Quando gli scienziati parlano della fede e di Dio

Secondo la concezione epistemologica dominante in alcuni ambienti, nata nell’ubriacatura collettiva durante il periodo illuminista, la scienza porterebbe all’infallibilità della conoscenza e sarebbe la fonte di ogni risposta -prima o poi-, rendendo superflue tutte le altre forme di sapere, a cominciare da quella filosofica e religiosa.

La prima conseguenza di questa idolatria moderna è l’assoluta considerazione per le parole dello scienziato in ogni sfera di conoscenza (da quella filosofica a quella religiosa, da quella culinaria a quella sportiva) e la convinzione per cui esso non può che essere lontano dalla fede religiosa oppure, se credente, vivrà in un perenne stato di dissociazione interiore. Quest’idea odifreddiana, per chi conosce veramente il metodo scientifico e il contesto in cui viene utilizzato, oltre a essere metodologicamente scorretta, è anche smentita dai fatti come ha spiegato Giandomenico Boffi, ordinario di Algebra al­l’Università di Chieti-Pescara.

UCCR ha per questo voluto creare un elenco di citazioni, in continuo aggiornamento, di grandi scienziati in cui si affronta la tematica del rapporto con Dio e con la fede religiosa. Molte di esse appaiono già nell’header (la parte in alto) del sito web. Abbiamo diviso la pagina, che verrà enormemente ampliata nel tempo, seguendo un ordine temporale e partendo dagli scienziati dell’età contemporanea. Ovviamente il tutto è a disposizione dei blogger che vorranno usufruire di queste citazioni (sempre con rispettiva fonte) per il loro portale.

Nella creazione di questo elenco (che sarà presente in modo permanente nella sezione “Fede e Scienza” del sito) ci siamo lasciati ispirare da questa frase di Albert Einstein: «La scienza contrariamente ad un’opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguire finalità teologiche, poiché deve proporsi non solo di sapere com’è la natura, ma anche di sapere perchè la natura è così e non in un’altra maniera, con l’intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sè altre scelte quando creò il mondo» (citato in Holdon, “The Advancemente of Science and Its Burdens”, Cambridge University Press, New York 1986, pag. 91).

 

Citazioni di scienziati credenti, cristiani e cattolici

 

36 commenti a Quando gli scienziati parlano della fede e di Dio

  • Leon ha detto:

    Ecco una citazione che spesso leggo e rileggo.

    « Arriveremo a costruire macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che un’intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità senza l’aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine alate, capaci di sollevarsi nell’aria come gli uccelli »

    (Ruggero Bacone, De secretis operibus artis et naturae IV ,1212 D.C)

    Non possiamo forse affermare senza dubbio le stesse parole di questo frate francescano oggi?
    Fede e scienza.Notare la data, mi è ignoto il perchè il medioevo fu chiamato “secolo oscuro” dall’illuminismo.Ma penso che sia abbastanza ovvio che per ottenere dei risultati ci vogliano anni,pazienza,studio e impegno,ma alla fine quello che disse questo frate francescano sulla scienza è oggi concreto,visto che senza di lui e la sua filosofia, nè Newton nè Galilei avrebbero potuto creare o meglio pensare il metodo scientifico.

    Infatti in Bacone vi è un pasaggio dal “Perchè esiste?” al “Come esiste?.”

    E credo sia inutile voler separare i perchè dai come.In realtà,a mio avviso, sono faccie diverse della stessa moneta.E’ vero che il modo per indagarli è diverso,ma cionostante sono sinergici tra di loro.

  • luca ha detto:

    Concordo pienamente con quanto afferma l’articolo sul ruolo abnorme ed illogico assunto dagli scienziati nella nostra società. Forse dovremmo domandarci con franchezza se la stessa Chiesa Cattolica, nell’affermare “Se qualcuno dice che il Dio unico e vero, creatore e Signore nostro, non può essere conosciuto con certezza grazie al lume naturale dell’umana ragione attraverso le cose create: sia anatema” (DH 3026) non disegni per sé stessa un ruolo altrettanto abnorme e – alla luce dei fatti ricordati nell’articolo – altrettanto illogico.

