Nathalie de Williencourt: «noi omosessuali contro le nozze gay»
- Ultimissime
- 27 Gen 2013
In questo periodo in cui politici e giudici eterosessuali vogliono imporre il matrimonio omosessuale nella società, si moltiplicano le prese di posizione contro questa “isteria attuale pro-matrimonio” (cfr. Julie Bindel ) da parte degli stessi omosessuali. L’ultima in ordine cronologico è Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, ovvero un collettivo di cittadini francesi che porta la voce degli omosessuali francesi che si oppongono al progetto di legge ideato da Hollande e chiamato “matrimonio per tutti”.
In Francia, dice intervistata da Tempi.it, «si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma molti omosessuali non fanno parte di questo movimento. La maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro. Noi vogliamo dare la parola alla maggioranza degli omosessuali in Francia e sosteniamo la “Manifestazione per tutti” perché noi gay non vogliamo il matrimonio».
La lobby gay non è un’invenzione omofobo-complottista, la stessa esponente omosessuale afferma: «Le comunità LGBT sono composte molto spesso da persone omosessuali che sono state rigettate dalla famiglia, sono venute a Parigi e hanno trovato ospitalità nella comunità Lgbt, sorta nel quartiere del Marais. Queste persone hanno una ferita in rapporto alla loro omosessualità: poiché non la accettano, rivendicano di essere come gli eterosessuali. Il nostro movimento rivendica invece che gli omosessuali siano trattati diversamente dagli eterosessuali, perché siamo differenti. Non possiamo chiedere l’uguaglianza per situazioni che sono differenti. Non è l’uguaglianza ad essere importante, ma la giustizia. C’è un’uguaglianza giusta e un’uguaglianza ingiusta».
De Williencourt riconosce la diversità e la complementarietà sessuali, fondamentali anche per la crescita di un bambino: «Perché la coppia omosessuale è diversa da quella eterosessuale. Ed è diversa per un semplice dettaglio: non può dare origine alla vita, per cui ha bisogno di una forma di unione specifica che non sia il matrimonio. Ha bisogno di un’altra cosa perché la realtà delle coppie omosessuali è diversa da quella delle coppie eterosessuali».
Rispetto all’adozione da parte di coppie gay, «crediamo che i bambini abbiano il diritto ad avere un padre e una madre, possibilmente biologici, che possibilmente si amino. Un figlio nasce dal frutto dell’amore di suo padre e di sua madre e ha il diritto di conoscerli. Se le coppie omosessuali adottano dei bambini che sono già privati dei loro genitori biologici, allora li si priva di un padre e di una madre una seconda volta». Inoltre, ha informato che «dal momento che paesi come la Cina e altri in Asia hanno procedure nelle quali chiedono che le coppie omosessuali siano escluse. Tutto ciò significa rendere l’adozione per le coppie uomo-donna ancora più difficile. Noi non vogliamo il matrimonio, che è riservato all’uomo e alla donna in quanto possono procreare. È così da secoli».
Anche gli omosessuali dissidenti sono tacciati di omofobia per essere messi in silenzio, ma da qualche mese in Francia le cose sono un po’ cambiate: «prima chi si opponeva al matrimonio gay veniva subito chiamato omofobo da quasi tutti i grandi media ed era impossibile opporsi senza essere immediatamente tacciati di omofobia. Io e i miei amici omosessuali, che non possiamo certo essere accusati di omofobia, chiediamo che ci sia un dibattito per permettere le unioni omosessuali, ma creando un’istituzione diversa dal matrimonio».
La richiesta al presidente Hollande è «un dialogo con il popolo. Perché il presidente aveva promesso che non avrebbe fatto passare una legge con la forza se il popolo francese non fosse stato d’accordo. Ha detto che voleva dialogare col popolo francese. Speriamo che aprirà il dialogo con degli Stati generali sul matrimonio e con un referendum per interrogare tutti i cittadini su questo argomento. La pace si costruisce dentro la famiglia e per avere pace nella famiglia bisogna donare ai bambini il quadro più naturale e che più infonde sicurezza per crescere e diventare grandi. Cioè la composizione classica uomo-donna».
Come Nathalie de Williencourt anche altri omosessuali hanno preso posizione contro matrimonio e adozione gay: Julie Bindel, Alfonso Signorini, Jean-Pierre Delaume-Myard, Richard Waghorne, Andrew Pierce, David Blankenhorn, Rupert Everett e Doug Mainwaring.
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14 commenti a Nathalie de Williencourt: «noi omosessuali contro le nozze gay»
Queste persone hanno una ferita in rapporto alla loro omosessualità: poiché non la accettano, rivendicano di essere come gli eterosessuali. Il nostro movimento rivendica invece che gli omosessuali siano trattati diversamente dagli eterosessuali, perché siamo differenti. Non possiamo chiedere l’uguaglianza per situazioni che sono differenti. Non è l’uguaglianza ad essere importante, ma la giustizia. C’è un’uguaglianza giusta e un’uguaglianza ingiusta.
