La bimba Down dev’essere risarcita perché è nata

http://1.bp.blogspot.com/-0Wtmf8piuYA/TfYEJzvE_NI/AAAAAAAAAJs/_0DUxfzQ53M/s1600/cassazione2.jpgNon ha mancato di creare scalpore la recente sentenza della Corte di Cassazione, per la quale, la bambina nata affetta dalla sindrome di Down, ha diritto ad essere risarcita. Non poteva d’altronde essere diversamente, considerando tutte le implicazioni, sia morali che giuridiche, che investono il pronunciamento dell’Alta corte.

Se infatti la disabilità è un ‘danno’, tale che per la corte sarebbe stata un’opzione viabile, se non proprio auspicabile, l’aborto, quella che è posta in essere è una «grave discriminazione nei confronti dei disabili», commenta il professor Filippo Vari, docente di Diritto costituzionale all’Università Europea di Roma. Gli effetti dell’affermarsi di una giurisprudenza di questo stampo sarebbero chiari ed agghiaccianti. Se si ammette che la vita di un disabile non vale la pena d’esser vissuta, il passo per teorizzare un fantomatico diritto di non nascere se non sano’ è breve – e da lì, al ‘diritto’ di non nascere, se non con determinate caratteristiche la distanza è ancora minore. Inquietanti scenari vagamente eugenetici salutano da lontano. Se nascere diventa un “danno” fonte di responsabilità civile di terzi (nella fattispecie del medico, condannato al risarcimento), cos’è che impedirebbe in generale, al malato di rivalersi anche sulla madre, rea di dolo e negligenza nel non aver «esercitato il suo diritto di autodeterminazione nell’interesse del figlio», come sottolineato da Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita.

Anche dal punto più squisitamente giuridico, la sentenza ha sollevato dubbi. Il pronunciamento, -nota il prof. Vari- oltre a smentire nettamente, per alcuni aspetti, altri giudizi della Cassazione stessa, si pone «in contrasto anche con la giurisprudenza costituzionale». Se infatti opinabilmente, la Corte costituzionale ebbe a definire il concepito come “uomo” e non come “persona”, la Suprema corte lo declassa ulteriormente a mero “oggetto di tutela”. Neanche la sentenza numero 27 del 1975, che fece d’apripista all’aborto, «arrivò a dire che il figlio non è un essere umano», commenta Casini. E per quanto sia evidente la naturale legittimità dell’aspirazione «ad alleviare le sofferenze causate dalla nascita di un figlio disabile», è altrettanto evidente che questa non possa essere messa in negazione della dignità, della vita, ed in ultima analisi, dell’umanità di chi ne sarebbe soggetto.

Nicola Z.

24 commenti a La bimba Down dev’essere risarcita perché è nata

  • Gab ha detto:

    A me sembra che in Burkina Faso hanno una più alta considerazione dell’essere umano. Siamo veramente alla frutta.

  • lorenzo ha detto:

    Chissà se per la Terza sezione civile della Corte di Cassazione, presieduta da Alfonso Amatucci, la soppressione di quella bambina Down è omicidio o riparazione del danno…

    • Marco ha detto:

