Nuovo libro: i mistici di Darwin in difficoltà
- Ultimissime
- 14 Gen 2013
Il naturalista Charles Darwin è stato certamente uno dei più importanti rivoluzionari del mondo scientifico, e merita gli onori della scienza.
Il suo pensiero è, ed è stato, tuttavia frequentemente strumentalizzato da derive scientiste e ateiste, con chiari obiettivi ideologici, ed è contro essi che vuole essere indirizzata la nostra critica. Rimanendo sul piano filosofico-teologico, occorre addirittura dire che oggi il principio direttivo intrinseco (o teleonomia) che guida l’evoluzione biologica può essere accreditato come uno dei tanti indizi a posteriori del Creatore, come diversi studiosi hanno fatto nel bellissimo volume Complessità, evoluzione, uomo (Jaca Book 2011).
Al di là di tutto questo, diverte osservare alcuni studiosi religiosamente estasiati dalla figura Darwin, i quali non riescono a concedergli alcun errore perché altrimenti sarebbero costretti a concedere qualcosa alla maggioranza dei biologi moderni, che hanno ormai abbandonato il vecchio paradigma evolutivo basato esclusivamente sulla selezione naturale, sull’onnipresente gradualismo e sulla macroevoluzione come deduzione dalla microevoluzone per estrapolazione lineare, sostenuti oggi soltanto dai numerosi neodarwinisti. Questi ultimi -non tutti!- sono promotori di una visione filosofica sull’evoluzione determinista e scientista e vorrebbero imporre alla biologia un approccio esclusivamente meccanicistico. Essi non accettano soltanto critiche “tecniche” al pensiero di Darwin, come quelle di Gould, Laurentin, Piattelli Palmarini, Eugene Koonin ecc., ma si scagliano contro chiunque osi sostenere che Darwin abbia ispirato -volontariamente o no- il pensiero eugenetico e razzista. Sentite, ad esempio, con quale sguaiatezza Telmo Pievani replica davanti a tali osservazioni: «Altri si spacciano per esperti e insistono nell’ignorare spudoratamente la storia della scienza sostenendo che Darwin fu il padre del razzismo e di chissà quali altre nefandezze. Chi conosce le tecniche di comunicazione sa che è difficile rispondere a un interlocutore in malafede che sostiene idiozie simili».
Ma perché tanto furore? Forse hanno paura che riconoscendo questo il pensiero di Darwin perda credibilità e dunque si butti via il bambino con l’acqua sporca? Paura assolutamente ingiustificata. Chissà come la prenderebbero sapendo che nel libro appena pubblicato “Darwin: Portrait of a Genius“ (Viking Adult 2012), lo storico Paul Johnson, scrittore e a lungo giornalista per New Statesman ha, a sua volta, mostrato il collegamento diretto tra Darwin e il darwinismo sociale, l’eugenetica, le sterilizzazioni forzate e l’igiene razziale della Germania nazista. Recentemente lo stesso ha fatto Richard Weikart, docente di storia presso la California State University, con il suo volume: “Da Darwin a Hitler: etica dell’evoluzione, eugenetica e razzismo in Germania“.
Lo storico, oltre a far notare la grande influenza del darwinismo sociale (direttamente o indirettamente) anche sul pensiero di Mao Tse-tung, Stalin e Pol Pot, si è lamentato verso «l’entusiasmo dei fondamentalisti darwiniani, che negli ultimi decenni hanno cercato di creare uno status divino a Darwin e abusare chi sottopone il suo lavoro al controllo critico, che è l’essenza della vera scienza». Ha quindi affermato che Darwin ha inaugurato un nuovo modo di pensare il “miglioramento dell’umanità”, e che Engels, Marx, Lenin, Trotsky, Stalin e Mao Tse-Tung hanno tutti abbracciato in qualche misura e in vario modo «la teoria di Darwin della selezione naturale come giustificazione per la lotta di classe». Ha anche sottolineato che Pol Pot, il dittatore cambogiano, è stato introdotto alla teoria evoluzionistica di Darwin da Jean-Paul Sartre: «I crimini orribili commessi in Cambogia a partire dall’aprile 1975 in poi, che hanno provocato la morte di un quinto della popolazione, sono stati organizzati dal gruppo dei borghesi intellettuali di Pol Pot, noto come Leu Angka. Otto di questi erano dirigenti, cinque erano insegnanti, uno professore universitario, un funzionario civile, e uno un economista. Tutti avevano studiato in Francia nel 1950, e non solo erano appartenuti al partito comunista, ma aveva assorbito le dottrine filosofiche di Sartre sull’attivismo e la “violenza necessaria”. Questi assassini di massa erano i suoi figli ideologici». Ciò è confermato nella biografia di Philip Short, Pol Pot: Anatomy of a Nightmare (2004), in cui si sottolinea che «l’eredità intellettuale alla base della rivoluzione cambogiana era prima di tutto francese».
