L’obiezione di coscienza anche per assistenza indiretta all’aborto
- Ultimissime
- 03 Giu 2013
Nel 2010 il partito Radicale si è rivolto al Consiglio d’Europa per abolire l’obiezione di coscienza imponendo i medici contrari all’aborto (attorno all’85% dei medici in Italia) ad agire contro la loro coscienza. Bonino e Staderini sono andati in minoranza in Assemblea parlamentare e il documento si è trasformato in una certificazione della libertà di coscienza dei medici obiettori.
In questi giorni è stata emessa un’altra fondamentale sentenza (2013 CSIH 36 P876/11) da parte, questa volta, della Corte Suprema civile scozzese, in un caso divenuto un importante precedente (common law). Come ha spiegato l’avvocato Gianfranco Amato, il caso riguarda la vicenda di due ostetriche cattoliche e obiettrici di coscienza, Mary Teresa Doogan e Concepta Wood, che da molti anni lavorano presso il plesso ospedaliero del NHS Greater Glasgow and Clyde Health. Sul presupposto di una carenza di personale, la struttura sanitaria ha preteso che le due ostetriche dessero un’assistenza indiretta alle procedure di interruzione della gravidanza. Il reclamo delle due donne è stato rigettato sull’assunto che la semplice presenza, supervisione e assistenza alle procedure abortive non significhi una partecipazione diretta alle medesime. La sentenza ha distinto dunque tra partecipazione diretta e indiretta all’intervento di interruzione della gravidanza, e riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza soltanto nel primo caso.
La decisione del Lord Ordinary è stata impugnata dalle due ostriche avanti la Court of Session di Edimburgo, che ha provveduto a riformarla deliberando che «il diritto all’obiezione di coscienza non può riferirsi, in maniera riduttiva, al solo momento chirurgico dell’interruzione della gravidanza, ma si estende necessariamente all’intero procedimento finalizzato all’aborto». In questo senso, i magistrati hanno condiviso il precedente del caso R v Salford Area Hospital Authority ex parte Janaway [1989] 1 AC 537, nella parte in cui stabilisce, appunto, che il diritto all’obiezione di coscienza si estende «a tutta la fase di cura pre e post operatoria, comprendendo anche il caso in cui, per una qualunque ragione, l’interruzione della gravidanza non abbia comunque luogo». Oltre il punto di vista etico, inoltre, se ci fosse una distinzione tra le fasi dell’aborto sarebbe assurdo dal punto di vista pratico, come si legge nella sentenza, il dover valutare ogni singolo atto per verificare quanto esso possa considerarsi direttamente connesso all’operazione chirurgica di interruzione della gravidanza.
Il tema dell’obiezione di coscienza è stato recentemente affrontato in un congresso dall’associazione Scienza & Vita (www.scienzaevita.org), dal titolo «L’obiezione di coscienza tra libertà e responsabilità». Presente, oltre alla nuova presidente nazionale Paola Ricci Sindoni, ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Messina, anche Francesco Paolo Casavola, presidente del Comitato nazionale di bioetica. L’obiezione di coscienza non è un colpo basso, una deroga, una disobbedienza concessa dallo Stato a una sua legge. Chi obietta compie un atto di fedeltà alla radice più profonda di tutto il diritto, cioè la dignità e la difesa della persona.
La redazione
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20 commenti a L’obiezione di coscienza anche per assistenza indiretta all’aborto
un sentito ringraziamento ai Radicali Liberi e alle loro controproducenti campagne sull’obiezione di coscienza
Ma i radicali non sono dei liberali in senso assoluto? o.o
Certo, ma solo se quell’assoluto corrisponde al loro pensiero:D
L’obiezione di coscienza non deve ledere i diritti altrui, e non deve consentire privilegi ed esenzione dai doveri.
Non dovrebbe essere consentito al personale medico e paramedico obiettore di prestare la loro opera in strutture dove si praticano o possono praticarsi interruzioni volontarie di gravidanza, allo stesso modo di come non è consentito di far parte di una forza armata agli obiettori all’uso delle armi.
Dimentichi una cosa: il medico é lí per curare, non per uccidere.
Se ad un dipendente delle forze armate togli l’uso delle armi hai snaturato la sua missione, se ad un medico togli l’eventualitá dell’aborto la sua missione non solo non l’hai minimamente sminuita, l’hai proprio esaltata.
