Ecco come le varie lobby stanno rosolando gli italiani

Lobby gay 

di Gian Luigi Gigli*
*neurologo e deputato di Scelta Civica

 

da “Avvenire”, 2/06/13

 

Caro direttore,
esiste in medicina un termine – mitridatismo – che indica il lento processo di assuefazione che può determinarsi in un organismo verso un veleno, quando esso venga somministrato ogni giorno a dosi non letali.

Questo processo di assuefazione si verifica purtroppo anche per gli organismi sociali a proposito delle ideologie del ‘politicamente corretto’. Basta proporre le idee controverse a piccole ma continue dosi, per evitare che esse vengano rigettate dal corpo sociale. Avendo questa accortezza, la società finisce per considerare anche i temi più controversi come qualcosa di normale, addirittura di già coralmente accettato e quindi, poco a poco, di indiscutibile, perdendo ogni capacità di opporsi, quasi fosse anestetizzata.

È quanto sta avvenendo per l’ideologia del ‘gender’ che le lobby Lgbt stanno instancabilmente promuovendo anche in Italia con la loro politica dei piccoli passi. Qualunque occasione è propizia, anche in Parlamento, per muoversi in questa direzione, dalla celebrazione della Giornata contro l’omofobia (evitando, ovvio, di celebrare la Giornata internazionale per la famiglia), all’assistenza integrativa per i deputati omosessuali, all’approvazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, nella quale si annida – per fortuna almeno individuato ed enucleato – il rifiuto del genere biologicamente inteso, a favore appunto di un ‘gender’ fondato sulla scelta dell’individuo.

Lo stesso discorso potremmo farlo per altri grandi temi. Basti pensare all’aborto, passato in 40 anni da crimine a dramma sociale di cui prendere atto, a scelta dolorosa cui prestare assistenza, a ‘diritto’, fino a incominciare a ipotizzare persino sanzioni verso chi – come i medici obiettori di coscienza – crei ‘ostacoli’ all’aborto on demand. Anche per l’eutanasia si è scelta la via del mitridatismo. Dalla saggia opposizione a ogni accanimento terapeutico, si è passati alla rivendicazione della possibilità di sospendere la ventilazione assistita (caso Welby), poi alla sospensione di nutrizione e idratazione a una disabile (caso Englaro), quindi a mascherare l’eutanasia omissiva come ‘desistenza’ terapeutica. E ora si intensifica il pressing radicale per l’eutanasia attiva e il suicidio assistito come diritto dell’individuo.

Il filo conduttore è sempre quello del primato dell’autodeterminazione sul riconoscimento di un valore sociale per la vita dei nostri simili e sul conseguente interesse comunitario a tutelarla. Il mitridatismo del politically correct ha da tempo penetrato ciò che resta della tradizione socialista che, sconfitta dalla logica del mercato, ha preferito ritirarsi dal fronte della giustizia sociale e attestarsi sulla linea dei cosiddetti diritti civili.

Al radicalismo manca ora solo la capitolazione dell’ultima roccaforte che ancora le si oppone, quella della cultura cattolica. E anche in questa cittadella c’è chi si fa intimorire dal preteso e intollerante pensiero unico – Marcello Veneziani ha parlato recentemente di «razzismo etico») – e rinuncia a opporsi culturalmente alla marea montante. Altri all’inverso sembrano preferire un’opposizione improduttiva, convinti che lo scontro fine a se stesso abbia una sua intrinseca bellezza, dimentichi che le battaglie vanno fatte per guadagnare posizioni o, quantomeno, per non perderne altre.

A questi ultimi, impegnati talvolta più sul versante della critica agli amici che in quello dell’agone culturale con gli avversari, vorrei solo ricordare sommessamente che occorre abituarsi «a rendere ragione della speranza» che è in noi, cercando alleati preziosi sul piano della ragionevolezza, pregando ogni giorno con san Tommaso Moro: «Signore, dammi il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, la forza per accettare quelle che non posso cambiare e la saggezza per distinguere le une dalle altre». È quanto con altri colleghi cerchiamo di fare ogni giorno in Parlamento, nella convinzione che in politica non basti la proclamazione dei princìpi, ma occorra piuttosto la ricerca del consenso sulla nostra agenda. È quanto abbiamo fatto sul tema del ‘gender’, facendo accogliere dal Governo un ordine del giorno con cui lo si impegna, nell’applicare la Convenzione di Istanbul, al rispetto della nostra Costituzione in tema di identità di genere.

