Eutanasia: ecco perché il suicidio è l’ossessione della società laica


 

di Francesco Agnoli*
*scrittore e saggista

 
 

Ovunque vada, Beppino Englaro, viene accolto da una folla, plaudente, quasi entusiasta. E’ una di quelle persone che riescono ancora a tirar fuori la gente di casa. Ma chi siete andati a vedere?, verrebbe da chiedere. Recentemente Englaro è venuto in un paesino della mia terra, Mezzolombardo, in cui 400 persone, su invito di un assessore che proviene dal PATT (forse l’unico partito in Italia che nello statuto si propone di seguire la dottrina sociale della Chiesa), avevano firmato la richiesta perché si introducesse nel comune il testamento biologico. Quel testamento, poi, non lo ha firmato nessuno. Perché una cosa è plaudire al principio secondo cui chi vuole morire, deve poterlo fare quando vuole, altra cosa invece è pensare alla propria morte, e all’eventualità che un giorno qualcuno ci aiuti ad andarcene, magari con troppo fretta o superficialità…

Tante firme, dunque, nessun testamento, e tanti ad applaudire Englaro. Mi viene da pensare che sia solo questione di tempo. L’eutanasia, se le cose continuano così, entrerà a breve in tutte le legislature europee. Chi si batte per la vita, deve ovviamente lottare anche sul fronte delle leggi. Ricordando, però, che se la battaglia rimane ferma lì, a vincerla sarà solo chi, come i radicali, ha la pazienza di erodere un confine alla volta. La battaglia vera è ancora una volta teologica.

Perché l’eutanasia, come il suicidio, in ogni tempo, ci porta ad una sola domanda: esiste Dio? In una società in cui il senso di Dio è presente, in cui Dio è Creatore e amico dell’uomo, l’eutanasia non entrerà mai. In una società, invece, in cui Dio è espulso dalla vita di ogni giorno, il suicidio è inevitabile. Da un punto di vista logico, è facilissimo da comprendere: Cristo, infatti, cioè un Dio “con noi”, rende ogni vita, e ogni morte, quale che essa sia, degna di essere vissuta. Ogni vita, perché la vita ha senso solo se ha un respiro che vada al di là dei muri di questo mondo; ogni morte, perché ogni morte è un evento vero e significativo solo se apre a qualcosa. Altrimenti è un non evento.

Ma questa verità può essere compresa anche da un punto di vista storico. Il sociologo Marzio Barbagli, nel suo “Congedarsi dal mondo”, ci ricorda che nel mondo cristiano il suicidio era più raro, ed è invece più diffuso laddove la società è più secolarizzata (nei regimi atei si raggiunge sempre il top). In un mondo cristiano la vita è anzitutto dono di Dio: un dono non si butta via, non si spreca; ed è anche un compito: un compito da portare a termine. Dio ci dona la vita, ma ce ne chiede anche conto. Chi crede in Lui, dunque, vi attinge fede, speranza e carità: fede, cioè fiducia che tutto ciò che accade, anche il male, sia in fondo grazia perché anche dal male si può trarre il bene; speranza, cioè certezza nella presenza di Dio accanto a noi; carità, cioè amore, per Dio, ma di conseguenza anche per noi stessi, sue creature, e per chi ci sta vicino (per cui uccidersi diventa tradire l’amore, per Dio, per sé, per gli altri che ci amano).

A fermare il gesto estremo di molte persone, nella società cristiana, ricorda sempre il Barbagli, furono spesso, oltre all’amore per Dio, la paura dell’inferno e la consolazione della confessione. L’uomo di fede sa dunque che, come di fronte al male fisico vi è sempre la possibilità di affrontarlo, così di fronte a quello morale, non si è mai definitivamente sconfitti dalla propria colpa, dal senso della propria miseria. In varie culture esiste il “suicidio di vergogna”, come ammissione di un fallimento: nel cristianesimo, nessuno è mai fallito del tutto, perché tutti possono rinascere a vita nuova, perdonati da Cristo, lavati dal suo sangue. Infine, nota sempre il Barbagli, la società cristiana aveva una forte coesione sociale: ciò significa che l’esistenza di una famiglia salvava tantissime persone dalla disperazione, vuoi perché sperimentavano l’amore di qualcuno, vuoi perché sentivano, nei suoi confronti, un forte senso del dovere.

Se tutto questo è vero, vivere è, nelle società di fatto atee e secolarizzate, un impegno sempre più gravoso: siamo soli, esistenzialmente, se Dio non c’è (senza una fede e una speranza che siano soprannaturali e non soltanto buoni auspici). Non amiamo Dio, né lo temiamo, né ne cerchiamo il conforto ed il perdono.

Inoltre proprio l’aver scacciato Dio dalla nostra vita, ci consegna al nostro egoismo, all’individualismo: non per caso viene oggi a mancare anche la coesione sociale. La famiglia è sempre più disgregata e ridotta. Pochi matrimoni e pochi figli. Vuoto demografico. Così la solitudine esistenziale, metafisica, diventa solitudine concreta, di tutti i giorni. Così Englaro, annunciatore non della buona novella, non della resurrezione, ma della morte “autonoma”, può avere tanti fans. Oggi che la vita è sempre meno sacra, perché non vi è più Dio, può rimanere, sacro, il dolore? Può rimanere evento da preparare, cui giungere “parati” (estote parati, si diceva un tempo), la morte? Se è il nulla eterno che ci aspetta, il nulla ci circonda. Circonda vita e morte. Balzarci dentro, prima o dopo, per un infarto o per suicidio assistito, cambia nulla…

Da “Il Foglio”, 30/08/12

39 commenti a Eutanasia: ecco perché il suicidio è l’ossessione della società laica

  • Pino ha detto:

    leggo “Recentemente Englaro è venuto in un paesino della mia terra, Mezzolombardo, in cui 400 persone, su invito di un assessore che proviene dal PATT (forse l’unico partito in Italia che nello statuto si propone di seguire la dottrina sociale della Chiesa), avevano firmato la richiesta perché si introducesse nel comune il testamento biologico” Un assessore cattolico invita Englaro in un contesto in cui 400 persone firmano una richiesta per il testamento biologico. Ho capito bene?

    • Salvatore ha detto:

      Sai chi è il migliore amico di Beppino Englaro? Il cattolico Ignazio Marino. No, non hai capito male…sono tutti cattolici oggi, è la moda del momento evidentemente. L’ateista non tira più…

      • Pino ha detto:

        definire Marino un cattolico mi sembra azzardato, forse lui si definisce cattolico, del resto si autodefinisce cattolico anche Vito Mancuso. Hai ragione è la moda del momento.

  • André ha detto:

    Queste parole sono molto belle e le condivido; è difficile e doloroso ascoltare, specialmente in questo periodo, le notizie di così tanti suicidi o di omicidi seguiti da suicidi, del resto esiste forse un gesto di disperazione così grande? Chi è senza speranza, disperato appunto, crede non già di trovare conforto nella morte, ma di annullare insieme con se stesso anche il proprio male; questo gesto, che alcuni ritengono quasi altruistico, è secondo me la più grande testimonianza d’egoismo possibile. Per questo il suicidio è, tra tutte le offese, una delle peggiori se non la peggiore in assoluto.
    Ammetterlo, anche e soprattutto nel caso delle malattie, significherebbe accettare che qualcuno possa decidere della vita e della morte, ma chi può farlo? A me fa venire i brividi che qualcuno possa dirsi padrone della vita, che sia la sua o quella altrui, eppure tanti dicono: “Era disperato, che Dio abbia pietà di lui”; in questo ho dei dubbi, sono più vicino alle posizioni di Dante…

  • Lucas ha detto:

    Grazie Francesco, articolo bellissimo! Davvero uno dei migliori che ho letto nell’ultimo periodo. Mi hai aperto gli occhi.

