Vito Mancuso e la sua profonda confusione teologica
- Ultimissime
- 22 Feb 2013
Il teologo Vito Mancuso ha pubblicato un articolo su Repubblica in cui ha mostrato chiaramente il motivo per cui è molto più un riferimento per laicisti e anticlericali di quanto lo sia invece per il mondo cattolico, così come anche altri teologi e preti ribelli (don Andrea Gallo, ecc..).
In cosa consiste secondo noi il loro errore? Riteniamo sia semplice debolezza di fede (cioè mancanza di ragioni e pienezza di dubbi), che si traduce immediatamente in paura verso il mondo (laico) e verso la modernità. Alla base c’è il timore del giudizio della società, il tentativo di evitare qualsiasi confronto con il laicismo sapendo di non avere (o non avere più) ragioni adeguate a sostegno della propria posizione come credenti e cristiani. Per questo questi sedicenti “ribelli” scelgono di passare dalla parte opposta, conformandosi a quel che il mondo laico sostiene (anche dal punto di vista bioetico, per esempio) venendo per questo premiati dal mondo. Il teologo Mancuso, il cui pensiero è giudicato da diversi intellettuali come gnostico (vedi Bruno Forte, Gianni Baget Bozzo e Enzo Bianchi), è diventato editorialista di un quotidiano, Repubblica, che “crede nel laicismo” (come spiega in questa intervista il fondatore, Eugenio Scalfari), il suo successo televisivo è imparagonabile a quello di altri suoi colleghi ed è giustificato unicamente dall’aver scelto di non assumere posizioni politicamente scorrette, contrapponendosi al magistero della Chiesa che però intende seguire definendosi cattolico. Meglio incoerente nella propria fede che scomodo al mondo, insomma.
L’esempio perfetto lo ha mostrato recentemente lo stesso Mancuso parlando del dogma dell’infallibilità papale. Esso è poco accettato dal mondo secolarizzato? Benissimo, occorre conformarsi al laicismo e toglierlo di mezzo: «È credibile oggi un dogma come quello dell’infallibilità papale? A mio avviso», dice Mancuso, «esso finisce piuttosto per allontanare dal sentimento religioso. Io penso infatti che per la coscienza sia la stessa nozione di infallibilità a risultare oggi improponibile, quando le stesse scienze esatte si dichiarano consapevoli di presentare dati sempre sottoposti a possibile revisione e come tali dichiarabili solo “non falsificati” e mai assolutamente veri». Tradotto in poche parole: la secolarizzazione oggi dice che il dogma dell’infallibilità papale è impresentabile e allora la Chiesa deve mettere da parte la sua dottrina e adeguarsi al mondo, eliminando tutto quello che è difficile da capire. Da notare poi l’imbarazzante paragone con le scienze esatte….come se l’esistenza dell’infallibilità papale fosse stata più digeribile durante il periodo positivista, quando la scienza era ritenuta a sua volta infallibile!
Prosegue Mancuso: «Viviamo in un’epoca in cui la stessa nozione teoretica di verità risulta poco credibile, tanto più se si tratta di verità assoluta, dogmatica, indiscutibile. Ratzinger lo sa bene, e non a caso da tempo accusa quest’epoca di “relativismo”, ma non è colpa di nessuno se le cose sono così, è lo spirito dei tempi che si muove e si manifesta nelle menti dopo un secolo qual è stato il ’900, e occorre prenderne atto se si vuole continuare a parlare al mondo di oggi». Tradotto ancora: il laicismo ha problemi anche con l’esistenza stessa della verità (“verità assoluta” dice Mancuso, come se potesse esistere una “verità relativa”)? Benissimo, allora è bene prenderne atto, tirare i remi in barca ed adeguarsi allo “spirito dei tempi”…basta con la condanna del relativismo, aderiamo anche noi alla venerazione del dubbio come unica certezza, così il mondo non ci criticherà più! Facile la vita del teologo dissidente…
Poco importa se Mancuso non fa altro che ripetere quel che dice Hans Küng, uno dei tanti religiosi che non ha retto alle contestazioni sessantottine alla Chiesa e ha preferito il voltagabbanismo per assicurarsi una vita tranquilla, coccolato dal mondo secolarizzato. Poco importa se, come spiega giustamente proprio Mancuso, «dal 1870 a oggi il dogma dell’infallibilità è stato usato solo una volta, per la precisione da Pio XII nel 1950 quando proclamò il dogma dell’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria in corpo e anima». L’importante è addolcire la pillola, evitare di parlare di temi scomodi al mondo, cambiare i nomi alle parole (modificare infallibilità con indefettibilità, come propone Küng) e dunque anche il loro significato: il Papa, insomma, dovrebbe dire che gli piacerebbe essere infallibile, anche se poi di fatto non lo è.
Pensiamo alla lontananza di questa posizione dal Vangelo e dall’esempio di Gesù Cristo, il quale ha proprio scelto invece di essere “scandalo per il mondo” e “segno di contraddizione” (Lc 2,34), e proprio per questo inchiodato alla croce. Mettiamo da parte le illusioni: la vita del cristiano non è una vita facile, perché sempre risulterà incompreso dalla società. I teologi mediatici, invece, pur di non essere “segno di contraddizione” preferiscono cercare il plauso del mondo e combattere la Chiesa.