Sarà tanto più facile costruire tale consenso anche in altre occasioni, quanto più invece di sparare sui parlamentari cattolici ci si indirizzerà invece a far crescere una nuova cultura nella società, capace di premere sulle istituzioni. I radicali questo fanno, da decenni. E noi?

52 commenti a Ecco come le varie lobby stanno rosolando gli italiani

  • Controinformato ha detto:

    come tessere del domino: cade una e tutte le altre dietro di conseguenza

  • Paolo Viti ha detto:

    Come dare torto a Gigli? Mi trova d’accordo su tutto!

    Basterebbe (è un parola!!) smettere di comprare i quotidiani e spegnere la televisione, informandosi solo sul web dove è più facile confrontare le varie opinioni/notizie e non fare la fine della rana nella pentola.

    • Controinformato ha detto:

      un tempo ti avrei dato ragione,
      ma ricorda: sul web comanda chi fa la voce più grossa ed è più facile sparare balle senza lasciare traccia

  • lorenzo ha detto:

    Purtroppo il mitridatismo riguardo al mondo gay ed all’aborto ha contagiato anche il cattolicesimo: sembra infatti che le pratiche omosessuali (ribadisco le pratiche omosessuali e non le persone affette da omosessualità) e quelle abortive, abbiano cessato, per molti cattolici, di essere due dei quattro peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”.

    • Paolo ha detto:

      persone “affette” da omosessualità….quando si dice la fantasia….

      • Fabio Moraldi ha detto:

        Si il termine “affetto da” non è corretto (mentre lo è il commento globale di lorenzo), tuttavia mi permette di farti una domanda su una questione a cui non ho mai ricevuto risposta.

        Perché secondo te un omosessuale continua ad avere un corpo che funziona secondo una natura eterosessuale (pensiamo all’apparato riproduttore permanentemente in attività)? Possiamo dire che si è omosessuali soltanto nella mente, mentre il corpo rimane orientato all’eterosessualità? Cosa ne pensi?

        • Roberto Dara ha detto:

          Anche una persona monogamica eterosessuale lo è solo nella mente perché il corpo sarebbe perfettamente in grado di accoppiarsi e di procreare con moltissimi partner di sesso opposto.

          • MarcoF ha detto:

            Così finalmente si potrebbe dire “che c***o vuoi”, non in senso metaforico….. 😉

      • beppina ha detto:

        “Affette” deriva dal latino “affectare” (aspirare a qualcosa con ansia) a sua volta derivazione di “affectus” cioé inclinazione…

        • Francesco ha detto:

          hum… in medicina ‘affezione’ è spesso sinonimo di ‘malattia’; l’omosessualità è stata definita come ‘disturbo’ che è leggermente diverso da malattia. Non credo pertanto che il termine ‘affette’ possa essere usato in questo caso…

          • Emanuele ha detto:

            …beh, però consideriamo come mai nel DSM l’omosessualità è stata derubricata dalle malattie…

            • Francesco ha detto:

              è stata derubricata l’omosessualità egosintonica ma non quella egosintonica. Comunque viene chiamato ‘disorder’ più simile a disturbo che a malattia

              • Francesco ha detto:

                pardon, la seconda è ‘omosessualità egodistonica’.

              • Giacomot ha detto:

                Mi sembra che in passato più di una volta alcuni tra cui io e uccronline abbiano ribadito che il DSM è una boiata detta in termini terra terra e che l’omosessualità secondo rispettabilissimi psicologi che hanno fatto esperienze e secondo alcune caratteristiche che vengono ben descritte sia un disturbo provocato da traumi . Sì lo so che non ho messo nè punti ne virgole ma vado di fretta .

                • Francesco ha detto:

                  mi sembra un po’ troppo definire ‘boiata’ il DSM solo perchè classifica/non classifica l’omosessualità: mi risulta che per altre cose sia utile. Che poi l’omosessualità derivi o meno da traumi boh…

                  • Kosmo ha detto:

                    perchè, qualcosa che, per puri scopi politici e di lobby, tradisce la propria vocazione scientifica, solo per far piacere al manovratore, come la chiameresti?
                    Tutti quelli che in passato hanno dato un supporto “scientifico” all’inferiorità di neri, di ebrei, ecc ecc, come li vorresti chiamare?

