“L’obiettore è un buon medico”, parla Assuntina Morresi

Come abbiamo già informato, il 6 giugno 2012 la Consulta di Bioetica Laica (già nota per altre vicende) ha avviato una crociata contro il diritto dei medici di essere obiettori di coscienza nei confronti dell’interruzione della vita dell’essere umano nella prima fase della sua esistenza (tecnicamente “aborto”). L’intollerante campagna è stata chiamata “Il buon medico non obietta”, e ha il chiaro intento di debellare l’obiezione di coscienza dei medici (grande ospitalità sui media e volantinaggio fin dentro gli ospedali).

UCCR ha voluto contattare alcuni medici, giuristi ed esperti di bioetica per chiedere loro un parere su questa azione intimidatoria verso la libertà di coscienza. La prima intervista è stata fatta al dott. Renzo Puccetti.

 
 

La prof.ssa Assuntina Morresi è professore associato di Chimica fisica all’Università di Perugia, ha svolto attività di ricerca presso il Csic (Consejo Superior de Investigaciones Científicas) a Madrid e alla Technische Universität di Braunschweig (Germania), ed è membro del Comitato nazionale di bioetica. Ha cortesemente risposto così ad alcune nostre domande:

 

“Prof.ssa Morresi, perché secondo lei occorre difendere l’obiezione di coscienza dei medici?”
«Perché nessuno, e quindi neanche un medico, può essere costretto a fare per legge qualcosa che gli ripugna. Non su tutto si può fare obiezione di coscienza, chiaramente, ma solo sui valori fondanti, e la vita è il principale. Non si può essere costretti a uccidere esseri umani per legge, anche se si tratta di una legge decisa in istituzioni democratiche. La tutela dell’obiezione di coscienza è indice del rispetto della coscienza dei cittadini, indice di civiltà di un popolo e di chi lo governa.»

 

“Cosa ne pensa di questi tentativi di limitare la libertà del medico?”
«L’attacco all’obiezione di coscienza serve per far passare l’idea che abortire è un diritto. Nella legge 194, invece, l’aborto non è considerato un diritto, ma l’ultima opzione possibile nel caso di una maternità rifiutata. Stiamo parlando del testo di legge, e non della percezione che invece si ha, dell’aborto. Attaccare l’obiezione di coscienza nei termini in cui si sta facendo in questi ultimi mesi significa affermare che chi obietta lede un diritto, quello di abortire. »

 

“I medici obiettori sono accusati di non essere dalla parte della donna, cosa ne pensa lei?”
«Chi dice che abortire può essere la soluzione dei problemi di una maternità imprevista e problematica, imbroglia le donne. Fatte salve le situazioni di rischio reale di vita o di gravi problemi di salute (immagino cardiopatie pesanti, o cure chemioterapiche), per le quali veramente si pone il problema di una scelta drammatica fra due vite, quella della madre e quella del figlio (caso in cui non si può certo obbligare le donne ad essere sante per legge) fatte salve queste situazioni, dicevo, qualsiasi altro sia il problema di una maternità difficile, l’aborto non sarà mai la soluzione, semmai sarà un macigno che si aggiungerà ai problemi che già ci sono. Per questo un obiettore, che è veramente tale se comunque si fa carico dei problemi delle donne e delle maternità più difficili, con la sua obiezione dice alle donne la verità sull’aborto, e quindi non può certo essere considerato loro nemico.»

 

