La tristezza politica di Emma Bonino

Dagli aborto al quirinaleSembra che Emma Bonino ce la possa fare. Non è ancora detto, ovvio, ma secondo gli scommettitori pare abbia ottime possibilità nella corsa al Quirinale. In attesa di vedere come andrà – e nella speranza che l’infausta ipotesi non s’avveri – non ci resta che dedicarci alla lettura di un testo appena pubblicato e che fa proprio al caso nostro, “Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale?” (Fede & Cultura 2013).

 

Il coraggio dell’autore. L’autore è Danilo Quinto, per molti anni dirigente del Partito Radicale, tesoriere per l’esattezza. Uno che con Emma Bonino ha trascorso una parte significativa della propria vita; che le è stato accanto non solo in svariate manifestazioni e campagne elettorali, ma anche nella pianificazione delle medesime e nelle raccolte fondi. Uno, insomma, che la conosce bene e che può parlare di lei con cognizione di causa. Si tratta anche di uno che le vuole bene, anche se da qualche anno sotto una luce diversa da prima. Quinto, infatti, tempo fa si è convertito al Cattolicesimo, cosa che lo ha pressoché automaticamente escluso dagli ambienti radicali, dove la Chiesa e i fedeli, si sa, non sono esattamente ben visti, anzi. Quest’isolamento è costato al Nostro una vera e propria persecuzione dai suoi ex amici, conclusasi purtroppo per lui con guai giudiziari; persecuzione che però non ha fermato la sua voglia di svelare i retroscena del piccolo ma potentissimo partito dove così a lungo ha militato.

 

Gli esordi di Emma Bonino. Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale? è quindi un libro scomodo. Molto scomodo. Ricorda per esempio gli esordi della leader radicale a base di aborti clandestini praticati a migliaia: 10.141 tra il febbraio e la fine di dicembre del 1975, secondo quanto da lei stessa rivendicato, coi corpicini dei nascituri selvaggiamente aspirati con una pompa di bicicletta e poi riposti in vasi acquistati in «un negozio di sanitari […] un buon motivo – aggiunse lei, con opinabile ironia – per farsi quattro risate» (pag. 45). Un’impresa, questa, che costò l’arresto ad alcuni suoi compagni ma non a lei che, dopo essersi autodenunciata, pensò bene di scappare prima alla volta di Parigi e poi verso una meta ancora più sicura: il Parlamento italiano, dove Bonino sbarca nel 1976, giusto in tempo per proteggersi dalla richiesta di autorizzazione a procedere che la magistratura inoltrò nei confronti suoi, di Pannella e di Adele Faccio (1920-2007) per procurato aborto continuato pluriaggravato e associazione a delinquere. Esordio mica male, per una che ha fatto della lotta alla partitocrazia la sua bandiera. E che, come ricorda Quinto, ha avuto comunque la spudoratezza di affermare: «Credo nella legalità» (pag. 100). Grazie tante: è comodo predicare la legalità quando si è cullati dall’immunità parlamentare (e dopo un bel po’ di aborti praticati illegalmente).

 

Una star europea?. Nonostante questi esordi – piuttosto macabri e opportunisti, abbiamo visto -, la carriera di Emma Bonino non si è fermata. Anzi. E’ continuata alla grande culminando nella nomina, nel 1995, a Commissario europeo alla Pesca, per i diritti dei Consumatori e per gli Aiuti Umanitari d’urgenza. Nomina avvenuta nel 1995 grazie a Silvio Berlusconi, o meglio grazie – come ha scritto Maria G. Maglie – ad una «distrazione dell’ancora inesperto Cav» e di «un’alleanza anche limitata a temporanea con i moderati», una manna per lei che «ha sempre avuto un debole per il centrosinistra». E di qui in poi i giudizi si dividono: c’è chi la ricorda come «un eccellente commissario» (Vespa B. Il palazzo e la piazza, Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo, Mondadori 2012, p. 205), e chi, invece, annota come si ricordi «raramente che quando fu commissario europeo, dal 1995 al 1999 […] la Commissione di cui faceva parte, presieduta da Santer, si dimise, travolta da brogli, corruzione, spese pazze, consulenti esterni e amici degli amici in violazione di ogni procedura legale. La Bonino, la moralista sdegnata che conosciamo, non si era accorta di niente o aveva taciuto». Ciascuno, a questo punto, si faccia l’idea che crede.

