Dove l’aborto è più libero le donne muoiono di più

Donna incinta 
 
di Virginia Lalli
 
da Notizie Pro Vita, luglio-agosto 2013
 
 

Nell’articolo “Abortionists are not held accountable for mistake”, Lenora W. Berning prende in esame l’impunità dei medici per i danni fisici causati dagli aborti. L’aborto è una delle procedure chirurgiche più frequentemente eseguite negli Stati Uniti, ma è la meno regolamentata.

Le cliniche abortiste, che offrono normalmente solo quel servizio, cioè non sono ospedali polifunzionali, mantengono i medici abortisti liberi da responsabilità per eventuali complicazioni. Coloro che sono favorevoli all’aborto su richiesta sostengono che il tasso di complicanze riportato a seguito di aborti è basso. Ma ciò accade non perché ci siano poche complicazioni, ma perché le complicazioni sono sottostimate. E sono sottostimate, perché non c’è un sistema organizzato oggi atto a quantificare le ripercussioni dannose dell’aborto.

L’industria dell’aborto ha mantenuto gli abortisti liberi da ogni tipo di supervisione, regolamentazione, e da responsabilità che sono invece normali per tutto il resto dei professionisti sanitari. Secondo il Chicago Tribune del 16 giugno 2011, nell’articolo “State abortion records full of gaps”, ci sono migliaia di procedure di aborto non riportate, e sono inestimabili i casi di complicazioni post aborto non riportati come richiesto dalla legge. Quando nella diagnosi di un medico si legge “dolore” o “sanguinamento vaginale”, dietro molto spesso c’è stato un aborto. Quando una nota operativa dice “rottura di gravidanza ectopica ed emorragia interna” – la vera causa è l’aborto. L’autopsia afferma come causa di morte “sepsi” – la vera causa è l’aborto. Non c’è altra pratica della medicina nella quale le persone possono soffrire e morire per le complicazioni dell’intervento senza che ci siano, in qualche modo, professionisti responsabili, coinvolti nella loro cura, o che per lo meno siano a conoscenza del caso, salvo che nell’ipotesi dell’aborto.

Molti fautori dell’aborto sostengono che l’aborto è necessario per proteggere la salute e la sicurezza delle donne: ma secondo un’analisi fatta da The Catholic Family and Human Rights Institute (C-Fam), dai dati del rapporto Global GenderGap Report pubblicato da World Economic Forum (WEF) nel 2009, risulta che i paesi che permettono l’aborto non hanno per niente una più bassa mortalità materna. Gli aborti legali non salvano la vita della donna. Secondo detto rapporto, sono i paesi con più restrizioni normative riguardo all’aborto che hanno più basso il tasso di mortalità materna.

In Europa, l’Irlanda ha la più bassa mortalità materna (1 morte per 100.000 parti). In Africa il paese con la più bassa mortalità materna è Mauritius (15 su 100.000) che ha la legislazione più restrittiva; mentre l’Etiopia, che recentemente ha depenalizzato l’aborto, presenta un numero di 48 volte superiore, 720 su 100.000. Nel Sud Africa, dove la legislazione sull’aborto è molto liberale, si sono registrate 400 morti per 100.000 parti. In Asia, il Nepal che non ha nessuna restrizione per l’aborto è uno dei paesi che ha il più alto tasso di mortalità materna (830 per 100.000) mentre lo Sri Lanka, che ha la più bassa percentuale di mortalità materna (39 per 100.000), è uno dei paesi con leggi restrittive. In Sud America, in Cile, che ha una protezione costituzionale per i concepiti, muoiono 16 madri su 100.000 parti, mentre la più alta mortalità materna è in Guyana (430 su 100.000) dove l’aborto è quasi senza restrizioni. Stessi risultati in numeri per gli stessi paesi nel rapporto World Abortion Policies del 2011, delle Nazioni Unite.

79 commenti a Dove l’aborto è più libero le donne muoiono di più

  • Enrico da Bergamo ha detto:

    Io ritengo che il sequestro di persona a scopo di estorsione vada liberalizzato pensiamo ad Annino Mele che ha rischiato di morire per questa sua professione.

    • lorenzo ha detto:

      oltretutto, se le estorsioni fossero liberalizzate, potrebbero essere adeguatamente tassate a tutto vantaggio della colletività.

  • manuzzo ha detto:

    sarebbe interessante andare a studiare la serie storica della mortalità materna in etiopia, e vedere se con l’effettiva depenalizzazione dell’aborto ci sia stato un break strutturale del tasso ad oggetto, oppure no. Anche perchè in caso affermativo, gli assassini con l’aspiapolvere dovebbero quantomeno giustificare la cosa (anche se si sà, i soldi fanno comodo comunque)

  • Emanuele ha detto:

    Come scrissi commentando un altro articolo, i dati non mi sorprendono per niente. Infatti, dove l’aborto è legalizzato c’è minore attenzione al feto, al bambino ed alla madre. Se si accetta che un individuo possa essere eliminato poco prima della nascita, perché si dovrebbe avere particolari attenzioni dopo che è appena nato?

    Viceversa, dove l’aborto è fortemente limitato, i medici faranno tutto il possibile per salvare il bambino prima e dopo il parto.

    Ovviamente ciò si ripercuote sulla madre. La poca attenzione sulla salute del feto può portare a gravi conseguenze nel periodo del periparto.

    • Umberto P. ha detto:

      Perchè prima non è ancora una persona, dopo lo è.

      • Paolo Viti ha detto:

        Su quali basi affermi tale speculazione?

        Secondo il “The Developing Human: Clinically Oriented Embryology” (2003), volume di embriologia fornito alle facoltà mediche americane, «lo sviluppo umano inizia al momento della fecondazione, cioè il processo durante il quale il gamete maschile o spermatozoo si unisce ad un gamete femminile (ovulo) per formare una singola cellula chiamata zigote. Questa cellula totipotente altamente specializzata segna il nostro inizio come individuo unico […]. Un zigote è l’inizio di un nuovo essere umano (cioè, l’embrione)».

        La persona inizia al momento del concepimento, questo è un dato scientifico innegabile. Poi si possono fare speculazioni come le tue, identiche a quelle di Hitler che considerava ebrei come “non ancora persona” per giustificare i suoi comodi. Lo stesso lo dicono coloro che vogliono eutanasizzare i disabili, i neonati (vedi Consulta di Bioetica Laica) e i comatosi.

      • Meister Eckhart ha detto:

        Gentile signor Umberto, secondo lei un criceto (o qualunque altro animale d’affezione) va considerato una persona? Se sì, spieghi cortesemente secondo quali criteri.
        In caso contrario, la informo che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 3 a 18 mesi” (art. 544 bis del Codice Penale).