Mentre il mondo odia la Chiesa, inventa menzogne contro Benedetto XVI per screditarne l’autorità, nessuno critica i teologi cattolici Mancuso e Küng, adorati dalle associazioni laiciste e portati in trionfo dai media più anticattolici, applauditi in tutte le trasmissioni televisive e corteggiati dai principali quotidiani. Eppure Gesù Cristo aveva messo in guardia i suoi discepoli nel discorso della Montagna: «Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi […] Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli» (Luca 6,20-26). Questa illuminante riflessione di Antonio Socci spiegherà sempre perché per seguire il Vangelo non si può cercare l’applauso del mondo, come invece hanno scelto di fare i nostri amici cattolici dissidenti (o “adulti”).
La Redazione
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78 commenti a Vito Mancuso e la sua profonda confusione teologica
“Scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani”. Dopo 2.000 anni la storia non cambia.
è Mancù….. ma vvatte à ffà ‘n giretto vah!!
“””la stessa nozione di infallibilità a risultare oggi improponibile, quando le stesse scienze esatte si dichiarano consapevoli di presentare dati sempre sottoposti a possibile revisione e come tali dichiarabili solo “non falsificati” e mai assolutamente veri”””
Qui Mancuso FALLISCE PENOSAMENTE perchè sta parlando di dati scientifici, non di dottrina religiosa che non è nemmeno minimamente soggetta al principio di falsificabilità empirico.
1- Ci sono verità assolute, indipendenti dal metodo empirico. Un esepio chiaro sono le verità matematiche. Queste sono vere per ragion di logica, non perchè verificate sperimentalmente. Per questo la matematica pone un problema anche alle dottrine naturaliste e scientiste.
2- Le verità di Fede sono di norma non scientificamente verificabili. Alcune possono essere derivate dalla sola ragione (teologia naturale), ma altre sono frutto della rivelazione, quindi vengono da Dio (attraverso le Scritture), non da esperimenti.
3- L’infallibilità papale vale solo su questioni teologiche e morali, non su questioni scientifiche. Il Papa al massimo può dare una OPINIONE se certe teorie scientifiche sono compatibili con la Verità Cattolica o meno… ma rimane solo una opinione.
——–
“Viviamo in un’epoca in cui la stessa nozione teoretica di verità risulta poco credibile, tanto più se si tratta di verità assoluta, dogmatica, indiscutibile. ”
Questo non è vero. Dato che esistono verità indiscutibilmente vere (co0me quelle matematiche ma non solo).
Mancuso quindi rivela di essre un pensatore di terza categoria. Mentre accusa la Chiesa di avere posizioni ‘fallaci’, sono le sue ad essere erronee se sottoposte sotto la lente della realtà e della logica.
PS:
“dottrina religiosa che non è nemmeno minimamente soggetta al principio di falsificabilità empirico”
Noto che con questo non voglio dire che la dottrina religiosa può tranquillamente negare le verità scientifiche (es. credere che il mondo ha 6000 anni).
Le due verità non possono contraddirsi. Solitamente però la dottrina religiosa tocca il soprannaturale, non il naturale, quindi è completamente indipendente dalle scienze.
Ormai la gente non ragiona più con la sua testa, segue la propaganda.. ripetere ripetere ripetere.. la verità è secondaria..
Ehhhh sì cara Marysun… quello che gli aderenti alle ideologie religiose fanno da sempre (laicismo, fantomatiche lobbies, “libertà religiosa). Ripetere ripetere e ripetere anche di fronte ad evidenze oggettive che dimostrano il contrario
ideologie religiose? Evidenze? Paolo, un consiglio, cerca di riposarti ancora un pochino, alle ore 7.46 le idee sono ancora annebbiate.
Mariasole, hai recentemente parlato contro gli omosessuali (dal loro punto di vista, chiaramente) di recente? Perché a giudicare dal commento di Paolo sembra che anche tu, come Pino, con cui litiga spesso, sia entrata nella sua lista nera di persone da provocare ad ogni piè sospinto!
Io penso infatti che per la coscienza sia la stessa nozione di infallibilità a risultare oggi improponibile, quando le stesse scienze esatte si dichiarano consapevoli di presentare dati sempre sottoposti a possibile revisione e come tali dichiarabili solo “non falsificati” e mai assolutamente veri.
Se tutto é (irreparabilmente) sbagliato perché porsi il problema della coscienza?
La teologia è in quanto tale confusionaria.
in testa a Pavone certamente
mah forse il signor Pavone intendeva che è comunque un ragionamento che non può essere comprovato con i fatti (dove per fatto intende un esperimento realizzato nelle stesse condizioni). Quindi è inutile, a sua detta. Non condivido tale opinoine (se è questo quello che intendevo) ma la rispetto. Per pseudoteologi che se la fanno sotto davanti al mondo laicista e intollerante come Mancuso & co, di rispetto invece non ne ho. Solo una misera pietà.
al terzo rigo: se è questo quello che intendeva
e’ cazzaro di suo…
scusi ma da quando Pavone sa quello che dice? Sarebbe una novità.