 

Emma la bestemmiatrice. Accanto alla carriera politica, c’è poi un universo personale di Emma Bonino di cui si sa poco eccetto alcune performance improvvise e, diciamolo, piuttosto agghiaccianti. Come la bestemmia strillata in faccia all’allora dirigente radicale Daniele Capezzone – ancora oggi visibile su Youtube – durante una riunione della direzione di partito del 2007. Come mai quella perdita di controllo? Nervosismo? Fu solo un caso? Secondo Danilo Quinto, che la conosce bene, no: «È un atteggiamento tipico di chi sa di dover dominare la scena, di essere stata scelta per un destino, di chi non può consentire che un ragazzo dinamico, un po’ borioso e sopra le righe come Capezzone, le faccia ombra […] Sono questi i momenti nei quali la ragazza di Bra dimostra la sua identità, la sua natura. Il suo dire si fa greve. Se la prende con il Creatore e scarica su di Lui tutto il livore di cui è capace. La persona che ti dà fastidio, di cui ti vuoi sbarazzare, per Emma – o per Pannella, fa lo stesso – la devi abbattere, annientare, distruggere. Diventa il tuo nemico e quella bestemmia contro Dio serve solo per rafforzare l’odio, renderlo più consistente. Definitivo» (pag. 103).

 

Il lato triste (e segreto) di una leader. Oltre a questo c’è anche un aspetto meno evidente e più segreto, per così dire, del carattere della leader radicale. Ed è anche un aspetto triste. E’ l’aspetto che emerge quando lei, per esempio, riconoscendo d’aver paura di impegni seri ammette d’aver cercato un figlio che non riuscì, però, mai ad avere: «Non ho mai avuto il coraggio di prendere un impegno per sempre. E un figlio è l’unica cosa che è davvero per sempre. Ad un certo punto della mia vita però l’ho anche cercato un figlio» (Bonino E. intervistata sul settimanale «Di Più» 1/07/08, p.36). Parole che spiegano come mai questa donna abbia scelto, una volta intrapresa questa strada, di dedicarsi anima e corpo alla politica: per nascondere un vuoto. Un vuoto che tuttavia, quando la politica la delude, riemerge in lei brutalmente. Assai emblematiche, al riguardo, le parole di Emma Bonino riportate da Rizzo e Stella nel loro fortunato libro La Casta, dopo la delusione dei Radicali per le politiche del 2001: «Mi sento come un limone spremuto. Non ho fame, non ho sete, non ho sonno. Mi alieno come una disadattata […] adesso ho solo bisogno di curarmi: perdo i capelli, mi ballano i denti, soffro di fotofobia. Porto gli occhiali neri, non sopporto più la luce, non riesco più a mangiare […] sono sotto anestesia» (Bonino E. cit. in Rizzo S. – Stella G.A. La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili, Rizzoli 2007, p. 165).

 

