosessuale” è divenuta per i media un inno di Francesco alla cultura LGBT, ora la frase “la verità non è mai assoluta” sarà l’inno al relativismo.”
    Nel mondo di Twitter e Facebook in cui si comunica a frasi di tot caratteri e fermarsi a leggere un’intero paragrafo è cosa riservata a pochi è inevitabile identificare concetti complessi e strutturati in poche parole estrapolate a caso da discorsi lunghi. E purtroppo si stravolge il pensiero di chi tali parole le ha pronunciate nel 99% dei casi.
    Mi è piaciuto molto l’ultimo pezzo dell’articolo sulla “fede laica” di Francesco.

  4. Sophie ha detto

    Questo Papa perlomeno per me, non è un buon comunicatore(non ho detto che non è un buon Papa, per la Siria per esempio ha fatto tanto). Non può essere che so tutti scemi quelli che lo fraintendono, perchè ce ne sono un pò troppi onestamente. A sto punto mi viene il dubbio che ci si presta a farsi fraintendere e a confondere le idee. Punto di vista mio personale.

    • Matteo ha detto in risposta a Sophie

      Ratzinger quando parla pesa sempre le parole, eppure anche lui è stato frainteso dai più. Non è che gli altri sono scemi, anche se alcuni sì, è che sentono quello che vogliono sentire. Cuciono e tagliano, fanno così con tutto…vedrai che sono gli stessi che fanno così anche con le parole di Gesù.

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Sophie

      Sophie ha, a mio modesto avviso, pienamente ragione. Ora, non dico si debba arrivare alla nota maniacalità e perfezionismo che aveva un Pio XII (che pianificava in ogni dettaglia qualsiasi sua apparizione pubblica o televisiva negli anni ’50), ma, ad esempio nel caso del volo di ritorno dal Brasile è evidente come, al di là delle intenzioni, parlare troppo facilmente “a braccio”, possa dare facilmente adito a fraintendimenti (quella frase onestamente resta alquanto inopportuna). Ma temo sia proprio una caratteristica caratteriale, prima che una “tattica”.

      Resta comunque il fatto che da dopo Navarro Valls il livello di professionismo dei “comunicatori” del Vaticano è crollato in un abisso senza fondo e questo spiega perché certi fraintendimenti siano capitati anche a Benedetto XVI, cosa che, invece, non mi risulta essere accaduta con Giovanni Paolo II, benché Scalfari e compagnia bella fossero ben presenti (e più di adesso: Scalfari è proprio andato…).

      • Emanuele ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        …anche io sono rimasto un po’ perplesso, ma forse è più furbo di quello che crediamo…

        Quando organizzò la veglia di preghiera per la Siria, non specifico molto del programma. Pareva che non ci fosse, ad esempio, l’adorazione eucaristica. Si levarono pure delle polemiche dai gruppi tradizionalisti come la Comunità di San Pio X dicendo che era stata tolta l’adorazione per non scontentare laici e fedeli di altri religioni…

        Così tutti: laici, Mussulmani, Ebrei, sinistroidi e sinistrati vari si sono precipitati in piazza al richiamo del Papa con il suo ambiguo “uomini di buona volontà”. Lì hanno trovato la sorpresa: speravno in una cerimonia pseudo-laica, con qualche lettura e qualche preghiera… invece li aspettava Gesù Cristo!. A quel punto erano “incastrati”.

        Può darsi che faccia lo stesso… liscia un po’ il pelo, rimanendo sull’ambiguo, per fare avvicinare le persone e poi gli spara in faccia la Verità… Aspettiamo ancora un po’…

      • Paolo Viti ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Se hai fatto caso, caro a-theos, lo stesso Francesco ha spiegato a la Civiltà Cattolica di non essersi riconosciuto nell’intervista sull’aereo tornando da Rio in quanto fatica a rispondere a domande a voce, perde il filo e scappa qualche imprudenza, preferendo quelle scritte.