    • Alessandro M. ha detto:

      Luca, come al solito in ogni tuo commento noto un astio ingiustificato contro la Chiesa (di cui dici di fare parte), che anche in questo caso non c’entra assolutamente nulla. La tiri in ballo in modo indebito per l’ennesima volta, evidentemente tentando di elevarti al di sopra di essa pensando di sottolineare i suoi passi falsi. Un vero atteggiamento laicista…oltretutto vai a citare un cavallo di battaglia di Vito Mancuso, identificando così finalmente da dove scaturisca la tua identità.

      Entrando nel merito, ovviamente sbagli anche questa volta, come tutte le volte che ti rifai alla teologia anticattolica di Mancuso. La Chiesa non afferma per nulla quella frase, che è profondamente diversa (dovresti documentarti sui documenti ufficiali e non sui libri di Mancuso!): “La santa Chiesa, nostra Madre, sostiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale della ragione umana partendo dalle cose create” (http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c1_it.htm). Come viene giustamente spiegato qui (http://www.disf.org/Voci/1.asp), la Chiesa ritiene che la ragione umana sia capace, anche con le sue sole forze, di conoscere l’esistenza di Dio come principio e fine di tutte le cose. Questa è una verità filosofica, come infatti dimostrano tutti coloro che si ritengono “deisti”, come Einstein per l’appunto. Si può capire che Dio esiste, ma per capire “chi” è Dio occorre una Rivelazione, dunque non basta la sola ragione.

      Hai dunque per l’ennesima volta tirato in ballo la Chiesa per attaccarla, ti sei rifatto alle affermazioni di Mancuso senza documentarti opportunamente, e hai anche sbagliato completamente il tuo perfido giudizio da “cattolico adulto”, pretendendo di correggere la dottrina cristiana. L’unica vera cosa abnorme è la tua autostima, credimi.

      • luca ha detto:

        Ancora una volta Alessandro noto che qualunque cosa, argomento, tesi io tenti di esprimere non viene giudicata per la ragione che in sé contiene (o non contiene) ma attraverso oscuri criteri di appartenenza più o meno “tribali” ed irragionevoli. Contrabbandando attraverso questi una Chiesa che per quel che conosco io é ben altra e ben più grande cosa. Che tu lo creda o meno i miei commenti non hanno mai avuto l’intenzione di attaccare la Chiesa e mi ferisce la constatazione che così vengano percepiti. Grazie comunque per l’osservazione, penso comunque che la mia autostima non arrivi a pretendere di essere l’interprete unico e più fedele della Verità, mi illude piuttosto di essere di aiuto ad una comune ricerca nel rispetto reciproco.

        • Alessandro M. ha detto:

          La Chiesa che tu odi e continui ad attaccare e tirare in ballo su qualsiasi argomento difficilmente puoi conoscerla. Sentirti superiore ad essa, tanto da pensare di sottolineare i suoi errori dottrinali, non aiuterà ad uscire dalla confusione, ma ti immergerà ancora di più in essa.

      • luca ha detto:

        Nel merito di quel che scrivi, é fin troppo facile notare che se essere o meno deisti diviene un criterio di verità, questo é in sé un criterio del tutto identico a quello che vorrebbe lo scienziato – ricorda l’articolo – “lontano dalla fede religiosa oppure, se credente, in un perenne stato di dissociazione interiore”. In questi termini mi pare che il preteso conflitto tra scienza e Chiesa Cattolica non sia riducibile alla ragione.

        • Alessandro M. ha detto:

          Questa risposta non c’entra nulla con quella che ho fornito io. Basterebbe conoscere qualcosa di Tommaso e poi di Agostino (forse i cattolici adulti si sentono perfino superiori a loro…) per apprendere che con la ragione l’uomo può arrivare a comprendere che Dio c’è, che un Essere superiore creatore e ordinatore esiste, è onnipotente e perfino buono (tanto da averci creato). Non serve avere una fede religiosa, come Einstein dimostra. Altro paio di maniche è conoscere questo Dio, allora sì che serve una rivelazione e un atto di fede.