Una preghiera per lei. Se invece che sacrificarsi totalmente per la politica – peraltro per una politica nichilista e mortifera – Emma Bonino si fosse fatta una famiglia, forse pensieri così profondamente tristi non li avrebbe mai formulati. Per questo paiono quanto mai opportune le parole con cui Quinto, concludendo il suo interessantissimo libro – di cui mi permetto di consigliare caldamente la lettura -, rivolge alla sua ex collega il pensiero più caro per un cattolico: una preghiera. «Cara Emma – scrive l’Autore – mi permetto di pregare per te, perché quando alla fine della tua vita, guarderai l’abisso dell’Eterno, troverai la nuova Eva. La Vergine, donna come te, aspetta di incontrare il tuo sguardo, per donarti, fin da ora, la verità della vita» (pag. 103). Anche noi ci accodiamo a Quinto nella consapevolezza che al Quirinale gli Italiani – tanto più in questa delicatissima fase – si meritano una figura decisamente meno parziale della leader radicale, ed anche nella certezza che ad Emma Bonino non serve certo una nuova poltrona: ne ha già avute molte, ed abbiamo visto quale vuoto le hanno lasciato nel cuore. Ha piuttosto bisogno del perdono che, guardandosi dentro, deve trovare la forza di chiedere a Dio. Questo, e non altro, è ciò che chi le vuole davvero bene deve augurarle.

Giuliano Guzzo

43 commenti a La tristezza politica di Emma Bonino

  • Daniele ha detto:

    Mah, a dire il vero in questi ultimissimi giorni il nome di Emma Bonino è parzialmente uscito di scena.
    Infatti i 5 Stelle hanno puntato sulla Gabanelli (1° opzione) e su Rodotà (2° opzione), mentre tra PD e PdL potrebbe esserci un accordo su Amato o D’Alema.
    Certo, non è che i nomi di Rodotà e di D’Alema siano delle garanzie, però forse un po’ meglio (o un po’ meno peggio) della Bonino lo sono. La Gabanelli, invece, la conosco soltanto come giornalista, ma non conosco le sue, eventuali, posizioni politiche. Vedremo…

    • beppina ha detto:

      …il nome di Emma Bonino è parzialmente uscito di scena.

      Speriamo sia di buon auspicio. Certo che osservando i tipi presenti in parlamento…

    • controinformato ha detto:

      Vabbé, se va su la Gabanelli almeno non starà su Raitre a fare propaganda rossa con Report

      Quello che mi rassicura è che nemmeno i tecnobalilla di Casaleggio l’hanno voluta, il che vuol dire che resterà fuori dai giochi.

  • anderson ha detto:

    “…quest’isolamento è costato al Nostro una vera e propria persecuzione dai suoi ex amici, conclusasi purtroppo per lui con guai giudiziari…”

    Danilo Quinto è stato condannato a 10 mesi di reclusione per appropriazione indebita: potete considerarlo una fonte attendibile e una persona onesta(nulla in contrario), spero però che capirete e rispetterete chi ha un’ opinione differente rispetto al suo operato…

    • Laura ha detto:

      Lo ha fatto da segretario radicale, davanti agli occhi di Pannella e Bonino. Anche San Paolo uccideva i cristiani prima di convertirsi, dunque non dovrebbe essere una fonte attendibile?

      • anderson ha detto:

        come ho già detto sopra per lei può essere attendibile e onesto quanto vuole, per me rimane una persona regolarmente condannata in via definitiva e non appare molto diverso dai vari politici condannati per gli stessi reati…in quanto a san paolo non mi esprimo, dato che non mi interesso di questi argomenti…

        • Laura ha detto:

          Ti ho già risposto che non c’è nessuna relazione tra una condanna per appropriazione indebita e la sua attendibilità nel testimoniare quanto avviene in casa radicale. Le persone cambiano, per fortuna! Ha rubato come radicale e sotto gli occhi e il consenso di Emma Bonino e Marco Pannella. Oggi si è convertito (era ateo quando rubava) e ha cambiato idee sulla vita e sulla legalità.

          • anderson ha detto:

            “…Oggi si è convertito (era ateo quando rubava)…”

            penso che il discorso possa concludersi con questa frase.

            • Laura ha detto:

              Perché concluso? E’ la sua biografia. Forse tu pensi che io stia dicendo che gli atei rubano?? Assolutamente no, è un equivoco! Volevo solo sottolineare che in mezzo c’è stata una conversione, ovvero un acquisizione di nuovi riferimenti morali, ad un cambiamento.

