Acta Pediatrica: legame tra aborto indotto e maltrattamento figli
- Ultimissime
- 18 Nov 2012
Alcuni organi di stampa hanno riportato in questi giorni uno studio pubblicato qualche anno fa su Acta Pediatrica, indagine condotta in USA su 518 madri povere che ricevevano denaro nell’ambito di un programma di aiuto all’infanzia. È risultato che fra esse, coloro che avevano in precedenza praticato almeno una volta l’aborto volontario, avevano una probabilità 2,5 volte maggiore di maltrattare o abbandonare i propri bambini. Tali abusi si verificavano assai più raramente nel gruppo di donne il cui precedente aborto era stato incidentale.
Secondo i pro-life dell’Istituto Elliot (un ente no-profit che si occupa di problemi conseguenti all’aborto) questi risultati dimostrano che l’interruzione di una gravidanza indesiderata è tutt’altro che la soluzione di un problema psicologico, ma anzi “ha un impatto grave e duraturo sulla vita delle donne e sulla costruzione del futuro delle loro famiglie” e propongono le loro consulenze come necessarie per l’equilibrio mentale di queste donne.
Una semplice lettura del fenomeno “statistico” può indicare che la pratica dell’aborto volontario abbia sconvolto la mente di queste donne rendendole più aggressive verso la loro prole. Tuttavia, il fatto che le 518 donne fossero tutte economicamente limitate, non significa che fossero tutte moralmente povere e mi sembra naturale pensare che coloro che sono ricorse volontariamente all’aborto avessero già in partenza meno rispetto che le altre per la vita e per i bambini, tanto da arrivare più frequentemente a maltrattarli.
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52 commenti a Acta Pediatrica: legame tra aborto indotto e maltrattamento figli
“The correlational nature of the design obviously
precludes cause-and-effect conclusions, and there are a
number of possible explanations for enhanced risk of
physical abuse based on maternal history of one
induced abortion. Generalized negative post-abortion
emotions, such as depression or anxiety and/or adverse
emotions tied specifically to the abortion (e.g., feelings
of guilt or shame that could prompt feelings of not
deserving a child or of not being a good mother), may
compromise women’s ability to effectively parent.
Alternatively, it is possible that women who choose
abortion are less oriented to children and/or are less
interested in parenting, and it is these characteristics,
as opposed to the abortion itself, which are linked with
a greater chance of engaging in subsequent child
physical abuse.”
e, nell’abstract su Pubmed
“Perinatal loss may be a marker for elevated risk of child physical abuse, and this information is potentially useful to child maltreatment prevention and intervention efforts.”
Della serie, i ricercatori non si sbilanciano, perchè riconoscono (come ogni scienziato onesto dovrebbe fare…) che la loro campagna di campionamento è parziale, l’autrice invece è sicurssima.
Sono l’unico a vedere il problema?
“C’hai l’occhi bboni assai pe’ vvedé quello che nun c’è”. I ricercatori dicono: “Generalized negative post-abortion emotions, such as depression or anxiety and/or adverse emotions tied specifically to the abortion […], may compromise women’s ability to effectively parent. Alternatively, it is possible that women who choose
abortion are less oriented to children and/or are less interested in parenting…” Insomma o i maltrattamenti sono una conseguenza degli effetti psicologici dell’aborto sulla donna, oppure il problema è che chi fa ricorso all’aborto è individualista ed egoista. E queste sono le stesse cose che dicono i pro-life. Non avrai mica pensato che qui si stesse sostenendo un legame di tipo fisiologico tra aborto e comportamento? Qui si parla di psicologia, e l’articolo di UCCR è perfettamente in linea con quello che tu stesso hai riportato.
Il “may compromise” ti dice niente?
Le parole hanno un senso…. may esprime possibilità.
L’autrice stabilisce una correlazione deterministica: scientificamente sono due cose molto diverse.
Certo che esprime possibilità, perché infatti non è l’unica spiegazione possibile, un’altra spiegazione è ad esempio l’egoismo, esattamente quello che ho detto, grazie per avermelo confermato ;-). L’autrice non sostiene affatto correlazioni deterministiche, visto che parla di probabilità. Quello che vedi tu nell’articolo non c’è scritto.