“Perché secondo lei ci sono così tanti medici obiettori (80% in Italia, 86% negli Usa)?”
«Chi decide di fare il medico lo fa per curare malati, non per ucciderli, e tantomeno per uccidere sani. Fare aborti è ripugnante anche per chi considera l’aborto una scelta di libertà: per questo, quando si arriva al dunque, i medici in gran parte si rifiutano di fare questi interventi. E’ bene chiarire però che quello dell’obiezione di coscienza è un problema solo italiano, perché solo nel nostro paese non si può abortire in cliniche private, a prezzo libero, come in tutti gli altri paesi del mondo. Nel nostro paese non si può andare ad abortire a prezzo di mercato, così come si va dal dentista, per esempio. La legge 194 prevede che solo in ospedali pubblici o convenzionati si possa abortire, e in questo modo si evita che sull’aborto si possa guadagnare. Questo però pone il problema dell’obiezione di coscienza, perché negli ospedali pubblici o convenzionati lo stato non può obbligare i medici ad effettuare aborti, mentre in tutti gli altri paesi la gran parte degli aborti si fa in cliniche private specializzate, dove sostanzialmente si fanno aborti e si distribuiscono contraccettivi, e dove quindi chi non vuole fare aborti non va a lavorare. Per esempio in Spagna più del 90% degli aborti avviene in cliniche private»

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18 commenti a “L’obiettore è un buon medico”, parla Assuntina Morresi

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  1. Controinformato ha detto

    l’articolo che Yena Bonino & co. non vorrebbero farti leggere…

  2. Laura ha detto

    Una risposta davvero illuminante quella sul presunto “diritto” ad abortire. Dovrebbe essere la nostra guida di opposizione: nella legge 194 l’aborto non è considerato un diritto, ma l’ultima opzione possibile nel caso di una maternità rifiutata. Attaccare l’obiezione di coscienza nei termini in cui si sta facendo in questi ultimi mesi significa affermare che chi obietta lede un diritto, quello di abortire.
    Davvero ottimo!!

    • Controinformato ha detto in risposta a Laura

      mi ricordo quando l’abbiamo letta in classe con il prof. di Religione: nessuno voleva crederci…

  3. Paolo ha detto

    L’aumento dei medici obiettori (in realtà i veri obiettori sono quegli altri, quelli che obiettano alla vita!), e più in generale di chi crede alla vita, al suo valore fin dal concepimento (ricordiamo un sondaggio Gallup del maggio 2009 negli USA, che mostra il giro di boa, per la prima volta nella storia, a favore dei pro life) ha un grande significato: improvvisamente, quando uno diventa pro life, tutto il suo universo interiore cambia.
    Uno non è più sicuro che altri valori, come la tolleranza, l’uguaglianza delle culture, la forza del relativismo morale siano così pacifici. La scelta della vita, inoltre, che ti fa accettare ciò che non vedi, ti fa sperare che un giorno si possa affacciare nella tua coscienza anche un Altro che non si vede, Dio (sia Egli sempre benedetto!). Altro guadagno: si impara la speranza, contro il motivo principe dell’aborto: la convinzione che un figlio inaspettato, non programmato, sia una evenienza terribile. Ancora: impari ad amare. Nel Vangelo Gesù dice che alla peccatrice le sono perdonati molti peccati, perchè ha molto amato, (essendosi pentita del peccato di aborto). L’aborto procura, dopo il pentimento, lo sprigionamento di molto amore. Infine, la scelta pro vita cambia la politica. Il diritto alla vita, infatti, è la madre di tutti i principi non negoziabili.
    Radicali, state attenti: quelli che diventano obiettori, per quanto possano essere con voi in tante altre battaglie, non verranno mai e poi mai a giocare nel vostro campo. Molti di noi, pro life, inoltre, non siamo con voi perchè non abbiamo mai ascoltato un argomento, un qualcosa che sia credibile, proveniente dalle vostre fonti.La strategia politica di supporto all’aborto, per la attenuazione o cancellazione dell’obiezione di coscienza, è veramente perdente: la gente sta diventando pro life. Il treno della vita, del favore alla vita, è molto lento, ma è partito, ormai. La scienza sa molto di più del DNA dell’ embrione, rispetto a 1 secolo fa. Gli ultrasuoni, le loro foto, non stanno certo per andare in pensione. Anche se i media, la TV non faranno mai e poi mai vedere che cos’è un aborto, la partita è ormai aperta: l’industria dell’aborto non è più capace di nascondere l’umanità del concepito. Anche le donne che hanno abortito non sono molto propense a lasciar morire il dramma, pesa troppo, e vogliono che si sappia , che qualcuno dica la verità di quello che è successo. Infine, ma non da ultimo, il movimento per la vita (preso in senso largo) è una faccenda dei giovani, mentre la concorrenza radicale è vecchia, sessantottarda, ha i capelli grigi, come minimo. Satana non vince mai. Il male è un ghiottone e un lussurioso, e vuole sempre più di quello che può avere a portata di mano. Come ho già detto qualche tempo fa su UCCR, l’aborto è un segno degli ultimi tempi, è l’abominio della desolazione. Il più grande trionfo di satana di tutta la storia è l’aborto, il fatto che rende anestetiche le coscienze della gente a uccidere i loro figli. Ma è una vittoria di Pirro: quando uno comincia a capire e a dire che “Davvero? Voi radicali, liberali, o democratici di sorta, davvero chiamate un diritto di libertà uccidere il proprio figlio, figlia? Ci siete o ci fate?”. Sì, il castello di carte del decostruzionismo sta cadendo. Quando, poi, il male perde una partita decisiva, il bene guadagna molto più di quanto non avesse potuto fare di suo.