Anche il collegamento tra Darwin e lo stalinismo è stato tracciato da diversi autori, oltre che da Johnson. Ad esempio da Francis B. Randall in Stalin’s Russia: An Historical Reconsideration (1965), dove si afferma: «Stalin rimase per tutta la vita un ammiratore di Darwin, le cui teorie avevano così eccitato la sua gioventù». Non a caso egli impose lo studio del darwinismo durante le ore obbligatorie di ateismo scientifico all’università di Mosca. Johnson ha spiegato: «Stalin aveva la lotta per la sopravvivenza del più adatto di Darwin in mente quando agì contro i kulaki». Dunque, checché ne dicano gli avvocati neodarwinisti, Darwin fornì un fondamentale supporto scientifico al razzismo e all’eugenetica, come ha spiegato anche Enzo Pennetta, anche se per lui fu un supporto “inconsapevole”.
Ma si può andare anche oltre. Diversi studiosi hanno sostenuto che Darwin non agì soltanto come ispiratore inconsapevole, ma mostrò di essere apertamente favorevole all’eugenetica. Lui stesso infatti scrisse: «Vi è motivo per credere che la vaccinazione abbia salvato un gran numero di quelli che per la loro debole costituzione un tempo non avrebbero retto il vaiolo. Così i membri deboli delle società civilizzate propagano il loro genere. Nessuno di quelli che si sono dedicati all’allevamento degli animali domestici dubiterà che questo può essere altamente pericoloso per la razza umana […]. Dobbiamo quindi sopportare l’effetto indubbiamente cattivo, del fatto che i deboli sopravvivano e propaghino il loro genere, ma si dovrebbe almeno arrestarne l’azione costante, impedendo ai membri più deboli e inferiori di sposarsi liberamente come i sani» (C. Darwin, L’origine dell’uomo, Newton 1994, pag. 628).
Lo storico della scienza André Pichot ha mostrato l’affinità tra Darwin e suo cugino Francis Galton, padre dell’eugenetica, affermando che «Darwin sembra essere in buon accordo con suo cugino Galton, e se non ha parlato propriamente di eugenetica è stato verosimilmente perché l’eugenetica è stata teorizzata dopo la sua morte» (citato in C. Fuschetto, Fabbricare l’uomo, Armando 2004). Anche per il grande storico del razzismo, Léon Poliakov, «la divisione del genere umano in razze inferiori e razze superiori era per Darwin un fatto incontestabile» (citato in F. Agnoli, Perché non possiamo essere atei”, Piemme 2009, pag. 206). Altri approfondimenti è possibile trovarli al nostro specifico dossier: “Darwinismo e razzismo”.
Gli avvocati del neodarwinismo “filosofico” si mettano il cuore in pace: la visione mistica di Darwin è decisamente controversa e anacronistica. Occorre coraggiosamente saper scindere le luci dalle ombre, chiudersi in visioni ideologiche è un danno alla verità.
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29 commenti a Nuovo libro: i mistici di Darwin in difficoltà
darwin, al di la’ delle sue teorie sull’evoluzione, ha un grande merito. studiando e ragionando, ha dimostrato come si possa mettere in dubbio la propria fede. è un esempio di grande dignita’ umana. da ammirare.