              • andrea ha detto:

                Ha ragione, gentile Laura, ma con i sostenitori radicali è tempo perso: si tratta di persone che hanno deciso di idolatrare Giacinto (vero nome) Pannella anzichè adorare DIO.
                Sottolineo il loro “liberismo” totale, libertà di licenziare, ecc.
                Ma pare che Giacinto non abbia mai fatto un . nella sua vita, a parte i bla bla bla logorroici.

                • anderson ha detto:

                  Se ti riferisci a me con “sostenitori radicali” ti sbagli…ho già detto che i radicali non sono mai stati la mia parte politica e credo mai lo saranno…

            • lorenzo ha detto:

              Non ti sembra stano che quando era tesoriere del partito radicale nessuno aveva nulla da eccepire, quando ha iniziato a mettere in piazza le magagne del partito subito è stato processato e condannato per quanto aveva fatto quando era nel partito?

              • Roberto Dara ha detto:

                Non è infrequente il caso di persone che, in lite con i suoi precedenti colleghi, trova gratificante sparlare di loro anche e soprattutto in modomferoce. Detto questo, non ho simpatia né politica né personale per Emma Bonino.

                • lorenzo ha detto:

                  Non si tratta di questo, ma del fatto che le denunce ed il processo sono partiti solo quando ha iniziato a mettere in piazza i panni sporchi: se lo stesso metodo usato per Quinto fosse stato usato con i pentiti di mafia, tutti i pentiti sarebbero in galera e tutti i mafiosi sugli altari.

        • enrico ha detto:

          @ anderson

          Lei conosce la vicenda?
          Prego ce la descriva.

          • anderson ha detto:

            i vari articoli che trova sul web sono molto più esaustivi di me….

            • enrico ha detto:

              Beh signor “Anderson” c’è un tizio che fa il tesoriere di un partito per una decina d’anni, si allontana dal partito, chiede il riconoscimento di un lavoro mai regolarizzato, il partito si sveglia e oibò…sto tizio sembra che si sia appropriato indebitamente di denari del partito..
              Com’è che la questione non era mai stata sollevata prima?

              Io una idea ce l’ho..a lei lascio le sentenze…

              Buonasera

              • anderson ha detto:

                anche io una idea ce l’ho e probabilmente è diversa dalla sua…per quanto riguarda le sentenze, la ringrazio, me le tengo strette volentieri…

                Buonasera

    • Daniele ha detto:

      Quanto a “Danilo Quinto: attendibile sì, attendibile no”, vorrei far notare che, per quel che riguarda gli aborti con pompa per bicicletta, il ruolo europeo dal ’95 al ’99 e la bestemmia in faccia a Capezzone, la veridicità è confermata da prove che sotto gli occhi di tutti (anzi: sugli aborti è la stessa Bonino a vantarsene ancor oggi).
      Per quel che riguarda, invece, l’aspetto segreto (e triste) del carattere della Bonino, il profilo della Bonino emerge da due interviste rilasciate da lei stessa.
      Quindi Danilo Quinto non inventa nulla, ma riporta in un solo libro varie notizie che sono già di dominio pubblico.

      • anderson ha detto:

        Non era assolutamente mia intenzione difendere la Bonino (e non credo di averlo fatto) in quanto non mi rappresenta in quasi nessuna delle sue idee politiche…il mio discorso era più ampio: nell’articolo si parla di guai giudiziari in modo vago e poco preciso e non si fa menzione alla condanna subita da Danilo Quinto che non è certamente un aspetto secondario…

        • Panthom ha detto:

          Ma forse quel che dice Danilo Quinto è falso? No, dunque non c’entra nulla il suo passato come segretario radicale, anzi, come ti ha spiegato Laura, colpevolizza ancora di più la Bonino dato che Quinto rubava sotto il suo naso.