                    • Kosmo ha detto:

                      alla SUPPOSTA inferiorità… ovviamente…

                    • Francesco ha detto:

                      beh… è un po’ come dire che tutti gli italiani sono dei mafiosi quando solo qualcuno lo è (tradotto: il DSM fa completamente schifo perchè non ha inserito l’omosessualità egosintonica tra i suoi disturbi). Non so bene come classificarla anche se qualche libro in merito l’ho letto e mi sono un po’ informato sulla questione e sui vari pensieri: la faccenda è molto complessa pertanto non ho una posizione definita in merito, anche se tendo a considerarla un disturbo.

                    • Kosmo ha detto:

                      Paragone sbagliato.
                      Io non ho detto che sono bravi solo gli psichiatri che reputano l’omosessualità un disturbo, e gli altri no.
                      Ho detto che hanno fatto questo per pressioni delle lobby gay e del “politicamente corretto” (come confessato da alcuni presidenti dell’associazione).
                      Tu ti fideresti del tuo medico di famiglia se venissi a scoprire che prescrive i medicinali che “consigliano” le case farmaceutiche e i loro rappresentanti con regalie e percentuali sulle vendite?

                    • Francesco ha detto:

                      Il mio esempio non è sbagliato. Non si fa di tutta l’erba un fascio. Stando invece sul tuo di esempio mi risulta che i medici di famiglia (quasi tutti) ricevano già regalie dalle case farmaceutiche e che la somministrazione di farmaci sia comunque guidata dalla pubblicità e dalla pressione delle case farmaceutiche sui medici stessi (non parlo di corruzione vera e propria): è un po’ un’utopia che il medico scelga in ‘scienza e coscienza’. Pertanto la domanda è: tu vai dal tuo medico di famiglia? (e non dirmi che non immaginavi l’esistenza di tale pressione, molto simile a quella della lobby gay)

                    • Kosmo ha detto:

                      Ripeto: esempio sbagliato.
                      E anche se (per ipotesi) fosse, dovremmo forse rassegnarci allo strapotere delle varie lobbies, di qualunque specie esse siano?
                      Se proprio ci tieni ti racconto la mia esperienza con il MIO medico di famiglia: quando ero sotto stress, per esempio sotto esami, o in periodi particolarmente duri, volevo qualcosa per distendermi, non proprio calmanti o psicofarmaci, solo qualcosa di leggero. La sua risposta era sempre la stessa: “Quando ti porteranno qua con la camicia di forza, e due infermieri non riusciranno a tenerti, allora e solo allora, FORSE, qualcosa ti darò”.
                      La maggior parte delle volte sono tornato dallo studio del medico senza alcuna ricetta in mano (ovviamente erano disturbi lievi).
                      Io da un medico sudafricano (durante l’apartheid) che affermasse che i neri sono inferiori ai bianchi non ci andrei neppure per un’unghia incarnita. Non so tu.

                    • Francesco ha detto:

                      il fatto che non ti abbia prescritto antidepressivi o calmanti significa che non esiste una lobby farmaceutica che preme sulle scelte dei medici? strano ragionamento… “Io da un medico sudafricano (durante l’apartheid) che affermasse che i neri sono inferiori ai bianchi non ci andrei neppure per un’unghia incarnita. Non so tu.” vorresti dire che se un medico non è contrario alla derubricazione dell’omosessualità egosintonica dal DSM ‘non ci andresti nemmeno per un’unghia incarnita’?… sono quantomeno perplesso… spero che tu stia in salute perchè potresti avere un sacco di problemi nel caso ti ammalassi; per non parlare del caso in cui dovessi recare da uno psichiatra!! gli diresti che non vuoi una diagnosi basata sul metodo classificativo del DSM perchè è una boiata? beh… sentiamo, come classificheresti tu la bulimia? o la demenza? o la schizofrenia? Certamente non c’è un modo solo per differenziare questi disturbi e il DSM non va preso come la Bibbia ma da qui a dire che è una boiata ci passa un oceano!! E poi, se la derubricazione ‘brucia’ così tanto è proprio perchè è usato come punto di riferimento da moltissimi medici per la sua importanza, altrimenti nessuno ne parlerebbe, no?

