I vincoli interni che guidano l’evoluzione

UccellinoDurante l’Udienza generale del 6 febbraio scorso, papa Benedetto XVI ha spiegato: «nell’epoca della scienza e della tecnica, ha ancora senso parlare di creazione? Come dobbiamo comprendere le narrazioni della Genesi? La Bibbia non vuole essere un manuale di scienze naturali; vuole invece far comprendere la verità autentica e profonda delle cose. La verità fondamentale che i racconti della Genesi ci svelano è che il mondo non è un insieme di forze tra loro contrastanti, ma ha la sua origine e la sua stabilità nel Logos, nella Ragione eterna di Dio, che continua a sorreggere l’universo».

Ancora una volta la Chiesa si è mostrata contraria al Creazionismo protestante, ma anche lontana da un concetto di evoluzione determinato esclusivamente da caso e necessità, come vorrebbero coloro che hanno fatto della biologia evolutiva la bandiera del nuovo ateismo scientifico. I vari Pievani, Dawkins e compagnia bella sono arenati da anni su un modello evolutivo neo-darwinista, ormai superato, basato sul gradualismo, sulla selezione naturale come unico fattore esplicativo dell’evoluzione e sulla macro-evoluzione come una micro-evoluzione semplicemente protratta nel tempo e in condizioni di isolamento geografico. Il neodarwinismo, nonostante sia l’approccio maggioritario negli evoluzionisti, si trova oggi in rotta di collisione con le nuove acquisizioni della biologia molecolare.

Lo ha spiegato, ad esempio, Stuart A. Newman, professore di Biologia presso il New York Medical College, dicendo: «gli scienziati hanno ancora solo idee abbozzate su come le complesse forme viventi sono sorte nel corso dell’evoluzione […]. Anche le cellule “semplici” sono abbastanza complesse e le origini della vita cellulare sono ben lungi dall’essere risolte». Inoltre, il processo microevolutivo immaginato da Darwin e sostenuto dai neodarwinisti, «non tiene conto in alcun modo plausibile i modelli marcoevolutivi, come le differenze tra ostriche e cavallette, pesci e uccelli. Infatti, il gradualismo adattazionista, anche se ancora popolare in alcuni ambienti scientifici, è sempre più messo in discussione e trovato difettoso dai biologi evoluzionisti che lavorano in un set esteso di discipline». In un precedente articolo aveva invece mostrato come la selezione naturale non possa più essere considerata come il meccanismo esclusivo del cambiamento macroevolutivo. Lo scienziato ha quindi evidenziato come «a differenza della presunzione del modello standard, tuttavia, lo scenario fisico-genetico per l’origine delle forme multicellulari complesse non è affatto aperto e senza limiti», ma risponde a vincoli interni pre-esistenti.

Tutto questo è stato confermato in un “recente” articolo del biologo italiano Alessandro Giuliani, ricercatore presso l’Istituto Superiore di Sanità dove si occupa della modellizzazione matematica e statistica dei sistemi biologici, nonché collaboratore di UCCR. Citando uno studio su Nature ha mostrato come l’approccio neodarwinista stia venendo pian piano demolito. Non solo, ma, come già fatto dal prof. Newman, ha spiegato anche come non sia possibile oggi evitare di sostenere una visione dell’evoluzione iscritta in una “canalizzazione” generata da leggi fisiche (o vincoli) pre-esistenti.

A sostenere questo nuovo approccio all’evoluzione biologica c’è anche il nuovo libro di Terrence William Deacon, antropologo americano, docente presso l’Helen Wills Neuroscience Institute e membro della Cognitive Science faculty presso l’University of California. In “Incomplete Nature” ha parlato dei processi di auto-organizzazione della materia mostrando l’inadeguatezza delle spiegazioni riduzionistiche. Nel volume ha insistito molto sul fatto che la teleologia, in un modo o nell’altro, ha un posto nelle scienze naturali. Lo scienziato americano si è spinto anche oltre (forse troppo), spiegando che secondo lui anche il pensiero cosciente «in linea di principio potrebbe essere spiegato in termini naturali, da una sorta di architettura di vincoli interni».

