«Come donna non mi sento al sicuro nella comunità atea»
- Ultimissime
- 19 Set 2012
Ci risiamo, nuovamente emergono gravissimi problemi di rispetto verso la donna nella comunità di atei militanti. Sembra un’accusa tirata per i capelli e invece non è affatto così, tanto che sono le stesse donne impegnate in questi movimenti a denunciare la pesante situazione.
Ne sa qualcosa Rebecca Watson, giovane americana proprietaria del blog al femminile “Skepchick” che l’anno scorso ha voluto rendere noto uno spiacevole approccio sessuale ricevuto durante la sua partecipazione alla “World Atheist Convention” di Dublino. Avendo osato lamentarsi di questo, ha ricevuto come risposta tutta una serie di insulti misogini dai membri della comunità atea americana, terrorizzati di aver in questo modo screditato ancora di più loro reputazione agli occhi degli statunitensi (che è già decisamente bassa, come mostrano i sondaggi). Perfino il grande sacerdote Richard Dawkins ha voluto intervenire consigliando alla Watson di stare in silenzio e di non lamentarsi istericamente di aver ricevuto attenzioni sessuali, quando nel mondo ci sono donne costrette a subire mutilazioni genitali. Per queste dichiarazioni il leader ateista ed ex zoologo è stato inserito tra i peggiori misogini del 2011.
Quello della Watson non sembra affatto essere un caso isolato. L’8 luglio scorso infatti l’associazione “American Atheists” ha reso nota l’intenzione di creare una politica di autoregolamentazione per i loro convegni e conferenze per far sapere che «gli eventi dell’”American Atheists” sono sicuri e divertenti». La sorprendente decisione è stata causata dall’aumento esponenziale di denunce da parte di donne di molestie sessuali ricevute durante le conferenze dell’associazione. Todd Stiefel, presidente e fondatore dell’associazione umanista Stiefel Freethought Foundation ha parlato di donne «molestate senza sosta, toccate sotto i tavoli, minacciate di stupro, furtivamente fotografate per voyeurismo pornografico».
Qualche giorno fa è emerso l’ennesimo caso. La vittima si chiama Jen McCreight, divulgatrice scientifica, atea e femminista, abituata a scrivere su Freethoughtblogs.com. Nell’agosto scorso ha spiegato di essere entrata da cinque anni nel movimento ateista, trovandosi bene «fino a quando non ho cominciato a parlare di femminismo». Ha iniziato a trattare questo argomento perché -ha raccontato- «ho ricevuto inviti sessuali da sconosciuti in tutto il Paese. Quando comparivo o parlavo in occasione di eventi atei, c’era sempre una marea di commenti sul mio seno e sul mio aspetto fisico». Così ha pensato ingenuamente di parlare di femminismo, per educare al rispetto verso le donne, ma «puntuale come un orologio, ogni mio post sul femminismo veniva commentato da centinaia di commenti dove mi si accusava di odiare gli uomini, di essere brutta e esageratamente arpia. Nonostante la merda che ho ricevuto, ho continuato a sostenere pubblicamente questi movimenti. Ho pensato che questo diluvio di sessismo non aveva niente a che fare con loro. Non riesco a contare quante volte ho pubblicamente sottolineato che il movimento ateo/scettico, anche se non perfetto, è ancora un posto sicuro per le donne e altre minoranze. Ma ora riconosco che stavo solo cercando di convincere me stessa». Ed ecco le parole più forti: «Io non mi sento al sicuro come donna in questa comunità, mi rendo conto di non essere mai stata la benvenuta in questo movimento. Abbiamo vomitato cartelloni che sostengono che siamo buoni senza Dio, ma in che modo lo stiamo dimostrando come movimento?»
Parole durissime che non sono certo piaciute alla gerarchia laicista che ha scatenato -come reazione- un putiferio incredibile di diffamazione della povera McCreight. Una violenza inaudita tanto che qualche giorno fa la blogger atea ha annunciato di voler smettere di aggiornare il blog: «Ho chiuso con il blogging per un periodo indefinito di tempo», ha scritto. «C’è un gruppo di persone là fuori impegnate ad odiare me, i miei amici, e anche le persone che sono solo vagamente associate. Non posso più scrivere nulla senza che le mie parole vengano travisate. Mi sveglio ogni mattina leggendo commenti offensivi ed e-mail su come io sono una “puttana”, “puritana”, “brutta”, “grassa”, “femminazista”, “ritardata”, “cagna” e “figa” (solo per citarne alcuni). Se blocco queste persone ricevo un’ondata ancora più grande di odio ingiustificato. Questa mattina ho dovuto cancellare decine di commenti di persone che imitano la mia identità facendo grafici osceni, degradanti commenti sessuali sulla mia vita personale. In passato, più persone hanno minacciato di contattare il mio datore di lavoro con le “prove” che sono uno scienziata cattiva (perché sono una femminista) cercando di distruggere il mio lavoro. Sono costantemente preoccupata che l’abuso si diffonda ben presto ai miei cari».