        Questo dimostra che i suoi continui farfugliamenti sulla libertà degli abortisti di ammazzare feti a loro piacimento sono irrilevanti, dato che è lo Stato stesso a non considerare l’essere “persona” una conditio sine qua non per ottenere la protezione della Legge.
        Trovi argomenti più solidi a favore delle sue tesi, se ve ne sono.

      • Emanuele ha detto:

        Scusa, ma allora quando diventa una persona? Con il parto?

        Ti pare possibile che un essere vivente un istante prima di uscire dall’utero sia una non-persona e poi appena uscito, diventi una non persona? Ti sembra una concezione scientifica della natura?

        Ad esempio, mia figlia è nata prematura… che cosa era? E soprattutto, se non era una persona, perché i medici si sono impegnati per salvarle la vita e curarla?

        …dunque, gentilmente, illuminaci: quando un essere umano diventa una persona?

        • Umberto P. ha detto:

          Per rispondere a tutti, lo zigote ha tutti i numeri per DIVENTARE una persona. Ma ancora non lo è. Avete mai visto la foto di uno zigote? Ha una coscienza uno zigote? Ha un sistema nervoso ben formato, uno zigote? Secondo voi anche la pillola del giorno dopo, dunque, equivale ad un aborto. E sarei io a confondere scienza con ideologia (quale, poi?), caro giacomot?

          Diversa ed assolutamente meno scontata, sempre a mio avviso, è la decisione sul quando il feto è ormai una persona ben formata.

          • Paolo Viti ha detto:

            Caro Umberto ma quali sono i numeri per diventare persona? E chi ha deciso che servono proprio quei numeri che tu hai in mente e io non ho in mente?

            Altra questione: secondo te il neonato ha un sistema nervoso ben formato? No, nemmeno ha una coscienza e tanto meno un’auto-coscienza, non ha capacità di linguaggio e nessuna capacità di ragione. Se sei favorevole alla morte dell’embrione lo devi essere anche per il neonato, esattamente come dicono Maurizio Mori e la Consulta di Bioetica Laica.

      • beppina ha detto:

        Affermazione superficiale… se non altro perché denota il non approfondimento della oggettiva impossibilità a porre un confine certo fra essere persona e il non essere persona.

      • LawFirstpope ha detto:

        Davvero poco scientifico.

      • Giacomot ha detto:

        Umbè ma non spare balle per favore !
        La scienza è una cosa l’ideologia un’altra . E credo gia di sapere come mi risponderesti .

  • Umberto P. ha detto:

    Per me queste statistiche contano come quelle secondo cui chi è ateo è più intelligente. Quando i dati sono così manipolabili, e l’elenco di variabili così alto, e l’elenco di quelle ignorate ancora più alto, più che statistiche sono romanzi.
    Si arriva a dire che per una donna il posto migliore è in yemen col burka: l’aborto è vietato, e c’è poco smog: emigrate!
    No, mi dispiace ma non basta scrivere “statistica” per fare un lavoro scientifico accettabile

    • Paolo Viti ha detto:

      Riconoscere che paesi in cui l’aborto è illegale, come l’Irlanda e il Cile, ad esempio, sono i Paesi in cui è migliore la salute materna non è affatto speculazione. E’ un dato di fatto riconosciuto da chiunque, tranne da chi è dominato da dogmi che gli impediscono di essere un libero pensatore.

      Fa sorridere comunque il fatto che non ritieni tutto questo un’affermazione scientifica affidabile, ma ritieni invece affidabile scientificamente la tua affermazione di poco fa: https://www.uccronline.it/2013/09/19/dove-laborto-e-piu-libero-le-donne-muoiono-di-piu/#comment-131405

      Due pesi e due misure, a casa mia si chiama ipocrisia.

    • Emanuele ha detto:

      …allora è vero anche il contrario. Le statistiche che parlano di un eccesso di obiettori sono inutili chiacchere. E quelle utilizzate per legalizzare l’aborto, presentandolo come un’emergenza, con milioni di donne in mano alle mammane, come dobbiamo considerarle? Ed i casi, tanto citati, di donne morte perché non potevano abortire, che senso hanno?

      • Mariolino ha detto:

        In Italia ci sono tanti obiettori (soprattutto nelle regioni governate dalla destra) perchè chi non è obiettore viene frequentemente sbattuto a praticare solo aborti, quindi si dichiarano obiettori anche tanti medici che in realtà sono favorevoli alla 194.
        Fonte: un amico medico che mi ha riportato diversi casi.

        • lorenzo ha detto:

          Se gli assassini sono pochi rispetto alla richiesta, è abbastanza ovvio che chi si dichiara favorevole sia precettato in macelleria.

          • Emanuele ha detto:

            …sempre le solite odiate statitische (ministero salute) affermano che mediamente un medico non obiettore si trova ad operare 1,7 aborti a settimana… Quindi o i colleghi del tuo amico sono un po’ fannulloni, o forse la verità sta da un’altra parte…

            Ma la cosa più interessante è che nell’83, subito dopo il varo della legge, i medici non obiettori si trovavano mediamente ad operare 3,3 aborti a settimana… infatti, anche se ti parrà incredibile, già nell’83 il 60% dei medici era obiettore, contro il 70% di oggi.

            Nella regione messa peggio (il Lazio) i non obiettori devono addirittura operare 4 IVG a settimana… Tieni presente che un chirurgo fa mediamente più di 4 interventi AL GIORNO!

            Va anche precisato che il 60% delle donne riesce ad abortire entro due settimane dalla richiesta e solo il 5% va oltre un mese… Dunque è falso anche il mito che le donne debbano aspettare mesi per abortire, annullando così i loro diritti.

            Un’altra cosa scandalosa è il presunto aumento di obiettori ad opera di varie ingerenze. Cito qualche regione “incriminata” di eccessi di obiezione, causa ingerenze CL e centro-destra, e qualche regione rossa da decenni.

            1983 2011
            ——————————-
            Lombardia 59% 64%
            Puglia 71% 70%
            Emilia Romagna 37% 52%
            Toscana 51% 66%
            Campania 48% 88%

            Mi pare evidente che gli obiettori siano aumentati molto di più in regioni amministrate dal centrosinistra.

            fonte:
            http://www.mpv.org/mpv/allegati/27/relazionesanita194.pdf

            • Emanuele ha detto:

              …scusate ho provato a fare una tabella ma è venuta uno schifo. Il primo numero a fianco alla regione rappresenta il dato dell 1983 il secondo, quello del 2011…

            • Emanuele ha detto:

              P.S.