          E’ un ragionamento tanto semplice che perfino Mancuso lo capirebbe (sono contento che ti sei accorto che la frase da te citata, copiata da lui, non esiste).

          • luca ha detto:

            Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano I, sessione III (24 Aprile 1870), Canone II – la rivelazione.
            Dici bene: non serve avere una fede religiosa, eppure non basta fare il miglior uso della ragione. Se così non fosse la fede diverrebbe un obbligo anziché un frutto di libertà e responsabilità dell’uomo “perché così esso cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, con l’adesione a lui, alla piena e beata perfezione” (Gaudium et Spes 17; CCC 1730-1738)

            • Alessandro M. ha detto:

              Accidenti…pur di aggredire la Chiesa e tirarla in ballo su un argomento in cui non c’entrava nulla sei andato a rovistare per trovare una frase del 1870 (oggi ampiamente cancellata dai documenti)!! Complimenti per la meschina operazione…

              Rispetto alla tua risposta ti confondi ancora: dici che verrebbe violata la libertà umana non capendo che riconoscere l’esistenza di Dio attraverso la ragione (e non la fede), basandosi sull’ordine naturale, la razionalità dell’universo, il fine-tuning e la complessità dell’essere umano è proprio un atto di libertà. Infatti c’è chi lo riconosce (si veda il recente Antony Flew, che si è convertito senza avere una “fede religiosa” come dice lui stesso, rimanendo deista) e chi non lo riconosce, attribuendo tutto al caso.

              • luca ha detto:

                Esatto Alessandro, hai toccato il punto giusto e mi aiuti a spiegarmi meglio: riconoscere l’esistenza di Dio attraverso la ragione é un atto di libertà non una conseguenza ineludibile e cogente della ragione come imporrebbe l’affermazione “può essere conosciuto CON CERTEZZA”. Affermazione che nega in modo certo indiretto ma chiarissimo la possibilità che un’ateo possa essere aqnche incidentalmente un buon scienziato.
                Circa tutto il resto, Moraldo ancora una volta mi invita a desistere presumendo in modo implicito la mia natura di Troll. E’ un pò strano perchè nel passato anche recente sono stato aspramente criticato per aver sostenuto le mie posizioni con riferimenti al Catechismo e ai documenti del Concilio Vaticano II, a quanto pare qui considerati poco “ortodossi”. Ora invece non viene accettato il mio riferimento testuale ad un passo del Concilio Vaticano I con valore di dogma (“sia anatema” chi pensa diversamente, si legge). Chi dice che non é vero che sta scritto, chi che sarebbero affermazioni superate, chi che sarei io anon averle ben capite (ed almeno su questo siamo daccordo). Ora tuttavia, poiché tutte queste affermazioni apparentemente contraddittorie provengono sicuramente dalla Chiesa, non potrebbe essere semplicemente che si debba pensare ad una Chiesa un poco più grande, dinamica, complessa, bella di come qui viene dipinta ? Un Corpo di Cristo capace di comprendere tanto quelli che pensano come me quanto quelli che pensano il contrario ? Che possa essere utile per i fedeli dell’unica verità confrontare le loro diverse opinioni su questi argomenti per tutti noi così impiortanti ?

                • Alessandro M. ha detto:

                  Sbagli a comprendere la frase del 1879. Affermare che “può essere riconosciuto con certezza” significa che si può giungere ad una certezza circa l’esistenza di Dio grazie alla sola ragione. E non certo che non esistano buoni scienziati atei come vuoi far credere tu, evidentemente colto sul vivo (alla faccia della spacciata cattolicità). Vedo comunque che hai abbandonato in fretta l’argomento della presunta “violazione della libertà”…

                  Trascuro volutamente il resto del commento, sono allergico a chi pensa di correggere la Chiesa sentendosi ad essa superiore.

