Studio inglese: “l’incremento degli aborti è figlio della crisi”
- Ultimissime
- 15 Ago 2012
La crisi economica diventa sempre più crisi morale. Se infatti con le precarie condizioni finanziarie aumentano sempre più le difficoltà economiche delle famiglie, dai dati di una recente indagine, sempre più coppie considerano accettabile e tranquillamente perseguibile la via dell’interruzione volontaria di gravidanza.
Una tendenza particolarmente presente in Europa e negli Stati Uniti e che si è palesata più di altrove in Gran Bretagna, dove è stata espressamente definita con la ricerca condotta dalla società indipendente ‘Insight Research Group’. Nello studio, in cui è stato utilizzato un campione di donne e medici di famiglia, viene illustrato come l’attuale crisi dell’economia e l’incertezza del futuro che ne deriva, rappresenta un importante fattore nel recente aumento di aborti. Dal quadro che emergerebbe dalla ricerca, inoltre, un terzo delle donne al di sotto dei 25 anni ha affermato di non voler mettere su famiglia sino alla fine dello stato recessivo del Paese.
Nondimeno, mentre Oltremanica si prende atto degli inquietanti risultati registrati e di tutte le implicazione che se ne possono trarre, in Italia, ha recentemente visto la luce la bambina salvata dall’aborto grazie al sostegno economico della parrocchia. Un barlume di speranza in una società moralmente decadente.
4 commenti a Studio inglese: “l’incremento degli aborti è figlio della crisi”
L’aborto è uno dei peggiori crimini.
Esatto, e infatti io pretendo di non averci più nulla a che fare. Che l’aborto, se proprio deve esistere (e invece dovrebbe essere sanzionatissimo, dato che si tratta di omicidio volontario con aggravante), almeno sia finanziato solo dai privati e non dalle tasse di chi, come me, non vuole averci niente a che fare nemmeno per vie traverse.
Quache buffone, tempo fa, diceva “Not in my name“, a proposito delle spese militari. Perche’non deve valere anche con l’aborto?
Io ho capito solo una cosa: in Gran Bretagna gli aborti stanno aumentando a dispetto delle politiche governative sulla contraccezione.
E ora cercano di trovare una pietosa scusa nella ‘crisi economica’.