«La mia vita distrutta da un padre gay», esce in Italia il libro

Pochi giorni fa sono stati pubblicati su “Social Science Research” due studi molto interessanti sulle problematiche dei bambini cresciuti all’interno di una relazione omosessuale. Il primo in particolare si è basato sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale e ha fatto parlare direttamente i “figli” (ormai cresciuti) di genitori omosessuali, dimostrando un significativo aumento di disturbi psicofisici rispetto ai figli delle coppie eterosessuali.

Per coincidenza, proprio in questi giorni è uscito in Italia il libro Fuori dal Buio, la mia vita con un padre gay” (edizioni Ares 2012), di cui abbiamo già avuto modo di parlare.  A parlare è Dawn Stefanowicz, che ha scelto coraggiosamente di scrivere un libro sulla sua vita di ragazzina cresciuta con un padre omosessuale. Anche lei, come i “figli” intervistati nello studio scientifico citato sopra, ha parlato di sofferenze indicibili subite e si è fatta portavoce di altri “figli” dei gay con cui è entrata in contatto: «Informandomi sull’argomento ho conosciuto diverse persone, in Nordamerica, che essendo cresciute con un genitore dalle tendenze omosessuali hanno reso pubblici alcuni aspetti delle loro storie e hanno raccontato le difficoltà che quell’ambiente famigliare aveva creato per la loro crescita», ha scritto nella prefazione. Ha agito «per difendere i bambini innocenti che non possono difendersi da soli», come scrive nella dedica del volume, «contro una nuova, inaudita forma di abusi sui minori, legalizzata e promossa dagli Stati che hanno abbracciato un’ideologia del tutto falsa, per la quale ogni tipo di vissuto e ogni forma di convivenza vengono considerati leciti ed equivalenti».

L’amore per il padre emerge nel libro, lui non ha voluto farle male in modo consapevole, ma purtroppo «ciò che desiderava più di ogni altra cosa era di essere accettato e appartenere a qualcuno. Cercava di ottenere quel tipo di compagnia e di amore maschile che da bambino non aveva mai conosciuto. Ma, cercando di soddisfare le sue esigenze affettive attraverso l’omosessualità, spesso ignorò le esigenze legittime dei suoi figli». L’omosessualità, dunque, come ricerca dell’affetto di un uomo, mancata nell’infanzia. Dawn racconta: «sono stata esposta a chat sessualmente esplicite, stili di vita edonistici, sottoculture GLBT e luoghi di vacanza gay. Sono stata esposta a manifestazioni della sessualità di tutti i tipi tra cui il sesso negli stabilimenti balneari, travestitismo, sodomia, pornografia, nudità gay, lesbismo, bisessualità, voyeurismo e sadomasochismo. Droga e alcol hanno spesso contribuito ad abbassare le inibizioni nelle relazioni di mio padre». Egli la vestita sempre in modo unisex, «non ho mai visto il valore delle differenze biologiche complementari tra uomini e donne, né mai ho pensato al matrimonio». Con papà, racconta, «non c’era scampo: se uscivo con le femmine diceva che ero lesbica (…), la promiscuità mi sembrava la cosa più normale». La cosa peggiore, racconta Dawn, era «l’audacia di papà nella sua condotta omosessuale sempre più evidente», dovuta al fatto che «non c’era più nessuno a cui sentiva di dover rendere conto (…) una nuova aria di permissivismo permeava la società». E ancora: «Ero indignata per la vita delle persone dello stesso sesso, i continui abusi domestici, le avances sessuali verso minori e la perdita di partner sessuali come se le persone fossero prodotti da utilizzare»

Dawn è cresciuta tra gli omosessuali di Toronto, come scrive nel suo sito web, e suo padre è uno specchio di quel mondo: «Era una persona insicura», perché l’omosessuale, spiega l’autrice raccontando dei tantissimi incontrati nel mondo gay, è «narcisista, concentrato su se stesso e tanto bisognoso di conferme e di affetto da parte di altri uomini […], lui portava dentro una grandissima rabbia irrisolta, che ribolliva e traboccava in scene spaventose […]  lottava anche contro la depressione e qualche volta pensava al suicidio (…). Viveva una vita tormentata, il suo modo di affrontare il proprio disagio era seppellirsi negli straordinari di lavoro e poi la sera e nei fine settimana, fuggire verso attività sessuali compulsive». Per questi disturbi del padre e dei suoi amanti, la donna non ha scaricato la colpa sulla società, la quale anzi è sempre stata fin troppo aperta.

Due incontri hanno dato a Dawn la forza di venirne fuori, come recensisce Tempi.it: la sua vicina di casa, innanzitutto, da cui spesso si rifugiava da piccola e che a differenza di tutti gli adulti che «in nome dell’ideologia politically correct fingevano di non vedere (…), parlava delle cose così com’erano, non come apparivano», spiegando alla piccola che «il papà fa delle cose che non dovrebbe fare perché sono sbagliate». Grazie ad un altro vicino, «conoscendo i suoi genitori ebbi finalmente un’idea di quello che dovesse essere una famiglia». Dopo aver cercato di realizzare la sua legittima esigenza di affetto paterno attraverso rapporti omosessuali transitori e promiscui, oggi Dawn Stefanowicz -anche grazie alla analisi- è sposata con due figli, ed è anche riuscita a perdonare il padre.

66 commenti a «La mia vita distrutta da un padre gay», esce in Italia il libro

  • Paolo Viti ha detto:

    Due cose che trovo interessanti:

    1) Ancora una volta l’omosessualità come conseguenza di problematiche familiari, padri assenti e lontani, madri assenti o eccessivamente presenti.

    2) La società non è per nulla omofobica, ma fin troppo aperta tanto da che questo uomo non ha avuto alcun freno per realizzare il suo comportamento omosessuale compulsivo.

    • DSaeba ha detto:

      Aggiungo anche che la critica ad un ambiente omosessuale, in questo caso, avviene da un punto di vista prettamente laico. Quindi non si può nemmeno utilizzare la scusa dell’ “indottrinamento”: la signora in questione ha sperimentato sulla sua pelle cosa vuol dire vivere in un ambiente dove la famiglia è andata a farsi benedire.

      • Paolo Viti ha detto:

        Quando a parlare sono direttamente i “figli” e non il comunicato politico dell’APA su quello che dovrebbero essere i “figli”, allora sono guai amari per la lobby gay.

    • Paolo ha detto:

      Ma non direi proproio anche perchè come sottolineato più volte la storia raccontata da questa signora non è ascrvibile come famiglia omoparentale (viveva con il padre e la madre). La signora è abbastanza conosciuta direi, soprattutto da chi cerca di far passare la solita manfrina infondata dell’omosessualità come disagio o disturbo. Come al solito poi si prende un caso e lo si utilizza per i propri fini ideologici. Sarebbe come se io paradossalmente prendessi un fatto di cronaca nera relativo ad una famiglia etero (e avreiu solo l’imbarazzo della scelta) e lo utilizzassi per sostenere che la famiglia etero non è un luogo adatto per crescere i bambini e blablabla.