                    • Kosmo ha detto:

                      Il tuo modo di pensare mi sembra molto ideologico, considerando anche i tuoi interventi precedenti.
                      NOn vedi quello che non vuoi che esista.
                      Io di un medico che (s)vende la sua professionalità per compiacere il manovratore di turno, NON MI FIDO. Tu evidentemente sì.
                      Fatti tuoi.
                      Paradossalmente, capisco di più quelli che si vendono in cambio di soldi.
                      Ma per ideologia, stravolgendo la vita di milioni di persone, perchè non si vuole che esista il problema… beh… questo è un altro paio di maniche.

                  • Francesco ha detto:

                    io credo di essere molto pragmatico invece, e piuttosto consapevole di come funzionano le cose in quell’ambiente. Ma, tanto per sapere, perchè dici che il mio pensiero sarebbe ideologico? a quale ideologia apparterrei? cos’è che non vorrei che esista e perchè?

        • Chissenefrega ha detto:

          Deriva da “adficio”

  • LawFirstpope ha detto:

    @Paolo Viti
    Anche se forse il web, se usato male, è ancora più pericoloso…

    • Paolo Viti ha detto:

      Verissimo con la differenza che io e te possiamo fondare un blog o una rete di blog in cui riportiamo la verità, mentre non potremo mai fondare un quotidiano o una televisione. Bisogna rifletterci, io l’ho buttata un po’ lì!

  • J.B. ha detto:

    In questo frangente dobbiamo essere più che mai “Radicali” (non dei radicali italiani, eh!). Radicale vuol dire “Che concerne le radici, l’intima essenza di qualche cosa” (Treccani). Saremo saldi sui principi o periremo.

  • Umpalumpa ha detto:

    Lo dice un elettore di scelta civica alle ultime elezioni.

    Ha ragione Gigli. “far crescere una nuova cultura nella società, capace di premere sulle istituzioni….con la … politica dei piccoli passi.” (ovviamente ho copiato e incollato).

    Questo potrebbe voler dire che in campagna elettorale alle domande “matrimoni gay si o no” si deve rispondere educatamente e fermamente “no! Nel rispetto per ogni cittadino e punendo qualsiasi reale discriminazione, io credo che la famiglia sia una sola. Quella fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna com’è previsto dalla costituzione e come la consideravano i nostri padri costituenti. Con particolare attenzione per quella numerosa.” Sarà uno scandalo? creerà stracciamenti di vesti da parte dei bigotti tromboni progressisti? amen. Se qualcuno 10 anni fa avesse parlato di infanticidio cosa avremmo detto? saremmo tutti inorriditi. Oggi se ne discute tranquillamente in alcuni parlamenti, in alcune università oltre che nei grossi giornali.

    Invece in campagna elettorale come si è risposto su questi temi? L’europa va nella direzione di riconoscere i matrimoni omo, sarà il caso di seguirla. Si o no? ni, forse si. Sull’aborto? silenzio tombale. Anzi, si auspicava la Bonino presidente della repubblica.
    A me sta benissimo la politica dei piccoli passi, è l’unica percorribile, e sicuramente il lavoro che dovete fare è molto complesso, però che i passi, seppur piccoli, siano fatti nella direzione giusta.

    ps: secondo me (e non ci capisco niente di politica) scelta civica con questo atteggiamento poco chiaro su questi grandi temi (che sono molto più fondamentali di altri temi importanti come spending review o pil) ha perso milioni di voti. Tant’è vero che le elezioni 2012 sono state “un po’” deludenti per scelta civica.

  • a-theòs=a-éthos ha detto:

    A parte la discutibilissima “scelta civica”, trovo questo pezzo notevole, seppur mancante delle logiche conseguenze: se si parte con l’idea liberale, non si può che arrivare qui, cioè al fatto che dal “pensare quello che si vuole” si passa immancabilmente, seppur gradatamente (questa a ben guardare l’unica reale differenza con le dittature e i totalitarismi), all'”agire come si vuole” (giungendo infine ad instaurare una vera e propria dittatura del relativismo); ciò che sul piano sociale e culturale corrisponde esattamente al mitridatismo qui giustamente stigmatizzato…

    • Paolo Viti ha detto:

      Da tempo volevo farti questa richiesta ma ora mi sono deciso: mi piacerebbe tanto leggere un tuo articolo sul pensiero liberale e sul giusnaturalismo, io ne sono completamente a digiuno ma credo che su essi verta tutto il problema della modernità in campo bioetico. Non ne parla nessuno, perché non inizi tu?

      Perché limitarti ai commenti? Tu potresti benissimo arrivare a migliaia di lettori con questo sito, secondo me la redazione sarebbe felice di ospitarti! Pensaci!