Ludovico Galleni, docente di Zoologia presso l’Università di Pisa, lo ha spiegato in modo sintetico parlando del «chiaro segno della presenza di vincoli interni, morfologici e/o genetici che, una volta raggiunta una soluzione morfologica, condizionano i passi successivi, ben al di là del gioco sconnesso mutazione-selezione» (L. Galleni in “Complessità, evoluzione, uomo”, Jaca Book 2011, pag. 162).

Il paleontologo francese Yves Coppens, professore onorario presso il Collegio di Francia e scopritore dell’ominide Lucy, lo ha spiegato a sua volta in modo definitivo: «La materia è partita da una situazione estremamente semplice per andare verso una situazione nel tempo più complicata e questa situazione più complicata era nello stesso tempo più organizzata […]. Questa vita è condizionata, c’è una costrizione genetica […]. E’ impressionante vedere che anzitutto c’è un senso e poi c’è del senso: un senso è la direzione, “del senso” è significato. Tutto è così» (Y. Coppens in “Complessità, evoluzione, uomo”, Jaca Book 2011, pag. 102).

48 commenti a I vincoli interni che guidano l’evoluzione

  • lorenzo ha detto:

    Qualcuno riesce a spiegarmi quali scoperte scientifiche sono in contraddizione con quanto affermato dalla Bibbia?

    • Panthom ha detto:

      Tutte e nessuna, la Bibbia non fa e non pretende fare nessuna affermazione scientifica.

      • lorenzo ha detto:

        Tutte e nessuna non è una risposta:
        tutte è la tipica risposta di atei ed integralisti;
        nessuna quella di chi chiude gli occhi di fronte alla realtà della scienza.
        … Ovunque il guardo io giro immenso Dio ti vedo…

        • Panthom ha detto:

          Tutte e nessuna è un modo più soft per dire che la domanda posta è scorretta…nessun cattolico legge la Bibbia o i Vangeli o la Lettera ai Corinzi per trovare risposte scientifiche.

          • lorenzo ha detto:

            Nessun cattolico serio si sognerebbe di cercare risposte scientifiche nella Bibbia, ma cosa afferma di di diverso la Bibbia riguardo alla creazione dell’uomo rispetto alle scoperte scientifiche sull’evoluzione umama?

            • Panthom ha detto:

              Lorenzo, la tua domanda non ha senso. E’ come chiedere che cosa afferma di diverso la lettera ai Filippesi rispetto alle scoperte scientifiche. Se una cosa non è stata scritta per avere finalità scientifiche è sbagliato andare a paragonarla con un libro di biologia.

              • lorenzo ha detto:

                Cercherò di spegarmi meglio.
                Cercherò di spiegarmi meglio.
                La Bibbia parla di:
                – una causa prima;
                – una realtà ordinata da leggi;
                – una sequenzialità nel divenire;
                – una distinzione tra mondo materiale, vegetale, animale;
                – un solo essere in grado di autocoscienza.
                Mi puoi indicare un solo punto smentito dalla scienza?
                Non sarà per caso che la scienza è tale solo perché cerca di rendere comprensibili le “parole” utilizzate per stabilire ciò che esiste?

  • Lucio ha detto:

    Infatti, come aveva gia’ compreso Galileo, la Bibbia non spiega come e’ fatto il cielo ma come si va in cielo.
    Che l’evoluzione delle specie sia un fatto reale non e’ dubitabile: lo testimoniano abbondantemente i reperti fossili. Ma le teorie evoluzionistiche, se vorranno tornare ad essere scientificamente credibii, dovranno abbandonare il confuso “dogma” del caso onnipotente, che non spiega niente poiche’ pretende di spiegare tutto. Finalmente si comincia a capire che il neodarwinismo non rappresenta una teoria scientifica (non e’ infatti falsificazionabile) ma, piuttosto, un modo di concepire il mondo e la vita basato su presupposti filosofici che vogliono negare radicalmente il concetto di teleologia. Sono pronto a scommettere che nel campo della biologia assisteremo prima o poi ad un importante cambiamento globale di vedute.