                  • Luca ha detto:

                    Permettimi Alessandro un possibile ragionamento agnostico, come credo sempre occorra fare su questi temi. A rigor di logica
                    se una cosa é certa, si impone a tutti coloro che si rifanno alla ragione. Dunque se lo scienziato ateo X afferma che la ragione lo porta altrove, o non sa usare la ragione, o la ragione é altrove (negazione del citato dogma) o infine la ragione non basta (altra possibile negazione del dogma). Inoltre se la ragione mi obbliga a pensare al senso del mio esistere nei termini di una trascendenza evidentemente ne conseguono effetti decisivi in termini di libertà e responsabilità dell’uomo. Un Do cattivo che cerca unicamente la nostra obbedienza ad un progetto già definito e chiuso o un Dio buono che pensa la libertà come parte imprescindibile del Bene ? Questa a me pare una seconda strada altrettanto chiara per negare l’assunto iniziale della ragione CERTA. Il Santo Padre in comunione con i suoi ultimi quattro predecessori ha preso una strada ben diversa, di non belligeranza con il mondo “esterno”, di confronto costruttivo come con chi ha pieno diritto di interloquire fruttuosamente su questi temi. Come chi sa di avere una Via e l’esempio di una Vita per camminare verso la Verità senza la pretesa di possederla già in esclusiva e per intero. Da quando cerco di interloquire su questo sito al contrario queste posizioni che faccio mie vengono attaccate come espressioni di odio per la Chiesa. Boh ? Quale Chiesa e quale fede intendete ? Evidentemente posso sbagliare ma queste posizioni non mi sembrano così chiare, razionali e lineari ed è quello che mi sto sforzando di testare.

                  • luca ha detto:

                    Il precedente é scritto in fretta, provo a spiegare meglio. Delle tre ipotesi la prima resta aperta: “lo scienziato ateo non sa usare la ragtione”. Qui secondo me entra in ballo il problema della libertà e responsabilità dell’uomo: “questa a me pare una seconda strada altrettanto chiara” … per negare l’assunto dogmatico iniziale. A me pare sia la strada percorsa dalla Chiesa Cattolica e che un pò tutti voi tutti qui negate.

            • enrico ha detto:

              @luca

              Lei confonde fede e riconoscimento di un ente creatore.
              Affermare di credere in Dio ma contemporaneamente affermare che un principio creatore non possa essere riconosciuto mediante la ragione significherebbe ritenere che Dio non ha dato all’uomo ragione sufficiente.

    • G.T. ha detto:

      non disegni per sé stessa un ruolo altrettanto abnorme

      Chi può mettere in discussione un istituzione sacra?
      Può un semplice uomo, attraverso la ragione umana, pretendere di mettere in discussione il Corpo di Cristo?
      Può la Chiesa illudersi di essere una semplice organizzazione umana e non perseguire scopi divini, così mettendosi in discussione?

      • luca ha detto:

        Il Corpo di Cristo che io e te confessiamo nel Credo ha molte immagini. L’immagine che la Lumen Gentium ci ha tramandato é quella di un popolo di Dio in cammino, di una comunità santa e peccatrice piuttosto che di una formula matematica o teoretica. Detto questo hai assolutamente ragione: il Corpo di Cristo non si discute e persegue scopi divini.

        • G.T. ha detto:

          Il Corpo di Cristo lo si accetta, è un dono, “non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa”!
          G.T.

          • luca ha detto:

            Esattamente G.T. Nel riconoscere l’unità del corpo di Cristo non contano i miei limiti come i tuoi o quelli del Sig. Mancuso ma solo la nostra fede (ricomposta nel complesso del Popolo di Dio) che solo Dio può vedere e giudicare.

            • G.T. ha detto:

              Non c’è salvezza senza la Chiesa di Cristo! Alcuni (i cattivi maestri) vogliono depredarla! Guai a coloro che rifiuteranno la Sposa di Gesù!

        • Fabio Moraldi ha detto:

          Dai luca lascia perdere…fingere di fare il cattolico mentre attacchi continuamente la chiesa non può durare a lungo.

          • G.T. ha detto:

            E’ un difetto comune, volere una chiesa (non la Chiesa) ad uso e consumo, che non dia al singolo troppo fastidio!