  • Leon ha detto:

    Anzitutto ho un messaggio per un’altro utente,lo posto qui in quanto si parla di valori etici decisibili dallo Stato o meno e dunque include il concetto di.Puo lo stato inculcare valori morali etici come una religione?
    —————————————
    @StevenY2J

    Affermi:Prima di tutto, Leon, quando ti rivolgi a me mi porti rispetto come io lo porto a te. Cio’ implica:
    1) non parli di “sproloquio”. Sproloqui saranno quelli dei tuoi amici, non certo i miei

    Sproloquio significa fare un discorso sia incoerente dunque inutile,ovvero ineludibilmente contraddirio dunque retorico,anche l’affermazione sucessiva “saranno quelli dei tuoi amici, non certo i miei” e sproloquio,infatti lei congruentemente lei non sa chi sono,signor Irrazionalità,infatti viceversa dovrebbe dirmi i loro nomi,dunque quanto affermato non corrisponde a fatti di cui può essere a conoscenza salvo non cominci a dirmi i nomi:dunque può indicarmi nomi e cognomi dei miei amici?.Dunque lei stà di nuovo sproloquiando,non è una questione moralista di rispetto o non rispetto,è semplicemente derivata dall’osservazione degli ennunciati logici di quanto afferma, che, mio malgrado,mi costringono a ricondurlo all’accezione “sproloquio” tale da renderlo in un qualche maniera coerente nel senso di “congruente con un’opinione irrazionale personale” ovvero la sua.Ora, la maggior parte delle incoerenze nel suo discorso ,dunque del suo sproloquiare, vengono da una precaria conoscenza della logica,ma per contrapposto da una buona conoscenza:dell’opinare,l’opinare come per esempio asseriscono numerosi logici,significa emanare proposizioni logiche nè vere nè false tale che a esse possono essere deffinite, “0 logico” tradotto in termini ordinari significa,non parlare dal punto di vista razionale cercando di elaborarae enunciati oggettivi ma del tutto soggettivi,detti talvolta anche ipotesi o congetture.Spieghiamo dunque perchè le sue affermazioni enunciative sono “0 logico” (laddove per 0 logico esprimo un concetto di logica di primo ordine,non di secondo ordine),tale che nella sua tracotanza,lei non può definirsi “uomo razionale” ma piuttosto molto platonicamente “rettore” dunque fautore di doxa.Ora, affinchè un linguaggio possa deffinirsi razionale si devono ripstettare 4 termini logici:

    a)il mondo può essere considerato come la totalità dei fatti,i quali constano di stati di cose
    b)Il linguaggio può essere considerato immaggine del mondo
    c)Il mondo si esprime con proposizioni che hanno senso in quanto sono le possibili raffigurazioni dei fatti
    d)la posizione elementare delle preposizioni esprime stati di cose:se (locuzione logica del “quando” o nel momento in cui) essa è vera,lo stato di cose:sussiste o è falsa dunque non sussiste.

    Potremmo anche definire se nell'”è” bisogni o meno affermare se lo stesso abbia un valore di copula o meno come afferma un noto pensatore cristiano.

    Spieghiamo razionalmente perchè i ragionamenti da lei espletati rientrano nel vocabolo “sproloquio” non in quello logico.

    Affermi:ci si confrontava sui fondamenti della religione

    Per capire anzitutto ciò di cui si parla si deve conoscere prima di tutto cosa sia una religione:cosa è una religione?Ovvero cosa dobbiamo includere tra le religioni tale che il termine “religione” sia congruente e razionalmente fondato.Ora qual’è il primo modo per comprenderla nel suo fondamento logico?Indentificare cosa non è.

    Ora come affermava a Frege noi possiamo attribuire ai concetti una realtà oggettiva indipentemente dalla mente umana.Dunque un concetto viene deffinito come una funzione,cioè una relazione che fa corrispondere a uno o più valori di un dominio (argomenti) un determinato valore del codominio.Per es.

    2x=y

    è una funzione:

    F(x)=Y

    il cui dominio e codominio sono costituiti,poniamo nell’insieme dei numeri reali.Tuttavia come afferma Frege e vero anche che essi non variano solo esclusivamente nella quantià.Per esempio posso scrivere

    1)”X è un filosofo tedesco”

    oppure

    2)
    “X è un cristiano”

    Es

    Veifichiamo dunque la 1 capendo cosa possa randerla congruente dunque con dei valori tali da esprimere fatti. Nel caso della 1 posto sostituire alcuni di questi nomi che la rendono vera: [..Kant,Heghel,Comte..]o falsa [..Vico,Platone,Socrate..] Ora Frege la 1 esprime un concetto-il concetto di filosofo tedesco-ed è una funzione, il cui dominio è l’ insieme di tutti i filosofi per cui condominio è costituito dal valori di verità o falsità. Dunque il concetto presenta due facce:
    l’intensione o senso, cioè l’insieme delle caratteristiche che l’oggetto deve possedere per cadere sotto quel determinato concetto (nella uno si richiede che: X sia un essere umano, sia un filosofo, sia nato in un paese di lingua tedesca); e l’estensione o significato, vale a dire l’insieme degli oggetti che cadono sotto quel determinato concetto per esempio [Kant,Fichte,Shelling..]. Ora, il primo principio quello di estensionalità: si afferma enunciativamente che:

    se sotto due concetti cadono gli stessi oggetti e solo essi, allora i due concetti sono uguali.

    “X è una religion italiana con 53 milioni di credenti” e “X è la religione italiana di maggioranza “, realtà le due proposizioni sono dunque uguali lpoiche cadono nello stesso ogetto, cristiani.

    Il secondo principio è principio di astrazione o di comprensione: si afferma enunciati
    vamente che: ogni concetto indivua un insieme, insieme di tutti e solo di gli individui che soddisfano le condizioni del concetto. Questo assioma è molto più impegnativo del primo (sicuramente per gli agnostici impossibile da comprendere) in quanto implica due idee:, cioè riunire una stessa classe tutte le classi che soddisfano particolari condizioni, le classi hanno pertanto un’esistenza in sé, indipendentemente dal fatto che noi pensiamo oppure no.
    Dunque Cristiano e maggioranza,sono congruenti,in quanto non si può deffinire rettoricamente cio che pensa un soggeto B sulla sua condizione di Fede,se afferma “sono credente cristiano” in italia lo hanno affermato circa 50 milioni di persone.Si deve insegnare il Cristianesimo in quanto ha attributo di maggioranza.

    a) esiste una classe in relazione a ogni molteplicità di enti distinti caratterizzabili da una stessa condizione;
    b) la classe sono sostanze, nel senso che esse, non meno degli individui, possono godere di attributi: è possibile formare classi di classi o anche più formalmente metasegni di metasegni,Non spetta a lei definire rettoricamente il come si deve essere cristiani (in senso morale o rettorico in quanto lei è rapresentativo in maniera biunivoca dell’agnosticismo),ma molto più eminentemente,all chiesa,o a altre confessioni religiose con attributo “cristiano”- aut- lei che è agnostico deve spiegarmi in che senso lei possa ritenersi rappresentante del concetto di fede cristiana visto che l’agnosticismo non verifica la proposizione.”x è Cristiano. ” per cui “x è credente” ma piuttosto verifica la condizione “x è incredulo” dunque “x non è cristiano” X o agnostico o è ateo”,ateo infatti è più un termine che per incredulo si avicina all’agnosticismo,che all negazione di un’esistenza di Dio.

    Ora supponiamo che in una stanza ci siano 3 individui di estrazioni cognitive diverse che colloquino opinando su un qualche cosa,includero tra gli esempi il caso esemplificatore da lei riportatimi,tali individui cominciano a scambarsi delle opinioni,mettiamo analiticamente il modo in cui stanno dialogando,mantenendo un congruenete prodotto piano logico:

    X–>Y X—>Z ; Y—>X Y—>Z; Z—>X Z—>Y

    Ora lei afferma che questi individui opinano una qualche cosa sulla religione,o diverse religioni,tuttavia lei afferma:

    Ricordo che, con il prof di religione al liceo, si parlava e ci si confrontava sui fondamenti della religione, sul fondamento del cristianesimo, sul terrorismo islamico, sull’aborto, sull’uso del preservativo, sull’eutanasia, sull’omosessualità, sulle guerre per il petrolio, sulla fame nel mondo e sulle multinazionali.

