Madonna di Civitavecchia: le lacrime e la scienza

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Le lacrime della Madonna di Civitavecchia. Cosa dice la scienza? Le lacrimazioni di sangue di Civitavecchia sono state smentite dal Cicap? La storia della Madonna di Civitavecchia è falsa? Questo documentato dossier risponde a tutte le domande su uno dei prodigi più documentati della storia italiana.

[pagina aggiornata a novembre 2024]


 

Dal 2 febbraio al 15 marzo 1995 una statuetta di gesso alta 42 cm raffigurante la Madonna (acquistata a Medjugorje il 16/09/1994) situata nel giardino di casa della famiglia Gregori, a Civitavecchia (località Pantano), avrebbe pianto lacrime di sangue per quattordici volte.

Si tratta di uno dei prodigi meglio documentati della storia italiana grazie all’intervento quasi immediato delle forze dell’ordine, dei giornalisti, del mondo scientifico e della Magistratura italiana che sul caso ha avviato un’indagine piuttosto rigorosa, concludendo che non vi è stata alcuna frode e debba trattarsi di un’autosuggestione collettiva o un fatto soprannaturale.

Al contrario, la Chiesa non si è ancora espressa ufficialmente, ma documenteremo come il caso abbia ricevuto un parere positivo a livello personale da parte di Giovanni Paolo II, oltre ad essere arrivato a Madre Teresa di Calcutta, a Fatima da suor Lucia fino a una (presunta) veggente di Medjugorje.

In questo corposo dossier, unico sul web, chiariamo le tante imprecisioni divulgate negli anni sui fatti di Civitavecchia e analizziamo dettagliatamente il caso, rispondendo anche alle più comuni obiezioni. Consigliamo l’uso dell’indice per muoversi più agevolmente tra le varie sezioni.

Sul nostro canale YouTube abbiamo pubblicato un video-dossier riassuntivo sul caso della Madonna di Civitavecchia, documentando più sinteticamente quanto scritto in questo dossier.

 

Indice

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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1. LA MADONNA DI CIVITAVECCHIA E LA POSIZIONE DELLA CHIESA

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Prima di tutto, qual è la posizione della Chiesa cattolica sulle lacrime della Madonna di Civitavecchia?

Va subito precisato il motivo per cui non parliamo di “miracolo”, ma semmai di “prodigio” o, ancora meglio, “caso misterioso”.

La Chiesa cattolica, per tradizione fortemente prudente di fronte a questi casi, non si è infatti mai espressa ufficialmente sul caso della Madonna di Civitavecchia.

Non ha mai riconosciuto la soprannaturalità dell’evento e nemmeno l’ha mai negata.

La Chiesa non ha fretta di avvalorare presunti apparizioni o miracoli, nella convinzione e nell’esperienza che tutto ciò che è da Dio, alla fine, viene alla luce e ottiene il suo scopo.

In casi come questi servono riscontri dettagliati e un rigore assoluto, a maggior ragione per un caso complesso come quello di Civitavecchia. Oltretutto non ancora concluso, dato che le essudazioni della seconda statuina -come spieghiamo nell’apposito paragrafo– sono ancora in corso.


 

1.1 Il legame tra Civitavecchia, Fatima e Medjugorje

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La statua della Madonna di Civitavecchia fu acquistata a Medjugorje il 16 settembre 1994 da don Pablo Martìn, allora parroco della chiesa di Sant’Agostino di Civitavecchia e poi donata alla famiglia Gregori (nella cui proprietà iniziarono le lacrimazioni).

E’ possibile che la posizione attendista della Chiesa sul fenomeno di Civitavecchia dipenda dal mancato pronunciamento rispetto alle presunte apparizioni mariane che avverrebbero nel piccolo paese della Bosnia-Erzegovina, tuttora in corso.

Nel 2024 la Congregazione per la Dottrina della Fede si è espressa sul culto di Medjugorje, autorizzandolo ufficialmente riconoscendo in atto la presenza divina. Non si è invece espressa sull’origine soprannaturale dell’evento.

Per chi crede all’origine soprannaturale di Medjugorje (e di Civitavecchia) è suggestiva la chiave di lettura fornita dal giornalista Riccardo Caniato, che ha indagato a lungo i fatti di Civitavecchia: «Colpisce che una statua che riproduce fedelmente la Regina della Pace di Medjugorje, così come la Madonna è venerata in Erzegovina, sia arrivata alle porte della Chiesa di Roma per mano di un parroco; e che qui la Vergine si sia scelta come testimone un vescovo, che la portasse al Papa».

E’ noto infatti che Giovanni Paolo II volle recarsi pellegrino a Medjugorje ma «non lo fece per rispetto delle convinzioni del vescovo del luogo», che non hai mai creduto ai veggenti. Prosegue Caniato: «Si potrebbe constatare che, a quel punto, fu la Madonna a raggiungerlo a Roma»1Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 17.

Pochi sanno, oltretutto, che il 16 luglio 2003 una delle veggenti di Medjugorje, Vicka Ivankovic, si è recata privatamente in pellegrinaggio a Civitavecchia senza esplicito invito della diocesi, come fu pubblicato sulla rivista parrocchiale di Pantano2La Madonnina di Civitavecchia, n° 5, 2003, p. VI e come è testimoniato da alcune foto3Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 17.

Se i fatti di Medjugorje hanno origine soprannaturale, è difficile pensare che una delle veggenti si sia recata in un luogo (Civitavecchia) in cui vi siano false manifestazioni mariane.

Un altro elemento poco conosciuto sono gli incontri riservati tra il vescovo mons. Grillo e padre Jozo Zovko, parroco nel 1981 a Medjugorje quando iniziarono le presunte apparizioni mariane.

Come riportato dalla rivista Senapa, padre Jozo e mons. Grillo si incontrarono la prima volta il 27 aprile 1995, quando il vescovo italiano invitò il frate nella sua residenza per un colloquio e un lungo momento di preghiera4Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 108, 109.

Padre Jozo fu presente a Civitavecchia anche il 17 giugno 1995 e tenne un’omelia per la Santa Messa in occasione del “dissequestro” della statuina dopo le indagini della Magistratura e il suo ritorno presso la chiesa di Sant’Agostino5Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 107.

 

Sembra, tuttavia, che la famiglia Gregori sottolinei più volte il legame tra Civitavecchia e Fatima, piuttosto che quello con Medjugorje.

Lo si intuisce quando Fabio Gregori dichiara di aver provato «dispiacere nel vedere che molti si sono fermati a sottolineare unicamente la provenienza delle due immagini», ovvero il fatto che entrambe le statue di Civitavecchia arrivino da Medjugorje, «senza approfondire l’iniziativa della Vergine a Civitavecchia. A me e alla mia famiglia, la Madonna ha chiesto di vivere e testimoniare il messaggio che ha dato qui. E quando è apparsa, nei suoi messaggi, Ella ha fatto più volte riferimento esplicito a Fatima»6Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 325.

D’altra parte non risulta che la famiglia Gregori si sia mai recata a Medjguorje, mentre si è recata a Fatima presso il convento in cui viveva la veggente suor Lucia. In quell’occasione c’è stato un colloquio riservato tra la giovane Jessica Gregori e la veggente di Fatima (ne parliamo nell’apposito paragrafo).

Il legame tra Civitavecchia e Fatima emergerebbe in particolare nei messaggi che la Madonna avrebbe rivelato a Jessica Gregori, come viene dettagliatamente descritto nell’apposito paragrafo.

In particolare, vi sarebbero messaggi in cui la Madonna presenterebbe Civitavecchia come la prosecuzione di Fatima: «Preparatevi a vivere quanto io avevo svelato alle mie piccole figlie di Fatima», avrebbe detto a Jessica Gregori7Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 171.


 

1.2 La Madonna di Civitavecchia e Giovanni Paolo II

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Lo scetticismo generale all’interno della gerarchia ecclesiastica sui fatti di Civitavecchia cambiò radicalmente pochi giorni dopo la beatificazione di Giovanni Paolo II.

Emerse infatti, per la prima volta pubblicamente, la propensione personale di Papa Wojtyla verso l’origine divina dei fatti di Civitavecchia.

Posizione che il Pontefice stesso testimoniò per iscritto nel 2000, chiedendo però al vescovo Grillo di mantenere su questo la più stretta riservatezza e di scegliere, a suo giudizio, il momento più opportuno per rivelarlo.

Mons. Grillo si convinse a terminare la riservatezza proprio pochi giorni dopo la beatificazione di Giovanni Paolo II.

Svelò infatti che l’11 giugno 1995 fu chiamato in Vaticano proprio da Papa Wojtyla, il quale venerò la statuetta portata dal vescovo e la incoronò con un rosario, tuttora presente attorno alla mano sinistra della statuina nella chiesa di Sant’Agostino8Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 23.

Come già detto, l’8 ottobre 2000 Giovanni Paolo II avvallò con la sua controfirma l’autorevole testimonianza scritta del vescovo sulla lacrimazione avvenuta nelle sue mani il 15 marzo 19959Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 182. Nella stessa data, fece un Atto di Affidamento di tutta la Chiesa alla Madonna in Piazza San Pietro, accogliendo la richiesta contenuta in uno dei messaggi che avrebbe ricevuto Jessica Gregori.

Il 20 novembre 2000, lo stesso Pontefice polacco inviò un documento al vescovo di Civitavecchia, attestando per iscritto quanto avvenuto in Vaticano l’11 giugno 1995.

La notizia fu confermata in maniera indipendente dal vaticanista Andrea Tornielli10Tornielli A., Il Papa venerò in Vaticano la “Madonna del miracolo”, Il Giornale 25/01/2005 e da Vittorio Messori11Messori V., partecipazione al programma tv Porta a Porta, 26/01/2005.

 

Qui sotto la video-testimonianza di mons. Grillo sulla devozione di Giovanni Paolo II per la Madonna di Civitavecchia
(spezzone preso dal nostro video-dossier)

 

Nel libro Diario del Vescovo (Shalom 2011), mons. Girolamo Grillo racconta anche di un paio di visite “in incognito” che Giovanni Paolo II fece a Civitavecchia, durante una delle tante “fughe fuori porta”12Grillo G., in Monsignor Grillo: la Chiesa dica sì alla Madonnina di Civitavecchia, Rai Vaticano Blog, 06/07/2009.

Questa vicenda girò per anni sotto forma di leggenda prima dell’ufficialità data da mons. Grillo, la visita di Papa Wojtyla in incognito avvenne il 7 ottobre 1995, festa della Madonna del Rosario13Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 227.

Un altro segno di vicinanza di Giovanni Paolo II a Civitavecchia avvenne il 10 aprile 1995, quando il card. Andrzej Maria Deskur, intimo e storico amico di Papa Wojtyla (pranzavano assieme ogni settimana14Tornielli A., Il mistero delle lacrime, Segno 1995, p. 36), partecipò alla veglia nel Duomo di Civitavecchia per la “liberazione” della statuina da parte della Magistratura, paragonando la vicenda al sequestro dell’immagine della Madonna Nera avvenuto in Polonia, a Czestochowa15Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 220.

Dopo aver dichiarato al microfono di essere lì presente «perché il Papa mi ha detto di venire per favorire il culto alla Madonna»16in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 221, Deskur consegnò ai Gregori una seconda statuina identica all’originale, anch’essa proveniente da Medjugorje e da lui benedetta17Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 23.

Il 26 febbraio 2005, Jessica Gregori scrisse a Giovanni Paolo II, dopo il suo ricovero d’urgenza in ospedale, informandolo delle «tante cose che non ti hanno detto e che ti riguardano in prima persona, ma che specialmente sono legate a Fatima». La lettera fu consegnata dalla vaticanista Marina Ricci al segretario del Papa presso l’ospedale Gemelli18Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 189.

Il Pontefice rispose con lettera intestata della Segreteria di Stato tramite il vescovo diocesano19Galeazzi G., Il segno di Civitavecchia, La Stampa 15/07/2012.

La vaticanista Marina Ricci, che fece da tramite tra i Gregori e il segretario del Papa, testimoniò quanto accaduto e osservò:

«Ricordo che fui molto meravigliata dell’accaduto. Non era passato molto tempo tra l’invio della lettera e la risposta. Considerate le gravi condizioni di salute, la quantità di messaggi che riceveva da ogni parte del mondo, la concitazione e la preoccupazione di quei giorni, il fatto che il Papa avesse risposto e senza far passare troppo tempo, mi fece pensare che avesse gradito la lettera di Jessica e mi sembrò un segno evidente dell’interesse di Giovanni Paolo II per le vicende di Civitavecchia»20Ricci M., Testimonianza sulla lettera di Jessica Gregori a Giovanni Paolo II, 05/02/2010.


 

1.3 Il vescovo di Civitavecchia, mons. Girolamo Grillo

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Uno dei protagonisti della vicenda di Civitavecchia è stato l’allora vescovo mons. Girolamo Grillo, deceduto nel 2016.

E’ probabilmente la prima e unica volta nella storia delle manifestazioni mariane che viene coinvolto in tale maniera un alto esponente della gerarchia della Chiesa21Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 149.

Da scettico e razionalista, così come fu accusato di essere nei primi giorni delle apparizioni, si trasformò improvvisamente in un difensore strenuo della verità delle lacrimazioni dopo il 15 marzo, quando sostenne di essere stato (assieme ad altri) testimone dell’ultima lacrimazione mentre la statuetta si trovava nelle sue mani.

In realtà non lo disse lui per primo, ma fu costretto ad ammetterlo pubblicamente dopo che l’eminente ematologo Giancarlo Umani Ronchi rivelò in una trasmissione televisiva di aver visto sangue più fresco sul volto della statuina posta in casa del vescovo il 28 marzo, giorno prefissato dalla Magistratura per i prelievi del liquido (ne parliamo nell’apposito paragrafo).

Mons. Grillo si relazionò spesso con San Giovanni Paolo II e si pose sempre a metà strada tra l’essere un aperto e acceso sostenitore dell’autenticità (ricevendo per questo moniti e richiami dalla Santa Sede), e l’utilizzare la giusta prudenza necessaria in casi come questi.

Laureato in Scienze sociali e politiche, all’epoca mons. Grillo era membro della Congregazione per il Clero e per le Cause dei Santi, nonché delegato dalla Conferenza episcopale del Lazio per le comunicazioni sociali.

Un uomo colto, consapevole dello scrupoloso e prudente iter richiesto dalla Congregazione per la dottrina della Fede in caso di annunci di manifestazioni del soprannaturale.

Questo garantì l’entrata in scena nell’immediatezza dei fatti del mondo scientifico: fu lui, infatti, il primo a incaricare due eminenti docenti universitari di effettuare le prime analisi del liquido (ne parliamo nell’apposito paragrafo).

Eppure fu fortemente scettico verso il fenomeno, tanto che tre giorni dopo la prima lacrimazione, una volta ricevuta la relazione del parroco del luogo, nei suoi diari il vescovo scrisse: «Che brutta storia quella della Madonne che piangono! C’è sempre qualche burlone che si prende lo sfizio di imbrattare gli oggetti sacri. Poveri noi, dove siamo capitati! Con il parroco don Pablo Martin che va dietro a queste stupidaggini! Mater boni consilii, ora pro me!»22in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 45.

E ancora, l’8 febbraio: «Quanta pazienza ci vuole con questi giornalisti che vanno in cerca sempre del sensazionale, pur trattandosi spesso di stupidaggini»23in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 50.

Poi, come già detto, asserì improvvisamente di aver assistito a una lacrimazione e si trovò ad essere allo stesso tempo testimone ma, in quanto vescovo del posto, anche la prima autorità ecclesiale chiamata dalla Chiesa a indicare un primo autorevole giudizio.

Per questo “conflitto di interessi” delegò il suo ruolo, affidandosi a terzi per la valutazione del caso: ai suoi superiori in Vaticano (in particolare i card. Camillo Ruini e Angelo Sodano24in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 187) e a teologi di chiara fama che parteciparono alla Commissione teologica diocesana (il vescovo presiedette l’apertura dei lavori ma non vi partecipò più25in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 187).

Mons. Grillo non assistette soltanto ad una lacrimazione, ma anche all’essudazione della seconda statuina e sarebbe stato destinatario di alcuni (presunti) messaggi segreti (ne parliamo nell’apposito paragrafo).

E’ un errore pensare che la testimonianza di un vescovo sia poco attendibile in quanto chiaramente “di parte”, è proprio vero il contrario: come potrebbe un vescovo mentire al suo popolo e a tutta la Chiesa, Pontefice compreso, su un fenomeno che da un momento all’altro si potrebbe manifestare come un inganno? Oltre a screditare la sua persona nella storia si macchierebbe di un terribile peccato agli occhi di Dio.

Si comprende questo leggendo la testimonianza scritta di mons. Grillo inviata a Giovanni Paolo II:

«Consegno a Vostra Santità, Successore di Pietro, Pastore supremo della Chiesa e presidente della carità universale, la mia testimonianza circa la medesima lacrimazione della Madonnina avvenuta nelle mie mani. In pieno possesso delle mie facoltà d’intendere e volere, in tutta franchezza e verità dinnanzi a Dio Padre onnipotente e misericordioso, al suo figlio Gesù Cristo al cui giudizio dovrò comparire, allo Spirito di santità e di amore, dinanzi alla sempre vergine Maria Madre di Dio, dinanzi a Vostra Santità, Beatissimo Padre, e a tutta la Chiesa, dichiaro di aver visto il 15 marzo 1995 alle ore 8,15 lacrimare nelle mie mani la statuina della Madonna proveniente dalla parrocchia di S. Agostino in Civitavecchia. Di questo fatto sono stato testimone oculare e pertanto non posso minimamente dubitare della sua realtà. Tuttora non riesco a spiegarmi come ciò sia avvenuto, mancando ogni trucco o inganno sia all’interno della statuina già accuratamente passata ai raggi X, sia in me e nei miei familiari che eravamo in stato di piena coscienza né propensi ad assistere a una nuova lacrimazione a oltre un mese da quando si era verificata l’ultima di quelle avvenute presso la famiglia Gregori (2-6 febbraio 1995) […]. Essa rimane per me l’esperienza di un misterioso intervento divino, operato tramite la Madre di Dio […]. Dichiaro tutto questo ad perpetuam rei memoriam, come vescovo e, in quanto tale, successore degli Apostoli, nel governo pastorale della Chiesa di Cristo che è in Civitavecchia-Tarquinia»26Grillo G., Testimonianza scritta a Giovanni Paolo II, 08/10/2000.

Si tratta di una testimonianza talmente carica di autorevolezza che risulta difficile sostenere che un vescovo possa averla scritta mentendo spudoratamente di fronte a Dio, alla Chiesa e al Papa.

Non a caso Giovanni Paolo II pose la sua firma sotto quella di mons. Grillo, avvallandone quindi il contenuto27Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 182.


 

1.4 La Commissione teologica diocesana

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Terminate le indagini della Procura di Civitavecchia e dissequestrata la statua della Madonna, il 19 aprile 1995 si riunì per la prima volta la Commissione teologica diocesana28Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 85.


 

a) I componenti della Commissione teologica diocesana

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Fu composta da 11 elementi e si riunì 13 volte, fino al 22 novembre 199629Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 62.

Tra i membri vi furono il mariologo Stefano De Fiores, il cappuccino Antonio Ascenzi, l’ex generale dei Frati minori, padre Nicola Cerasa, mons. Lino Fumagalli, mons. Carlo Rocchetta, il carmelinato padre Jesus Castellano Cervera, consulente della Congregazione per la Dottrina della fede, Mario Delmirani, padre Ernesto Piacentini, suor Fernanda Barbiero ecc..30Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 187

In un primo periodo ne fecero parte anche il rinomato mariologo padre René Laurentin e don Augusto Baldini ma il vescovo di Civitavecchia, mons. Grillo, decise di “estrometterli” in quanto si erano già esposti a favore della soprannaturalità del fatto, rischiando di sbilanciare in partenza le conclusioni del gruppo di studio31Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 188.

Presidente della Commissione fu nominato mons. Sandro Santori, economo della Curia e come vicepresidente padre Flavio Ubodi.


 

b) Obbiettivi e indagini della Commissione teologica diocesana

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Gli obbiettivi della Commissione furono verificare essenzialmente il fenomeno della lacrimazione, studiare le varie ipotesi esplicative (sostituzione statuina, allucinazione o autosuggestione collettiva, telecinesi ecc.) e ricercare il significato del fenomeno una volta appurato.

Si evitò quindi una lettura teologica dell’evento in generale, trascurando così le essudazioni, i presunti messaggi, e le presunte rivelazioni. Il pronunciamento avvenne esclusivamente sulla veridicità o meno dell’origine soprannaturale delle lacrime32Ubodi F. in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 189.

Per tali indagini, fu interrogato più volte il vescovo mons. Grillo, il parroco don Pablo Martin, la famiglia Gregori, 40 testimoni oculari, specialisti di scienze umane, i medici ematologi coinvolti nelle indagini e in qualche modo testimoni dei fatti (Umani Ronchi, Fiori e il primario di cardiologia Di Gennaro), padre Roberto Zavalloni in qualità di esperto in psicologo e parapsicologia33Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 62.

Furono compiute indagini indipendenti sulla famiglia Gregori, confermando quelle della Procura e appurando che non avevano mai tratto profitto dal caso, ma si trattava di persone semplici, umili, impegnate nell’educazione dei figli e in una crescita spirituale, in obbedienza alla Chiesa34Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 39.

Tutti e 40 i testimoni oculari dichiararono sotto giuramento di aver visto «lacrime formarsi e scendere, quindi in movimento» e che al momento nessuno stava manomettendo la statuina, formando così una molteplice attestazione tale da escludere dubbi sulla loro credibilità35Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 63.

Per quanto riguarda le indagini scientifiche realizzate, la Commissione giunse ad affermare la «non spiegabilità scientifica del fenomeno».

Ecco il motivo spiegato dal vicepresidente della Commissione, Flavio Ubodi:

«Un eventuale trucco sarebbe potuto venire solo dall’esterno, cioè se al momento qualcuno, con calma e attenzione, dall’esterno avesse iniettato sangue sulla statuina. Ma questa ipotesi è stata scartata dai molteplici testimoni»36Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 64.


 

c) Perché la Commissione non chiese l’esame del DNA ai Gregori

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Ancora il teologo Flavio Ubodi, ha chiarito37Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 51-61 anche i motivi per cui, nonostante la disponibilità da parte dei Gregori, la Commissione non provvide a una verifica del Dna.

 

I motivi della Commissione furono essenzialmente quattro:

  1. Quando si formò la Commissione, il 19/04/1995, la Criminalpol aveva già provveduto ad asportare gran parte del sangue dalla statuina, vi era quindi una quantità di liquido insufficiente per una completa analisi comparativa;

  2. La Commissione si sarebbe potuta servire dell’esame effettuato dal perito Spinella ma, come spiegato nell’apposito paragrafo, le procedure utilizzate davano adito a concreti sospetti di superficialità se non di mala intenzionalità e, in ogni caso, i dati erano inaccessibili in quanto allora vigeva il segreto istruttorio;

  3. Interpellati in merito, i professori Giancarlo Umani Ronchi e Angelo Fiori confermarono l’inutilità di una comparazione fra il DNA del campione e il DNA dei famigliari Gregori. In particolare, Angelo Fiori affermò che il DNA serviva a dimostrare “compatibilità” o “incompatibilità” assoluta, non l’identità del sangue, e il compatibile poteva essere solo indiziato38Fiori A., Audizione presso la Commissione teologica diocesana, 14/10/1995, mentre Umani Ronchi spiegò che le indagini non furono estese a tutto lo scibile del DNA, confermando che la comparazione non avrebbe dato alcuna certezza39Umani Ronchi G., Audizione presso la Commissione teologica diocesana, 09/03/1996;

  4. Nella sua relazione, il legale Bruno Forestieri spiegò di aver proceduto ad un’indagine tra alcuni esperti scientifici che confermarono l’inattendibilità delle analisi effettuate dalla Criminalpol sul sangue della statuina in quanto: (1) considerata la scarsità di tracce ematiche non poteva essere stata effettuata un’analisi approfondita; (2) quindi è impossibile effettuare una comparazione tra le risultanze delle analisi e quella di altri soggetti; (3) per effettuare una comparazione affidabile si sarebbe dovuto procedere ad altri riscontri, ormai impossibili considerando l’inesistenza di ulteriori reperti sul svolto della statuina;


 

d) Conclusioni della Commissione teologica diocesana

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La Commissione concluse i lavori escludendo le ipotesi alternative come quelle di frode, mantenendo la possibilità della preternaturalità del fatto, che poteva avere origine diabolica o divina. La prima però fu altrettanto esclusa considerando i due riti esorcistici effettuati sulla statuina (dall’esorcista della diocesi e dallo stesso vescovo).