    • Matyt ha detto:

      Una correzione.. si scrive “falsificabile”.
      Per il resto, condivido tutto quello che scrivi.
      E’ lecito che gli scienziati provino a fare i filosofi, ma devono rendersi conto per forza di cose che i due ambiti del loro operato, quello scientifico e quello filosofico, sono e devono rimanere immancabilmente distinti.

      L’evoluzione è un fatto, affermare che l’evoluzione è casuale (o anche causata… badate bene), è una posizione puramente fideistica, che di scientifico non ha nulla, e che risponde a logiche che sono altre rispetto a quelle del pensiero scientifico.

      • manuzzo ha detto:

        Condivido in parte (falsificabile incluso 🙂 ) , però è pure giusto che gli scienziati si domandino come si passa da un gradino all’altro dell’evoluzione. Non mi pare vogliano esulare poi tanto dal loro campo, che poi ci sia il pensiero filosofico, beh, è comunque una matrice del sapere umano, quindi ben venga se ci si spinge a porsi sempre nuove questioni!

        • Lucio ha detto:

          Concordo con lei. Aggiungo inoltre che il metodo scientifico, in fondo, nasce da un idea filosofica: quella che il mondo fisico sia comprensibile dalla razionalita’ umana tramite l’applicazione di metodi matematici.

      • Giorgio Masiero ha detto:

        Secondo me, Matyt, il “fatto” rivelato dalla paleontologia è l’apparizione in tempi successivi sulla Terra (a partire da circa 4 miliardi di anni fa, appena conclusosi l’LHB) di specie diverse sempre più complesse. Qui finiscono i fatti. Se Lei, con la parola evoluzione intende ciò, sono d’accordo: si tratta di un “fatto”.
        Se però, con lo stesso termine, intende che dalla specie n. 1 è sorta in qualche maniera la n. 2, e poi dalla n. 1 o n. 2 è sorta in qualche modo la n. 3, e che poi in qualche modo è scomparsa la n. 1, ecc., in un cespuglio filogenetico; ebbene questa è già un’assunzione teorica, che – per essere scientifica – dovrebbe secondo me avere corroborabilità, falsificabilità e predittività. Io non sono a conoscenza di tali facoltà di questa accezione di evoluzione.
        Se poi, ed è un altro passaggio ancora, si assume la precedente accezione di evoluzione e si pretende di aggiungere altre due assunzioni (ovvero: il caso come agente della mutabilità e la selezione naturale come agente della scomparsa) allora andiamo ancora più in alto nel processo di teorizzazione, restando sempre ugualmente a corto di corroborabilità, falsificabilita e predittività (per non parlare di applicazioni tecnologiche, che sono pure zero). Restiamo insomma ancorati all’interpretazione, che è il mestiere dei filosofi, e lontani dalle caratteristiche della scienza moderna.
        Buon lavoro alla biologia del XXI secolo che, secondo me, sul problema dell’abiogenesi e della speciazione asincrona (io preferisco usare questo termine per non equivocare sui “fatti”) parte da zero.

        • Matyt ha detto:

          Sarò sincero, non ci avevo mai pensato: probabilmente la mia forma mentis mi porta in maniera automatica a trovare processi continui la dove effettivamente non possono essere osservati.

          Onestamente, però, mi pare difficile pensare ad una storia della vita sulla terra che non sia continua (altro discorso riguarda la sua nascita, anche se trovo molto affascinante l’esperimento di Miller).
          Rimango fedele alla massima “Natura non facit saltus”.
          Però, effettivamente, riconosco che una posizione del genere non è falsificabile: non mi pare esistano esperienze sperimentali falsificanti per quanto riguarda una evoluzione continua.
          Quindi si, sono fideista anch’io… 😀

          Ben’altro discorso per quanto riguarda la selezione naturale, ma è un’altra storia.