          • anderson ha detto:

            non ho mai detto che ciò che dice Danilo Quinto sia falso…ho solo detto che in un articolo in cui viene fatto il suo nome sarebbe utile dire che si parla comunque di una persona condannata in via definitiva…tutto qui, solo per chiarezza…

            • Panthom ha detto:

              Ah ok, allora ho capito. Non credo però sia un’informazione importante dato che si parla della Bonino, altrimenti si dovrebbe anche scrivere quanti anni ha, specificare meglio i rapporti con Pannella, spiegare il suo compito nei radicali ecc. Informazioni che però distrarrebbero dal soggetto dell’articolo, cioè la Bonino.

  • George P. ha detto:

    Una preghiera assicurata per lei da parte mia.

  • Francesco Santoni ha detto:

    Attenzione però che adesso il pericolo più grande è Rodotà, uno che ha le stesse idee della Bonino, ma che gode di maggior approvazione, essendo considerato un saggio super partes.

    • Vincenzo ha detto:

      Condivido la preoccupazione per Rodotà. Oltre ad essere notoriamente anticlericale e dotato di una certa supponenza quando parla o scrive anche della materie specifiche in cui è esperto (diritto), segnalo che x svariati anni è stato “Garante della privacy”, contribuendo con il suo operato ad assillare gli italiani con carte da firmare, spedire, conservare nonchè altre amenità burocratiche di cui proprio non si sentiva il bisogno. Quante inutili scartoffie ho dovuto firmare e far firmare ai miei clienti per la “privacy” assurta a nuovo idolo della burocrazia più ottusa! Questo lo affermo in base alla mia esperienza professionale.

    • Daphnos ha detto:

      Quanto hai ragione!

  • beppina ha detto:

    Mi ricordo anni fa una apparizione della signora Bonino a “Porta a Porta”. Si parla di aborto… ad un certo punto, falfugliando sommessamente, alza la mano ed avvicina pollice e indice a rappresentazione del fatto che l’IVG “interessa” una “cosa” piccolissima ed insignificante… Una donna SENZA UMANITA’, questa é stata (ed é) la mia impressione. Sulla qualità di politico non mi esprimo.

  • Lugh ha detto:

    «Ad un certo punto della mia vita però l’ho anche cercato un figlio».
    Dove, dentro al cesso?

    Sulla storia dei 10.141 aborti in meno di un anno ho i miei dubbi, mi pare la classica storia del pescatore che la spara sempre più grossa di quel che è.
    A proposito, vedendo quelle pubblicità di creme che dicono che dentro ci sono le cellule staminali, pensate che sia vera la storia dei feti abortiti nelle creme? Che alla Bonino se gli va male in politica può sempre darsi alla cosmesi.

    • edoardo ha detto:

      http://www.asianews.it/notizie-it/Cina,-i-feti-abortiti-vengono-trasformati-in-medicine-22336.html

      Non so se nel mondo occidentale si faccia, le multinazionali del farmaco non guardano in faccia a nessuno per attitudine naturale, ma finora non ci sono evidenze per l’Occidente, anche se potrebbe essere.

    • manuzzo ha detto:

      Beh, per una che uccidere un bambino è una cosa bella…. Per me è bella la mafia allora, oppure la tortura! purché fatta su gay e lesbiche. Il punto è che tu dopo la tua sparata asserisci di avere una coscienza; io se pensassi davvero quando ho appena scritto nella seconda riga, ammetterei che la coscienza è fatta per i fessi. Siete senza coscienza! almeno ammettetelo, per onestà intellettuale!

      • manuzzo ha detto:

        commento riferito agli abortisti, non a lugh, ho sbagliato a postare ed a esprimermi: non avevo appunto riferito il termine : agli abortisti

  • edoardo ha detto:

    Ultimamente è stato proposto Marini, che pare condiviso da Bersani e Berlusconi.
    Francamente, mi garba la proposta Marini.
    Mi piace perché:
    1) viene dal sindacato
    2) viene dalla DC che, anche se è stata corrotta dal malaffare, è nata con grandi princìpi.

  • Andrea C ha detto:

    Ovvia Piddì stai Bonino!