      • Carmine ha detto:

        Ma infatti lei è stata rovinata dallo stile di vita del padre (e non della madre, assente). Inoltre si fa portavoce di una serie di casi come il suo.
        Non ho molta voglia di leggere la tua solita manfrina di screditamento…anche perché gli studi sui problemi dei figli di omosessuali sono pubblicati.

        Ti ricordo che la famiglia etero, con genitori biologici sposati, è l’unica in grado di offrire il miglior ambiente per i figli..dunque il tuo tentativo andrebbe comunque a vuoto.

      • lorenzo ha detto:

        Caro Paolo, debbo dirti, in tutta sincerità, che se non accetterai la realtà e continuerai ad illudere te stesso, non riuscirai mai a trovare la serenità.
        La realtà è che, come ogni omosessuale, tu ti chiudi a riccio nella tua immaturità e rifiuti di crescere.
        Ti spaventa quel confronto tra l’io ed il tu che solo può rivelare all’Uomo la sua vera essenza e ti ostini a vivere, come del resto fanno anche molti etero, ciò che è semplicemente la ricerca di un altro te stesso.
        Se non cambi strada, la tua infelicità aumenterà sempre di più ed alla fine ti stritolera (e per favore non uscirtene con la menata che sei sconfortato perché la società bigotta e clericale non ti accetta).

        • Paolo ha detto:

          lorenzo per cortesia non fare questa brutta figura di rispondermi con le solite manfrine dell’immaturatà degli omosessuali, teroria creata ad hoc solo per dare una parvenza di oggettività alla tua ideologia religiosa. E non offendere la mia intelligenza facendo della psicologia da 4 soldi. Questo in generale diciamo, poi ti assicuro che su di me si può dire tutto tranne che sia sconfortato. Non accetto però che persone possano essere indotte a soffrire o vengano negati diritti a famiglie (omoparentali) solo per fantasie religiose. Carmine invece ti ricordo che “gli studi” riporati sono già stati ampimanete commentati (a volte nenache pertinenti). Per la tua affermazione sull’unico tipo di famiglia adatta a crescere figli direi che al massimo può essere tollerata come tua opinione personale…smentita però da tutti gli studi scientifici a riguardo (condotti da chi non ha un’ideologia religiosa da sostenere). Riuassunto: le solite eterne manfrine che ripetete a pappagallo.

          • Carmine ha detto:

            In realtà gli unici gay pubblici tendono a dare un’impressione altamente negativa, quasi di persone infantili o disturbate (so che non è così!), penso ad Aldo Busi, penso ai gay del grande fratello, penso a Vendola, penso a Mario Mieli, penso a Gabriele Paolini ecc…, l’unico che si salva è Cecchi Paone, peccato che sia una persona altamente intollerante.

            Gli studi sono stati commentati, hai ragione: https://www.uccronline.it/2012/07/01/gruppo-di-scienziati-conferma-lo-studio-sui-disturbi-dei-figli-di-genitori-gay/

          • lorenzo ha detto:

            E questa cos’è, una tecnica nuova?
            Io ti dico che sei sempre libero di riconciliarti con la tua esistenza e che puoi farlo solo se ti confronti con qualcuno distinto da te, e tu vieni a dirmi che sto parlando di religione?
            Partendo dal presupposto che, con molta probabilità, tu non sappia nemmeno come quello che sto dicendo sia collegato alla mia ideologia religiosa, mi vorresti di grazia rendere edotto sul dove tu ne vedi il collegamento?

          • Fabrizio Ede ha detto:

            @paolo

            E’ terribile che una persona debba trovarsi a macinare parole appena coniate (si sa, ogni ideologia ha la sua nomenclatura!) come omosessuale omofobia omoparentale – per dare una speciosa profondità ad una tanto bassa pratica come quella in cui consiste l’omosessualità, che altro non può fare che simulare l’atto da cui nascono i figli e tu stesso.
            La famiglia “etero” è una creazione di chi pensa che esita quella “omo”

  • Mariasole ha detto:

    Tutto giusto, ma occorre DIFFONDERE maggiormente queste verità, in ogni modo: in rete queste cose NON SI DICONO, a parte voi e pochi altri.. nei forum normalmente la mentalità è già dominata da quella gay!!! I CATTOLICI DORMONO PROFONDAMENTE..E I PRETI NON SI SONO ANCORA SVEGLIATI!!! .. sì c’è stata la marcia per la vita, ma intanto il mondo gay attraverso TUTTI i maggiori mezzi di comunicazione sta cambiando la mentalità..

    Ho provato a portare queste testimonianze su un forum qualsiasi, abbastanza seguito in italia, sono durata 2 settimane!!!

    • Boomers ha detto:

      La cosa che mi fa più ridere è che dicono di essere di discriminati 😀

    • "Lorenzo" ha detto:

      Cara Mariasole,
      se vuoi dirci quale sito proviamo a far diventare quelle tue due settimane due mesi e più siamo meglio è…

      • Mariasole ha detto:

        Il forum è qst: http://forum.chatta.it/

        La discussione su “omosessualità” iniziata nella sezione “problemi giovanili” è stata tot. cancellata.

        In quella “esoterismo e mistero” c’è ancora un santo martire che cerca di rispondere riguardo la Chiesa ad atei, gnostici e protestanti assortiti…

        Tutto ciò è a quanto pare mlt seguito dai giovani!!!!!!!!!!

  • Andrea ha detto:

    Ho due serie paure: la prima è che spesso gli omosessuali che vogliano aver “figli” siano i più disturbati di tutta la categoria.

    La seconda è che Americanisti e neo-conservatori che tanto esaltino gli USA ed il Canada quali “difensori dei Valori Cristiani” ed “indipendenti dal politicamente corretto” proprio non abbiano capito un tubo di nulla.

  • roberto crociera ha detto:

    a proposito di omosessualità :
    http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/12_luglio_09/google-lancia-campagna-a-favore-dei-gay_31659b04-c9bd-11e1-826a-3168e25ab050.shtml

    Chi è contro qualsiasi unione in maniera pregiudizievole è ignorante, arretrato ed incivile. Tutte le giustificazioni che tali persone possono dare sono dettate da questi 3 aggettivi…in sostanza, fuffa.

    • roberto crociera ha detto:

      la parte sotto è la citazione di un commentatore dell’articolo :/

    • Andrea ha detto:

      Google? Quelli che danno uno stipendio più alto ai dipendenti “arcobaleno” (no, non intendo i pacifisti) 😐 😐 ?

      Io comunque non sono contro in maniera pregiudiziale, ho tutte le motivazioni di questo Mondo e di gente ne ho già zittita con le stesse (un ringraziamento particolare a questo sito). Quindi?

  • Alèudin ha detto:

    due adulti consenzienti possono fare quello che vogliono, qua si parla di adozioni nelle coppie gay, bambini senza un genitore naturale o addirittura senza entrambi, come detto si dibatte su un terzo elemento ben più importante, i figli.