    • joseph ha detto in risposta a Paolo

      “Il più grande trionfo di satana di tutta la storia è l’aborto.”
      Quoto appieno.

    • StefanoPediatra ha detto in risposta a Paolo

      Finchè ci sarà anche solo un medico obiettore che si rifiuterà di sopprimere una vita umana in qualsiasi stadio del suo sviluppo o della sua maturità, non parlerei di trionfo: il male è forte, ma non prevarrà. Così ci è stato promesso. 🙂

  4. RITA ha detto

    In linea di massima giusto ragionamento, ma poi su striscia la notizia, reprt, ed altre trasmissioni, hanno beccato i medici che erano obbiettori che facevano gli interventi in strutture private (quando non anche a casa loro), senza assistenza per le donne, con aumentato rischio di emmorragie e decessi, ma con notevole lucro da parte di questi “medici”.
    Che per quanto ne so NON sono neppure stati rimossi.
    Se NON vuoi fare un aborto, liberissimo, fai il chirurgo, l’anestesista o quant’altro, come donna nelle mie problematiche c’è pure l’aborto, e non sta a te decidere se in futuro per me sarà un macigno, lascia decidere a me (in quanto tu mi vedi si e no due volte all’anno e delle mie rogne ne sai ben poco)

    • Rebecca ha detto in risposta a RITA

      Cara Rita, vorrei semplicemente ricordarti che “l’aborto” non è un mestiere. Tu non hai nessuna decisione sulla vita umana altrui, mi spiace. Non a caso il primo a legalizzare l’aborto fu Hitler e il più grande ente abortista del mondo è stato fondato da un’eugeneista americana. Fatti due conti, per favore.

    • Azaria ha detto in risposta a RITA

      Ti do pienamente ragione rita (minuscola voluta) anche io voglio uccidere una decina di persone ed i medici MI DEVONO dare una mano consigliandomi i veleni che possono essermi utili allo scopo.
      Se NON vuoi fare un omicidio, liberissimo, fai il ciabattino, il notaio o quant’altro, come essere umano nelle mie problematiche c’e` pure il sopprimere chi mi da fastidio, e non sta a te decidere se in futuro per me sarà un macigno, lascia decidere a me (in quanto tu mi vedi si e no due volte all’anno e delle mie rogne ne sai ben poco)

    • Azaria ha detto in risposta a RITA

      “hanno beccato i medici che erano obbiettori che facevano gli interventi in strutture private”
      Domanda generale a tutti, ma la 194 non stabiliva che gli aborti si potessero fare SOLO in strutture pubbliche? Chiunque le pratica al di fuori (qualunque qualifica abbia) non e` fuori legge e quindi per legge (proprio per la 194) andrebbe punito?