    E questo non significa che si possa deffinire che lei sta conoscendo i fondamenti di una qualche religione,significa che lei stà parlando di tematiche etiche,non dei fondamenti razionali e non su cui si basa una religione.Ora tuttavia per parlare di una qualche cosa,bisogna conoscerla,nei suoi fondamenti,e dunque in questo caso opinare sugli elementi “attributi in maniera soggettiva”da lei non implica che gli individui (X ) conoscano qualche cosa sulla religione,infatti congruentemente esprimono un giudizio etico personale sulla religione,overo opinano qualche cosa che gli individui devono prima studiare,quindi cercare i significati,solo poi dopo parlare,in modo tale che:ciascuno si esprima sul proprio credo conoscendolo piuttosto che opinandolo. Affinche dunque, il dibattito risulti razionale dunque ragionevole.Ovvero x,y,z esprimono cio che loro pensano delle religioni,non quello che sono,infatti è inutile dare opinioni senza studiare ogni singola religione di cui si parla,dunque emanando concetti inesistenti con i fatti espressi.Ovvero con un concetto di inerenza al fatto di cui si parla come per es Kant,espltando dunque l’inerenza razionale,delle varie religioni,sotto il quale per alcune non vige un principio di IDENTITA’ causato dalla differenza di almeno un insieme di attributi.Per esempio gli attributi dell’islam hanno un qualche cosa di inerente al monofisismo,al culto hanif,e all’ebraismo,tuttavia non sono mai,pena la contraddizione logica,nè monifismo,nè culto hanif,nè ebraismo.

    non dai per scontato quanto io so e non so del cristianesimo. Non mi conosci, quindi certi giudizi li tieni per te.

    E dunque se lei sa una qualche cosa di cristianesimo,come mai non non parla vari pensatori Cristiani,sotto la corrente per esempio di Alberto Magno,e con numerosi altri pensatori come Jaques Maritain,o un Rugero Bacone ecc.Non so potremo parlare di Jaque Maritain e un certo grado di comunanza che vi è addiritura con Gramsci.Prego cominci lei in che cosa per esempio si possono constatare somiglianze tra Gramsci e Maritain,e dissomiglianze.Oppure tar kant è tommaso e anche dissomiglianze.Tuttavia Gramsci non è razionalmente Maritain,Ne Kant è Tommaso D’aquino.

    Vogliamo più congruentemente parlare prima di Maritain?

    Procediamo alle altre affermazioni:

    Detto questo, ti rispondo brevemente, sperando che la prossima volta tu voglia interagire in modo
    1) lo Stato Italiano é uno Stato Laico e, quindi, che la religione cristiana sia quella prevalente tra la popolazione (peraltro, é tutto da dimostrare – bisognerebbe anche vedere quanti sono i veri cristiani e quanti lo sono “tanto per”) non vuol dire assolutamente nulla

    La seguente espressione si verifica con indagine statistica racogliendo i dati,come ho detto per raccogliere fatti del mondo,o del concetto di cui si parla.Più propiamente mi richiamerò allo stato liberale propspetato prima da Monteschieu e poi evoluto con Nozick e in seguito con la teoria della giustizia di Rawls.Questo per comprendere cio di cui stà parlando.Poichè lei attribuisce a laico significati con attrbuti incongruenti,ovvero per esempio.

    Lo stato è dunque non puo porre il suo diritto civico nell’ora di religione,propriio per il fatto che si definisce laico.Altrimenti ponendosi i suoi attributi di diritto nel concetto dell’ora di religione,farebbe dei suoi assiomi legiferativi degli attrbuti di stampo religioso tali che,esso non sarebbe più distinguibile dal concetto.

    X è una religione poichè porrebbe i suoi attributi tra le religioni.

    Ora questo significherebbe come dice Monteschieu,uno stato che cessa di avere una sua forma liberitaria dunque non garantirebbe più diritti ma imporrebbe alla maggioranza diritti come se le sue leggi fossero una religione,ovvero,si verifecherebbe una sovrapposizione tra potere legislativo e quello della sfera etica religiosa,comportando cosi una sovrapposizione di poteri,tale che alla fine NESSUNA RELIGIONE avrebbe diritto di espressione,se non una una nuova religione “STATALE”.In questo contesto lo stato dunque non sarebbe più laico,dunque quanto da lei espresso rientra,in forme di governo simile quelle Teocratiche,dove i “comandamenti” sono le leggi dello Stato.Tuttavia tali leggi avrebbero carattere religioso soggettivo statale non garantendo più la libertà di espressione,e la manifestazione pubblica.Infatti l’educazione civica non è da attenarsi alla religione.Dunque quanto affermato è incongruente,anzi è molto simile a un tipo di stato come quello sovietico,in cui la religione imposta era quella dello stato.Il che non garantisce diritti di libertà,e dunque oltre che essere incongruente sarebbe un suicidio collettivo.Sarebbe come formare una oligarchia più forte e peggiore di qualsiasi monarchia.

    Brevemente

    Se è laico non può deffinirsi religioso–>Dunque l’educazione civica deve tenersi separata dalla sfera di religione–>Dunque ci deve essere distinzione dei principi.

    2) l’ora di religione (almeno per come l’ho vissuta io al liceo) non era un’ora d’insegnamento né dell’educazione civica né di filosofia (peraltro, al liceo si insegna “storia della filosofia” che é materia ben diversa). Era un’ora di dibattito, discussione e confronto fra tutti gli studenti. Impostata più o meno a partire da una domanda come “é giusto utilizzare il profilattico?”, ciascuno esponeva poi il proprio pensiero.

    Molto “volterianamente”
    Ovviamente basta leggere le istruzioni per capire come usarlo,sono congruenti logiche e semplici.Infatti sono pressochè certo che non abbia avuto bisogno di un’ora di religione o di educazione civica o di matematica o di filosofia,per apprenderla altrimenti mi domando in che senso possa autodefinirsi razionale.Basta leggere le istruzioni.Riguardo al giusto o ingiusto stà a discrezione del soggetto.Non mi stupisce che se queste sono le discussioni l’italia venga raffigurata cosi pessimamente in europa. Di questo bisogna ringraziare le discussioni da inetti tipo questa domanda,probabilmente perchè non viene elaborato un sistema di importanza all’interno dei valori etici,nell’educazione civica.
    Dunque quanto affermanto non ha criteri di inerenza con il concetti,ovvero è un concetto privo di significato,se è giusto ho sbgliato è coscienza individuale,anche questo rientra nell’educazione civica non nella religione.

    <cite3) per insegnare qualcosa delle altre religioni tipo quella islamica come scrivi tu é sufficiente studiare e informarsi un po’.

    Perfetto allora cominci,anzi cominciamo a dibattere della religione islamica.Per cui Studi non mi protragga opinioni irrazionali e poi dopo mette congruentemente gli enunciati in ordine logico

    ——–

    Riguardo all’eutanisia per arrivare in topic,anche si vi è inerenza al fondamento dell’analisi sopra, possiamo deffinire che essa sia etica o meno?

    Allora parleremo di Kung,o un Kant “un uomo non ha diritto al suicidarsi perchè compie un atto irrazionale”,e numerosi altri pensatori cristiani e non.

    Ora le argomentazioni a favore vengono da Kung vogliamo cominciare dunque a discutere non a fare opinionismo dunque sproloquio?

  • G.T. ha detto:

    E’ colpa dello Stato poiché esso è diventato una sorta di dio nuovo, in cui concede all’Uomo ogni sua richiesta. E’ questa viene anche esaudita nel male. E’ questo il grande problema, la sostituzione sacrale nelle società laiche è più forte.

    • Andrea ha detto:

      Ed anche dell’individualismo liberista, direi, dell’uomo disposto pur di giungere ai propri obiettivi nel minor tempo possibile a schiacciare gli altri ed a costruirsi solo il proprio piccolo Mondo col solo scopo di essere più in alto degli altri.

      • gemini ha detto:

        persme egoiste spesso e volentieri fanno una brutta fine.
        Forse riuscendosi a pentirsi.
        E comunque almeno non riguarda una comunità
        La cosa spaventosa è il potere incredibile che ha lo Stato, consacrato dai cittadini come dispensatore di libertà.