              Ora capisco perché Umberto metteva le mani avanti sulle statistiche…

            • Daphnos ha detto:

              Nonnò, le cifre non sono provate scientificamente, eppoi se una percentuale aumenta o diminuisce non vuol dire nulla, eppoi la tua regione è amministrata dalla destra quindi la tua fonte non è attendibile!!!

              • Piero ha detto:

                Ma non perdete tempo con questo trollone di serie C, non vale la pena neppure sprecare i contatti della tastiera, sono solo bit e banda sprecati.
                Evidentemente da un po’ di tempo hanno aperto le gabbie…

                • Daphnos ha detto:

                  Ripensandoci, poi, mi sembra che ormai le regioni amministrate dalla “destra” siano meno delle dita di una mano. D’accordo che la “sinistra” ha diffuso tra i suoi elettori una cultura claustrofobica che li fa sentire oppressi dal sistema anche quando comandano loro stessi praticamente ovunque e a tutti i livelli, ma qui stiamo esagerando. Anche perché per parlare male del sistema sanitario lombardo (l’unica regione in cui CL è ampiamente diffusa) occorre molto più di una semplice disonestà intellettuale: bisogna praticamente sradicarsi dalla realtà.

        • MarcoF ha detto:

          Un mio amico medico mi ha riportato l’esatto contrario, come la mettiamo? 😉

        • LawFirstpope ha detto:

          Se l’aborto non è un crimine, mi sfugge perché per un medico debba essere un male praticare solo aborti…

      • LawFirstpope ha detto:

        È un po’ il giochino di molti purtroppo: la Verità non esiste, dunque nessuna ricerca ha potenzialmente valore, perché niente è riscontrabile con assoluta e perfetta certezza.
        Poi chiaro, lo uso solo per gli argomenti a me comodi…

      • Umberto P. ha detto:

        Dipende dai casi, lei posti la statistica ed io gli attribuirò il grado di veridicità che A ME personalmente sembra più consono. Di norma, più l’argomento è scottante (politica, religione, omosessualità) più si tende a fare statistiche ad hoc. Da entrambe le parti, ovviamente.
        Ve l’ho detto che sono agnostico!

    • MarcoF ha detto:

      Eh per forza, se leggi soltanto “l’ateo”…..
      Il problema è che qualsiasi dato ti si porti a disposizione non sarà mai abbastanza per farti cambiare idea, tanto è forte il tuo pregiudizio.
      Ergo…. non ci sono i presupposti per mettersi a discutere!!

  • Alessandro ha detto:

    Per me (che non sono credente) l’aborto è una delle questioni etiche più complesse. Sebbene non riesca ad equiparare un feto ai primi mesi ad un essere umano, riconosco nella posizione di chi vede nel concepimento una scintilla di vita e ritenga che anche questa scintilla vada protetta una posizione etica che non mi sento né ho argomenti per criticare. Credo però che vi sia anche un altro interesse in gioco e meritevole di tutela: quello della madre a disporre liberamente e secondo la propria coscienza del proprio corpo. Trovo infatti inaccettabile imporre ad un essere umano di prestare il proprio corpo per portare a termine una gravidanza non voluta. Credo quindi che, almeno per quanto riguarda la legge italiana, questa sia frutto di un (doloroso) compromesso fra queste due esigenze nel momento in cui consente l’aborto nei primi mesi di gravidanza e, oltre questo termine, in casi particolari. Si tratta come ho detto di un compromesso che non può soddisfare nessuno. Io personalmente sono convinto che per quella madre di cui vi parlavo l’aborto non sarà mai comunque una scelta facile e che quindi sarà sempre ponderata.
    La questione sulla salute della donna mi pare invece fraintesa nell’articolo. Ed infatti, prima della legalizzazione, era posta rispetto alla enorme diffusione degli aborti clandestini praticati da mammane e macellai assortiti. Per il resto è ovvio che, come ogni trattamento sanitario, l’aborto abbia un’incidenza di complicanze e di mortalità (che, come in ogni altro tipo di intervento, i medici tendono a coprire se frutto di loro errori). Invece nei paesi dove l’aborto è vietato è scontato che, ufficialmente, questa incidenza non si registri. Sarebbe interessante sapere quali sono le conseguenze in quei paesi degli aborti clandestini. Ma se è difficile stimare quella degli aborti legali (come ci dice lo stesso articolo), figuriamoci quelli illegali.
    Detto questo, spero che sempre un minor numero di donne ricorra o debba ricorrere all’interruzione di gravidanza.

    • Piero ha detto:

      Ed infatti, prima della legalizzazione, era posta rispetto alla enorme diffusione degli aborti clandestini praticati da mammane e macellai assortiti.

      Bravo! Anche tu sei caduto nella BALLA della “enorme diffusione” degli aborti clandestini.
      L’hanno pure ammesso pubblicamente i radicali che quelle cifre erano ENORMEMENTE GONFIATE.

      Quanto al diritto della donna di “disporre liberamente del suo corpo”, esso decade gia’ adesso per lo stato a partire dalla n-esima settimana di gravidanza (dove n puo’ variare al variare degli stati).
      Ma anche questo e’ stato affrontato innumerevoli volte ed e’ stato ripetuto fino alla nausea altrettante innumerevoli volte.

      • Alessandro ha detto:

        “Quanto al diritto della donna di “disporre liberamente del suo corpo”, esso decade gia’ adesso per lo stato a partire dalla n-esima settimana di gravidanza (dove n puo’ variare al variare degli stati)”….per questo ho parlato di (doloroso) compromesso.
        Le cifre degli aborti clandestini erano gonfiate e non erano enormi? Non lo sapevo. Mi fido di te che evidentemente lo sai e ne prendo atto.

        • Piero ha detto:

          .per questo ho parlato di (doloroso) compromesso.

          COmpromesso che non ha ragione di esistere.
          Te l’immagini una legge che permetta di ammazzare un nero (o un ebreo, o un omosessuale, o una donna, ecc ecc) solo se veste di rosso, o se alza la mano destra, ecc?

          Le cifre degli aborti clandestini erano gonfiate e non erano enormi? Non lo sapevo. Mi fido di te che evidentemente lo sai e ne prendo atto.

          Certamente queste notizie non le trovi sul Corriere della Sera o su Repubblica o la Stampa. Ma sui media che dicono la verita’ SI’.

        • Emanuele ha detto:

          Se ti interessano i dati sugli aborti clandestini e come furono gonfiati alla vigilia della 194, ti consiglio questo articolo:

          http://www.marciaperlavita.it/articoli/le-cifre-sulla-aborto-prima-e-dopo-la-legge-194/

    • Emanuele ha detto:

      Per me (che non sono credente) l’aborto è una delle questioni etiche più complesse. Sebbene non riesca ad equiparare un feto ai primi mesi ad un essere umano

      Caro Alessandro,

      scusa se te lo dico con franchezza, ma la tua intelligenza è ormai obnubilata dalle falsità che propinano i “media progressisti” (Repubblica, Espresso, Il Fatto, LA7). Non serve la fede per essere contrari all’aborto, ma scienza e ragione.