          • Giorgio Masiero ha detto:

            Non c’è nessuno scienziato che creda oggi alle assunzioni ad hoc di Urey e Miller, riguardanti le condizioni ricche di idrogeno e riducenti del brodo primordiale. Durante gli anni ’80 infatti, in base agli esperimenti di laboratorio e alle ricostruzioni al calcolatore dell’atmosfera, si scoprì che le radiazioni solari ultraviolette, che oggi sono bloccate dallo strato di ozono, avrebbero distrutto le molecole contenenti idrogeno presenti nell’atmosfera. Questo tipo di atmosfera, ricca soprattutto di anidride carbonica e azoto, non sarebbe stato favorevole alla sintesi di aminoacidi e di altri precursori delle molecole caratteristiche della materia vivente.
            Quanto al principio che la natura non fa salti, Lei Si dimostra fermo alla fisica ottocentesca, Matyt! La meccanica quantistica afferma, e prova tutto il contrario: ha mai sentito parlare dei “salti” quantici nei livelli energetici degli elettroni nell’atomo, o dei nucleoni nel nucleo? La materia non potrebbe esistere se valesse il principio di continuità medievale,… né noi potremmo piacevolmente chattare in questo blog.
            Sulla selezione naturale, non ho compreso il Suo pensiero.

            • Matyt ha detto:

              In realtà, non volevo affatto sollevare una questione di merito.
              Mi rendo perfettamente conto che il mio vedere la vita sulla terra come un fenomeno continuo, dove da un essere primordiale sono gradualmente evoluti tutti gli altri, è una posizione non falsificabile, quindi equivalente ad ogni altra posizione non falsificabile riguardante la questione.

              Semplicemente, per quanto frivolo possa essere, una natura continua mi “piace” di più, e mi sembra più ragionevole.

              Comunque, sono perfettamente consapevole della natura discreta della materia: tenga comunque conto che, a quanto mi pare di ricordare, gli effetti quantistici su scala macroscopica siano una curiosità fisica piuttosto che un fenomeno onnipresente…

              Per quanto riguarda la selezione naturale, lo sviluppo di resistenze agli antibiotici nei batteri patogeni mi pare la tipica esperienza falsificabile… non fosse valido questo principio, le case farmaceutiche non dovrebbero spendere fior fior di quattrini per fare ricerca su nuovi farmaci per la cura delle infezioni resistenti.

              • Giorgio Masiero ha detto:

                Per essere resistenti, bisogna prima esistere!
                E’ uscito proprio in questi giorni su Plos Biology un articolo (http://www.plosbiology.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pbio.1001540 ) in cui si dimostra (l’acqua calda, ovvero) che l’accresciuta resistenza ai farmaci di batteri e virus non si deve alla nascita di nuove specie per selezione naturale, ma al fatto che quelli meno resistenti ai farmaci muoiono lasciando il campo a quelli più resistenti, i quali, trovandosi il campo libero, possono sfruttare meglio le risorse alimentari per moltiplicarsi di più!
                La selezione naturale, Matyt, per definizione è la malthusiana lotta per la sopravvivenza tra specie che, vivendo nello stesso ambiente, devono ripartirsi le limitate risorse ivi esistenti: essa “seleziona” tra esse le più deboli a-n-n-i-e-n-t-a-n-d-o-l-e, e lasciando così campo libero alle più forti, che potranno moltiplicarsi a maggior velocità avendo per sé tutte le risorse. Quando si capirà che la massaia al supermercato “seleziona” i prodotti dagli scaffali che le servono portandoli via, ma così facendo non arricchisce gli scaffali di nuovi prodotti, ma solo li impoverisce?
                Detto in termini scientifici: sul legame fosfodiesterico, un effetto della selezione naturale è impossibile logicamente, perché la selezione agisce solo “dopo” l’esecuzione del programma genetico, sui fenotipi già sintetizzati, privilegiando tautologicamente quelli che meglio si adattano all’habitat. Mentre, per darsi una nuova specie, occorre un meccanismo che agisca sui legami fosfodiesterici “prima” dell’esecuzione del programma genetico (che crea la nuova specie), cambiando la disposizione polimerica dei monomeri nucletodici.
                Questo meccanismo nessuno lo conosce, meno di tutti i darwinisti che invocando la selezione naturale scambiano la causa della SCOMPARSA (osservata e quotidianamente denunciata dagli ambientalisti) di specie con la causa della loro ORIGINE (mai osservata), e beatamente, come gli antichi pagani, credono di aver trovato in un Giove Tonante la causa dei fulmini.