        • Andrea ha detto:

          Invece l’egoismo riguarda la comunità: se è tanto diffuso, anzi, la comunità stessa dove trova un collante?

          Se l’Umanità si frammenta in tanti individui ed in tanti gruppetti e grupponi tra loro ostili dove si va?

          Se tutti pensano solo al proprio interesse e basta dove si finisce?

          L’egoismo diffuso è un problema per tutti alla fine, egoisti o altruisti.

    • Leon ha detto:

      E vero infatti i medici sono sotto GIURAMENTO DI IPOCRATE,dunque quello che lo stato afferma non è razionale,in quanto esso ha l’obbligo davanti ai cittadini,di grantirli la RICERCA MEDICA al fine di tutelare la vita.Non quello,di garantire la pragmaticità economica,per chi o cosa poi?Per delle banche?LO STATO E SERVO NON PADRONE DEI CITTADINI E I CITTADINI SERVONO LO STATO anzi i cittadini SONO lo STATO,Infatti è economicamente più conveniente proclamare il diritto di morte che FINANZIARE LA RICERCA MEDICA.

      Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo. Giuramento di ipocrate

      Tale criterio non rispetta il DIRITTO alle equa tutela sanitaria.E i cittadini devono diventare responsabili,e non chiedere,ma pretendere,quanto lo stato non decide, ma DEVE fare, con impegno e abnegazione , in virtu’ della costituzione a cui esso legato tramite patto sociale.

      • gemini ha detto:

        Lo Stato è una furberia dei potenti.
        I popoli sono riuniti sotto idee simili, non consacrando un potere che li schiaccia e distrugge i loro costumi.
        Rendiamoci conto.

      • Leon ha detto:

        Io ho un detto osservando la storia

        Quando lo Stato comincia a voler pretendere le cose di Dio piuttosto che quelle di Cesare,bada ,osserva la storia, sta per iniziare la barbaria,la deportazione,l’ideologia,il degrado,l’incivilta’,la schiavitu’,la rivolta’,la paura,la morte.Infatti dietro un manipolo di leggi vi sono uomini che pretenderanno che tu non li serva non come compete a Cesare,ma che li adori come si addice a un qualche Dio.E questo Uomo Dio,come un faraone biblico, che si illude onnipotente e sommamente buono,non quello cristiano.

  • Antonio72 ha detto:

    Nell’articolo si descrive bene la società moderna secolarizzata e direi anche tecnologizzata, anzi è secolarizzata proprio perchè tecnologizzata, in cui l’uomo è sempre più allontanato dal rapporto con i propri simili, se non mediante l’artificio di strumenti tecnologici. Così l’allegria diventa 🙂 e la tristezza 🙁 dunque due soli espressioni stilizzate che dovrebbero rendere conto della gamma infinita espressiva del volto umano. Per non parlare della comunicazione mediante SMS scritti in un linguaggio scarno e codificato per consentire più contatti possibili. La quantità prende dunque il sopravvento sulla qualità ed avere migliaia di amici su facebook equivale pressapoco a non averne nessuno.
    E così l’uomo si separa sempre più dai suoi simili reali, con i propri corpi fisici che rappresentano una molteplicità di espressioni e di sentimenti, per aderire fino a confondersi del tutto al magico mondo digitale di 0 o 1, vero o falso, sì o no, un mondo dunque virtuale e simbolicamente arido.
    E ci meravigliamo che gli uomini soffrano la solitudine e si disumanizzano? Ma non è ancora tutto perchè la tecnologia, dopo aver strappato l’anima all’uomo ed essersene impossessata, ecco che pretende anche il corpo. Dopo aver deciso della vita di un uomo vuole anche determinarne la morte: l’uomo quindi non muore più da uomo, naturalmente in casa sua vegliato da parenti e conoscenti sul proprio letto nella sua camera; no sarebbe una dipartita troppo umana. L’uomo deve morire attaccato ad una o più macchine, non importa se ne abbia coscienza o meno, sotto gli squallidi neon di uno stanzone asettico d’ospedale (fateci caso, lì si nasce e lì si muore, come se la nascita e la morte fossero entrambe patologie da curare medicalmente e non tappe spontanee e naturali dell’esistenza umana).
    E’ giunta l’ora che la tecnologia stabilisca per intero i tempi della vita e della morte, e dopo aver alienato l’uomo alla sua anima, lasciandogli solo i sensi del corpo da soddisfare, ora è affamata anche del suo corpo, privandolo così di tutto ciò che possa definirsi umano.

    • Leon ha detto:

      Non la confuterò razionalmente su quello che afferma tuttavia

      Sa, stavo scrivendo proprio questo sull’I.A,e sul fatto che le macchine non possono pensare.

      E’ giunta l’ora che la tecnologia stabilisca per intero i tempi della vita e della morte, e dopo aver alienato l’uomo alla sua anima, lasciandogli solo i sensi del corpo da soddisfare, ora è affamata anche del suo corpo, privandolo così di tutto ciò che possa definirsi umano.

      E giunta l’ora piuttosto che la macchine si sottometano all’uomo,anche dell’uomo che noi reputiamo più debole.E l’atto di uccidersi piuttosto che resistere,piuttosto che dimostrare la SPERANZA agli altri,anzi quegli uomini resistendo alla macchina e ci sono anche quelli,insegnano più di quanto i vivi non potrebbero mai fare,anzi anche se attacati alla macchina,proprio loro, quelli che resistono,dimostrano la grandezza della vera forza umana,la SPERANZA.L’eutanisia,è solo un atto di vuoto,di nulla assoluto,è la resa dell’uomo alla tecnologia,è la resa dell’uomo al ciò che crea,è la resa ai suoi stessi falsi idoli.Un’anima non è mai alienta,un’anima che non porta speranza,essa è triste essa è rinchiusa.Un’anima che consegna altri uomini alle macchine,questa è la morte del filosofo,che ancora non impara dall’unico Dio uomo identificabile con gesù Cristo.

      “Umiltà e il non appartenerli mai”,ecco ciò che non potrà mai essere soggettivo ma oggettivo per tutti.

    • edoardo ha detto:

      Società tecnologizzata? Ma dove???????
      Società IDEOLOGIZZATA direi piuttosto.
      Società ideologizzata prima dal marxismo-leninismo, ora dal liberismo mercantilista e massone. Diciamo che il primo tipo di ideologia è confluito nel secondo nella variante radical-chic.
      La società tecnologica era quella dei minatori di mercurio dell’Amiata, tanto per fare un esempio vicino. Gente VERA, vigorosa, plasmata dalle fatiche e dal rischio.
      Questi tangheri radical-chic che si riempono la bocca dei diritti, non sono buoni neanche da farci il brodo, come si dice dalle mie parti.
      Sono dei dandies, se conoscete il significato di questa parola nella letteraura inglese: se gli tagli la testa e la dai ai cani, neanche loro la vogliono, per tornare a parlare rozzo come si fa dalle mie parti.
      Se la cultura è quella dei sassantottini radical-chic, beata l’ignoranza dei minatori delle solforate di mercurio !!!!!!
      La tecnologia, caro Antonio72, è ben altra cosa.

      • GiuliaM ha detto:

        E’ una sua vecchia fissa a cui è già stato ampiamente risposto, ma persiste… non fateci troppo caso…

    • Salvatore ha detto:

      Un commento condivisibile finalmente, grazie Antonio.

      • Antonio72 ha detto:

        @Salvatore

        Prego, ma la prossima volta è meglio che si limiti al pollice alzato altrimenti GiuliaM si arrabbia.
        Il fatto è che GiuliaM è troppo giovane e non ha vissuto nulla di questo salto, direi ontologico, noi invece qualcosina abbiamo visto dalla nostra infanzia ad oggi.
        Di solito nessuno se ne accorge perchè siamo tutti trascinati da questa impetuosa corrente, ma qualora decidessimo di uscirne e fermarci sulla riva a riflettere un poco, ecco allora che si vedrebbero le cose più chiaramente. Per i più anziani che pensano e sanno osservare, le cose che ho scritto rappresentano anzi delle scontate banalità.

