Trovata la Bibbia di Albert Einstein: «fonte di saggezza»

Einstein BibleIn un’asta a New York City è stata venduta per $ 68.500 una Bibbia firmata dal grande fisico Albert Einstein, premio Nobel morto nel 1955.

Questa Bibbia gli apparteneva quando nel 1932 ha deciso di firmarla e regalarla ad un amico americano di nome Harriett Hamilton. Oltre alla firma c’è una frase in cui Einstein scrive che la Bibbia «è una grande fonte di saggezza e di consolazione e deve essere letta frequentemente».

La sua posizione religiosa fu molto altalenante, nel gennaio 1954 cambierà giudizio sull’Antico Testamento definendolo un insieme di leggende primitive. Tuttavia in un’intervista affermerà: «Nessuno può leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa ad ogni parola. Nessun mito può mai essere riempito di una tale vita» (A.Einstein, intervista su “The Saturday Evening Post”, 26/10/1929). Possiamo in ogni caso definirlo un deista, ovvero colui che riconosce l’esistenza di uno “Spirito immensamente superiore” (come lui chiamava Dio) oltre il visibile, ma che non ha mai preso iniziativa verso l’uomo attraverso una rivelazione.

«La scienza contrariamente ad un’opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguire finalità teologiche, poichè deve proporsi non solo di sapere com’è la natura, ma anche di sapere perchè la natura è così e non in un’altra maniera, con l’intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sè altre scelte quando creò il mondo» (Einstein, citato in Holdon, “The Advancemente of Science and Its Burdens”, Cambridge University Press, New York 1986, pag. 91).

Altre sue citazioni rispetto a Dio e alla creazione è possibile trovarle nel nostro specifico dossier, dedicato alle citazioni dei principali scienziati della storia.

La redazione

34 commenti a Trovata la Bibbia di Albert Einstein: «fonte di saggezza»

  • Cerotz ha detto:

    Bell’articolo! Ho sempre trovato molto interessante la figura di Einstein 🙂

    Nella citazione penso ci sia stato un lapsus: credo si volesse dire che la fisica deve PERSEGUIRE finalità teologiche
    Ci mancherebbe che diventiamo anche noi degli “uaarini” perseguitatori 😉

    • Redazione UCCR ha detto:

      Ottimo suggerimento, abbiamo corretto la svista!

    • eli ha detto:

      Ci mancherebbe che diventiamo anche noi degli “uaarini” perseguitatori

      OT: Troppo tardi. In certi siti ci danno addosso e anche ferocemente senza neppure gli asterischi per censurare. 🙁

  • Luigi Pavone ha detto:

    Einstein sembra dare per scontato ciò che non lo è, cfr. Lettere di Descartes del 25 aprile, 6 e 27 maggio 1630 indirizzate a Mersenne.

    • Emanuele ha detto:

      …che riassumendo diceva..

      • Luigi Pavone ha detto:

        Le verità necessarie non escludono verità necessarie alternative.

        • Alèudin ha detto:

          solita storia, più di una verità = nessuna verità.

          La verità è quella cosa che separa il vero dal non vero.

          Tu dirai, per una persona è vero così per un’altra è vero cosà ma a tal proposito ti risponde Cornelio Fabro:
          “La verità è una, ma il trovarsi dell’uomo di fronte alla verità è molteplice.”

        • Emanuele ha detto:

          prendi questa affermazione: “io esisto”. Questa affermazione è certamente vera e necessaria, mi fai un esempio di verità alternativa, manecessaria alla mia esistenza?

        • Penultimo ha detto:

          Ho un dubbio iperbolico.

          2+2 è necessario che dia 4 ma non esclude necessariamente che dia 7.Non ti resta che fare un paralogisma e dimostrare che possa dare 4 e 7 contemporaneamente

          • Penultimo ha detto:

            “Io esisto” non è necessariamente vera!