Perché attacchi la persona invece che l’opinione?
quale opinione?
Non sapevo fossi teologo…
Su Mancuso ha già detto tutto Mons. Livi.
Chiacchiere da teolobar!
Matteo Dellanoce
Per tutti quei “cattolici moderni(sti)” e laici agnostici poco inclini alla “mistica” posto la “profezia” di un filosofo ATEO del diciannovesimo secolo:
“L’uomo sarà felice solo quando avrà ucciso il cristianesimo,
che gli impedisce di esser uomo. Non sarà attraverso la persecuzione che lo si ucciderà, poiché la persecuzione alimenta.
Sarà attraverso la QUINTA COLONNA, mediante l’irreversibile trasformazione INTERNA del cristianesimo in “ateismo umanista”,
con L’AIUTO degli stessi cristiani, illuminati da una FALSA CARITÀ”
Ludwig Feuerbach
Mancuso, in quella “QUINTA COLONNA” è, nel migliore dei casi, un tesserato “Ad honorem”.
Interessante. Nemo, mi daresti la referenza di questa citazione di Feuerbach? Puo’ tornare utile. Grazie.
La citazione di Ludwig Feuerbach, nella versione da me postata, proviene dall’articolo del professor ANDREA G. SCIFFO “Il bosco, la casa e le catacombe ” liberamente scaricabile, in formato pdf, da questo indirizzo:
http://www.ilcovile.it/abc.htm
Purtroppo, oltre al nome dell’autore non c’è nessun altro dato per rintracciare l’opera di provenienza.
Al seguente link invece si trova la versione della frase di Feuerbach (meno “vivace” ma forse più vicina all’originale) riportata da VITTORIO MESSORI:
http://www.et-et.it/articoli/Vivaio/2005/vivaio_05_12.html
per completezza la riporto qui di seguito:
«L’uomo sarà felice solo quando avrà ucciso quel cristianesimo che gli impedisce di essere uomo. Ma non sarà attraverso una persecuzione che lo si ucciderà, perché la persecuzione alimenta e rafforza. Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo umanista, con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità che nulla avrà a che fare con il vangelo»
Citazione, secondo il Messori, proveniente da “ESSENZA DEL CRISTIANESIMO”.
Sfortunatamente, mancando sia l’editore che l’anno di pubblicazione ed avendo personalmente letto l’opera più di 20 anni fa, ho preferito per sicurezza, postare la citazione (versione Sciffo) omettendo volutamente il testo di “provenienza”.
Bravo x la citazione quanto mai opportuna. Il nostro filosofo della sinistra hegeliana che afferma: “l’uomo sarà felice solo quando avrà ucciso il cristianesimo” è stato clamorosamente smentito dai fatti (come capita molto spesso agli intellettuali di sinistra). Basta pensare a come erano tutti felici e contenti nella atea URSS !!!
Teologia è pura opinione, de gustibus non est disputandum.
Anche la tua è pura opinione. Anzi, ogni cosa che dici è pura opinione, che parli a fare allora?
Ahahahahahahahah LOL! 😀
…be se lo è la teologia, allora lo è anche la filosofia in quanto la prima non fa altro che spostare la speculazione teoretica della seconda sul trascendente…
Sinceramente non posso trovarmi d’accordo con lei. Io ritengo che una opinione sia una convinzione in merito ad una questione, che però non può essere verificata. La teologia cristiana non si trova su tale livello, dato che essa è l’esercizio della ragione basata sulle Sacre Scritture, ovvero sulla Verità rivelata. E’ quelle l’elemento di riscontro, come anche lo sono altre opere teologiche del passato, come potrebbero essere quelle di Sant’Agostino, che però si innestano sempre sulle Scritture.
Poi, ovvio, la Teologia non si può basare su esperimenti empirici per essere verificata, ma proprio perché non è una scienza empirica, ma ciò non significa che sia una semplice opinione, ciò è troppo riduttivo e semplicistico.
Scusate:
*ovvero sulla Verità rivelata. E’ quella l’elemento di riscontro…
E sulla “infallibilita’ del Papa”, il gesuita ed astronomo Guy Consolmagno dice
“Brother Consolmagno, who was due to give a speech at the Glasgow Science Centre last night, entitled “Why the Pope has an Astronomer”, said the idea of papal infallibility had been a “PR disaster”. What it actually meant was that, on matters of faith, followers should accept “somebody has got to be the boss, the final authority”.
“It’s not like he has a magic power, that God whispers the truth in his ear,” he said.
http://www.scotsman.com/news/international/creationism-dismissed-as-a-kind-of-paganism-by-vatican-s-astronomer-1-1116595
Non capisco perchè Mancuso venga definito gnostico.
Non mi pare si possa parlare di una rivelazione personale o esoterica nel caso di quanto espone Mancuso.
Semplicemente non fa teologia poichè il soggetto della sua ricerca non è la Chiesa ma la sua interpretazione personale, talvolta razionalista, delle Scritture.