                • lorenzo ha detto:

                  Potresti per favore chiarire meglio cosa significa che: “..la selezione agisce solo “dopo” l’esecuzione del programma genetico, sui fenotipi già sintetizzati… “?

                  • Giorgio Masiero ha detto:

                    L’ho spiegato in questo articolo, dettagliatamente: http://www.enzopennetta.it/2013/04/il-programma-sublime/
                    Se qualche passaggio non fosse chiaro, resto a Sua disposizione.

                  • lorenzo ha detto:

                    Se non ho capito male, la selezione naturale non trasforma un DNA in un altro, ma semplicemente evidenzia o inibisce caratteristiche già presenti all’interno di un determinato DNA.
                    Sbaglio?

                    • Giorgio Masiero ha detto:

                      Esatto. La selezione naturale è la quotidiana lotta per la sopravvivenza tra specie (già esistenti!) che condividono uno stesso habitat e le sue (limitate) risorse. Essa è il principale motore della scomparsa delle specie, e dopo la scoperta dell’esistenza del programma genetico Dna-Rna appare evidente che essa non può agire sui legami chimici che polimerizzano gli acidi nucleici!

      • Lucio ha detto:

        In effetti avrei dovuto scrivere “falsificabile”…. grazie per la sua opportuna correzione!
        A parte cio’, comunque, non concordo con questa sua asserzione: “affermare che l’evoluzione è casuale (o anche causata… badate bene), è una posizione puramente fideistica”.
        A questo riguardo io direi piuttosto che la mia posizione di cattolico dovrebbe essere considerata a pieno titolo come filosofica (cioe’ basata su riflessioni razionali). Il fideismo invece, per quanto ne so, fa affidamento principalmente sulla fede a forte discapito della ragione. Chiaramente non pretendo che le sue idee filosofiche corrispondano con le mie (e aggiungo inoltre che la mia conoscenza della filosofia e’ senz’ altro modesta rispetto alla sua), ma spero che vorra’ almeno riconoscere il fatto che per la dottrina cattolica valga la concezione di ragione intesa come preambula fidei e quella di non contraddizione tra fede e ragione.
        Un saluto.

        • Matyt ha detto:

          Effettivamente, andando a vedere per bene la diatriba contro i fideisti, ho effettuato una scelta abbastanza infelice dal punto di vista lessicale…
          Anzi, lungi da me affermare che una posizione metafisica non sia frutto di un ragionamento razionale…

          Forse è meglio parlare, a questo proposito, solo di non falsificabilità… 😉

          • lorenzo ha detto:

            Dato che l’unica risposta che ho ricevuto ha glissato la domanda, gradirei sapere da te, che a quanto pare non sei cattolico, quali scoperte scientifiche sono in contraddizione con quanto affermato dalla Bibbia?