  • enrico ha detto:

    Vorrei porre una domanda.
    Ora un materialista presumo ritenga che tutto ciò che studiamo e osserviamo sorga da una qualche fluttuazione del vuoto quantistico.
    Dunque l’uomo è solo materia derivante dall’evoluzione di tale fluttuazione.

    Ritengo che anche un ateo materialista affermi di ragionare e di pensare.

    Dunque la materia pensa?
    Ha sempre pensato? Oppure può la materia darsi da se stessa la ragione ed il pensiero?

    • Leon ha detto:

      X)) S.Alfonso?

      Se il vuoto e associabile al nihil non può avere flutuazioni altrimenti sarebbe già presente materia.Infatti il movimento è correlazionato alla materia o agli atomi se vi è un qualsiasi movimento interessa le relazioni tra atomi e molecole.
      Per ragione non puo esserci flutuazione ne movimento ma solo stasi,altrimenti anche il vuoto sarebbe a rigor logico materia.

      • enrico ha detto:

        Leon

        Ok ma non è questo il punto.
        Un fisico che sostenesse l’ipotesi che ho sinteticamente descritto risponderebbe che il vuoto inteso come niente non è mai stato.
        Ma che tutto sorge da fluttuazioni del vuoto quantistico (ipotesi di Hawking Stenger etc etc).
        Insomma un’eternità della materia.

        La domanda che pongo forse in modo piuttosto grezzo è che se tutto è solo materia, anche l’uomo è esclusivamente materia (non anima nè spirito).
        Ora poichè l’uomo pensa significa dunque che la materia pensa, ovvero riflette su se stessa.
        Può qualcosa darsi qualcosa che non ha?

        • Jacques de Molay ha detto:

          Scusate se vado leggermente OT, ma l’argomento mi interessa.
          Vorrei riportare una frase di A. Vilenkin, tratta dal suo libro “Many worlds in one”:

          It is said that an argument is what convinces reasonable men and a proof is what it takes to convince even an unreasonable man. With the proof now in place, cosmologists can no longer hide behind the possibility of a past-eternal universe. There is no escape, they have to face the problem of a cosmic beginning.

          Insomma, secondo Vilenkin, l’universo avrebbe un inizio assoluto.
          E’ da intedersi quindi come un inizio ex-nihilo? E se non lo fosse, presupponendo che il nulla inteso come non-essere non sia mai stato, e sia stato piuttosto quel vuoto quantistico, dovremmo accettare che questo vacumm sia eterno ed incausato? E nel caso in cui l’universo abbia avuto origine da queste fluttuazioni del vuoto quantistico, (che sarà anche “vuoto”, ma mi risulta possedere già una dimensione spazio-temporale, energia e di essere governato da leggi fisiche precise), non sarebbe ragionevole supporre che l’universo avesse dovuto originarsi infinito tempo fa, invece che da circa 13,72 miliardi di anni?

          • enrico ha detto:

            @ Jacques de Moley

            Ho letto articoli qui di Giorgio Masiero sull’argomento.
            Direi riassumendo.

            1 La materia non può crearsi da se stessa cioè dal nulla, dunque il vuoto quantistico, che come dice lei non è vuoto, lo spazio etc etc dovrebbero esistere da sempre.
            Questa non è un ipotesi verificabile.

            2 Penso che da questa condizione si ipotizzino non la formazione di un Universo ma di un numero imprecisato di Universi fra cui questo in cui valgono certe costanti fondamentali.
            E’ un altra ipotesi non verificabile.
            Con questo ritengo intendano rispondere al fatto che il nostro Universo, che noi studiamo, ha avuto un principio.