Centro da 10.
in diritto uno dei principi fondamentali è il seguente “situazioni uguali si trattano in modo uguale, situazioni diverse in modo diverso”. Poichè, come riconosce Nathalie de Williencourt la situazione omosessuale è differente da quella eterosessuale è evidente che da un punta di vista giuridico il matrimonio omosessuale non sta in piedi perchè pretende di trattare situazioni diverse in modo uguale, è quindi un assurdo logico e giuridico.
Un omosessuale che parla di lobby LGBT…allora non è un’invenzione degli eterosessuali cattivoni.
“Noi non vogliamo il matrimonio, che è riservato all’uomo e alla donna in quanto possono procreare”
A mio modesto ma fermo avviso, la strada imboccata è sbagliata. Chi mantiene una posizione conservatrice sarà superato, per poi piagnucolare, stracciarsi le vesti a cose fatte. Occorre ripensare giuridicamente il matrimonio. Così com’è è discriminante, perché richiede, per accedere ad un istituto giuridico, che si faccia vedere i propri genitali: se hai i genitali giusti, allora puoi accedere, se no, allora no. In tutti i campi, questo approccio sta incontrando un forte movimento di opinione contrario, giustamente contrario. Allora, realisticamente, è possibile mettere un argine a questo movimento? Secondo me no, tra le tante ragioni perché è fondamentalmente nel giusto.Allora occorre rivedere l’istituto matrimoniale, e invece di andare verso il pasticcio concettuale-linguistico del “matrimonio gay”, recuperare ancor più radicalmente il significato del termini “matrimonio”, riconoscendo che non c’è matrimonio se non c’è una madre, così che all’istituto matrimoniale dovrebbero accedere le coppie che hanno almeno un figlio. In tal modo non si richiederebbe di mostrare i genitali, ma di mostrare un figlio. Fermo restando che il matrimonio religioso può conservare benissimo i tratti attuali.
Credo che possa essere una possibilità, ma oggi con la fecondazione chiunque può avere un figlio e dunque si riproporrebbe il problema: la corsa omosessuale agli uteri delle donne indiane per poter accedere al matrimonio.
In realtà la strada intrapresa è corretta: occorre sottolineare l’importanza e la necessità della differenza e della complementarità, abbandonando l’utopia dell’uguaglianza a tutti i costi. Gli stessi errori li hanno commessi le femministe radicali a voler cercare a tutti i costi l’uguaglianza con gli uomini, svalutando quel che rende uniche le donne e quel che rende unici gli uomini. Ora lo stesso errore lo stanno facendo molti omosessuali. Si chiama tendenza all’omologazione ed è uno dei tanti frutti marci della secolarizzazione a mio avviso.
In natura nasciamo tutti da un ovulo fecondato.
Ognuno di noi porta in sé le caratteristiche biologiche acquisite del padre e della madre.
Anche se nelle carte di identità francesi fosse scritto che il genitore1 è un cavallo ed il genitore 2 una rosa, un uomo sarebbe sempre figlio di un maschio e di una femmina.
Comunque prima o poi sarà equiparato e ci si riuscierà grazie alla soft law, cio+ se non si riesce a introdurre una proposta di legge basta cominciare ad agire sulla consuetudine giuridica, appellandosi fino alla Corte di Giustizia Europea, che poi farà da guida per la giurisprudenza dei Paesi europei. La recente sentenza della Cassazione segue questo progetto.
Nessuno piagnucolerà o si straccerà le vesti, ma si continuerà a ribadire la propria opposizione così come con l’eugenetica nel ‘900 e l’aborto oggi.
Spero di sbagliarmi ma penso che, se continua così, prima o poi l’europa farà il botto…
È la famiglia composta da uomo e donna che origina esseri umani legati tra loro da vincoli di sangue.
È un gruppo più o meno numeroso di famiglie che origina i clan e le tribù.
È un insieme di clan e di tribù che origina la società.
Quando la società pretende di decidere quale sia la famiglia naturale, è come un albero con i rami sottoterra e le radici per aria.
Vorrei farti una domanda: in Francia hanno stabilito se il genitore 1 è il padre o la madre?
Il matrimonio non è un diritto ma un istituzione creata dagli eterosessuali per gli eterosessuali.
I gay non possono accedervi per il semplice motivo che mancano dei prerequisiti per poterlo fare.
Definirebbe lei razzista o discriminatoria la box per l’impossibilità che ha un peso piuma di competere per il titolo dei pesi massimi perché non ha i prerequisiti fisici richiesti? Naturalmente no. Sarebbe da idioti. Stesso discorso vale per il matrimonio, se non si è ipocriti.
I gay vogliono che alle loro unioni venga riconosciuto uno status giuridico simile al matrimonio etero?
Benissimo.
Si inventino un neologismo etimologicamente valido, adatto ad indicare una unione omosessuale stabile, ed il gioco è fatto.
Con quali diritti? Non lo so, vedano loro, ma l’essenziale è che siano diritti veri e non chimere fantalegali.
Diritto ad avere bambini?