E’ semplicemente definibile come “libero pensatore” e non come “teologo”.
Spiego meglio l’intervento.
Il soggetto della teologia è la Chiesa.
Se un teologo non accetta i dogmi e si adopera piuttosto per riformularli, cambiarne il senso o addirittura negarli apertamente, allora egli abusa del suo titolo scientifico, la sua non è vera teologia.
Chiunque può liberamente esporre le sue teorie su Dio e sulla religione, ma se uno non assume i dogmi come verità rivelata, non si deve presentare come un teologo ma come un filosofo.
Dunque Mancuso non è un teologo ma un libero pensatore.
Ma non lo definirei gnostico.
Nello gnosticismo è presente il concetto di una rivelazione, privata o legata a testi, sconosciuta al resto dei fedeli e raggiungibile solo da una ristretta cerchia.
Lo gnosticismo ha una forma esoterica e non essoterica.
E’ semplicemente un libero pensatore che espone le proprie personali interpretazioni su Dio e rivelazione.
Non è un teologo.
Mi pare una pare una perfetta quanto sintetica descrizione del caso Mancuso. Non c’è altro da aggiungere, se non la totale mancanza di onestà intellettuale da parte del nostro, che furbescamente (o secondo una coscienza che non ammette autocritica) si definisce “teologo cattolico”, ovvero quasi una voce autorevole della Chiesa, quando “de facto” è esattamente l’opposto. Tant’è che, probabilmente in tempi di più sana (non me ne vogliano, ma i vari don Gallo docent) ortodossia, questo caso non sarebbe nemmeno esistito.
C’é il dissenso di coloro che qui vengono definiti “dissidenti” e c’é il dissenso tuo e della redazione verso questa Chiesa che permette a Don Gallo di predicare o addirittura di somministrare i sacramenti e a Mancuso di insegnare un’insana ortodossia. Forse bisognerebbe definire meglio cosa é sano e cosa sia ortodosso.
certamente il fatto che i don Gallo continuino indisturbati le loro teatrate e i (ex-don) Mancuso le loro personalissime contro-teologie, sta a rimarcare quanto sia ormai labile il confine tra ortodossia e non. Il fatto che tutto questo fosse già stato previsto (in primis da Gesu’ stesso e da San Paolo) , la dice lunga. Senza dubbio ci stiamo avviando verso tempi cruciali.
Chi deve stabilire il confine tra ortodossia e non ? Io penso che sia la Chiesa cattolica. Penso anche che il magistero più alto della Chiesa sia molto più aperto di quel che mi pare di leggere quì: “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono sono le gioie e le speranze dei discepoli di Cristo e nulla vi é di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore (GS1). Così nel Vangelo, nei documenti vaticani degli ultimi 50 anni (in continuità, come dice l’attuale papa) e nel catechismo della Chiesa cattolica. Perciò ci andrei cauto nel parlare di ortodossia. Non potrebbe essere che l’ortodossia consista precisamente nell’armonizzare tutte queste voci “dissonanti” (nella nostra miope e parziale ottica) ?
Che post mostruoso, nella sua chiarezza. Dunque chi non ubbidisce pecorescamente come una pecora ai “dogmi” che la gerarchia cattolica s’inventa quando gli fa comodo (come quello dell’infallibilità papale, introdotto nel 1800) non è un vero teologo? Questo significa in pratica che i “veri” teologi secondo voi sono solo ed esclusivamente coloro che ripetono a pappagallo e si bevono tutto quello che fuoriesce dalla centrale del potere, la “Santa Sede”. Chiunque ragioni con la propria testa e non si allinei, ubbidiente e doverosamente comandato dall’ «alto», al Pensiero Unico del Vaticano “Non è un teologo”… E meno che il “buon Dio” ci ha dato il raziocinio di pensare ciascuno con il proprio…brain!
meglio ubbidire pecorescamente che… mettersi a pecora come fai tu!
il tuo “brain” deve esserselo scordato, a quanto vedo!
Questa sì che è una solida argomentazione. Complimenti per il livello.
certo i tuoi argomenti sono molto meglio vero?
il livello? quello e’ il tuo livello, mica il mio…
La confusione è grande sotto questo cielo e io mi chiedo se per caso il noto teologo Mancuso non sia tra quelli di cui ebbe a parlare Papa Leone Magno nella sua lettera a Flaviano, cioè un nuovo Eutiche a cui ricordare nuovamente queste semplici parole: “Non volle capire per non dover agire rettamente. Ha meditato l’iniquità nel suo cuore”.