            • Jacques de Molay ha detto:

              Grazie Enrico per la risposta.
              I miei dubbi tuttavia persistono: dici (ti do del tu) che la materia non possa crearsi da sola dal nulla (condivido) e che il vuoto quantistico dovrebbe esistere da sempre, ma questo -MI PARE- sia proprio il contrario di quanto stabilito da Borde-Guth-Vilenkin.
              Inoltre risulterebbe quantomeno strano che un vuoto quantistico eterno (pertanto incausato, ma affermare che un fenomeno non abbia una causa mi sembra leggermente antiscientifico) possa originare l’universo proprio 14 miliardi ca di anni fa.
              Sarebbe interessante sentire al proposito il prof. Masiero, ma credo che a ferragosto abbia di meglio da fare! 🙂

              PS. Potresti linkarmi gentilmente gli articoli del prof. a cui fai riferimento? Grazie.

              • enrico ha detto:

                @ Jacques de Molay

                Io semplicemente ricerco in google
                “uucr masiero Hawking” trovato il primo gli altri sono indicati alla fine dell’articolo.

                Sinceramente credo che nessuno possa sapere cosa ci fosse prima della singolarità iniziale che è all’origine di questo universo.
                Dunque siamo nel campo delle ipotesi.
                Lo stesso per l’eternità del vuoto quantistico.
                Penso che il teorema di Borde-Guth-Vilenkin contraddica l’ipotesi di un universo pulsante.
                Ma che non dia risposte rispetto al problema che stiamo affrontando.

                • enrico ha detto:

                  pardon “uccr masiero hawking”

                • Jacques de Molay ha detto:

                  Da quello che ho capito io, il teorema Borde-Guth-Vilenkin vuole che un qualsiasi universo (Vilenkin sostiene a gran voce l’ipotesi del multiverso) abbia un “inizio assoluto”, prima del quale… boh! Per quanto mi riguarda, non trovo improbabile l’ipotesi del nulla, l’atemporalità, come rispose S.Agostino ai pagani che lo dileggevano chiedendosi cosa facesse Dio prima di creare l’universo. Comunque ok, la cosa dubito sia investigabile (per ora?).

        • Leon ha detto:

          Assolutamente no infatti condivido non a caso sono credente.

          “Dal nulla non può da solo venir fuori l’essere”

          Tradotto in termini non puo dal vuoto (fisicamente) venir fuori la materia,perchè si generebbe la contraddizione logica che il vuoto sarebbe materia.

          Non puo essere che il vuoto sia contemporaneamente materia e non materia,per la 3 tautologia delle leggi logiche dunque della “regina delle scienze” la matematica.

          In altri termini non si può dire che il metaesegno numerico 0 (o insieme vuoto) sia contemporaneamente una quantità e una non quantità contemporanemente.Idem per il vuoto,infatti Hawkins che ha teorizzato la presenza di movimento dell’energia,la mantenuta come congettura ipotetica nemmeno come teoria.Ora,affinche ci sia energia ci deve essere una forza che generi lavoro,ma tale forza in un sistema vuoto come puo darsi in totale assenza di materia?Termodinamicamente significa che si deve gerarare un lavoro quindi una certa temperatura,quindi le fluttuazioni energetiche sarebbero da indicarsi come fluttuazioni di temperatura,dunque forze.Ma affinche ci siano forze sono necessarie degli atomi materiali o comunque quanti (ivi comepreso il magnetismo perchè si sviluppino le forze di Wan der Wals).Ma a questo punto se cio fosse, il vuoto sarebbe materia,ma in realtà il vuoto è per deffinizione fisica “assenza di materia”,quest’ultimo stato dimostrato per primo da un certo Blaise Pascal (si perchè i credenti sono contro la scienzaX).O è l’uno o è l’altro.Dunque l’energia deve intendersi come energia quantistica ma anche quest’ultima per svilupparsi necessita di materia.

          E dunque come puo sviluparsi un lavoro in assenza totale di materia?