A questa conclusione la Commissione giunse considerando anche la serietà della famiglia Gregori, i frutti spirituali nei testimoni, le molteplici conversioni avvenute, il risveglio di fede e di preghiera generato40Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 64.

Degli 11 membri della Commissione, tutti riconobbero la verità del fatto: esclusa la frode, il sangue era un dato oggettivo.

Non tutti i membri, invece, ebbero la stessa interpretazione, ma la maggior parte si pronunciò a favore della soprannaturalità dell’evento41Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 64, 65.

In particolare, 3 membri si astennero dal pronunciarsi sulla soprannaturalità ritenendo necessario un esame più approfondito, 1 membro sostenne l’assenza di argomenti a favore di un intervento soprannaturale. I restanti 7 membri si espressero, in coscienza, a favore di un intervento di ordine superiore42Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 198 43Cavalli G., Madonnina di Civitavecchia, l’ultima parola spetta al Papa, Corriere della Sera 20/01/1998.

Il 22 novembre 1996 si conclusero i lavori della Commissione e l’iter delle indagini passò alla Santa Sede nell’organo della Congregazione per la Dottrina della fede.


 

1.5 La Commissione vaticana su Civitavecchia e il card. Bertone

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A seguito dell’indagine svolta dalla Commissione teologica diocesana di Civitavecchia, che sposò l’origine soprannaturale delle lacrimazioni della Madonna di Civitavecchia, il caso passò alla Santa Sede.

La Commissione vaticana su Civitavecchia fu annunciata il 27 ottobre 1997, presieduta dal card. Camillo Ruini, il quale però delegò la presidenza a mons. Domenico Pecile, vescovo emerito di Latina44Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 219.

Tutt’ora (2024) non si conosce più nulla riguardo a tale Commissione, certamente mons. Grillo non fu chiamato a testimoniare e neppure i membri della Commissione teologica diocesana. Furono invece interrogati i membri della famiglia Gregori e il parroco dei allora, mons. Pablo Martin45Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 219.


 

a) Il card. Bertone e la Madonna di Civitavecchia

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Il 17 febbraio 2005, durante il programma televisivo Porta a Porta, il card. Tarcisio Bertone (allora arcivescovo di Genova e non ancora segretario di Stato vaticano) dichiarò che la Santa Sede, mediante una Commissione supervisionata dal card. Camillo Ruini, avrebbe giudicato che “non consta la soprannaturalità” delle lacrimazioni di sangue a Civitavecchia46Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 25.

 

Qui sotto le dichiarazioni del card. Tarcisio Bertone a Porta a Porta:

Tali dichiarazioni televisive del card. Bertone, piuttosto irrituali, non trovarono però riscontro documentale e ufficiale da parte della Santa Sede.

Come si ascolta nel video, il card. Bertone definisce anche «frettolosa» la costituzione della Commissione teologica diocesana da parte di mons. Grillo, dimenticando forse che due membri di essa furono suggeriti direttamente dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.

L’allora vescovo di Civitavecchia, mons. Grillo, rispose al card. Bertone spiegando di non aver avuto alcuna comunicazione ufficiale di questo risultato, né di essere mai stato convocato a testimoniare47Il Giornale, 18/02/2005.

Va rilevato, inoltre, che una volta diventato Segretario di Stato vaticano, Bertone il 24 febbraio 2007 pose nella diocesi di Civitavecchia il suo ex segretario, mons. Carlo Chenis.

Il nuovo vescovo si confidò con il predecessore, mons. Grillo, spiegando che «Bertone mi ha voluto qui con il preciso mandato di distruggere ogni forma di devozione verso questa statuetta»48Chenis C. in Regolo L., Le lacrime di Civitavecchia, Mondadori 2014, p. 83.

Il vescovo Chenis, tuttavia, manifestò più volte stima e rispetto per la famiglia Gregori e grande apertura nei confronti dell’evento misterioso avvenuto in casa loro, tanta da disegnare il progetto del Santuario invitando Jessica Gregori a chiedere «alla Madonnina che ci aiuti nella realizzazione»49Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 230.

Mons. Chenis si ammalò di tumore nel 2009, in contemporanea con Annamaria Gregori, moglie di Fabio. Si incontrò con Fabio Gregori il 19 marzo presso il Policlinico Gemelli50Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 231 e morì il giorno stesso.


 

b) La Santa Sede, Civitavecchia e il pronunciamento “non constat”

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Padre Flavio Ubodi, vicepresidente della Commissione teologica diocesana, ha tuttavia rivelato che effettivamente almeno inizialmente la Commissione guidata dal card. Ruini si orientò verso il giudizio di non constat de supernaturalitate sul fenomeno di Civitavecchia, salvo poi sospendere questo giudizio per approfondire meglio la vicenda51Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 223.

Ricordiamo che il “non constat” è una formula prudenziale per significare che non si ritiene di avere prove sufficienti per attestare un evento miracoloso, usata spesso di fronte a casi ancora in corso, per riservarsi un pronunciamento ultimativo a tempo debito.

In un incontro riservato a Viterbo con mons. Pecile, presidente della Commissione vaticana (delegato da Ruini), lo stesso padre Ubodi intuì la sua opinione positiva su Civitavecchia ma che un certo orientamento aprioristicamente pregiudizievole in seno alla Commissione aveva spinto in un’altra direzione52Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 223.

La Commissione vaticana per lo studio dei fatti avvenuti sulla statua della Madonna di Civitavecchia si sarebbe quindi sciolta senza aver promulgato un decreto conclusivo53Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 224.


 

1.6 Il significato teologico delle lacrime di Civitavecchia

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Per quale motivo una statua mariana dovrebbe piangere?

Se le lacrimazioni avessero realmente origine soprannaturale, quale sarebbe il significato teologico e il loro messaggio all’umanità?

Il mariologo padre Stefano De Fiores, ordinario di Mariologia sistematica alla Pontificia Università Gregoriana e presidente dell’Associazione mariologica interdisciplinare italiana, riferisce che le lacrime di Civitavecchia mostrano «continuità, pur con aspetti nuovi, del medesimo messaggio veicolato in precedenti interventi mariani»54in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 65.

Nelle mariofanie dei secoli precedenti, infatti la Vergine rivelò infatti una «profonda umanità, delicatezza e partecipazione psicologica alle sorti del mondo»55in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 65. Alle volte si sarebbe manifestata sorridente, la maggior parte delle volte invece avrebbe predominato serietà, dolore, tristezza e pianto.

De Fiores si riferì in particolare alle apparizioni a Caterina Labouré (1830), a La Salette (1846), a Lourdes (1858), a Fatima (1917), a Siracusa (1953)56in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 65.

Le lacrimazioni di sangue di Civitavecchia avrebbero però un carattere ancora più urgente nel richiamare il mondo alla conversione dei cuori.


 

1.7 Ecclesiastici favorevoli e contrari

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Ci sono stati vescovi e cardinali che si sono espressi a favore o contro i fatti della Madonna di Civitavecchia?

Lo scetticismo che pervase (e pervade generalmente) le autorità ecclesiastiche su questi fenomeni emerse particolarmente in un’intervista all’allora vescovo di Civitavecchia (deceduto nel 2016), mons. Girolamo Grillo, il quale lamentò per anni «la completa emarginazione da parte dei miei confratelli vescovi; molti di essi, infatti, neppure mi rivolgevano più il saluto; forse mi ritenevano non più sano di mente e comunque mi trattavano come un ammalato, dal quale tenersi lontano».

Nella sua indagine su Civitavecchia, il giornalista Andrea Tornielli ricorda57Tornielli A., Il mistero delle lacrime, Segno 1995, p. 35 infatti lo scetticismo manifestato sul caso da parte di vari ecclesiastici, come l’allora arcivescovo di Napoli, card. Michele Giordano, il card. Ersilio Tonini, il card. Silvio Oddi e il card. Pio Laghi (il quale però cambiò idea e divenne pellegrino a Civitavecchia58Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 208)

Ma d’altra parte, lo stesso mons. Grillo, almeno fino al 15 marzo 1995 (quando asserì di aver assistito alla lacrimazione mentre la statuina si trovava nelle sue mani), fu il primo oppositore del fenomeno di Civitavecchia. Anche le cronache dell’epoca riportano il suo forte scetticismo sul caso59Fiorini C., «Se ha pianto sangue è un segno terribile». Ma il vescovo è cauto, l’Unità 09/02/1995.

Al contrario, si conosce il riconoscimento personale della soprannaturalità degli eventi da parte di San Giovanni Paolo II e, a livello locale, dei successori di mons. Girolamo Grillo alla diocesi di Civitavecchia, i quali hanno intessuto rapporti di stima e amicizia con la famiglia Gregori, sostenendo in qualche modo a loro volta l’origine soprannaturale degli eventi60Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 211-218, 235.

Parliamo di mons. Carlo Chenis (2007-2010), mons. Gino Reali (2010-2011), mons. Luigi Marucci (2011-2020) e l’attuale mons. Gianrico Ruzza.

Nel 2008, l’allora vescovo di Civitavecchia, mons. Chenis annunciò addirittura che la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) avrebbe in parte finanziato la costruzione del nuovo Santuario dedicato alla Madonna di Civitavecchia61Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 217.

Nel tempo, tante importanti autorità ecclesiali si sono recate a Civitavecchia in veste personale, come ad esempio il card. Emery Kanundowi Kabongo, per un periodo tra i segretari particolari di Giovanni Paolo II62Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 130, il già citato card. Pio Laghi e il card. Darío Castrillón Hoyos63Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 224.


 

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2. MADONNA DI CIVITAVECCHIA, LA STORIA E LE ULTIME NOTIZIE

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In questo paragrafo descriviamo la cronologia sintetica dei fatti e aggiorniamo costantemente sulle eventuali ultime notizie relative alla Madonna di Civitavecchia.

 

Nel 1995 la famiglia Gregori era composta da Fabio Gregori, operaio dell’Enel64Tucci G., “Abbiamo una statuina benedetta dal Papa”, l’Unità 12/04/1995, la moglie Accorsi Annamaria, la figlia Jessica (5 anni) e il piccolo Davide (2 anni).

La statuetta rappresentante la Madonna, dopo la donazione del parroco don Pablo Martin nel 1994, fu posta in una nicchia del giardino di casa.

Giocando con la statuina, la piccola Jessica la fece incidentalmente cadere e la danneggiò lievemente alla nuca (dettaglio rivelatosi importante successivamente per escludere una sostituzione prima, nel corso o dopo la manifestazione dei fenomeni che la riguarderanno65Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 15).

 

Il 2 febbraio 1995, giovedì, iniziò a verificarsi lo strano fenomeno delle lacrimazioni di sangue.

Per chi crede nell’origine soprannaturale del fenomeno può rilevare come in quella data ricorreva la festività liturgica della Candelora, ovvero la festa della Presentazione di Gesù al Tempio (Lc 2, 22-40), a 40 giorni di distanza dal Natale.

Secondo il racconto evangelico, il profeta Simeone accolse la famiglia di Gesù e li riconobbe come il Messia che sarà segno di contraddizione, poi si rivolse a Maria preannunciandole: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2, 35).

Quel giorno, verso le 16:20, il padre Fabio e la figlia Jessica si accorsero del liquido rosso presente sul volto della statuetta della Madonna e spaventati informarono il parroco don Pablo Martìn.

Anch’egli, intervenuto sul posto, vide due strisce rosse sul volto della statuina che partivano dall’incavo degli occhi, non assistette ad alcuna lacrimazione in atto (come testimoniò onestamente più volte, riferendo una forte miopia66Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 34).

 

Le altre lacrimazioni si sarebbero svolte nei giorni successivi, di fronte a moltissimi testimoni: il 3/02/1995 (alle 18:30 e alle 20:15), il 4/02/1995 (alle 19:30 e alle ore 23:30), il 5/02/1995 (alle 01:15, 02:30, 08:45, 09:45, 12:30-13:15, 14:40 e 20:40), il 6/02/1995 (alle 04:50) e infine il 15/03/95 (alle ore 08:15).

 

Il 5 febbraio 1995 la notizia giunse sulla cronaca nazionale67Serangeli S., E la Vergine slava piange lacrime di sangue, l’Unità 05/02/1995, mentre nell’aprile 1995 ne parlò anche il New York Times68Bohlen C., Civitavecchia Journal; Crying Madonna, Blood and Many, Many Tests, The New York Times 08/04/1995.

 

Il 6 febbraio 1995, convinto di dover destinare la statua alla parrocchia, Fabio Gregori consegnò la statuina al parroco padre Pablo Martin, il quale la pose in una stanza nella sua casa, almeno fino a quando il vescovo mons. Grillo non ordinò al sacerdote di restituirla ai proprietari oppure di distruggerla69Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 51.

Ai giornalisti, mons. Grillo negò la tensione con la famiglia Gregori, spiegando: «Non c’è nessuna polemica. Loro volevano portare in chiesa la statua ma noi, capite bene, non potevamo accoglierla. Avrebbe significato riconoscere l’evento»70Fiorini C., «Se ha pianto sangue è un segno terribile». Ma il vescovo è cauto, l’Unità 09/02/1995.

Il parroco la consegnò quindi a Enrico Gregori, il maggiore dei fratelli, che la nascose nella soffitta di casa sua71Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 52, 53, 55, 154, apponendo al cancello di casa il “famoso” cartello con scritto: “La statua della Madonna è stata trasferita altrove”.

Madonna di Civitavecchia, famiglia Gregori

 

Il 7 febbraio 1995 il medico internista Umberto Natalini, presidente della sezione di Civitavecchia dell’Associazione italiana medici cattolici e il dott. Graziano Marsili, analista del Centro diagnostico Europa, inviarono un referto a mons. Grillo della prima analisi scientifica del liquido compiuta sul luogo, in cui già si parlava di sangue72Si muove anche la Curia, Corriere della Sera 08/02/1995 73Fiorini C., «Se ha pianto sangue è un segno terribile». Ma il vescovo è cauto, l’Unità 09/02/1995.

 

L’8 febbraio 1995, il vescovo di Civitavecchia, mons. Girolamo Grillo, incontrò per la prima volta la famiglia Gregori e altri testimoni dell’evento74Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 55.

Durante l’incontro manifestò di voler custodire la statua e procedere con degli accertamenti scientifici in carico al Policlinico Gemelli, trovando però resistenza da parte dei Gregori, i quali rivendicarono la proprietà della statua e obiettarono alla scelta del Gemelli, proponendo piuttosto un’istituzione laica75Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 55.

 

Il 10 febbraio 1995, Fabio Gregori cambiò idea e si convinse nel consegnare la statuina al vescovo76Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 58. In quell’occasione si stabilì che gli esami scientifici sarebbero avvenuti nell’Istituto di Medicina legale del Gemelli, con la supervisione dell’ematologo Angelo Fiori. A tali indagini però avrebbe assistito anche un perito nominato dalla famiglia (docente in un’università laica), a garanzia di imparzialità77Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 58, 59.

 

Nello stesso 10 febbraio, mons. Grillo portò la statuina al Policlinico Agostino Gemelli di Roma e la consegnò al prof. Angelo Fiori, docente onorario di Medicina Legale all’Università Cattolica e al consulente nominato dalla famiglia, Giancarlo Umani Ronchi, responsabile dell’Istituto di Medicina legale dell’Università La Sapienza78Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 60.

 

Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 1995, secondo le cronache dell’epoca79Serangeli S., Il caso della madonnina passa alia Procura, l’Unità, 03/03/1995, il vescovo mons. Grillo fu ricevuto in Vaticano per un vertice sul caso di Civitavecchia con il card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

 

Il 15 marzo 1995 sarebbe avvenuta l’ultima lacrimazione, la 14°, mentre la statuina era proprio tra le mani di mons. Girolamo Grillo.

Il prelato fino ad allora, come già detto e come dimostrano i suoi diari, fu fortemente scettico del fenomeno, arrivando a parlare di truffa e intimando di distruggere la statuetta. Oltre a vietare ai suoi sacerdoti di recarsi sul luogo, incaricò segretamente il Vice Questore Aldo Vignati, perché facesse un’opportuna indagine sia sulla famiglia che sull’ambiente in cui si sarebbero verificati i fatti.

Improvvisamente, però, cambiò posizione e, nei riguardi dell’evento, abbandonò la prudenza che fino ad allora era risultata per alcuni fin troppo eccessiva. Un cambiamento tanto repentino da suscitare non poche perplessità in Vaticano80Accattoli L., Vaticano irritato: prudenza, Il Corriere della Sera 07/04/1995.

 

Il 4 aprile 1995 l’ematologo Giancarlo Umani Ronchi fu il primo a parlare di questa ulteriore lacrimazione, rivelando durante la trasmissione Misteri di aver dedotto l’avvenuta di una nuova lacrimazione quando assieme al patologo Angelo Fiori e al perito Aldo Spinella si recarono a casa del vescovo il 28 marzo 1995 in occasione del prelievo di sangue ordinato dalla Procura (ne parliamo nell’apposito paragrafo).

 

Il 5 aprile 1995 il vescovo mons. Grillo dovette intervenire pubblicamente per confermare le parole di Umani Ronchi, affermando di essere stato testimone, assieme ad altre 5 persone (la sorella, il marito, due suore e il nipote81Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 64), di una lacrimazione in un’intervista televisiva al TG1, precisando che «doveva rimanere un segreto, ma poi il professor Umani Ronchi nella trasmissione tv “Misteri” ha fatto qualche accenno»82Grillo G. in Martirano D., “Ho visto piangere la Vergine”, Corriere della Sera 06/04/1995.

Mons. Grillo ribadì questo punto in un’altra intervista, rilasciata al Corriere della Sera: «Non sono stato io a rivelare questo fatto della lacrimazione in casa mia, io l’ho solamente confermato: l’ha detto in televisione, durante la trasmissione “Misteri”, il professor Giancarlo Umani Ronchi, direttore dell’Istituto di Medicina legale dell’Università La Sapienza. Ha detto che c’era stata una nuova lacrimazione in casa del vescovo, ed era vero»83Grillo G., in Accattoli L., “Ha pianto davanti al giudice”, Il Corriere della Sera 07/04/1995.

 

Il 6 aprile 1995 la Magistratura ordinò il “sequestro” della statuina della Madonna, apponendo dei sigilli all’armadio del vescovo, mons. Grillo e nominandolo custode giudiziario84Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 82.

 

Il 18 aprile 1995, alla fine delle indagini, avvenne il “dissequestro” della statua della Madonna da parte del vicecommissario Luigi Frisina, il quale tolse i sigilli della Magistratura dall’armadio del vescovo e ne constatò l’integrità85Martirano D., Liberata la Madonnina, Corriere della Sera 19/04/1995 86Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 85.

 

Il 19 aprile 1995 si riunì per la prima volta la Commissione teologica diocesana.

 

Sempre nell’aprile 1995 avvenne anche un incontro tra la famiglia Gregori e Madre Teresa di Calcutta, in visita a Roma. Fu la futura santa a voler onorare la Madonna di Pantano recandosi sul luogo ma un’improvvisa malattia cambiò i piani e furono i Gregori e l’allora parroco padre Pablo ad andare a Roma per incontrarla.

Madre Teresa di Calcutta Madonna di Civitavecchia

 

L’11 giugno 1995 Giovanni Paolo II invitò mons. Grillo in Vaticano e pregò davanti alla statuina della Madonna di Civitavecchia, la benedisse e la incoronò con un rosario tuttora presente sulla statua (lo testimonierà per iscritto il 20 ottobre 2000).

 

Il 17 giugno 1995 la statuina della Madonna fu restituita alla comunità e posta nella chiesa di Sant’Agostino87Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 106, dove si trova tuttora, con una celebrazione molto sentita: furono 300 i pass richiesti alla Curia da televisioni e giornalisti di tutto il mondo88Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 111.

Alcuni media parlarono di un arrivo hollywoodiano su un elicottero ma si trattò di un’idea della Questura per evitare assembramenti, la statuina arrivò con un’auto blu della forza pubblica89Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 110.

 

L’8 dicembre 1996, nella liturgia dell’Immacolata Concezione, mons. Girolamo Grillo consacrò Civitavecchia e la diocesi al Cuore Immacolato di Maria, come avrebbe richiesto la Vergine in un’apparizione a Jessica Gregori il 7 dicembre 199590Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 166.

 

Il 16 ottobre 2000 il giudice Carmine Castaldo accolse la richiesta di archiviazione della Procura di Civitavecchia e il proscioglimento pieno degli indagati91Castaldo C., Decreto di archiviazione, 16/10/2000 92Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 91.

 

Il 13 giugno 2001 Giancarlo Umani Ronchi, perito della Magistratura e ordinario di Medicina legale all’Università La Sapienza scrisse al vescovo di Civitavecchia, mons. Grillo, commentando la sentenza conclusiva della Procura e sottolineando amarezza verso il fatto che, nonostante fosse stato nominato dagli inquirenti come consulente tecnico, fu ignorata la sua testimonianza di aver osservato il 28 marzo tracce di una nuova lacrimazione93Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 99.

 

Il 17 febbraio 2005 durante il programma televisivo Porta a Porta, il card. Tarcisio Bertone dichiarò che la Santa Sede, mediante una Commissione supervisionata dal card. Camillo Ruini, aveva giudicato che “non consta la soprannaturalità” delle lacrimazioni di sangue a Civitavecchia94Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 25.

 

Il 26 febbraio 2005, in occasione del suo ricovero d’urgenza in ospedale, Jessica Gregori scrisse a Giovanni Paolo II per informarlo delle «tante cose che non ti hanno detto e che ti riguardano in prima persona, ma che specialmente sono legate a Fatima»95Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 189. Il Pontefice rispose con lettera intestata della Segreteria di Stato tramite il vescovo diocesano96Galeazzi G., Il segno di Civitavecchia, La Stampa 15/07/2012.

 

Il 15 marzo 2005 mons. Grillo emanò il Decreto costitutivo di un nuovo Santuario mariano di statuto diocesano dedicato alla Madonnina di Civitavecchia, obbedendo alla richiesta personale fattagli da Giovanni Paolo II. Ad oggi (2024) non è stato ancora dato seguito compiuto a queste disposizioni97Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 215.

 

Il 30 maggio 2005, al termine di una riunione con i vescovi della Conferenza episcopale italiana, Papa Benedetto XVI incontrò mons. Grillo, vescovo di Civitavecchia, salutandolo in questo modo: «A Civitavecchia la Vergine farà grandi cose!»98Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 25.

 

Nell’ottobre 2006 si diffuse la voce che la Madonna di Civitavecchia, custodita in una teca di vetro all’interno della chiesa di Sant’Agostino a Pantano, avrebbe lacrimato di nuovo. Il vescovo, mons. Grillo, precisò che «non si può parlare di una nuova lacrimazione, ma quelle tracce di sangue che erano state completamente tolte dalla Criminalpol ai tempi dell’indagine, lasciando l’immagine completamente bianca, sono tornate evidenti».

Un fenomeno riscontrato anche dall’articolista del Corriere della Sera, Lida Yasmin Mahadavi99Mahadavi L.Y., “La Madonna di Civitavecchia piange di nuovo”, Corriere della Sera 22/10/2006 e dal caporedattore de Il Messaggero, Giuseppe Baccarelli, a lungo indagatore del caso. Tuttavia potrebbe trattarsi di un’illusione ottica in quanto il fenomeno dipende dalla prospettiva di osservazione.