Ancora una volta affermazioni durissime, ma lo sfogo è continuato: «questo comportamento tossico sta colpendo tutte le parti della mia vita. Con questa nuvola di odio appesa sopra la mia testa non riesco a godermi i miei hobby. Sono costantemente con i nervi logori che mi spingono a prendermela con quelli che amo. Trascorro la maggior parte del mio prezioso tempo libero arrabbiata, sul punto di piangere per dover moderare i commenti o leggere nuove cose terribili che vengono dette su di me. E l’unica soluzione che vedo è quella di staccare la spina. Posso ancora occasionalmente scrivere di scienza o di argomenti che non trattano l’abuso (non aspettatevi articoli sull’ateismo o il femminismo per un po’). Ma non posso più affrontare un’orda ossessiva di nemici che stanno cercando di rendere la mia vita miserabile, perché ci sono riusciti. Quindi, addio per ora. Ho bisogno di concentrarmi su come mantenere me stessa sano e felice, e questo non accadrà all’interno della tossica comunità atea». La McCreight si è fatta rivedere il 10 settembre 2012 rivelando che i suoi timori erano fondati: l’odio degli atei si è trasmesso da lei a suo padre e alla sua famiglia. Il fenomeno è talmente diffuso che il sito web “Skepchick.com”, per correre ai ripari, ha dovuto intervistare diversi leader ateisti facendoli affermare che l’odio verso le donne perpetrato nella comunità atea e umanista è cosa disdicevole e discriminante.
Di fronte a tutto questo le femministe di professione e la stampa laicista non soltanto non se ne occupano ma continuano imperterriti a descrivere Benedetto XVI come “misogino” (seppur inconsapevole) perché «esclude le donne dal sacerdozio». Peccato che le motivazioni siano assolutamente ragionevoli e per nulla discriminatore, come riconoscono le stesse donne cattoliche. Lo ha fatto di recente Suor Viviana Ballarin, presidente dell’organismo dal quale dipendono tutti gli ordini religiosi femminili italiani (USMI), la quale -seppur avanzando giuste rivendicazioni di maggior spazio a livello di responsabilità e decisionalità nella Chiesa- ha affermato: «Non sono smaniosa di rivendicazioni per quanto riguarda le questioni teologiche aperte. Come donna mi sento pienamente realizzata sia nella mia identità che nella mia missione. Se un giorno il sacerdozio e il diaconato verranno dati alle donne ben venga, mi pare però che ciò che conta veramente per ogni donna sia vivere quella diaconia e quel sacerdozio che sono stati impressi nella sua carne come fuoco il giorno in cui Dio l’ha voluta femmina e non maschio».
19 commenti a «Come donna non mi sento al sicuro nella comunità atea»
Donneeeeeeeee!!!! E’ arrivato l’ateinooooooo!!!
Accidenti che batosta…qui la faccenda si fa seria. Ora voglio vedere chi trova il coraggio di parlare di misoginia nella chiesa!
dalla descrizione dell’ambiente fatta da Rebecca Watson gli atei appaiono come una massa di pervertiti sessuali, con pulsioni fuori controllo e decisamente instabili dal punto di vista psichico. Mi pare una rappresentazione corretta di quel mondo.
Non esageriamo….questo è il solito rischio!! Effettivamente sembra che nella comunità atea americana vi siano grossi problemi di razzismo e misoginia, ma arrivare a dire che tutti gli atei sono così è una sciocchezza.
Fino a un anno fa anche io ero ateo, fortemente anticlericale e mai ho sfiorato una donna, nemmeno con un fiore. Sicuramente il livello di violenza e aggressione presente negli atei militanti allontana il genere femminile, questo è vero. Ma non c’è nessun nesso con la violenza sessuale.
appunto, negli atei militanti esiste un livello di aggressività che non è normale, la stessa aggressività che esercitano contro la religione e ciò che rappresenta la trasferiscono poi in altri ambiti della vita, e l’attenzione morbosa nei confronti delle donne è uno di questi. Del resto fu proprio uno psichiatra ateo, Cesare Musatti, che definì per primo al mondo, il profilo di una patologia psichiatrica che definì “ateismo nevrotico” nella quale i sintomi evidenti sono rappresentati dall’atteggiamento aggressivo e violento dei soggetti che ne sono colpiti. La descrizione degli atteggiamenti fatta nell’articolo coincide con questo tipo di problemi.