      Dovresti documentarti un po’ sull’embriologia (trovi materiale anche in rete) per vedere come è effettivamente fatto un feto di 3 mesi. Ti sarebbe utile anche vedere qualche video di ecografie 3D su feti ed embrioni.

      Poi documentati sulle capacità degli embrioni. Lo sai che il cuore comincia a battere prima di un mese? Che il cervello si forma a 5 settimane? Che a 7 settimane l’embrione risponde agli stimoli? Che a 3 mesi il feto reagisce alle emozioni della madre, Che a 20 settimane (5 mesi) il feto riconosce la voce della madre?

      Infine documentati sui metodi abortivi… tra i miei preferiti ci sono l’aspirazione in vivo del cervello del feto per far collassare la testa ed estrarre il corpo dalla vagina. Un altro veramente piacevole è l’aborto salino: una simpatica soluzionle che ha lo scopo di produrre ustioni chimiche letali sul feto… la cosa simpatica è che a volte il feto sopravvive e nasce vivo ma gravemente ustionato.

      se hai stomaco forte, guarda qui:
      https://www.uccronline.it/2010/04/22/la-violenza-disumana-delle-tecniche-abortive/

      Certo se aspetti uno speciale sull’Espresso o un docufilm su LA7 per sapere queste cose, campa cavallo…

      • Alessandro ha detto:

        La mia intelligenza non è affatto obnubilata (non ancora, invecchiando chissà) tantomeno da quotidiani e trasmissioni tv (non leggo e non guardo da molti anni le testate da te citate). In genere leggo libri (non solo romanzi, ma scienza, società, economia, religione e diritto). L’unico tg che guardo è quello di sky e mi tengo aggiornato su internet. Odio i talk show, e per il resto la telvisione per me è solo intrattenimento, tranne qualche documentario, tipo discovery (fanno cose molto interessanti te li consiglio). In generale ho una mente aperta alle opinioni altrui, che rispetto (se leggi i post di questa discussione puoi in tutta onestà dire lo stesso di chi ci ha scritto?) non ho pregiudizi particolari (qualcuno lo avrò anche, ma ci siamo capiti) perchè mi piace il confronto intellettuale per tenere allenata la mia mente, sperimentare nuovi punti di vista e formarne uno mio. Ho una figlia è questo risponde a tutte le tue domande su cosa so della gravidanza. Comunque, scuse accettate. Detto questo ora ho un impegno ma vorrei porti una domanda su cui discutere circa la mia difficoltà ad equiparare il feto ad un uomo. Nei fatti (non a parole), con i comportamenti di cui hai avuto tu esperienza personalmente (quindi quello che dirai sarà per definizione vero)hai mai visto qualcuno (credente, non credente, cattolico o di qualunque confessione) equiparare un feto ad una persona già nata? Se si, in che maniera? Ti ringrazio per la risposta se vorrai darmela.

        • Paolo Viti ha detto:

          Caro Alessandro, credo che l’equivoco sia nato quando anche tu hai riproposto la bufala inventata dai radicali degli aborti clandestini, già smontata da chiunque si sia interessato di questo argomento. Se vuoi ne parliamo…

          Rispetto alla tua domanda, equiparare un feto ad un neonato è sbagliato quanto equiparare un bambino ad un adulto. Questo non vuol dire però che uccidere un bambino sia meno sbagliato che uccidere un adulto, o sbaglio?
          La scienza embriologica considera l’embrione un essere umano appartenente alla specie Homo Sapiens, uno di noi.

          Negare tale evidenza esclude automaticamente dalla categoria dei liberi pensatori, mi spiace.

          • Alessandro ha detto:

            “Sebbene non riesca ad equiparare un feto ai primi mesi ad un essere umano, riconosco nella posizione di chi vede nel concepimento una scintilla di vita e ritenga che anche questa scintilla vada protetta una posizione etica che non mi sento né ho argomenti per criticare” l’ho scritto solo ieri….e non mi sembra lontano dalle tue posizioni. Dunque perchè non sarei un libero pensatore? Perchè ho un’idea diversa dalla vostra e sono favorevole alla libera scelta di una donna entro limiti che cerchino si salvaguardare anche l’interesse contrapposto? E’ questà l’idea di libero pensiero che avete voi? Se il Papa crede davvero a quello che ha detto giusto ieri in un’intervista avrà molto da lavorare per evitarie che i credenti compilino liste di proscrizione dei liberi pensatori e comitati di inquisizione.
            Ho letto l’articolo suggeritomi sugli aborti clandestini secondo il quale la stima attendibile è di 100.000 l’anno. Pensa, non conoscevo veramente i numeri, ma quando ho parlato di enorme diffusione credevo fossero assai meno.Credo anche che il numero degli aborti sia nel tempo diminuito (non per la bontà della legge, che non c’entra nulla) ma per la maggiore consapevolezza sui comportamenti sessuali e l’uso del contraccettivo (noterai che il trend in calo costante coincide anche con la scoperta dell’aids) E pensare che qualcuno era contrario all’educazione sessuale nelle scuole e all’uso dei contraccettivi. Attendo una bella riflessione da libero pensatore.

            • Meister Eckhart ha detto:

              “Credo però che vi sia anche un altro interesse in gioco e meritevole di tutela: quello della madre a disporre liberamente e secondo la propria coscienza del proprio corpo.”

              Per disporne, indubbiamente ne ha disposto, visto che ha copulato. E la copula, si sa, prevede il rischio che uno spermatozoo folle sfugga al controllo e (udite, udite!) osi fecondare un gamete femminile.

              A questo punto, in presenza di un essere umano piccolissimo ma certamente umano, visto che non potrebbe essere altrimenti (ho già chiesto ad altri interlocutori esempi di donne che abbiano partorito animali di altre specie, senza successo), direi che il diritto del nascituro a non vedere interrotta la propria esistenza terrena prevalga sul diritto della donna di disporre del proprio corpo, visto che in quel corpo, ora, dimora un essere umano distinto da lei (distinto, non dimentichiamolo mai!), un individuo vero e proprio, non un pezzo della madre (che poi sarebbe al 50% del padre, se proprio vogliamo essere precisi).
              La “scintilla di vita” di cui parli, termine metafisicheggiante buttato lì al solo scopo di confondere le acque, non c’entra proprio niente.

