La grande risorsa degli oratori, per cristiani e non

Con la chiusura delle scuole e l’inizio delle vacanze estive, molti genitori affidano i loro figli alle cure dell’oratorio parrocchiale vicino casa che consente loro di salvare letteralmente “capra e cavoli” in modo da gestire senza intoppi le settimane che precedono l’inizio delle ferie per tutta la famiglia. A prescindere dalle reali intenzioni delle famiglie interessate, è la scoperta – spesso la rinnovata fiducia – che ogni estate viene accordata a queste plurisecolari istituzioni della Chiesa Cattolica.

Il primo oratorio, inteso nel senso moderno che noi siamo abituati a conoscere, fu creato da san Filippo Neri intorno al 1550. Le sue finalità erano quelle della preghiera, coinvolgendo uomini comuni e di cultura nella lettura della Bibbia, e dell’educazione dei ragazzi. Sulla sua scia, anche Giovanni Bosco, ispirato ad una sincera passione educativa per i giovani, decise di istituire una struttura simile, e Leonardo Murialdo. La legislazione nazionale, con una normativa specifica che è stata ripresa anche in ambito regionale, già da anni incoraggia l’attività degli oratori riconoscendone l’indubbia funzione sociale e destinando risorse economiche per la loro riqualificazione e potenziamento.

Con l’arrivo dell’estate, insomma, molte famiglie, non necessariamente religiose, come ci testimonia questo interessante articolo su “Panorama”, apprezzano la variegata offerta formativa e ludica degli oratori a cui si accompagna la certezza di mandare i propri figli in strutture controllate in cui la disciplina continua ad essere un valore perseguito nei fatti.  Certamente, la convenienza dei contributi economici chiesti alle famiglie, unitamente alla più che consolidata esperienza degli oratori, facilita la scelta dei genitori anche in presenza di analoghe strutture non confessionali gestite dagli enti pubblici o dai privati. “Volontari scelti e prezzi ridotti”, ha titolato “Il Corriere della Sera”, valorizzandone l’operato. E così in estate si assiste ad un vero e proprio proliferare di oratori estivi che svolgono una funzione educativa dalla quale è impossibile prescindere.

Parliamo di ben seimila oratori, concentrati soprattutto al Nord, la loro opera rappresenta a tutti gli effetti un importantissimo strumento di quotidiana pastorale giovanile a cui ricorrono congregazioni religiose come i Salesiani, i Canossiani o i Giuseppini del Murialdo, e l’educazione delle nuove generazioni attraverso la predisposizione di ambienti sani che indirizzano alla relazione e alla condivisione di valori etici che faranno parte del bagaglio umano degli adulti di domani.

Adulti che, in ultima analisi, possono persino arrivare alla ribalta della cronaca nei settori più diversi: molti giocatori famosi hanno cominciato a dare i primi calci al pallone in oratorio, come ad esempio Giacinto Facchetti o i bresciani Antonio e Emanuele Filippini, Marco Zambelli, Demetrio Albertini e Francesco Toldo. Ancora possiamo citare i quattro giocatori cresciuti nell’Unione Sportiva Oratorio “San Michele” di Travagliato: i fratelli Giuseppe  e Franco Baresi, Franco Pancheri e Giovanni Lorini.

Concludiamo infine menzionando uno scanzonato omaggio – non esente da una certa nostalgia – all’oratorio da parte del gruppo Elio e le Storie Tese che con la canzone Oratorium rievocano situazioni e atmosfere conosciute e certamente rassicuranti, una sorta di ideale passaggio di consegne tra generazioni per una istituzione educativa che non conosce crisi:

Qui sotto il video della canzone “Oratorium” di Elio e le Storie Tese

Salvatore Di Majo

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23 commenti a La grande risorsa degli oratori, per cristiani e non

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  1. Pino ha detto

    se in Italia mancasse la Chiesa cattolica l’assistenza sociale non esisterebbe. Non solo gli oratori estivi ma pensiamo agli asili e alle scuole cattoliche, alla Caritas senza la quale molta gente non saprebbe come sopravvivere, alle organizzazioni di assistenza delle donne in difficoltà, delle ragazze madri e, come è ben spiegato nell’articolo di ieri, di quelle che vogliono abortire perchè lasciate sole e senza aiuto dallo Stato, all’assistenza ai drogati ed ai giovani in difficoltà, alle molte comunità di recupero per problemi di tutti i tipi. Questo, oltre che di grande valore etico, ha un sostanziale valore economico stimato in miliardi e miliardi di euro (solo la scuola ne vale circa 6) che si dà per scontato.