L’articolo di cui ci stiamo occupando è un fritto misto nel quale persino lo stesso modo di argomentare – la narratio e la probatio, una volta le regole retoriche erano conosciute alla perfezione – lascia a desiderare e l’accostamento con il metodo delle scienze è del tutto illogico, come i cavoli a merenda. L’unico argomento che balza all’attenzione è che Kung sarà ricordato dalle generazioni successive come martire della fede! Scherzi a parte, puntualizzo solo che l’uso dell’infallibilità, giusto per completare il quadro storico delineato da Mancuso, è stato usato sì poche volte ma solo in materie in cui il Deposito della fede è talmente consolidato da non poter formare oggetto di contestazione, a meno di non aver tagliato i ponti con la Tradizione per adottare il principio della sola scriptura. Per quanto leggo in testi di una certa serietà – evitando Kung, la Lettera Apostolica Ordinatio Sacerdotalis di Giovanni Paolo II rappresenta l’ultimo caso conosciuto di uso della infallibilità da parte del Papa. Di ciò costituisce sicura riprova la stessa formula conclusiva (al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa. Peraltro, la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede ha affermato il 28 ottobre 1995 che la lettera apostolica in oggetto è da considerare facente parte del Deposito della fede. Ma non credo proprio che a Mancuso interessino i testi elaborati dall’allora prefetto Ratzinger, Kung di certo per lui è preferibile a qualunque retrogrado cardinale!
in tema di magistero, se non erro, l’infallibilità deve essere espressamente invocata (ex-cathedra, appunto). Sul come si configuri questa “ufficializzazione”, lasciamo agli esperti, resta però il fatto che è tale lo “straparlare” di certi sedicenti teologi o tuttologi “a la page”, che la confusione sull’argomento è tanta. Non mi stupirei che in questa bagarre culturale per il cattolico “medio” (termine orribile) infallibile debba intendersi ogni pensiero del Papa. Che francamente, nello squallore che ci sta intorno, a me, personalmente, andrebbe pure benissimo …
LM
Ma in realtà quello che è necessario sapere è che in molte occasioni, opinioni personali del Papa (e in questo il Santo Padre dovrebbe essere più accorto) sono state riferite come “infallibili” da certi cattolici liberali.
Ecco perché la prudenza della Chiesa ha sempre protetto il Papa nei secoli ed ha evitato certe forme che oggi mi paiono pericolosamente inopportune (vedi Twitter, ecc.).
Ci sono comunque almeno 4 condizioni da rispettare affinché un pronunciamento risulti “infallibile”.
Oggi, purtroppo, negli ultimi anni queste condizioni di infallibilità non si sono mai verificate, e perfino il Vaticano II sembra non essersi espresso in modo “infallibile”.
E’ per questo che la Chiesa oggi si ritrova a dover più a combattere “se stessa” che non il mondo esterno.
Io credo che valga la pena conoscere quello di cui si discuteanche perché può essere facilmente letto qui http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/02/14/linfallibilita-con-la-scadenza.html?ref=search
Sottolineerei particolarmente l’impostazione molto concreta che Mancuso da al suo discorso: IERI il portavoce della Sala Stampa Vaticana, il gesuita padre Lombardi, ha dichiarato che dalla sera del 28 febbraio prossimo Joseph Ratzinger non sarà più infallibile.
Ora, se è già difficile capire come un essere umano possa giungere a essere infallibile, forse ancora più difficile è comprendere come possa all’improvviso cessare di esserlo. È stato però lo stesso padre Lombardi a chiarire bene la questione. Eha sottolineato che l’infallibilità “è connessa al ministero petrino, non alla persona che ha rinunciato al Pontificato”. L’attuale pontefice cioè è infallibile in quanto papa Benedetto XVI, perché, da papa, gode della particolare grazia legata al suo stato di Romano Pontefice, che la teologia chiama precisamente “grazia di stato”. Non è per nulla infallibile invece in quanto individuo di nome Joseph Ratzinger, il quale, da uomo come noi, può sbagliare nelle cose ordinarie della vita …
Qualche frase estrapolata non da il senso e può essere troppo facilmente distrutta. A me pare che il discorso sia essenzialmente corretto e perfettamente cattolico.
Non vedo quale sia il problema con le parole di Lombardi.
Ciò che ha detto rientra perfettamente nella fenomenologia della grazia.
La grazia di stato è un classico tipo di grazia attuale; per intenderci, la ricevono anche i direttori spirituali nell’esercizio del loro incarico (mi sa che lei non è molto pratico della cosa…).
Ora, il fatto che Mancuso non abbia ancora capito come funziona la grazia la dice lunga sul suo titolo di “teologo”.
Oppure Tommaso e Agostino non hanno capito niente della grazia, e lui invece è titolare di una illuminazione divina. Possibile, ma improbabile.
Rettifica: sono appena andato a controllare.
La grazia di stato NON è attuale, però fa ugualmente parte delle grazie interne, anche se è un gruppo a sé stante. Chiedo scusa per l’errore.
In questo argomento bisogna andarci molto cauti perché è complicatissimo e vastissimo.
Le parole di Lombardi sono quelle dalle quali Mancuso parte per esprimere il suo commento e forse é quel commento che andrebbe contestualizzato verso le parole di Lombardi e compreso. Mi scuso se non si capiva ma Da IERI il portavoce a ordinarie della vita era un copia e incolla dal testo dell’articolo che (insisto) andrebbe letto.