              Questo è l’opinione di un libero pensatore come me. Non sono così megalomane da pensare che sia l’unica possibile, ma sono sicuro che sia basata sull’uso della pura Ragione e sono ancora in attesa che qualcuno la confuti con l’uso della Ragione di cui sopra. Sono ammesse prove scientifiche a supporto.

              • Alessandro ha detto:

                Il tuo è certo un argomento che risponde nel merito ad una questione (era ora!) e che ha il pregio di non richiamarsi a quello che ha detto tizio o caio (quindi si, da libero pensatore). Io sul distinto dalla madre ho qualche perplessità. Ma voglio tenere la discussione su un piano comune e parto proprio da questo per spiegarti la mia posizione (e spero di aver già chiarito che non sono un megalomane nemmeno io). Ed infatti anche se distinto dalla madre ed anzi, in una certa misura, proprio perchè distinto dalla madre, non riconosco al feto il diritto di usare un corpo che non è il suo neanche per salvare la sua vita (senza scintilla, ok?). Tantomeno lo riconosco al padre, alla società, allo Stato e in ultimo a me (per capirci su quest’ultimo punto io sono contrario all’aborto nel senso che, fossi una donna, non credo lo farei mai, ma non riesco a pensare che questa mia posizione debba essere imposta ad altre). Nè credo che il fatto di aver copulato faccia perdere alla madre tale diritto sul proprio corpo e le imponga il dovere di trasformarsi in incubatrice. Per questo sono favorevole alla legalità dell’aborto e quindi a quel bilanciamento che ho definito doloroso proprio perchè sacrifica valori enormi.
                PS. La scintilla di vita non ha nulla di metafisicheggiante, né confonde le acque, negli altri post sto cercando una riflessione di merito su questo aspetto e ho posto una domanda a tal fine.

                • Meister Eckhart ha detto:

                  E’ sempre un piacere interloquire con una persona ragionevole, anche perché non accade quasi mai quando si affrontano argomenti come l’aborto. Quindi provo a spiegarti perché non reputo equivalenti i due diritti, quello del nascituro a vivere e quello della madre a non fare da incubatrice vivente (fingendo di dimenticare, per un attimo, le motivazioni date dai cattolici).

                  “Né credo che il fatto di aver copulato faccia perdere alla madre tale diritto sul proprio corpo e le imponga il dovere di trasformarsi in incubatrice.”
                  Il punto è proprio questo, invece. E’ stata una libera scelta da parte della madre a causare il “problema”: nessun feto si pianta a forza nell’utero di una donna senza essere invitato. E’ stato al momento della copula che la donna ha messo consapevolmente a rischio la libertà di disporre del proprio corpo. Nessuno glielo ha imposto (per semplicità, non entro qui nel merito di violenze carnali, gravidanze di adolescenti, etc.).

                  Pertanto, nonostante esista certamente un diritto fondamentale di ogni essere umano all’inviolabilità del proprio corpo fisico, questo diritto decade di fronte alle conseguenze dell’esercizio della propria libertà, quando voler continuare a usufruire del diritto all’inviolabilità lede il più fondamentale tra tutti i diritti, che è il diritto all’esistenza. Quest’ultimo diritto non necessita peraltro di giustificazioni religiose, essendo codificato da tempo nell’ordinamento giuridico di tutte le nazioni civili.

                  Si tratta di un semplice problema di responsabilità. Non è che se creo un problema, con potenziale danno alla mia persona, mi è permesso di risolverlo uccidendo qualcuno. Nemmeno se questo qualcuno – ipoteticamente – mi costringe a rinunciare a un mio diritto. Il “problema” l’ho creato io (madre) e non posso pretendere che sia un altro (il nascituro) a pagarne le conseguenze. A me sembra che, da un punto di vista giuridico, non ci sia proprio storia. E infatti l’aborto è una aberrazione giuridica, giustificabile solo con l’equiparazione del feto a un aggressore e quindi dell’aborto a un atto di legittima difesa.

                  • Alessandro ha detto:

                    farò tardi ai miei impegni… ma pazienza, la questione mi interessa e trovo il tempo per risponderti. Lascio da parte anche io i casi limite che estremizzano il discorso e non consentono di affrontare le questioni di principio generale che rendono utili questi dibattiti. Ti premetto, per onestà, che di professione faccio l’avvocato (non penalista comunque) ma non ho intenzione di fare lezioni a nessuno. Detto questo non disconosco la razionalità del tuo ragionamento sulla responsabilità e ci tornerò. Mi limito però ad osservare che una responsabilità da condotta lecita è un concetto limite che credo nessun ordinamento riconosca. Tantomeno se questa comporta la compromissione di un diritto tra quelli considerati inviolabili. Anzi, anche per condotte illecite gli unici esempi che vengono in mente di coneguenze di questo genere sono la legge del taglione e la pena di morte (poi ci sono i trattamenti sanitari obbligatori, ma quello è un’altro mondo). Abbandonando la questioni giuridihe ti faccio un esempio tratto dalla fantasia (quindi prendilo per quello che è), che mi aiuta a spiegarti quello che si agita nella mia testa. Immagina un medico che commetta un errore grossolano (mettici pure che la sera prima aveva tirato tardi e si era ubriacato) e comprometta un rene del paziente conducendolo a morte certa in assenza di trapianto immediato (facciamo finta che tutti siamo compatibili per i trapianti). La legge dovrebbe prevedere che in tali situazioni il medico debba essere obbligato a donare un suo rene seduta stante al paziente. Tutto questo solo per dire che io vedo un limite alle conseguenze che possiamo pretendere dalle persone a riparazione dei propri errori. Ed uno di questi limiti lo vedo proprio nell’indisponibilità del proprio corpo.
                    Ma sono d’accordo con te su una cosa. Il fatto che se le persone si assumessero la responsabilità delle proprie azioni questo eviterbbe quello che voi, con valide ragioni, ritenete un omicidio. Ma per questo mi permetto di tornare su due questioni che hanno attirato su di me gli strali di tutta questa comunity, ma che ritengo essenziali. 1 Gli aborti clandestini: l’articolo che mi hanno invitato a leggere (con nemmeno tanto velata accusa di ignoranza) dice che la stima attendibile degli aborti clandestini prima del ’78 era di 100mila l’anno. Nel 2009 gli aborti legali sono stati circa 115mila (dati istat). Ora è certo passato del tempo dal 79, ma facendo finta che i dati siano paragonabili il divieto dell’aborto potrebbe non essere risolutivo del problema principale che ponete: la salvaguardia della vita, mentre paradossalmente, la libertà della donna potrebbe essere comunque salvaguardata (con maggior rischio). 2 Educazione sessuale e contraccezione: anzi cambiamogli subito nome, educazione alla vita sessuale. Partendo da un dato di fatto: le persone fanno sesso anche senza intenzione di procreare (e nessun glielo può impedire) e questo genera un certo numero di gravidanze non volute e quindi sacrifici di vite umane. Non è forse un terreno questo dove laici e credenti possono collaborare per trasmettere senza preconcetti ideologici dei valori che attribuiscano al rapporto sessuale una dimensione diversa da quella deteriore che anche (non sempre) vi è alla base di detrminati comportamenti a rischio. Valori che vadano dalla castità, per chi crede in questo valore, alla contraccezione. Insomma non è tanto meglio la responsabilità che una persona ha verso se stessa di quella che è imposta dalla legge (che ogni giorno vedo fallire miseramente).
                    Ti ringrazio per avermi consentito di chiarire, anche a me stesso, come la penso su questo tema.