            • Matyt ha detto:

              Devo risponderti ancora come ti è stato risposto prima.
              Tutto e niente.
              Dipende da che occhi si usano per la lettura della Bibbia: un fondamentalista di una setta americana pensa che ogni scoperta scientifica a partire dall’eliocentrismo sia in contraddizione con la Scrittura.
              Un cattolico che intraprende una lettura estremamente free può ritenere che non esistano contraddizioni.
              Personalmente, penso che si tenti di paragonare delle mele con delle pere: la scienza parla di scienza, e deve rispettare una serie di vincoli molto stringenti per essere definita tale, la bibbia, parlando di metafisica, potrei quasi dire che è vincolata solo dall’avere coerenza interna (e forse neppure quella).

              • lorenzo ha detto:

                Tu credi quello che vuoi, io credo che le due narrazioni bibliche della creazione siano alla base della scienza attuale: le equiparerei a quei cartelli indicatori che mostrano la via giusta.

          • Lucio ha detto:

            Grazie Matyt!

    • alessandro pendesini ha detto:

      @Lucio :

      Non è perché la biologia evoluzionistica non spiega tutto nel vasto campo delle scienze della vita, che valida il disegno intelligente come teoria scientifica ! A l’inverso, il disegno intelligente pretende spiegare tutto senza cambiamenti e senza produrre dell nuove conoscenze. L’ID rifiutando ogni forma di falsificabilità, non puo’ essere considerato scientifico, poiché non verificabile, mentre tutti gli attacchi contro la teoria dell’evoluzione, portati dai seguaci del disegno intelligente, possono essere confutati !
      N.B. : Il carattere essenzialmente accidentale dei cambiamenti genetici responsabili della varietà e la mancanza di intenzionalità o previsione sono stabiliti in modo concluente dalla moderna biologia molecolare. A titolo di esempio le faccio notare che l’Universita Cattolica (UCL) di Lovagno -cosi come la stragrande maggioranza delle Universita mondiali- condividono pienamente quanto scritto !

      • Lucio ha detto:

        Naturalmente il concetto di teleologia e’ proprio della filosofia, ma lo e’ anche quello di caso cosi’ come e’ inteso nel neodarwinismo.
        La questione mi sembra ottimamente spiegata in questo articolo:
        http://www.enzopennetta.it/2013/02/luso-ideologico-della-biologia/
        Per quanto ne so, inoltre, diversi studiosi qualificati stanno affermando con ottimi argomenti che la teoria della sintesi moderna non e’ in grado di spiegare la macroevoluzione. Credo che queste persone abbiano ragione e spero che alla fine l’evidenza dei fatti prevarra’ sulle visioni ideologiche.

  • Marco Comandè ha detto:

    Come non è falsificabile il caso? La legge della probabilità nel caso del testa o croce afferma che andando all’infinito la probabilità è sempre un mezzo! Quando poi andiamo a vedere le variazioni genetiche, leggiamo di scienziati che predicono una probabilità di un mezzo, un quarto, uno, un ottavo, finanche un millesimo per le grandi cifre! Cifre che, beninteso, valgono per la metà del discorso sulla genetica. Infatti anche il tavolo è fatto di particelle subatomiche in cui vige il caso quantistico, ma non per questo non è più un tavolo! Oltre alla distribuzione casuale, vigono altri vincoli. Per esempio, per organi vitali la probabilità che si verifichi una mutazione è molto bassa per il semplice fatto che nella maggior parte dei casi è deleteria (selezione ambientale: ed esiste). Poi vale l’analogia con i computer, ci deve essere compatibilità tra i vari hardware e software, mica posso installare un programma windows in un apple! Se si riuscirà, beninteso, meglio così. Ma la scienza sta analizzando tutte le casistiche: singoli geni, metagenetica, epigenetica, vincoli interni, vincoli ambientali, autonomia della coscienza, orologio genetico, isolamento riproduttivo, e così via… Quello che non è corretto è considerare i geni come un inutile orpello: stiamo solo scoprendo una ridottissima percentuale di geni funzionanti e già i creazionisti affermano che è inutile? Prima di giudicare, bisogna attendere che la fantasia dei biologi abbia esaurito tutte le ipotesi possibili e immaginabili! Dovesse significare un’aspettativa lunga due secoli, non si può per questo scartare il neodarwinismo! Ogni teoria evoluzionistica aggiunge un tassello, quindi è benvenuta!