    Abbiamo noi il diritto di far nascere volontariamente un bambino senza genitore naturale?

    facciamoci questa domanda.

  • Blender ha detto:

    1) Per quanto riguarda i celebri studi circa i disturbi presentati da figli di genitori omosessuali, segnalo il link di una lettera scritta da Debra Umberson “Sociology professor, University of Texas at Austin; Editor, Journal of Health and Social Behavior” in cui si evidenzia come questi studi siano scientificamente invalidati dalla metodologia selettiva del campione statistico: http://www.huffingtonpost.com/debra-umberson/texas-professors-gay-research_b_1628988.html

    2) Non mi pare che il caso di questa signora sia in grado di verificare la tesi secondo cui “TUTTI I GENITORI OMOSESSUALI SONO INCAPACI DI CRESCERE FIGLI”. Altrimenti, qualsiasi caso di maltrattamento minorile in una famiglia etero (e ce ne sono molti di più di quanti non ce ne siano nelle famiglie omogenitoriali per il semplice fatto che queste ultime sono in netta minoranza) confermerebbe la tesi per cui “TUTTI I GENITORI ETEROSESSUALI SONO INCAPACI DI CRESCERE FIGLI”. E allora buttiamo all’aria anche il matrimonio etero per una coppia di “puri e casti sposi” che non è capace di crescere dei figli? La risposta, secondo il ragionamento esposto dal vostro articolo, è si.

    3) Come al solito generalizzate il caso particolare rendendolo legge assoluta. Il fatto che parte degli omosessuali soffra di instabilità psichica non significa che tutti gli omosessuali siano affetti da disturbi del genere o che vivano promiscuamente. Idem cum patate per gli eterosessuali, mi pare. Mi chiedo perchè facciate di due pesi due misure …

    • lorenzo ha detto:

      1) E ti pareva
      2) Non si parla della capacità di essere genitori, ma delle sofferenze dei figli.
      3) La tua affermazione ” che parte degli omosessuali soffra di instabilità psichica…” mi trova pienamente daccordo.

      • Blender ha detto:

        1) Se avessi un minimo di onestà intellettuale accetteresti i fatti, invece di trincerarti dietro un’ideologia …
        2) Peccato che nessuno si chieda quanto soffrono i figli degli eterosessuali …
        3) La mia affermazione “parte degli eterosessuali soffre di instabilità psichica”, come quella “parte degli omosessuali soffre di instabilità psichica”, è confermata da studi scientifici. Perché prendi solo la parte che ti piace? Vogliamo contare quanti pazienti di psichiatri e psicologi sono etero e quanti omo? Penso che effettuando una ricerca con la squallida serietà professionale di Regnerus potremmo dimostrare che gli omosessuali sono più psicologicamente stabili degli eterosessuali.

        • Fabio Moraldi ha detto:

          1) Non ci sono fatti, c’è solo un articolo generale, mentre dall’altra parte c’è un gruppo di 18 scienziati che è a favore: https://www.uccronline.it/2012/07/01/gruppo-di-scienziati-conferma-lo-studio-sui-disturbi-dei-figli-di-genitori-gay/, oltre ovviamente alla rivista scientifica e i redattori che hanno approvato lo studio.

          2) Se lo chiedono certamente, ma si è verificato anche che il bambino nasce e cresce in modo migliore e più sano quando i genitori sono di sesso opposto (guarda te le novità!) e sposati: https://www.uccronline.it/2012/06/10/la-famiglia-tradizionale-e-migliore-della-convivenza-e-la-coppia-di-fatto/

          3) Non credo che insultando i ricercatori tu possa continuare a sostenere quel che ti hanno insegnato a sostenere. Accetta i fatti senza insultare e senza dimenarti troppo.

        • lorenzo ha detto:

          1) Se, come tu affermi: “…il metodo di selezione del campione, per quanto “formalmente” valido, era orientato e studiato specificamente per dimostrare la tesi…” non è valido, non sarebbe più valida nessuna ricerca.
          Ogni ricerca infatti dimostra una tesi (tu conosci per caso una ricerca che non dimostri nulla?); l’unica cosa che si richiede è che il metodo di selezione del campione sia formalmente valido e questo, come anche tu affermi, è stato rispettato.
          Solo chi è accecato dall’ideologia come lo sei tu può rifiutare uno studio statistico valido nella sua forma solo perché giunge a conclusioni che non gli sono gradite.

          2) Accertato che la sofferenza di molti figli è una tragica realtà, perché vuoi aggiungere sofferenza a sofferenza? Non ti basta quella che già c’è?

          3) Che nel mondo esista l’instabilità psichica è sotto gli occhi di tutti ma, ad affermare che anche nel “felice” mondo gay possa esistere l’instabilità psichica, si e subito accusati di razzismo omofobico.

    • Scettico ha detto:

      Guarda, io l’articolo l’ho letto.

      Innanzitutto stiamo parlando di un articolo su una rivista che ha un 5-years impact factor di 1.9 (quindi non il è giornaletto che ti compri dal giornalaio la domenica mattina quando scendi il cane). Per cui l’articolo sarà stato revisionato più volte (6 mesi dall’invio all’accettazione è un tempo medio), quindi l’opinione di un professore sui metodi e sul campione si va a scontrare con la professionalità dei revisori di una rivista edita da Elsevier.

      Poi, “avendo io letto” cosa ci sta scritto, e lavorando quotidianamente con la statistica, posso confermare che la metodologia con cui sono stati scelti i campioni è più che valida. In più aggiungo che ho visto pubblicare su riviste di medicina e biologia articoli su campioni statistici risibili (addirittura una volta ho letto 10/15 campioni), cosa che può confermare anche il Dott. Giuliani (che probabilmente ha molta più esperienza di me sulla statistica).

      Ora, se l’articolo da fastidio a qualcuno, ricordate che la scienza funziona così, non si possono accettare solo le cose che ci fanno comodo.

      • Blender ha detto:

        Guarda, forse tu non hai letto cosa ci sia scritto nell’articolo che ti ho segnalato (pubblicato sul primo giornale on-line americano nella sezione scienza). Anche un gorilla, privo di qualsiasi conoscenza statistica, capirebbe che il metodo di selezione del campione, per quanto “formalmente” valido, era orientato e studiato specificamente per dimostrare la tesi secondo cui avere due genitori omosessuali sia un problema.