            • Paolo Viti ha detto:

              Ringrazio Meister Eckhart per l’ottima risposta.

              Replico anch’io invitando Alessandro a leggere anche questo articolo specifico sulle bugie che ha sentito e che ripete circa gli aborti clandestini (siamo nel 2013 e ancora c’è qualcuno che ci crede!!): https://www.uccronline.it/2013/06/18/legge-194-la-grande-menzogna-degli-aborti-clandestini/

              E’ stato inoltre dimostrato che la diffusione dei contraccettivi e dell’educazione sessuale ha triplicato il numero di aborti, come sa chiunque si rechi in Gran Bretagna, Spagna e Svezia, al contrario dell’Italia (dove è minore l’educazione sessuale e la diffusione di anticoncezionali):
              http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/adolescenti-dall‘aborto-facile.aspx
              http://giulianoguzzo.wordpress.com/2012/08/16/il-fallimento-della-contraccezione-il-caso-inglese/
              http://www.zenit.org/it/articles/l-educazione-sessuale-favorisce-o-limita-aborti-e-malattie

              Libero pensatore è chi accetta la realtà anche quando si discosta dalle sue idee o ideologie, è il passo che ti invito a fare caro Alessandro.

          • Alessandro ha detto:

            Dimenticavo, non hai risposto alla domanda che ho fatto che era questa: Nei fatti (non a parole), con i comportamenti che hai visto o di cui hai sentito di cui hai avuto tu esperienza personalmente hai mai visto qualcuno equiparare (ripeto con i comportamenti) un feto ad una persona già nata? Se si, in che maniera?
            Ma voglio essere più esplicito. Hai mai visto qualcuno reagire alla stessa maniera di fronte ad un aborto naturale nei primi tre mesi rispetto alla morte di un figlio, che so, di un anno, di cinque, di quindici, di trenta, o di cinquanta per cause naturali (che so, un infarto)? Ti chiedo, sempre se vorrai darmela, una risposta sincera a questa precisa domanda?

            • Paolo Viti ha detto:

              Questa domanda, caro Alessandro, non ha alcun senso di essere posta in tale contesto. Io non ho nemmeno visto reagire allo stesso modo gli abitanti di una città per la morte di un barbone privo di parenti rispetto alla morte dell’anziano parroco della città.

              Questo cosa dovrebbe significare? Che il barbone ha meno diritto alla vita? La tua domanda sul grado di reazione alla morte di un essere umano rispetto ad un altro non ha alcun senso.

              Fin quanto neghi l’evidenza scientifica, cioè l’embrione come essere umano appartenente alla specie Homo Sapiens, non potrai mai essere un libero pensatore. Sono certo che Papa Francesco, strumentalizzato da te come ricatto morale in questa sterile diatriba dialettica, la pensa esattamente come me, non a caso ha voluto telefonare ad una mamma che ha rinunciato ad abortire e non certo ad una che ha voluto abortire.

              • Alessandro ha detto:

                Caro Paolo, no so se tu hai figli, se si comprenderai, se non ne hai ti garantisco che per una madre (e per un padre) c’è una bella differenza tra la morte del parroco, del barbone o anche un eccidio di massa, rispetto a perdere il proprio figlio. Lo stesso figlio che tu mi dici essere già vivente prima e dopo la nascita. Che prima addirittura vive dentro di lei. Paolo, una madre che perde il proprio figlio, (ti giuro che mentre scrivo queste cose sono costretto ad affrontare il mio terrore più grande, infintamente peggio della mia stessa morte). Eppure dalla tua risposta deduco che anche tu hai notato che la reazione è diversa in un aborto spontaneo (quindi non voluto) rispetto alla morte successiva. Il perchè di questa differenza (che riconosco anche in me stesso e per quanto conflittuale con la mia personale contrarietà all’aborto, da libero pensatore non riesco a negare) è il motivo che mi consente di assumere la posizione che credo di aver già spiegato anche rispondendo a Meister.
                Mi dici che libero pensatore è chi accetta la realtà anche quando si discosta dalle sue idee o ideologie. Su questo, non posso che essere
                d’accordo con te.
                Vi devo salutare se posso continuerò questa sterile diatriba domani.

                • Paolo Viti ha detto:

                  Perdonami ma non riesco a capire cosa c’entri tutto questo, sono senz’altro d’accordo con te che i genitori vivono uno stato d’animo differente se l’aborto è spontaneo o indotto…e allora? Arriva il punto altrimenti rimarrà sempre una diatriba sterile, anche domani.

        • Emanuele ha detto:

          Caro Alessandro,

          Mia figlia è nata prematua ed è stata 45 giorni in terapia intensiva… Ho visto decine di bambini prematuri, anche di 22 o 23 settimane… Tecnicamente erano dei feti di 5 mesi.

          In molti paesi, un feto di 23 settimane può essere ancora abortito (purtroppo succede anche in Italia in strutture pubbliche, in barba alla legge).

          Ho visto, come dicevo, bambini molto prematuri trattati con il massimo rispetto, collegati a macchine molto costose, assistiti da equipe mediche di primo livello, vegliati da infermieri notte e giorno.

          Non so se gli altri genitori, i medici e gli infermieri erano credenti… Certo nessuno ha mai dubitato che fossero persone. Oggi, grazie alle loro cure, molti di loro ce l’hanno fatta e sono bambini di tre anni, felici con le loro famiglie…

          Ecco questi fatti si ripetono tutti i giorni in tutti gli ospedali…

  • marco ha detto:

    nel frattempo sta per passare la norma antiomofobia. bene,bene,bene. la liberta’ di insultare e di minacciare sta per finire.
    arrivederci.

    • Meister Eckhart ha detto:

      No, meglio addio.

      P.S. Intervento utilissimo e profondo, non c’è che dire.