      Sicuramente i genitori hanno dovuto usare l’argomento aborto per avere un risarcimento da parte di chi ha sbagliato la diagnosi prenatale (o non ha fatto fare esami).Altrimenti come avrebbero potuto chiedere un risarcimento?La bambina anche se se ne fossero accorti ,sarebbe nata down lo stesso.Pero’ è giusto che certi dottori paghino per le loro negligenze,perchè hanno in mano la vita delle persone.Lo so perchè mi è successa una cosa simile con la mia piccolina.Una malformazione al cuore impossibile da non vedersi (hlhs),ma non vista con le varie morfologiche per non so quale motivo(non me lo so spiegare ,perchè è veramente impossibile).Per fortuna o per gentilezza di lassu’ appena prima del parto ce ne siamo accorti cosi’ la piccola ha subito avuto e ha le cure migliori.
      Il punto è che per fare causa alla asl di quei medici idioti e incompetenti, si deve dimostrare un danno.Mia figlia avrebbe avuto lo stesso quella malformazione ma se se ne fossero accorti avrei potuto tentare (se possibile) con un operazione intrauterina in america.Se i giudici diranno che il danno da noi subito sta proprio qui (il non aver potuto almeno informarsi su un possibile intervento intrauterino , cosa che avrei fatto),tutto ok.Se no l’unica strada percorribile , per avere un risarcimento,è l’agomento aborto (che non sarebbe stato praticato comunque).Sicuramente è la stessa cosa che è successa alla bambina dell’articolo.E’ giusto che chi ha in mano la vita delle persone paghi, se l’errore è commesso per negligenza o superficialita’.Oppure se non sono in grado di fare il loro lavoro che vadano a farne un’altro , non che vegetino dentro agli ospedali , solo perchè hanno una laurea ottenuta come minimo al CEPU.
      Se potete dite una preghiera per la mia piccola che dovra’ a breve avere il suo secondo intervento chirurgico.IL nome della bimba non lo scrivo ma lo sapete perchè non è la prima volta che chiedo preghiere qui (e finora tutto ok).

      • lorenzo ha detto:

        Trascrivo l’inizio dell’articolo di “Avvenire” in cui si afferma a chiare lettere che la madre, se avesse saputo non era conforme ai suoi desideri, l’avrebbe soppressa:
        “Ha diritto ad essere risarcito chi nasce con una forma di disabilità, perché il medico non ha effettuato l’amniocentesi, pur richiesta dalla madre, intenzionata ad abortire in caso di malformazioni del feto. Lo ha stabilito la Terza sezione civile della Corte di Cassazione, presieduta da Alfonso Amatucci, che si è pronunciata sul caso di una bambina di Treviso, nata nel 1996 con la sindrome di Down, nonostante la madre avesse posto al medico curante, «come condizione imprescindibile per la prosecuzione della gravidanza», la nascita «di un bimbo sano».”

        Riguardo poi alle motivazioni della senteza si può leggere:
        «Il DIRITTO ALLA PROCREAZIONE cosciente e responsabile E’ ATTRIBUITO ALLA SOLA MADRE – afferma l’Alta corte nella sentenza 16754 – per espressa volontà legislativa, sì che risulta legittimo discorrere, in caso di sua ingiusta lesione, NON di UN DIRITTO ESTESO ANCHE AL NASCITURO in nome di una sua declamata soggettività giuridica, bensì di propagazione intersoggettiva degli effetti dell’illecito».

        Riesci a capire a quale abominio giuridico siamo arrivati? Il diritto della madre alla procreazione non può essere messo in discussione nemmeno dal diritto alla vita del nascituro.

        • marco ha detto:

          Questo è profondamente sbagliato ed è un ‘abominio.
          Pero’ puoi considerare il fatto che la madre puo dire cosi’ solo per ottenere un risarcimento.Non credo che non vuole bene a sua figlia.O la desidererebbe la sua morte anche ora (anche se tra il prima della nascita ed adesso non cambia nulla per me)?Non credo proprio

          • lorenzo ha detto:

            Se l’articolo di Avvenire racconta il vero, scrive che “se cioè l’amniocentesi avesse evidenziato la Trisomia 21, la donna aveva già manifestato l’intenzione di ricorrere all’aborto”.
            Ammettendo poi che l’intenzione della madre fosse stata semplicemente quella di avere una sorta di risarcimento, rimane pur sempre il fatto che ha dato il la ad una sentenza abominevole che subordina, senza alcun limite, la vita del nascituro alla volontà della madre.

        • marco ha detto:

          Se fosse coerente con se stessa dovrebbe desiderare la morte della figlia anche ora.