        Il fatto che la ricerca sia stata pubblicata su una rivista celebre (perchè? L’articolo che ho segnalato non è stato comunque pubblicato su una rivista ancora più celebre e da una personalità più autorevole? Se vogliamo andare per principio di autorità …) non significa che sia valida. Come dite, è il contenuto della ricerca che va invalidato, non chi lo pubblica …

        Ora, se la risposta della professoressa da fastidio a qualcuno, ricordate che la scienza funziona così: non si possono accettare solo le cose che ci fanno comodo. XD

        • Fabio Moraldi ha detto:

          Una sociologa ha scritto qualcosa in generale, dall’altra parte 18 scienziati hanno appoggiato lo studio: https://www.uccronline.it/2012/07/01/gruppo-di-scienziati-conferma-lo-studio-sui-disturbi-dei-figli-di-genitori-gay/, sommandosi a tutti quelli che hanno risposto positivamente ad esso: https://www.uccronline.it/2012/06/20/studi-mostrano-gravi-problemi-per-i-bimbi-cresciuti-da-genitori-omosessuali/, se insisti dovrò citarne uno ad uno.

          Superare il peer-review significa avere prodotto uno studio scientificamente valido nei parametri statistici, dunque criticare lo studio significa mettere in dubbio la serietà della rivista scientifica.

          La risposta non dà fastidio per nulla, anche perché non dice molto di interessante. Credo che siano per te più fastidiosi i 18 scienziati a favore.

        • Scettico ha detto:

          Non mi sembra che gli articoli pubblicati su Huff Post siano sottoposti a review, e tanto meno che tale rivista aspiri a diventare una rivista di settore.

          Quindi per me una risposta su Huff Post è semplicemente l’opinione di un esperta e non ha lo stesso valore scientifico di un articolo accettato con review (equivale ai commenti di un esperto su focus o repubblica).

          Se questa professoressa vuole dare una seria risposta scientifica deve proporre uno studio che contraddica o corregga quello criticato, e lo deve sottoporre a tutto l’iter previsto dalle riviste scientifiche del settore. Ovviamente, avendo criticato il metodo deve, lei, essere attenta a non commettere gli stessi errori.

    • Fabio Moraldi ha detto:

      1) In realtà 18 scienziati hanno completamente valorizzato lo studio: https://www.uccronline.it/2012/07/01/gruppo-di-scienziati-conferma-lo-studio-sui-disturbi-dei-figli-di-genitori-gay/, dunque non credo che la sociologa in questione possa dire qualcosa di meglio in 20 righe.

      2) Nessuno studio ha un campione tanto vasto, si parla di media statistica. I genitori omosessuali sono incapaci di mettere al mondo i figli e mediamente anche di accudirli, come dimostrano gli ultimi studi. Un bambino ha il diritto di crescere con un padre e una madre, il resto è violenza su di lui.

      3) Il caso è una descrizione dello stile di vita gay, di tanti figli come lei.

      • Blender ha detto:

        1) Beh, peccato che il mondo scientifico non sia composto unicamente di 18 scienziati e due università (per di più strettamente legate al mondo dei fondamentalisti cattolici). La sociologa in questione, in 20 righe, è riuscita a smontare una ricerca pseudo-scientifica di pagine e pagine. Qualunque persona dotata di ragione e che abbia letto quelle semplici ma intelligenti 20 righe si accorgerebbe che la ricerca di Regnerus è assolutamente priva di significato scientifico. Con il metodo che tale “scienziato” ha utilizzato si potrebbe arrivare a dimostrare che tutti i preti sono pedofili, che tutti i cristiani sono delinquenti, che tutti i musulmani sono dei fondamentalisti pazzoidi etc. etc. Perchè? Perchè, come spiegato dalla “sociologa in questione” (che parla a nome dell’università in cui lavora lo stesso Regnerus) basta variare i parametri di selezione del campione per ottenere i risultati ideologicamente sperati. Come ella stessa spiega, la ricerca di Regnerus assumerebbe un valore scientifico nel momento in cui applicasse le stesse modalità di selezione dei campioni sia per i figli delle coppie eterosessuali che per quelle omosessuali, ma visto che non lo fa …
        Da quello che dici mi sembra che non abbia nemmeno letto quelle 20 righe, affidandoti all’ipse dixit di UCCR.

        2) Quando dici che i genitori omosessuali non sono “incapaci di mettere al mondo figli” confondi la sterilità biologica dell’individuo con la sterilità dei rapporti omosessuali. Quindi, tecnicamente, i genitori omosessuali sono in grado di mettere al mondo i figli (di questo sono capaci anche le bestie …).

        3) Quando dici che i genitori omosessuali non sono in grado di accudire i figli ti riferisci a due studi (elaborati in ambienti tutt’altro che imparziali e la cui validità è ampiamente discutibile) contro trent’anni di studi che affermano che l’omogenitorialità sia pari all’eterogenitorialità. Naturalmente questi ultimi sono tutti studi influenzati dalla cattiva lobby gay, mentre gli studi a cui ti riferisci sono “casti e puri” e imparziali, vero?

        4) Nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo e nella Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo non mi pare ci sia scritto da nessuna parte che il bambino ha il diritto di crescere con un padre ed una madre (soprattutto quando questi ultimi non possono accudirlo, vedi gli orfani o i bambini abbandonati). Si scrive semplicemente che ogni bambino ha diritto a crescere in un ambiente familiare sano e sereno indipendentemente dall’orientamento sessuale dei genitori. Esistono coppie omosessuali in grado di accudire un bambino e altre che non ne sono in grado, e per le coppie eterosessuali vale lo stesso principio. L’importante è che l’ambiente familiare sia sano e sereno: l’unica violenza praticata contro i bambini è quella dei genitori incapaci di accudirli e di aiutarli nella loro crescita, appartenenti ad ogni tipo di orientamento sessuale.

        5)Esistono stili di vita omosessuale che sono normalissimi e moralmente ben più retti di quelli di molti “padri/madri di famiglia”. Ora se vogliamo fare dell’eccezione una regola, allora ribadisco: tutti i genitori eterosessuali non sono in grado di crescere dei bambini, e tutti i bambini per questo stesso motivo subiscono una violenza devastante.

        • Fabio Moraldi ha detto:

          1) Peccato che il mondo scientifico non sia rappresentato da una sociologa (per di più strettamente legata al fondamentalismo laicista) che scrive su un sito web. I 18 scienziati hanno pubblicato un comunicato sul sito web di una importante università americana (la 75° migliore d’America): http://www.baylorisr.org/2012/06/a-social-scientific-response-to-the-regnerus-controversy/, aggiungendosi così ai tanti che hanno subito approvato tale studio . Su Phys.org, sito di divulgazione scientifica, si parla ad esempio di “nuove e convincenti prove”: http://phys.org/news/2012-06-views-children-gay-lesbian-parents.html e così tutta una serie di esperti citati qui: https://www.uccronline.it/2012/06/20/studi-mostrano-gravi-problemi-per-i-bimbi-cresciuti-da-genitori-omosessuali/

          2) I genitori omosessuali non sono tecnicamente capaci di mettere al mondo i figli, lo sono individualmente soltanto se incontrano il sesso opposto in quanto la natura ha previsto che la sessualità debba compiersi in modo eterosessuale. Il corpo di un gay “continua a ragionare” come quello etero, un gay è tale solo nel cervello.