          In ogni caso non sapranno nemmeno dirti se l’universo è infinito o finito (sistema chiuso o sistema aperto).Infatti chi ci assicura che l’universo sia infinito piuttosto che finito?I valori di verita di ogni assioma logico a riguardo sarebbero al 50% in poche parole:lancia una moneta e dimmi se l’universo è finito o infinito.In ogni caso non lo saprò mai.Certo,taluni lo ipotizzano come una serie numerica che va da 0 a + infinito,per questo dicono che è infinito,ma ahime sia il termine 0 che il termine infinito sono termini metafisici,chi ha letto i filosofi greci e quelli arabi lo sa perfettamente,(infatti non puoi dimostrare empiricamente nella materia l’infinito),ma solo in un sistema ideale matematico dunque non empirico.Dunque poichè la comprensione dello 0 è difficilissima anche nella matematica,cito un interessante articolo molto semplice trovato su internet tratta fra l’altro di come viene assimilita il concetto nelle scuole medie/superiori http://dipmat.math.unipa.it/~grim/zero.pdf,
          tale compressione del cosa sia lo 0,si ripercuote a catena su tutte le altre scienze,per prima la fisica,e a seguire tutte le altre generando errori epistemiologici.

          Rispondere alla domanda come fa nel vuoto a svilupparsi energia dunque lavoro? è la stessa cosa di domandarsi come fa in un’insieme vuoto a autosvilupparsi degli elementi.Ovvero come fa dal non essere (nihil) a genersrsi l’essere?

          Io oramai ho detto:non lo so,ma in ogni caso l’universo esiste come materia e dunque non faccio altro che affermare Dio.

          Certo il guaio e che per parlare di eternità bisogna prima rispondere con certezza sè l’universo sia infinito o finito.

          Di grazia se si espandesse e si dilatasse saprebbe spiegarmi qualche fisico senza congetture ipotetica ma con certezza empirica:” verso cosa si espande?Verso la materia o verso il vuoto?”

          Non è bene come diceva Socrate che qualcuno faccia teorie filosofiche dicendo che sono verità sottoposte a metodo scientifico.Cosa che palesemente non può essere perchè nessuno a mai riprodotto,che io ne sappia,un buco nero in un’esperimento.

          Mentre il vuoto si.Ma il problema e che per sapere se si sviluppano fluttuazione tu dovresti osservarlo senza induure energia di qualsiasi forma.

          • enrico ha detto:

            @ Leon

            Forse non mi sono ben spiegato.
            Quello che i fisici chiamo “vuotoquantistico” non è il nulla filosofico.
            Ha una energia diversa da zero.
            Semplicemente ipotizzano che ci sia sempre stato.

            • Leon ha detto:

              Il vuoto quantistico,e come fanno a dire che sia diversa da 0?

              In fisica classica, il vuoto è l’assenza di materia in un volume di spazio. Un vuoto parziale viene espresso in unità di pressione.

              Se l’energia fosse diversa da 0,non sarebbe il vuoto della fisica classica,io mi riferisco al concetto classico di vuoto.

              Il vuoto che viene espresso per essere diverso dello 0 deve essere diverso dal nulla.Dunque è alleatorio parlare di vuoto,ovvero come aasenza di materia.Allora non è un vuoto è gia un insieme di elementi.

              Nulla ovvero diverso da un’insieme vuoto.Insieme avente un’elemento.

              Dunque ti riferisci a un concetto di eternità?E questa non è filosfia?cosa è l’eternità?Visto che i fisici congetturano un tal termine sapranno dirmi cosa essa sia.

              • Leon ha detto:

                Logicamente mi spiegano come fa l’universo a essere eterno senza dirmi se prima l’universo sia finito e infinito.

                • enrico ha detto:

                  Leon

                  Non siamo nella “fisica classica”

                  “Il vuoto fisico, invece, ovvero quello stato fisico di campo quantistico, presente nello spazio-tempo, in cui l’assenza di particelle materiali si accompagna all’autovalore minimo dello spettro energetico, è fisicamente instabile, nel senso che può dare luogo (a prezzo della sua energia) alla creazione di nuove particelle e antiparticelle. Vuoto fisico e zero/nulla sono in fisica due concetti tanto diversi da richiedere l’uso di due simboli distinti per rappresentarne i vettori di stato. E le diverse proprietà matematiche dei due vettori rispecchiano la distinzione fisica dei due stati.”

                  “Il “grande disegno” di Hawking: quando il cosmologo perde il contatto con il mondo” UCCR 8/11/2011

                  • Leon ha detto:

                    Si questo è il vuoto quantistico,e sono d’accordo,il problema è che una particella presente nel vuoto quantistico può generare altre particelle.