  • G.T. ha detto:

    Off topic:
    Siccome negli altri siti laicisti (UAAR) bloccano i nostri commenti quando contengono (guarda caso) statistiche… e noi non apparteniamo a questa cultura, anche se si definiscono “democratici” proporrei ai lettori di UCCR di richiedere i pollici verso alla Redazione. Perché dovremmo fare questa cortesia ai laicisti? Che poi il dissenso è un nostro diritto, tralatro ce lo vogliono togliere con le leggi omosessualiste …

    Facciamoci avanti mi raccomando.

  • Hugo ha detto:

    Bioetica laica e eugenetica. Il lavoro più difficile per i militanti laici non è trovare spazio, ma cercare di mascherare il più possibile questo netto ed evidente collegamento.

  • Pino ha detto:

    quello dei giudici della Cassazione è un tipico atteggiamento di “reductio ad Hitlerum”.

  • Andrea ha detto:

    Che schifo, l’ideologia del benessere imposto alla fine si sta smascherando per quel che è: un nuovo totalitarismo…

    Ricordate cosa diceva quel tizio coi baffetti: la gioventù ferina e selvaggia, la bellezza e la perfezione fisica ad ogni costo, nessuno deve soffrire e se soffre è meglio per lui esser soppresso?

    Beh, si sa che quello non fosse che sentimento collettivo del popolino, purtroppo, e quel che è peggio è che esso mai s’è estinto: il 27 Gennaio dovrebbe essere la Giornata della Memoria, ma la memoria sembra esser molto corta…

  • Titti ha detto:

    Ben vengano i sporchi soldi, qualunque sia il motivo, perchè ce ne vorranno per garantire alla piccola (come dovrebbe essere in un paese REALMENTE civile) tutte le possibilità per migliorarsi, e magari, anche i genitori, avendo un aiuto sostanzioso, sentiranno meno il peso di avere una bambina, che difficilmente, sarà indipendente. Sarà anche un discorso veniale, ma con quei 4 soldi di elemosina che elargisce lo Stato a chi sacrifica la propria vita (mia madre l’ha fatto!) per la cura di un figlio, si ci fà niente. Spesso chi ha un figlio disabile deve lasciare il lavoro per seguirlo, 24 ore su 24, con una pensione ed accompagnamento di circa 700 euro al mese, questo sì che è uno scandalo!

  • Daphnos ha detto:

    Vi racconto un episodio che mi colpì moltissimo.

    Pochi mesi fa, durante la pausa estiva del sito, soggiornai temporaneamente su questo blog: http://www.campariedemaistre.com/ . Era stato consigliato dalla redazione, per cui feci un giro tra gli articoli più letti per avere un’idea del tipo di gente che transitava da quelle parti.

    In quei giorni era ancora limpida, in me, la memoria di quella discussione che avevamo avuto con un laicista assiduo frequentatore del nostro sito, fervente sostenitore della soppressione uterina dei bimbi malformati, oppure con la sindrome di Down, in quanto sporcano e puzzano (“Andiamo, nessuno vuole un bambino down! Avete idea dei sacrifici che costa alla famiglia?”).

    Bene, l’articolo più letto del momento, su CampariedeMaistre, era il seguente: http://www.campariedemaistre.com/2012/07/i-down-lesorcista-e-la-fiera.html . Ovviamente è seguita una diatriba senza fine che ha visto da una parte i ragazzi che gestiscono il blog, dall’altra due categorie di commentatori: i genitori dei figli con SdD, la maggior parte dei quali ha ribadito le sue posizioni in modo acceso ma civile, e, immancabili, i troll di professione.

    Proprio un elemento di questa fazione uscì con un commento talmente delirante che propongo di istituire un premio speciale da assegnare al commento più assurdo dell’anno in modo da poterlo candidare.

    Per poter meglio comprendere il testo seguente, errori di battitura a parte, premetto che in un intervento precedente il commentatore riteneva che la discriminazione dei down nella società era colpa della Chiesa, perché questa è rimasta ferma al Medioevo, quando si consideravano le persone con SsD tutte problematiche (già questo basterebbe a fargli vincere il premio da me suggerito).