          3) Non esistono 30 anni di studi perché il fenomeno è troppo recente. I 59 studi esistenti sono stati confutati qui: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000580, inoltre si è scoperto che decine di studi sono stati appositamente male interpretati per non attirarsi le ire omosessuali: http://www.foxnews.com/story/0,2933,29901,00.html L’unico studio statisticamente attendibile, come ha scritto il “New York Times”, è proprio questo: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000610

          4) Si da ovviamente per scontato che l’ambiente è quello di un padre e una madre, e ci concentra sull’ambiente sano. Privare il bambino dei genitori biologici è una violenza identica alla pedofilia. Il bambino ha bisogno di due differenti sessualità con cui confrontarsi e non di due persone dello stesso sesso di cui una finge di essere un mammo con il perizoma rosa, come spiegano i due psicologi in questo articolo: http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-perch-ogni-bimbo-esigeun-pap-e-una-mamma-4307.htm Le conseguenze sono quelle della ragazza in questo articolo.

          5) Esistono studi che dimostrano come i rapporti omosessuali siano altamente promiscui, instabili e compulsivi, lo sai benissimo tanto che dai la colpa alla fantomatica società. Non ci si può basare sulle eccezioni dunque, ma sui dati statistici.

        • Fabrizio Ede ha detto:

          @ blender

          sul punto 4) “…L’importante è che l’ambiente familiare sia sano e sereno…”

          A parte l’importanza che dai al concetto di sano applicandolo alla coppia omosessuale( sic!) Questo è uno degli errori più grandi : pensare che l’essenziale stia in questo quadretto melenso di ambiente famiglliare! E il fatto che una coppia omosessuale comporti l’esclusione del vero padre o della vera madre ti sembra superfluo o secondario per un bambino?

        • Sophie ha detto:

          “Quindi, tecnicamente, i genitori omosessuali sono in grado di mettere al mondo i figli (di questo sono capaci anche le bestie …)”
          Se la biologia, la fisiologia e l’anatomia non sono un’opinione mi spieghi come fanno?

          • lorenzo ha detto:

            Bisognerebbe far dichiarare contrarie ai diritti umani le leggi di natura perché non permettono a coppie dello stesso sesso di riprodursi; si potrebbe inoltre fare una raccolta di firme per chiedere che le suddette leggi di natura, così razziste ed omofobiche si adeguino ai nuovi comportamenti sociali in materia di identità di genere: è ora di finirla con una realtà naturale così oscurantista. 🙂 😀

            • Blender ha detto:

              Che grande argomentazione … peccato che la legge di natura preveda che vincano i più forti schiacciando i più deboli. Allora perchè i cristiani non farebbero a cazzotti con le “leggi di natura” e gli omosessuali si? Evidentemente sei un po’ confuso su ciò che è la natura e ciò che è la tua concezione di natura (modello). Come ho già detto citando un celebre scienziato confondere il modello con la realtà è come andare al ristorante e mangiare il menù …

              • lorenzo ha detto:

                Beata innocenza… mi rispondi in tal modo ed affermi che il confuso sono io?
                Parli di leggi di natura che prevedono la vittoria dei più forti e non ti accorgi che, per legge di natura, i gay sono destinati a non perpetuarsi nel tempo, che sono un ramo evolutivo sterile?
                Perché i cristiani, convinti che le “leggi di natura” sono state stabilite da Colui che ha creato la natura, dovrebbero fare “a cazzotti” con dette leggi?

        • Max ha detto:

          Rispondo solo al primo punto. Credero’ che lo studio di cui si parla e’ sbagliato se un altro studio, pubblicato sotto peer review su di un’altra rivista del settore, lo dimostrerà. I redattori dell’Huffington Post non sono degli esperti del settore.

    • Mariasole ha detto:

      Non è che due gay sono incapaci di essere genitori, è che al figlio manca la complementarietà maschio/femmina NECESSARIA all’identificazione psicologica: è tanto difficile da capire?

  • Sophie ha detto:

    Il quadro che mi si presenta è quello di un uomo sofferente e di una figlia sofferente di riflesso al padre. Mi fa molta tenerezza il padre perchè vive assieme agli altri omosessuali in una società che finge di accoglierli ma in realtà vuole solo prenderne il comando, decidere per loro quello che vogliono fare della loro vita e togliergli ogni speranza. E’ più facile dominare qualcuno che si sente rassegnato e che magari non ha neanche fede, è quindi vive senza nessun appiglio. Siccome la società adesso marcia al contrario di come dovrebbe fare, ovviamente il ragionamento dell’omosessuale è che pur non contento della sua condizione deve rimanere così e non c’è alcuna speranza di fare una vita normale quando non è così che stanno le cose. I professionisti che si propongono di aiutarli vengono tacciati di omofobia, emarginati dagli altri colleghi e minacciati di essere radiati dall’albo. Questa non è libertà nè per il paziente nè per lo psicologo. Io vedo molta prepotenza e molto timore…

    • Sophie ha detto:

      *e quindi

    • Brain ha detto:

      Sophie, i “profesionisti che vogliono aiutarli” in realtà vogliono modificarli, cambiarli e farli diventare quello che è in linea con la loro personali convinzioni religiose, etiche e morali. La prepotenza è pretendere che al mondo siamo tutti fatti in serie, come dei robot, tutti rigorosamente uguali, tutti trionfalmente etero, tutti rigorosamente sposati e riproduttivi. Chi non rientra in questo omologante quadretto viene accusato di tutto, come si legge quotidianamente su questo sito (ancora non avete fatte u bell’articoletto intitolato “I gay mangiano i bambini” ma non disperiamo, diamo tempo al tempo e probabilmente arriverete anche a quello.

      • gemini 2.0 ha detto:

        Tu imponi la tua visione omosessuale con il relativismo! E’ un imposizione silenziosa! Un golpe morale di quattro lobby! Siate omosessuali nella vostra sfera privata!

      • Paolo Viti ha detto:

        Avere convinzioni religiose, etiche e morali non credo sia un crimine e nemmeno un limiti per svolgere la propria professione.

        L’omosessualità è la moda ideologica del momento, come ieri c’era il pacifismo e il libertinismo. Vedrete che verrete lasciati presto da soli dai vostri avvocati, come oggi sono lasciati soli e visti come disagiati i “figli dei fiori” e i “punkabbestia” che invece ieri erano il modello per essere “alla moda”.

        Vi rimarrà solo la Chiesa a difendervi, come è solo la Chiesa a difendervi nel resto del mondo: http://www.catholicnewsagency.com/news/chilean-bishops-condemn-brutal-murder-of-gay-man/ e http://www.indcatholicnews.com/news.php?viewStory=18204

      • Sophie ha detto:

        Scusa Brain, se è per questo le varie lobby omosessualiste vogliono prendere il controllo sugli omosessuali più deboli e fragili, e lo dimostra il fatto che se qualcuno se ne allontana per incompatibilità d’idee gliela fanno pagare cara.
        C’è chi si vuole rovinare la vita diventando un membro dell’Arcigay e chi se la vuole rovinare facendo un percorso di psicoterapia. E’ possibile dare la libertà di scegliere visto che siamo in un Paese democratico?