Mancuso conclude il suo articolo sposando le tesi di Küng che “proponeva di sostituire a infallibilità il concetto di indefettibilità… ovvero che la Chiesa non verrà mai meno al compito bellissimo di essere fedele al suo Signore e al primato del bene e dell’amore che ne consegue.”
Viene cioè riproposta la tesi dell’inutilità del dogma dell’infallibilità papale, ritenendo sufficiente l’assicurazione di Cristo stesso riguardo all’idefettibilità della Sua Chiesa.
Se Mancuso non capisce la differenza tra infallibilità ed indefettibilità, dovrebbe tormare a studiare catechismo.
Se Mancuso non capisce il perché del dogma dell’infallibilità, dovrebbe tornare a studiare teologia.
Se Mancuso rifiuta il dogma dell’infallibilità, dovrebbe tornare alla fede cattolica.
Vorrei anche sottolineare un secondo aspetto che a me pare stonato, nell’articolo come nei commenti. Si sottolinea infatti come incoerente che un teologo cattolico faccia l’editirialista di un quotidiano che si dichiara laicista. Si descrive ampiamente il laicismo come l’esercizio dei nemici militanti della chiesa, degli atei. Io penso che Scalfari non intendesse minimmente questo (basterebbe ripensare a tanti supoi articoli ed iniziative editoriali così attente, da posizioni non-credenti) alla vita e alla fede cattolica. Per capirsi propongo di consultare come fonte “terza” la voce “laicismo” di wikipedia. Vi si sottolina in modo chiaro la differenza esistente tra credenti e non credenti sull’uso del termine. Per i non credenti (quindi per Scalfari) laicismo sarebbe sinonimo di laicità (così a quanto pare anche nei dizionari della lingua italiana) e la laicità può benissimo appartenere anche ai credenti. Solo in ambito cattolico si intende laicismo come connotazione dispregiativa della laicità, sostanzialmente sinonimo di ateismo politico militante.
Io penso che Scalfari non intendesse minimmente questo (basterebbe ripensare a tanti supoi articoli ed iniziative editoriali così attente, da posizioni non-credenti) alla vita e alla fede cattolica. Per capirsi propongo di consultare come fonte “terza” la voce “laicismo” di wikipedia
No scusa… tu sei Luca il geologo?
Sono uno che si illude che le parole abbiano un valore in sé, indipendente dalla povertà di chi le pronuncia e scrive.
quindi alla tua frase
“articoli ed iniziative editoriali così attente, da posizioni non-credenti) alla vita e alla fede cattolica”
ci credi veramente e gli attribuisci un valore, e non la consideri una barzelletta?
OK, sei John Titor venuto da un universo parallelo, allora.
Vengo da un universo nel quale un ateo come Scalfari può dialogare ed esprimere una ricambiata amicizia con un Cardinale. E’ lo stesso universo nel quale il mio papa mi invita a considerare importanti e fruttuosi i dialoghi con i non credenti, persino in tema di etica o addirittura di spiritualità. E’ un problema per qualcuno ?
riguardo all’amicizia niente da dire.
resta da capire quasi sarebbero “i frutti” del DIALOGO con i non credenti, se non un diffuso relativismo, che Mancuso stesso incarna.
Quando all’etica e la spiritualita’ scusa… ma mi viene da ridere…
Aspetto ancora gli articoli e le iniziative editoriali cosi’ attente alla fede cristiana… ma mi sa che aspettero’ invano…
perche’ non torni alla geologia che e’ un capo piu’ adatto a te?
A te viene da ridere e mi fa piacere dare allegria. In compenso il tuo papa invita gli agnostici ad Assisi non per convertirli ma per ascoltarli. Perciò trovo un pò strana questa vostra (di UCCR) ortodossia a singhiozzo. Quanto a Scalfari, se vai sul sito di Repubblica c’é tuttl l’archivio del giornale free dall’84 ad oggi. Ci trovi qualche centinaia di articoli di Scalfari in tema di Chiesa e fede. Non li ho mica letti tutti ma io per quel che ricordo non ci trovo niente di ideologico e pregiudizialmente ostile ma interrogativi interessanti. Giudizi spesso opinabili ma comunque interessanti. Si conta poi un libro molto apprezzato a sei mani tra Scalfari Mancuso e Martini- Concludere da questo che un teologo cattolico non dovrebbe scrivere su Repubblica mi pare almeno … pretestuoso. Senza nemmeno far la fatica di andare a leggere cosa ha scritto. Pretestuoso o ideologico e pregiudiziale ?