hai ragione ma ho come l’impressione che questo ateismo sprezzante e irriverente attiri la persone fortemente edonistiche e prive di morale piuttosto che raffinati filosofi…
Che molti atei possano essere misogini è pacifico: Vi sono anche esempi illustri nel passato : uno è Schopenauer, un altro ad es. è Nietsche di cui è nota la battuta: “Vai a donne? portati la frusta!” (tutto ciò con buona pace che accusano la chiesa di misoginia.
mi correggo: ….con buona pace di coloro che accusano la chiesa….
Niente di nuovo sotto il sole: dall’albero si riconoscono i frutti.
… è il contrario 😉 è dai frutti che si riconosce l’albero …
Hai ragione, anche se la sostanza non cambia!! 😉
“se un giorno il sacerdozio e il diaconato verranno dati alle donne ben venga”?
Ma una suora, per di più esponente di un’organizzazione cattolica ufficiale, dovrebbe sapere che NON SARA’ MAI POSSIBILE alle donne accedere al sacerdozio.
Santo cielo, quanta ignoranza -.-
non posso leggere queste cose scritte da un cattolico
Ho avuto paura per un attimo che si trattasse di un caso di pedofilia nell’ambito della comunità atea.
Vi scandalizzando dei maggiorenni che corteggiano altri maggiorenni quindi suppongo che orrore che possono aver suscitato in voi gli innumerevoli casi di violenza contro i bambini perpetrati da sacerdoti.
Un commento sciocchino, il giochino dello specchio riflesso ho smesso di farlo a 6 anni. Certamente siamo inviperiti per l’orrore della pedofilia anche nella Chiesa, condanniamo tutti coloro che hanno agito e hanno coperto senza nessuna remora.
Mi spiace davvero comunque che nel tuo commento non abbia trovato spazio una presa di distanza, ma abbia offeso ancora di più queste donne molestate ironizzando su chi si scandalizza. La stessa reazione avuta da Dawkins che pur di difendere la categoria ha minimizzato i fatti.
Quindi secondo te ben vengano le donne molestate ma non la pedofilia. Ragionamento interessante…(oltre al fatto che non è possibile stabilire il tasso di pedofilia nell’ateismo non essendo un’istituzione ben precisa)
certo che ci provocano orrore i casi di bambini violentati da sacerdoti, ma non sono certo ‘innumerevoli’ come sostieni tu!
dovresti ben sapere quanti casi di pedofilia in cui sono coinvolti dei sacerdoti, in realtà erano montature. peccato che nessun giornale o servizio televisivo ne parli, visto che fa comodo strillare al ‘prete pedofilo’, ma quando si rivela una bolla mediatica, allora nessuno si prende la briga di rettificare.
Quindi: orrore per le vittime di abusi, ma al contempo consapevolezza dei numeri. per onorare la verità dei fatti
Curioso vedere uno che fa il bacchettone contro i preti pedofili che poi difende l’aborto vero?
Per quanto anche un singolo prete che abusa di un bambino sia gia’ di troppo,
“Priests are not more likely to abuse than rabbis or zoologists”.
http://www.thedailybeast.com/newsweek/2010/04/07/mean-men.html
O della media degli insegnanti.
Il tuo commento, Luca, è quantomeno disonesto e non tiene conto di che cosa c’è scritto nell’articolo. A nessun cattolico dà fastidio che un maggiorenne corteggi un maggiorenne; quello che dà davvero fastidio è che la “prestigiosa” comunità di coloro che, in nome della loro assenza di fede elevato a dogma, attaccano con ferocia e disprezzo i credenti, accusandoli di misoginia, quando i primi cafoni, misogini e maschilisti(quando non pervertiti) fanno parte dell’insigne comunità che, a detta dei membri, porta avanti la forma più avanzata e giusta di Umanesimo, libero dalle costrizioni portate dalla “favola del falegname nazareno”…spesso ho sentito dire che se la Chiesa vuole moralizzare i suoi membri devono essere perfetti, altrimenti è un predicare bene e razzolare male… noi almeno all’incoerenza diamo il nome di peccato, invece l’incoerenza dell’ateo come si può chiamare? Non la si chiama, dal momento che l’ateo non ha nulla a cui essere coerente, a quanto pare…
Scusate, ho fatto un anacoluto, ma sono stato preso un po’ dal furor…