Ma non diciamo eresie. Una coppia eterosessuale fa i bambini perché e una caratteristica ed una esigenza inscritta nel DNA della sua specie. Se un ipotetico regime (più cattivo di quello cinese) impedisse agli etero di avere figli allora si che si potrebbe fare una battaglia sui “diritti naturali” negati. Perché naturalmente la coppia etero li ha ma, un impedimento esterno di natura culturale impedirebbe di usufruirne. Ma le coppie gay sono, per loro stessa definizione, naturalmente sterili. Quindi un governo che non riconosca a tale unione la prole non fa atto discriminatorio.
Diritti Naturali
—– > definizione dell’enciclopedia Tre Cani:
“Diritti dei quali ogni individuo è titolare fin dalla nascita, che trovano la loro legittimazione non nel fatto di essere riconosciuti e accettati da un governo che li concede, ma nel fatto di essere costitutivi della natura stessa dell’uomo (per es. diritto alla vita, alla libertà personale). Ai governi spetta il compito di dare veste giuridica a tali diritti per garantirne l’effettivo rispetto.”
In altre parole, ciò che in zoologia e etologia è una caratteristica della specie homo, giuridicamente diventa un diritto naturale.
Quindi gli etero hanno diritto alla prole per diritto naturale, i gay perché un governo li concede nel nome di una uguaglianza che non c’è.
Ma sa qual’è un altro paradosso. È che per dimostrare la “naturalità” e quindi la legittimità del rapporto omosessuale gli attivisti gay combattono per affermare l’idea che “Gay si nasce”.
Mentre per legittimare le adozioni l’idea che portano avanti è che l’uomo nasce neutro è che l’identità di genere uomo/donna e una sovrastruttura una invenzione culturale dell’uomo e non una caratteristica della specie. Va in contraddizione con quel “gay si nasce” però fa tanto comodo per screditare quei retrogradi etero che ancora insistono ad affermare che per un equilibrato sviluppo psicofisico dei bambini si necessita di una figura maschile ed una femminile di riferimento (volgarmente chiamati “Padre” e “Madre”).
Lei non trova in tutto questo una leggera schizofrenia? No?
La mia opinione? Montatura ideologica, fatta anche male, di sovietica memoria.
“Definirebbe lei razzista o discriminatoria la box per l’impossibilità che ha un peso piuma di competere per il titolo dei pesi massimi perché non ha i prerequisiti fisici richiesti?”
No, come non definirei razzista escludere dalla università i non-diplomati. Troverei razzista una legge per la quale non potrebbero iscriversi all’università le donne, o per la quale la box sarebbe vietata alle donne. Una cosa però è chiedere di esibire un diploma per iscriversi all’università, altro è chiedere di esibire i genitali.
Lei risponde al mio post con:
“Troverei razzista una legge per la quale non potrebbero iscriversi all’università le donne, o per la quale la box sarebbe vietata alle donne.”
La legge non impedisce la box alle donne ma ha quanto mi risulta non ci sono incontri misti uomo/donna ma c’è la box femminile e quella maschile. La consuetudine (che ha un suo valore anche legale), la tradizione della box maschile non è stata modificata ma le è stata semplicemente affiancata una nuova “categoria” per le donne.
Allo stesso modo la legge non impedisce l’accesso all’università alle donne ma, non vieta neppure la creazione di istituti per soli uomini o esclusivamente per donne, se il caso lo richiede.
Idem come sopra per il matrimonio. Tale istituto nasce e ha la sua ragion d’essere nella e per la coppia eterosessuale. Il tutto poi è cementificato da una consuetudine/tradizione più che millenaria. Nessuno vieta ai gay di crearsi una propria istituzione ad esempio I’“omomonio” per la tutela dei diritti delle coppie gay. Tale istituzione AFFIANCHERÀ e non cambierà l’istituzione del matrimonio etero e sarà ad esso SIMILE ma NON EGUALE. Così come la box femminile è simile ma non eguale alla box maschile.
Per quanto riguarda i diritti che l’eventuale istituto dell’omomonio dovrebbe avere, vale ciò che ho affermato nel mio post precedente. Mi sono già ripetuto fin troppo.
Lei poi chiude il suo intervento con:
“…altro è chiedere di esibire i genitali.”
Se le piace argomentare con facili battute sappia che per me è un invito a NOZZE 🙂
io penso che la questione venga prima. qui bisognerebbe definire bene che cosa è il matrimonio che non è un semplice atto d’amore ma un impegno
Mi trovo assolutamente d’accordo con l’articolo. Bisogna però anche non avere l’ipocrisia di dire che il problema (a volte colpevolmente negato) in generale non ci sia e non si abbia tempo o non abbia adeguata importanza per comunque essere sistemata come questione. Personalmente peraltro tra i marchi di ingiusta infamia che spesso si appongano all’omosessuale c’è anche quello dell’essere malato o sottilmente inteso come di anormale (nei diritti). Ne la logica ne la religione servono a determinare malattie e medicina. Detto questo ribadisco l’assoluta chiarezza di un’argomentazione che non da spazio a molte repliche