Se ci fossero stati obiettori ad Auschwitz ci sarebbe stato quello sterminio?
I soldati fanno i soldati, i medici fanno i medici appunto! Ti sei contraddetto!
La loro lotta serve per avere un mondo più giusto e migliore…!
E’ una contraddizione unica.
infatti: un abortista in un ospedale è come un macellaio in un ristorante vegan: è li per uccidere, non per curare!
Grazie del tuo pensiero, ricordati che tu non devi ledere il diritto all’obiezione di coscienza e devi rispettare le sentenze come impone la nostra democrazia.
Per il resto continua a piangere, puntare i piedi e picchiare la testa contro il muro 😉
Un modo per penalizzare i non assassini. Quando scriverete “vietato gli ingressi ai cani e ai cattolici”, perché l’esistenza dei cattolici viola i diritti degli atei? o per qualche altro motivo assurdo…. siete maestri nell’inventarvi le stramberie più varie
“vietato gli ingressi ai cani e ai cattolici”
C’ha già pensato il loro idolo oggi a formulare questo cartello, chissà se provvederanno a stamparlo domani in mattinata 😉
O.O
Volendo essere diretto e lasciando da parte il “politicamente corretto” (che non mi appartiene) il paragone con l’obiettore di coscienza alle armi-esercito è una sciocchezza di dimensioni planetarie che si commenta da sola e dunque vado oltre.
Io sono medico e il compito del medico è curare, non uccidere. Gli Ospedali sono luoghi di cura; dove si può anche morire, certo, perchè la morte fa parte dell’esistenza dell’uomo, ma dove la morte procurata non dovrebbe avere “domicilio”. A mio parere è più “stonato” un abortista che un “medico” (non è casuale che io non abbia scritto un “non abortista”) in Ospedale.
Ma anche volendo dare (obtorto collo) “cittadinanza” nella sanità pubblica a sanitari che decidono di sopprimere delle vite umane anzichè prendersene cura, ciò non toglie il diritto a tutti gli altri di opporsi a queste pratiche e di prestare comunque il loro servizio in Ospedali pubblici e privati. Con ciò assicurando al contempo il diritto della maggioranza delle donne ad essere seguite, prese in cura da ginecologi, anestesisti ed ostetrici che non hanno nel proprio curriculum feti morti ammazzati. E credo anche questo sia un diritto sacrosanto. Io non avrei mai potuto pensare di mettere mia moglie nelle mani di un ginecologo non obiettore e nemmeno lei ci si sarebbe mai messa. Mi spieghi perchè non avremmo dovuto avere il diritto di essere comunque seguiti in una struttura pubblica da medici del SSN? Forse che mia moglie ed io abbiamo meno diritti di una donna che vuole abortire?
Il mondo sta andando al contrario e se aspettiamo che nel suo rotolare verso il basso, verso il peggio, prenda velocità poi sarà difficile fermare questa “valanga” distruttrice.
i medici obiettori di coscienza non sono contrari a curare la gente (scopo della medicina e del sistema sanitario nazionale); gli obiettori militari invece sono contro il sistema militare in quanto tale anche con riferimento alle missioni di pace e quindi non vogliono entrare nell’esercito che è una istituzione che loro non riconoscono e che non vogliono sostenere in alcun modo (ad esempio in posti di non combattimento). Il paragone è insostenibile.
infatti si parla correttamente di obiezione “al servizio militare” e non di obiezione “all’uso delle armi”. I medici non fanno obiezione “al servizio sanitario”.
Da quello che ho potuto leggere non è l’ultimo grado, la sentenza può essere appellata alla Corte Suprema del Regno Unito.
Intanto in Olanda si possono uccidere pure le persone incapaci d’intendere e di volere…
ma non l’avevano categoricamente negato quando fu approvata la legge sull’eutanasia? ‘solo adulti e solo consenzienti mica siamo come Hitler’ mi sembra che fosse il loro slogan.
Ma i comunistelli perbenisti che inneggiano all’aborto ed all’eutanasia lo sanno che sono nazisti quanto quelli che pensano di combattere?
In Gran Bretagna passa la legge sui matrimoni gay nella Camera dei Lord.