Questa è una leggenda: la sua fede venne scossa dalla morte della figlia, non dalle sue ricerche. Anzi, per quanto lo riguardava da questo punto di vista era portato a respingere la non fede in Dio, tante sue citazioni lo confermano.
Chiunque mette in dubbio la sua fede, ogni giorno e ogni giorno trova la ragioni per affermarla nuovamente. Questo è da ammirare.
Mithan, sei un essere umano INDEGNO, non l’hai capito 😉 ?
ora non rimane che liberarsi anche dell’ateismo.
Cosa che un ateo non fa nemmeno davanti ai miracoli che può riscontrare con evidenza davanti a lui…….
La mancanza di umiltà alla base del tentativo di Darwin (e dei suoi esegeti) di “spiegare” la vita sulla Terra? Probabile.
Il suo evoluzionismo, oltre che essere dotato di scarse basi empiriche, ignora la semplice -ovvia- domanda: “e Chi ha messo in moto tutto quanto?”.
Ma questo richiede umiltà, cioè aderire alla realtà del Tutto di DIO e nulla nostro:
“se non tornerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli” (Mt XVIII,3).
giusto : tornate bambini. mi pare che ci stiate riuscendo alla grande. del resto un vostro simile in un post precedente negava che un “ragazzetto” di 16 anni potesse avere la diretta percezione del bene e del male…contro ogni evidenza contraria,cercando di insultarmi personalmente (in una lingua che vorrebbe essere quella italiana per altro,e dietro pseudonimo).
In ogni caso e’ sempre molto comodo definirsi incapaci di intendere e di volere. E insultare i morti.
“Nuovo libro” del 2011?
Il libro è del 2012: http://www.amazon.com/Darwin-Portrait-Genius-Paul-Johnson/dp/0670025712
L’articolo, come al solito molto accurato, mette in luce che il pensiero darwinista, nella sua presunzione /perlomeno nell’estremismo ateista che ne interpreta le parole/ ricorda come sia privo di basi logiche ogni discorso che pensi di far fuori DIO; “tutto si riconduce all’evoluzione”, essi dicono: ma perchè ci sia l’evoluzione e, soprattutto, da cosa l’evoluzione abbia inizio…silenzio assordante.
In compenso, è un dato di fatto che mostruosità varie, fascio-nazi-comunismo, lo abbiano riconosciuto come valore.
Chi sarebbero i fondamentalisti darwiniani ? Non esiste nulla di non discutibile, tanto meno gli argomenti non sorretti da prove oggettive, infatti queste si chiamano “teorie”.Troppa gente vuole spacciare per verità un’ opinione.
E’ vero: “Troppa gente vuole spacciare per verità, un’opinione”. Tipo questa: “Il problema di riprodurre una mente è soprattutto la quantità di dati, non il principio”, apparsa 2 giorni fa su questo blog, a firma di un certo Eigub Etted.
Infatti era un’opinione. Almeno immagino che lo fosse. Soltanto il potere (in tutte le sue forme più o meno visibili) può imporre, o cercare di imporre, una opinione come se fosse una verità.
Io sostengo da tempo che anche gli atei hanno bisogno dei loro “santi”: Darwin, Galileo, Bruno, Da Vinci. Personaggi eletti acriticamente come geni assoluti ha quali non si deve attribuire nessun errore o svista. Eppure, guardando le ricerche di questi studiosi con i metodi scientici che loro osannano, ci si accorge che sono piene di errori, non tutti scusabili neppure se riportati al contesto storico. …e non entro nel merito morale di questi personaggi…
Un esempio incredibile di questa “devozione” é una lente originale del telescopio di Galileo (io l’ho vista in una mostra a Firenze, ma credo sia conservata a Pisa). La lente è inserita in un “ostensorio”… Le virgolette sono un eufrmismo perché l’oggetto, se posto su un altare, potrebbe benissimo ospitare un ostia consacrata. Mi pare chiaro che per certi atei (a mio avviso la maggioranza) la scienza sia una vera e propria religione o, per meglio dire, un eresia.
Adorano un pezzo di vetro e deridono noi che adoriamo un “pezzo di pane”… Comunque sempre adoratori sono.