 

Oggi (2024) la piccola chiesa santuario di Sant’Agostino continua ad attrarre un incessante flusso di fedeli e piccoli gruppi ma «si è purificata di ogni scoria di sensazionalismo», disse nel 2005 mons. Grillo100in Muolo M., Intervista al vescovo mons. Girolamo Grillo, Avvenire 08/02/2005.

I grandi media non si fanno più vedere e il fervore giornalistico dell’epoca ha lasciato spazio al bisogno di conversione dei tanti silenziosi pellegrini che vi si recano ogni giorno. «La prima spesa che dovemmo affrontare fu quella dei confessionali», ha rivelato don Augusto Baldini, parroco di una paese vicino a Pantano. «Il desiderio e la volontà di riconciliarsi con Dio sono stati e sono, per tutti i visitatori, la prima richiesta, dopo l’incontro con la Madonna»101Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 121.

Per quanto riguarda la famiglia Gregori, ad oggi (2024) Fabio, Annamaria e Jessica sono attivamente impegnati nella vita parrocchiale come catechisti, mentre Davide si è sposato e segue l’oratorio. Il più piccolo, Manuel studia giurisprudenza in università. Anche Jessica è convolata a nozze il 13 marzo 2012 con Lorenzo Giovannelli, ed è diventata mamma di Raul Maria (2013) ed Emanuele (2022)102Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 233-235.

Bisogna riconoscere che i Gregori, ancora oggi (2024), al di là di qualche intervista, vivono nel nascondimento e nell’obbedienza alla Chiesa.

 

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3. MADONNA DI CIVITAVECCHIA, GLI AUTOREVOLI TESTIMONI OCULARI

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Un ruolo importante in questo caso sono gli autorevoli testimoni oculari che testimoniarono le lacrimazioni in atto della statuina della Madonna di Civitavecchia.

Fin dai primi giorni, oltre alla famiglia Gregori (e poi al vescovo), furono tantissimi i testimoni “semplici”, ovvero normali cittadini e curiosi, credenti e non, presenti davanti alla statuina della Madonna di Civitavecchia.

Ma, ancora più importanti, sono le testimonianze di persone di indubbia credibilità in quanto estranee e per nulla predisposte psicologicamente al fenomeno stesso.

Come già detto, questi testimoni sono stati ascoltati, sotto giuramento, anche dagli inquirenti durante le indagini della Magistratura.


 

3.1 Gli agenti di polizia

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Il primo membro delle forze militari a osservare la statuina fu il colonnello Enea Fabio Rubulotta, ex capitano di fanteria, partigiano omaggiato dallo Stato italiano con la croce al valor militare nel 1954103Gazzetta Ufficiale 1954.

In quanto amico personale del parroco, padre Pablo Martin (si convertì nel 1987104Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 36) fu la prima persona che il sacerdote chiamò il 2 febbraio 1995 non appena visionò il sangue sulla statua della Madonna di Civitavecchia105Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 36.

Esperto di indagini per la Polizia giudiziaria106Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 37, il colonnello analizzò la statua e chinatosi supino sotto di essa vide che «gli occhi» erano «perfettamente colmi di sangue, senza la più impercettibile sbavatura di colore»107Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 37.

Rubulotta improvvisò quindi una sorta di interrogatorio individuale di tutti i presenti per raccogliere le varie versioni e individuare eventuali contraddizioni, concludendo tuttavia che «tutte le versioni concordavano tra di loro», compresa quella della piccola Jessica (6 anni)108Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 37.

Fu lo stesso colonnello Rubulotta a proporre di scattare qualche foto «per doverosa testimonianza»109Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 37.

 

Qui sotto la prima foto scattata alla statua della Madonna di Civitavecchia

madonna di civitavecchia 2 febbraio

 

Già nei giorni seguenti alla prima lacrimazione, il giardino dei Gregori iniziò a riempirsi di fedeli e curiosi e fu lo stesso Fabio Gregori a contattare la polizia, spaventato dall'”invasione” nella sua proprietà110Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 42.

Come testimoniano le cronache dell’epoca111Serangeli S., E la Vergine slava piange lacrime di sangue, l’Unità 05/02/1995, due giorni dopo, il 4 febbraio 1995, intervennero infatti «alcune pattuglie di polizia» nel giardino dei Gregori.

Tra i primi ad arrivare furono di agenti di Polizia municipale e gli agenti della Polizia di Stato inviati dal Commissariato di Civitavecchia per un sopralluogo.

Il comandante del Corpo di Polizia Municipale di Civitavecchia, Giancarlo Mori (deceduto nel 2023), assieme al fotografo Mauro Velardi, assistette personalmente a una delle lacrimazioni112Zuccolini R., Madonna piangente, consulto in Vaticano, Corriere della Sera 02/03/1995.

Fu quella del 4 febbraio 1995 alle 19:30, assistette assieme ad un collega e a due poliziotti113Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 42.

Il tenente colonnello Mori era un uomo noto in città per essere un laico convinto114Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 42, ben conosciuto dal giornalista de Il Messaggero, Massimiliano Marasco che si stupì della reazione del comandante: «Non l’ho mai visto così. E ve lo dice uno che lo conosce»115Marasco M, in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 43

Ecco come lo stesso Giancarlo Mori descrisse l’evento:

«Stavo conversando con un collaboratore, quando un agente della Questura ha richiamato la mia attenzione. “Il fenomeno”, ci disse, “si sta ripetendo”. Proprio in quel momento il viso della Madonna cominciava ad arrossarsi. Nello spazio sotto gli occhi, per una superficie che sarà stata di uno, due millimetri quadrati, si andava manifestandosi una coloritura rosso vivo. C’era del liquido che, nel giro di quindici minuti, tempo in cui aveva preso consistenza, incominciò a colare»116Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, pp. 42, 43.

Qui sotto una video-intervista al comandante Giancarlo Mori rilasciata alla Rai:

 

Ecco la trascrizione delle parole pronunciate nel video qui sopra dal comandante Mori:

«Nonostante che io faccia questo lavoro, non mi è neanche minimamente balenato per la mente che si potesse trattare di una artefazione o di una qualche manomissione dell’oggetto di cui stiamo parlando. Io non sono un credente, sono un laico convinto. Sicuramente il fatto, non è che non ha lasciato traccia nella mia persona e nella mia mente. Però cerco di pensarci il meno possibile, e pur non essendo in grado di dare personalmente una spiegazione razionale e fisica alla cosa, sono comunque portato a continuare a credere che non possa trattarsi di un miracolo. Una qualche spiegazione di natura fisica deve pur esserci».

 

Il 23/02/1995, intervistato da Enzo Biagi per Il Fatto, il comandante Giancarlo Mori respinse anche la tesi di una suggestione collettiva.

 

Qui sotto la video-intervista a Il Fatto
(spezzone preso dal nostro video-dossier):

 

Ecco la trascrizione delle parole pronunciate nel video qui sopra dal comandante Mori:

«Eravamo quattro, sicuro quattro pubblici ufficiali. Che tutti e quattro potessimo essere soggetti a un fenomeno di allucinazione collettiva mi pare improponibile».

 

Il comandante Giancarlo Mori testimoniò quanto osservato il 4 febbraio alle ore 19:00 anche in Procura sia con una memoria scritta (8 marzo 1995) che tramite audizione sotto giuramento (il 29 maggio 1995), confermando di aver assistito coi propri occhi a una lacrimazione quando si recò a casa Gregori assieme al collega Maurizio Bevilacqua per un sopralluogo117Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 285.

 

Sempre il 4 febbraio 1995, alle ore 19:00, presenti nel giardino dei Gregori vi furono anche agenti della Polizia di Stato, tra cui Marco Loi e il nipote, il sovrintendenteMirko Loi.

Anch’essi furono ascoltati dagli inquirenti della Procura di Civitavecchia (10 marzo 1995), dove testimoniarono di aver visto il rivolo destro, una sostanza rossastra allungarsi lentamente per circa dieci minuti lungo la guancia della statuina, sino a raggiungere la mano situata all’altezza del cuore118Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 285.

Mirko Loi rilasciò un’intervista nel 2013 al programma La Storia siamo noi in onda sulla Rai, visionabile qui sotto.

 

Qui sotto la video-intervista al sovrintendente di Polizia, Mirko Loi
(spezzone preso dal nostro video-dossier):

 

Un altro pubblico ufficiale testimone oculare della stessa lacrimazione, quella delle 19:00 del 04 febbraio 1995, fu l’agente di Polizia Franco Massarroni, assistente Capo-UGP, il quale rilasciò in data 8 marzo 1995 questa relazione di servizio al Commissariato di Civitavecchia:

«Ho potuto osservare il formarsi di una piccola bolla di colore rosso immediatamente sotto l’occhio destro e su una preesistente macchia del medesimo colore, in conseguenza della quale detto liquido colava sulla guancia della statuina fino all’altezza della bocca»119Massarroni F., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 287.

 

Nello stessa serata del 4 febbraio 1995, alle ore 23:30, testimoni oculari di un’altra lacrimazione furono l’agente scelto della Polizia di Stato, Gianni Ghiani (oggi Sovrintendente della Polizia di Stato presso il Commissariato di Civitavecchia), l’agente di Polizia Cristina Maria Masoni (fidanzata di Ghiani) e l’agente di Polizia Maria Neghettoso.

Il 10 marzo 1995, l’agente scelto Gianni Ghiani consegnò questa relazione di servizio al Commissariato:

«Ad un certo momento, dall’occhio sinistro, pulito (solo il viso della parte destra era rigato da un flusso scuro non recente), la statuina ha iniziato a lacrimare molto lentamente, un liquido rosso scuro molto denso. Il percorso della non meglio definita lacrima era tale e quale a quello che in un viso umano una vera lacrima avrebbe dovuto percorrere: uscendo dall’occhio, ha percorso il viso curvando sullo zigomo, per poi ridiscendere sulla gota e colore ancora sul vestito della Madonnina. Incredulo (o forse sbigottito) per ciò che aveva davanti, a circa 50 centimetri, mi sono voltato di scatto verso la mia fidanzata quasi a chiedere con lo sguardo stupefatto conferma di quanto stessi vedendo, con immediata, pari stupita conferma da parte della stessa, di tutta la gente che assisteva a detta lacrimazione, compresi gli altri due amici poliziotti»120Ghiani G., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 286.

 

L’agente di Polizia Cristina Maria Masoni, nella sua relazione di servizio al Commissariato del 15 marzo 1995, scrisse:

«Trovandomi a una distanza di circa 50 centimetri […], mentre la osservavo, dall’occhio sinistro, sino a quel momento completamente pulito, è cominciato a fuoriuscire altro liquido denso di colore rossastro. A quel punto, mi sono voltata verso il mio fidanzato e verso i due colleghi (questi ultimi due in piedi dietro di me), quasi a voler cercare conferma di quanto avessi visto: tutte e tre vedevamo ciò che io stavo vedendo»121Masoni C.M., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 286.

 

Infine, anche l’agente di Polizia Maria Neghettoso, presente quella sera, nella relazione di servizio del 15 marzo 1995 scrive:

«Arrivati proprio davanti alla Madonnina a breve distanza, notavamo che la parte destra della statua presentava una lunga macchia di colore rossastro di un liquido già apparentemente secco, mentre la parte sinistra era completamente pulita. Siamo rimasti ad osservare la statuina per alcuni minuti, dopodiché, abbiamo notato con grande stupore nostro e dei presenti, che dalla parte sinistra, fino a quel momento rimasta pulita, fuoriusciva dalla parte dell’occhio una goccia di liquido rosso che molto lentamente correva giù per la statuina»122Neghettoso M., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 286, 287.

 

Il giorno dopo, 5 febbraio 1995, saranno «tre volanti» inviate dal Commissariato di Civitavecchia.

Fin da subito fu organizzato un coordinamento del grande afflusso di fedeli, giornalisti e semplici curiosi e gli agenti iniziarono anche a piantonare la statuina giorno e notte, che nel frattempo era stata protetta dietro a un vetro per evitare che venisse toccata123Serangeli S., E la Vegine slava piange lacrime di sangue, l’Unità 05/02/1995.

Madonna Civitavecchia polizia

Sul Corriere del 5/02/1995, due giorni dopo la prima lacrimazione, si legge: «La villetta è presidiata da vigili urbani e poliziotti. C’è stato anche chi ha cercato di rompere la statua, nel tentativo di scoprire un eventuale trucco. In serata, per sicurezza, la madonnina è stata protetta con un vetro e le forze dell’ordine non la lasciano toccare»124Madonna di Medjugorje piange sangue, Corriere della Sera 05/02/1995.

Questo intervento repentino da parte dello Stato è stato fondamentale per produrre testimonianze autorevoli, una circostanza che raramente si è verificata con tanta velocità in altri casi simili.

I vari agenti di polizia, alcuni qui sopra citati, testimoniarono sotto giuramento quanto videro davanti al magistrato Antonio La Rosa125Serangeli S., La magistratura archivierà il “caso Madonnina”, l’Unità 16/05/1995.

 

Il valore indiscutibile di tali testimonianze oculari è dimostrato anche dal fatto che uno dei più scettici sui fatti di Civitavecchia, il blogger Marco Corvaglia, nel riportare la sentenza conclusiva della Magistratura, abbia scelto di omettere proprio il passaggio in cui si fa riferimento alle testimonianze dei pubblici ufficiali.

 

Ecco come Marco Corvaglia riporta la sentenza della Magistratura
(e cosa invece dice l’originale):

marco corvaglia madonna civitavecchia


 

3.2 Giornalisti e fotoreporter

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Oltre agli agenti di polizia, nell’immediatezza dei fatti giunsero numerosi cronisti, giornalisti e fotografi di redazione. Prima quelli locali e poi quelli di testate nazionali.

Tra i primi a giungere sul posto fu Massimiliano Marasco, giornalista de Il Messaggero.

Il cronista Marasco osservò lo stesso fenomeno già raccontato dai vari agenti di polizia, ecco le sue parole al giornalista Riccardo Caniato:

«Ero lì per il mio giornale, in mezzo a una folla mai vista a Pantano. Ho sentito un vociare sommesso provenire dalla grottarella. Giunto davanti all’altarino costruito dal proprietario della casa, mi sono chinato un poco a osservare la statuina e ho visto chiaramente delle gocce di sangue uscirle dagli occhi»126in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 43.

 

Qui sotto la video-testimonianza del cronista Massimiliano Marasco
(spezzone preso dal nostro video-dossier):

 

Il 5 febbraio 1995 arrivò sul posto anche un’altra giornalista de Il Messaggero, Cristiana Vallarino, la quale testimonierà con queste parole:

«Ero lì proprio in quanto atea. Avevo voluto verificare quanto si diceva accadere, convinta che sarei incappata nell’ennesimo bluff. Invece rimasi colpita. Mi trovai a confrontarmi con qualcosa di oggettivamente reale, di assolutamente vero»127in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 43.

 

Qui sotto la video-testimonianza della giornalista Cristiana Vallarino:
(spezzone preso dal nostro video-dossier):

 

Sempre il 5 febbraio, la giornalista Cristiana Vallarino è accompagnata da un fotoreporter professionista della Reuters, Giampiero Sposito, le cui foto saranno poi utilizzate anche per le indagini. Anch’egli osservò del liquido più fresco sul volto della statuina e smentì l’ipotesi di allucinazione collettiva e della frode.

 

Qui sotto la video-testimonianza del fotoreporter Giampiero Sposito
(spezzone preso dal nostro video-dossier):

 

Secondo le cronache dell’epoca, il 5 febbraio 1995 presso la villetta dei Gregori vi erano già le televisioni internazionale: la CNN, Telecinco e la BBC128Martirano D., Assedio alla Madonna che piange, Corriere della Sera 06/02/1995.


 

3.3 Il sindaco

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Tra i testimoni più rappresentativi delle lacrime della Madonna di Civitavecchia c’è anche un rappresentante delle istituzioni (laico).

Parliamo dell’allora sindaco di Civitavecchia, Pietro Tidei, presente nel giardino dei Gregori «per la prima volta nel pomeriggio di sabato»129Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 42, 4 febbraio 1995.

Lo riferì lui stesso in una testimonianza importante in quanto, come tanti altri testimoni, non era facilmente suggestionabile in quanto dichiaratamente laico e comunista (eletto nelle file dei Democratici di sinistra), per nulla vicino al mondo religioso.

In un’intervista del 26/03/1995, quasi due mesi dopo i fatti, Pietro Tidei sostenne infatti di aver visto lacrimare la Madonna di Civitavecchia e, dichiarandosi scettico130Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 74 e agnostico, esplicitò di essere «in attesa rispetto al fenomeno. Non mi spingo a dire convertito, sicuramente è una grande emozione»131Garrone L., “Sogno la Lourdes del Lazio”, Corriere della Sera 26/03/1995.

Nella stessa intervista132Garrone L., “Sogno la Lourdes del Lazio”, Corriere della Sera 26/03/1995, l’allora sindaco si riferì inoltre alla commozione anche di un consigliere comunale, Mario Bomboi, anch’esso presumibilmente presente di fronte alla nicchia della Madonnina e, a sua volta, inizialmente scettico.

Per essere sinceri, al contrario delle altre testimonianze, quella del sindaco non la riteniamo una testimonianza particolarmente suggestiva.

Innanzitutto perché, al contrario degli altri testimoni, non risulta si sia mai sottoposto a una dichiarazione giurata e/o sia mai stato interrogato in merito né dalla Magistratura, né dalla Commissione teologica diocesana.

Inoltre, al contrario della famiglia Gregori e delle autorità religiose, fin da subito il sindaco Tidei tradì un comportamento “interessato” del fenomeno: nelle sue interviste, nei suoi comunicati e nelle lettere al vescovo, infatti, non fece molto per nascondere la volontà di trarre profitto dal fenomeno delle lacrimazioni, sia di tipo economico (turismo religioso) che politico (visibilità della città di Civitavecchia).


 

3.2 Medici e scienziati

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Un’ultima categoria di testimoni autorevoli ad aver in qualche modo assistito alle lacrimazioni è quella dei medici.

In questo caso non si tratta però di testimonianze dirette, ma indirette.

L’occasione fu la (presunta) 14° lacrimazione, quella che sarebbe avvenuta in casa del vescovo, a Villa San Francesco, il 15 marzo 1995.

Come descritto nel paragrafo dedicato, mons. Girolamo Grillo, dopo aver assistito al fenomeno assieme ad altre 5 persone, si sentì male per lo shock e fu chiamato in soccorso il dott. Marco Di Gennaro, cardiologo primario dell’Ospedale di Civitavecchia133Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 65.

Durante il suo pronto intervento medico, Di Gennaro non poté non osservare l’effettiva presenza di sangue fresco sul volto della statuina.

Lo testimoniò lo stesso primario Di Gennaro con queste parole:

«Ho trovato mons. Grillo molto pallido e provato, seduto su una poltrona, vicino al tavolo del salone all’ingresso della sua residenza. Era emozionato e in preda ai suoi pensieri. Teneva ancora la Madonnina fra le mani. Me la mostrò. Sul suo volto si evidenziavano due chiazze di color rosso vivo, che si sovrapponevano alle precedenti lacrimazioni riconoscibili per il colore più scuro, brunastro del coagulo»134Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 65.

 

Qui sotto la video-testimonianza del cardiologo Marco Di Gennaro
(spezzone preso dal nostro video-dossier)

 

Un altro testimone indiretto fu Giancarlo Umani Ronchi, responsabile dell’Istituto di Medicina legale dell’Università La Sapienza, presente il 28 marzo 1995 in casa del vescovo assieme al perito della Criminalpol, Aldo Spinella, per eseguire il prelievo di sangue ordinato dalla Procura.

Umani Ronchi aveva già analizzato a lungo la statuina un mese prima presso il laboratorio del Policlinico Gemelli, su richiesta della Curia.

Il 15 marzo, si accorse subito che le tracce ematiche non erano le stesse: sul lato destro del volto vi era infatti una traccia di sangue dal colorito più vivo (dunque più fresco)135Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 77.

 

Qui sotto la video-testimonianza dell’ematologo Umani Ronchi:

 

Qui sotto la trascrizione delle parole pronunciate nel video da Umani Ronchi:

«Io e il prof. Fiori, quando l’abbiamo rivista una settimana fa…dopo che abbiamo avuto l’incarico dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia di riesaminare la statuetta in seguito alla denuncia che era stata fatta per abuso della credibilità popolare, abbiamo riesaminato la statuetta. Siamo andati a casa di mons. Grillo, vescovo di Civitavecchia, e abbiamo notato che i rivoli di sangue erano diversi, nel senso che erano aumentati. C’era un aumento di questo materiale rossastro, che noi poi abbiamo identificato come sangue, soprattutto sulla gota destra. Noi l’avevamo lasciato a questo livello [indica la mandibola, ndr] e l’abbiamo rivista che era più giù, si era prolungato questo rivolo [indica il collo, ndr]»

Facciamo notare che l’eminente ematologo de La Sapienza usa il plurale, coinvolgendo quindi nella testimonianza il suo collega, altrettanto prestigioso, Angelo Fiori.

Questa testimonianza fu ribadita dallo stesso eminente scienziato in una lettera inviata al vescovo mons. Grillo nel 2001, a ridosso della pubblicazione della sentenza di archiviazione:

«Le osservazioni del pubblico ministero dott. Antonio La Rosa suscitano perplessità e amarezza. Perplessità, perché, pur conoscendoli, ha ignorato fatti che sono emersi in quei giorni, senza tenerli in alcun conto o, peggio, senza compiere alcuna indagine diretta a verificarne la credibilità. Mi riferisco alla mia testimonianza, seppur indiretta, della ulteriore lacrimazione avvenuta nelle Sue mani. Ricordo, come fosse ora, che il 28 marzo, presso la Sua abitazione, appena vista la piccola statua non ho potuto frenare esclamazioni di meraviglia alla presenza di alcuni poliziotti, del dott. Spinella della Criminalpol e, forse, dello stesso dott. La Rosa (non ricordo se fosse presente). Avevo notato che la gota destra presentava una traccia nettamente più estesa di materiale rossastro (poi rivelatosi sangue) rispetto all’ultimo prelievo effettuato presso il Policlinico Gemelli alcuni giorni prima. Il rivolo che, secondo i miei ricordi, si arrestava all’altezza inferiore del viso (a livello della mandibola); la nuova traccia presentava un colore più chiaro, tanto che piuttosto netta, ai miei occhi, appariva la differenza rispetto a quella ancora evidenziabile a monte. Pregai più volte il dott. Spinella, che era stato incaricato, insieme a me e al prof. Fiori, di effettuare distinti prelievi delle due parti del rivolo, ma questi rifiutò adducendo che -comunque- ove vi fosse stata una qualche differenza, sarebbe emersa dalle indagini. Asserzione scientificamente corretta sotto il profilo delle indagini sul Dna, ma indubbiamente erronea ove il pubblico ministero avesse formulato anche il quesito sulla cronologia delle diverse parti della traccia ematica»136Umani Ronchi G., Lettera a mons. Girolamo Grillo, 13/06/2001 137in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 99, 100.

 

Il 6 febbraio 1995, a soli 4 giorni dalla prima lacrimazione, sui quotidiani già interveniva il chimico Luigi Garlaschelli del CICAP, tranquillizzando gli scettici sul fatto che tali «fenomeni non si riesce mai a vederli: c’è sempre una persona che dice di aver visto le lacrime, poi gli altri si trovano davanti alla statuetta con le striature sotto gli occhi»138Martirano D., La Madonna sparita: ora diventa un giallo, Corriere della Sera 07/02/1995.

Garlaschelli non poteva certo sapere che i testimoni delle lacrimazione non erano “una persona”, anonima e magari predisposta psicologicamente al fatto, ma decine di autorevoli testimoni, in gran parte per nulla interessati dal fenomeno stesso. Tra essi : poliziotti, vigili urbani, giornalisti, foto-reporter, alcuni riportati in questo paragrafo.

Quindi, non c’è solo chi vide le striature sul volto della statuetta ma anche chi assistette in prima persona alla lacrimazione, oltretutto mentre la statuetta era protetta dietro a un vetro e piantonata dalle forze dell’ordine.