Scalfari, Martini, Mancuso, Repubblica…ecco i Pontefici dei cari e vecchi cattocomunisti 😀
a me bastano ed avanzano i numerosissimi articoli CONTRO (che solo tu non vedi) la Chiesa, le accuse continue di non impicciarsi degli affari dello stato italiano (invocandolo solo per dare addosso ai nemici politici) le infinite falsita’ sulla CHiesa (per esempio sull’IMU)…gli spernacchiamenti sui dogmi, consuetudini, Tradizioni, ecc della Chiesa… basta e avanza… se poi si hanno le fette di salame ideologico sugli occhi e si prospetta persino una PROFICUA collaborazione con i laicisti e ateisti piu’ accesi… beh… non ho piu’ nulla da dire…
a non impicciarsi
Il prossimo è il prossimo. Mi sembra quasi inutile sottolinearlo. Senza però dimenticare il faro della Verità. Il fine della Chiesa è di salvare le anime, non di dialogare, tantomeno di fare la crocerossina del mondo (anche questo, ovviamente, ma in seconda battuta). Il dialogo, o meglio, l’incontro, è auspicabile. Se però capita che il frutto di questa azione è, come capita spesso, che il cattolico si disorienta e la controparte (atea/agnostica/laicista etc.) rimane impermeabile, non ne vedo l’assoluta necessita, nel senso che non mi sembra un dovere “istituzionale”, almeno inteso nei termini apprezzati dai media. Non si può inoltre fare a meno di notare (parlando molto in generale) come in questi “dialoghi”, debbano sempre essere i cattolici a blandire la controparte, ricevendone sempre accuse e derisioni come compenso… Ma questo fa pure parte del programma già stabilito (dal Capo) sin da principio.
Vieni da un universo nel quale il cattolicesimo vive di relativismo ed un servo può servire due padroni.
Essere dottore in teologia cattolica non fa di Mancuso un cattolico.
Oltre a tutto don Mancuso non è un laico ma un chierico.
Scusatemi tutti Lorenzo Quiquo e Piero ma a me sembra strano ed incoerente poter dividere la Chiesa come fate voi. Ci sarebbero preti, cardinali (magari papi: Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II … chissà chi altri ?) da rifiutare, altri da idolatrare. Cos’é e dove starebbe l’ortodossia cui con tanta forza vi richiamate ? Scusate anche se mi ripeto. Non varrebbe meglio discutere argomento su argomento invece di attaccarsi sempre al giudizio su chi e perché avrebbe detto una certa cosa ? Se vogliamo stare alle parole di Mancuso che l’articolo della redazione ci invita a commentare se prendessimo atto semplicemente che Mancuso non ha fatto che ragionare e trarre conseguenze dalle parole di padre Lombardi ? A quanto pare padre Lombardi lui no. non si discute (? boh ?) Se poi il peccato di Mancuso é quello di scrivere su Repubblica beh allora scusate tanto ma la ratio davvero mi sfugge e si ricade nella dietrologia.
Aggiungerei: quel che dice Benedetto XVI ad Assisi piuttosto che sui Luterani (a Colonia se ricordo bene) sarebbe ortodosso o eterodosso ?
Torniamo alle origini:
– Pietro o Giuda?
– Pietro che rinnega o Pietro che testimonia?
Veniamo a Mancuso: il sue errore non è tanto la ricerca teologica che sguazza nell’eresia, quanto il prestarsi a sostituire, nei media, il Magistero.
Mi sembra che Mancuso nel contestualizzare storicamente il dogma dell’infallibilità, percepisca più il contesto storico contingente che la sostanza della definizione dogmatica. Dogma è un alto pronunciamento del magistero mirante a consolidare (ed in qualche modo ad ufficializzare) alcune verità della fede in totale concordanza col “Depositum” della Tradizione e della Fede del popolo di Dio. Tant’e che del dogma non si è mai abusato, né sarebbe possibile farlo in futuro.
Nel caso dell’infallibilità papale (su determinate questioni ed in particolari condizioni), il dogma mi pare si allinei perfettamente all’evangelico “Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam”. Ed a riprova di ciò, non si può fare a meno di notare come anche i peggiori papi del passato non abbiano fatto “danni” in campo dottrinale.
Mi sembra piuttosto, che il Mancuso (& company) sia alla ricerca del plauso della contemporaneità, della modernità (o del mondo, se preferiamo), come altri (anche più in “alto” di lui ) già fecero, cercando di storicizzare (quindi di infliggere un colpo mortale, infine) alla Chiesa, stappandola dalla sua dimensione metastorica cui appartiene, “conditio sine qua non” richiesta appunto dal mondo, per instaurare un dialogo “alla pari”.
E quale occasione più appetibile dell’infallibilità papale, che cozza tremendamente con la sensibilità dell’uomo contemporaneo e con sua maestà il Relativismo dominante ???
Cosa ulteriormente confermata da autorevolissimi commentatori quando scrivono che il nostro uomo (Mancuso), nelle sue pubblicazioni ha infranto una dozzina (mi pare) di dogmi.
non vorrei sembrare ripetitivo ma fanfalucari del calibro di Mancuso o don Gallo non sono certo una novità nell’ambito della storia della Chiesa, nel corso dei secoli è successo ben di peggio, basti pensare allo scisma ed all’eresia di Lutero. Quello che invece sembra essere nuovo è l’atteggiamento delle gerarchie ecclesiastiche che mai intervengono generando confusione nel mondo cattolico. Attenzione, non sono Mancuso e don Gallo che generano confusione, quelli sono confusi di loro, quello che genera confusione è il mancato intervento dei vescovi. Se don Gallo spara fregnacce tutte le volte che apre bocca ed il suo superiore, in questo caso il Card. Bagnasco, se ne sta zitto, significa che concorda con le affermazioni deliranti del suo sacerdote.