        L’intervistatore, Antonio Spadaro, ha scritto: “Poco prima dell’udienza che ha concesso ai gesuiti della Civiltà Cattolica il 14 giugno scorso, il Papa mi aveva parlato della sua grande difficoltà a rilasciare interviste. Mi aveva detto che preferisce pensare più che dare risposte di getto in interviste sul momento. Sente che le risposte giuste gli vengono dopo aver dato la prima risposta: «non ho riconosciuto me stesso quando sul volo di ritorno da Rio de Janeiro ho risposto ai giornalisti che mi facevano le domande», mi dice. Ma è vero: in questa intervista più volte il Papa si è sentito libero di interrompere quel che stava dicendo rispondendo a una domanda, per aggiungere qualcosa sulla precedente. Parlare con Papa Francesco in realtà è una sorta di flusso vulcanico di idee che si annodano tra loro. Persino prendere appunti mi dà la spiacevole sensazione di interrompere un dialogo sorgivo. È chiaro che Papa Francesco è abituato più alla conversazione che alla lezione”: http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/intervista-papa-civilta-cattolica.aspx

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Sì, ma infatti, pur se la mia sensibilità nettamente tradizionalista su molte cose rimane scottata di primo acchito (e talvolta anche di secondo), vedo anche gli aspetti positivi.

    • Fabrizia ha detto in risposta a Sophie

      Cara Sophie, la penso come te. Certe frasi di Papa Francesco si prestano a fraintendimenti, in buona o mala fede. Ma non è Gesù che ha detto :” Io sono la Via, la Verità, la Vita”? Ci sono altre verità, slegate da Cristo?

      • Umberto P. ha detto in risposta a Fabrizia

        Altre verità non so. Sicuramente però è possibile salvarsi, stando a quanto ha detto il pontefice in carica. Non che questo mi consoli più di tanto: se credo, già credo. Se non credo, non ritengo possibile comunque poter accedere a tali privilegi.

  5. andrea g ha detto

    DIO è Assoluto, al di là cioè di ogni condizionamento;
    ed è in Sè stesso Relazione, perchè la Tre Persone sono in
    perfetta relazione l’Una all’Altra.
    Credo che il Pontefice voglia rimandarci ad approfondire
    la Verità essenziale del Cristianesimo, la cui comprensione
    è maturata perfettamente nella teologia dogmatica del Cattolicesimo.

    • andrea g ha detto in risposta a andrea g

      Scrive il teologo gesuita (basco come Ignazio da Loyola) Pedro Arrupe in “L’ispirazione trinitaria del carisma ignaziano”:
      ‘Ma è nella Trinità che il concetto di persona raggiunge la sua più alta
      e misteriosa realizzazione: modello affascinante e irraggiungibile;
      però, allo stesso tempo, esemplare supremo dalla cui imitazione, a
      infinita distanza, l’uomo può trovare stimolo per il proprio perfezionamento, sia in ciò che ognuno è, sia nelle relazioni che ha
      con i suoi simili.
      Alla fin fine l’uomo in quanto persona è stato creato da Dio – che è uno nell’essenza e trino nelle persone – a sua immagine e somiglianza’.

      http://www.raggionline.com/pdf/arrupeispirazione.pdf

  6. MarcoF ha detto

    Non è che certi media non capiscono, capiscono bene eccome!! Il fatto è che poi fanno dire a Papa Francesco l’esatto contrario di quello che ha detto; questa non è incomprensione del testo, bensì semplice e chiara malafede!!

    • DSaeba ha detto in risposta a MarcoF

      Secondo me è proprio ignoranza, con un condimento di malafede.

    • Eli Vance ha detto in risposta a MarcoF

      Concordo, e ciò corrisponde a livello tattico a quanto farebbe un editore di un importante testata giornalistica che ha come obiettivo il convincere o supportare i propri lettori alle posizioni proprie del relativismo: quello di cercare di condire di relativismo le stesse parole del Papa e di conseguenza sull’intero cristianesimo, volendo in tal modo inscenare un’improbabile vittoria intellettuale del relativismo. Se infatti procedesse a un attacco diretto ne uscirebbe male in quanto passerebbe chiaramente per ideologico e apertamente chiuso al dialogo e non avrebbe quindi nessun peso per chi è eventualmente interessato a un dibattito serio, invece manipolare le parole del Papa (con il suo consueto “Vuol dire che” e non citando le sue parole) e immaginarselo relativista fa raggiungere entrambi gli obiettivi: difesa del relativismo e credibilità (per i piu, almeno) . La strategia è coerente e parallela con l’assunzione di collaboratori teologi pseudo cattolici.
      Ipotizzare la mancanza di comprensione non mi sembra realistico, come è possibile che frasi centrate sull’argomento della salvezza degli atei come ” Premesso che — ed è la cosa fondamentale — la misericordia di Dio non ha limiti se ci si rivolge a lui con cuore sincero e contrito” o sulla verità assoluta “Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro. Ma
      significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita.” siano state ignorate? O da dove viene la sua affermazione secondo cui Dio sarà le anime dopo la scomparsa dell’uomo?

