Il matematico Olivier Rey: «la scienza è un modo di amare Dio»

Olivier ReyAl recente Meeting di Rimini ha partecipato anche Olivier Rey, docente di matematica per quindici anni e oggi dedicato alla filosofia al Centro Nazionale della ricerca Scientifica (CNRS) di Parigi e insegna all’Università Panthéon-Sorbonne.

Cresciuto in una famiglia lontana da Dio, esperienze e incontri l’hanno condotto alla fede. Come ha spiegato: «È stato un lungo cammino. Ma resto sempre meravigliato quando penso all’infinita dolcezza con cui Dio ha saputo prendermi», ha commentato. Alla kermesse riminese ha presentato il suo ultimo lavoro, Itinerari dello smarrimento. E se la scienza fosse una grande impresa metafisica? (Ares 2013), nel quale critica l’approccio epistemologico della scienza moderna che, tradendo il metodo e le finalità originari della scienza classica, scivola spesso in un pericoloso scientismo.

«Il mio libro non è contro la scienza», ha spiegato il professore, «piuttosto vuole criticare il posto che la scienza ha occupato nella società moderna. Lo smarrimento di cui io parlo viene dal fatto che la scienza quando la si considera come fonte principale ed unica della verità arriva ad annientare la distinzione degli ordini ed in particolare a marginalizzare l’ordine della carità». E ancora: «quando Cristo dice “io sono la verità” si vede bene che la verità ha un senso che ha poco a che vedere con la scienza come viene intesa oggi. Il problema non è la scienza in se stessa ma il ruolo che si fa giocare alla scienza». E’ evidente che «mettere la scienza al giusto posto non vuol dire imporle dei limiti ma permetterle, magari a lungo termine, di esprimersi al meglio

Se la scienza classica cercava la verità, quella moderna si preoccupa soltanto dell’esattezza delle proprie acquisizioni. Così essa non è più «un modo per rendere grazie a Dio». Ecco perché, citando Pascal, «quando la scienza esce dal suo ordine, non è il suo trionfo, ma il suo naufragio». «La scienza è un modo di amare Dio», ha concluso, «per questo motivo lo smarrimento di cui parlo nel libro è precisamente il fatto che invece la scienza è diventata un modo per detestare Dio».

 

Qui sotto Oliver Rey presenta il suo ultimo libro parlando di scienza e fede

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18 commenti a Il matematico Olivier Rey: «la scienza è un modo di amare Dio»

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  1. lorenzo ha detto

    «La scienza è un modo di amare Dio»
    E’ la definizione che cercavo da anni e che farò certamente mia.

    • Max ha detto in risposta a lorenzo

      Io sapevo “fare ricerca e’ una forma di preghiera”.

      Ma siamo li’ 🙂

      • Giuseppe ha detto in risposta a Max

        più che altro, chiedere i finanziamenti è una forma di preghiera. Chi ha fatto dei postdoc sa di cosa parlo…

        • Max ha detto in risposta a Giuseppe

          E’ vero Giuseppe. Ma allora, anche il nostro lavoro non consiste tanto nel meraviglioso fare ricerca, ma nel scrivere richieste di finanziamenti…

  2. manuzzo ha detto

    La scienza insegna che gli uomini sono tutti uguali. Lo scientismo pretende che chi lo esercita si senta appartenente a una razza eletta dal caso e dalla selezione (leggasi “ariana”), è questo che non va bene.

    • andrea g ha detto in risposta a manuzzo

      Sì, mentre la scienza è il modo con cui DIO ci fa conoscere
      le meraviglie della Sua creazione, lo scientismo è la degradazione
      dell’ego che vuole arrogarsi il “merito” delle scoperte.
      Tutto ciò per non dover ringraziare DIO e illudersi, così, di
      sentirsi ‘libero’.

      • Emanuele ha detto in risposta a andrea g

        …10 minuti di applausi!

        • andrea g ha detto in risposta a Emanuele

          Grazie Emanuele.
          Soprattutto, ringraziamo DIO, se parliamo correttamente
          perchè è sempre LUI che ci fà questa grazia:

          “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato
          ordinato, dite: Siamo servi inutili.
          Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
          Luca XVII,10

          • Emanuele ha detto in risposta a andrea g

            …giusto!

            Ma vanno riconosciuti anche i meriti. Tu hai quello della concisione e chiarezza… purtroppo sono carente in entrambi (come avrete visto dai miei commenti… 🙁 )

            • Galford ha detto in risposta a Emanuele

              Esatto, infatti l’espressione “servi inutili”(brutta traduzione) non significa che siamo uomini che non serviamo a nulla ma che non ci aspettiamo, per i lavori compiuti, nessun altra ricompensa che l’amore di Dio 😉

  3. Emanuele ha detto

    …sarei curioso di sapere cosa ne pensa il nostro (sedicente) genio matematico (incompreso) Odifreddi…

    • manuzzo ha detto in risposta a Emanuele

      mah, anchi’io sono curioso. Però credo che definirà l’ennesimo scienziato un “letale creatino” per il solo fatto di non essere ateo. Sempre la solita pastocchia che i suoi cagnolini bevono scodinzolando contenti….

      • Giacomot ha detto in risposta a manuzzo

        Eh eh . Non sà a quanti di questi scienziati dovrebbe dire grazie de ora la nostra scoperta scientifica è a questi livelli .

  4. Antony ha detto

    Forse è il caso di aggiungere, la ricerca ” autentica” ti porta a Dio e te lo fa amare

  5. alessandro pendesini ha detto

    @Antony
    Ritengo conoscere le fondamenta della ricerca scientifica, filtrata dalla sua severa metodologia, ma non capisco il significato di “autentica” ! Forse puo’ spiegarmi cosa intende per “ricerca autentica” ? Grazie

  6. Ermi Veronesi ha detto

    Non capisco come il matematico che studia tra zero ed infinito, il fisico che vede le meravigliose leggi della natura, l’astrofisico che ammira l’universo, non si rendano conto che solo una mente divina può concepire e dare un ordine a tali meraviglie. Ci vuole un orgoglio smisurato, ma ottuso per rifiutare Dio da tali studi!

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