 

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4. MADONNA DI CIVITAVECCHIA, INDAGINE DELLA MAGISTRATURA

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Oltre a decine di autorevoli testimoni nell’immediatezza dei fatti (poliziotti, medici, giornalisti ecc.), il caso delle lacrime della Madonna di Civitavecchia è unico nel suo genere anche per l’indagine della Magistratura, intervenuta repentinamente.

Gli inquirenti si mossero infatti dopo che il 2 marzo 1995 il Codacons, associazione in difesa dei consumatori (al quale aggregherà anche il Telefono Antiplagio), presentò alla Procura della Repubblica di Civitavecchia un esposto, invitandola a verificare se nella vicenda della lacrimazione non si potesse verificare il reato di truffa e di abuso della credulità popolare139Serangeli S., Il caso della madonnina passa alia Procura, l’Unità, 03/03/1995.

L’allora presidente del Codacons, Giuseppe Lo Mastro, sostenne infatti l’ipotesi di un’offesa «della fede cattolica e della credulità dei fedeli»140Serangeli S., Il caso della madonnina passa alia Procura, l’Unità, 03/03/1995, prospettando l’uso di un marchingegno interno alla statuina (una elettrovalvola a comando), come avvenuto in altri casi simili.

Il vescovo mons. Girolamo Grillo, anche lui per nulla convinto delle lacrimazioni (lo sarà dopo il 15 marzo), rispose alla notizia dell’esposto ricordando di essere stato il primo «a valutare i rischi di un inganno o di uno scherzo di pessimo gusto»141Nuovi esami per la Madonnina, Corriere della Sera 06/03/1995.

La posizione del vescovo nei confronti dell’intervento della Magistratura fu ambivalente.

Inizialmente, come riportano le cronache dell’epoca, lodò più volte l’iniziativa nell’ottica dell’aiuto «a cercare la verità»142Grillo G., in Accattoli L., “Ha pianto davanti al giudice”, Il Corriere della Sera 07/04/1995 e per «contribuire a fare chiarezza»143Indaga anche la Procura, Corriere della Sera 07/03/1985 144Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 39.

Dall’altro, si lamentò del fatto che, a suo dire, i magistrati non si mossero quando era lui a sostenere la truffa mentre «si è mossa, viceversa, quando si sono mossi esponenti di un certo partito, non di Civitavecchia»145Bartoloni B., “Lacrime vere dalla Madonna”, Corriere della Sera 24/03/1995.

Inoltre, affermò che se gli inquirenti si fossero mossi prima, avrebbe «evitato di spendere una somma rilevante per fare le stesse analisi che ora la procura inevitabilmente richiederà agli esperti»146Bartoloni B., Un santuario per la Madonna, Corriere della Sera 25/03/1995.

Infine, mons. Grillo lamentò l’intervento della Magistratura solamente dopo che egli aveva dichiarato apertamente l’avvenuta lacrimazione nelle sue mani, quando cioè aveva posto ogni valutazione della vicenda nell’ambito di competenza della Chiesa147Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 50.

In realtà non è proprio corretto, le indagini ufficiali della Magistratura iniziarono infatti il 6 marzo 1995, guidate dal procuratore Antonio Albano e dalla polizia di Stato coordinata dal commissario capo Luigi Di Maio. Dunque antecedentemente al giorno in cui affermò di aver assistito a una lacrimazione.


 

4.1 Indagini sulla famiglia Gregori

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Prima ancora dell’intervento della magistratura, il 7 febbraio 1995 fu il vescovo di Civitavecchia, mons. Girolamo Grillo, radicalmente scettico verso il fenomeno delle lacrimazioni, a contattare il vice questore della città, Aldo Vignati chiedendogli di indagare sulla famiglia Gregori148Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 50.

Era stato per primo il vice questore a contattare il vescovo, il 5 febbraio, temendo che i pellegrinaggi non autorizzati presso casa Gregori possano continuare a lungo costringendolo a impiegare notevoli agenti sul luogo149Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 50.

Il responso del vice questore Vignati all’incarico informale del vescovo fu il seguente: «A carico della famiglia di Gregori Fabio non risulta alcuna pendenza; anzi, a detta di tutti coloro che sono stati ascoltati, sarebbe una famiglia onesta e normale, sotto ogni profilo»150Vignati A., Lettera al vescovo M. Girolamo Grillo, 02/02/1997 151Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 55.

 

Un’indagine simile venne svolta inizialmente anche dalla Polizia di Stato, ne ha parlato anche l’allora sovrintendente Mirko Loi (intervista visionabile nel nostro video-dossier):

«Abbiamo fatto delle indagini sulla famiglia Gregori, che è risultata una famiglia perbene: una famiglia stimata da tutti»152Loi M., in La Storia siamo Noi, Rai3 21/03/2013

Il 10 marzo 1995 si procedette alla perquisizione della casa di Fabio Gregori, quella della madre e dei suoi fratelli153Baduel A., E il proprietario della statua ora è indagato, l’Unità 10/04/1995.

Sei squadre del commissariato di Civitavecchia perquisirono a sorpresa e contemporaneamente tutte le abitazioni dei Gregori, compresi i garage, le cantine e i capanni degli attrezzi154Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 73.

Contemporaneamente e per quaranta giorni consecutivi, anche i telefoni dei Gregori vennero segretamente messi sotto intercettazione in «ascolto continuo», compreso il numero della parrocchia155Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 73.

Il passo successivo degli inquirenti, dall’11 al 16 marzo 1995, fu ascoltare i testimoni oculari (oltre 15) delle presunte lacrimazioni, a partire da Fabio Gregori e dai poliziotti che piantonarono il giardino tra il 4 a il 6 febbraio156Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 73, acquisendo anche diversi contributi fotografici157Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 74.

Nel frattempo Fabio Gregori divenne ufficialmente indagato per abuso di credulità popolare e associazione a delinquere158Serangeli S., Statua di Civitavecchia. Cambia il reato per Fabio Gregori?, l’Unità 18/04/1995.

Come giustamente si premurò di precisare il procuratore Antonio Albano, prima ancora dell’esito delle indagini, il responso della Magistratura non potrà in nessun caso concludersi con un’attestazione di miracolo. Come magistrati, tutto quello che potremo eventualmente dire sarà che non c’è traccia di manipolazioni. Non siamo certo noi a stabilire quello che è o non è miracolo»159Analisi del sangue per i Gregori, l’Unità 16/04/1995.


 

4.2 Il sequestro della statuina e le forzature degli inquirenti

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Il 6 aprile 1995 la Magistratura pose sotto sequestro la statuina della Madonna di Civitavecchia160Baduel A., E il proprietario della statua ora è indagato, l’Unità 10/04/1995 sigillandola nella casa del vescovo mons. Grillo161Tucci G., Sequestrata la Madonnina. La Chiesa accusa la Procura, l’Unità 08/04/1995 162Serangeli S., Statua di Civitavecchia. Cambia il reato per Fabio Gregori?, l’Unità 18/04/1995, che fu nominato garante giudiziario163Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 82.

La decisione, presa alla vigilia del venerdì santo, generò parecchio malcontento tra i fedeli e anche lo stesso vescovo mons. Grillo polemizzò molto con gli inquirenti per la scelta e il tempismo di sequestro della statuina, venendo però redarguito dalla Segreteria di Stato Vaticana, che lo invitò alla massima prudenza164Santini A., II Vaticano irritato: «Prudenza, vescovo», l’Unità 09/04/1995.

Dal canto suo il procuratore Antonio Larosa rispose con una dichiarazione di guerra, che alimentò i sospetti di malafede da parte degli inquirenti: «Voglio solo evitare raggiri. Dovevo rischiare che ventimila invasati inseguissero un pezzo di gesso»165in Tornielli A., Il mistero delle lacrime, Segno 1995, p. 34.

Una dichiarazione simile, emessa dopo l’ordine di sequestro della statuina e gli imprudenti prelievi sulla guancia della statua in cui era presente sangue più recente (ne parliamo nell’apposito paragrafo), inasprì gli animi e portò mons. Grillo a convocare una conferenza stampa in cui disse: «Di questi magistrati non mi fido»166in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 84.


 

4.3 La conclusione delle indagini e l’archiviazione

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Dalle cronache dell’epoca si apprende che, il 10 aprile 1995, il procuratore capo Antonio Albano era già informato che non fu trovato nulla di compromettente dalle perquisizioni delle proprietà dei Gregori167Baduel A., E il proprietario della statua ora è indagato, l’Unità 10/04/1995.

Nessuna copia della statuina, nessuna traccia di dispositivi elettronici atti a creare le lacrimazioni e nessun segno di possibili contraffazioni168Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 73.

Neppure dopo 40 giorni di intercettazioni continue si manifestò nulla di sospetto: «Non sono emersi elementi di reato»[mnf]Frisina L., Lettera alla Procura della Repubblica, 09/05/1995[/mfn], si legge nel verbale del 9 maggio 1995 firmato dal commissario capo, Luigi Frisina.

Tutte le deposizioni ufficiali dei testimoni oculari risultarono inoltre favorevoli ai Gregori, senza alcuna contraddizione169Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 284.

Completate le analisi scientifiche (ne parliamo in un apposito paragrafo), il 18 aprile 1995 avvenne il dissequestro della statuina di Civitavecchia quando gli agenti di polizia tolsero i sigilli dall’armadio in cui fu custodita dal 6 aprile170Serangeli S., “Liberata” la Madonnina. II vescovo: siate prudenti, l’Unità 19/04/1995.

Il 7 giugno 2000, dopo 5 anni di indagini (una durata inspiegabile!), la Procura procedette alla richiesta di archiviazione e, nonostante l’opposizione del Codacons e del Telefono Antiplagio, il 16 ottobre 2000 il procedimento penale (N. 157/95 RG T) venne definitivamente archiviato171Castaldo C., Decreto di archiviazione, 16/10/2000 172Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 46.

Il 10 novembre 2001 il decreto di archiviazione firmato dal gip Carmine Castaldo fu messo a disposizione dei Gregori.

 

I passaggi rilevanti nella sentenza della Magistratura sono tre:

  1. Viene negato che si siano verificate lacrimazioni successive al 2 febbraio (ne ammettono solo due, quindi);

  2. Si afferma che:

    «le lacrimazioni notate da altre persone, informate sui fatti (e tra esse il Comandante della Polizia municipale di Civitavecchia, agenti di Polizia penitenziaria e della Polizia di Stato) debbono ricondursi o a un fenomeno di suggestione collettiva o a un fatto soprannaturale […]. Questa autorità giudiziaria nulla può dire in positivo o negativo, dovendosi di contro realisticamente escludere l’ipotesi delle dichiarazioni mendaci, stante la difficile ipotizzabilità di accordi criminosi -tra l’altro anche in pubblici ufficiali- che, in buona parte, non si conoscono tra loro»173in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 46 174in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 91, 92;


  3. Si chiama in causa l’autorità della Chiesa: «Ogni possibile giudizio sulla natura miracolosa di quanto accaduto non può che spettare alla Chiesa, cui incombe l’onere di spiegare alla propria comunità se il fenomeno in questione debba o meno essere qualificato miracolo»175Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 92;

 

Nel punto 2), gli inquirenti aprono alla possibilità del soprannaturale, affiancando tale ipotesi a quella della suggestione collettiva (che analizziamo nell’apposito paragrafo), nel punto 3) si rifanno all’autorità della Chiesa.


 

a) L’esclusione delle successive lacrimazioni e le contraddizioni degli inquirenti

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Il punto 1) della sentenza di archiviazione della Magistratura è quello più problematico.

Vi sarebbero state solo due lacrimazioni, una il 2 e, l’altra, il 3 febbraio, mentre vengono negate le lacrimazioni successive (quelle tra il 3 e il 6 febbraio e quella in mano al vescovo il 15 marzo).

Gli inquirenti non si accorsero di contraddirsi da soli?

Essi stessi infatti hanno escluso il reato di truffa a carico dei Gregori proprio sulla base dell’alta credibilità delle testimonianze raccolte (a partire dai pubblici ufficiali presenti, testimoni oculari delle lacrimazioni), inoltre come abbiamo visto hanno addirittura avanzato l’ipotesi di un’origine soprannaturale di ciò che quei testimoni videro.

Quindi, il ragionamento logico è semplice: o tutti i testimoni oculari delle lacrimazioni successive alla prima (poliziotti, giornalisti ecc.) furono vittime di un’inspiegabile e molteplice allucinazione collettiva e perciò non era possibile assolvere Fabio Gregori dalla truffa, oppure, una volta che si è deciso di assolvere il Gregori non si può giocoforza sostenere l’allucinazione collettiva dei testimoni e quindi nemmeno escludere le lacrimazioni successive alla prima.

L’assoluzione di Fabio Gregori esclude di conseguenza l’ipotesi di allucinazione collettiva dei testimoni e, di conseguenza ammette le lacrimazioni successive alla prima che gli stessi “autorevoli testimoni” asserirono.

Come giustamente ha osservato anche il giornalista Riccardo Caniato, quella tentata dagli inquirenti fu «un’impossibile via d’uscita»176Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 98.

«Ci si chiede», scrive Caniato, «come faccia la Magistratura a polarizzare la spiegazione del fenomeno di Pantano, tra una suggestione collettiva e un effettivo evento soprannaturale, valorizzando (come ha fatto) le dichiarazioni di persone presenti proprio a quelle lacrimazioni, esclude dalla stessa Magistratura»177Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 92, 93.


 

b) L’esclusione delle successive lacrimazioni e le fotografie

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Dopo aver sottolineato la contraddizione logica degli inquirenti nel negare le lacrimazioni successiva alla prima, analizziamo il motivo che portò a questa decisione.

La Procura diede molto rilievo al «complesso procedimento» comparativo di fotografie delle lacrimazioni nei primi giorni effettuato dal dott. Carlo Pietro Bui.

Il 18 maggio 1995 il perito comunicò alla Procura di aver usato, per ogni giorno, «solamente le due immagini più significative, cioè dove meglio sono evidenti le tracce di sangue sul lato destro e sinistro della statuetta»178Bui C.P., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 293.

Ecco la conclusione del perito Carlo Pietro Bui:

«Dal giorno 2 febbraio 1995 al giorno 3 febbraio 1995 si riscontra un incremento delle macchie di colore rosso poste sul lato destro del volto della statuetta che non sembrano, comunque, avere origine dall’occhio, ma più precisamente, dallo zigomo del volto della Madonna; non risultano incrementi o modifiche sulla macchia relativa al lato sinistro del volto della statuetta; dal giorno 3 febbraio 1995 al giorno 28 marzo 1995 non ci sono state ulteriori variazioni sia della morfologia sia della tonalità delle macchie presenti sul volto della statuina»179Bui C.P., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 293.

Si tratta di conclusioni francamente sorprendenti: sostanzialmente si ammette la prima lacrimazione (su entrambe le guance) e un solo incremento di liquido il giorno successivo solamente per il lato destro. Il lato sinistro della statuina avrebbe lacrimato solo una volta, la prima.

Questo rilievo è totalmente contraddetto, non solo da decine di testimonianze oculari da parte delle stesse forze dell’ordine presenti il 4 febbraio (e successivi), come visto nell’apposito paragrafo, ma anche da tutte le fotografie scattate in quei giorni.

Su quali immagini ha lavorato il perito? Non viene specificato, comunica solo di aver fatto una selezione.

Questa tesi delle “fotografie mancanti” per le successive lacrimazioni è sostenuta ancora oggi da scettici e blogger (come vediamo nell’apposito paragrafo).

Eppure basta recarsi oggi a Pantano, presso la parrocchia santuario in cui è presente la statua originale della Madonna, per visionare le fotografie che testimoniano le varie fasi delle lacrimazioni.

 

Pubblichiamo qui sotto una sequenza cronologica di foto180prese da Ubodi F., Madonna delle Rose, Regina delle Famiglie, Edizioni Ares 2023, pp. 6, 8, 9, in cui le differenze nei tre diversi giorni sono macroscopiche:

madonna civitavecchia lacrime

 

Qui sotto, invece, abbiamo zoomato il volto delle stesse immagini:

lacrime madonna Civitavecchia pantano

 

Evidentemente qualcosa è sfuggito nella perizia fotografica del dott. Bui.

Relativamente alla 14° lacrimazione, gli inquirenti oltre ad ignorare le testimonianze del vescovo e di altri 6 testimoni oculari, tra cui un primario di cardiologia, Marco Di Gennaro (anche loro tutti vittime di allucinazioni?), non considerarono la testimonianza dei periti da loro stessi nominati come consulenti tecnici, il dott. Giancarlo Umani Ronchi e il dott. Angelo Fiori.

Come abbiamo visto, Umani Ronchi, parlando al plurale (quindi a nome anche del collega Fiori), dichiarò pubblicamente181Umani Ronchi G., intervista alla trasmissione Misteri, 04/05/1995 che riscontrarono a casa del vescovo, il 28 marzo, nuove tracce di sangue rispetto a un mese prima.

L’eminente docente de La Sapienza manifestò per tale motivo «perplessità e amarezza» per le conclusioni della Procura, soprattutto in quanto ignorarono «la mia testimonianza, seppur indiretta, della ulteriore lacrimazione avvenuta»182Umani Ronchi G., Lettera a mons. Girolamo Grillo, 13/06/2001 183in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 99, 100.


 

c) La tesi della suggestione collettiva

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Come abbiamo visto, nella sentenza di archiviazione sulle lacrimazioni della Madonna di Civitavecchia, gli inquirenti conclusero ipotizzando un fatto soprannaturale oppure un’allucinazione collettiva.

Dopo aver escluso marchingegni interni alla statua e la sostituzione della stessa (come suggerito dal Telefono Antiplagio), si ipotizzò l’ipotesi di imbrattamento della statua dall’esterno attribuibile a un membro maschile della famiglia Gregori.

L’ostacolo principale per sostenere l’ipotesi dell’imbrattamento erano, ancora una volta, le decine di testimoni oculari che asserirono le lacrimazioni sotto giuramento.

Gli stessi magistrati riconobbero il valore di tali testimonianze, escludendo perfino «l’ipotesi delle dichiarazioni mendaci, stante la difficile ipotizzabilità di accordi criminosi -tra l’altro anche in pubblici ufficiali– che, in buona parte, non si conoscono tra loro»184in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 46 185in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 91, 92.

Allora, come bypassare l’enorme “ostacolo” dei testimoni oculari? Con l’ipotesi dell’allucinazione collettiva.

La tesi della suggestione o autosuggestione in realtà venne avanzata in quel periodo anche dal sociologo laico Franco Ferrarotti, autore di Una teologia per atei (Laterza 1984), per il quale le lacrimazioni di sangue erano preludio di «psicosi collettive molto pericolose»186Ferrarotti F., in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 193.

Abbiamo già sottolineato che, dal momento in cui Fabio Gregori fu assolto per truffa, è logicamente contraddittorio sostenere l’allucinazione collettiva dei testimoni oculari per le lacrimazioni successive alle prime due. Se infatti furono autosuggestionati, significa che tutti (oltre 40 persone, tra cui atei e scettici) videro nuove lacrime di sangue rosso vivo quando invece si trattava di liquido ematico secco, fermo e risalente al giorno precedente.

Tali testimoni in preda alle allucinazioni non avrebbero potuto scagionare Fabio Gregori dalla truffa, il quale avrebbe dovuto continuare a rimanere indagato.

L’allucinazione collettiva è inoltre contraddetta dal fatto che le testimonianze oculari collimano con le prove documentali delle fotografie (mostrate poco sopra) che evidenziano chiaramente una crescente presenza di sangue sul volto della statuina con il passare dei giorni.

Liquidare tutto con la (solita) “allucinazione collettiva” è un’ingenuità accettabile da blogger e scettici di professione, che usano questa tesi come spauracchio per ogni cosa che non sanno spiegare. Ma gli inquirenti dovrebbero agire più seriamente.

 

C’è inoltre scarsa evidenza in letteratura scientifica di casi documentati di allucinazione individuale, infatti vi è una «mancanza di un esame approfondito nel campo»187Montagnese M. et al., A Review of Multimodal Hallucinations: Categorization, Assessment, Theoretical Perspectives, and Clinical Recommendations, Schizophrenia Bulletin 2021. La comprensione clinica delle allucinazioni, inoltre si è concentrata principalmente sulla modalità uditiva (e non quella visiva)188Montagnese M. et al., A Review of Multimodal Hallucinations: Categorization, Assessment, Theoretical Perspectives, and Clinical Recommendations, Schizophrenia Bulletin 2021.

Gli unici casi documentati sono quelli di pazienti affetti da schizofrenia e disturbo bipolare, suggerendo una continuità con malattie psicotiche189Mott R. et al., Comparative Study Of Hallucinations, Archives of General Psychiatry 1965.

Anche nell’ambito strettamente religioso, «poco si sa» sul contenuto religioso delle allucinazioni e sulla loro frequenza. Ancor meno se si tratta di allucinazioni visive e, in ogni caso, «si riscontrano comunemente nelle principali malattie mentali»190Cook CCH., Religious psychopathology: The prevalence of religious content of delusions and hallucinations in mental disorder, International Journal of Social Psychiatry 2015.

Sostanzialmente, pensando alla specificità del caso di Civitavecchia, non esistono casi documentati di allucinazioni visive di gruppo su soggetti sani, di varia estrazione religiosa e sconosciuti tra loro.

Il valore di questa tesi è lo stesso di quella suggerita dal prof. Corrado Balacco Gabrieli, docente di Oftalmologia all’Università La Sapienza, per il quale il fenomeno si ridurrebbe semplicemente all’energia psichica (Poltergeist) emanata dal cervello dei testimoni oculari191Balacco Gabrieli C., Intervento soprannaturale, falso o energia psichica?, Corriere della Sera 08/04/1995.

 

Anche per quanto riguarda la suggestione collettiva, non esiste in letteratura scientifica alcun caso documentato.

Di per sé, gli studiosi hanno scarse prove anche di singoli fenomeni di autosuggestione personale, sostenendo che «non ci sono poche prove empiriche sull’autosuggestione, in particolare quando si desidera comprendere la relazione tra autosuggestione e fenomeni correlati»192Myga G.A. et al., Autosuggestion: a cognitive process that empowers your brain?, Experimental Brain Research 2022 e che «gli aspetti fondamentali della suggestione e della suggestionabilità sono ancora relativamente inesplorati»193Gheorghiu, V.A., The Development of Research on Suggestibility: Critical Considerations, in Gheorghiu V.A. et al., Suggestion and Suggestibility, Springer 1989.

Una (scarsa194Grohol J., What is Mass Formation Psychosis? Is it like Mass Hysteria or Mass Delusion?, New England Psychologist 04/01/2022) base di ricerca è presente invece per termini come “malattia psicogena di massa” (MPI), detta anche più volgarmente “isteria di massa” o “delirio di massa”.

Le evidenze indicano però che i casi documentati di MPI sono di natura retrospettiva195Grohol J., What is Mass Formation Psychosis? Is it like Mass Hysteria or Mass Delusion?, New England Psychologist 04/01/2022 e, ancora una volta, totalmente distanti da quello rappresentato a Civitavecchia.

Innanzitutto avvengono in un gruppo affiatato196Grohol J., What is Mass Formation Psychosis? Is it like Mass Hysteria or Mass Delusion?, New England Psychologist 04/01/2022 e sono caratterizzati da sintomi oggettivi e colpiscono in genere adolescenti o bambini, gruppi sotto stress con convinzioni condivise197Jones T.F., Mass psychogenic illness: role of the individual physician, American Family Physician 2000.

Inoltre, viene percepita una chiara minaccia alla persona (i casi più documentati sono le reazioni ai vaccini), si manifestano tramite mal di testa, vertigini, debolezza e perdita di coscienza e sono fenomeni molto difficili da fermare una volta innescati198Clements J.C., Mass psychogenic illness after vaccination, Drug Safety 2003.

La letteratura scientifica smentisce anche l’idea che esistano fenomeni come l'”ansia” riguardo a un determinato fenomeno sorprendente, ed anche che possa possa “fluttuare” da persona a persona o diventare contagiosa199Grohol J., What is Mass Formation Psychosis? Is it like Mass Hysteria or Mass Delusion?, New England Psychologist 04/01/2022.