            E dunque non esisti,perchè scrivi?Eminentemente perchè esisti oppure non è necessariamente vera quindi non esisti.Ma visto che qualora, fosse probata la tua non esistenza,non scriveresti,allora poichè scrivi esisti.:P

            • andrea g ha detto:

              ““Io esisto” non è necessariamente vera!”:
              una autentica perla del pensiero ateistico,
              e anche del pensiero delirante.

              • Penultimo ha detto:

                Però ho constato che sotto ha scritto,quindi esiste necessariamente.Non ci sono dubbi esiste,come poi possa non esitere scrivendo lo sa solo lui,”scrive non esistendo”:P.

    • Hugo ha detto:

      Pavone sembra dare per scontato quel che non è e che invece è, cfr. Commento del 30/06/13 ore 21:53

      • Licurgo ha detto:

        Qui mi pare che si confonda un po’ il concetto di necessità.
        1) Dal momento che scrivo e interagisco è necessario, in base al principio di non contraddizione, che io esista
        2) Però in sè la mia esistenza non è affatto necessaria, visto che io sono un ente contingente, mentre solo lo ‘theos’ aristotelico, in quanto atto puro, è ente necessario.
        Una verità esclude ipso facto altre verità nel medesimo tempo e sotto il medesimo aspetto altrimenti non sarebbe una verità ma un’ipotesi.

        • Licurgo ha detto:

          Non rispondevo direttamente a te, Hugo, scusami. Ero partito dal dibattito tra Pavone ed Emanuele, in cui si mescola il piano del formalismo logico nell’asserzione della verità di Pavone con l’ente contingente e quello necessario nel commento sull’esistenza di Emanuele. Ovvero tra necessità metafisica e necessità finalista, per dirla in termini molto rozzi ma forse facilmente afferrabili, dove per confutare il discorso delle verità alternativa non si ha bisogno del ragionamento sull’esistenza necessaria o contingente.

        • Luigi Pavone ha detto:

          Considero le lettere di Cartesio, insieme al de ente et essentia di Tommaso d’Aquino, uno dei luoghi in cui è presente il pensiero nichilista della tradizione cristiana. La principale preoccupazione metafisica dei pensatori cristiani è nientificare tutto ciò che non è Dio. Infatti, una volta posta l’esistenza di Dio come ente assoluto, tutto ciò che non è Dio deve essere essenzialmente niente. Tommaso nientifica le forme, Cartesio si spinge a nientificare perfino le verità eterne.

          • Licurgo ha detto:

            Per Tommaso gli enti contigenti non è che sono nulla, sono, appunto, contingenti e relativi.
            L’errore di Descartes è di pensare a due sostanze anzichè a due comprincipi di un’unica sostanza, di qui un certo svilimento della res extensa come tale.

            A parte questo Suo uso po’ disinvolto del concetto di ‘nulla’, non vedo cosa c’entri la Sua simpatia o antipatia coi due pensatori con la confusione concettuale di cui detto.

            • Luigi Pavone ha detto:

              No, sono nulla! Il loro essere contingente non dipende dalla loro natura.

              Qui non c’entra nulla la distinzione delle due sostanze, e non si vede perché la distinzione dovrebbe comportare lo svilimento di uno a caso dei due distinti.

              • Licurgo ha detto:

                Che c’entra se non sussistono ‘a se’, tipicità della sola sostanza divina? Le sostanze create sussistono comunque ‘in se’ e ‘per se’, il nulla semplicemente non sussiste, per cui Lei sbaglia.
                In Descartes la superiore è la cogitans appunto perchè unica capace di accedere al vero…ricorda come e con che via Descartes giustifica il reale? Appunto l’ io cogito.
                Comunque, lasciando perdere certe Sue libere interpretazioni di Tommaso o Cartesio visto che qua si discute di problemi e non di storia della filosofia, non vedo che c’entri tutto questo col dire che non può esistere una verità alternativa perchè altrimenti non parleremmo di verità ma di ipotesi, che, appunto è l’errore che Le imputo.
                Devo lasciare e ci sarò oggi semmai solo a flash per risponderLe, sperando, per il bene della discussione, che lasci da parte le sue ‘verità alternative’ (citandoLa) su Tommaso o che non cerchi di intuire ciò con cui evidentemente non ha molta dimestichezza a considerare in ordine di problema anzichè di autore e così che rimanga al cuore del problema, ovvero quello della verità e dell’ipotesi nelle loro differenze (noto che Lei è abituato a cercare le somiglianze molto più che le differenze e credo che sia un vizio metodologico, detta francamente).