    • Penultimo ha detto in risposta a MarcoF

      In altri termini questo

      Solitamente se è dettato da ignoranza si chiama Paralogisma se invece è proprio in malafede,laddove per malafede si intende “voluto in piena coscienza”,allora desiderano in piena coscienza ingannare,mentire,indottrinare i propri lettori, è un continuo tentativo di indottrinare il popolo alla propria ideologia politica quindi parleremo di sofisma (il sofisma si differenzia dal paralogisma proprio per l’intenzionalità,ovvero con l’intento ben preciso non tanto di fare un ragionamento valido,ma bensì di portare al lettore menzogne con la pervenza del vero sul piano psicologico)

      Quindi condivido e dico fanno sofismi,e chi non sà cosa sono,semplicemente annuisce come uno schiavetto da ideologia.

      —-

      Detto questo sono stato a Cagliari e secondo me al Papa ha interesse parlare a loro ma alle persone semplici.

      • Penultimo ha detto in risposta a Penultimo

        A ecco, ora che ci penso in fondo son stati chiamati “Parolai” dal Papa stesso.

        Parolaio significa:
        • Chi parla molto senza sapere esattamente ciò che dice
        • In funzione di agg., che si dilunga in discorsi vuoti, che è privo di sostanza e di contenuto: oratore p.; politica p.

        Il sofista è in effetti un parolaio professionista,aggiungo professionista perchè sa perfettamente che l’intento di tali discorsi vuoti in senso logico-razionale,serve a persuadere ai suoi scopi di interesse,a prescindere da qualsiasi grado validità o invalidità delle implicazioni che fà.Usare infatti le parole senza significato univoco serve soltanto per persuadere (con totale disinteresse del reale contenuto significativo quindi a prescindere da dalla razionalità stessa dell’argomento) il proprio interlocutore.

  7. Umpalumpa ha detto

    Mi meraviglio della meraviglia 😉

    Quelli che ora stravolgono i concetti, non sono forse gli stessi che dicevano che Ratzinger è omofobo? Che sosteneva le leggi omofobe ruandesi e altre falsità simili?

    E’ sempre il solito giochetto. I papi dicono sempre le stesse cose e loro riportano nei loro salotti televisivi ciò che gli fa comodo, facendo abboccare tanti creduloni, sia clericali sia anticlericali.

    Certo…gli stili papali sono diversi e cambiano a seconda della personalità. Benedetto XVI è un ex docente di filosofia/teologia, abituato per decenni ad insegnare e discutere in aule universitarie. Bergoglio è cresciuto, credo, in realtà molto più “ruspanti”. Quindi è chiaro che uno sia più riflessivo e l’altro più “impulsivo”. Questo non significa che sia meglio. Personalmente lo preferisco, ma sicuramente il Credo è lo stesso.

    Penso cmq che ci sia un cambio di strategia “comunicativa”, non so quanto voluta. Con Benedetto XVI c’era un maggior accento sui precetti. Che veniva tradotto semplicisticamente nei media con “no aborto”, “no matrimoni gay” ecc ecc, dando per scontate le basi cristiane, ossia presupponendo che si sapesse il perchè di quei precetti.
    Ora invece si ricomincia dall’abc. Cristo, visto che ci ama: è morto e risorto per riscattarci dai nostri peccati. Da questo deriva tutto il resto fra cui la difesa della vita ecc ecc
    Questo non significa che ora il papa creda nel grande architetto, semplicemente si passa da “lezioni avanzate di cristianesimo” a “Cristianesimo base I”. Il che è meglio per tutti (però questo è un mio parere personale).

