Non esiste nessun diritto all’aborto
- Ultimissime
- 01 Lug 2012
Come ha spiegato su questo sito la bioeticista Assuntina Morresi, «l’attacco all’obiezione di coscienza serve per far passare l’idea che abortire è un diritto. Nella legge 194, invece, l’aborto non è considerato un diritto, ma l’ultima opzione possibile nel caso di una maternità rifiutata».
La questione è emersa chiaramente pochi giorni fa: un magistrato di Spoleto ha chiesto alla Consulta di valutare se la legge 194 sull’aborto sia conforme all’articolo 2 della Costituzione, secondo cui “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”, e all’articolo 32, in cui si afferma che “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Inoltre ha fatto riferimento all’orientamento della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che nel novembre 2011, ha ritenuto che sia da assicurare una protezione dell’embrione. La Corte costituzionale si è pronunciata affermando che è «manifestamente inammissibile, la questione di legittimità costituzionale dell’art. 4 della legge n. 194 sull’aborto, sollevata dal Giudice Tutelare del Tribunale di Spoleto».
Gli abortisti all’ultimo grido, come Concita De Gregorio, hanno cantato vittoria ma in realtà Cesare Mirabelli, già Presidente della Corte costituzionale e professore di Diritto costituzionale all’Università Lateranense, ha spiegato che «il giudizio della Consulta riguarda la modalità in cui è stata sollevata la questione, e non i contenuti di quest’ultima. Nelle sue sentenze passate la Corte costituzionale ha sempre affermato che non esiste alcun diritto all’aborto e che vanno tutelati anche i diritti dell’embrione e non solo quelli della madre». La questione è dunque ritenuta non ammissibile nel procedimento in cui è stata sollevata, perché «al giudice non spetta decidere sull’aborto in quanto tale», e quindi la domanda posta alla Corte costituzionale non era pertinente al procedimento da cui era nata. Quindi la Corte Costituzionale, con questa sentenza, «non sta affermando che l’aborto sia compatibile con la Costituzione. Dice semplicemente che la questione posta dal giudice di Spoleto è infondata, e quindi non la esamina nemmeno». Dunque, «la questione relativa ai dubbi di costituzionalità resta aperta. Bisogna però vedere quale dei due diritti finisca per prevalere nei casi in cui si debba scegliere tra evitare un danno per la salute della donna e salvare la vita all’embrione. E’ sempre escluso però che l’aborto possa essere un diritto, perché non esiste un diritto all’aborto, anche nella giurisprudenza della Corte costituzionale.»
Anche Alberto Gambino, ordinario di Diritto privato all’Università Europea di Roma, concorda: «la Consulta non è entrata nel merito, si è limitata a dire che le norme evocate dal giudice di Spoleto non erano applicabili. Non poteva entrarvi perché la sentenza europea riguardava i brevetti e salvaguardava l’essere umano rispetto alla brevettabilità economica. Qui si confrontano invece due diritti personali, quello della madre e quello del feto e, nella legge 194, questo bilanciamento è già stato tentato a suo tempo dal legislatore». Per Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, «come in almeno altri 25 casi precedenti, anche questa volta la Corte ha accuratamente evitato di entrare nel merito. È dal 1980 che la Corte Costituzionale riesce a non dirci, con espedienti procedurali vari, se l’aborto come disciplinato nei primi tre mesi di gravidanza è conforme alla Costituzione oppure no, così questioni che avrebbero potuto mettere in crisi la legge 194 sono rimaste in questi trent’anni senza risposta».
5 commenti a Non esiste nessun diritto all’aborto
Salve amici,
Noi tutti sappiamo che l’aborto e’ un orrore ma poco si fa per fermarlo… sono troppi gli ostacoli creati dalle leggi ispirate dal diritto della donna di sciegliere, liberta di coscienza, ecc, ecc,…
Daltronde siamo immersi da cosi niente che per esempio anche un delfino che decida di farla finita con la vita, che non ne puo piu’ e subito arrivano milioni di imbecilli a salvarlo per riportarlo in mare, e poi altre notizie e sempre piu’ inuili notizie…
Siamo zeppi di ipocrisia, tradotta in chiave moderna come politically correct, talmente troppa di ipocrisia che vediamo solo le ingiustizie idiote e lontane che ti impedisce di vedere (a causa di una TRAVE che abbiamo conficcata nei cevelli) 120000 bambini in Italia assassinati legalmente in un solo anno; ovviamete e’ legale, lo permette la legge.
Non puo’ esserci civilta e progresso vero se alla base sosteniamo orrori come questo. Tutto quello che facciamo si rivolta contro di noi a meno che ci fermiamo un attimo e riflettiamo come veri esseri umani.
Dobbiamo urlare queste bestialita ai nostri governanti che e’ anche un dovere che abbiamo se siamo cristiani.
Pensate che se in Italia c’è l’aborto legale, allora significa che o in Italia abbiamo meno di 1 persona su 2 che e’ cattolico, oppure la legge dell’aborto e’ passata grazie anche ai cattolici. Il sangue di questi innocenta grida non solo sulle donne, mariti, fidanzati e medici che aiutano a compiere questo massacro ma anche su quelli che hanno permesso la legge votandola in passato; e non saremo da meno anche noi cattolici se ci tappiamo il naso e sopportiamo questi massacri.