      • a-theòs=a-éthos ha detto:

        Il fatto è che ho dovuto momentaneamente accantonare il progetto di ricerca avviato su questa problematica e ho bisogno di approfondire molto, prima di poter presentare qualcosa di veramente valido e inattaccabile.

        • Paolo Viti ha detto:

          Ve beh ma intanto non si potrebbe cominciare con l’ABC? Il 90% delle persone non sa nemmeno di cosa si tratta…insomma questo sito non è una rivista di filosofia, basterebbe qualcosa di divulgativo.

          • a-theòs=a-éthos ha detto:

            Non credo possa farsi buona divulgazione, se non si è approfondito a sufficienza ciò che va divulgato e che deve dunque essere conosciuto in profondità. Ricercare le radici storiografiche e teoriche del liberalismo, porta al volontarismo tardomedievale e da lì indietro alle varie forme di gnosi (campo vastissimo di studi). Mi manca soprattutto la conferma delle mie ipotesi di lavoro…

            • Paolo Viti ha detto:

              Non so, sono convinto che per un’infarinatura generale basta e avanzano le tue competenze attuali, altrimenti si studia per una vita aspettando il momento giusto per divulgare…poi ci si accorge che è tardi.

  • Alida Vismara ha detto:

    Il matrimonio gay toglierebbero il diritto ad un bambino di avere un padre e una madre, toglierebbe il suo diritto di restare con i genitori che l’hanno generato, toglie una parte psicologica importante per il bambino di crescere confrontato con la triade famigliare. Toglie la verità della coppia eterosessuale di essere l’ambiente migliore per crescere i bambini nell’amore. Toglie alle persone con emozioni omosessuali il diritto e la verità delle cure. Diffonde falsamente la notizia che si nasce omosessuali… obbliga i ragazzini di scuola a sentire un bugie che è sana e naturale come l’eterosessualità togliendo le vere funzioni alla fisiologia del corpo umano e negando l’evidenza di tutte le disfunzioni che porta l’uso improprio del retto e dello sfintere anale. Nega l’evidenza che per la neuroplasticità del nostro cervello molte persone saranno trascinate verso l’omosessualità anche se non la desiderano e i bambini si identificheranno in essi. Nasconde le statistiche dell’altissima percentuale di divorzio specialmente tra lesbiche, dovuta alla mancanza di complementarietà anche psicologica. Favorisce il commercio dei bambini e lo sfruttamento della donna. Potrei continuare ancora per tutto il giorno… ma l’unica verità prima e ultima è che non esistono 2 uguaglianze diverse che dovrebbero funzionare allo stesso modo per lo stesso scopo. O una falsa e l’altra e vera o sono tutte 2 false in modo diverso… ma 2 ugualmente vere disuguali non esistono. Per mostrare la verità del matrimonio omosessuale si puo’ solo mostrare la falsità della realtà del matrimonio eterosessuale e con esso la storia umana, fisica, biologica, psicologica, filosofica, spirituale ecc..ecc.

  • Daniele ha detto:

    Beh, questa progressiva “assuefazione al peggio” da parte della nostra società ha la sua causa nel degrado sociale in cui viviamo, degrado che ha raggiunto livelli allarmanti. Questo succede quando una società smette di seguire i valori positivi che per secoli l’hanno guidata e si lascia traviare e confondere.

    Proprio ieri ho saputo che a Ferrara l’Arcivescovo, Mons. Negri, ha visto un gruppo di giovani che alle 3 di notte mettevano in scena un’orgia nella Piazza del Duomo:

    http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2013/7/5/FERRARA-Mons-Negri-il-postribolo-di-fronte-al-Duomo-e-l-Italia-senza-padri/409292/

    Bene, anzi benissimo, ha fatto Mons. Negri a richiamare ciascuno alle proprie responsabilità.

    Noi cristiani dobbiamo vigilare su questa ed altre situazioni delicate e dobbiamo andare a svolgere la (ri)evangelizzazione, cioè dobbiamo (ri)portare Cristo, anche – e soprattutto – in quei contesti di degrado e di “assuefazione al peggio”, contesti in cui cioè è stata smarrita la bellezza di vivere seguendo quei valori stabili e genuini che il cristianesimo ha sempre portato con sè.