  8. Daniele ha detto

    E’ scandaloso come i mass-media (eccezion fatta per “Avvenire” ed “Osservatore Romano”: gli unici davvero fedeli alle parole del Papa) stanno attribuendo a Papa Francesco cose che egli non ha detto.
    Papa Francesco, dicendo che la Chiesa non deve giudicare e condannare i peccatori ma deve praticare la Misericordia nei loro confronti, non ha voluto dire che “d’ora in poi ciò che fino ad oggi è stato peccato non sarà più considerato tale” o che “non esiste un’unica Verità”, ma ha semplicemente voluto ribadire l’atteggiamento di Gesù nei confronti dei peccatori, atteggiamento che la Chiesa ha fatto proprio nei suoi 2000 anni di Storia: MISERICORDIA nei confronti del peccatore (all’adultera che i farisei avrebbero voluto lapidare, Gesù disse: “Io ti perdono”…), ma NETTA CONDANNA del peccato (…ma poi aggiunse: “…ma va e d’ora in poi non peccare più, perché non ti accada di peggio”). Gesù all’adultera non dice “L’adulterio non è peccato: quindi comportati come vuoi” (cioè Gesù non è relativista), ma dice piuttosto “Io perdono il tuo peccato”: la differenza può sembrare sottile, invece è enorme.
    L’atteggiamento di Gesù – e della Chiesa – sconfigge le due opposte tentazioni: quella tipicamente farisaica, che consiste nell’applicare in modo automatico la legge “occhio per occhio, dente per dente” (una prospettiva totalmente chiusa al perdono: la legge mosaica per chi veniva sopreso in adulterio non ammetteva né remissione né perdono, ma comandava la lapidazione senza dell’adultero/a) e quella tipicamente relativista, che consiste nel dire che tutto è lecito (una prospettiva che non porta verso il bene).
    Un esempio per chiarire: se una persona mi dà un cazzotto ed io, invece di restituiglierlo o di inveire contro di essa, la perdono, ciò non significa che dare cazzotti alla gente da quel momento in poi possa venire considerata una cosa giusta. Dobbiamo perciò perdonare chi ci ha fatto del male (poiché “L’uomo non è il suo sbaglio”, come diceva Dore Oreste Benzi), ma non siamo autorizzati a mettere sullo stesso piano azioni buone e azioni cattive.
    Chi perdona i peccati (cioè Dio) è Buono.
    Invece chi afferma che tutto è lecito, che nulla è peccato, che “si può vivere da credenti o da non credenti che tanto è lo stesso” o che “una religione o un’ideologia vale l’altra” è soltanto un buonista e relativista.
    E la nostra civiltà contemporanea, per guarire le proprie ferite, ha bisogno di Bontà, non di buonismo e relativismo.
    Per questo motivo, coloro che interpretano le parole del Papa come una “depenalizzazione” di peccati quali, ad esempio, l’aborto e come un approdo della Chiesa verso il relativismo sono fuori strada.
    Piuttosto il Papa invita il Clero e tutti gli uomini di Fede ad accogliere con spirito autenticamente cristiano, cioè di Misericordia, i fratelli peccatori (anche perché peccatori bisognosi di Misericordia lo siamo tutti), ma allo stesso tempo a ricordare ai fedeli sia la bellezza del crdere in Gesù sia che esistono i peccati, affinché non li commettano e così preservino la salute delle proprie anime.
    Il miglior esempio di tutto questo è il Sacramento del Perdono (la Confessione), nel quale il peccatore riconosce i propri peccati, se ne pente, riceve l’Assoluzione e promette a Dio di impegnarsi nel non peccare più.
    Non può cogliere il vero senso delle parole del Papa chi nella propria riflessione si lascia condizionare da schemi mentali improntati al relativismo o chi non ha una minima conoscenza del vero significato delle Scritture e del ruolo della Chiesa (infatti molto spesso noto che chi critica la Chiesa, molto spesso o non la conosce del tutto o ne ha una percezione distorta).

  9. Giorgio ha detto

    Dove non c’è malafede c’è ignoranza,
    dove non c’è ignoranza c’è malafede

    • Daniele ha detto in risposta a Giorgio

      Ma almeno un ignorante intellettualmente onesto, accetta con umiltà di farsi correggere e così può arrivare alla conoscenza della realtà…

      …invece uno intellettualmente disonesto (cioè in malafede) “mente sapendo di mentire”: cioè si ostina superbamente nella sua ideologia e non è aperto ad un serio confronto dialettico.

      Insomma: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…

  10. MALTA1991 ha detto

    Tutti i Papi nel corso della storia hanno sempre espresso lo stesso concetto , ma Francesco lo fa forse in modo più misericordioso e vicino alla persona , questa sua vicinanza viene travisata da qualcuno (la stampa) e si vengono così a creare leggende di un Papa progressista e di sinistra ….
    La stampa è meschina e subdola , Papa Francesco è un Santo Uomo , mi spiace che le notizie siano sviate in questo modo…..
    e lo dico da agnostico.

  11. Carlo ha detto

    Io non capisco questa necessità del dialogo. Perchè mai io ateo dovrei dialogare con un cattolico? Dialogare su cosa poi?

    Per una serie di ragioni credo alla non esistenza di Dio, mentre il cattolico crede. Una volta assicurata la libertà di scelta(sia al credente che all’ateo) tramite uno stato laico, che necessità c’è di dialogare?