    • Davide Galati ha detto in risposta a Pino

      Concordo e credo che sarebbe molto interessante se si riuscisse a monetizzare tutto questo solo per far vedere a chi afferma che la Chiesa è un costo per lo Stato quanto costerebbe allo Stato fare quello che fa la Chiesa non da un punto di vista strettamente legato al culto, ovviamente, ma esclusivamente rimanendo nel campo del “sociale”, esattamente come dici bene tu. Ad esempio quanto costerebbe allo Stato tenere in piedi un’offerta di Grest estivi uguale a quella offerta dalle parrocchie?

      • Pino ha detto in risposta a Davide Galati

        guarda, senza esagerare se lo Stato dovesse sostituire la Chiesa nelle attività sociali andrebbe incontro ad una spesa di 20-30 miliardi di euro. A fronte di questo enorme risparmio cosa riceve in cambio la Chiesa? Nulla, anzi, un mare di critiche per l’otto per mille. Ma qui la colpa è anche delle gerarchie ecclesiastiche che dormono veramente all’umido. Dovrebbero essere loro a far presente queste cose, invece sembrano timide, impacciate, per non dire altro.

        • Davide Galati ha detto in risposta a Pino

          Lo so, ma qualcosa piacerebbe riuscire a farlo anche a me. Da qualche parte avevo visto che l’UAAR ha creato un sito dove tiene conto di quanto costa la Chiesa allo Stato, mi piacerebbe riuscire a fare un sito simile dove si mostra, dati alla mano, quanto costerebbe allo Stato se non ci fosse la Chiesa. Purtroppo in questo momento non ne ho il tempo né le capacità, però credo che al di là delle gerarchie siamo noi i cristiani i primi a doverlo dire.

          • Laura ha detto in risposta a Davide Galati

            Bravo Davide! Dovresti assolutamente farlo e magari mandare una e-mail ai responsabili di questo sito per informarli

          • Pino ha detto in risposta a Davide Galati

            perchè UCCR non lo fa? Senz’altro hanno più mezzi ed informazioni di noi, basterebbe un articolo al riguardo

            • Davide Galati ha detto in risposta a Pino

              Indubbiamente, ma la mia idea era di fare un qualcosa di impatto più immediato rispetto a un articolo, una sorta di tabella.

              • Pino ha detto in risposta a Davide Galati

                ho capito, ma non è una cosa semplice perchè il tutto è basato su stime. L’unico dato certo e serio è il risparmio, circa 6 miliardi di euro, che la scuola cattolica procura alle casse statali perchè abbiamo un riscontro con i costi della istruzione pubblica. Molto più difficile quantificare il risparmio per lo Stato dell’attività della Caritas o di quella delle varie organizzazioni e comunità di sostegno alle persone bisognose. Tu potrai dire “ma si conosce il costo di queste attività” sì, ma una attività fatta dallo Stato rispetto alla stessa fatta dalla Chiesa costa infinitamente di più perchè la Chiesa si avvale di volontari, di sacerdoti ed amministra bene il proprio denaro, non lo butta dalla finestra come la Pubblica Amministrazione.

                • Piero ha detto in risposta a Pino

                  Figurati tu, se non ci fosse stata la guerra fredda, con tutti quei soldi, amministrati come fa(ceva) la Chiesa, tutto quello che si sarebbe potuto fare…

                  Mi sembra fosse stato Sabin (magari qualcuno mi corregga) che disse che con il costo di due soli bombardieri B-52 avrebbe potuto vaccinare tutti i bambini del mondo.