        • Brain ha detto:

          cara Sophie te lo abbiamo fatto notare mille volte, lo scopo della psicoterapia non è quello di cambiare l’orientamento sessuale della gente. Prendine atto. Difatti persino nella cattolicissima Italia l’Ordine degli Psicologi Italiano nel gennaio 2008 ha preso ufficialmente posizione in una nota nella quale si chiarisce che “Lo psicologo non deroga mai ai principi del Codice Deontologico nessuna ragione né di natura culturale né di natura religiosa (…) È evidente quindi che lo psicologo non può prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona.” –

          • Fabio Moraldi ha detto:

            In realtà le migliaia di persone uscite dall’omosessualità hanno modificato il loro orientamento sessuale.

            L’Ordine degli Psicologi italiano deve obbligatoriamente seguire la posizione dell’American Psychological Association, come la FIGC non può discostarsi dalla UEFA.

            La stessa APA, nonostante la sua posizione politico-ideologica (come spiegano gli ex presidenti) ha affermato che “non vi sono studi dai risultati scientificamente rigorosi sia per determinare la reale efficacia o il danno di trattamenti riparativi”: http://www.psychology.org.au/assets/files/reparative_therapy.pdf APA:

      • lorenzo ha detto:

        Mi vuoi spiegare una buona volta cosa c’è di errato nell’affermare che se in natura il corpo maschile si è evoluto per permettere l’accoppiamento con il corpo femminile lo stesso percorso debba necessariamente averlo fatto anche la mente del maschio della femmina?
        Arrenditi all’evidenza…

  • Blender ha detto:

    1) Se solo leggessi ciò che mi segnali (cosa di cui dubito) ti renderesti conto che gli articoli da te riportati contengono opinioni che quanto meno criticano gli studi di Regnerus (per non dire che discordano sulle metodologie) e criticano la politicizzazione della ricerca sulla questione (sia pro omogenitorialità che contro):

    “Whether same-sex parenting causes the observed differences cannot be determined from Regnerus’ descriptive analysis,” cautions Professor Cynthia Osborne from the University of Texas at Austin. “Children of lesbian mothers might have lived in many different family structures and it is impossible to isolate the effects of living with a lesbian mother from experiencing divorce, remarriage, or living with a single parent. Or, it is quite possible, that the effect derives entirely from the stigma attached to such relationships and to the legal prohibitions that prevent same-sex couples from entering and maintaining ‘normal relationships’.”

    In a final comment on Regnerus’ research, Pennsylvania State University, sociologist and professor Paul Amato points out, “If growing up with gay and lesbian parents were catastrophic for children, even studies based on small convenience samples would have shown this by now […] If differences exist between children with gay/lesbian and heterosexual parents, they are likely to be small or moderate in magnitude—perhaps comparable to those revealed in the research literature on children and divorce.”

    David Murray of the Washington-based Statistical Assessment Service and co-author of It Ain’t Necessarily So: How Media Make and Unmake the Scientific Picture of Reality, agrees that most of the research on homosexual parenting is politically contaminated. He blames it on a fear of “arousing the dog chained on the left side and arousing the cat chained on the right side” of the political spectrum.

    “We all have to acknowledge that when push comes to shove this is not an issue that is solved by science,” he said. “It will be decided, based on beliefs and convictions.”

    Inoltre, l’articolo che riporti sui “59 studi confutati” rivela l’incapacità (da ambe le parti) di condurre una ricerca pulita e professionalmente seria. Infatti, nella conclusione non si giunge ad affermare che l’omogenitorialità produca effetti dannosi: si afferma semplicemente che gli studi condotti (pro o contro) non permettono di comprendere in maniera oggettiva la realtà.

    Come già detto, lo studio di Regnerus è statisticamente attendibile da un punto di vista formale, ma una persona qualsiasi (come la professoressa che ho segnalato) sarebbe in grado di smontarlo in due mosse poiché la selezione dei campioni è avvenuta in maniera assolutamente discutibile, invalidandone i risultati. Ripeto: se Regnerus ottenesse risultati identici selezionando allo stesso modo i campioni etero e omo, allora potremmo iniziare a discutere seriamente. Fino a quel momento la ricerca di Regnerus è e resterà uno specchietto per le allodole.

    2) Ti correggo: la natura ha “previsto” che la RIPRODUZIONE debba compiersi in modo eterosessuale, non la SESSUALITA’. La SESSUALITA’ non è un fattore meramente fisiologico o anatomico, ma anche e soprattutto psicologico. Se la riproduzione diviene il fulcro della sessualità allora l’amore si riduce ad un inganno attraverso cui la natura costringe l’uomo a riprodursi: niente di più, niente di meno.
    L’uomo si distingue dagli altri animali perché all’atto riproduttivo attribuisce un significato affettivo, ed è giunto addirittura ad anteporre il significato affettivo a quello riproduttivo. Questo processo rende l’atto sessuale effetto di una realtà psicologica, e non di una realtà fisiologica. Se fosse il contrario non esisterebbe alcuna relazione sentimentale, ma un semplice accoppiamento animalesco in cui non conta la persona con cui ci si accoppia, ma solamente il fatto che sia dotata di un organo sessuale “complementare”. Per la cronaca non esisterebbe nemmeno il matrimonio, né l’amore coniugale, mentre sarebbe accettabilissimo l’incesto.
    Una persona omosessuale (ribadisco che è meglio utilizzare questo termine, visto che esistono anche le lesbiche, e non soltanto i gay) è tale nel suo cervello allo stesso modo in cui lo è una eterosessuale. Il corpo, agli occhi dell’uomo che ama (omo o etero che sia), diviene uno strumento d’espressione affettiva (un particolarissimo tipo di affetto, perchè tanto so che ve ne uscirete con il solito “ma tu vuoi bene a tua madre e non te la porti a letto”) e non un semplice mezzo riproduttivo proprio per l’intrinseca capacità della psiche umana di attribuire alla realtà significati che in realtà questa non possiede (per la cronaca questo è il cosiddetto processo che distingue l’uomo dalle bestie). L’amore coniugale (etero o omo che sia) è una forma di malattia mentale, se la vogliamo vedere da un punto di vista puramente fisiologico …

    3) Ma davvero si da per scontato che i genitori siano una madre e un padre? Non mi sembra proprio. Di solito l’espressione giuridica deve sempre essere rigorosa e non ambigua (nei limiti delle capacità che l’espressione linguistica permette), eppure si parla di genitori (termine generico che non esclude i genitori omosessuali, ma anche quelli adottivi … chi era che parlava di un padre putativo del figlio di una vergine?) e non di genitori biologici.