La “suggestione collettiva” (o isteria di massa) non è un termine scientifico, come suggerito da John Grohol, esperto di salute mentale e autore sul New England Psychologist: «Non ci sono ricerche o dati scientifici» a suo supporto e «non è scienza», ma viene usata da «persone che vogliono disperatamente una spiegazione razionale per eventi bizzarri»200Grohol J., What is Mass Formation Psychosis? Is it like Mass Hysteria or Mass Delusion?, New England Psychologist 04/01/2022.

Se applicato al caso di Civitavecchia, questa fantomatica “suggestione” o “allucinazione collettiva” avrebbe dovuto essersi verificata per più giorni e in momenti diversi della stessa giornata tra testimoni oculari non solo estranei al fatto religioso (atei, agnostici ecc.) e al contesto specifico (giornalisti, poliziotti ecc.), ma anche tra persone che nemmeno si conoscevano tra loro.

L’estraneità tra loro dei testimoni è stata riconosciuta anche dagli stessi inquirenti, tanto che esclusero per questo motivo qualunque possibilità di accordi criminosi tra loro.

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5. LA MADONNA DI CIVITAVECCHIA E LA SCIENZA

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In questo paragrafo ci occupiamo di tutte le analisi scientifiche realizzate sulla statuina della Madonna di Civitavecchia.


 

5.1 I primi prelievi del 7 febbraio

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Le cronache riportano che già il 7 febbraio, 5 giorni dopo la prima lacrimazione, il vescovo (scettico) mons. Girolamo Grillo convocò il medico internista Umberto Natalini201Si muove anche la Curia, Corriere della Sera 08/02/1995 202Fiorini C., «Se ha pianto sangue è un segno terribile». Ma il vescovo è cauto, l’Unità 09/02/1995, presidente della sezione locale dell’Associazione italiana medici cattolici e il dott. Graziano Marsili, analista del Centro diagnostico Europa203Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 48.

Il dott. Marsili prelevò un campione del liquido fuoriuscito dalla statuina di Civitavecchia, e all’operazione assistettero vari testimoni tanto che è rimasta traccia nei verbali degli agenti di Polizia presenti204Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 48.

Dopo un’analisi sul posto, il responso fu «liquido biologico, “verosimilmente” sangue»205Si muove anche la Curia, Corriere della Sera 08/02/1995 206Fiorini C., «Se ha pianto sangue è un segno terribile». Ma il vescovo è cauto, l’Unità 09/02/1995 207Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 48.

Ciò fu relazionato dal dott. Natalini allo stesso vescovo nel pomeriggio del 7 febbraio: «Il campione è stato trattato coi reagenti che utilizziamo normalmente per identificare le eventuali tracce di sangue occulto nelle feci; risulta che siamo di fronte a liquido biologico, presumibilmente sangue»208in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 54.

Il 9 febbraio, lo stesso mons. Grillo annunciò l’intenzione di inviare la statuina al Policlinico Gemelli di Roma per ulteriori e più approfonditi esami e per appurare la presenza o meno di sangue umano. Suggerì infatti la possibilità di «uno scherzo ai danni della famiglia Gregori» o comunque l’ipotesi «di un trucco»209Fiorini C., «Se ha pianto sangue è un segno terribile». Ma il vescovo è cauto, l’Unità 09/02/1995.

Nella stessa occasione, mons. Grillo prefigurò anche l’idea di una Commissione teologica in caso venisse confermata la presenza di sangue umano, composta però «anche da scienziati laici. E’ il nostro modo di procedere in questi casi. Solo se la scienza non riesce a spiegare il fenomeno allora interveniamo noi, con la teologia e l’analisi dell’evento per stabilire se si tratti o meno di miracolo»210Fiorini C., «Se ha pianto sangue è un segno terribile». Ma il vescovo è cauto, l’Unità 09/02/1995.

Questa corretta cautela da parte dell’allora vescovo di Civitavecchia fu illuminante in quanto permise l’ingresso repentino nella vicenda di personale medico-scientifico, affianco a quello teologico. D’altra parte mons. Grillo era membro della Congregazione per le cause dei Santi211Fiorini C., «Se ha pianto sangue è un segno terribile». Ma il vescovo è cauto, l’Unità 09/02/1995, conosceva quindi perfettamente il corretto iter ecclesiale in questi casi.


 

5.2 Il prelievo al Policlinico Gemelli di Roma

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Il vescovo mantenne la promessa e, tramite la Curia, incaricò i professori Angelo Fiori, prestigioso ematologo forense del Policlinico Gemelli e docente ordinario (poi emerito) di Medicina legale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Giancarlo Umani Ronchi, direttore dell’Istituto di Medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma di eseguire in maniera indipendente le prime analisi sulla statuina della Madonna di Civitavecchia212Civitavecchia: a Roma il “sangue” della Madonna, Corriere della Sera 11/02/1995 213Analisi del sangue per i Gregori, l’Unità 16/04/1995.

Il 10 febbraio 1995 lo stesso vescovo portò la statuina all’Istituto di Medicina legale del Policlinico Gemelli di Roma214Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 60 215M.D.B., Le lacrime di sangue affidate al perito di via Poma e dell’Olgiata, Corriere della Sera 12/02/1995, consegnandola ai prof. Fiori e Umani Ronchi.

L’equipe scientifica (formata da Fiori, Umani Ronchi ed Ernesto d’Ajola) eseguì il prelievo del liquido dalla statuina, sulla quale fu eseguita la diagnosi generica di sangue (tramite test di Kastle-Meyer e la Cromatografia su strato sottile di gel di silice), stabilendo che «le tracce sul volto e sul collo sono di sangue»216Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 282.

Poi, tramite il metodo Mansi-Fiori (Microprecipitazione su vetrini di Agar) si accertò trattarsi di sangue umano217Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 282.

Infine, tramite la tecnica Polymerase Chain Reaction (PCR), venne riscontrato che «il sangue appartiene a un uomo (XY)»218Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 282.

L’ematologo Angelo Fiori comunicò anche al vescovo l’impossibilità che qualcuno possa aver applicato qualsiasi sostanza o polvere che, a contatto con la statua, la quale potesse aver fatto reazione ed essersi sciolta a tempo debito, producendo l’effetto del sangue219in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 62. 63.

Il 27 febbraio il vescovo, mons. Grillo, fu messo al corrente dei risultati direttamente dai consulenti scientifici Fiori e Umani Ronchi, i quali lo informarono anche che il sangue presentava caratteristiche maschili, pur avendo in alcuni test (la minoranza) evidenziato anche caratteristiche femminili220Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 62 221Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 12.

Infatti, il sangue evidenziò in alcuni test (la minoranza, 3 su 7) anche caratteristiche femminili222Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 12 223Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 62.


 

5.3 L’esame radiografico al Policlinico Gemelli di Roma

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Sempre al Policlinico Gemelli di Roma, il 24 febbraio 1995, fu eseguito sulla statuina l’esame radiologico da parte del dott. Maurizio Vincenzoni per verificare la presenza di meccanismi capaci di produrre artificialmente le lacrime.

Il responso fu che «l’esame macroscopico e radiologico della statua non ha evidenziato la presenza di anomalie al di fuori delle tracce ematiche»224in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 61.

La statuina della Madonna di Civitavecchia non conteneva pompette, alambicchi, ampolle, siringhe, cannule né altro genere di contraffazione. Era costituita esclusivamente da gesso bianco pieno, senza alcuna cavità225Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 60.

 

Il 1 marzo 1995 il Corriere anticipò pubblicamente le prime indiscrezioni sull’indagine226Zuccolini R., Quella Madonnina pianse sangue vero, Corriere della Sera 01/03/1985.

Nella stessa data il responso degli esami al Policlinico fu consegnato dal vescovo in Vaticano al card. Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede227Zuccolini R., Madonna piangente, consulto in Vaticano, Corriere della Sera 02/03/1995, incontro richiesto dal vescovo stesso228Grillo G., in Accattoli L., “Ha pianto davanti al giudice”, Il Corriere della Sera 07/04/1995


 

5.4 Il prelievo effettuato dalla Magistratura

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Il 28 marzo 1995 avvenne un secondo prelievo del liquido fuoriuscito dalla statua della Madonna di Civitavecchia, ordinato dalla Procura di Civitavecchia.

Fu eseguito dal perito Aldo Spinella, direttore della sezione indagini biologiche della Criminalpol e si svolse a casa del vescovo, mons. Grillo, in presenza del procuratore Antonio Larosa, del commissario Luigi Di Maio e degli altri due periti incaricati dagli inquirenti, il prof. Giancarlo Umani Ronchi (Università La Sapienza)e il prof. Angelo Fiori (Università Cattolica).

Va precisato che quel giorno le procedure sulla statuina iniziarono (inspiegabilmente) prima dell’arrivo del prof. Angelo Fiori229Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 77.

Il prof. Umani Ronchi, avendo già studiato la statuina un mese prima al Policlinico Gemelli, si sorprese nel rilevare una nuova traccia di sangue sul volto della statuina, dal colorito più acceso230Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 77, non presente durante la sua approfondita analisi di un mese precedente n.

Lo comunicò al dott. Spinella, incaricato di effettuare il prelievo, invitandolo a concentrarsi anche sul sangue presente nel lato sinistro, ricevendo però risposta negativa. Lo testimonierà lo stesso Umani Ronchi successivamente.

Spinella, infatti, asportò una grande quantità di sangue proprio dalla parte destra del volto della statua, cancellando di fatto la traccia più fresca di liquido ematico (presumibilmente lasciato durante la quattordicesima lacrimazione, che sarebbe avvenuta nelle mani del vescovo il 15 marzo 1995).

Questa iniziativa del perito, piuttosto superficiale e imprudente, purtroppo, eliminò un’importante prova cronologica a favore del riconoscimento dell’ultima lacrimazione, lasciando soltanto le testimonianze verbali (già dettagliate sopra) del cardiologo Di Gennaro e dello stesso Umani Ronchi231Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 77.

Secondo il legale dei Gregori, Bruno Forestieri, si trattò di un atto grave anche dal punto di vista legale in quanto sia per l’esiguità delle tracce di sangue sia per la delicatezza e, certamente, irrepetibilità delle analisi.

Inoltre, aggiunse il legale, «la Procura della Repubblica avrebbe dovuto procedere con le forme dell'”accertamento tecnico non ripetibile”, che consente all’indagato (Fabio Gregori) e al suo difensore di nominare un proprio consulente tecnico di parte»232Forestieri B., Dossier diocesano citato in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 94.

Tutto questo aumentò i sospetti da parte del vescovo mons. Grillo di un’azione non trasparente e superficiale da parte degli inquirenti (il procuratore Larosa nel frattempo aveva appellato come «invasati» i fedeli delusi dal sequestro della statua233Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 84), commentando: «Di questi magistrati non mi fido. Sono loro che hanno tolto le nuove lacrime. Hanno avuto fretta di farlo e l’hanno fatto bene. Il loro perito è andato a prendere proprio il rivolo che si era formato per ultimo»234in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 84.

La scelta sul luogo del prelievo del perito Spinella, come vediamo più sotto, ebbe un certo peso nelle conclusioni del pubblico ministero.

Madonna di Civitavecchia scienza


 

5.5 Conclusioni delle indagini scientifiche eseguite dalla Magistratura

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I laboratori della Criminalpol analizzarono il liquido prelevato e il 14 aprile 1995 il responso fu comunicato al Procuratore della Repubblica di Civitavecchia e, per conoscenza, agli altri due periti, Giancarlo Umani Ronchi e Angelo Fiori 235Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 12, 291 236Martirano D., Madonnina, il sangue è maschile, Corriere della Sera 15/04/1995.

 

Ecco di seguito le conclusioni comunicate dal perito Aldo Spinella alla Magistratura237Spinella A., Procedimento penale nr. 168/95 + 218/95 nei confronti di ignoti, Comunicazione alla Procura della Repubblica di Civitavecchia 14/04/1995:

  • Le tracce sul volto della statuina sono di natura ematica (sangue) umana;
  • La diagnosi di sesso ha stabilito la provenienza del sangue da un individuo di sesso maschile;
  • Sono stati analizzati nr. 5 polimorfismi nucleari (THO1, HLADO-alfa, vWA, F13A1, MBP), identici per entrambe le tracce (destra e sinistra) e rilevabili nella popolazione in generale;
  • Secondo le fotografie analizzate dai periti, le micro-macchie rossastre isolate sul volto della statua hanno cambiato forma tre volte, e non tredici;
  • Risulta molto difficile “mettere a fuoco” le tracce dell’ultima lacrimazione in quanto né il vescovo, né gli altri testimoni raccolsero un campione del liquido;
  • Il sangue è corrispondente ad un DNA abbastanza diffuso (1 a 50.000);

 

La stesura definitiva delle analisi è datata 30 maggio 1995 e portò in calce le firme dei tre periti.

Il prof. Angelo Fiori comunicò al vescovo, mons. Grillo, la tentazione di non avvallare tramite la firma queste analisi effettuate a loro insaputa e in loro assenza da parte del perito Spinella. Tuttavia, si convinsero a firmare per porre fine alla vicenda238Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 54.


 

a) Il sangue maschile e la teologia

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Non appena si diffuse la notizia che il sangue prelevato dalla statuina era di tipo maschile i quotidiani dell’epoca parlarono di «truffa», pensando a chi potrebbe aver ingannato la piccola Jessica.

Gli stessi cronisti, tuttavia, faticarono a immaginare lo scenario di «qualcuno», che «dopo essersi infilato nel giardino dei Gregori per lasciare sul volto della statuina le prime tracce, è stato così ingegnoso da riuscire a ripetere l’operazione altre volte, quando ormai la statuina era circondata quasi sempre dagli sguardi dei devoti in preghiera»239Baduel A., Le analisi ufficiali: «E’ sangue umano di unico tipo, maschile», l’Unità 15/04/1995.

A questa giusta considerazione va doverosamente aggiunto che oltre ai fedeli in preghiera, la statuina era piantonata costantemente da agenti di polizia, fotografi e giornalisti. Proprio loro, oltre ai pellegrini, osservarono le lacrimazioni “in diretta”: dunque, semplicemente, non vi fu alcuno sconosciuto che «lasciò sul volto» le tracce di sangue.

Per quanto riguarda il fatto che si tratti di sangue maschile, fu una sorpresa non da poco.

In realtà, una statua di gesso non dovrebbe piangere né sangue maschile, né femminile. In linea teorica, perciò, il fatto che raffiguri una figura femminile non dovrebbe portarla a lacrimare in generale, né tanto meno lacrimare sangue femminile.

Eppure, paradossalmente, dal punto di vista teologico sarebbe stato più critico se il sangue fosse stato femminile.

Infatti, è teologicamente inappellabile il fatto che, come riferirono già allora gli ecclesiastici interrogati sul fenomeno, chi storicamente versò sangue fu Gesù Cristo, non sua madre. Ma lei, certamente, partecipò profondamente alla Sua passione.

«Le lacrime di sangue», disse ad esempio padre Aristide Serra, professore di Sacra Scrittura della Pontificia facoltà teologica “Marianum” (pur non riferendosi direttamente al caso di Civitavecchia), «sarebbero un segno da interpretare ricordando il sangue di Cristo versato per il mondo e la perdurante sofferenza dell’umanità che prolunga la passione di Cristo. Con questo la Vergine parteciperebbe a questa prolungata passione»240Accattoli L., Vaticano irritato: prudenza, Il Corriere della Sera 07/04/1995.

Il teologo e mariologo Stefano De Fiores, ha spiegato inoltre che Maria non può essere compresa staccata da Gesù, che rappresenta il principio del suo essere e della sua missione nella storia della salvezza. Le stesse manifestazioni mariane non possono essere capite che in prospettiva cristologica perché «nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende (Mc 25,94)»241De Fiores S., in Dossier del Decimo anniversario Madonna di Civitavecchia, www.dhost.info 2005.

Come rispondere al perché Maria avrebbe lacrimato sangue maschile? Ecco l’interpretazione teologica parole di Stefano De Fiores:

«Questo può e deve ricevere una risposta in senso cristologico. La Madre di Gesù ha compiuto questa scelta per attirare l’attenzione sul sangue versato dal Figlio durante la passione. Nello stesso tempo Maria sensibilizza il mondo circa il valore redentivo del sangue del Figlio, mostrandosi così, come lo è nella sua realtà teologica profonda, completamente relazionale a Cristo e alla sua opera di salvezza. Nella guttazione sanguigna ella offre una memoria della passione del Signore, così come a livello sacramentale lo è l’Eucaristia cui rimanda, e interpella a non rendere vano il sangue di Cristo versato per noi»242De Fiores S., in Dossier del Decimo anniversario Madonna di Civitavecchia, www.dhost.info 2005.

Storicamente, Maria di Nazareth da sempre ha avuto un ruolo preminente nella venerazione dei cristiani (“solo”) in quanto madre di Cristo. Potremmo dire che ha sempre brillato di luce riflessa e, anche nei racconti evangelici, il suo umile ma grandioso ruolo fu quello di indicare suo Figlio, mai se stessa (“Figlia di tuo Figlio”, scrisse Dante).

Nel 2005 lo scrittore cattolico Vittorio Messori osservò: «Persino la sconcertante scoperta che si tratta di sangue maschile finisce per rivelarsi come un’ulteriore segno di credibilità, nella dimensione cristiana»243Messori V., Le prove del miracolo, Corriere della Sera 23/01/2005.

Lo stesso Fabio Gregori ha spiegato che «se la Madonna ha pianto un sangue maschile, come definito dalle analisi, può riservare, agli occhi della fede, un messaggio spirituale e rivelatore»244Gregori F., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 319.

Questa tesi non cade nella cosiddetta fallacia ad hoc, cioè una sorta di razionalizzazione post-factum che si sarebbe adattata a qualunque evento, in quanto, come già detto, se si fosse trattato di sangue totalmente femminile avrebbe creato notevoli problemi teologici in quanto l’eventuale origine soprannaturale dell’evento avrebbe richiamato l’attenzione dei fedeli a Maria stessa, non al Figlio, contraddicendo la visione mariana della teologia cristiana.

 

Infine, come già accennato, occorre ricordare che il sangue prelevato sul volto della Madonna di Civitavecchia non fu interamente maschile ma, come rilevato dalle analisi al Policlinico Gemelli, i test evidenziarono caratteristiche prevalentemente maschili245Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 12 246Gregori J., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 319: per la precisione, 4 volte su 7 emerse il contenuto maschile, 3 su 7 quello femminile247Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 62.

Questo dettaglio, sempre che si tratti di un fenomeno effettivamente sovrannaturale, incrementa e sostiene con più vigore le riflessioni teologiche sulla partecipazione di Maria stessa alla perdurante Passione del Figlio248Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 17, pur continuando a portare l’attenzione verso di Lui, non verso se stessa.


 

b) Nessun trucco nella statua della Madonna di Civitavecchia

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Il fondatore del Telefono Antiplagio, Giovanni Panunzio, insegnante di Religione e figlio spirituale del card. Carlo Maria Martini, era assolutamente convinto che la statuina di Civitavecchia nascondeva trucchi per produrre artificialmente le lacrime.

La sua tesi, contenuta nell’esposto alla Magistratura contro la Madonna di Civitavecchia, furono addirittura riprese dal quotidiano tedesco Bild, che accompagnò l’articolo con tanto di disegno del meccanismo truffaldino249Un croato sostiene: la Madonna è mia, Corriere della Sera 29/03/1995.

«E’ tutta una stregoneria di bassa lega», scrisse Panunzio. «La Madonna è di gesso, al suo interno è nascosta una siringa riempita di sangue umano. Per mezzo di un motore azionato da batterie e di un telecomando a raggi infrarossi si possono far sgorgare gocce di sangue»250Un croato sostiene: la Madonna è mia, Corriere della Sera 29/03/1995.

Come abbiamo visto, sia l’equipe medico-scientifica incaricata dalla Curia, che quella incaricata dalla Magistratura eseguirono una Tac per ispezionare l’interno della statuina. In totale furono 3 gli esami radiologici.

Secondo le cronache dell’epoca251Non scopre trucchi la tac sulla Madonna di Civitavecchia, l’Unità 04/04/1995, i primi risultati apparvero il 3 aprile 1995, due mesi dopo la prima lacrimazione.

Mentre la Curia di Civitavecchia si affidò al Policlinico Gemelli di Roma, la Procura affidò l’esecuzione della Tac al prof. Pasquale Marano, direttore dell’Istituto di radiologia dell’Università Cattolica, in presenza del commissario capo Luigi Di Maio252Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 82.

Un terzo esame radiografico fu svolto a casa del vescovo, in presenza del sostituto procuratore Antonio Larosa, del vice questore Luigi di Maio e di tecnici di una società specializzata253Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 82.

Il responso di tutti gli esami radiografici fu identico: nessuna cavità interna, nessun marchingegno atto a produrre artificialmente le lacrimazioni, soltanto una statua di gesso254Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 82.


 

5.5 I Gregori e il rifiuto del test del DNA

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A seguito del responso di sangue maschile trovato nelle tracce delle lacrimazioni sul volto della Madonna di Civitavecchia, la Procura chiese una comparazione con il DNA dei maschi della famiglia Gregori.

Il 27 aprile 1995 il procuratore della Repubblica, Antonio Albano, notificò il prelievo di sangue ai quattro fratelli Gregori, Fabio, Giovanni, Enrico e Marco, allo zio Pietro (60 anni) e al giovane nipote Alessandro (16 anni)255Serangeli S., Dna ai Gregori. Escluso don Pablo, l’Unità 28/04/1995.

La richiesta degli inquirenti è apparentemente ragionevole e ben motivata nell’ottica di ricerca della verità e il rifiuto da parte dei Gregori è comprensibilmente l’elemento più controverso della vicenda di Civitavecchia.

Una scelta che comprensibilmente ha fatto, e tuttora fa, sorgere sospetti e perplessità.

Ma approfondendo leggermente le cose si scopre che le ragioni del rifiuto dei Gregori di sottoporsi al test furono fondate e il tempo diede loro pienamente ragione.

Va detto che inizialmente i Gregori si mostrarono più che disponibili a sottoporsi alla richiesta della Magistratura256Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 49, tuttavia le cose precipitarono in breve tempo.


 

a) Perché i Gregori rifiutarono il test del DNA

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L’avvocato Bruno Forestieri ha riconosciuto di aver avuto un ruolo determinante nel modificare l’iniziale disponibilità dei Gregori, in quanto «consigliai di rifiutare il prelievo»257Forestieri B., Dossier diocesano citato in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 95), mettendo in guardia la famiglia di alcune insidie ed elementi altamente sospetti nel comportamento degli inquirenti258Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 86 259Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 49.