                  • Pino ha detto in risposta a Piero

                    pensa se questo Stato ladrone che assume migliaia di maestri di sci siciliani e forestali calabresi che poi appiccano gli incendi per dimostrare la loro utilità, desse quei soldi alle attività di volontariato come potrebbe essere sviluppato il settore dell’assistenza alle persone bisognose. E’ uno schifo che i vescovi italiani dovrebbero decidersi a denunciare, altro che convegni di Todi e discorsetti sull’aria purificata.

          • Andrea2 ha detto in risposta a Davide Galati

            bellissima idea!!!

  2. Francesco B. ha detto

    Grandi ricordi a fare l’animatore al centro estivo. Mi manca un sacco. Comunque ne aveva parlato anche il TG2 – Costume & Società se non sbaglio, e la notizia mi aveva fatto molto piacere.

  3. Larry SFX ha detto

    GRANDI!!! AVETE CONDIVISO ORATORIUM!
    E pensare che nel mio oltre agli omini del calcetto senza testa c’erano anche quelli senza gambe!!!

  4. Salvatore Di Majo ha detto

    Fra tutti gli articoli che ho avuto modo di scrivere in questi mesi su UCCR, non nascondo che questo mi ha particolarmente divertito. Perché dall’oratorio ci sono passato anch’io nella mia Cefalù. E questo oratorio esiste ancora ed è quello dei Giuseppini del Murialdo. Giornate di calci dietro ad un pallone e partite interminabili; i palloni bucati aggiustati con la pece dall’infaticabile signor antonino, un laico giuseppino che sorvegliava l’andamento dei giochi e ci faceva anche da maestro di vita: con lui potevi parlare di tutto, dallo sport alla vita di ogni giorno – anche delle prime cotte per le ragazze che, ovviamente, erano sempre difficilissime da avvicinare. Il biliardo, il bar, il cineforum con i polpettoni storici tipo La Bibbia-Ben Hur…praticamente le giornate estive le vivevo lì e poi sono stato anche animatore di 2 edizioni del grest. Ricordi piacevoli, a distanza di anni anche le ginocchia sbucciate – giocavo sempre in porta! – diventano segni eroici. Spero di non soffrire di senescenza precoce e di ingigantire esageratamente i miei ricordi!!!

  5. Luca ha detto

    AHAHAHAHAAHAH
    ‘sta canzone è bellissima

  6. Leo ha detto

    Tutto vero, tutto bello, tutto grazie alla Chiesa e ai Suoi Santi che gli oratori li hanno inventati. Penso a Don Bosco, a San Domenico Savio. Esempio, quest’ultimo, di gioventù “pulita”, che spesso addito al minore dei mei due figli maschi. Solo una pecca in tutto ciò, se posso permettermi. Dove è Gesù nelle giornate passate negli oratori? Ci sono percorsi e giochi basati su personaggi disneyani (Sirenetta, Koda Fratello Orso ecc..), o di altro tipo, e comunque non legati alla Fede. Per non parlare di canti e balli più degni di un villaggio vacanze che di una Parrocchia. Perchè invece non cogliere l’occasione per realizzare percorsi-gioco che hanno come personaggi un Domenico Savio, un San Luigi Gonzaga, un Piergiorgio Frassati, o una Chiara Badano? Giusto per almeno accennare che, olre alla Sirenetta e a Koda Fratello Orso, ci sono persone vere, fatte di carne, dell’età dei nostri ragazzi, che con la loro vita hanno dimostrato che si può imitare Gesù e che la tal cosa è una cosa bella. Penso che farebbe bene anche a coloro i quali portano i loro figli agli oratori pur non essendo famiglie credenti o praticanti. Con Amicizia!!!

  7. Ynappi ha detto

    Vi siete scordati Agostino di Bartolomei, che frequentava la storica “chiesoletta” (oratorio di S.Filippo Neri) della Garbatella Roma, fino a non molto tempo fa c’era ancora la traversa spezzata da un suo potentissimo tiro:-))
    Tutti i romani di Roma Sud, vissuti negli anni ’70, conoscono Padre Guido che ha speso la sua vita con i giovani tirandone fuori a “caderve” dalla droga e dalla strada.

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