    • Piero ha detto:

      un po’ come minacciavano i nazisti quando stavano per prendere il potere.
      Strano pero’ che il diritto all’insulto e le minacce ve le riserviate soltanto voi.

    • Titti ha detto:

      Devo deluderti, infatti c’è una postilla che permette ad alcune categorie ed ordini, di essere esentati da tale legge, quindi, fatta la legge, trovato l’inganno.

  • Piero ha detto:

    E a me invece mi ha detto mio cugggggggino che i medici abortisti mangiano i bambini e votano comunista e fanno le messe nere

  • Mariolino ha detto:

    E’ facilissimo pilotare statistiche del genere prendendo cifre (spesso non certificate scientificamente) da paesi dove il dato torna utile. Confrontare ad esempio il Cile, che vanta il più alto standard ospedaliero del Sud America, con la pauperriima Guayana già la dice lunga sulla metodologia usata, sempre che sia stata usata una metodologia…
    Anche il caso degli Usa non fa testo perchè le cliniche abortiste sono solo macchine per far soldi e dove l’unica preoccupazione dei sanitari è non ricevere denuncie, per questo motivo vengono fatte firmare delle liberatorie impensabili in Europa.
    “Datemi dei numeri e gli farò dire quello che voglio” disse un famoso statista. Niente di più vero.

    • Emanuele ha detto:

      …ripeto, allora sono inutili le polemiche sull’evato numero dei medici obiettori, sulle donne costrette ad emigrare per abortire, sulle donne morte perché gli è stato rifiutato un aborto, etc., etc.,…

    • lorenzo ha detto:

      Purtroppo gli esseri umani dei quali dei macellai mascherati da medici fanno quello che vogliono non sono numeri.

    • beppina ha detto:

      Se é per questo esistono anche Paesi dove lo sviluppo temporale del tasso di mortalità materna in qualche modo é inequivocabilmente correlato allo sviluppo temporale della maggiore o minore permessività della normativa che regola i “ricercati aborti”; correlazione che, per inciso, avvalora in pieno la tesi dell’articolista di UCCR (es. Sud Africa).
      Ma si sà, si può anche arrivare ad ipotizzare che la qualità della struttura sanitaria e dell’educazione sanitaria di un Paese possa anche rapidamente regredire nell’arco di pochissimi anni. Anche questa é statistica pilotata?

    • MarcoF ha detto:

      Porta prove a sostegno della tua tesi e se ne potrà parlare……, tropo facile commentare genericamente con discorsi “da bar”!!

    • Panthom ha detto:

      Già, peccato che gli standard di Cile e Irlanda sono paragonati a quelli di Gran Bretagna, Spagna, USA, Italia ecc.

      Mariolino, Mariolino…la sindrome di pinocchio, eh?

    • domenico ha detto:

      “Anche il caso degli Usa non fa testo perchè le cliniche abortiste sono solo macchine per far soldi”…

      ti riferisci a Planned Parenthood?

  • notimenowhere ha detto:

    Ho dato un’occhiata al rapporto Global Gender Gap di cui si parla nell’articolo.
    E’ quello che 2012 ma credo sia lo stesso.
    Lì si parla, cito: “Maternal mortality ratio (per 100,000 live births)”.
    Mi domando cosa centri la mortalità materna post parto con l’aborto.

    http://www3.weforum.org/docs/WEF_GenderGap_Report_2012.pdf

    • Laura ha detto:

      Avresti dovuto leggere l’articolo prima di cercare, avresti letto: “ma secondo un’analisi fatta da The Catholic Family and Human Rights Institute (C-Fam), dai dati del rapporto Global GenderGap Report pubblicato da World Economic Forum (WEF) nel 2009, risulta che i paesi che permettono l’aborto non hanno per niente una più bassa mortalità materna”.

      Inoltre, l’articolo non è certo centrato su tale rapporto.

      • notimenowhere ha detto:

        Laura

        Come fai a dire che l’articolo non è centrato sul rapporto quando la metà di esso ne cita i dati.

        • Laura ha detto:

          Io infatti ti ho fatto notare che per quanto riguarda quel rapporto si sono presi i dati ed è stata realizzata un’indagine specifica sulle morti a causa dell’aborto da un’altro Istituto di ricerca.

          Hai presente cosa vuol dire usare i dati pubblicati da un ente per realizzare un’indagine secondaria? E’ ovvio che quei dati non c’entrano direttamente con essa, sono serviti come base autentica di dati per sviluppare un’esame di ricerca diverso.

          • notimenowhere ha detto:

            Laura

            Scusami, mi sai dire dove nell’articolo si parla di una nuova indagine?
            Forse parli dell’analisi fatta dal C-Fam che si basa sui dati del rapporto?
            Rapporto che tralaltro non parla assolutamente di aborti.
            E se sì mi sapresti indicare il link di questa analisi?
            Io non sono riuscito a trovare nulla in rete.
            Continuo a non capire il nesso logico di cui sopra.
            Fino ad ora gli unici punti certi sono che i proaborto dicono che se si permette alle donne di abortire calano i dati sulla mortalità femminile, mentre gli antiaborto dicono che ciò è falso.
            Il fatto è che i dati del rapporto continuano a non parlare di questo nesso.
            Nesso che a quanto pare è stato trovato da C-fam analizzando il rapporto stesso. Io trovo che questa estrapolazione manca di logica. Il famoso non sequitur.

    • domenico ha detto:

      perchè c’è gente che dice che dove non è permesso l’aborto le donne muoiono maggiormente per motivi legati al parto.

  • notimenowhere ha detto:

    Beh tra quelli che dicono che aborto=meno morti e voi che dite il contrario non c’è differenza.
    Ci sono solo due punti di vista diversi. Si guardano gli stessi dati e si hanno due diverse interpretazioni.
    D’altronde il titolo dell’articolo di questo siito mi sembri parli chiaro.
    Ma io continuo a non vederci nessun nesso logico tra le due cose.

    • beppina ha detto:

      Beh tra quelli che dicono che aborto=meno morti e voi che dite il contrario non c’è differenza.

      E si che non occorre essere una faina per capire la differenza…

      • notimenowhere ha detto:

        Sempre molto gentili da queste parti.
        Io non parlavo sul piano etico morale.
        Parlavo di nesso logico tra le morti post parto e gli aborti. Perchè il tanto sbandierato rapporto è di quelle morti che parla. Di aborto no.
        Non occorre essere una volpe per capire che è un non sequitur.

        • Laura ha detto:

          Suvvia, ora tiri in ballo la mancanza di gentilezza per una battuta?

          Ti ho già fatto notare che i dati presentati nel rapporto Global GenderGap Report sulle morti materne sono stati utilizzati per una seconda indagine, basta sapere come funziona la ricerca scientifica per sapere che la base di informazioni e del campionamento si attua grazie a dati raccolti da altri enti o istituti.