 

Ecco di seguito i vari motivi per cui l’avvocato Forestieri intervenne per modificare la disponibilità dei Gregori verso test del Dna:

  • Uno dei motivi fu la decisione di iscrivere al registro degli indagati Fabio Gregori anche per il grave reato di associazione a delinquere (notificato il 7 aprile 1995260Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 82), portando lo stesso avvocato a comunicare ai giornalisti: «I Gregori non accettano di essere additati come dei criminali»261Serangeli S., “La prova del Dna non la faremo. Non siamo truffatori”, l’Unità 30/04/1995;

  • Ciò si aggiunse al trattamento piuttosto duro riservato alla famiglia, soggetta a scrupolose perquisizioni, intercettazioni telefoniche e la consegna di documenti e foto personali che non furono mai restituiti262Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 86;

  • Nonostante Fabio Gregori fosse indagato e proprietario della statuina, la Procura non avvertì né lui, né il suo legale dei prelievi del 28 marzo, contravvenendo al Codice di procedura263Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 55 e negandogli, di fatto, la possibilità di assistere ai prelievi o di nominare un consulente tecnico;

  • La consulenza sul sangue prelevato sulla Madonnina, con le firme de tre consulenti, fu inusualmente eseguita e depositata un mese dopo la richiesta di prelievo del sangue ai fratelli Gregori264Forestieri B., Dossier diocesano citato in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 95, mentre solitamente dovrebbe avvenire il contrario;

  • L’elemento principale riguarda una questione tecnica rilevata dall’avvocato, ovvero che la Criminalpol individuò solo 5 dei polimorfismi del Dna del sangue265Spinella A., Procedimento penale nr. 168/95 + 218/95 nei confronti di ignoti, Comunicazione alla Procura della Repubblica di Civitavecchia 14/04/1995, comuni al 95% della popolazione mondiale maschile: «Se si fosse effettuato il prelievo del sangue al fine del test del Dna a tutti i cittadini maschi di Civitavecchia», affermò Forestieri, «e se si fossero poi confrontati i risultati con quello ottenuto dal sangue della Madonnina, avremmo potuto, con buona probabilità, trovarli tutti quanti compatibili»266in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 87. L’intervento di Forestieri volle dunque salvaguardare la famiglia da un test che non sarebbe stato affidabile;

  • Altra questione che diede adito a sospetti: la Procura nominò tre periti, Spinella, Umani Ronchi e Fiori: tuttavia la perizia sul sangue prelevato fu svolta dal dott. Spinella lo stesso giorno dell’incarico (28 marzo 1995), mentre i consulenti avevano richiesto 60 giorni data la complessità delle analisi267Verbale n. 137/95, 28/03/1995;

  • Le stesse analisi del sangue prelevato il 28/03 furono condotte non collegialmente con i periti di parte, come legalmente previsto e inizialmente sottoscritto, ma soltanto dal perito Spinella che informò dei risultati gli altri due periti soltanto per conoscenza in data 14/04/1995, una settimana dopo che lo stesso perito aveva già informato dei risultati il Procuratore (7/04/1995);

  • Legato ai due punti precedenti è il disappunto espresso da uno dei periti, Umani Ronchi, una volta venuto a conoscenza degli esiti della Criminalpol:«Sono perplesso. C’era l’intesa di sentirci dopo Pasqua per effettuare gli esami insieme al prof. Fiori presso i loro laboratori. Ora, invece, leggo che i risultati sono già stati consegnati agli organi competenti, e nessuno mi ha contattato. Non so nemmeno se abbiano i macchinari adatti. Mi sembra una bella scorrettezza nei confronti miei, del prof. Fiori, ma soprattutto, della Procura della Repubblica»268Umani Ronchi G. in Avvenire 16/04/1995[/mf] 268in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 88;

  • Sempre il perito Umani-Ronchi manifestò il suo disappunto verso l’imprudenza del collega Spinella nel prelevare il sangue soprattutto sul lato destro della statuina, laddove era osservabile una formazione di liquido più recente e non presente fino a un mese prima, importante testimonianza oggettiva della lacrimazione che il vescovo disse essere avvenuta mentre la statuina si trovava nelle sue mani269Umani Ronchi G., Lettera a mons. Girolamo Grillo, 13/06/2001 270in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 99, 100;

  • Di fronte a tutto ciò, anche il vescovo mons. Girolamo Grillo intervenne unendosi all’avvocato Forestieri per sconsigliare fortemente ai Gregori di sottoporsi al test, temendo una potenziale manipolazione del referto per motivazioni di natura ideologica271Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 39. 54;

  • Altri sospetti di avversione ideologica da parte degli inquirenti emersero quando il procuratore Antonio Larosa si difese dichiarando ai giornalisti: «Voglio solo evitare raggiri. Dovevo rischiare che ventimila invasati inseguissero un pezzo di gesso»272in Tornielli A., Il mistero delle lacrime, Segno 1995, p. 34.

  • Infine, l’avvocato Forestieri contestò i presupposti logici del test, osservando che se il criterio della Procura per richiedere il Dna ai Gregori fu «il principio di vicinanza alla statuina», allora «avrebbe dovuto estendere i prelievi ad almeno 40 persone, compreso il vescovo monsignor Grillo, il capitano dei vigili urbani di Civitavecchia, Giancarlo Mori, e numerosi agenti di pubblica sicurezza»273Serangeli S., “La prova del Dna non la faremo. Non siamo truffatori”, l’Unità 30/04/1995 che testimoniarono di aver osservato direttamente il fenomeno delle lacrimazioni anche in assenza di Fabio Gregori;

 

A fronte di queste «scorrettezze» ed «errori» nel modus operandi degli inquirenti, il legale Bruno Forestieri constatò il venir meno della serenità e serietà necessaria nell’effettuare un esame tanto invasivo e delicato come quello del Dna («poteva rivelarsi una trappola micidiale»274Forestieri B., Dossier diocesano citato in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 95, scrisse), manifestando tuttavia piena disponibilità al test soltanto se la richiesta fosse venuta dalla Chiesa o dalla Commissione teologica incaricata di studiare gli eventi275in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 88.

Di tutto ci fu convinto anche Fabio Gregori, il quale cambiò effettivamente idea e nell’aprile 1995 affermò: «Sono sereno, ma non intendo fare il test del Dna. Non accetto alcuna imposizione dalla magistratura […]. Accetterò solo se me lo chiederà il vescovo»276Martirano D., No all’esame del DNA, Corriere della Sera 30/04/1995.

«I Gregori sono persone profondamente religiose», riferì in un’altra occasione l’avvocato Forestieri ai giornalisti, «hanno estrema fiducia nell’autorità della Chiesa, non hanno alcun problema a sottoporsi ad esami ed analisi se glieli chiederà la Commissione teologica nominata dal vescovo monsignor Grillo»277Serangeli S., “La prova del Dna non la faremo. Non siamo truffatori”, l’Unità 30/04/1995.

Nel 2023, intervistato da Riccardo Caniato, lo stesso Fabio Gregori ha spiegato i motivi per cui si rifiutarono di fare il test del DNA:

«Sia io, a nome anche di mio figlio Davide, sia i miei fratelli ci siamo dimostrati subito disponibili al test del DNA: Ma l’avvocato e il Vescovo si sono opposti. La prima perizia sulla Madonnina fu eseguita in assenza mia, dei miei famigliari e del legale rappresentante, ragione per cui l’avvocato Forestieri paventava che ci potessero essere state manipolazioni o contaminazioni sui campioni. Il Vescovo, invece, riteneva che la Magistratura stesse invadendo un campo non suo; e dal momento che nei messaggi dati a Civitavecchia ce n’è uno in cui si dice che “la via della verità è la via della Chiesa”, decisi di ascoltare mons. Grillo che mi chiedeva di rinunciare all’esame. In seguito si venne a sapere che nel 1995 si potevano isolare solamente alcuni polimorfismi del DNA, così che il sangue sulla Madonnina poteva risultare compatibile con quello della stragrande maggioranza della popolazione. In altre parole, se io e i miei famigliari ci fossimo sottoposti al test, qualcuno non ben disposto verso questi fatti avrebbe potuto facilmente equivocare tra “coincidenza” e “compatibilità” del sangue. E nel’ 96 la Corte Costituzionale sancì la pinea legittimità del nostro agire»278Gregori F., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 320.

Il rifiuto dei Gregori al test del Dna non risulta quindi essere stato motivato da chissà quali timori o paure, piuttosto furono sollevate dal loro legale numerose questioni che portarono a sospettare di un’azione avventata o addirittura malintenzionata da parte degli inquirenti.

Il giornalista Riccardo Caniato, a lungo indagatore del fenomeno di Civitavecchia, riportò la confidenza fattagli da un caro amico dei Gregori, secondo il quale Fabio accettò i consigli dell’avvocato Forestieri ma per un certo periodo continuò «a voler sostenere quella prova», cioè il test del Dna, «perché non rimanessero dubbi residui né per la Magistratura né per l’opinione pubblica»279in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 89.

Tutt’oggi i Gregori si sono dichiarati disponibili ad eseguire qualunque test se la richiesta arrivasse dalla Chiesa, anche se l’allora vescovo Grillo spiegò di non essere particolarmente interessato a questo tipo di indagine «dal momento che la Madonna ha pianto nelle miei mani togliendo ogni dubbio»280in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 89.

Anche il teologo Flavio Ubodi, vice presidente della Commissione d’inchiesta diocesana, ha confermato che i Gregori «si sono mantenuti disponibili a effettuare ogni tipo di esame qualora ciò venisse richiesto da parte dell’autorità della Chiesa»281Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 50.

Lo stesso Ubodi, tuttavia, come si legge nel paragrafo dedicato alla Commissione diocesana, ha spiegato le motivazioni per cui non la Commissione non ritenne opportuno procedere a sua volta ad un esame del DNA, nonostante la disponibilità della famiglia Gregori.


 

b) L’intervento della Corte Costituzionale

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Il procuratore Antonio Albano rispose parlando di «atto dovuto», quello della richiesta del prelievo di DNA per «verificare la qualità del sangue fra coloro che erano stati più a contatto con la statuina» e «senza nessuno scopo di voler penalizzare i Gregori»282Serangeli S., Scatta l’esame Dna per il parroco. E i fratelli Gregori?, l’Unità 23/04/1995.

Albano si riservò comunque di disporre un prelievo coatto sui maschi della famiglia Gregori (tra cui un minorenne), ma la Corte Costituzionale, intervenendo il 9 luglio 1996 a seguito della memoria depositata dal legale Forastieri283Forastieri B., Relazione alla Commissione teologica diocesana di Civitavecchia, 26/06/1996, dichiarò illegittima tale procedura, facendo desistere il procuratore284Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 90.

I Gregori furono rappresentati davanti alla Corte Costituzionale dall’avv. Paola Severino285Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 58, in seguito ministro della Giustizia italiano durante il governo di Mario Monti (2011-2013).


 

c) La scienza conferma le motivazioni dei Gregori

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Il motivo principale per cui l’avvocato Forestieri convinse i Gregori a non sottoporsi al test del DNA fu l’inutilità e, soprattutto, l’inadeguatezza scientifica.

Furono infatti analizzati soltanto 5 polimorfismi nucleari, molto comuni nella popolazione generale, come lui stesso scrisse nella relazione alla Procura286Spinella A., Procedimento penale nr. 168/95 + 218/95 nei confronti di ignoti, Comunicazione alla Procura della Repubblica di Civitavecchia 14/04/1995, perciò il DNA di chiunque sarebbe risultato compatibile con quello prelevato sulla statuina.

Eppure, lo stesso Aldo Spinella, diversi anni dopo si auto-contraddisse.

Nel marzo 2013, durante un’intervista a Elisabetta Castana per il programma Rai La storia siamo noi, Spinella sostenne infatti che se i Gregori si fossero sottoposti alla prova del Dna, nel 1995, si sarebbe pervenuti a risultati certi.

Questa dichiarazione non è conciliabile con quanto scrisse nella sua relazione del 1995.

Infatti è stato smentito dal dott. Angelo Fiori, anch’egli perito nominato dalla Procura nonché luminare della medicina, eminente ematologo forense del Policlinico Gemelli e docente ordinario (poi emerito) di Medicina legale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il quale spiegò287Fiori A., Audizione presso la Commissione teologica diocesana, 14/10/1995 chiaramente che un numero limitato di polimorfismi avrebbe potuto al massimo individuare una compatibilità o incompatibilità assoluta, ma non certo l’identità (ce ne sarebbero voluti almeno 25288Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 62).

Diversi specialisti hanno confermato questa argomentazione, tra essi Adriano Tagliabracci, ordinario di Medicina Legale presso l’Università Politecnica della Marche, il quale ha chiarito che soltanto nel 1997 si pervenne all’evidenza che sarebbero occorsi almeno 13 precisi polimorfismi per «identificare in maniera inequivocabile il soggetto cui il sangue appartiene»289Tagliabracci A., Introduzione alla genetica forense, Springer 2010, pp. 25-27.

Nel 2018 sulla rivista BMC Genomics290Yousefi S. et al, A SNP panel for identification of DNA and RNA specimens, BMC Genomics 2018 è stato precisato invece che per identificare in modo univoco un individuo con una probabilità di errore estremamente bassa (6.9 × 10⁻²⁰), servirebbero in realtà almeno 50 SNP (Polimorfismi a singolo nucleotide), mentre pannelli contenenti tra i 20 e i 23 SNP garantirebbero soltanto un’accuratezza fino a circa 80.000 individui.

Nel 2021 su Animal Production Science291Dominik S. et al., Ultra-small SNP panels to uniquely identify individuals in thousands of samples, Animal Production Science 2021 è stato confermato che nei casi di analisi forensi, studi di parentela e conservazione della biodiversità, un pannello composto da soli 20-23 SNP risulta sufficiente per generare genotipi univoci per un numero di circa 80.000 individui, garantendo una precisione del 100% nella corrispondenza dei campioni.

Si tratta però di un’innovazione significativa degli ultimi anni, in quanto riduce drasticamente il numero di SNP necessari rispetto ai metodi tradizionali.

Se dunque soltanto in tempi recenti si è dimostrato possibile utilizzare almeno 20-23 polimorfismi genetici per garantire l’univocità di appartenenza tra un soggetto e un campione di DNA, certamente nel 1995 non era possibile giungere a tale certezza con soli 5 polimorfismi identificati.

L’evidenza scientifica dunque ha dato ragione alle preoccupazioni dell’avvocato Bruno Forestieri: se i Gregori si fossero sottoposti al test certamente sarebbero risultati compatibili, così come qualunque altra persona al mondo. Fu un tranello degli inquirenti o semplice ignoranza in ambito scientifico?

Quindi non solo sarebbe stato un test inutile al fine di individuare un responsabile per le lacrimazioni sulla statuina, ma anche dannoso nei confronti della verità e dei Gregori.

Va precisato, tuttavia, che la richiesta di prelevare solo «i principali polimoformismi del DNA», e non l’esame completo, fu una specifica richiesta del pm Antonio Larosa, non un’iniziativa solitaria del perito Aldo Spinella292Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 288.

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6. MADONNA DI CIVITAVECCHIA, LE ESSUDAZIONI DELLA STATUA

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Le cronache dell’epoca293Tucci G., “Abbiamo una statuina benedetta dal Papa”, l’Unità 12/04/1995 riportano che lunedì 10 aprile 2010, il cardinale polacco Andrzej Maria Deskur, presidente della Pontificia accademia dell’Immacolata Concezione e uno dei consiglieri più fidati di Giovanni Paolo II, si recò a Civitavecchia a sostegno dell’allora vescovo Girolamo Grillo e tuonò contro il sequestro della statuetta da parte della Magistratura.

In quell’occasione consegnò alla famiglia Gregori una seconda statuetta, identica alla prima e anch’essa proveniente da Medjugorje dallo stesso artigiano croato, che la famiglia pose nella stessa nicchia in giardino, in sostituzione di quella originale che si trovava esposta nella vicina chiesa di Sant’Agostino294Tucci G., “Abbiamo una statuina benedetta dal Papa”, l’Unità 12/04/1995

Nel gennaio 2005 la famiglia Gregori rese noto che a partire dal 7 settembre 1995, anche su questa nuova statuetta sarebbero accaduti dei fatti singolari.


 

6.1 Essudazioni della Madonna di Civitavecchia, che cosa sono

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Il fenomeno delle essudazioni (o trasudazioni) sulla statuina della Madonna di Civitavecchia prosegue ancora oggi ed è stato ripreso da migliaia di fotografie e video, amatoriali e professionali, nonché da programmi televisivi di emittenti nazionali e internazionali.

Le essudazioni sono state documentate, ad esempio, dall’emittente anglosassone BBC e dalle telecamere di Rai3 il 13/03/12, presenti in casa Gregori per il matrimonio di Jessica. Il video è visibile più sotto.

Questo fenomeno si verificò anche la prima volta che i Gregori ne parlarono pubblicamente, ovvero l’intervista al Corriere del 24/01/2005 da parte di Lorenzo Salvia. Il quale testimoniò: «E anche adesso che Jessica sta parlando, fra le dita della mano destra della statua si vede qualcosa che luccica. Sembra olio, ma profuma di rose»295Salvia L., Madonnina di Civitavecchia: resta lo scetticismo del Vaticano, Corriere della Sera 24/01/2005.

Il liquido profumato a volte sgorga dagli occhi, come fosse una lacrimazione, ma il più delle volte è una “trasudazione” proveniente da ogni parte della statuina, formando gocce che si ingrandiscono e scendono fino al piedistallo.

Ancora più particolare il fatto che a volte anche la vegetazione attorno alla grotta manifesta lo stesso fenomeno (alcune foglie, non tutte), lo stesso nelle pietre che formano la nicchia stessa. Ma accade anche se la statuetta viene portata in luoghi chiusi, come dimostrano diversi filmati.

Il fenomeno si è verificato anche nelle occasioni in cui la statuina è stata portata dalla famiglia a Bagnoregio (Lazio), presso le suore di Gesù Redentore, a Fiesole (Firenze) presso la famiglia del dott. Andrea Blandi, in Spagna presso padre Manuel Hernandez Jerez296Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 77.

Più che relativamente ai luoghi, il fenomeno sembra manifestarsi in date particolari o anniversari.

Ad esempio, essudazioni continue e copiose si verificarono nei giorni della Pasqua del 2005 e la settimana successiva, in concomitanza con la morte di Papa Wojtyla e il conclave che portò all’elezione di Benedetto XVI. Questo tipo di manifestazione sarebbe infatti molto legata al soglio pontificio297Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 161.

Queste “essudazioni” non sono prevedibili, avvengono spesso in particolari feste liturgiche, in particolare quelle dedicate alla Madonna, o in contesti di preghiera. Si manifestano a persone singole, a gruppi di pellegrini, a singole famiglie e il fenomeno dura da pochi minuti a più ore e addirittura più giorni298in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 74-76.

Un caso noto è quello avvenuto il 22 aprile 2001 quando ospite a casa Gregori vi era mons. Emery Kanundowi Kabongo, già segretario personale di Giovanni Paolo II e allora arcivescovo di Luebo (Congo).

Diventato amico della famiglia, la statuina iniziò a trasudargli abbondantemente tra le mani299Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 180.


 

6.2 Essudazioni, gli esami scientifici

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Anche il liquido che sgorga dalla seconda statuina di Civitavecchia è stato analizzato da uno dei periti che all’epoca furono indicati dalla Magistratura, Angelo Fiori, ematologo forense del Policlinico Gemelli e docente emerito di Medicina legale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nella relazione che Fiori inviò al vescovo mons. Grillo si conclude: «Si tratta di un liquido contenente sostanze aromatiche quali terpeni e sesquiterpeni di probabile origine vegetale»300Fiore A., Relazione inviata a mons. Girolamo Grillo, 4/07/2002.


 

6.3 Essudazioni, la posizione della Chiesa

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Finora la Chiesa non si è mai espressa nemmeno sul fenomeno delle essudazioni della Madonna di Civitavecchia e, al contrario di quanto accadde per le lacrimazioni, non risulta alcun commento o attestazione positiva o negativa da parte di autorevoli esponenti ecclesiastici.

L’unica autorità che ha parlato del caso è stato mons. Girolamo Grillo, vescovo di Civitavecchia (deceduto nel 2016), inizialmente scettico anche su questo fenomeno.

Il 30 dicembre 2001, tuttavia, mons. Grillo assistette personalmente ad una essudazione e rilasciò questo commento:

«Fabio Gregori parlò, soltanto dopo le lacrimazioni, di alcuni altri fenomeni che sarebbero accaduti a casa sua e anche di un’altra Madonnina simile a quella che aveva lacrimato lacrime di sangue, la quale avrebbe cominciato fin da quel tempo a essudare una specie di olio profumatissimo. Ma io, con il mio solito scetticismo, ho sempre certato per diversi anni di snobbare la cosa. Soltanto qualche anno addietro, trovandomi davanti alla piccola grotta dove era sita la Madonnina, vidi sull’altra statua questa essudazione; stranamente tutto gocciolava di questo liquido che sembrava olio: l’intera grotta, l’albero sovrastante e le rose che circondavano la grotta […]. Non sarebbe male che qualche persona esperta in materia ci dicesse qualcosa. Come vescovo, infatti, non avrei nessuna difficoltà a far accedere in loco qualche persona seria che volesse studiare il fenomeno»301Grillo G., in Ubodi F., Intervista sulla Madonnina a monsignor Grillo, in Non dimenticare i gemiti di tua madre, Rivista diocesana della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia 2005, pp. 27, 28.


 

6.4 Essudazioni Civitavecchia, quale significato teologico

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Cosa potrebbe teologicamente significare il fenomeno delle essudazioni della Madonna di Civitavecchia, se fosse di carattere soprannaturale?

Nella tradizione cristiana l’olio ha un significato teologico importante.

Nell’Antico Testamento, esso viene usato come consacrazione degli altari e dei luoghi (cfr. Gn 28, 18;35,14; Es 30,24).

Nel Nuovo Testamento, gli apostoli ricevono da Gesù il potere di guarire gli ammalati e liberare dal demonio attraverso il gesto dell’unzione con l’olio («ungevano di olio molti infermi e li guarivano», Mc 6, 7-13). Anche la lettera di san Giacomo, collegata al sacramento degli infermi, parla dell’unzione con olio (Gc 5, 15).

Nella liturgia ecclesiale, l’olio è segno di consacrazione. Gesù è l’unto, il consacrato del Signore e l’unzione simboleggia lo Spirito Santo che penetra e comunica la vita divina (1 Gv 2, 20-27; 2 Cor 1, 21-22). Per questo viene utilizzato dalla Chiesa nell’amministrazione di alcuni sacramenti (Battesimo, Cresima, Ordinazione sacerdotale, Unzione degli infermi ecc.).

Concludendo, l’olio indica molte realtà e simboleggia gioia, ricchezza, salute, medicina. Alimenta la luce della lampada, segno di grazia sacramentale e simbolo dello Spirito Santo.

 

Qui sotto il fenomeno delle essudazioni ripreso da Rai3
(spezzone preso dal nostro video-dossier)


 

6.5 Lacrimazioni acquose della statua di Civitavecchia

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E’ poco risaputo che la seconda statuina, oltre al fenomeno delle essudazioni, avrebbe manifestato anche lacrime acquose, salate come quelle umane.

Il fenomeno si sarebbe verificato alla morte di Giovanni Paolo II il 2 aprile 2005 e il 28, 29 e 31 marzo 2006.

Rispetto alla prima data non ci sono testimonianze al di fuori della famiglia Gregori, mentre ve ne sono per le lacrimazioni acquose del 2006.

La notizia infatti finì sui quotidiani nazionali e sui telegiornali della Rai302in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 195-200.

Le lacrimazioni acquose furono viste innanzitutto dai Gregori, poi dal parroco don Elio Carucci e dal vescovo mons. Girolamo Grillo, accorso sul posto. Ai giornalisti raccontò anche di aver assaggiato le lacrime che «sapevano d’acqua e sale»303Geggi D., La Madonna piange per Wojtyla, Il Tempo 01/04/2006. Il vescovo invitò anche gli scettici e il Codacons a «venire a controllare e a cercare eventuali trucchi»304Grillo G., Invito il Codacons a venire a controllare e a cercare eventuali trucchi, Il Messagero 01/04/2006, p. 44.

Tra le varie testimonianze prodotte in quei giorni, una delle più significative è quella di Anna Maria Turi, giornalista delle maggiori testate nazionali (Il Tempo, Repubblica, Panorama) e inviata per vari programmi televisivi di RAI e Mediaset.

Arrivata in casa Gregori il 29 marzo 2006, ecco quanto Anna Maria Turi dichiarò per iscritto nel giugno 2006:

«Il giorno 29 marzo 2006 mi trovavo a casa di Fabio e Annamaria Gregori […]. Esattamente alle ore 18:40 […] venivamo interrotte dal grido di Jessica: “Quanto piange in questo momento la Madonnina!”. Ignorando che la statuina aveva cominciato a versare lacrime dal giorno prima, mi alzo a precipizio, seguita da Annamaria, e portandomi sotto l’immagine mi accorgo che effettivamente dall’occhio destro […] veniva emesso un liquido bianco che sulla gota aveva creato una patina traslucida e che, colando sul mento, aveva creato una goccia pendula. Il liquido bianco, trasparente, visibile, particolarmente, tra l’orlo dell’occhio e l’inizio della guancia, non cessava il suo gocciolamento che andava quindi a ingrossare la formazione acquosa creatasi in basso, e che non si staccava forse a causa della densità dell’umore. Passarono momenti di grande emozione e commozione. Fu chiamato telefonicamente il parroco don Elio Carucci […], lui e io assaggiammo il liquido, che emanava un forte profumo di fiori, già avvertito con il prodursi della lacrimazione: quell’umore era salato più di una comune lacrima»305Tucci A. M., Testimonianza sulla lacrimazione in casa Gregori, 07/06/2006.