        • GiuliaM ha detto:

          Guarda com’è tutto contento Antonio di aver trovato qualcuno che lo segue nei suoi sofismi, finalmente 🙂
          Scherzi a parte, tante persone di questo sito sono abbastanza “vecchie” per poter confutarti agilmente (cosa che hanno già fatto), quindi non ci spreco nemmeno tempo.

  • edoardo ha detto:

    Mi prego di perdonare il mio off topic, ma volevo portarvi a conoscenza di una cosa grave appena letta su internet:
    Ho appena letto questo link:
    http://www.leggo.it/zoom/il_prete_si_fa_leccare_la_panna_dalle_ginocchia_rito_choc_in_polonia_foto/notizie/194901.shtml
    La spacciano come notizia di oggi.
    I casi sono due:
    1) la notizia è vera ed è confermata da fonti degni di fede. In tal caso sarebbe opportuno che l’autorità cattolica locale intervenisse in maniera molto dura e stroncasse questi episodi dal verificarsi, agendo sui responsabili in maniera molto energica, aprendo un capitolo giudiziario a carico dei prelati incriminati.
    2) la notizia è falsa, la solita bufala per screditare la Chiesa cattolica e, guarda caso, polacca. In tal caso le autorità cattoliche italiane dovrebbero avere, a mio giudizio, l’obbligo morale di querelare per diffamazione e diffusione di notixie false e tendenziose gli autori di questo “scoop”, agendo in sedi legali.
    Io, da cristiano cattolico, non ne posso più di bugiardi inventori di bufale e buffoni che, innocenti, intascano senza fiatare facendosi passare per colpevoli di atti ignominiosi che non hanno mai fatto.
    Questi ultimi, sempre secondo me, non meritano di essere chiamati cristiani al pari dei loro accusatori inventori di bufale.
    Il cristianesimo è per persone coraggiose, che vogliano assumersi un pezzetto di croce per testimoniare il Cristo.
    Non è per pecorelle e smidollati paurosi che pur di non offendere il demonio, lo lasciano inventare calunnie e intascano zitti sperando che la gente non veda.
    Spero, credo che sia falsa la notizia.
    Bene, aspettiamo la smentita ufficiale ed il ricorso a vie giudiziarie per i responsabili della diffusione di queste notizie calunniose.
    Il demono si combatte o si diventa suoi servi.
    Basta, è ora di darci un taglio, sia ai calunniatori che ai vigliacchi che non gli si oppongono duramente, che siano atei o sedicenti cristiani che credono di essere buoni come i Baci Perugina, e invece assecondano i piani del demonio.
    Chiedo scusa ancora per l’off topic.

    • Daphnos ha detto:

      Caro Edoardo, non sono sicuro che si tratti di una bufala, o meglio, non nel senso che credi tu.

      La malafede dei nostri amici atei fanatici non è un opinione, è un fatto. Tuttavia, può essere espressa in molti modi. Un modo per farlo, è inventare la notizia di sana pianta, come nel caso della foto taroccata di Ratzinger che fa il saluto nazista; un altro modo, più subdolo, è prendere una notizia vera e riportarla in modo tale da renderla verisimile facendole dire un’altra cosa, e forse, a prima vista, il caso polacco rientra in quest’ambito.

      Ti faccio un esempio: ai campi del catechismo (dai quali, giusto per caccair via il primo pensiero che salta in testa, sono uscito col deretano immacolato), eravamo soliti giocare al “calcio svedese”. Si tratta di una disciplina che non ha un regolamento ufficiale, ognuno la interpreta come vuole, ma di solito si gioca appoggiando le mani a terra dietro la schiena e spostandosi “a gambero”: i campi in autunno erano spesso fradici e uscivamo da quelle partite ricoperti di fango. Per divertirci al massimo, avevamo ridotto al minimo le norme sul contatto fisico: era lecito qualunque contrasto non provocasse lesioni personali invalidanti =) . Puoi immaginarti le mischie che riuscivamo a imbastire in quei prati. In una di quelle, fu scattata una foto in cui il prete, una smorfia di sforzo disegnata sul viso, teneva un ragazzo con la testa nel fango: inutile dire che non era altro che uno “scontro di gioco”, per il quale non ci sono state conseguenze (a parte il gran divertimento di entrambi). Credo, invece, tu possa immaginarti le conseguenze che avrebbero potuto esserci se quella foto fosse capitata nelle mani di un giornalista di Repubblica Firenze, o magari di Leggo, testata dall’attendibilità vergognosa: giusto per farti capire le teste che ci lavorano, l’anno scorso definirono Breivik “TERRORISTA ULTRACATTOLICO”.

      Purtroppo, la gente, anche quella non stupida, è stata messa nelle condizioni di non ragionare a fondo sulle cose: viene bombardata di notizie, di informazioni, da amici, network, giornali, televisioni… gliene giungono 2-3 al minuto tutti i giorni. E’ ovvio che reagisce d’istinto, anche solo per questioni di tempo. E i commenti, su quei bastardi preti pedofili ai quali viene ancora permesso di circolare, sgorgano spontanei e inarrestabili. Su Leggo lo chiamano “rito di iniziazione”; boh, non sono in grado di esprimermi. Tutto quello che posso affermare è che, in base alle esperienze fin qui accumulate, quello che scrive quel quotidiano, su fatti di cronaca di scarsa rilevanza, è quasi sicuramente falso. Poi la cosa può essere più o meno grave di quanto sembri: ma la testata non merita tanto credito.

      • EquesFidus ha detto:

        Ammesso e non concesso che si tratti realmente di un prete; quello nella foto potrebbe essere chiunque, e nessuno andrà a verificare che si tratti, effettivamente, di un sacerdote polacco.

        • Daphnos ha detto:

          Oltretutto, il fatto che la notizia arrivi dalla Polonia renderà molto difficile l’arrivo di una smentita (di solito le smentite raggiungo meno di un terzo delle persone che hanno recepito la prima notizia, per queste le bufale durano a lungo).

          Ma tanto, che sia vero o no, l’obiettivo di chi ha pubblicato la foto è stato raggiunto, e questo è quello che conta.

  • Daniele Zonta ha detto:

    Scusate l’intromissione,
    avrei voluto rispondere ad alcuni commenti dell’articolo ““Morale laica” nelle scuole francesi: fallimento del relativismo laicista”, ma purtroppo sono stati bloccati proprio mentre stavo inviando il mio. Ho chiesto alla redazione, ma non ho ancora ottenuto una risposta; nel frattempo ho pensato di postarlo qui visto che la tematica non è poi così diversa, si parla sempre di ciò che è “giusto” o “sbagliato” e se qualcosa che si ritiene “giusto” può esserlo in Assoluto o meno.
    Spero che possano leggere il commento le persone con cui stavo cercando di dialogare.

    @Moraldi
    “Ancora una volta non riesci ad afferrare la questione…Davvero non hai ancora intercettato il tema.”

    Qual’è la questione se non dimostrare cercando dei riscontri che l’etica della Religione Cristiana(lo stesso varrebbe per le altre religioni) è Assoluta o meno? Come fai a cercare di dimostrarlo a priori? Dicendomi che credi in Dio e per questo la tua Etica è Assoluta, che vale da sempre e varrà fino alla fine dei giorni, non mi stai dicendo in realtà nulla, se non una tua personale idea a priori che si discosta da ciò che si può indagare nella realtà storica dell’uomo e della religione.

    Come fai a parlare di libertà di culto e di pensiero, di uccidere un altro uomo, come se si trattasse di fare la pipì all’aperto o al chiuso? Cosa riguarda l’etica se non la libertà e la vita?

    Non ho mai detto che il relativismo permette di dire “sempre”, ma che anzi nemmeno la religione e il credere in Dio permette di dirlo e proprio in ciò consiste ciò che sostengo.