  12. Mariolino ha detto

    Il discorso del relativismo riguarda i credenti, in quanto loro vedono male che si possano dare più risposte ad uno stesso quesito, di fronte all’assolutismo religioso e teologico che permette una sola risposta a quesito.

  13. Roberto Dara ha detto

    Prendete nota che il papa emerito ha scritto anche ad Odifreddi. Evidentemente non lo considera così insignificante come continuamente avete modo di ribadire su questo blog.

    • Panthom ha detto in risposta a Roberto Dara

      Caro Roberto, mi sembra che in questo blog lo si abbia preso molto sul serio tant’è vedo replica quasi ogni articoli che lui pubblica, è pure intervenuto lui stesso ricordi? In ogni caso BXVI lo ha letteralmente smontato con frasi del tipo: “Ciò che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del Suo rango scientifico”, “Di fronte a questo, ciò che Lei dice su Gesù è un parlare avventato che non dovrebbe ripetere” ecc..

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Panthom

        Che lo abbia smontato non direi, lo ha criticato ribattendo da pari a pari, come si fa nel mondo accademico, e infatti alla fine della lettera si scusa pure per essere stato duro in alcuni punti. Comunque, tra i tanti atei o critici del cristianesimo, Ratzinger ha scelto di scrivere proprio all “ill.mo prof. Odifreddi”.

        • alberto s. ha detto in risposta a Roberto Dara

          Forse ti è sfuggito il fatto che Odifreddi si è rivolto direttamente a Benedetto XVI con il libro che si intitola “Caro Papa ti scrivo” e in copertina si fa esplicito riferimento ad un dialogo tra papa teologo e Matematico ateo. A chi cavolo avrebbe dovuto scrivere il Papa?

          • andrea g ha detto in risposta a alberto s.

            Se non gli avesse risposto avrebbero detto che ha paura del
            confronto: nulla di strano, il pensiero ateistico non ha nulla
            di razionale.

          • Roberto Dara ha detto in risposta a alberto s.

            Non è certo né il primo né l’unico che ha scritto delle cose rivolgendosi al papa.

            • andrea g ha detto in risposta a Roberto Dara

              Cosa non ti convince delle parole di Benedetto XVI?

              • Roberto Dara ha detto in risposta a andrea g

                Come ho già scritto, nelle parti già pubblicate della lettera Benedetto non ha parlato dell’esistenza o della non esistenza di Dio, bensì del ruolo che Gesù è molti padri della Chiesa hanno avuto nello sviluppo della nostra società. L’obiettivo quindi non era di convincere i non credenti, ma di dialogare sul valore della teologia e sulla storia della Chiesa, che Odifreddi ha più volte abbondantemente criticato.

    • andrea g ha detto in risposta a Roberto Dara

      Gesù insegna a scendere sempre al livello degli interlocutori: quando un soldato
      Lo schiaffeggia per far bella figura davanti al proprio Capo, Egli si limita a dirgli:
      “Se ho parlato male, dimostralo; ma se ho parlato bene, perchè Mi percuoti?”
      (Gv XVIII,23).
      Ignorando il Cristo, non si capisce più niente:”Senza di ME fate niente”-
      Gv XV,5.

      Perchè non entri nel merito delle parole di Benedetto XVI?

      • andrea g ha detto in risposta a andrea g

        Odifreddi definisce la teologia “fantascienza”: e Benedetto XVI
        gli dimostra l’assurdità delle sue parole.
        Il grande teologo accetta il confronto con gli infantilismi parolai
        di Odifreddi: la razionalità non teme certo alcun tipo di sproloquio.

      • Roberto Dara ha detto in risposta a andrea g

        Non ho la statura accademica né di Odifreddi, né di Ratzinger, per poter criticare nel merito le parole del Papa emerito. Posso solo dire che a me, agnostico, le parole di Ratzinger non hanno spostato di una virgola la mia convinzione. Il confronto è però stimolante e mi pare verta soprattutto sulla figura di Cristo e dei padri della Chiesa, piuttosto che sull’esistenza o meno di Dio.

        • andrea g ha detto in risposta a Roberto Dara

          Affermando che le parole di Benedetto XVI non cambiano il tuo
          status di ‘agnostico’ significa che le hai lette.
          Perchè dunque non argomenti il motivo per cui esse ti risultano
          indifferenti?

        • Emanuele ha detto in risposta a Roberto Dara

          …non hai la statra, ma affermi che sono ininfluenti… Se non sei in grado dicapirle, come puoi giudicarle?