  • Daniele ha detto:

    Comunque PD, PdL, Lega e Scelta Civica-UdC sembrano aver trovato l’intesa sul nome di Franco Marini (un cattolico, ex DC ed ex segretario CISL: quindi, in quanto cattolico ed ex DC dovrebbe piacere ai cattolici in Parlamento, mentre, in quanto ex sindacalista, dovrebbe piacere alla sinistra) per quel che riguarda la Presidenza della Repubblica.

    Penso che i parlamentari del M5S puntino su Rodotà più per i suoi “titoli” (famoso costituzionalista, ex garante della privacy, ecc…) che per le sue idee politiche (delle quali non penso si siano posti la questione). Il problema, però, è che le idee politiche di Rodotà sono improntate ad un laicismo esasperato (come la redazione di UCCR ha fatto notare più volte e in diversi articoli), quindi, sebbene sia meno peggio della Bonino, non penso che noi cattolici possiamo gradire la nomina al Colle di uno che vorrebbe che l’Italia legalizzasse l’eutanasia, il matrimonio tra omosessuali con possibilità di adozione, ecc…

    • Daphnos ha detto:

      Sai, Daniele, da un certo punto di vista io mi preoccupo molto di più dell’elezione del Presidente della Repubblica che di quella del Presidente del Consiglio. Infatti, se il Presidente del Consiglio è costretto a rimanere, per tutto il corso della sua legislatura, esposto al fuoco di tutta l’opinione pubblica senza possibilità di difesa (l’approvazione verso il governo in carica cala sempre, inesorabilmente, in tutte le democrazie europee), il Presidente della Repubblica per le sue caratteristiche istituzionali deve essere sostenuto dalla più larga maggioranza possibile della nazione.
      Quindi, se un governo di centro-sinistra o simile governasse il paese per cinque anni, farebbe sì molti danni (dal nostro punto di vista) ma sarebbe bombardato da tutti finché resta in carica e con ottime probabilità di lasciare il Consiglio dei Ministri alla concorrenza a fine legislatura, lasciando di se’ un’immagine assai cattiva. Insomma, sarebbe qualcosa a cui si può porre riparo.

      Un Presidente della Repubblica ultralaicista come Rodotà, invece, avrebbe costretto l’opinione pubblica a mettere in buona luce, oltre alla persona, anche le sue idee. Rodotà avrebbe sparato contro l’arretratezza della legislatura italiana, che non corrisponde alle sue fantasiose interpretazioni del diritto, spingendo il Parlamento a legiferare in un certo senso, e la stampa gli sarebbe andata dietro.

      Marini mi ha fatto tirare un gran sospiro di sollievo, non tanto per la sua appartenenza cattolica (mi sarebbe andato bene persino D’Alema, pur di non vedere un filo-grillino), ma perché mi sembra molto più imparziale di certi nomi, e in grado di garantire molta più stabilità a qualunque sviluppo della situazione politica, in barba a quanti non riescono a vedere nei recenti cambiamenti una chiara deriva masochista.

      Ps se ora ascoltate RadioRai, c’è di che ridere… gente che piange perché Rodotà è stato bocciato, accusando i politici di ignorare la gente perché “su Facebook Rodotà ha avuto più apprezzamenti”… la gente si sta rapidamente allontanando dalla realtà, a quanto pare. Prepariamoci. Forse abbiamo scampato la prima minaccia di autodistruzione, ma nei prossimi anni in parlamento assisteremo a scene di autentico delirio, grazie alle pagliacciate della pseudodemocrazia informatica!

  • Daniele ha detto:

    Mi correggo: non tutto il PD è compatto sul nome di Marini.
    La corrente maggioritaria del PD (Bersani, Bindi, Letta, ecc…) è per Marini, mentre i renziani e l’ala “sinistra” no, anche se per motivi ovviamente diversi: i renziani perché “Marini è un simbolo della vecchia politica e va rottamato”, mentre quelli “di sinistra”, appoggiati da SEL, perché “Marini è cattolico”.