    4) Un bambino cresciuto in una coppia omosessuale entra in contatto con le due differenti sessualità nel momento in cui vive in una società in cui esistono maschi e femmine. Se un bambino vivesse in una società di soli maschi (come in una comunità di soli sacerdoti o di sole suore), allora potresti lamentarti della mancanza di modelli sessuali … Gli psicologi, infatti, affermano che l’assorbimento del modello sessuale avviene al di là della coppia genitoriale in quanto il bambino è sempre a contatto con entrambe le realtà biologiche (a meno che non lo si rinchiuda in casa e gli si faccia il lavaggio del cervello, ovviamente). E addirittura, la sessualità sviluppata durante il periodo dell’adolescenza non si basa assolutamente sul modello genitoriale, che al contrario viene rifiutato e sostituito da modelli di differente origine.
    Stendiamo un velo pieotoso sulla qualità (e l’imparzialità oggettiva, ovviamente) del “La bussola quotidiana”.

    5) Ripeto, la ragazza in questo articolo rappresenta un caso particolare, non un caso generale. Potremmo dire allo stesso modo che le conseguenze dell’eterogenitorialità siano evidenti dagli innumerevoli casi di abuso o maltrattamento sui minori perpetrati da coppie eterosessuali.

    6) Chi ha mai parlato della “colpa della fantomatica società” (che sia chiaro, esiste)? Coda di paglia?

    7) Quando hai dimostrato che la monogamia sia l’eccezione tra gli omosessuali? Quando hai dimostrato che la maggior parte dei rapporti omosessuali sono promiscui, instabili e compulsivi? Tutti gli studi effettuati (che prontamente mi citerai nel tentativo di rispondere alle mie domande) soffrono della stessa malattia di cui soffrono gli studi trattati nel punto 1), e questa malattia si chiama ideologia (ribadisco, sia pro che contro gli omosessuali).

    • Fabio Moraldi ha detto:

      1) Sono normali giudizi che avvengono per tutti gli studi scientifici, critiche alle quali hanno risposto esaurientemente i due scienziati: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000786 e http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000762
      Interessante leggere che anche nelle critiche di Amato e Osborno vi sia un riconoscimento del grande livello di campionamento e qualità statistica. Cynthia Osborne ha scritto che «lo studio Regnerus è il più scientificamente rigoroso della maggior parte degli altri studi in questo settore»: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000774
      Paul Amato ha scritto che lo studio: “è probabilmente il meglio che possiamo sperare, almeno nel prossimo futuro”: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000749

      Fortunatamente riconosci che la posizione dell’APA in merito (che si basa su quei 59 studi) è assolutamente politica e dunque ti contraddici quando poco sopra affermavi che esistono studi che dimostrano la positività della genitorialità gay. Come scrive Max (https://www.uccronline.it/2012/07/09/la-mia-vita-distrutta-da-un-padre-gay-esce-in-italia-il-libro/#comment-80119), l’unica confutazione di questo studio sarà un altro studio in peer-review e non una scienziata allineata e comprata dalla lobby gay che scrive sull’Huff Post.

      2) Anche volendoti dare ragione, rimarrà sempre dentro il gay un disordine oggettivo tra espressione sessuale e ordine naturale della sessualità. Non a caso il sesso per l’omosessuale è cosa molto faticosa, è un continuo forzare il corpo dell’altro, e tu lo sai bene. L’omosessuale infatti continuerà ad avere un corpo che fisiologicamente attende il sesso opposto, e infatti questo sarà per lui sempre un ostacolo.

      3) Il genitore è soltanto “colui che genera”, “che mette al mondo” e dunque in senso stretto può essere solo il genitore biologico (non l’omosessuale, dunque). Esistono i casi di adozione ma sono giustamente casi particolari, in cui l’eccezione conferma la regola.

      4) La prima realtà del bambino è la famiglia e se questa è disordinata crescerà disordinato anche lui. Non a caso gli studi dimostrano che i “figli” dei gay hanno maggiori probabilità di essere gay: http://www.springerlink.com/content/d967883qp3255733/fulltext.pdf?MUD=MP
      Non si può pensare che la società debba equilibrare quello che la famiglia non riesce a dare, è una pazzia e dimostra tutti i limiti delle coppie gay che hanno bisogno della società per crescere i bambini in modo equilibrato.

      5) La ragazza è un esempio di quello che gli studi recenti dicono sui “figli” dei gay, inoltre lei è portavoce di una serie di altri ragazzi con le stesse problematiche. Non esistono studi in cui si dimostra che i figli degli etero hanno maggiori problemi, né esistono libri che accusa i propri genitori di essere stati maltrattati in quanto eterosessuali.

      6) La manfrina omosessualista, oltre ad inventarsi l’orientamento sessuale e il gene gay, si è pure inventata che i disturbi dei gay derivino dalla discriminazione della società.

      7) Hai visto cosa vuol dire la paura? Qualunque studio che ti citerò è già stato da te condannato perché chi osa affermare qualcosa non in linea con la lobby gay è per forza ideologico. Questa è la vostra violenza, identica all’ideologia nazista come aggressività e violenza nello sradicare ogni eventuale critico, anche se per fortuna vi limitate soltanto ad agguati notturni (vedi sindaco di madrid) e diffamazione sui media. Ti rispondo comunque con tre articoli (vai alle rispettive fonti originali ovviamente): https://www.uccronline.it/2012/01/26/spagna-promiscuita-omosessuale-riattiva-malattia-venerea/, https://www.uccronline.it/2012/04/12/lomosessuale-matthew-todd-il-mondo-gay-e-un-inferno-di-infelicita/ e https://www.uccronline.it/2012/04/02/lomosessuale-simon-fanshawe-il-problema-non-e-lomofobia-ma-lo-stile-di-vita-gay/

  • Brain ha detto:

    Storia triste e molto complesso. Bisogna sottolineare che i genitori di Dawn sono di sesso diverso, non sono una coppia gay. E’ evidente che quello era un matrimonio fallimentare e sbagliato sin dall’inizio, il padre di Dawn non avrebbe mai dovuto sposare la sua mamma e cercare di vivere una vita da eterosessuale che ovviamente non gli apparteneva, era la vita du qualcun altro, con tutti i problemi psicologici che ne derivano. Tuttaltre storie avvengono nelle famiglie formate da coppie dello stesso sesso che si amano e che non hanno tutte le altre problematiche che hanno afflitto questa famiglia (padre intrappolato in un matrimonio che non avrebbe dovuto essere, madre che avrebbe avuto bisogno di sostegno psicologico). Vi sono tante situazioni nelle quali l’omogenitorialità è vissuta serenamente e con amore. Segnalo a questo proposito il trailer del documentario “Right 2 Love”: http://vimeo.com/9720188

    • Fabio Moraldi ha detto:

      Dawn ha vissuto con il padre nel mondo omosessuale di Toronto, questo -come racconta- le ha causato notevoli disturbi. Anche lei è passata per l’omosessualità, poi riuscendo ad uscirvi e come ha detto non ha mai conosciuto il valore della differenza biologica delle persone. Senza equilibrio familiare, un maschio e una femmina, questi sono i risultai.