Non permettiamo piu’ che venga lasciato scorrere questo sangue innocente sulla nostra terra italiana.
Noi cattolici non possiamo piu’ solo dire “io sono contrario all’aborto” ma siamo tanti in italia e tutti dobbiamo dire “la legge dell’aborto va tolta perche e’ un crimine contro il nostro Cristo in cui crediamo e quindi contro l’umanita”.
Francesco
Francesco, com’è vero! I feti combattono per vivere. Oh! Se i media facessero vedere “Il grido silenzioso”! Un’ostetrica mi ha confessato che ha sentito le dita del feto stringere il suo, quando era chiamata a “finire il lavoro” degli omicidi che si commettevano in sala operatoria, da dipendente pubblica. Non abitiamo per nulla un paese libero, le TV di stato non faranno mai vedere una tragedia del genere. Me lo dimenticavo! Perchè questo? Una sola risposta è possibile: il potere. I medici uccidono i piccoli perchè hanno potere. Hanno gli strumenti per farlo, e il “know how” per farlo. I feti sono del tutto indifesi. Se i bambini nel seno materno potessero munirsi di equipaggiamento anti violenza, di armi da taglio, veleni chimici e potessero difendersi dai loro nemici, i loro uccisori, pensi che vedremmo tanti medici non obiettori in giro? Allora, cosa fa la differenza tra vita e morte? Una sola parola: potere. Un potere camuffato da titoli e targhe di “medici” e vestito di bianco, di camici ipocriti, come i sepolcri che ha stigmatizzato Gesù. Preferirei infinite volte andare a cena di un “uomo d’onore” rispetto a un abortista. Il primo, almeno, si vanta di essere un killer prezzolato, l’altro ha l’orgoglio di essere qualcos’altro!
La maggioranza dei lettori di UCCR sono per la vita, ma se qualcuno pensasse che abbia passato il segno, e mi fosse grato per aver mostrato i sentimenti profondi personali, così da sentirsi in obbligo di rispondere con il suo stato d’animo, impaurito dal mio, come del resto a ragione starebbe la cosa reciprocamente, e così rivelasse di essere lui invece mosso positivamente dall’amore, non dall’odio, dalla paura, gli direi questo che segue.
“No. Non hai capito nulla. Sono i miei spaventi a essere animati dall’amore. Se io non amassi gli uomini così tanto, non avrei un timore così esagerato di violarne l’integrità, di rischiare la loro vita, magari con la “pillola” (qualsiasi pillola, anche quella contraccettiva!). Se, poi, fossi scettico come te, da non sapere “dogmaticamente” che i feti sono persone, da avere l’ “umile”, tollerante disposizione, l’apertura di mente adatta a tutte le risposte, e non quella talebana, cattolica e fondamentalista che sa tutto, allora di certo avrei un qualche scrupolo di mettere a repentaglio la vita di un innocente, di uno “zigote”, e mi metterei “dalla parte del formenton” (dicono in Veneto, la mia terra di nascita), dalla parte della vita – se amassi le persone. Ma avrei infinita meno paura di uccidere le persone qualora il mio stato d’animo non fosse animato dall’amore, da molto amore. Penso sia proprio questa la differenza tra noi e voi scettici, liberali, tolleranti, “openminded” (così mi ha invitato a essere un adolescente, mio paziente, turista anglosassone): il valore della persona umana. Non riguarda affatto qualcosa o qualcuno, come i bambini, o lo scetticismo, il ruolo della volontà in filosofia, la legalità, il femminismo, la autodeterminazione, e nemmeno se ci siano principi non negoziabili, o l’esistenza di Dio, ma, solo se una persona ha un valore così grande da non prendere nemmeno nell’anticamera del cervello il pensiero che si possa giocare la lotteria su di essa, sulla su vita.”
Ma tu, amico della libertà di scelta fino alla finale della partita, del torneo europeo, mi obietterai che non sei d’accordo, che non ci potrà mai essere un dialogo vero tra noi, aperto, civile, moderno.
Non posso che negare questa affermazione. Uno può infastidirsi di queste differenze, ma solo se ama la verità. Se uno ama la verità è impossibile che si ritiri dal dialogo, dai commenti ( per quanto possa essere dura!). Ma pensi che il dialogo finisca con le mie parole? No, a meno che i lettori di UCCR non smettano di pensare.
“Preferirei infinite volte andare a cena di un “uomo d’onore” rispetto a un abortista.”
Ho sempre fatto anche io un parallelo tra queste due figure. Hanno in comune il fatto di ammazzare la gente per guadagnarsi il pane (e forse anche la Mercedes…) e di saperlo. Ma ci sono alcune differenze: l'”uomo d’onore”, a differenza dell’abortista, agisce contro persone in grado di difendersi, corre dei rischi nel suo mestiere, agisce al di fuori della legge e soprattutto sa che un giorno potrebbe toccare a lui, mentre l’abortista arriva sano e salvo ( e ossequiato) alla pensione…
Il motivo principale per cui certe persone preferiscono l’abortista al killer della mafia è perchè sanno benissimo che il primo non se la potrebbe mai prendere con loro.
Parole sante!