    Andrea ha detto…

    Sig mancini. Non c’ é assolutamente nulla nel sua articolo, queato sí, pieno di sciocchezze, che contraddica la mia ultima affermazione. E al di lá di queato noto che ha voluto soffermarsi solo su questa evitando di entrare nel merito dei ragionamenti del mio post. Le diagnosi prenatali non obbligano nessuno a selezionare gli embrioni. Danno solo ai genitori la sacrosanta libertá di scelta. Non é impedendk ai genitori questa libertá che diminuiscono le i terruzioni di gravidanza. Ma con informazioni mediche e sociali corrette. Esattamente tutto il contrario di ció che ha fatto il vescovo, o di ció che ha fattoei con questo suo articolo. Cito solo l esempio dell i ghilterra, dove le interruzioni di gravidanza a causa della sdD sono diminuite negli ultimi anni. E le stesse statistiche indicano che la causa non sono motivi ideologici o religiosi di contrarietá all aborto, ma la consapevolezza, da parte dei genitori, grazie ad informazioni mediche corrette e campagne sociali adeguate, che la sdD non é piú un Dramma, o una croce per nessuno, come poteva magari esserlo trent anni fa. Finché si veicolano con tanta leggerezza questo tipo di generalizzazioni, le interruzioni di gravidanza continueranno ad aumetare, e le perskne con sdD continueranno a subire discriminazikni e a trovare ostacoli nella loro j clusione sociale. Ostacoli dovuti all ignoranza, e non a quel cromosoma in piú che di per se non spaventa nessuno.
    05 luglio 2012 10:05

    In pratica, se ci sono aborti di bambini con SdD, è colpa della Chiesa. Come si può dialogare con gente che crede di vivere in un mondo simile? E come si fa a immaginare che questa persona si trovi dalla stessa parte del nostro amico laicista che ho citato all’inizio del post, che suggeriva lo sterminio dei down?

    Ah, cosa non si fa per essere contro la Chiesa sempre e comunque…

  • domenico ha detto:

    Mi vergogno profondamente di essere cittadino italiano.

  • Antonio ha detto:

    A me questi abortisti hanno rotto le b***e. Più stronzi e stupidi di così…

  • Antonio72 ha detto:

    Mah..
    Non sono contrario per principio al risarcimento, qualora esso si estenda a tutte le famiglie costrette ad affrontare i problemi che comportano le varie disabilità, e colpevolmente ABBANDONATE dallo Stato italiano.
    Se lo Stato non riesce ad assicurare i servizi minimi che aiutano le persone con disabilità, più o meno gravi, ad appropriarsi della dignità di persone, che almeno ci metta il soldo.

    • Marco Comandè ha detto:

      Tratto da Altalex.com:
      >> Da sottolineare sono i riflessi della pronuncia della Corte di Cassazione che chiarisce come la pretesa risarcitoria possa essere avanzata solamente nei confronti del sanitario e mai nei confronti della madre anche nel caso in cui, essendo stata informata dal medico della malformazione del bambino, decida comunque di portare a termine la gravidanza.

      >> “chi nasce malato per via di un fatto lesivo ingiusto occorsogli durante il concepimento non fa, pertanto, valere un diritto alla vita né un diritto a nascere sano né tantomeno un diritto a non nascere. Fa valere, ora per allora, la lesione della sua salute, originatasi al momento del concepimento. Oggetto della pretesa e della tutela risarcitoria è, pertanto, sul piano morfologico, la nascita malformata, su quello funzionale (quello, cioè, del dipanarsi della vita quotidiana) il perdurante e irredimibile stato di infermità. Non la nascita non sana…o la non nascita” (estratto della sentenza)