Niente di nuovo sotto il sole… ma vallo a spiegare ai “pro-aborto” ehm… ai “pro-choice” !!!!
Insomma essere a favore dell’aborto ci rende anche maltrattatori di bambini oltre tutto il resto… Insomma altro che la mamma di Cogne… Mah… Ora che ci penso mia madre è favorevole all’aborto eppure lei e mio babbo hanno festeggiato la gravidanza che ha portato alla mia nascita e mi hanno sempre a dir poco adorata…. E così i miei suoceri e tanti altri….
Così dice lo studio, probabilmente a causa della sofferenza post-aborto vissuta da moltissime donne.
Sì Giulia, è proprio così. Siete persone da cui è meglio star lontani.
“Una semplice lettura del fenomeno “statistico” può indicare che la pratica dell’aborto volontario abbia sconvolto la mente di queste donne rendendole più aggressive verso la loro prole.”
Semplice lettura? Questa mi pare la più classica delle inversioni causa/effetto. A me pare molto più semplice leggerlo così: le donne che già sono tendenzialmente poco portate a sentimenti “materni” sono anche quelle che più probabilmente abortiscono.
Quando qualcuno esordisce con “semplice lettura di un fenomeno statistico” sai già, con ottima probabilità, che sta per dire una vaccata
Ottima risposta 😀
Mi scuso per il tono acceso, però mi stanno davvero sui cosiddetti i “banalizzatori” di professione.
Non so perché, ma a me stanno molto più “sui cosiddetti” gli assassini di bambini e i loro complici ideologici come voi. Che Dio vi perdoni, sperando non sappiate quello che fate, altrimenti…
Che Dio perdoni anche lei, che parla sempre con tanta disinvoltura a nome di Dio…
Non mi sembra stia parlando in nome di Dio, ma semplicemente sta chiedendo il perdono di Dio per voi ed e` po’ diversa come cosa.
Aggiungerei anche che condivido al 100% la risposta di a-theòs=a-éthos
Chiunque giudica moralmente il prossimo attribuendo alla volontà di Dio questioni sulle quali Dio (o chi per lui) non si è mai espresso direttamente, si arroga il diritto di portavoce e interprete della volontà di Dio. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci.”
Ogni volta citate questo passo.
Dio s’espresso attraverso Gesù Cristo e ci sono altri passi in cui vengono condannati i “teorici” del male, cioè coloro che sono messaggeri di Satana.
Tutto sta a decidere cosa è il male. E, ripeto, su tante questioni a decidere cosa è il male la parola di Dio è “muta”. Quindi sarebbe decente che su queste questioni si dialogasse, perché nessuno vi ha autorizzati ad essere interpreti autentici del bene e del male.
“vi ha autorizzati”.
Vi ha a chi?
Invece, proprio per controbattere a obiezioni sciocche come la tua, Nostro Signore ha dato facoltà alla Sua Chiesa, quella cattolica, di insegnare e spiegare infallibilmente quale sia la corretta interpretazione delle Scritture e della Tradizione. Ma che te le dico a fà ‘ste cose: perle ai porci…
Errata corrige: “delle Scritture mediante la Tradizione”.
A parte che mi è sempre sfuggito in che punto esattamente Gesù avrebbe dato questo potere alla Chiesa, che per tre secoli hanno “infallibilmente” litigato sulla natura di Cristo e su tante altre questioni, e che ci sono numerosissime chiese Cristiane, ognuna delle quali si ritiene la legittima erede degli apostoli, a parte tutto questo…
Come dice lei, è la Chiesa che insegna infallibilmente, non lei, e la Chiesa è molto più moderata di lei.
Scusami Giulio, ma a me il quinto comandamento sembra abbastanza esplicito, nell’aborto lo si infrange spudoratamente senza se e senza ma… occhio e croce Dio lo ha fatto presente in prima persona sul Sinai.
Inoltre Gesù in persona (quindi sempre Dio) ci mette il carico da 11: “Ciò che farete al più piccolo fra voi…” e trovamene uno più piccolo di qualcuno che ancora non è stato partorito. In altre parole Gesù paragona esplicitamente l’aborto al deicidio (e scusa se è poco).
Quindi le condanne non vengono da “un interprete a caso della Volontà di Dio” ma da Dio stesso.
Complimenti per la citazione del Vangelo che hai fatto (Mt 23, 13).