    Io faccio parte di un gruppo di preghiera e come gruppo stiamo pensando di non tenere la preghiera chiusa nelle mura delle nostre case o delle nostre Chiese, ma di uscire da noi stessi e dalle nostre abitudini per andare a fare l’Evangelizzazione di Strada, ovvero di andare a testimoniare Cristo nei contesti in cui il degrado sociale e la sofferenza umana toccano proprio il fondo (prostitute, tossicodipendenti, ammalati, persone sole ed abbandonate, carcerati…), consapevoli che soltanto “il Signore rialza chi è caduto”.

    Vi chiedo di pregare per il mio gruppo di preghiera (e di evangelizzazione): che il Signore e sua Madre Maria ci diano la forza per compiere questa testimonianza!

  • Daniele ha detto:

    “Signore, dammi il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, la forza per accettare quelle che non posso cambiare e la saggezza per distinguere le une dalle altre”.
    Non è una preghiera di Tommaso Moro ma di Reinhold Niebuhr, pastore e teologo protestante.
    Sul resto dell’articolo diciamo che sono abbastanza d’accordo, anche se il mitridatismo in questione interessa anche altri campi (oltre a quelli del fine vita e inizio vita) che non sempre i politici cattolici, specialmente quelli di area più o meno moderata, sembrano scorgere.

  • Emanuele ha detto:

    …ma, io non credo che esistano delle singole lobby che lavorano nell’ombra. Del resto, anche i Radicali, politicamente cosa ci guadagnano? Ormai sono ridotti ai minimi termini.

    Io credo che ci siano grandi gruppi (farmaceutici, industriali, editoriali, etc.) che in modo più o meno diretto spingono in questa direzione. Infatti, quello che muove il mondo sono sempre i “buoni” vecchi soldi. Se poi ci mettiamo lo zampino di satana, tutto si spiega.

    Cito sempre volentieri Malthus che diceva che la diffusione del vizio è necessaria per controllare la società, come dargli torto? Gioco d’azzardo, prostituzione, pornografia, abuso di alcol, junk food, fumo, droghe sono tutte cose che piano piano sono state legalizzate/normalizzate a vangaggio dei grossi gruppi industriali. Per fare un esempio, nel 2010 si stimava un giro d’affari del porno in Italia (film, sexyshop, locali, internet) di circa 1,5 miliardi di Euro… un bottino niente male! E non parlo del gioco d’azzardo e delle sale scommesse…

    Un’altro aspetto su cui riflettere è la tendenza a medicalizzare tutto… gli Italiani spendono oltre 500 milioni di euro in anticoncezionali (pillole, preservativi, etc.)… ed il dato è riferito alle sole farmacie. Ora, mentre i “benefici” della pillola e del condom sono propagandati da tutti, a tutte le ore (e guai a contraddirli!); nessuno parla dei metodi naturali che, oltre ad essere più sicuri e senza effetti collaterai, sono gratuiti… Sarà per questo motivo che tutti cercano di tenerli nascosti e deridere chi li usa?

    Ovviamente, perché il vizio possa diffondersi (non solo quello sessuale) si devono distruggere due istituzioni: Chiesa e famiglia.

    Questo quadro riassume bene la situazione attuale:
    «I cristiani si sciupino prima del matrimonio (immoralità inoculata con tutti i mezzi e liberalizzata); non giungano al matrimonio (non ce n’è bisogno, mancano i mezzi); se vi giungono, lo frantumino (divorzio facile, protetto); non facciano figli (contraccettivi propagandati, dati gratis dalla mutua); se i figli sono in arrivo, siano uccisi (aborto facile, gratuito, a discrezione della donna); se nascono non siano allevati (nessun favore alle famiglie numerose, intralci all’adozione, difficoltà per la casa); se sono allevati, non siano educati cristianamente (guerra agli istituti cristiani, alla religione nella scuola, controllo dell’editoria scolastica, della TV, dei giornali); se qualcuno scampa, sia emarginato dalla vita sociale (tiro al bersaglio ai cattolici migliori, e tutti zitti quando i cristiani sono falciati a decine di migliaia in Biafra, Burundi, Vietnam, Uganda, Libano, Guinea, ecc…» (A. Acciaroli).