      Bene, ora vorrei far notare un codicillo che non può che essere ignorato da chi vuole solo descrivere i giudici laici come dei boia. Il fatto è che il risarcimento è previsto già per i familiari, ma non per il bambino nato senza che sia fatta l’amniocentesi. Qui si che si paleserebbe l’assurdità, perchè vorrebbe dire che l’interesse del test prenatale sarebbe solo dei genitori e limitatamente all’aborto. Invece lo scopo dell’amniocentesi è più generale: si chiama diagnosi precoce della malattia. Molte storture della vita potrebbero essere evitate grazie a questa diagnosi precoce: la patologia maculare, la sordità genetica, ecc. Un domani, chissà, si potrebbero individuare le cause genetiche dell’autismo così da far intervenire subito gli specialisti per impedire che il bambino si chiuda in sé nel corso degli anni. Il bambino che non ha potuto beneficiare di questa diagnosi sarebbe leso nella sua salute psicofisica perchè non avrebbe potuto vedersi prevenire i danni della lesione.
      Per questo ho riportato l’estratto della sentenza: “il perdurante e irredimibile stato di infermità”.
      I bimbi down possono diventare adulti normali, se educati precocemente e costantemente, con uno sforzo supplementare da parte dei genitori. L’unica loro peculiarità è che sono sterili, ma di gente così è piena il mondo.
      Naturalmente quello che ho scritto può non piacere, ma mi auguro contro ogni speranza che qualcuno mi ribatta partendo dal fatto che il risarcimento prima della sentenza era già considerato per i genitori e i fratellini.

      • Titti ha detto:

        Mi spiace deluderti, ma non sempre è così. E’ vero che, con un’assistenza adeguata molti soggetti down possono certamente migliorare e vivere in una certa autonomia, ma non è la regola. Ci sono anche persone down che necessitano di assistenza per tutta la vita, indipendentemente dagli strumenti didattici che avranno a disposizione, perchè possono essere pericolosi per loro e per gli altri (vedi quel ragazzo che ha buttato la nipotina di pochi mesi dal balcone), per questo che lo Stato dovrebbe essere in grado di aiutare anche i famigliari di questi ultimi soggetti che ho citato, perchè per essi è arduo occuparsi ininterrotamente di loro.

  • Pino ha detto:

    diciamo la verità, uno dei più grandi problemi, se non il più grande, che abbiamo in Italia, è la magistratura. Una classe di burocrati (perchè tali sono, pubblici dipendenti assunti per concorso) che esercitano un potere totalmente fuori controllo, che emettono sentenze a dir poco aberranti (basti pensare al caso di Eluana), che sono diventati responsabili delle indagini senza averne la minima capacità con risultati che se non fossero tragici sarebbero esilaranti (il caso di Yara Gambirasio è sotto gli occhi di tutti). Questi personaggi, forti del fatto che non pagano mai per i loro errori e che nessuno può sindacare il loro operato, da qualche tempo si sono messi ad interpretare le leggi in modo a dir poco bizzarro, secondo interpretazioni ideologiche che di giuridico non hanno nulla (per non parlare del loro scandaloso livello di politicizzazione). Invece di applicare la legge si inventano la legge, sono diventati fonte di diritto. Quando accade una simile trasformazione c’è da essere seriamente preoccupati, perchè può accadere di tutto, come il caso di cui all’articolo dimostra. Sarebbe opportuno che i vertici della Chiesa italiana siano meno timidi di fronte a questo preoccupante fenomeno iniziando a denunciare le deviazioni di questa autentica casta che si permette di fare il bello ed il cattivo tempo.
    PS: ricordo che nella vicina Francia i pubblici ministeri rispondono delle loro azioni al ministro della giustizia, quindi al potere politico, solo i giudici sono indipendenti. Infatti le cose funzionano meglio, i processi hanno una durata media di 7 mesi contro i nostri 7 anni.

  • Daniele ha detto:

    I disabili non hanno bisogno di essere risarciti perché nati (ciò equivale ad umiliarli e a non riconoscere la loro umanità), ma di una società attenta ai loro bisogni.