      Non esistono studi attendibili sulla positività della genitorialità gay, gli unici studi sono inattendibili e confutati da questa ricerca: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000762, tanti altri sono stati scoperti essere falsati per non attirarsi le ire dei gay: http://www.foxnews.com/story/0,2933,29901,00.html

      Esistono soltanto studi sulla positività della famiglia naturale, con genitori biologici e sposati in matrimonio: https://www.uccronline.it/2012/06/10/la-famiglia-tradizionale-e-migliore-della-convivenza-e-la-coppia-di-fatto/

      • Brain ha detto:

        vedi Fabio se il padre di Dawn fosse stata una persona diversa e senza evidenti problemi comportamentali (non derivanti dal suo orientamento sessuale, anche persone eterosessuali possono avere vite sregolate) sua figlia probabilmente sarebbe cresciuta con meno problemi. Comunque sia riguardo all’ “equilibrio familiare” che tu fai combaciare con genitori uno maschio e una femmina Dawn e’ cresciuta in una famiglia di questo tipo, a dimostrazione che non esiste una facile formuletta magica per crescere bene i figli.

        Per quanto riguarda gli studi sull’omogenitorialita’ la quasi totalita’ non ha riscontrato problemi. Per te ovviamente sono attendibili solo quei due o tre che tendono a dimostrare il contrario e tutti gli altri sarebbero stati falsati “per non attirarsi le ire dei gay”, guarda caso, non mi sembra un atteggiamento molto ‘razionale’.

        • Fabio Moraldi ha detto:

          Con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte, bisogna restare nella realtà. Compra il libro, te lo leggi e metti via: la ragazza ha vissuto sulla sua pelle cosa vuol dire avere un padre gay, ha vissuto nella comunità gay di Toronto e ha conosciuto tanti altri giovani cresciuti in famiglie omosessuali.
          I figli si crescono bene se c’è un armonia ed un equilibrio familiare, come solo un maschio e una femmina possono offrire, completandosi a vicenda. La doppia mamma o il doppio papà saranno sempre privi di una parte di requisiti fondamentali, affidare loro un figlio è una violazione dei diritti del bambino.

          Non esistono studi attendibili sulla positività della genitorialità gay, gli unici studi sono inattendibili e confutati da questa ricerca: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000762, tanti altri sono stati scoperti essere falsati per non attirarsi le ire dei gay, come hanno spiegato gli stessi ricercatori che hanno analizzato gli studi (e non certo io): http://www.foxnews.com/story/0,2933,29901,00.html

          Esistono soltanto studi sulla positività della famiglia naturale, con genitori biologici e sposati in matrimonio: https://www.uccronline.it/2012/06/10/la-famiglia-tradizionale-e-migliore-della-convivenza-e-la-coppia-di-fatto/

    • lorenzo ha detto:

      Se già creano problemi alle persone le situazioni naturali, come non possono crearne quelle innaturali?
      Anche se guardi i documentari prodotti dalla propaganda nazista o comunista verrai proiettato in situazioni in cui la realtà è vissuta serenamente e con amore: i fatti però dimostrano ben altra verità.

  • Ottavio ha detto:

    Una domanda, se questo padre non fosse stato gay ed avesse tenuto lo stesso atteggiamento con partner femminili anzichè maschili la situazione sarebbe stata diversa?
    Giusto per capirci, questa è la denuncia di un genitore irresponsabile o di un orientamento sessuale che, come tale, porterebbe le persone ad essere irresponsabili?
    Per essere ancora più spicci, una persona essendo gay è anche tutte quelle cose negative descritte?
    La negatività, l’irresponsabilità, l’incoscienza del coinvolgimento della figlia nello stile di vita del padre è una colpa soggettiva o oggettiva in quanto il padre gay?
    Quanti figli vedono la propria vita distrutta da pessimi genitori? Siano essi etero, gay, neri, bianchi, cattolici, ebrei, fascisti, comunisti, musulmani, liberali, etc.

    • EnricoBai ha detto:

      La tua domanda risulta dopo una lettura disattenta dell’articolo, dove si fa riferimento a chiare pratiche irresponsabili che la vittima addossa allo stile di vita gay. Non ho letto mai libri del genere che denunciassero lo “stile di vita etero”. Tu si?

      • Piero ha detto:

        C’e’ da dire comunque che una cosa giusta ottavio la dice.
        Te l’immagini un padre che porta con se’ il figlio quando va con le prostitute?
        Se non ricordo male, il padre di Maurizia Paradiso portava il figlio/a con se’ in macchina quando andava a prostitute (oppure era la madre che si prostituiva con lui/lei davanti, non ricordo). Mi ricordo che lo racconto’ al Costanzo Show.
        Tutto questo per dire che uno stile di vita morigerato (per esempiouna coppia stabile di uomo e donna sposati) fa bene ai figli.

        • Ottavio ha detto:

          Lo stile di vita gay è un clichè, non esiste, come non esiste uno stile di vita etero.

          Quello descritto nel libro è lo stile di vita di gruppi di persone gay, che frequentava il padre della protagonista.

          Esistono centinaia di gruppi di persone che si comportano in svariati modi, negativi o positivi. Esistono ovviamente svariati libri, articoli, film, etc. che li descrivono.

          Sono d’accordo al 100% nel dire che uno stile di vita morigerato (per esempio una coppia stabile e felice aggiungerei, di uomo e donna sposati) faccia bene ai figli.

          • Panthom ha detto:

            Ottavio, devi cominciare ad ascoltare di più quello che dicono i gay di loro stessi: https://www.uccronline.it/2012/04/02/lomosessuale-simon-fanshawe-il-problema-non-e-lomofobia-ma-lo-stile-di-vita-gay/

            • Ottavio ha detto:

              Più che ascoltare quello che dice chi e cosa mi permetto di guardarmi attorno e basare i miei giudizi su quello che conosco e verifico di persona.

              Ovviamente non pretendo che le realtà in cui vivo e lavoro (Parma, Milano, Brescia, Bournemouth) siano un punto di riferimento a livello mondiale.

              Il signore nell’articolo descrive lo stile di vita di una parte appariscente della società “della notte”. Come dicevo prima, un gruppo di persone che si comporta in una certa maniera. Dire che questi comportamenti siano esclusiva e connotazione principale di una persona gay è semplicemente non corretto.

              • Panthom ha detto:

                Come puoi sapere meglio tu di lui? Io credo a quello che dice lui perché non è di parte, tu invece si. Lui è attendibile, tu -mi spiace dirlo- per nulla.

  • Ottavio ha detto:

    Fai bene a credere in quello che vuoi. In quello che qualcuno che credi attendibile e non di parte dice. In quello che leggi e che ti insegnano. È giusto e normale.

    Personalmente preferisco conoscere per poi deliberare.

    Poi se non vuoi confrontati con qualcuno argomentando per tutti i tuoi giusti motivi, semplicemente dillo, un poco di cortesia è una delle basi per dare stabilità, tranquillità e un ambiente sano in cui vivere alle persone con cui si interagisce.