Lo stato vegetativo non è l’ultima parola, il caso di Daniela

Scrivere pcIl quotidiano Avvenire riporta la storia triste e lieta di Daniela, una quarantaseienne che sette anni fa ha subito un’emorragia cerebrale che l’ha paralizzata in tutto il corpo ad eccezione delle palpebre e di un pollice. La prima diagnosi fu di stato vegetativo irreversibile e Daniela veniva considerata da medici ed infermieri totalmente priva di conoscenza e senza speranza.

In realtà ella comprendeva tutto, ma non sapeva comunicarlo in quanto paralizzata. Il marito Luigi, con molta pazienza e amore, ha intuito che la donna era in realtà vigile ed ha escogitato un metodo per farla “parlare”: pronuncia l’alfabeto ed ella batte le palpebre quando arriva alla lettera desiderata; sembra una procedura lentissima, invece sono diventati talmente abili da essere quasi veloci e Daniela in questo modo ha potuto addirittura scrivere due fiabe per la sua bambina Camilla. Ora è diventata indipendente nello scrivere, perché dotata di un computer comandato da un raggio luminoso che manovra con il pollice.

Questo computer speciale è stato fornito da una dottoressa tedesca, Andrea Kübler, che studia questa “sindrome del chiavistello” e sostiene che il 40% dei pazienti definiti “in stato vegetativo irreversibile” potrebbero essere in realtà coscienti. La famiglia di Daniela ha trovato ben poco aiuto dagli ospedali e dallo Stato ma (e questa è la parte consolante della storia) trenta volontari si avvicendano nella casa per aiutare Daniela e la sua coraggiosa famiglia.

Sceglie la vita, Daniela, ma purtroppo ben diverso atteggiamento ha l’irlandese Marie Fleming, dal 1986 sulla sedia a rotelle per la sclerosi multipla, con grave disabilità e forti dolori.  Come se non bastasse, la signora ha per compagno tale Tom Curran, leader irlandese di “Exit”, società multinazionale per la diffusione del suicidio assistito. Curran ha ripetutamente dichiarato di essere disposto ad affrontare il carcere, se la loro battaglia legale sarà perdente, pur di aiutare Marie a morire e i due hanno  già presentato relativo ricorso alla Corte Suprema.

Infatti la Corte ordinaria irlandese ha espresso loro un diniego assoluto, non volendo creare precedenti o eccezioni: ogni diluizione del bando totale del suicidio assistito, ha affermato il giudice presidente della Corte, Nicholas Kearns, sarebbe come dare il via ad una corsa al suicidio da parte delle categorie deboli che potrebbero essere indotte a sentirsi un peso per la società.

Linda Gridelli

 

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7 commenti a Lo stato vegetativo non è l’ultima parola, il caso di Daniela

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  1. Salvatore ha detto

    Morale: ci si vuole suicidare quando a fianco si hanno persone che non ci vogliono bene o sono militanti per la morte. Quando invece ci si sente amati e la vita la si considera la più bella cosa che si ha, allora tutto cambia.

  2. a-theòs=a-éthos ha detto

    Basta! Io emigro in Irlanda…, sembra l’ultimo scampolo di società cattolica rimasto.

  3. anna ha detto

    Davanti a un fatto grandioso come questo, un non credente senza pregiudizi, dovrebbe riconoscere che nulla sappiamo, di queste situazioni.
    Si metterebbe in discussione.
    Altro che eutanasia per tutti, ecc.
    Ma l’orgoglio dell’ateo gli impedisce di riconoscere i essersi sbagliato.
    L’orgoglio, il primo peccato.
    Non a caso non vedo commenti ateistici.

    • Giulio Quaresima ha detto in risposta a anna

      Un non credente senza pregiudizi – ma cosa sono i pre-giudizi e, soprattutto, chi non ne ha? – dice che è felicissimo per la signora, ma dice anche che se una persona dichiara, liberamente, e sulla propria responsabilità, di non voler essere mantenuto in vita da delle macchine in certe condizioni, è libero di farlo. L’argomento che non può sapere cosa vorrà veramente in quel momento non vale: se fa quella scelta, liberamente, ne pagherà le conseguenze, e sono affari suoi.

      • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Giulio Quaresima

        Se è tenuto in vita dalle macchine allora è accanimento terapeutico, e la Chiesa è la prima a essere contro a questo.

        “e sono affari suoi”, ecco che il laicismo vuole condannare un uomo a vivere con le stesse idee che aveva sulla vita dieci anni fa. Roba da mettere i brividi…

  4. luigi ha detto

    credo che molti cristiani non abbiano più familiarità con il concetto di dignità della vita di chi non si considera cristiano, a giudicare da quello che leggo qui. per il semplice fatto che ne hanno un’idea astratta,sfortunatamente per loro, e per una società che deve scontarla, la visione cristiana in fatto di molte cose.

    • Laura ha detto in risposta a luigi

      La dignità della vita è soggettiva? Allora perché non permettere di suicidarsi a chiunque consideri indegna la sua vita? Ad esempio apriamo l’eutanasia a chi viene lasciato dalla fidanzata e trova la sua vita indegna di essere vissuta?

      Oppure il tuo commento è solo il frutto di una mancata conoscenza dell’argomento? Si conferma che chi la pensa al contrario dei cristiani è perché per il 90% non è preparato sull’argomento e si affida ai giudizi mediatici.

      L’origine dell’anticlericalismo è dovuto all’aumento dell’ignoranza generale, così la gente si fida degli slogan facili (“tutti devono avere il diritto di morire”, “l’amore è uguale per tutti”, “la donna deve scegliere di abortire”) rinunciando a capire che sono concettualmente e profondamente errati.

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