    Per approfondire riposto un link segnalato dall’amico a-theòs=a-éthos:
    http://www.centrosangiorgio.com/occultismo/massoneria/articoli/pagine_articoli/la_rivoluzione_sessuale.htm

  • Daphnos ha detto:

    Devo fare un’osservazione. Nonostante io sia in disaccordo con lui nella difesa ad oltranza del personaggio Berlusconi (non soltanto dell’uomo politico) che lo accomuna ad altre firme del giornale per cui scrive, e che comporta per lui come per gli altri l’assegnazione dell’etichetta di “lurido servo del padrone” da parte dei buffoni della parte avversa, ho dovuto osservare che Marcello Veneziani, citato da Gigli nel suo articolo, è probabilmente l’ateo devoto più intelligente attualmente in circolazione.

  • Franceschiello ha detto:

    I radicali questo fanno, da decenni. E noi?

    Eh, bella domanda.

    Dovremmo cominciare a seguire una buona volta il monito evangelico candidi come colombe, astuti come serpenti.

  • Emanuele ha detto:

    Giusto per capire l’andazzo, su rai3 c’è quel simpaticone di Parenzo… A difendere i valori della famiglia: Luigi Amicone e Mons. Saleghini

    …si poteva avere di meglio, comunque nonostante tutto lo studio contro e Parenzo che spara a raffica massime relativiste ed anticlericali si stanno difendendo bene…

    • Emanuele ha detto:

      …ragazzi, stasera Amicone è in forma… Sapete che lo sto rivalutando… Certo il Mons. potrebbe dargli una mano…

      • beppina ha detto:

        A mio parere non é andata tanto bene. Del resto comincio a pensare che più che a dir di no dovremmo cominciare a distinguerci…

        • Emanuele ha detto:

          …poteva andare meglio. Il problema è che arrivano sempre poco preparati. Io prima di postare qui, controllo sempre i dati… Almeno su wikipedia. E siamo su un piccolo blog, non in diretta nazionale.

          Tanto, le tematiche laiciste sono sempre le stesse. Ieri sera ad esempio è uscita la leggenda metropolitana della sacra rota, che a pagamento annulla i matrimoni dei ricconi… Nulla di più falso. Il procedimento alla rota costa mediamente 2.000 €, ma è previsto il gratuito patrocinio per i non abbienti. Purtroppo, né Amicone né il Mons. Lo sapevano. Per fortuna hanno spiegato bene la differenza tra nullità e divorzio…

          Per l’ennesima volta è passato il falso messaggio che la rota è affare da ricchi… Della serie basta pagare.

          Lo stesso è successo sul matrimonio gay, che sarebbe un diritto perché l’amore deve essere riconosciuto. Se c’ero io tiravo fuori la Costituzione e chiedevo a Parenzo e Co. di cercare la parola amore.

          Insomma, gli argomenti laicisti sono sempre i soliti, basterebbe prepararsi…

  • Li ha detto:

    Omosessualità. Da che deriva? E’ noto che alcuni si trovano con questa inclinazione dopo aver subito violenza nella loro infanzia, e finiscono per prostituirsi anche.

    L’omosessualità sarà stata tolta dal DSM, ma non stanno lavorando per cavare anche la pedofilia?
    E perchè no, leviamo tutte le parafilie. Che male potrà mai fare uno che si eccita mostrando i propri genitali? Ormai visti uno, visti tutti, no?

    Il politically correct.
    Proprio qualche giorno fa ho rivisto “la parete di fango”, con Tony Curtis e Sidney poitier (grandi attori!) incatenati ed evasi.
    Immaginate a quei tempi un bianco e un nero insieme!

    La parola negro spuntava spesso (con un ridoppiaggio sono certa l’avrebbero cambiata), e sebbene detesti il politically correct, e qualche rara volta usi la suddetta parola (non per offesa, ma per definire l’etnia) quando ho visto il film mi ha fatto effetto.
    Insomma, questo martellante tam-tam che ci rifilano ogni giorno è arduo che non penetri anche in minime dosi nelle nostre teste per quanto ci sforziamo.

    Sono rimasta abbastanza allibita.

    Nessuno però ha mai contestato Gianni Brera per aver scritto un libro dal titolo “Brambilla e la squaw”. Ditelo ad un’indiana d’America e sarà come usare la parola negro, solo che squaw intende probabilmente l’organo genitale femminile. I bianchi (pensavo di avere la pelle rosa) pensavano che le indiane fossero tutte sgualdrine.

    E dopo questi contesti sul politically correct chiudo.

  • Kosmo ha detto:

    Beh… perdonatemi la battuta…
    Ma di “lobby che rosolano gli italiani” Scelta Civica se ne intende…e parecchio anche!!!
    😀