  • Giorgio Masiero ha detto:

    Il “caso” in MQ, o in fisica del plasma, o in statistica assicurativa, o nella fluttuazione dei cambi in finanza, ecc. è quantificabile e quindi falsificabile. Non ho mai detto il contrario. Ma il caso in teoria dell’evoluzione non è quantificabile, è un caso metafisico! O Lei conosce la probabilità con cui una specie (scelga Lei quale) evolve in un’altra?

    • alessandro pendesini ha detto:

      …. « lei conosce la probabilità con cui una specie evolve in un’altra ? »…

      @Giorgio masiero

      Ciò che conta è il rapporto tra il numero delle opportunità offerte per un dato evento affinché possa prodursi e la probabilità di questo evento.
      Che il caso offra nella scelta della selezione naturale un piccolissimo sottoinsieme o una gamma completa di tutte le mutazioni possibili. Il fenomeno è dominato dalla contingenza nel primo caso, e l’ottimizzazione nel secondo !
      Al giorno d’oggi, certi fisici e matematici, si considerano gli unici veri scienziati, affermando cosi la loro incompetenza in biologia, e in particolare la genetica, nell’impossibilità dell’evoluzione ! Che i creazionisti la negano, possiamo capirlo, ma che certi scienziati fanno altrettanto, -basandosi non sui dati scientifici ma sulle loro convinzioni o credenze- è una semplice distorsione per l’etica e deontologia della comunità scientifica ! Non è perche i matematici non riescono a “modellare” l’evoluzione che questa non esiste !
      Inoltre vorrei chiederle :
      Ritiene che l’uomo moderno (e non solo) ha evoluto da un antenato -chiamato australopiteco- circa 6-7 milioni di anni fa, oppure lo nega ? Grazie per la risposta

      • Wil ha detto:

        Se ho capito il tuo ragionamento, Pendesini, tu dici: la prima ameba e’ sorta dalla materia per un colpo di c.; poi da questa e’ evoluta un’altra specie monocellulare per un altro colpo di c.; e cosi’ via, fino all’uomo, per milioni di colpi di c. E’ questa la tua teoria scientifica dell’evoluzione?

        • alessandro pendesini ha detto:

          @Wil
          Spiacente di doverle precisare che non ho una “mia” teoria scientifica dell’evoluzione !
          La teoria dell’evoluzione è quella che è, direi che è un dato difatto come l’eliocentrismo ne più ne meno; cerco solo di capirla anche se rimangono in sospeso qualche dettagli. N.B.: Suggerisco a tutti quelli che la contestano, anche parzialmente, di spiegare chiaramente il motivo di questo rifiuto, quindi PUBBLICARLO in riviste scientifiche ufficiali tipo Science o Nature ecc….E se qualcuno ha una teoria migliore da proporre, che lo faccia una buona volta ! Gli etnoantropologi, archeologi e paleontologi del mondo intero vi aspettano a braccia aperte……

          • andrea ha detto:

            La “teoria” migliore è che dal niente niente sorge,
            quindi tutto ciò che esiste deriva da un Essere Assoluto.

      • Giorgio Masiero ha detto:

        Non lo credo affatto e l’ho motivato scientificamente anche in un articolo apparso in una rivista peer per view (come piace a Lei) e che è stato recensito anche in questo sito (v. Effetto Ramanujan).
        Sono decine e decine gli scienziati (biologi, fisici, chimici, epistemologi, ecc.: un breve elenco Lei lo troverà nello stesso articolo) che non credono alla sufficienza del paradigma darwiniano per spiegare l’origine delle specie, che non sono creazionisti e cercano in direzioni diverse (complessità, bordi del caos, elettromagnetismo, ecc.). Basta leggere quanto è quotidianamente prodotto, senza prevenzioni.