 

Qui sotto il fenomeno delle lacrimazioni acquose mostrato su Rai3

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7. APPARIZIONI, MESSAGGI E SEGRETI DELLA MADONNA DI CIVITAVECCHIA

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Oltre alla vicenda delle lacrimazioni di sangue e dell’essudazione della seconda statuina, il caso Civitavecchia presenta altri elementi misteriosi.

Ci riferiamo a presunte apparizioni, messaggi e segreti rivelati alla famiglia Gregori.

I fenomeni sono poco analizzabili criticamente in quanto non oggettivi, ma vanno citati per completezza di informazione.

Dal primo mese del 2005, decimo anniversario dalle lacrimazioni, Jessica Gregori ha rivelato, prima in un dossier del decennale pubblicato dalla diocesi di Civitavecchia, poi in un’intervista al programma televisivo Porta a Porta del 26/01/2005, di aver avuto 92 apparizioni della Madonna306Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 140 307Salvia L., Madonnina di Civitavecchia: resta lo scetticismo del Vaticano, Corriere della Sera 24/01/2005.

Nel colloquio avuto con il giornalista Riccardo Caniato sempre nel 2005, l’ormai adolescente Jessica confermò di aver avuto la prima apparizione nel luglio 1995 all’età di 6 anni, nello stesso giardino in cui iniziarono le lacrimazioni308Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 141.

Vi sarebbero tre tipi di “apparizioni” mariane avvenute a Civitavecchia: 1) apparizioni di valenza pubblica, in cui la Madonna avrebbe lasciato a Jessica Gregori dei messaggi il cui contenuto può essere divulgato; 2) apparizioni con messaggi segreti in cui avrebbe condiviso contenuti riservati soltanto per Jessica e il vescovo, mons. Grillo; 3) rivelazioni private a tutta la famiglia, che continuerebbero ancora oggi309Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 98.

La Madonna si sarebbe presentata come “Regina delle Famiglie” e avrebbe usato anche il nome di “Madonna delle Rose”310Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, pp. 147, 148.

Cinque anni prima della morte, mons. Grillo pubblicò un Diario (intitolato La vera storia di un doloroso dramma di amore, Shalom 2011), in cui confermò le apparizioni e la sua personale adesione a tutti i segni che ritenne soprannaturali collegati alla Madonna di Civitavecchia.


 

7.1 Messaggi della Madonna di Civitavecchia

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Per quanto riguarda i messaggi “con valenza pubblica”, da comunicare alla Chiesa e al mondo come richiamo di conversione, essi sarebbero stati rivelati in un ciclo di apparizioni dal 2 luglio 1995 al 17 maggio 1996311Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 98-143.

In questi 320 giorni, la Madonna avrebbe più volte richiesto di pregare particolarmente per la famiglia «e l’unità che, in questi tempi, viene distrutta dalle insidie del demonio», ha dichiarato Jessica Gregori312Gregori J., Dichiarazione scritta in Ubodi F., Non dimenticare i gemiti di tua madre, Rivista diocesana della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia 2005, pp. 40, 41, con la richiesta di una più viva e partecipe vita di fede.

Secondo Flavio Ubodi, vicepresidente della Commissione teologica diocesana, quello sulla famiglia è il messaggio centrale di tutta la vicenda, riferendosi secondo il teologo all’aggressione tramite il divorzio, le separazioni, le unioni di fatto, i matrimoni omosessuali, la poligamia, l’aborto e l’indulgenza verso l’eutanasia che elimina dalla famiglia il vecchio, il malato, il disabile313Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 155.

Vi sarebbe perciò l’indicazione alla famiglie a coltivare l’amore, la fedeltà, l’indissolubilità, l’unità, la custodia della vita.

 

Altre volte la Vergine avrebbe parlato del pericolo di apostasia (abbandono della fede) all’interno della Chiesa (tra i sacerdoti e i teologi) e di divisione dei cristiani314Accattoli L., “Messaggio della Madonna”, Corriere della Sera 22/03/2005 315Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 157.

Nell’agosto 1995 la famiglia Gregori diffuse, ad esempio, un (presunto) messaggio della Madonna: «Satana si sta impadronendo di tutta l’umanità, e ora sta cercando di distruggere la Chiesa di Dio tramite molti sacerdoti. Non permettetelo! Aiutate il Santo Padre!».

Per chi crede all’autenticità di tali visioni non fatica a leggervi una profezia dello scioccante scandalo della pedofilia (effettivamente inimmaginabile nel 1995) che travolse la Chiesa a partire dal caso Degollado nel 2006, esattamente dieci anni dopo. Scandali di natura sessuale e finanziaria sono purtroppo ancora oggi all’ordine del giorno nella gerarchia ecclesiastica.

 

Alcuni messaggi riferirebbero pericoli per l’Italia e, legati ad essi, la messa in guardia per una terza guerra mondiale. Per questo si invitava all’umiltà, alla conversione autentica, alla preghiera e a frequentare l’Eucarestia.

Nel maggio 1995, ad esempio, i Gregori diffusero un messaggio in cui si parla di «una tragedia molto brutta che si sta avvicinando. Non si sta accorgendo che l’umanità sta per entrare in una guerra mondiale che non può essere fermata»316Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 161.

Legato a questo si riporta una richiesta frequente della Consacrazione al Cuore Immacolato, come singoli e come nazione (come avvenne anche a Fatima, profetizzando in quel caso in maniera veramente sorprendente vari eventi legali all’Unione Sovietica).

La Consacrazione (o “Affidamento”, come precisò successivamente il vescovo317Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 169) della città e della diocesi avvenne su iniziativa di mons. Grillo l’8 dicembre 1996, in occasione dell’Immacolata Concezione, come avrebbe richiesto Maria il 7 dicembre 1995318Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 166.

 

Un altro tema dei messaggi “pubblici” sarebbe rivolto in particolare ai consacrati e «alla comunione dei vescovi intorno al Papa, dei sacerdoti intorno ai vescovi»319in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 152, ha dichiarato il teologo Flavio Ubodi320Ubodi F., intervista di Marina Ricci per il TG5, 21/03/2005.

In un’intervista rilasciata ad Elisabetta Castana nell’agosto 2012, in occasione di un’inchiesta per il programma Rai “La Storia siamo noi”, Jessica Gregori affermò: «La Madonna mi ha detto che il Santo Padre purtroppo non comanda come dovrebbe comandare, sono i cardinali che decidono più di lui»321Gregori J., in Tosatti M., Civitavecchia, altri miracoli, La Stampa 20/03/2013.

Dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI, avvenuta soltanto sei mesi dopo, il messaggio ha assunto per alcuni un sapore profetico.

Infine, nel settembre 1995, la Vergine avrebbe indicato ai Gregori due direttori spirituali a cui affidarsi per la crescita spirituale della famiglia, persone che loro non avrebbero conosciuto prima322Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 151. Si tratta dello spagnolo padre Manuel Hernandez Jerez e don Elio Carucci, del clero diocesano di Civitavecchia.


 

7.2 I segreti della Madonna di Civitavecchia

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Per quanto riguarda i cosiddetti “segreti”, nel 2005 Jessica Gregori ha sostenuto di aver ricevuto 12 messaggi che la giovane ha preferito non divulgare in quanto conterrebbero elementi riservati e riconducibili a fatti e situazioni private di persone riconoscibili323Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 151.

Tra questi messaggi, consegnati nel 1995 (all’epoca aveva 6 anni), 3 sarebbero stati destinati soltanto al vescovo mons. Grillo, i quali «sono tenuti in segreto tra me e il vescovo, e io non posso rivelarli perché legata all’obbligo del silenzio»324Gregori J., Dichiarazione scritta in Ubodi F., Non dimenticare i gemiti di tua madre, Rivista diocesana della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia 2005, pp. 40, 41.

Lo stesso mons. Grillo fu fortemente scettico sui messaggi che la bimba di 6 anni gli volle comunicare in segreto tra il settembre e il dicembre 1995 (tanto che neppure li trascrisse, come invece gli chiedeva la piccola). Si ricredette parzialmente quando Jessica espresse «concetti che giudicai del tutto incomprensibili per una della sua età, di grande forza e valore teologico»325Grillo G., Dichiarazione scritta in Ubodi F., Non dimenticare i gemiti di tua madre, Rivista diocesana della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia 2005, pp. 29, 30.

Infine, il vescovo cedette nel gennaio 1996 dopo aver “sfidato” la bimba a informarsi dalla Madonna su un fatto di cui solo lui sarebbe stato a conoscenza, e la piccola Jessica tornò riferendo inaspettatamente la risposta corretta326Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 242.

Più dettagliatamente, dei tre “segreti” che avrebbe ricevuto Jessica, uno riguardava la sua vita futura, un altro riguardava mons. Grillo e un terzo il Papa, la Chiesa e il mondo, ricollegandosi al Terzo segreto di Fatima327Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 243.

Secondo mons. Grillo, sarebbero comunicazioni che «riguardano il nostro tempo, la Chiesa, altro non posso dire»328Grillo G., in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 151. Sono messaggi che «erano realmente rivolti personalmente a me e alla figlia dei Gregori»329Grillo G., Dichiarazione scritta in Ubodi F., Non dimenticare i gemiti di tua madre, Rivista diocesana della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia 2005, pp. 29, 30.

Il vescovo concluse la sua dichiarazione nel 2005 scrivendo che «Jessica non ha mai parlato di quei segreti, neppure con il suo confessore. Ella ricorda benissimo gli stessi segreti, come ho potuto constatare, interrogandola di recente»330Grillo G., Dichiarazione scritta in Ubodi F., Non dimenticare i gemiti di tua madre, Rivista diocesana della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia 2005, pp. 29, 30.

Jessica Gregori, scrive Riccardo Caniato, ha nel tempo avuto problemi di salute, si è operata alla tiroide e ha un tumore, lo stesso dicasi per la madre Anna Maria (ammalatasi nel 2009)331Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 145 332Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 150.

Una piccola notizia rintracciabile dalla cronaca è che nel 2006, mentre si recava a scuola in motorino, fu investita da un’auto pirata che è fuggita senza prestarle soccorso, la giovane riportò una frattura della spalla 333Jessica Gregori investita da un pirata della strada, Trc giornale 03/03/2006.


 

a) Civitavecchia e il terzo segreto di Fatima

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Tra i messaggi segreti che sarebbero stati rivelati a Jessica Gregori, vi sarebbe anche la condivisione del terzo segreto di Fatima.

Esso non sarebbe da interpretarsi con l’attentato a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro, o comunque non sarebbe stato divulgato nella sua interezza334Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 12.

Riguardo a questo, il 15 giugno 1996, all’età di 7 anni, Jessica ha incontrato nel convento di clausura del Carmelo di Coimbra, in Portogallo, suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima335Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 11.

Presupponendo quindi che suor Lucia avesse familiarità con l’italiano (non vi furono interpreti336Hernandez Jerez M., Resoconto dell’incontro tra Jessica Gregori e suor Lucia dos Santos, 22/10/2019), non risulta che la veggente di Fatima abbia mai smentito, né corretto quanto le riferì la piccola Jessica.

«Abbiamo parlato del Terzo Segreto e tutto quanto… e ci siamo passate quello che voleva la Madonnina», ha commentato nel 2012 alla trasmissione Rai, La Storia siamo noi.

Allo stesso modo, il 26 febbraio 2005, Jessica Gregori scrisse anche a Giovanni Paolo II, dopo il suo ricovero d’urgenza in ospedale, informandolo delle «tante cose che non ti hanno detto e che ti riguardano in prima persona, ma che specialmente sono legate a Fatima».

La lettera fu consegnata dalla vaticanista Marina Ricci al segretario del Papa presso l’ospedale Gemelli337Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 189. Il Pontefice rispose con lettera intestata della Segreteria di Stato tramite il vescovo diocesano338Galeazzi G., Il segno di Civitavecchia, La Stampa 15/07/2012.

Nel 2023, ecco cosa disse su questo Jessica Gregori:

«Il segreto riguardante il Terzo segreto di Fatima non è stato consegnato al papa Giovanni Paolo II perché non c’è stata l’opportunità. E, successivamente, si ammalò aggravandosi, e poi è morto. Ho cercato di raggiungerlo per tempo come testimonia la lettera che gli ho scritto e che padre Flavio ha pubblicato. Preciso che una copia del Segreto, in busta chiusa, sigillata e da me firmata, l’ho data per obbedienza al vescovo Girolamo Grillo. Ma non so se l’ha recapitata al Papa né che cosa ne abbia fatto»339Gregori J., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 312.


 

7.3 Apparizioni private della Madonna di Civitavecchia

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Infine, le rivelazioni private.

Si sarebbero manifestate a tutta la famiglia Gregori, sia singolarmente che assieme. Pare che non siano terminate340Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, pp. 141-145.

Sia Fabio Gregori che la moglie Anna Maria avrebbero udito delle voci (a volte anche maschili), in particolare nel periodo tra maggio e giungo 1995341Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 100-108, oltre ad aver avuto delle apparizioni mariane342Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 146. Lo stesso dicasi per i figli Jessica, Davide e almeno una volta (nel 2009) anche il minore, Manuel, nato nel 2002343Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 147.

Si sostiene che oltre a lasciare “prove” impresse sulle due statuine (lacrime ed essudazioni), la Madonna avrebbe lasciato anche altri segni oggettivi della sua presenza, i quali però riguardano le persone interessate e saranno loro scegliere se, quando e come manifestarli344Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 100.


 

7.4 Miracoli della Madonna di Civitavecchia

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Anche per la Madonna di Civitavecchia vi sono numerosissime segnalazioni di guarigioni apparentemente inspiegabili345Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, pp. 172-179, a partire da quella del card. Frédéric Etsou-Nzabi-Bamungwabi, arcivescovo di Kinshasa, affetto da un tumore particolarmente aggressivo che lo fece restare in coma dal 13 al 15 agosto 1998346Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 172.

Al contrario di Lourdes, tuttavia, non c’è per tali segnalazioni alcuno studio clinico per cui ci limitiamo a citarne l’esistenza senza possibilità di verifiche o approfondimenti.

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8. MADONNA DI CIVITAVECCHIA, LA FAKE NEWS DI PORTA A PORTA (2020)

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Il 20 febbraio 2020 ebbe risonanza mondiale lo scoop del programma televisivo Porta a Porta.

La giornalista Vittoriana Abate intervistò Ivano Alfano, un uomo che si attribuì la paternità del sangue sulla statua di Civitavecchia.

Anche la sua compagna, Leandra, confermò l’attribuzione del sangue all’uomo.

Pochi giorni dopo, la stessa giornalista Abate, assieme a Maria Teresa Fiore (vicedirettore di Rai1) pubblicarono un piccolo libro (evidentemente già precedentemente preparato) intitolato Il segreto delle lacrime (Graus Edizion 2020), dopo aver dichiarato di non credere alla verità delle lacrimazioni e di perseguire «il rispetto dell’etica professionale», riportarono l’intervista integrale all’uomo senza alcuna verifica o attività comparativa.

Costo del libro: 15€.

Fortunatamente, anche in questo caso, intervenne subito un’indagine giudiziaria, avviatasi grazie alla denuncia del 12 maggio 2020 presentata da Fabio e Jessica Gregori per salvaguardare la loro “buona reputazione”, tramite l’avvocato Bruno Forestieri.

La descrizione di Ivano Alfano di come avrebbe imbrattato incidentalmente la statuina il 2 febbraio 1995 si rivelò piena di errori grossolani, incompatibile e contraddittoria con i fatti già noti.

Il teologo Flavio Ubodi è entrato in possesso degli atti giudiziari riguardanti l’indagine, nei quali si attesta che la Polizia di Stato riscontrò che l’uomo era un pluripregiudicato per reati dall’uso e spaccio di stupefacenti, a reati contro il patrimonio, violazione della normativa sulle armi, contrabbando ecc. Più volte è stato posto in carcere, in sorveglianza speciale, divieto di espatrio ecc.347Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 256-263 348Caniato R., “Come non può piangere la Mamma Celeste per tutte le atrocità del mondo?”, Famiglia Cristiana 16/03/2023 349La Madonna di Civitavecchia, la storia, i misteri e i messaggi nel nuovo libro di padre Ubodi, Corriere della Sera 09/07/2023.

Anche la compagna, Leandra, risultava pluripregiudicata per simili reati350Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 256-263.

La polizia tramise le indagini alla Procura, smentendo le dichiarazioni dei due, il sostituto procuratore Alessandro Gentile prese atto di ciò ma archiviò il caso, non ravvedendo nel falso racconto di Ivano Alfano e Leandra affermazioni lesive verso i Gregori351Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 256-263.

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9. MADONNA DI CIVITAVECCHIA, RISPOSTE AGLI SCETTICI

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Se non si può parlare di “miracolo” fino a che non venga autorizzato dalla Chiesa, il caso delle lacrime della Madonna di Civitavecchia non può nemmeno essere liquidato troppo facilmente come vorrebbe qualche critico.

In questo paragrafo ci occupiamo di rispondere agli scettici.


 

9.1 Madonna di Civitavecchia: trucco interno o sostituzione della statuina

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Una delle tesi scettiche più utilizzate è quella di relegare la lacrimazione a un trucco.

C’è l’ipotesi di un’elettrovalvola a telecomando che produrrebbe le finte lacrime, oppure la più ingegnosa tesi della sostituzione della statuina.

La prima obiezione, quella di un trucco interno, è evidentemente smentita dalle analisi radiografiche realizzate sulla statuina prima dall’equipe scientifica nominata dalla Curia (Angelo Fiori e Giancarlo Umani Ronchi), poi da quella incaricata dalla Magistratura (Aldo Spinella, Angelo Fiori e Giancarlo Umani Ronchi).

Come abbiamo già visto dettagliatamente, i risultati verificarono l’assenza di qualunque cavità interna alla statua e l’inesistenza di qualsiasi trucco o marchingegno interno ad essa.

Per quanto riguarda la seconda obiezione, quella della sostituzione della statuina, fu ipotizzata nell’esposto che il presidente del Telefono Antiplagio, Giovanni Panunzio, fece alla Procura di Civitavecchia nel marzo 1995.

Secondo Panunzio, «non è possibile dimostrare che non è stato trovato alcun marchingegno elettronico all’interno della scultura perché, se c’è stato uno scambio di statua, potrebbe essere avvenuto prima dell’asportazione»352Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 71.

Innanzitutto sottolineiamo la difficoltà logistica nel sostituire furtivamente una statua cementata a terra con un altra identica quando è noto che il flusso di pellegrini fu ininterrotto, giorno e notte, fino al giorno della consegna della scultura al Policlinico Gemelli.

Inoltre, fu dimostrato che l’autore di quel tipo specifico di statue era l’artigiano Stjepan Vlaho abitante vicino a Medjguorje, il quale mostrò il suo laboratorio ai giornalisti con presente le statue gemelle della Madonnina di Civitavecchia, fatte tutte di gesso e senza incavi interni.

Ma, soprattutto, la statuetta dei Gregori aveva una particolarità unica: era visibilmente scheggiata sul capo in quanto la piccola Jessica l’aveva fatta cadere mentre ci giocava tempo prima che iniziassero le lacrimazioni.

Madonna Civitavecchia statua

Un segno distintivo che fu usato dalla Magistratura per accertare l’unicità della statua nei vari passaggi di consegne.

Lo comunicò il 24 marzo 1995 il vice-commissario Luigi Di Maio: «Abbiamo stabilità con assoluta certezza che non ci sono state sostituzioni e che la statuetta che ha pianto nel giardino di Pantano è proprio quella che è stata sottoposta ai test dai professori Fuori e Umani Ronchi, ora custodita dal vescovo»353in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 75 354Di Maio L., in Baccarelli G., La storia della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia, Edicomp Compagnia editoriale italiana 1995, p. 104.

La prova decisiva fu proprio il confronto millimetrico delle foto, prima e dopo le lacrimazioni, sull’escoriazione presente sulla statuina355Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 76.


 

9.2 Madonna di Civitavecchia, suggestione o allucinazione collettiva

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L’ipotesi dell’allucinazione collettiva fu proposta direttamente dalla Procura della Repubblica in alternativa alla alla soprannaturalità).

Per questo motivo abbiamo già dettagliatamente affrontato questa obiezione nel paragrafo apposito relativo alle conclusioni della Magistratura.


 

9.3 Notizie di tante Madonne piangenti

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Un tentativo riduzionistico è quello di ridurre, per l’appunto, il fenomeno di Civitavecchia a uno dei tanti.

“C’è sempre qualche Madonna che piange”, ripete puntualmente qualche scettico.

Effettivamente ha ragione: soltanto tra il 25 gennaio e il 25 marzo 1995 si segnalarono almeno 9 casi di lacrimazioni in vari luoghi d’Italia, da Subiaco e Tivoli, da Seriate a Castrovillari.

Ciò che non viene detto, però, è che gli stessi protagonisti della vicenda di Civitavecchia ne erano pienamente consapevoli già allora, come si legge sui diari del vescovo mons. Grillo mentre si lamenta della «brutta storia delle Madonne che piangono e dei «burloni che imbrattano gli oggetti sacri»356Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 45.

Che la lacrimazione di una statuetta non fosse qualcosa di originale lo riferì ancora una volta il vescovo quando, il 5 febbraio 1995, a due giorni dalla prima lacrimazione, disse: «Sono fenomeni che sono stati segnalati in tutta Italia, bisogna essere molto cauti»357Serangeli S., E la Vegine slava piange lacrime di sangue, l’Unità 05/02/1995.

In un’altra annotazione sul suo diario, si legge: «Ci sono in giro troppe Madonne che piangono e troppa gente che ha le visioni. Sono decisamente contrario a credere che quelle lacrime abbiano qualcosa di soprannaturale»358in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 50.

D’altra parte, la lacrimazione di statue è un fenomeno noto già dall’antichità, ci sono molteplici notizie di statue pagane piangenti al passaggio degli imperatori. Nulla di nuovo.

 

Tuttavia, il fenomeno di Civitavecchia è unico nel suo genere per almeno cinque motivi:

  1. E’ l’unico caso in cui vi furono oltre 30 testimoni oculari delle lacrimazioni in atto, tra di esse persone di indubbia autorevolezza come poliziotti, agenti scelti, atei, giornalisti, fotoreporter, medici e scienziati;

  2. E’ l’unico caso che subì due serie, approfondite e immediate indagini scientifiche (svolte sia dalla Curia che dalla Magistratura) e dalle quali il fenomeno uscì indenne: vero sangue umano e nessun trucco;
  3. E’ l’unico caso che subì una prolungata e approfondita indagine da parte della Magistratura, dalla quale il fenomeno uscì indenne: niente frode, o fu un caso di suggestione collettiva o un fatto soprannaturale;

  4. E’ l’unico caso in cui viene coinvolto un vescovo come testimone oculare, il quale si espone con tutto se stesso davanti a Dio e alla Chiesa giurando su quanto ha osservato;
  5. E’ l’unico caso in cui un Pontefice, Giovanni Paolo II, si è personalmente coinvolto e ha espresso il suo parere personale e positivo riguardo l’origine soprannaturale;

 

Al contrario, gran parte delle varie “Madonne piangenti” ha perso quasi subito popolarità e attenzione anche da parte degli stessi “annunciatori” e non sono affatto uscite indenni da una semplice analisi del liquido: ricordiamo, ad esempio, la dimostrazione delle finte lacrime riferite da Anna Monticelli grazie ad un semplice prelievo.

Oppure il falso smascherato grazie al Telefono Antiplagio di Giovanni Panunzio della statua piangente di Assemini dei coniugi Marcello Serra e Cristina Ilot del marzo 1994: bastò una perquisizione per scoprire nascoste migliaia di foto pronte per la vendita e altre due statuine identiche all’originale, nonché un esame radiografico per trovare una pompetta interna atta a iniettare liquido dall’orbita oculare359Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 69.