          Sii sincero. Le parole di Ratzinger le hai capite, ma non corrispodendo a ciò che vuoi, allora dici che non ti sfiorano…

          • Emanuele ha detto in risposta a Emanuele

            …ovviamente, statura e non statra…

          • Roberto Dara ha detto in risposta a Emanuele

            E’ stato pubblicato solo uno stralcio della lettera, e le cose che sono state pubblicate riguardano essenzialmente il metodo secondo cui dovrebbe studiarsi la religione (secondo Ratzinger il metodo scientifico va bene anche per la teologia) e la figura di Gesù e dei padri della Chiesa, che hanno dato un importante contributo alla storia dell’umanità. Entrambe queste cose non spostano la mia convinzione della probabile inesistenza di Dio e in particolare del Dio cristiano, ma probabilmente non era questo l’intento di Ratzinger. Quando verrà pubblicata la lettera intera (11 pagine protocollo), vedremo se ci saranno dei riferimenti all’esistenza o meno di Dio.

            • Emanuele ha detto in risposta a Roberto Dara

              l’esistenza di una cosa non si può dimostrare, ma solo osservare.

              Il problema sono gli strumenti… Se osservi il cielo col microscopio non vedi nulla, idem se usi il telescopio per cercare i microbi…

              Quindi, se cerchi Dio, prima procurati i giusti strumenti… Perché se pensi che la realtà sia solo quella imbrigliabile in formule matematiche, difficilmente troverai qualcosa.

              Infatti, qual’è la formula della Divina Commedia? Oppure, mi si dimostri sperimentalmente che i quadri di Michelangelo sono meglio dei miei…

              Quindi la scienza permette di conoscere molte cose, ma non tutte…

              • Roberto Dara ha detto in risposta a Emanuele

                Gli scienziati sono i primi ad affermarlo. Per questo la scienza è progredita, perché ha tratto profitto dai propri errori.

                • Emanuele ha detto in risposta a Roberto Dara

                  La scienza ha preso anche dei forti abbagli e spesso ha permesso che si commettessero delitti disumani… Vedi Mengele, Lombroso, progetto Manhattan, fusione a freddo etc.

                  Non ha caso, uno che non era un fesso, ebbe a dire:

                  “La religione senza scienza è cieca, la scienza senza religione è zoppa” (A. Einstein)

                  Quindi, detta di Eistein, se la scienza è andata da qualche parte (ha progredito) è grazie alla religione… Infatti, la religione ha insegnato la dignità dell’uomo, che è fine di tutte le scoperte scientifiche.

                  Comunque, tornando al tema, la scienza non può essere l’unico strumento per indagare la realtà, dunque Dio può sfuggire agli strumenti della scienza…

    • domenico ha detto in risposta a Roberto Dara

      e UCCR già sta prendendo nota delle manipolazioni che la stampa farà della lettera di Ratzinger…

  14. domenico ha detto

    quesito: “Tutti gli uomini sono uguali?” C’è una sola risposta possibile Mariolino.

    • andrea g ha detto in risposta a Matteo

      Grazie Matteo.
      Nello stesso sito, c’è un articolo sulle parole del Papa,
      che viene citato letteralmente:
      “DIO non è un’idea, sia pure altissima, frutto del pensiero dell’uomo.
      DIO è realtà con la “R” maiuscola… non dipende dal nostro pensiero».

      (Verità in relazione: Papa Francesco ne sa una più del diavolo)

      Evidentemente, solo superficialità e/o malafede possono equivocare e far
      diventare le parole del Pontefice “relativiste”.

  15. nicola ha detto

    Parlare di tanti personaggi come esponenti di sinistra mi sembra improprio. Secondo me oggi in Italia c’è una solo forza politica di sinistra, una forza radicalmenta di sinistra,….la Chiesa Cattolica. Tutti gli altri sono impostori.

  16. minstrel ha detto

    Anche Benedetto XVI ha scritto! E ha scritto ad ODIFREDDI!
    http://pellegrininellaverita.wordpress.com/2013/09/24/dialogo-al-crocevia-fra-benedetto-e-piergiorgio/

    Leggete e godete signori!
    L’apologetica cattolica sta tornando. Che il becero laicismo tremi!

    • andrea g ha detto in risposta a minstrel

      Il laicismo digrignerà i denti e, come suo solito, scapperà per la tangente,
      senza entrare nel merito.
      Stando agli antipodi della razionalità, il suo comportamento non può
      che essere questo.

« nascondi i commenti