                    “Osserviamo intanto che il “nulla” di Hawking, da cui sarebbe apparso spontaneamente l’Universo, non è il niente, ma una varietà di mondo platonico ”

                    Citato dal’articolo.Dunque Hawkins ha apllicato una teoria filosofica e quello che sto dicendo,che ovviamente quella Platonica.Ovvero esistere l’essere del non essere,che in questo caso chiama l’energia come un essere del non essere,il vuoto,ricordo che il vuoto compare nelle concezioni di Democrito.

                    Io ho invece citato Parmenide,ovvero non puoi attribuire al termine vuoto il termine vuoto se è presente una sola particella.Perchè a quel punto non puo essere vuoto,ma è materia.Infatti anzitutto cosa intede la fisica per vuoto,nella meccanica classica assenza di materia e spazio,nella meccanica quantistica energia.

                    Parmenide, il “maestro venerando e terribile” della filosofia greca, ammoniva i pensatori a maneggiare con estrema delicatezza il termine “nulla”. I neo filosofi Hawking e Mlodinow, però, non ne seguono il consiglio, perché, in un’altra pagina del loro libro, tornano a giocare in maniera allegra con questo termine, stavolta confondendolo col vuoto fisico. Il “nulla è instabile” – scrivono – e può così oscillare tra il non essere e l’essere e produrre casualmente l’Universo. Ma il “nulla” è ni-ente, non essere.

                    Ovvero:

                    Orbene io ti dirò e tu ascolta attentamente le mie parole, quali vie di ricerca sono le sole
                    pensabili; l’una che è e che non è possibile che non sia, è il sentiero della
                    Persuasione (giacchè questa tiene dietro alla Verità); l’altra che non è e che non è
                    possibile che non sia, questa io ti dichiaro che è un sentiero del tutto inindagabile: perché il non
                    essere né lo puoi pensare (non è infatti possibile), né lo puoi esprimere, …….infatti il pensare
                    implica l’esistere [del pensato].(De natura Parmenide)

                    Non essere è esprimibile come l’insieme vuoto matematico in un sistema ideale dove non è presente nulla che sia diverso da 0.
                    E ci siamo, il vuoto fisico può dare a prezzo della sua energia ecc,e qui non sono d’accordo: ma se il vuoto,dunque il vuoto quantistico espresso qui è un vuoto con energia diversa da 0 non puo essere vuoto perchè per vuoto puoi esprimere geometricamente cio che non ocupa uno spazio quindi uno 0.Altrimenti si dovrebbe dire che è presente l’energia in maniera eterna come dici,se ti ho capito.Amettiamola per certa, Come fa a sussistere un’energia eterna senza che essa non sia nè una particella ne un’altra forma di materia?.Ma cosa è una specie di Spirito?Ma sopratutto come puo essere l’energia materiale (particella elementare) e non materiale nello stesso tempo?

                    Oppure è sbagliata la deffinizione di vuoto ovvero “assenza di materia”,in quanto il vuoto è materia,ovvero il vuoto è energia.Ma dunque qua si parla di vuoto in cui è presente materia ma che contemporaneamente non può avere materia.Come è possibile?

                    E poi ripeto è inutile che Hawking parli di eternità come fa a farlo se l’eternità prevvede tempi infiniti,allora ogni data sullo spazio nota non è reale?

                    Prova a rifletterci.Perchè io sono costretto ad amettere l’imposilita razionale di tale fenomeno.Perchè tradotto in termini logici è per me come dire che un insieme vuoto ha degli elementi,se io affermassi ciò non sarebbe più un’insieme vuoto ma un insieme universo.
                    E come dice l’articolo qua si va dritti verso concezioni metafisiche,solo che prima le chiamavano “dottrine” oggi le chiamano con il termine “ipotesi”.
                    Ma prima di ogni altra cosa,cosa è il vuoto?E’ energia?Perchè se mi dici che il vuoto a stati di energia,allora cosa è una specie di energia spirituale?