Intolleranza anticristiana: prassi consolidata dell’Europa laica?
- Ultimissime
- 20 Set 2013
L’intolleranza anticristiana, prassi consolidata nell’Europa contemporanea tanto nella sfera privata come in quella pubblica, viene ormai stigmatizzata e condannata anche dai commentatori non di parte che vedono in essa una pericolosa deriva dalle imprevedibili conseguenze.
Così, poco prima che iniziassero le vacanze estive, un lucido articolo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere ha evidenziato come “Ormai, non solo le Chiese cristiane sono state progressivamente espulse quasi dappertutto da ogni ambito pubblico appena rilevante, non solo all’insieme della loro fede non viene più assegnato nella maggior parte del continente alcun ruolo realmente significativo nel determinare gli orientamenti delle politiche pubbliche – non solo cioè si è affermata prepotentemente la tendenza a ridurre il cristianesimo e la religione in genere a puro fatto privato – ma contro il cristianesimo stesso, a differenza di tutte le altre religioni, appare oggi lecito rivolgere le offese più aspre, le più sanguinose contumelie”. Dopo aver richiamato significativi episodi del recente passato, tutti a senso unico sebbene siano avvenuti in contesti diversi, la nota firma del Corriere conclude amaramente osservando che “Ce n’è abbastanza da suscitare la preoccupazione di qualunque coscienza liberale […] libertà religiosa da un lato e dall’altro libertà di opinione e di parola – che sono i due pilastri della libertà politica – vanno all’unisono”.
Le reazioni non si sono fatte attendere: in primo luogo segnaliamo il filosofo marxista Mario Tronti il quale, intervistato da Avvenire, rileva come “Le società occidentali sono in preda a una deriva che coinvolge per intero la sfera dei valori, sempre più ridotta a favore di una competizione selvaggia tra gli individui”. Insomma, a detta di Tronti, sussistono individui “abbandonati a se stessi, privi dei riferimenti elementari fin qui costituiti per esempio dalla famiglia, […] condannati a concentrarsi sugli obiettivi sbagliati. Nella fattispecie la coscienza cristiana, che ha svolto un ruolo tanto importante nella formazione della mentalità europea, viene percepita solo come controparte con cui polemizzare, scaricando così la rabbia accumulata altrove”.
Anche Francesco Botturi, ordinario di Filosofia morale alla Cattolica di Milano, non ha mancato di dire la sua su questo tema, sempre su Avvenire. Secondo lo studioso, l’intolleranza a senso unico contro i cristiani è una manifestazione crepuscolare della secolarizzazione, in quanto nell’attuale momento storico si fronteggiano “da un lato la rivalutazione della religione come fonte di identità o comunque di senso, dall’altra un dispositivo ad excludendum, per cui alla religione stessa viene negata qualsiasi cittadinanza pubblica, con le conseguenze che Galli della Loggia ha voluto elencare. Ma in questo momento le premesse ideali o, se si preferisce, ideologiche che stavano alla base della secolarizzazione sono sempre più labili, sempre meno percepite. L’intolleranza che ne deriva ha caratteristiche eminentemente pratiche e quindi tanto più sbrigative”
Anche Massimo Introvigne, studioso eminente nonché coordinatore dell’Osservatorio della Libertà religiosa istituito dal Ministero degli Esteri, interpellato sull’articolo di Galli della Loggia, ha fatto il punto della situazione con opportuni riferimenti ad emblematiche vicende di intolleranza sia in ambito continentale sia in quello italiano.
Cos’altro aggiungere a questo punto? Appare evidente come la cristianofobia non sia una mera definizione elaborata a tavolino da intellettuali di parte desiderosi di vendere libri, quanto piuttosto una specie di idra dalle molte teste, talune più evidenti rispetto ad altre che lo sono meno, una consolidata vessazione nei confronti del cristianesimo condotta sotto il duplice profilo culturale e pratico. Questo sistematico accanimento a senso unico, ancor prima di scomodare come mandante la massoneria o l’esistenza dei poteri occulti, sembra scaturire da un equivoco di fondo del liberalismo già lucidamente – o, per meglio dire, profeticamente – evidenziato dal Cardinale John Henry Newman quando affermò che “Il liberalismo commette l’errore di assoggettare al giudizio umano quelle dottrine rivelate che per loro natura l’oltrepassano e ne sono indipendenti; e di pretendere di determinare con criteri immanenti la verità e il valore di proposizioni la cui accettazione si fonda esclusivamente sull’autorità esterna della Parola di Dio” (Apologia pro vita sua, Nota sul liberalismo, tr. it. p. 305).
Su questo punto e in ordine agli ultimi studi in materia di cristianofobia, rinviamo ai titoli citati in questa pagina per maggiori dettagli.
6 commenti a Intolleranza anticristiana: prassi consolidata dell’Europa laica?
Vorrei far notare come in questi giorni vendoliani e grillini abbiano tentato di far passare a Bologna le diciture “genitore” ed “altro genitore” in luogo di “padre” e “madre”.
Per ora ci si è salvati con un intervento bipartisan, ma ormai siamo al punto che persino la cristianofobia non è abbastanza, siamo alla paura della semplice realtà fattuale!
Ma poi Vendola si definisce ancora “Cattolico”?
…certo, sono rimasti bruciati dalla batosta del referendum sulle scuole paritarie. Si devono pur rifare, almeno psicologicamente.
Si, ma di fronte a quest’escalation non so dove andranno a finire… Mica vorranno importare in Italia l'”esempio” dell’asilo (degli orrori) Svedese “egalia”? Ho paura che siano capaci persino di questo!
Sel è quel che è, i grillini invece sono dei poveracci senza uno straccio d’idea che, in mancanza di dictat da parte di Beppone su argomenti seri, vanno dietro ogni pirlata politically correct e provocatoria giusto per far vedere che fanno qualcosa.
Mi ha schernito dicendo “credi che qualcuno ha camminato sull’acqua?” è mio fratello maggiore da sempre si VANTA di essere immorale
Mi ha fatto del male e di risposta sono riuscito solo a fissarlo negli occhi
Voglio dire che Gesù lo predisse 20 secoli fa:”NEL MONDO AVRETE TRIBULAZIONI” E “NON SONO VENUTO A PORTAR PACE MA SPADA”
Ernesto Galli della Loggia è il giornalista che più apprezzo. Oltre alle evidenti qualità di grande intelligenza unita ad uno stile sobrio ed essenziale è un vero giornalista, il che non è poco in un mondo costituito in gran parte di pappagalli che gorgeggiano stupidaggini orecchiate altrove, nei poli forti dell’informazione globale. E anche questa volta ha totale, completa ragione.