E’ un grave errore metodologico non riconoscere l’unicità del caso di Civitavecchia.


 

9.4 I testimoni non potevano vedere di sera

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Questa obiezione è stata prodotta dal blogger Marco Corvaglia, sostenendo che «saranno 38 coloro che testimonieranno alla Commissione d’inchiesta diocesana di aver visto le lacrime in movimento (in tre quarti dei casi, di sera o di notte, quindi senza la minima luce solare)»360Corvaglia M., Le “lacrime” della Madonnina di Civitavecchia – Parte 2: I fatti, 2008.

Corvaglia non si accorge di auto-contraddirsi.

Poche righe sopra, infatti, lui stesso riportava correttamente la testimonianza scritta consegnata da don Pablo Martin alla Commissione teologica diocesana, nella quale ricordò che «la nicchietta della statua era illuminata dalle lampade elettriche di cui è dotata»361Martin P., Testimonianza alla Commissione teologica diocesana, 7/10/1995, p. 51.

D’altra parte, chiunque si sia recato in quei giorni nella villetta dei Gregori sa benissimo che fin dal principio la nicchia era dotata di almeno due lampadine proprio per illuminarla di notte, «una ai piedi della Vergine, l’altra collocata dietro, nell’abside»362Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 26.

Le fotografie scattate in quei giorni lo dimostrano perfettamente e lo stesso Corvaglia, contraddicendosi ancora, sul suo blog pubblica la fotografia della prima lacrimazione, titolandola così: «La statuina, fotografata la sera del 2 febbraio 1995». Il volto della Madonna è perfettamente visibile, nonostante sia sera.

 

Qui sotto la fotografia pubblicata da Marco Corvaglia sul suo blog:

marco corvaglia madonna civitavecchia

 

Lo stesso Fabio Gregori è elettricista di professione, evidentemente sapeva come illuminare una statua.

Quindi, al contrario di quanto sostenuto da Corvaglia, anche i testimoni che assistettero alle lacrimazioni serali o notturne non avrebbero avuto particolari problemi di luminosità.


 

9.5 La statua di Civitavecchia fu imbrattata dall’esterno

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Considerando che i vari esami scientifici sulla statuina hanno categoricamente escluso la presenza di cavità interne e marchingegni di qualunque tipo come spiegazione delle lacrime, l’unica possibilità per gli scettici è sostenere (oltre alla suggestione collettiva) che qualcuno abbia imbrattato di sangue la statuina (con una siringa o un contagocce), simulando le lacrimazioni.

Ci sono circa 40 testimoni oculari delle lacrimazioni in atto, tra cui poliziotti, giornalisti, fotoreporter ecc. i quali vanno ideologicamente ignorati per sostenere un imbrattamento dell’esterno.

Gli scettici che sostengono la tesi dell’imbrattamento dall’esterno fanno spesso riferimento alla sbavatura visibile sulla guancia destra della statua, riscontrabile dalle fotografie più diffuse.

L’autore della truffa, cioè dell’imbrattamento, sarebbe da un lato un soggetto incredibilmente fortunato, in quanto tutti i testimoni oculari delle lacrimazioni in atto (atei, poliziotti, giornalisti ecc.), compresi gli agenti che piantonarono la statua stessa coperta da una lastra di vetro, si sarebbero suggestionati a vicenda in giorni e momenti diversi, vedendo ciò che non esisteva.

Inoltre, considerando che le fotografie dimostrano un aumento di sangue nel corso dei giorni, tale autore sarebbe stato anche un incredibile genio: mentre tutti erano vittime di suggestione collettiva riuscì ad imbrattare la statua superando il vetro posto a protezione, senza mai farsi vedere da nessuno delle centinaia di persone che affluirono giorno e notte (ci sono tante testimonianze di pellegrini o curiosi arrivati in piena notte363Baccarelli G., La storia della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia, Edicomp 1995, pp. 29-30 nel giardino dei Gregori.

Questo fortunatissimo genio, fu poi talmente abile tecnicamente da riuscire a produrre artificialmente un fenomeno “artistico” decisamente credibile per almeno 3 volte.

Allo stesso tempo, però, sarebbe stato anche un tremendo pasticcione: con una ditata sbavò un rivolo di sangue e lo lasciò lì in bella mostra, rovinando tutta la sua opera.

La verità su quella sbavatura è che fu prodotta da una donna di Viterbo, psicologicamente disturbata e identificata dalla polizia, che il terzo giorno dopo la prima lacrimazione si recò nel giardino dei Gregori e cercò di distruggere la statua, riuscendo ad asportare con le dita parte del sangue presente sulla guancia364Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 42, 98.

 

Il blogger Marco Corvaglia supporta la tesi dell’imbrattamento focalizzandosi sul rivolo sinistro, usando le parole del sostituto procuratore Antonio La Rosa, per il quale «la superficie di gesso con le sue curve, le sue irregolarità e le sue porosità avrebbe dovuto far seguire alle lacrime di sangue (con una propria viscosità, una propria fluidodinamica) un percorso diverso sul volto della statua».

Non si capisce da quale documento sia tratta questa citazione di Larosa, Corvaglia infatti cita una citazione contenuta (molto probabilmente anch’essa senza fonte) nel libro apologeticamente anti-teista del chirurgo Maurizio Magnani365Magnani M., Spiegare i miracoli, Dedalo 2005, p. 184.

In ogni caso, qualunque tesi di imbrattamento dell’esterno è stata respinta dalla Magistratura in quanto è categoricamente esclusa dalle molte autorevoli testimonianze raccolte e dalle fotografie scattate durante le lacrimazioni (le più professionali quelle del fotoreporter della Reuters, Giampiero Sposito.

Come abbiamo visto, gli inquirenti conclusero che:

«Le lacrimazioni notate da altre persone, informate sui fatti (e tra esse il Comandante della Polizia municipale di Civitavecchia, agenti di Polizia penitenziaria e della Polizia di Stato) debbono ricondursi o a un fenomeno di suggestione collettiva o a un fatto soprannaturale […]. Questa autorità giudiziaria nulla può dire in positivo o negativo, dovendosi di contro realisticamente escludere l’ipotesi delle dichiarazioni mendaci, stante la difficile ipotizzabilità di accordi criminosi -tra l’altro anche in pubblici ufficiali- che, in buona parte, non si conoscono tra loro»366in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 46 367in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 91, 92;

Escludendo la tesi dell’imbrattamento dall’esterno, la Magistratura avanzò a fianco dell’ipotesi soprannaturale, quella della suggestione collettiva.


 

9.6 Contraddizioni sulla quattordicesima lacrimazione

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Un altro argomento usato dagli scettici sono le apparenti contraddizioni manifestate dai testimoni oculari della (presunta) lacrimazione avvenuta nella casa del vescovo, mons. Grillo, il 15 marzo 1995.

I presenti erano, oltre la vescovo stesso, la sorella Grazia Maria, il marito Antonio Arena, e suor Duma Tereza. In altre stanze invece vi erano un’altra suora e il nipote del vescovo, Angelo Arena che stava dormendo.

 

Nelle varie testimonianze rese alla Commissione teologica diocesana il 7 giugno 1995368riportate anche in Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, pp. 64, 65, tre mesi dopo la presunta lacrimazione, i tre testimoni raccontano effettivamente versioni in apparente contraddizione:

  • Il vescovo Grillo riferì di una grossa lacrima di sangue che, lentamente, cominciò a scendere dalla guancia destra fino fin sotto il collo della statua»;
  • Antonio Arena riferì di una goccia che rifioriva, sia sulla guancia destra che sinistra e formava «tre o quattro rivi, corrispondenti ad alcuni centimetri e il nuovo flusso estendersi oltre il limite dei precedenti»
  • Suor Duma Tereza riferì di aver visto «rinvigorirsi la lacrima; un rivolo sovrapporsi al precedente e scorrere giù, giù»;
  • La sorella Grazia Maria riferì di un «filo come un capello, scendere dall’occhio fino al collo»;

 

Leggendo attentamente queste poche parole di un evento durato qualche minuto369Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 34, riportate a tre mesi di distanza, 3 testimoni su 4 raccontano la stessa identica cosa: una lacrima di sangue si rinvigorì e scese su una delle guance, formando un piccolo rivo e andando oltre i precedenti, fino al collo.

Soltanto il cognato Arena aggiunse di aver visto la stessa cosa anche sull’altra guancia e aver visto più rivi. Ma sono dettagli aggiuntivi dello stesso fenomeno osservato dagli altri tre.

Bisogna tra l’altro considerare la forte miopia di Antonio Arena370Corvaglia M., Le “lacrime” della Madonnina di Civitavecchia – Parte 2: I fatti, 2008, l’elevata emozione, la brevità del fenomeno e la distanza temporale tra questo e la deposizione.

Gli altri tre testimoni non si contraddirono affatto, ma, come tre cronisti che scrivono dello stesso evento, raccontarono la stessa scena con parole diverse (“rivolo” e “filo”, “scorrere giù, giù” e “scendere fino al collo” o “scendere fin sotto al collo”).

 

Chi legge la contraddizione di Antonio Arena rispetto agli altri testimoni o comunque rileva contraddizioni tra i testimoni in generale usandola come prova di «probabile suggestione»371Corvaglia M., Le “lacrime” della Madonnina di Civitavecchia – Parte 2: I fatti, 2008, sbaglia perché:

  • Soltanto 1 su 3 testimoni espone un racconto non contraddittorio, ma diverso aggiungendo elementi rispetto agli altri (più rivoli e su entrambe le guance)

  • Anche ammettendo che i testimoni oculari si siano contraddetti a vicenda, dimostra che certamente non si misero d’accordo su una versione unica da fornire. Rimane perciò solo la possibilità di una suggestione collettiva (mai dimostrato in letteratura), ma non viene spiegato come abbia potuto produrre tre versioni sostanzialmente uguali, pur esposte con sinonimi;

  • Se si ritiene la coerenza assoluta un sinonimo di attendibilità di un racconto, bisognerebbe di conseguenza riconoscere ampio valore al fatto che i membri della famiglia Gregori non si sono mai contraddetti nell’esporre le loro versioni sulla prima/prime lacrimazione/i. Neppure la piccola Jessica di soli 6 anni che fu intervistata già il giorno dopo dal colonnello Enea Fabio Rubulotta, da sola, senza preavviso (fu una decisione presa al momento da Rubulotta) ed in maniera indipendente dal resto della famiglia («tutte le versioni concordavano tra di loro», concluse l’ex militare372Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 37);

  • Gli storici conoscono bene il fatto che versioni diverse, anche molto diverse, non significano perdita di autenticità: quando il Titanic affondò, ad esempio, i sopravvissuti si contraddissero su un particolare determinante. Chi disse che la nave si spezzò a metà poco prima di affondare e chi riferì l’opposto: era affondata intera. Si sbagliarono su un enorme particolare relativo a una nave di 200 metri, nella notte più spaventosa e terrificante della loro vita: sono dunque testimoni inaffidabili? No, quasi tutto ciò che sappiamo per certo sull’affondamento del Titanic proviene da loro;

 

Due altri testimoni oculari, che confermarono la versione di mons. Grillo (e quindi di sua sorella e della religiosa presente), furono Giancarlo Umani Ronchi (Università La Sapienza) e Angelo Fiori (Policlinico Gemelli), presenti il 28 marzo in casa del vescovo assieme al perito della Criminalpol Aldo Spinella per eseguire il prelievo di sangue ordinato dalla Procura.

In quel frangente, i due medici si accorsero che sul lato destro del volto vi era una traccia di sangue dal colorito più vivo (dunque più fresco)373Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 77, diversa quindi rispetto a come l’avevano vista l’ultima volta, quando l’aveva lungamente analizzata un mese prima presso il laboratorio del Policlinico Gemelli.

L’ha testimoniato direttamente Giancarlo Umani Ronchi al programma televisivo Misteri del 04/05/1995, il video è visibile nel paragrafo dedicato più sopra.


 

9.7 Nessuna traccia di lacrimazioni successive

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Un altro argomento avanzato dagli scettici è quello documentale-fotografico.

E’ lo stesso sostenuto dal perito Carlo Pietro Bui a conclusione delle indagini della Magistratura: sulla statuina: le macchie di sangue sul volto della statuina della Madonna di Civitavecchia non sarebbero più cambiate dal 2 febbraio (prima lacrimazione) al 5 febbraio.

Lo ripete anche il blogger Marco Corvaglia, mostrando alcune fotografie in cui le macchie sono sempre uguali.

Eppure a quest’arco temporale risalgono gran parte delle testimonianze oculari perciò, concludono gli scettici, tutti i testimoni si sarebbero auto-suggestionati in quanto le prove fotografiche non supportano le loro parole.

C’è un piccolo problema: Corvaglia pubblica sempre la stessa fotografia, quella più famosa risalente al 4 febbraio 1995, pur retrodatandola erroneamente ai giorni precedenti.

Nonostante abbia letto (e citato) tutti i libri di indagine svolti su Civitavecchia, com’è possibile che gli siano sfuggite proprio le fotografie risalenti al periodo tra il 2 e il 4 febbraio? E’ alquanto sospetto, esattamente come la citazione dell’archiviazione del caso troncata proprio quando si riferisce a testimonianze oculari autorevoli.

Nelle foto qui sotto374prese da Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, al contrario di quanto asserito dagli scettici, si rileva che le macchie di sangue mutarono con il trascorrere dei giorni:

madonna civitavecchia lacrime

 

Qui sotto, invece, abbiamo zoomato il volto delle stesse immagini:

lacrime madonna Civitavecchia pantano

 

Ciò che invece effettivamente non si potrà mai notare sono le tracce dell’ultima lacrimazione, quella (presuntamente) avvenuta in casa del vescovo.

Come già spiegato, il 28 marzo durante il prelievo eseguito dal perito della Procura, Aldo Spinella, venne asportata una grande quantità di sangue proprio dalla parte destra del volto della statua, laddove era presente una traccia più recente del sangue lasciata per l’appunto dall’ultima lacrimazione, come testimoniato dagli altri consulenti della Procura, Angelo Fiori e Giancarlo Umani Ronchi375Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Edizioni Ares 2005, p. 77.


 

9.8 Perché nessuno scettico si è mai recato a Civitavecchia?

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Abbiamo noi un’obiezione per i vari Garlaschelli, i Marco Corvaglia, i Giovanni Panunzio e i Codacons che giurano essere tutto falso e si sforzano di ideare soluzioni naturali e alternative.

E’ troppo facile fare gli scettici a distanza, sui giornali, in televisione o davanti al computer.

Ma perché non si sono mai recati a Civitavecchia a studiare il fenomeno in maniera diretta?

Eppure il vescovo, mons. Grillo ha più volte invitato scettici, esperti e scienziati a presentarsi per indagare il fenomeno.

Il suo invito è apparso sui quotidiani nazionali anche nel 2006, quando per alcuni giorni la seconda statuina, avrebbe manifestato anche lacrime normali, salate come quelle umane376Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, pp. 195-200.

Su Il Messaggero, con il titolo “Invito il Codacons a venire a controllare e a cercare eventuali trucchi377Il Messaggero 01/04/2006, p. 44, mons. Grillo testimoniò il nuovo fenomeno, invitando chiunque volesse indagare a recarsi sul luogo.

Gli scettici da giornale o da televisione, riflette giustamente Riccardo Caniato, amano dare «sfoggio della propria preparazione, ma non si preoccupano minimamente di andare a verificare direttamente»378Caniato R., “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, p. 206 ciò di cui parlano.

Lo stesso Codacons nel 2006, appena saputo delle lacrime acquose, avanzò un’ennesima denuncia chiedendo che fosse il CICAP di Garlaschelli ad analizzare la lacrime379Bac C., Un anno fa le prime lacrime, Il Messaggero 01/04/2006, p. 44. Il chimico scettico si è mai fatto vedere a Civitavecchia?

Questa nostra critica a Garlaschelli, al CICAP, al Codacons e ai vari scettici non è per il fatto stesso di aver messo in dubbio gli eventi. Da questo punto di vista ci sentiamo di difenderli dalle accuse di attivarsi soltanto quando c’è un fenomeno religioso in atto (definiti addirittura «seguaci delle tenebre»380Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 202).

E’ un bene invece che ci siano queste persone e organizzazioni, sono una forma di protezione delle fede cattolica da facili miracolismi esoterici e di tutela della “credulità popolare”, come recita l’apposito articolo di legge.

Li critichiamo, invece, per non aver fatto (e non fare mai) abbastanza, restando scettici su qualcosa che non hanno mai osservato e studiato in prima persona.

Bisogna essere molto scettici su questo scetticismo a distanza.

Lo stesso Fabio Gregori ha risposto in qualche modo a queste persone, dicendo:

«Li comprendo: non è facile accettare per una mente razionalista che due manufatti di gesso piangano sangue o trasudino olio profumato. Per crederci occorre che ti trovi nell’evidenza del fatto e che, al tempo stesso, apri il cuore e la mente, considerando, per esempio che questi stessi oggetti non sono “sassi” qualunque ma raffigurazioni di una persona santa, autentica e viva, qual è la Madonna»381Gregori F., in Ubodi F., La Madonna di Civitavecchia, Edizioni Ares 2023, p. 319.

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10. CONCLUSIONI SULLE LACRIME DELLA MADONNA DI CIVITAVECCHIA

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Dopo aver esaminato dettagliatamente e a lungo la vicenda, tenendo conto delle testimonianze oculari, delle analisi scientifiche, dell’indagine della Procura della Repubblica di Civitavecchia, tiriamo le somme e cerchiamo di produrre una conclusione riassuntiva.

Al momento nessuna spiegazione di tipo naturalistico riesce a spiegare adeguatamente i fenomeni documentati.

  • Sono attestate numerose testimonianze oculari delle lacrimazioni di sangue in atto da parte di autorevolissime persone, a partire da agenti di Polizia, giornalisti, un vescovo, medici e scienziati. Tutti hanno fornito relazioni scritte e coerenti di fronte agli organi inquirenti, senza manifestare alcun dubbio su quanto avevano assistito;

  • Le perquisizioni e le interrogazioni sulla famiglia Gregori hanno dato esito negativo, anzi risultando essere una famiglia perbene, stimata da tutti;

  • Le indagini scientifiche hanno accertato fosse sangue umano e quelle radiografiche hanno escluso qualunque tipo di frode o trucco all’interno della statua;

  • I testimoni oculari, le fotografie, la dinamica degli eventi e le conclusioni della Magistratura hanno escluso qualunque tipo di imbrattamento dall’esterno della statua;

  • Non regge la tesi della suggestione collettiva, sia perché esistono tracce ematiche evidenti, sia perché le decine di testimoni non si conoscevano tutti tra loro e non erano nemmeno moralmente predisposti all’evento (molti atei, agnostici, indifferenti), sia perché in letteratura non è documentato un solo caso di suggestione collettiva, che risulta essere più uno spauracchio da usare quando non si riesce a spiegare qualche evento;

 

Mettiamo ora il caso che i Gregori si siano effettivamente rifiutati di sottoporsi al test del DNA per paura di essere scoperti, in quanto avrebbero imbrattato loro la statua con il sangue di un maschio della famiglia.

Questo però comporterebbe tutta una serie di conseguenze logiche quasi impossibili da verificarsi:

  • La Magistratura ha rilevato che la statuina avrebbe lacrimato almeno due volte, non quattordici. Quindi qualcuno dei Gregori avrebbe dovuto imbrattare la statuina la prima volta, creando due rivoli sottilissimi di sangue e poi una seconda volta, aumentando la quantità di liquido;

  • Avrebbero poi dovuto convincere oltre 40 testimoni oculari (tra cui poliziotti, agenti scelti, giornalisti ecc.), a mettersi d’accordo per mentire davanti agli inquirenti (mettendo così a rischio la loro reputazione, la loro fedina penale e la loro carriera professionale in caso di smascheramento), facendo sostenere loro di aver osservato direttamente lo scorrere delle lacrime senza intervento esterno;

  • Oppure i Gregori avrebbero dovuto sperare che effettivamente si verificasse una suggestione (o allucinazione) collettiva durata più giorni e più volte al giorno (mai accertata prima in letteratura scientifica) tra persone sconosciute tra loro, tra cui atee e non inclini, disposte o interessate al fenomeno religioso, sperando anche che tutte vedessero e testimoniassero poi la stessa cosa senza contraddirsi;

  • Come degli esperti criminali, avrebbero dovuto anche far sparire ogni traccia dalle loro case e uscire illesi dopo 40 giorni di intercettazioni telefoniche e interrogatori da parte dei magistrati;

  • I coniugi Gregori avrebbero anche dovuto corrompere mentalmente la loro figlia di 6 anni (e successivamente tutti i loro figli), convincendola a sostenere la menzogna delle lacrimazioni e tutte quelle successive (apparizioni, messaggi ecc.) mantenendo tale corruzione anche nell’età adulta e, allo stesso tempo, permettendo una piena salute mentale che le ha permesso di diplomarsi e trascorrere un’infanzia e un’adolescenza come una ragazza normalissima (lo stesso dicasi i fratelli);

  • I Gregori avrebbero dovuto essere anche intervenuti sul vescovo Grillo e sui suoi famigliari, accordandosi con loro o corrompendoli in qualche modo (oppure sperando che anche loro cadessero vittime della solita suggestione collettiva);

  • I Gregori avrebbero dovuto anche riprodurre il fenomeno delle essudazioni, inventandosi un nuovo modo di manifestare il fenomeno, ripreso in diretta da centinaia di videocamere amatoriali e non, non solo sul corpo della statuina ma anche sulle foglie e sulla grotta stessa;

  • Tutto ciò sarebbe stato ideato da persone con una cultura media, un operaio dell’Enel e una casalinga, stimati da tutti e senza mai aver avuto problemi con nessuno né prima, né dopo i fenomeni, e dal cui piano diabolico non hanno tratto alcun profitto (come accertato dalla Magistratura) e, al di là di qualche intervista, hanno mantenuto una vita ordinaria senza manifestare alcuna forma di esibizionismo;

 

Ci vuole troppa fede per credere a tutto questo.

Non a caso, per molti, l’ipotesi soprannaturale risulta al momento la più convincente a spiegare la complessità del fenomeno.

Ovviamente la questione non è chiusa e ci auguriamo che la scienza e la teologia continuino ad interrogarsi sui fatti di Civitavecchia, sul sangue e sulle essudazioni, pur consapevoli che il cristiano non ha bisogno di credere nei miracoli, che possono essere un aiuto spirituale al massimo, dunque è libero di fronte a tali eventi.

Il giornalista Michele Brambilla nel 2002 ha raccontato la risposta dell’allora direttore de Il Corriere della Sera, Paolo Mieli, ad un cronista disinteressato quando una mattina del febbraio 1995 arrivò in via Solferino la notizia della Madonna di Civitavecchia.

«Il direttore Paolo Mieli lo fulminò con un breve discorso che cito a memoria, e che era più o meno così: “Non hai capito niente. Questa storia di Civitavecchia è la notizia più importante di tutte. Io sono ateo, vengo da una famiglia ebrea, e quindi non me ne dovrebbe importare nulla di una statuetta della Madonna. Ma se questa notizia è vera, se davvero quella statuetta ha lacrimato, vuol dire che è accaduto un miracolo. Vuol dire che Dio esiste. E’ la notizia più importante che ogni uomo vorrebbe sapere, anche quelli che fanno finta di non interessarsi alla religione, è proprio questa: che Dio esiste. Perché se Dio esiste, per noi cambia tutto, cambia tutto il nostro destino»382Mieli P., in Brambilla M., Gente che cerca (Ancora 2002).

Chi si aspetta “prove scientifiche” inoppugnabili da eventi come questi, sbaglia clamorosamente.

Come ricordò già allora padre René Laurentin, celebre mariologo, «Dio si rivela sempre nel chiaro-scuro, nel mistero, perché rispetta la libertà dell’uomo. La libertà di credergli o di non credergli, di dirgli di sì o di no»383Brambilla M., Le lacrime? Sventure per l’Italia, Corriere della Sera 28/05/1995.

Autore

La Redazione

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