                • Luigi Pavone ha detto:

                  Buona domenica Licurgo! Vada pure a fare altre cose, non si preoccupi troppo per il bene della discussione. Detto di passaggio — ma, ripeto, non se ne preoccupi troppo –, a parlare di verità eterne “alternative” a quelle attuali non sono io, ma Cartesio. A mio giudizio nessun principio filosofico cartesiano costringe a quella opinione stravagante sulle verità eterne. E’ piuttosto una conseguenza del modo in cui Cartesio pone Dio in sintonia con la tradizione cristiana.

  • Maria Carmen ha detto:

    Mi soffermo sulla parola altalenante, che si riferisce ad Albert Einstein.
    Non lo voglio ne giudicare ne giustificare,ma vivere in un contesto (l’Africa) dove ha vissuto lui molte volte viene da giudicare ciò che leggi, certe realtà che vivi non riesci a rapportarle con la misericordia, con l’amore e via discorrendo.
    Poi quando hai uno spazio di tempo e di silenzio hai la possibilità di creare un tempo per sentire cosa Dio vuole da te, ma la sofferenza dentro è sempre grande, allora speri , speri e metti la speranza al primo posto… se non per ricadere al primo ostacolo.
    Con il passare degli anni diventi più forte e riesci a capire ciò che Dio ti continua a parlare e trovi la serenità, ma bisogna leggere la bibbia in continuazione e attaccarsi alla Croce.

    • Daphnos ha detto:

      Io probabilmente ho una sensibilità molto diversa dalla tua, e sull’altalenanza di Einstein nutro altre opinioni, forse meno romantiche 😉 .

      Non è mia intenzione cercare di esplorare punto per punto il suo itinerario mentale nell’arco della sua vita, non perché sia poco interessante, tutt’altro direi, ma perché non lo ritengo fonte di alcuna verità. Einstein, per quanto dotato di un’intelligenza geniale e profonda, era un uomo, e nella sua vita prese molte cantonate, persino nel campo scientifico che lo riguardava direttamente: non mi sorprenderebbe perciò se avesse toppato anche nel campo della filosofia e della politica (a dir la verità credo che sia andata proprio così).

      Vorrei semplicemente far notare che la sua appartenenza religiosa e politica è stata oggetto dopo la sua morte di un ormai celeberrimo “tiro per la giacca” tra atei e credenti, socialisti e liberali, ognuno dei quali ha sempre cercato di incanalarlo nelle proprie categorie di pensiero, ricorrendo a citazioni che ormai sono diventate ripetitive e sfiancanti.

      In verità Einstein subì questi tentativi di arruolamento forzato quando ancora era vivo, poiché nei suoi ultimi anni era già diventato una leggenda vivente, il modello popolare di scienziato, un’immagine destinata a durare a lungo. Non mi stupirei perciò che le sue dichiarazioni altalenanti su fede e scienza, Dio e l’uomo, politica e quant’altro fossero discordanti per il semplice fatto che il buon Albert era dotato, oltre che di una proverbiale ironia, anche di una notevole refrattarietà alle catalogazioni ed alle etichette di rito: era uno spirito autenticamente indipendente (nel senso vero della parola, non in quello che chi sappiamo noi vuole che sia), e mal sopportava che qualcuno ne strumentalizzasse il pensiero.

  • Sacha ha detto:

    Einstein era ateo!!!!111!!1!!!one!!11