        • alessandro pendesini ha detto:

          @Giorgio Masiero

          Non ha risposto alla mia domanda che le ripongo :

          Ritiene che l’uomo moderno (e non solo) ha evoluto da un antenato -chiamato australopiteco- circa 6-7 milioni di anni fa, oppure lo nega ?

          Vorrei aggiungere che l’evoluzione non ha un obiettivo preciso, nessun studio ha potuto convalidare che eravamo predestinati -o programmati- ad essere quello che siamo ! Inoltre niente lascia pensare che siamo attualmente al culmine storico della specie umana, anche se il nostro encefalo è pressoché stabile da circa 30.000 anni ! La nostra esistenza poteva, in altre circostanze, anche non avvenire. In altre parole, non è perché questo avvenimento è successo che doveva imperativamente accadere. Lei cosa ne pensa ? -Grazie per la risposta

          • Giorgio Masiero ha detto:

            Credevo di averLe chiaramente risposto (“Non lo credo affatto”, ho scritto sopra). Cmq bastava leggesse il mio articolo. Considero le altre Sue proposizioni legittime opinioni, che pero’ nulla hanno a vedere con la scienza sperimentale.

  • Jesuslovesme ha detto:

    La bibbia è la sola verità, il resto sono speculazioni per ignoranti.

    • Valentina ha detto:

      Questa è appunto la posizione dei protestanti che nulla a che vedere con il cattolicesimo. Se la Bibbia fosse la sola verità Gesù non avrebbe dato a Pietro il compito di formare la “sua Chiesa”.

    • Giorgio Masiero ha detto:

      Che cosa significa la Sua frase lapidaria? Per es., “Pi greco è un numero irrazionale” è una verità, ma non sta scritta nella Bibbia.

  • alessandro pendesini ha detto:

    …l’articolo dice : « che la TELEOLOGIA in un modo o nell’altro, ha un posto nelle scienze naturali »…

    Dispiaccia a Terrence William Deacon, la TELEOLOGIA non ha nessun posto nelle scienze naturali, poiché trattasi di una dottrina filosofica -o metafisica- del finalismo. Che io sappia, il finalismo non è una teoria scientifica !

    • Wil ha detto:

      Per una volta sono d’accordo con te.

    • Panthom ha detto:

      Evandro Agazzi la pensa al contrario di te e credo abbia ben più attendibilità. In realtà più che la teleologia è la teleonomia ad aver spazio nella scienza.

      • Matyt ha detto:

        Ehm… non mi pare che un concetto come la teleonomia sia falsificabile…
        E’ proprio in riferimento a questi chiari di luna che dico che gli uomini di scienza devono stare attenti a separare quello che, nella loro produzione, è scientifico, da quello che non lo è.
        Che una visione teleonomica della biolgia possa rappresentare un paradigma per la ricerca è un conto, che questa sia scienza è un altro.

        • Panthom ha detto:

          Il finalismo è invece falsificabile (così come l’uomo come vertice dell’evoluzione) almeno tanto quanto la macroevoluzione.

          • Matyt ha detto:

            Ma infatti non ho mai sostenuto niente di ciò.
            Semplicemente, cercare di affermare qualunque cosa riguardo alla metafisica dell’evoluzione è, appunto, fare metafisica e non scienza.

    • lorenzo ha detto:

      Io credo che la teologia sia alla base di tutte le scienze naturali:
      – gli antichi, osservavano il mondo, ne trassero i concetti per rappresentarsi Dio;.
      – gli integralisti prescientifici trattarono la Bibbia come fosse i mussulmani il Corano;
      – Galileo elaborò la scienza moderna partendo dall’intuizione teologica che l’Uomo, creato da Dio e è Sua immagine e somiglianza, può comprendere le “parole” della creazione;
      – gli integralisti moderni, leggendo ancora la Bibbia come fosse il Corano, la interpretano o come un testo scientifico o come un libro di favole.