    Più volte ti ho chiesto quale sia esattamente la tua Etica, quali le sue leggi immutabili, ma l’unica cosa che continui a ripetere è “non uccidere i bambini”. Dove si trova questo “pilastro dell’Etica”? Quali sono gli altri pilastri? Perchè non ti riferisci invece al quinto comandamento, che dice “non uccidere”? Non sarà perchè hai “paura” dell’istinto di sopravvivenza, che in situazioni estreme potrebbe perfino portarti a compiere un gesto così terribile? Se un uomo ammazzasse la tua famiglia, stuprasse tua moglie e le tue figlie, se questo poi cercasse di uccidere te e l’unico modo per sopravvivere fosse cercare di ucciderlo, cosa faresti? Sei così sicuro che ti immoleresti nel nome dell’Etica Assoluta? Cosa sarebbe in quel caso Giusto e cosa Sbagliato?

    @Gio
    Tu domandi cosa impedisce di ledere il prossimo.
    Lo impedisce la legge dello Stato, che è un accordo tra esseri umani razionali che riconoscono vantaggioso tutelarsi per un bene che è collettivo e quindi individuale, di ogni singolo uomo.

    “Se io dicessi: “ritengo lecito, in base al mio sentire personale, stuprare e uccidere un bambino”, con quale genere di argomenti mi si potrebbe distogliere?”
    Vale quanto detto prima, ti distoglierebbe la società, l’insieme degli uomini che tramite ragione (a differenza di quanto tu dici) ha colto che bene collettivo significa bene individuale e che per ricercare il bene individuale bisogna per forza tutelare in bene collettivo. Se compissi un’azione del genere verresti processato, condannato (si spera) e messo in carcere, cioè ti verrebbe impedito di ledere ulteriormente il prossimo, quindi la collettività. Non è forse questo il meccanismo che mantiene l’ordine e tutela in bene collettivo? Non mi pare che in tutto questo entri in gioco Dio, nè che Dio impedisca che ciò avvenga, che un azione simile sia perpetuata.

    @Leon
    Anche se mi piacerebbe non rispondo a questioni poste con tanta presunzione, che raramente (spero tu possa essere una delle eccezioni) si sposa ad una grande intelligenza.

    Vorrei porre la questione su un ultimo punto, già accennato, e poi, con le vostre eventuali risposte, chiudere la discussione, nella quale ognuno ha già esposto il proprio pensiero.
    Lasciando stare la storia, ma ragionando questa volta in astratto, credo che la vostra posizione di un Etica Assoluta si mostri incoerente ed illogica per il seguente motivo: come può pensare un essere limitato e finito (l’essere umano), di conosce ciò che è Assoluto, ciò che dovrebbe valere oggi e sempre, di contenere cioè all’interno di qualcosa di finito qualcosa che finito non è? Ritenere che la propria etica sia assoluta significa per forza di cose ritenere di possedere il Bene Assoluto, la “Verità”.
    Credo fortemente che sia da questa posizione che possa scaturire il diritto(concesso in nome della Verità e del Bene Assoluto) di limitare la libertà altrui. Non credo sia un caso che le peggiori cose siano state commesse dall’uomo e continuino tutt’oggi ad essere commesse in nome di un ideale ritenuto Assoluto, oggi e sempre, sia esso una Religione, un ideale di Superuomo o qualsiasi altra cosa.

    Personalmente credo sia nell’umiltà di non possere la “Verità” che ci si può avvicinare ad essa, non viceversa.

  • Gio ha detto:

    @Daniele

    Legge dello Stato è stata anche la ratificazione legislativa dell’inferiorità della razza ebraica rispetto a quella ariana o la soppressione forzata delle “vite non degne di essere vissute”, durante il Terzo Reich; è stata la codificazione normativa dell’inferiorità di un uomo nero rispetto a uno bianco e la conseguente legalizzazione della schiavitù negli Stati Uniti di meno di due secoli fa. E si potrebbe continuare all’infinito… Non sempre la legge statale è “un accordo tra esseri umani razionali”. Il consenso, di per sé, non prova nulla della verità di una tesi: è la fallacia dell’argumentum ad populum (lo confuta meravigliosamente Socrate nel Gorgia platonico, nel dialogo con Polo: http://bfp.sp.unipi.it/dida/gorgia/ar01s04.html). La legge, anche se espressione di un regime democratico, non garantisce affatto il bene, il giusto, il vero. E’ solo un accordo intersoggettivo, appunto: e l’accordo lo si può concedere anche al male. Quante volte è successo, e succede anche oggi?

    In ogni caso, dicendo che gli uomini “riconoscono VANTAGGIOSO tutelarsi per un bene”, ammetti esplicitamente proprio quello che volevo mostrare: che la morale laica non può ancorarsi al bene e al giusto, ma soltanto all’utilità che ne trae l’individuo. Ma l’utile, singolare o collettivo che sia, non coincide con il bene. Ecco perchè la morale laica, identificandoli, diventa un mercanteggiare compromessi, in cui non solo il fine a cui il singolo tenderà, chiaramente, non sarà il bene comune, ma esclusivamente il proprio vantaggio, ma oltretutto vincerà sempre il più forte sul più debole. Se non c’è la stella polare di un bene ulteriore che supera le mie mere esigenze utilitaristiche, perché mai dovrei sottomettermi alla legge? Allo stesso modo, evidentemente, i buoni borghesi ariani avevano tutto l’interesse ad essere d’accordo nella confisca dei beni dei loro concorrenti ebrei, come il grande schiavista (generalmente democratico) era ben felice di obbedire ad una legge che gli permetteva di avere manodopera gratis da usare come un animale, massacrare o uccidere quando gli pareva. O no?
    C’è chi ha fatto, a questo proposito, l’esempio delle tasse. Tu puoi dirmi: devi pagarle, perchè ti è utile (non: perchè è giusto) – non forse utile individualmente, ma socialmente. La pubblicità non lo ripete continuamente? Se le pagano tutti, tu ne pagherai meno (anche qui, puro utilitarismo). E io ti potrei rispondere: guadagno molto più non pagandole che pagandole, perchè quello che risparmio è di molto superiore al beneficio che deriverebbe dai servizi di cui usufruirò, e se anche sarò scoperto la cifra da restituire sarebbe comunque inferiore all’eventuale guadagno. L’utilità, l’arma che tu utilizzavi per convincermi, ti si è rovesciata contro: è proprio in nome dell’utilità che io infrango la legge (perché l’utilità individuale supera sempre, nella natura umana, quella collettiva)! Come mi convincerai adesso? Invece la questione si risolve così: la tasse vanno pagate perché è giusto, perchè nella legge morale, attingibile dalla ragione di ogni uomo, è scritto: non rubare. Ogni uomo sa, senza mediazioni, che rubare è ingiusto, anche nell’atto stesso in cui ruba.

    Se la morale è quella dello Stato, dell’autorità costituita, era morale deportare Ebrei, era morale sopprimere vite innocenti, era morale schiavizzare uomini. A Singapore la legge (democraticamente votata mediante “un accordo tra esseri umani razionali”) permette il traffico di organi: allora è morale trafficare organi. E’ semplice logica questa, derivata dalla tua posizione, che è fallace come quella del Polo platonico perché identifica tout court la legge positiva con la giustizia, mentre esiste una legge superiore, la legge naturale, solo in rapporto alla quale si deve giudicare la moralità o meno di una norma. Così già il pagano Cicerone, con la sola ragione, lo riconosceva: “Vera legge è la retta ragione, in armonia con la natura, universale, immutabile, eterna, che con i suoi ordini richiama l’uomo al dovere e con i suoi divieti lo distoglie dalla frode. Gli ordini e i divieti suoi sono ascoltati dagli uomini onesti, mentre non hanno alcun potere sui malvagi. Non è lecito ad essa sostituire altra legge, né modificarla in alcuna parte o annullarla del tutto, poiché né popolo né senato potrà dispensarci dall’osservanza di una legge che ha bisogno di un Sesto Elio per essere commentata e spiegata. Non è essa infatti diversa da Roma ad Atene o dall’oggi al domani; ma unica, eterna, immutabile e capace di tenere a freno tutte le genti di ogni tempo. Poiché uno è signore e guida di tutte le cose, il dio, colui che tale legge ha ideato, meditato, emanato; e chi né a lui né a quella obbedirà, rinnegherà se stesso e la propria natura di uomo, e dovrà subirne la pena, anche se sfuggirà a quei supplizi, che tali sono ritenuti nel giudizio degli uomini (Cicerone, De re publica III, 22, 33”.