Ma noi in quel pane adoriamo Dio, loro in quel vetro adorano se stessi.
bella osservazione, c’è da aggiungee poi che il Dio che adoriamo noi è buono appunto come un pezzo di pane, non un despota a cui sottometersi come si ritiene spesso.
e vogliamo dimenticarci del dito di Galileo?
http://brunelleschi.imss.fi.it/galileopalazzostrozzi/oggetto/DitoMedioManoDestraGalileo.html
una reliquia per atei,
appartenuta ad un uomo che però ha proferito tale affermazione:
“Chi vieta ai cristiani lo studio della filosofia e delle scienze, vieta loro anche di essere cristiani: soltanto la dottrina cristiana raccomanda ai suoi seguaci di attendere a tutte le scienze, poiché non teme la falsità.”
Bella..dove l’hai presa?
T. Campanella, Apologia per
Galileo, libro III, tr. It. A
cura di P. Ponzio, Bompiani,
Milano 2001, p. 69
No! Questa non la conoscevo! Chissà quel dito medio a chi è rivolto 😉
Cmq. son d’accordo. E’ molto difficile vivere senza avere nessuna certezza, e chi non le ha al di sopra del cielo le cerca sulla terra (sulle persone e sulle ideologie). Essere completamente scevri da tutto ciò, senza per questo essere un nichilista è, per me, la vera sfida.
rimarresti solo di fronte alla realtà.
S. Paolo (mi pare) nella lettera ai Colossesi fà questa affermazione:
“Ma la realtà invece è Cristo!”
C’è di che pensare.
secondo caparezza:
<>
Secondo caparezza: (mannaggia all’HTML)
in processione questa reliquia laica che, infilata nell’opportuno orifizio, trasforma gli uomini-pecora in uomini, e basta. È come se Galileo dicesse: “Mi avete confinato, mi avete costretto all’abiura, ed ora tiè!”
Fabrice hadjaji,
qui il testo completo:
http://www.gliscritti.it/blog/entry/1784
“Seconda osservazione: non si può essere perfettamente atei. È una questione molto importante. Io ho cercato di essere ateo, ho fatto questo tentativo per voi, ve ne posso dire qualcosa. È molto difficile essere atei, addirittura quasi impossibile. Vedete, la domanda che bisogna porre alle persone non è: “Credi in Dio?”, ma: “Quale principio divinizzi nella tua vita?”. Rendetevi conto della difficoltà. Vi dico questo perché essere atei richiede di non divinizzare nulla, e soprattutto di non divinizzare l’ateismo. Perché se faccio dell’ateismo una sorta di nuova religione, sono in contraddizione. Non devo divinizzare il mio ateismo, non devo nemmeno divinizzare il mio giudizio, non devo divinizzare me stesso, né il denaro, né il piacere, né la letteratura… se sono ateo per davvero, devo accettare di non disporre dell’ultima parola, di non avere l’ultima parola.
Capite la contraddizione che c’è in seno all’ateismo, che non può essere sincero senza questa dinamica. Se io affermo drasticamente: “Ecco, la questione è chiusa, è risolta”, allora c’è qualcosa di falso nel mio ateismo. Dire: “Io non ho l’ultima parola”, non significa soltanto: “non abbiamo che parole penultime”. Perché se dici: “non esistono che parole penultime, non c’è parola ultima”, in quel momento la tua parola penultima diventa la parola ultima. Perciò bisogna dire: “Io non ho l’ultima parola, ma ci dev’essere una parola ultima, riconosco che c’è una parola ultima”. L’ateismo, quando è sincero, vuol distruggere tutti gli idoli, ma una volta distrutti tutti gli idoli, deve distruggere l’idolo dell’ateismo, e in quel momento deve accettare, deve confessare una certa disponibilità, una certa apertura al mistero.
In fondo, si potrebbe dire che l’ateismo, quando è in buona fede, non può giungere al suo compimento senza accogliere la trascendenza del mistero. Qualcosa non prodotto da noi, ma che viene a noi. L’ateismo non giunge al suo compimento se non distrugge tutti gli idoli; ed è al termine della distruzione che può farsi presente il Dio vero, colui che noi non abbiamo scelto, ma che ha scelto noi.”