Mt 23 è uno dei miei passi preferiti… ma mi spieghi in quale modo possa essere relazionato (anche solo lontanamente) all’intervento di “a-theòs=a-éthos”?
Noi a favore dell’aborto NON siamo assassini (e NON inseguiamo donne incinte brandendo ferri da calza) e forse sarebbe il caso di andarci piano con questo genere di epiteto davvero davvero pesante….
Assassini sono i vari Riina e Provenzano, non chi ritiene che le donne abbiamo diritto a non morire di aborto illegale o a figliare come coniglie. Perché non dedicare più spazio a cose davvero serie e gravi come la mafia (avendo giusto citato i nomi di due assassini veri) esecrando chi ne fa parte cogli alti toni riservati a chi è favore dell’aborto?
L’embrione è un essere umano, voi siete a favore della sua morte. C’è un termine per definire l’uccisione deliberata di un essere umano che non sia omicidio? O forse siete rimasti al considerarlo un grumo di cellule?
Posso essere franca? Vorrei che alle sofferenze dei già nati venisse dedicata metà dell’indignazione che si spande per l’aborto… E che assassini di persone già nate, come mafiosi à la De Pedis, o mariti che uccidono le mogli ecc., fosse riservato il trattamento ehm di vivace censura riservato a chi è a favore dell’aborto! A meno di non ritenere che ammazzare l’ex fidanzata o il figlio neonato (la Franzoni non l’ha scomunicata nessuno, i medici che han fatto abortire la bimba brasiliana di 9 anni incinta del proprio padre son stati colpiti da tale provvedimento) o chi si oppone allo stra-potere delle cosche mafiose sia tutto sommato meno grave che interrompere una gravidanza non voluta (e la storia delle ehm “Maddalene” che abortiscono per diletto e in preda alla lascivia è una storia appunto… Un giro nel reparto ginecologia del più vicino ospedale fa spesso toccare con mano realtà piene di sofferenza e dolore)….
Commento molto sentimentale ma poco pertinente. Essere contrari all’aborto non significa distrarsi dalla violenza sui già nati, la Chiesa ha in attivo molteplici attività nei confronti dei più piccoli.
P.S.
De Pedis è morto incensurato (sempre assolto), con i documenti validi e il passaporto nel portafoglio.
“Posso essere franca? Vorrei che alle sofferenze dei già nati venisse dedicata metà dell’indignazione che si spande per l’aborto…”
Allora non guardare la Chiesa, per Lei già l’indignazione per i già nati è ben oltre la “metà dell’indignazione che si spande per l’aborto”.
Ti ricordo cosa pensa la Chiesa della vita umana: è sacra dal concepimento alla sua fine, unico motivo valido per porne fine “artificialmente” è quello della legittima difesa (propria o altrui) e SOLO nel caso non ci siano altri mezzi per difendere l’innocente.
Chi pratica l’aborto non è un assassino? Effettivamente non so se dal punto di vista giuridico può essere considerato tale, ma dal punto di vista pratico la similitudine c’è tutta (anche se in questo caso, in molti paesi tale omicidio è legalizzato).
Anzi, ti dirò di più, il termine più specifico per l’aborto è INFANTICIDIO (legalizzato se vuoi, ma sempre di infanticidio si tratta) che dovrebbe farti capire ancora di più la gravità dell’atto.
Il fatto che la Franzoni NON sia stata scomunicata mi sembra il minimo e te ne spiego il motivo (dal mio piccolo ed insignificante punto di vista).
Già bisognerebbe essere certi che l’assassina sia lei (ammetto che su questo punto le probabilità siano alte) ma bisognerebbe anche trovare un motivo valido per l’infanticidio; cioè per far partire la scomunica la Franzoni ci avrebbe dovuto “guadagnare” qualcosa dalla morte del piccolo ed il motivo è semplice: una persona non ne uccide un’altra (indipendentemente se è il proprio figlio o il bimbo di altri o un adulto o…) senza un motivo “pratico”, se lo fa c’è il sospetto (e dimmi se tale sospetto non è giustificato) che l’infanticidio sia avvenuto per una depressione o altra malattia mentale della madre, in tal caso sia madre che figlio sarebbero stati vittima (in maniera diversa) della malattia della madre. Certo, non si può essere certi della malattia che ho presupposto, ma il dubbio c’è, mentre tale dubbio è assolutamente assente a chi abortisce (o anche a chi appoggia l’aborto) quindi i macellai in camice bianco che hanno squartato il figlio della bimba di nove anni mentre era ancora nel corpo della madre non hanno il beneficio del dubbio.