  • Leon ha detto:

    Personalmente credo sia nell’umiltà di non possere la “Verità” che ci si può avvicinare ad essa, non viceversa.

    e dunque perchè questo:

    Lasciando stare la storia, ma ragionando questa volta in astratto, credo che la vostra posizione di un Etica Assoluta si mostri incoerente ed illogica per il seguente motivo: come può pensare un essere limitato e finito (l’essere umano), di conosce ciò che è Assoluto, ciò che dovrebbe valere oggi e sempre, di contenere cioè all’interno di qualcosa di finito qualcosa che finito non è? Ritenere che la propria etica sia assoluta significa per forza di cose ritenere di possedere il Bene Assoluto, la “Verità”.
    Credo fortemente che sia da questa posizione che possa scaturire il diritto(concesso in nome della Verità e del Bene Assoluto) di limitare la libertà altrui. Non credo sia un caso che le peggiori cose siano state commesse dall’uomo e continuino tutt’oggi ad essere commesse in nome di un ideale ritenuto Assoluto, oggi e sempre, sia esso una Religione, un ideale di Superuomo o qualsiasi altra cosa.

    Ti accorgi che sono in antitesi non in astratto ma nel concreto.
    Ecco perchè io lo reputo un ragionamento non congruente.
    Non è che il problema sia il suo ma piuttosto,è di tutti.

    Se non possiedi,ma, possedere la verità,non è un’affermazione del cristiano,è unaffermazione che il cristiano non farà mai,dunque è più propiamente un posare sulle labra di altri qualcosa che non hanno mai affermato.

    Ora,Perchè affermi di non possedere la verità,ma la verità è che il cristiano è presuntuoso perchè pensa di possedere la verità?

    Non potrebbe risponderti un cristiano:

    “Possiedo Dio” salvo non sia cristiano,non nel senso esteriore.Ma piuttosto “ascolto” la verità,che più propiamente non è il cristiano.
    Il cristiano in senso umano non è la verità.

    Questo è quello che afferma un cristiano,il resto è:

    Luogo comune.

    Ovvero sono tutte proposizioni su un “luogo comune” di cristianesimo.

    Per questo affermo più volte:bisogna conoscere il cristianesimo per come esso è non per come si pensa che sia,nè rimproverarlo per come dovrebbe essere,ovvero non in astratto ma in concreto.Ovvero togliersi i pregiudizi,se si vuole capire quello che il cristiano dice,non quello che si presume debba dire in astratto.

  • Leon ha detto:

    Ecco faccio un’esempio di un istante fa sul tg1.Non vuole essere una disserzione contro l’islam,ma soltanto un’analisi razionale di quello che hanno detto.

    [..]Il “fanatismo religioso” delle rivolte in pakistan [..]

    Perchè usano questo termine presupponendo che viga un principio di perfetta identità tra le religioni,lasciando sottointendere la locuzione “TUTTI” o “TUTTE” le religioni,con un’ingresso silogistico fallace.

    Il cristianesimo non è l’islam.

    altro es.

    L’ebraismo non è l’islam.

    ecc

    Non vige un principio di IDENTITA’.Dunque è congruente affermare ciò che è inerente al soggetto,del fatto che si stà svolgendo in atto.Cosa c’entra non sò un rabbino o un sacerdote.

    Il fanatismo islamico.

    E poichè sò che ci sono diversi tipi di Islam la generalizzazione di sopra è errata:

    “Il fanatismo di “alcuni” (si stabilirà poi quanti sono se sono maggioranza o minoranza) gruppi islamici.”

  • G.T. ha detto:

    Andrea.

    Io non volevo darti un’idea sbagliata di come immagino o non immagino lo Stati.
    Per fartelo capire utilizzerei un esempio non tanto lontano come ideologia.
    Ci sono scienziati darwinisti che credono ciecamente nel meccanismo caso/necessità. Hanno praticamente sfiorato la filosofia consacrando ciò.
    Ora, diresti arrivato qua nella lettura cosa c’entra?
    Ebbene lo Stato è un meccanismo utile, fin quando è solo meccanismo.
    Non quando lo si consacra. Non quando lo si personifica. Non quando lo si sostituisce antropologicamente al concetto di comunità.
    Con la balla del multiculturalismo distruggono la nazione intesa.
    Gruppi ben precisi non amano l’etnicità, usano lo Stato per controllare i cittadini.
    Ora i filosofi nichilisti trovano dimora nello Stato.
    Perché lo Stato è stato trasformato da meccanismo a concetto filosofico, esattamente come il darwinismo.
    Queste persone servono per scopi politici ciò.
    Quindi la mia idea di Stato equivale a quella di un sistema usato per difendere i cittadini. E si pone al di sotto a concetti come Tradizione, comunità e vita.

  • Corrado Luciani ha detto:

    Mi permetto di dire che l’articolo già dal titolo dimostra un pensiero poco equilibrato e la materia è troppo complessa per dare giudizi affrettati. Eutanasia e suicidio non sono la stessa cosa. Esiste l’eutanasia passiva, oltre che attiva. D’altra parte esiste anche l’accanimento terapeutico e non è facile stabilire confini precisi, anche perché la tecnologia è in continua evoluzione e ciò che era morte naturale per il passato potrebbe oggi essere definito eutanasia perché si sono rifiutate certe cure. Penso che da credenti dovremmo arrivare ad un concetto di morte naturale, dove si sappia accettare la sofferenza che la malattia comporta, ricorrendo tuttavia a tutti quegli espedienti che leniscono il dolore (non solo farmaci, ma anche altre tecniche, dalla meditazione ad un ambiente ospedaliero più accogliente, ad una migliore assistenza psicologica e religiosa). Ma morte naturale significa anche poter scegliere di non essere sottoposti ad interventi e/o cure che possono prolungare la nostra agonia. Finché siamo coscienti siamo in grado di scegliere. Il problema sorge quando coscienti non lo siamo e qualche altro deve scegliere al posto nostro. A questo serve il testamento biologico. Se non ha successo è perché non siamo abbastanza informati, non ci sono leggi adeguate, tantomeno moduli chiari da compilare. Del resto la nostra cultura materialista ci fa evitare di affrontare certi argomenti, così come ci fa allontanare da persone sofferenti. Ma il testamento biologico è a mio parere necessario. Un credente dovrebbe, più che condannare Englaro (che ritengo fosse convinto di fare la volontà della propria figlia) o persone che hanno avuto comportamenti analoghi, assistere i sofferenti, pazienti o loro stretti familiari, affinché abbiano quel sostegno morale e materiale per quella loro difficile condizione. A maggior ragione lo dovrebbero fare le istituzioni religiose, che sicuramente hanno molte risorse umane e materiali. Anche nel definire il suicidio come il più grosso peccato non vedo misericordia cristiana. Tante sono le condizioni umane, tanti sono i motivi di suicidio ed è da superbi e superficiali dare dei giudizi così affrettati. Perché la depressione può capitare a chiunque e tavolta anche chi ha fede può andare in crisi, soprattutto se si sente sopraffatto da una serie di eventi imprevisti quanto disastrosi. Mi piacerebbe che si affrontassero certi argomenti con uno spirito più costruttivo piuttosto che di condanna, come ho visto in questo articolo.