  • Daniele ha detto:

    SEL ha dichiarato che voterà Rodotà e ha precisato che “non ha nulla contro Marini, ma il fatto che il suo nome sia gradito al Cavaliere fa presagire odore d’inciucio tra PD e PdL”.
    Io penso che le cose non stiano esattamente in questi termini: Marini, infatti, oltre che al PD e al PdL, piace anche a Scelta Civica-UdC (che di accordi col PdL, soprattutto dopo gli screzi Monti-Berlusconi, non ne vuol sentir parlare) e alla Lega (un’altra formazione politica a cui gli inciuci non piacciono).
    E poi è da fuori di testa e perfino offensivo pensare e dichiarare che un uomo di grande integrità morale e di grande cultura istituzionale, qual è Marini, sia lì col preciso “mandato” di concedere il “tanaliberatutti” a Berlusconi.
    La verità è che SEL, contrariamente a quanto dichiarato, qualcosa contro Marini ce l’ha: che Marini è un cattolico non solo formalmente ma anche sostanzialmente.

  • lorenzo ha detto:

    Anche se la misericordia di Dio è infinita, la Bonimo rimane pur sempre una puttana assasina e rappresenterebbe bene l’italia attuale.

  • Daniele ha detto:

    E’ naturale che il PD sia spaccato. A parte i renziani, che vorrebbero rottamare tutto e tutti (e che han proposto Chiamparino al Colle), la spaccatura più grossa ed evidente è quella tra i fedeli alla linea di Bersani, sostenitore di Marini, da una parte, e quelli più di sinistra, attirati da Rodotà, dall’altra.
    Io spero sia che Rodotà non diventi Presidente della Repubblica (sarebbe una spallata a quel patrimonio di valori buoni, tra cui ci sono i valori cristiani, sui quali l’Italia poggia da sempre: famiglia fondata sul matrimonio uomo-donna, tutela della vita umana in ogni momento, libertà di culto, associazioni, anche cattoliche, che operano nel sociale e che si fanno carico di assistere poveri, malati, ecc…) sia che l’eletto al Colle non sia espressione dell’inciucio Pd-PdL (lo dico perché gli inciuci non sono mai una bella cosa da vedersi e fanno sempre presagire nulla di buono, anche se sono per eleggere il Capo dello Stato).
    Marini è una personalità di alto profilo e sarebbe perfetto come Capo dello Stato, ma ormai il suo nome è stato definito (erroneamente, a mio avviso, ma tant’è…) come “espressione di inciucio” e quindi penso che non se ne farà nulla.
    A ‘sto punto spero che il PD abbia la decenza di non votare Rodotà e di scegliere una “terza via”, che potrebbe essere Prodi: che è cattolico, che ha esperienza e cultura istituzionale, che ricompatterebbe il PD e che avrebbe pure il sostegno dei 5 Stelle (ricordo che Prodi era nella rosa dei 10 nomi più gettonati alle “Quirinarie”), oltre che di SEL e, forse, anche di Scelta Civica e UdC.

    • Daphnos ha detto:

      A me sembra proprio che Renzi si sia opposto a Marini soltanto per fare casino e proporsi come il volto migliore del PD agli elettori del suo stesso partito… i quali decisamente non accettano di capire (questa è una battaglia persa da sempre, visto l’irrisolto rapporto della mentalità di sinistra con il concetto stesso di democrazia) che l’espressione “nome condiviso” non significa “nome condiviso da tutta la sinistra”, bensì dalla maggioranza più ampia possibile del Parlamento, che corrisponde anche a quella fetta di Camere, comprensibilmente antipatica ma pur sempre presente e democraticamente eletta, che ieri la Puppato ha definito “un centrodestra che non ha nulla a che vedere col vero centrodestra, con il quale decisamente non si deve dialogare”.

    • Kosmo ha detto:

      dimmi che stai scherzando ti prego!

  • Pino ha detto:

    la Bonino non salirà al Quirinale, ma ci salirà Prodi, non so chi sia meglio.