Tieni conto poi che se tale scomunica è partita è perché la Chiesa ha ritenuto che non ci fosse rischio reale di vita per la madre (e prima che tu parta in quarta ti ricordo che ci sono vari specialisti cattolici che prestano volentieri le loro consulenze alla Chiesa gratuitamente) perché, come citato sopra, il rischio di vita di una persona ammette l’uccisione di un’altra, e l’aborto non è un’eccezione (se portare avanti la gravidanza fosse stato una reale rischio per la vita della bimba l’aborto sarebbe stato considerato lecito dalla Chiesa ed i medici NON avrebbero ricevuto la scomunica).
Ammetto che da parte della Chiesa c’è una condanna superiore dell’aborto rispetto gli altri omicidi (anche rispetto agli altri infanticidi) ma è comunque giustificata dal fatto che
1. I bambini non ancora partoriti sono quelli più indifesi e quindi quelli che hanno bisogno di più appoggio.
2. Nel mondo di oggi ci sono varie persone che già si battono (giustamente) contro gli omicidi di persone già nate ma (ipocritamente) non contro gli infanticidi di persone non ancora partorite, quindi questo è proprio il fronte su cui battersi di più.
Per il resto non posso che condividere il commento di Laura.
Scusa Azaria, ma ti sbagli su un punto molto importante e su un altro abbisogni di integrazioni argomentative.
1) Un’azione abortiva DIRETTA non è lecita moralmente nemmeno in caso di pericolo di vita per la madre, per il semplice fatto che il bambino non è colpevole di nulla, al contrario di chi stia tentando di commettere un omicidio e possa essere fermato solo con un’azione altrettanto violenta. Mentre nel primo caso (bambino che sta per nascere) dunque l’aborto coinciderebbe esattamente con un omicidio (= uccisione di un innocente), nel secondo caso (uccisione di chi stia tentando di compiere un omicidio) si tratterebbe invece di una legittima difesa, cioè di un’azione volta DIRETTAMENTE a salvaguardare la propria vita o quella di un altro a seguito di un’aggressione ingiusta, senza però che si possa usare altro mezzo che l’uccisione dell’aggressore.
1.1) Ciò che è moralmente lecito alla madre la cui vita sia in pericolo a causa di una malattia (o di una complicanza) incompatibile con una gravidanza o con un imminente parto, è semmai la decisione di farsi curare, sebbene poi quasi certamente o anche certamente la cura provocherà la morte del nascituro. In questo caso si tratterebbe di un uccisione non causata direttamente, non causata cioè da un’azione agita con il preciso scopo di uccidere il nascituro.
2) L’enfasi posta sulla lotta contro l’aborto dipende soprattutto dal fatto SCONVOLGENTE che l’aborto, al contrario di qualsiasi altro omicidio, è LEGALIZZATO.
e perché?
Perché la statistica è la scorciatoia metodologica che utilizziamo quando non sappiamo trovare le vere cause dei fenomeni, per cui tutto quello che si può dire di certo di fronte ad un dato statistico è il dato statistico stesso.
Ovviamente i risultati statistici hanno un valore euristico: ci indicano dove cercare. Se so che in una certa regione l’incidenza di una malattia X è maggiore, ho un indizio che ci deve essere in quella regione qualcosa che causa quella malattia. Ma la statistica non ci dice quale sia la causa.