    • Antonio72 ha detto:

      Sono d’accordo su tutto o quasi. E’ ovvio che l’eutanasia non è il suicidio non più di quanto possa esserlo il rifiuto, e non solo all’accanimento terapeutico, ma a qualsiasi terapia o trattamento sanitario anche se ciò dovesse comportare un serio pericolo per la stessa vita del paziente (mi ricordo di quella donna che decise di non amputarsi la gamba, preferendo morire con due gambe che vivere con una sola).
      Il problema è che la morte naturale non esiste affatto, non è mai esistita. E’ l’uomo a stabilire quale sia il discrimine tra la vita e la morte: ieri era la l’arresto cardiaco, oggi la morte cerebrale, domani chi lo sa.
      Inoltre, come giustamente affermi, delineare i confini in cui si configuri accanimento terapeutico, distinguendolo così dall’eutanasia è cosa ardua, a meno di non affidarsi a freddi protocolli medici oggettivi che ignorano del tutto che si abbia a che fare con un paziente e quindi un soggetto, dunque un individuo unico ed irripetibile, bensì solo con un corpo come qualsiasi altro, e spesso considerato nemmeno per intero, ma solo una sua minima parte.

    • Gio ha detto:

      La differenza fra eutanasia passiva e accanimento terapeutico è netta, a chi vuol vedere. Per il cattolico valgono queste parole di Giovanni Paolo II: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2004/march/documents/hf_jp-ii_spe_20040320_congress-fiamc_it.html. Il protestante passi pure oltre, ma il cattolico deve seguire il Magistero. Se non vuole, è liberissimo di farlo rimanendo credente: ma fuori dalla Chiesa cattolica.

      Per quanto riguarda Englaro, che le sue dichiarazioni furono falsa testimonianza, lo affermano la migliore amica di Eluana (http://www.ilgiornale.it/news/eluana-non-mi-ha-mai-detto-che-avrebbe-voluto-morire.html) e soprattutto Pietro Crisafulli (http://www.corriere.it/cronache/09_febbraio_06/englaro_crisafulli_6cc13c8e-f465-11dd-952a-00144f02aabc.shtml). Questi ultimi non avevano dei veri motivi personali per mentire pubblicamente, a differenza di Englaro, che invece fondava tutto il suo “diritto” proprio sulla volontà espressa dalla figlia. Senza questa presunta dichiarazione, tutto sarebbe stato vano: era necessario mentire per ottenere lo scopo. Dei giudici taccio, che emisero una sentenza mediante la ricostruzione arbitraria e non comprovabile della volontà di una persona che non poteva opporsi a quanto le si voleva fare, un monstrum giuridico degno delle purghe staliniane.

  • Sophie ha detto:

    L’uomo adesso si sente Dio e fra le sue forme di controllo sul mondo ci sono aborto ed eutanasia.

  • Carlo ha detto:

    Esiste Dio? Evidentemente in tanti (me compreso) pensiamo di no. Tutte le religioni (nessuna esclusa) nascono per dare una risposta (leggasi auto illusione) alla presenza del male, della malattia e della sofferenza.
    Ma che risposte sono? Le leggiamo nell’articolo..”dio è con noi”, “speranza” “confessione” ecc ecc. Le solite (non) risposte ma illusioni.

    Una persona malata vuole guarire, non sa che farsene delle illusioni.
    Ma questo concetto può essere compreso anche da un punto di vista logico.
    Ci hanno sempre raccontato che Dio ha diverse caratteristiche tra cui amore,onnipotenza e bontà assolute.
    Quindi ci domandiamo… se questo è vero perché esiste la malattia? Perché Dio non muove un dito per soccorrere le sue creature? Queste domande “scomode” erano soffocate fino a qualche anno fa dall’ingoranza e dalla paura che incutevano le religioni (inferno, sofferenza eterna e altre storielle).

    Grazie alla secolarizzazione abbiamo capito che ci raccontano storielle. La sofferenza non ha nessun fine benefico, come volevano farci bere. La sofferenza va affrontata, combattuta e dove è inevitabile, va lasciata al soggetto la libertà di scegliere se porre fine a questa troppa sofferenza.

    La vita è un dono di Dio? No. Ma anche se lo fosse un dono può essere rifiutato. Una volta hanno regalato a mia madre un fornello elettrico. Il termostato era rotto, qualunque temperatura mettevi la roba usciva bruciata. Inoltre rilasciava scosse elettriche (forse c’era un corto circuito). Abbiamo preso quel forno e lo abbiamo buttato nella spazzatura.

    • giovanni ha detto:

      Ovviamente se Dio (e mi riferisco a quello rivelato da Gesù Cristo) non esiste, nulla ha senso e tutto può essere fatto e disfatto a piacimento. Si può anche gettare nella spazzatura un essere umano alla stregua di un fornello elettrico malfunzionante e, credimi, mi spiace davvero che la percezione della tua stessa dignità come persona sia così bassa, che ti senta un elettrodomestico.
      Qui non si tratta di “pensare” se Dio esiste o meno. Quello che conta è l’esperienza di amore che se ne fa, non la “conoscenza” intellettuale e tale esperienza, se si apre il cuore al mistero, è forte e autentica. Ovviamente chi
      si richiude su se stesso la chiama illusione.
      Pazienza, io so che non è così.

      Perché chi si sente amato da questo Dio e ne ha fatto esperienza (altro che “illusione”!) sa (non “pensa”) che sebbene la sofferenza in sé non abbia senso, ha a fianco Qualcuno che, sebbene onnipotente, si è fatto carico fino in fondo di questa stessa sofferenza, e riesce a darle un senso solo alla luce della fede.
      Hai mai visto un malato grave sorridere?
      Io sì, e molti.
      Dio è amore e bontà in senso assoluto, e proprio per questo il male nel mondo non ce l’ha messo lui. Se approfondissi un po’ il catechismo della Chiesa cattolica scopriresti che quelle domande “scomode” hanno una risposta chiara e stanno tutte su quella croce, “scandalo per i pagani” e per tutti coloro che hanno un immagine di Dio non conforme ai modelli di “invincibilità” e “perfezione” sempre più consolidati nella nostra società.

      Altro che elettrodomestico, io sono un figlio di Dio!
      La mia esistenza è un prodigio che racchiude in sé un frammento di Colui che ha creato l’universo la mia dignità ha un valore ben più elevata di quella dell’universo stesso e delle meraviglie che racchiude; sono un essere pensante e cosciente che ha un obiettivo, e tutto questo nonostante possa essere affetto da una qualche malattia, grave o meno che sia.

      Si dice spesso che quando c’è la salute c’è tutto. Io sono dell’idea che quando c’è l’Amore c’è tutto.
      Buona giornata.

  • Carlo ha detto:

    Un Dio onnipotente che non riesce a dare un po’ di felicità ai suoi figli?? Un Dio onnipotente che crea le malattie e pur essendo onnipotente non muove un dito per i suoi figli?

    “sebbene la sofferenza in sé non abbia senso, ha a fianco Qualcuno che, sebbene onnipotente, si è fatto carico fino in fondo di questa stessa sofferenza, e riesce a darle un senso solo alla luce della fede.”

    L’illusione a cui mi riferivo è proprio quella a cui lei accenna. Posso anche immaginare che i raeliani diano un senso alla mia sofferenza. Poi scusi ma che vuol dire che abbiamo qualcuno che si è fatto carico di questa sofferenza? A me serve qualcuno che mi liberi dalla sofferenza non che si fa carico della sofferenza.

    Sia serio sig. Giovanni…

    Comunque ognuno è libero di pensarla come la vuole. Io non credo nell’esistenza di Dio, lei si. Quindi per cortesia lasciamo libertà di scelta al singolo.

    Buona giornata

    • giovanni ha detto:

      Ero serissimo.
      Il Dio in cui credo NON ha creato alcuna malattia e la falicità la dà a piene mani a coloro che la vogliono accettare.
      Se poi questi sono degli illusi, beh… sono ben lieto di essere in quel numero. 🙂

      Almeno non mi sento un tostapane o un fornelletto. 😀

    • Ottavio ha detto:

      Purtroppo la felicità è per chi decidere di seguire Dio, e tu non potrai mai essere felice inutile lamentarsi per non aver ricevuto “felicità” a priori. La natura è libera di errare tanto quanto l’uomo, oltretutto il fatto che tu “non veda” l’operare di Dio mi sembra una ben piccola dimostrazione della sua esistenza.

      Vuoi essere liberato dall’infelicità e dalla insofferenza? Comincia a smettere di CREDERE che Dio non esiste.