          • notimenowhere ha detto:

            Laura

            In passato quando facevo io delle battute e non ci mettevo emoticons adeguati non sono stato capito.
            Diciamo che mi sono adeguato agli standard del sito.
            Ma comunque come già detto più volte non mi offendo tanto facilmente.

            Per la seconda indagine ti ho risposto sopra. Ma un indagine per essere scientifica deve essere sottoposta come minimo al peer review.
            E’ stato fatto?
            Se no anche io posso fare tutte le indagini che voglio e presentarle come oro colato.

        • beppina ha detto:

          Sempre molto gentili da queste parti. Io non parlavo sul piano etico morale.Parlavo di nesso logico tra le morti post parto e gli aborti. Perchè il tanto sbandierato rapporto è di quelle morti che parla. Di aborto no.
          Non occorre essere una volpe per capire che è un non sequitur.

          La volpe é già più impegnativa come metafora… comunque come spiega ad esempio che in alcuni paesi lo sviluppo temporale del tasso di mortalità materna risulta correlato allo variazione in senso più permessivo della normativa sui procurati aborti? Non c’é un rapporto diretto ma che c’é di vero nel ventilato rapporto fra aborto indotto e tumore al seno? E di quello fra procurato aborto e complicazioni nelle gravidanze successive? Che sia vero il paventato legame fra procurato aborto e parto prematuro? E fra procurato aborto e il parto con basso peso alla nascita? Che dire poi del legame tra procurato aborto e aumento dell´incidenza dei suicidi? Tra procurato aborto e successivi problemi psicologici? Si dirà “sono tutte sciocchezze e non c’é nulla di vero”. Ma forse lei ha ragione, stiamo tranquilli e convinciamoci a vicenda: é ridicolo anche solo pensare ad un possibile legame fra morte post parto e procurato aborto.

          • notimenowhere ha detto:

            beppina

            Non sarà che forse i progressi della medicina abbiano un loro peso?
            Tralaltro 3 delle 4 nazioni “cattive” hanno anche un tasso di natalità più alto rispetto alle “buone”. Giusto per fare una comparazione statistica.
            Io continuo a sostenere che associare la diminuzione delle morti materne postparto, perchè è di quello che parla il rapporto, con una legislazione proibizionista sia una fallacia logica.

            • beppina ha detto:

              Non sarà che forse i progressi della medicina abbiano un loro peso?

              Può essere. Ma mi deve spiegare come i dati risultano disomogenei tra Paesi per i quali il tanto acclarato progresso della medicina risulta oggettivamente una caratterizzazione omogenea.

              Tralaltro 3 delle 4 nazioni “cattive” hanno anche un tasso di natalità più alto rispetto alle “buone”. Giusto per fare una comparazione statistica.

              Si può approfondire l’evenienza. Per parlare di “statistica” bisognerebbe comunque portarsi su un livello “significativo” di dati su cui fare considerazioni…

              Io continuo a sostenere che associare la diminuzione delle morti materne postparto, perchè è di quello che parla il rapporto, con una legislazione proibizionista sia una fallacia logica.

              Lei ovviamente é libero di pensarla come vuole, come ovviamente lo sono io. Resta il fatto che di “segnali” che fanno paventare la sussistenza di una serie di evenienze poco chiare (nella migliore delle ipotesi) ne é piena la letteratura medica specialistica. Del resto, nel caso specifico, sono gli abortisti che giustificano ed approvano (indirettamente) la scelta di “bloccare” il naturale decorso della vita con procedure e metodologie viste esclusivamente in termine di scopo specifico e poco in termine di valutazione generalizzata delle conseguenze; al di la dei discorsi etico-morali (che vanno comunque affrontati e che a mio parere fanno la differenza) resta solo la scienza medica, probabilmente da lei giudicata talmente avanzata da indurla a considerare sciocchezze la valutazione di quanto di negativo non é ancora chiaro. Non é comunque con la “logica” che si può speculare su problematiche così delicate.

    • LawFirstpope ha detto:

      Questo perché dai per scontato che un’opinione o la opposta siano sempre moralmente equivalenti, ma non è così evidentemente.

      • notimenowhere ha detto:

        LawFirstpope

        Dovresti rileggere il mio intervento in risposta a beppina del 20 settembre 2013 alle 15:21.
        Tu dai per scontato, forse, che chi critica da queste parti dia giudizi sull’altrui morale.

        • LawFirstpope ha detto:

          Beh tra quelli che dicono che aborto=meno morti e voi che dite il contrario non c’è differenza.
          Ci sono solo due punti di vista diversi.

          Quelli che dicono aborto=meno morti sono solitamente favorevoli all’aborto, quindi ammettono come legale una forma di omicidio (ci si può nascondere dietro i più grandi sofismi dell’universo ma è così).
          Non sono solo punti di vista diversi: sostenere l’uno o l’altro fa differenza eccome!

  • lorenzo ha detto:

    Una donna arriva disperata dal suo ginecologo e disse : Dottore Lei mi deve aiutare, ho un problema molto, ma molto serio.. Mio figlio ancora non ha completato un anno ed io sono di nuovo incinta, non voglio altri figli in un cosi corto spazio di tempo, ma si con qualche anno di differenza.. Allora il medico domandò: Bene, allora Lei cosa desidera che io faccia? La Signora rispose: Voglio interrompere questa gravidanza e conto sul suo aiuto. IL medico allora iniziò a pensare e dopo un lungo silenzio disse: Penso che abbia trovato un metodo per risolvere il suo problema meno pericoloso per Lei. La signora sorrise pensando che il medico aveva accettato la sua richiesta.. IL Dottore continuò a parlare: Allora cara signora, per risolvere il suo problema e non stare con 2 neonati in un così corto spazio di tempo, uccidiamo questo che è fra le sue braccia, cosi lei potrà riposare per 9 mesi finche avrà l’altro. Se dobbiamo uccidere, non fà differenza fra questo o quell’altro, anche perchè sacrificare questo che lei ha tra le sue braccia è molto più facile, perchè non ci saranno rischi per Lei. La donna rimase molto più che disperata e disse: NO dottore uccidere un bambino è crimine!! Il dottore rispose: Anch’io la penso come Lei, ma Lei era tanto convinta che ho pensato di aiutarla. Dopo alcune considerazioni, il dottore capì che la sua lezione aveva fatto il suo effetto, e riuscì a far capire alla madre che non c’era la minima differenza fra quello tenuto in braccio e quello dentro del suo ventre.. Sorrise e disse: ci vediamo fra una settimana per la prima ecografia e per sentire il cuoricino del fratellino..