Quindi, partire da un dato statistico e trarne allegramente delle leggi deterministiche è un caso particolare della fallacia post hoc ergo propter hoc.
il punto è (ed io mi sto per laureare in scienze statistiche e attuariali) che le statistiche, oltre a essere dolosamente falsate, possono essere anche manipolate allargando o stringendo un intervallo di classe (per esempio). Un errore per esempio in questo caso penso sia stato, SEMPRE per esempio, studiare un numero ridotto di individui (appena 500 e qlks) per trarne una correlazione significativa tra due fenomeni che, da un punto di vista logico, potrebbero essere correlati. Resta il fatto che 550 pure sono pochi insomma per trarne conclusioni. Ma alla fine lo so, l’aborto è troppo comodo per puttanieri come un ex premier che abbiamo avuto (non dico chi dei quali) ed è un “diritto” che non può essere toccato: ogni madre ha il diritto di togliere la vita a suo figlio, mi pare proprio nella piena dignità degli uomini (che sono uomini solo quando la legge, e non la scienza, lo stabilisce). E intanto mi toccherà pagare le tasse anche per le (non poco) costose strutture abortiste. Alla faccia della democrazia….
E poi è la stessa democrazia che come sistema massifica e generalizza le situazioni (di qualunque genere) affinché diventino condivisi.
Quaresima, lo sconvolgimento subito dalle donne in post-aborto è una patologia ormai scientificamente dimostrata: https://www.uccronline.it/2010/04/22/studi-scientifici-dimostrano-lesistenza-della-sindrome-post-aborto-pas/
Le opinioni personali, come al solito, da una parte e i dati scientifici dall’altra. Andate pure avanti così che fate una bella figura!
Scusi, caro, prima di essere costretto a cercare un articolo come l’altra volta, le faccio notare che io non ho detto che è necessariamente falso che esista la depressione post-aborto (del resto esiste anche quella post-parto), volevo solo dire che la statistica citata in questo articolo dimostra soltanto che esiste una correlazione statistica, ma non ci dice nulla sui reali rapporti di causa-effetto.
Dovresti abituarti sempre a rispondere a dei dati scientifici non con le tue opinioni, ma con altrettanti dati scientifici.
Nulla ha da dire potrebbe dire, non era lo scopo dei ricercatori.
Tuttavia per tuo dispiacere non si è verificata la correlazione contraria, anzi quella della causa-effetto con la PAS è una delle ipotesi avanzate dagli stessi ricercatori.
Spesso la scienza che citano è autoreferenziale.
guardate, io quoto cmq il signor Quaresima, N.B. non dico (e mi pare di capire che nemmeno lui l’asserisce) che non ci sia una possibile (e non certa: dipende dalla coscienza che uno ha) depressione post aborto, dico solo che bisogna studiarla ulteriormente la situazione prima di poter asserire una correlazione (forte o debole che sia). Se, come mi pare, sta dicendo anche il Quaresima ciò, io sono d’accordo con lui; e ciò nonostante, da credente, equiparo l’aborto deciso “per questioni morali o familiari” (cit. legge 194) un vero omicidio.
Lei ha eletto la Peer Review a idolo. Ma se anche uno ha 10000 pubblicazioni in Peer Review, se scrive qualcosa di irrazionale può essere criticato sul piano della pura razionalità e coerenza senza bisogno che chi lo critica a sua volta porti 10001 controcitazioni. O vogliamo fare i peripatetici?
“Ed accadde quel giorno, che si andava ricercando l’origine e nascimento dei nervi […]; e mostrando il notomista come, partendosi dal cervello e passando per la nuca, il grandissimo ceppo dei nervi si andava poi distendendo per la spinale e diramandosi per tutto il corpo, e che solo un filo sottilissimo come il refe arrivava al cuore, voltosi a un gentil uomo ch’egli conosceva per filosofo peripatetico […] gli domandò s’ei restava ben pago e sicuro, l’origine dei nervi venir dal cervello e non dal cuore; al quale il filosofo […] rispose: ‘Voi mi avete fatto vedere questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il testo d’Aristotile non fusse in contrario […] bisognerebbe per forza confessarla per vera’.”
Ripeto: obiettare a dati scientifici con proprie opinioni personali è perdita di tempo.
“M’illumino d’immenso”.
Ripeto: io non ho obiettato a tutti gli articoli da lei citati, e non ho obiettato ai dati riportati in questo post.
Ho obiettato soltanto alle conclusioni, e cito in particolare la frase “Secondo i pro-life dell’Istituto Elliot […] questi risultati dimostrano che l’interruzione di una gravidanza indesiderata […] ha un impatto grave e duraturo sulla vita delle donne e sulla costruzione del futuro delle loro famiglie”. Non ho obiettato al dato riportato, che è un dato statistico che non vedo come potrei obiettare. Ma la “conclusione” dell’Istituto Elliot non è un dato, è solo un’opinione, una delle mille possibili intepretazioni di quel dato statistico. E le opinioni, in quanto opinioni, sono tutte uguali, indipendentemente da chi le esprime.