Il fatto è che Darwin si è trasformato,o meglio “lo hanno trasformato”,lui non nè ha responsabilità, in una bandiera ideologica per fare ciò che lo stesso Darwin non avrebbe mai condiviso.Ovvero trasformare la sua teoria in una teoria etico/ideologica.
Di libri sul potere ne ho letto parecchi da macchiavelli,Sun Tzu,a Robert Green
L’essenza del potere e` l’inganno e la manipolazione
sappi che invece il modo migliore che “i principi” hanno per mantenerlo e questo
che tu non distingua piu il vero dal falso affinche nulla possa pensare se non quello che ti vogliono far pensare. Prova a riflettere su questo per imporre la loro devono relativizzare la tua nel vero e nel falso,ecco adesso sai perche il popolo tedesco o quello sovietico stetero in silenzio
l’opinione dunque framentando il pensiero sociale in milioni di presunte verita permette e mantiene il potere stesso
Divide et impera
Concordo al 100% con entrambi i commenti.
Aggiungerei solo due aspetti. Primo, manipolazione della lingua (stile 1984). Ad esempio, per far passare l’aborto si sono introdotte nel linguaggio comune parole come morula, embrione, feto (facendo intendere che tra le varie fasi ci siano differenze sostanziali)… Ciò benché nessuna mamma direbbe “aspetto un embrione” al posto di “aspetto un bimbo”. Altre parole devono invece essere cancellate in nome di un finto rispetto: perversione, contro natura, demonio, castità, purezza, etc.
L’altro aspetto riguarda la falsidea di libertà, declinata nel senso “faccio ciò che mi pare”. In realtà molti fanno solo quello che i media gli dicono di fare. Basta infatti una donna nuda per aumentare le vendite.
E infatti e come potrebbe sopravvivere senza il sofisma?Che è proprio questo una manipolazione della lingua.La manipolazione della lingua prevede Gorgia,Protagora, e Shopenauer,secondo tre didcipline:l’eristica,la retorica,la sofistica,l’oratoria.Discipline che disprezzo perchè insegnano a ingannare gli altri,ma sono anche come diceva Platone sinonimo di ignoranza,perchè stai già ingannando a te stesso se vuoi ingannare agli altri.E ingannare significa mentire,ovvero apparire cio che non si è,spacciare ciò che non è per è,e ciò che è per non è.
Spacciare il vero per il falso e il falso per il vero.
Prima si crea il sofisma,il rafforzativo dello stesso e la retorica la peggiore è quella che tenta con argomentazioni ab misericordiam di persuaderti che il falso è vero,spacciandolo per un bene o un atto di compassione,segue l’eristica di confutazione, che si avvale come subtecnica dell’oratoria quando si ci rivolge alle persone o a un grupppo ampio di esse.
Osserva molti politici moderni e mi comprenderai.
Socrate,Platone,Aristotele,Euclide,Pitagora ecc ecc disprezzavano i sofisti proprio perchè rendevano la filosofia un’ inganno.E rendevano le persone ignoranti ma con l’illusione del sapere.
Tanto è vero che ogni sofisma violera sempre e comunque il principio di non contraddizione.Perchè lo viola?
Perchè scambia senza regole principi di identita con principi di similitudine.Per confutarli basta usare la dimostrazione per assurdo logica, metodo preferito da Euclide.
Infatti il faccio ciò che mi pare è sofisma.E si confuta con la logica:
Se tutti la pensassero come te che fai ciò che ti pare,tutti farebbero ciò che li pare,e se vorrebero ucciderti,o se decidessero che è giusto renderti schiavo,che libertà avresti?Dunque non esiste il “fa ciò che ti pare.”Perchè la tua libertà impedisce la libertà altrui.Generando il suo opposto la schiavitù.
E un grande inganno poi delle persone,quello di apoggiarsi solo ai giornali e alla stampa,senza mai riflettere quello che li stanno dicendo.Ovvero senza ragionare su quello che li stanno dicendo.Per non parlare di quando hanno invertito il concetto di esistenza da reale a fattuale.