Il genetista Jouve contro l’aborto: «L’embrione è persona»
- Ultimissime
- 20 Ago 2012
Siamo ormai vicini al momento in cui il governo spagnolo di Mariano Rajoy, come avevamo anticipato in Ultimissima 14/2/11 e Ultimissima 30/9/11, comincerà davvero a mettere mano alla permissiva legge sull’aborto voluta da Zapatero, il cui unico risultato è stato quello di aumentare il numero di interruzioni di gravidanza.
Il ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardón, ha dato una scadenza: «Entro ottobre modificheremo la legge sull’aborto», pressato anche dalle numerose sigle pro-life e dalle associazioni di disabili. Innanzitutto tutte le minorenni che decidono di interrompere la gravidanza dovranno prima ottenere l’autorizzazione del padre o del tutore ed inoltre non sarà più possibile ricorrere all’interruzione di gravidanza per delle anomalie fetali poiché esse nella grande maggioranza dei casi non implicano il pericolo di morte né per la madre né per il nascituro. Soltanto nel 2010 sono state interrotte volontariamente 3.361 gravidanze per questo motivo.
Interrogato sulla tematica dell’aborto, il docente di genetica presso l’Università di Alcalá de Henares, Nicolas Jouve de la Barreda, già presidente della “Sociedad Española de Genética” (1900-1994) e responsabile della “Cátedra UNESCO de Bioética”, ha risposto che il cambiamento della legge sull’aborto «dovrebbe ascoltare la scienza», poiché «la vita umana inizia al momento del concepimento». Nel mondo scientifico, ha continuato, «è estremamente chiaro. Questo essere umano dal concepimento dispone già di tutte le informazioni genetiche che lo costituiscono». Ma «se le leggi non vogliono trattare con i dati della scienza, non è un problema della scienza».
Per questo amore ai dati scientifici, mettendo da parte ogni ideologia moderna, nel 2009 il genetista Nicolas Jouve de la Barreda ha anche presentato e diffuso un manifesto in difesa della vita umana nascente, chiamato anche “Dichiarazione di Madrid”, raccogliendo l’approvazione e l’adesione di oltre 2.200 professori universitari, ricercatori e medici di tutte le specialità, alte cariche dello Stato, direttori di enti sociali e scrittori. Nel manifesto, ha spiegato lui stesso, «è implicita la nostra posizione antiabortista anche quando ci opponiamo all’assurdo ed egoista slogan “noi partoriamo, noi decidiamo”, poiché in nessun caso abortire equivale a togliersi un neo o un dente. Perciò abbiamo voluto mettere ben in chiaro che “l’embrione (dalla fecondazione fino all’ottava settimana) e il feto (dopo l’ottava settimana) sono le prime fasi dello sviluppo di un nuovo essere umano e che nel ventre materno non fanno parte della sostantività di nessun organo della madre, anche se dipendono da essa per il proprio sviluppo”. Nel manifesto segnaliamo anche che l’aborto non è solamente “l’interruzione volontaria della gravidanza, ma un atto semplice e crudele di interruzione della vita umana“, “un dramma con due vittime: il bambino che muore e la madre che sopravvive e soffrirà ogni giorno le conseguenze di una decisione drammatica e irreparabile”».
In un secondo articolo, il prestigioso genetista ha affermato: «le scoperte scientifiche recenti sull’inizio della vita umana confermano i tradizionali punti di vista della Chiesa. Essendo concorde con questi progressi non c’è nessuno scontro o contraddizione tra scienza e religione in materia di inizio della vita umana. Non ci sono salti qualitativi nella costituzione genetica, né pertanto nella condizione umana, dal momento della fecondazione fino alla morte. L’embrione è la prima tappa della vita umana che merita di essere qualificato come essere umano e l’essere umano è immutabile nella sua identità genetica lungo l’arco della sua vita. Per questo, dal punto di visto della biologia, non ci sono argomenti per mettere in discussione il fatto che la vita umana ha la stessa intensità in tutte le sue tappe e, coerentemente con questo dato della scienza, il documento pone la domanda: come un individuo umano potrebbe non essere una persona umana?».
3 commenti a Il genetista Jouve contro l’aborto: «L’embrione è persona»
Timidamente, ma almeno qualche voce inizia (o continua?) a sentirsi. Chissà che prima o poi ce ne accorgeremo che la storia de “l’utero è mio e lo gestisco io” fosse una fallacia della peggior categoria… Se non puoi (o non vuoi) aver figli evita la “camporella”!
Anche le associazioni per disabili si muovono in questa direzione, e` bello vedere che la Chiesa non e` sola ad avere a cuore la vita umana.
Che l’embrione si sviluppi in un essere umano, e che quindi lo sia, è di una evidenza tale che non si può non pensare, in chi lo nega, alla malafede.
Il mondo proaborto denuncia la terribile lontananza dell’umanità dal suo Creatore.