Se le esprimi tu o le esprimo io sono uguali, se lo esprimono i ricercatori dell’Istituto Elliot hanno un peso decisamente diverso in quanto chi esprime un’opinione lo fa cogliendo dalla sua esperienza personale e professionale.
E, soprattutto, i pro-life dell’istituto Elliot saranno assolutamente imparziali nelle loro conclusioni! 😀
Il mettere in dubbio la buona fede delle persone competenti è un brutto e vizioso giochino di coloro che non riescono ad avere voce in capitolo.
Giochino che fanno anche molti cattolici quando vengono messi di fronte agli studi del Guttmacher institute.
Ipocrisia?
Aspettavo questa obiezione, sopratutto da te che hai dimostrato di essere davvero un personaggio di bassissimo livello argomentativo (vedasi l’equiparazione università cattolica = ateismo di stato sovietico).
Qual’è la differenza tra il Gutammacher Institute e un’associazione di docenti e ricercatori pro life? Che il primo ha un chiarissimo interesse economico in gioco dato che è padrone di una vasta catena di cliniche abortiste, i secondi invece non vincono e non perdono nulla di proprio.
@Borri
Non sono io che metto in dubbio la loro buona fede, anzi, non è una questione di buona fede. Sono loro stessi che, autodefinendosi “pro-life”, istituiscono nel loro stesso nome il fatto di non essere al di sopra delle parti.
Aborto significa rifiuto, lo capirebbe pure un bambino (nato).
L’altra sera l’ex leader 68ino Mario Capanna era ospite su Rai 2 a “Wikitaly” e ha detto che tra le conquiste del ’68 ci sono, oltre allo statuto dei lavoratori e alla sanità pubblica gratuita (che secondo il mio giudizio sono cose buone), anche l’ABORTO ed il DIVORZIO (cose pessime, sempre secondo il mio giudizio).
Capanna dovrebbe provare ad andare da quelle donne che vivono col rimorso per aver eseguito un’ivg a dire che l’aborto è una conquista sociale: poi vedrebbe cosa esse gli risponderebbero! Oppure potrebbe andare a dire la stessa cosa a Janna Jessen (spero sappiate tutti chi è): forse capirebbe il dramma che si nasconde dietro la sigla “ivg”! Oppure, ancora, potrebbe andare a parlare coi bambini contesi (è recente il caso del bambino di Cittadella) tra genitori separati-divorziati e allora, forse, capirebbe un po’ di cose…
Faccio presente alla redazione che l’espressione “utile idiota”, per la quale probabilmente un mio commento è stato “epurato”, è locuzione entrata nel gergo politico, e di conseguenza nel linguaggio comune, da quasi un centinaio d’anni (se non sbaglio la coniò Lenin) e non può dunque essere considerata alla stregua di un insulto (sebbene ovviamente non corrisponda ad un complimento), specialmente se virgolettata e perfettamente calzante. Anche voi a peccare di iper-correttezza politica?
Bravo aethosatheos! Non capisco perché oggi censurino così tanto, non l’hanno mai fatto prima.
Confesso che ultimamente la redazione mi ha fatto saltare un po’ la mosca al naso, dato che ha completamente depennato un lungo intervento che, sebbene leggermente OT, in quanto costituente la prosecuzione del solito “duello” all’ultimo briciolo di pazienza con Luigi Pavone, era sempre inerente alla questione contemplata nel nuovo articolo (l’aborto)!
Allora i casi sono due: o si dà la possibilità di continuare a postare commenti ad libitum (almeno nei casi in cui sia evidente che persone come me proseguono ad oltranza per continuare ad affermare le ragioni della verità e non per il puro piacere di svolgere discussioni futili o infinite), oppure, se si è deciso di continuare sulla linea del limite temporale posto ai commenti, almeno ci si astenga dal censurare la prosecuzione di un’importante discussione (e tengo a precisare che qui l’importanza non dipende dal fatto che sia io a portare avanti la discussione, ma dal fatto che in questo modo si riesce effettivamente a progredire a beneficio del vero).