probabilmente (anzi sicuramente) tanto d’accordo non è. Il problema è capire le ragioni (e qui si apre una ridda di ipotesi) del mancato intervento chiarificatore.
non sono per le ipotesi e le cose complicate, ragiono in modo semplice: io sono un vescovo, e sono investito della autorità che mi è stata affidata per il mio ruolo. Nella mia diocesi c’è un sacerdote che da decenni va avanti a fare discorsi ed a compiere atti incompatibili con la dottrina e la morale. I casi sono due: o non sono d’accordo ed intervengo o se sto zitto implicitamente approvo quanto accade. Altrimenti cambio mestiere, mi scusi.
il suo ragionamento non fa una piega e sono ben felice di sottoscriverlo. Purtroppo sappiamo anche che intervengono molti altri fattori. Che non c’entrano nulla o quasi con la “pura dottrina”. Questi, diciamo, “fattori estranei”, vengono evidentemente tenuti in considerazione nell’ambito di una valutazione complessiva dei “vantaggi” e degli “svantaggi” (ovviamente a fin di bene e comunque a personale discrezione dell’autorità ecclesiastica) di una eventuale contro-azione. Il problema penso stia proprio qui. Bisognerebbe avere più coraggio. Del resto Cristo stesso ha detto: “il vostro parlare sia Sì, Sì, No, No”. Ed ha pure detto che “la Verità vi farà liberi”. Più chiaro di così!
lo sa di cosa hanno paura i vescovi? Dello starnazzo mediatico che seguirebbe, per esempio, ad una riduzione allo stato laicale di un personaggio come don Gallo. Il loro ragionamento è “perchè crearsi dei problemi con un prete che ha quasi 85 anni, fra poco il problema si risolverà da solo”. Secondo il mio modestissimo parere è un ragionamento sbagliato per il semplice motivo che la semina nefasta operata da questo prete nel corso della sua vita genererà frutti avvelenati. Lo stesso dicasi per Mancuso, un santino venerato da Repubblica e giornali consimili.
Devo sottoscriverla un’altra volta.
quindi si comportano come Nicodemo, che seguiva e ammirava Gesu’, ma di nascosto?
uno investito di un tale compito, non dovrebbe avere paura di andare contro il politicamente corretto, perche’ oltretutto si traviano le anime dei fedeli.
corretto, ma poichè nulla accade per caso l’attuale crisi della Chiesa avrà pure delle cause. L’esperienza insegna che tutte le società organizzate (e la Chiesa, dal punto di vista umano, è una di queste) cominciano ad avere problemi quando manca una guida sicura che non abbia dubbi e paure ad intervenire quando necessita. I governi molli sono nefasti.
E’ ovvio che Mancuso non è cattolico.
E’ altrettanto ovvio che lo scandalo non è Mancuso, che ha tutto il diritto di propugnare le sue fantasticherie, che temo spesso sconfinino nell’eresia.
Il vero scandalo è nell’ignavia e inazione di chi gli permette di continuare a definirsi “teologo cattolico”.
Basterebbe una presa di posizione del suo Vescovo, senza scomodare il Vaticano, che mediante una dichiarazione stampa lo diffidi dal definirsi “teologo cattolico”, e il gioco di Mancuso, che tanto male fa alla fede, sarebbe finito.
Potrebbe continuare a definirsi teologo, ma certo non dovrebbe poter continuare a definirsi “teologo cattolico”.
Qualcuno sa spiegarmi perché così tanti Vescovi non intervengono per difendere la fede e testimoniare il Vangelo?
Il 29 giugno 1972 Paolo VI, nell’omelia pronunciata durante la S.Messa per l’inizio del suo decimo anno di Pontificato, affermò esplicitamente di avere la sensazione che «da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio».
Spero di sbagliarmi, ma temo che da allora la situazione sia solo peggiorata…
Ma io mi domando, ma perché non tornare alla cara vecchia SCOMUNICA?
No, non sarebbe un ritorno al Medioevo. Paradossalmente oggi tutti usano la scomunica, tranne la Chiesa. Infatti, se per esempio un esponente del PD si mettesse a fare il fascista, verrebbe immediatamente espulso dal partito. Perfino i grillini, se osano violare il loro Non-Statuto, vengono espulsi dal loro Movimento, senza troppe storie. Perché dunque la Chiesa non avrebbe il diritto di espellere (scomunicare) questi teologi che prima si dicono cattolici e poi mettono in discussione ogni dogma cattolico?
Forse perché il giovane Joseph Ratzinger in veste di perito si adoperò al concilio per la riforma del Sant’Uffizio ridefinendone i compiti. Forse perché nelle vesti infallibili di papa benedetto XVI non ha ancora cambiato idea. A me pare che la ratio sia aver riconsegnato nelle mani di Dio l’unità della Chiesa evitando le possibili confusioni indotte dalla miopia degli uomini. Non credo che questo implicito ammettere una maggior pluralità di opinioni abbia a che fare con il relativismo ma con una maggior fiducia nello Spirito.