  5. Gabriella ha detto

    Lavoro in un grande ospedale del centro Italia, ogni settimana arrivano donne con un emorragia grave,in pericolo di vita, per aver tentato da sole di procurarsi un aborto……la struttura pubblica (consultorio o ospedale)le aveva respinte: “qui i medici sono tutti obiettori…noi queste cose non le facciamo…ci doveva pensare prima…vada da un altra parte”.
    Cosa posso rispondere a queste donne?

    • Laura ha detto in risposta a Gabriella

      Lei non lavora da nessuna parte, altrimenti sarebbe il caso che venisse licenziata in quanto non conosce la 194 che vieta l’obiezione in caso di gravità della morte della madre. Si cerchi un lavoro e lasci vivere i bambini.

    • Azaria ha detto in risposta a Gabriella

      Gabriella, questa volta non condivido in pieno la risposta di Laura.
      Ti chidederei una cosa: cosa risponderesti ad una persona che va in pronto soccorso per aver applicato su di se una qualunque procudura medica “fai da te” senza l’appoggio medico?
      Dalla dieta agli antibiotici, dagli anti-infiammatori agli anti-dolorifici, all’abuso di “aiuti” per gonfiare i muscoli o al viagra o al doping…
      La risposta da dare e` sempre la stessa in tutti i casi elencati (tentato aborto compreso): “Sei cretino/a e mi dispiace che per la tua incredibile deficienza debba contribuire anche io alle spese per curarti”.

  6. StefanoPediatra ha detto

    Se davvero esistono medici che si dichiarano obiettori e poi praticano aborti in qualunque posto non sia una struttura pubblica questi devono essere denunciati e perseguiti fino ad essere condannati e ovviamente dev’essere revocato loro lo status di obiettori. Ma sempre che davvero queste persone esistano (forse sì: i furbi e i disonesti sono sempre esistiti in tutte le categorie di lavoratori e in tutti gli strati sociali) sono certamente la classica eccezione (cioè un’esigua minoranza) che conferma la regola. E la regola è che la quasi totalità dei medici che si professano obiettori non praticano mai aborti.

    @Gabriella: anch’io ho lavorato in un importante Ospedale Materno-Infantile del Centro Italia e le posso assicurare che benchè la grande maggioranza dei ginecologi fosse costituita da obiettori, la soppressione di tanti bambini è sempre stata assicurata da un sufficiente numero di medici e di donne che venivano ad abortire e occupavano tranquillamente stanze del reparto di Ostetricia (il che mi pare un po’ un controsenso ma tant’è!) ce ne sono sempre state.

    Io non so se lei lavora in effetti in un Ospedale o se racconta storie ma ciò che racconta ha tutta l’aria di essere una balla strumentale. Anche perchè, come dice Laura, nessun medico ginecologo lascerebbe morire una donna che gli si presentasse in serio pericolo di vita per qualunque causa: c’è una cosa che si chiama omissione di soccorso per cui un medico verrebbe condannato e radiato dall’ordine se vi incappasse.

    Pertanto qualunque medico, anche obiettore, in virtù del suo essere medico farebbe di tutto per salvare quella donna, se possibile salvando anche il suo bimbo. Salvo poi magari essere citato dalla famiglia della donna o dalla donna stessa qualora la donna stessa rimanesse in coma o con qualche menomazione fisica (a causa dell’aborto in sè e non delle manovre di rianimazione o delle cure ricevute), perchè, si sa, magari in vita aveva dichiarato di non voler essere rianimata; si badi bene, non sto facendo dell’ironia perchè su queste cose non sono abituato a farla: le cose ahimè stanno realmente così.

    @Rita: un medico è medico per tutelare la vita; altrimenti poteva fare un altro mestiere. Così dovrebbero stare le cose. E l’aborto non è una terapia, comunque qualcuno voglia menarla. Ma non si accorge (e come lei altri che stanno ripetendo questo stesso “mantra” su questo sito) che il ragionamento che fa giustificandolo in nome di un presunto diritto della donna (che diritto non è perchè non ci può essere un diritto a sopprimere una vita) è la negazione di tanti altrettanto sacrosanti diritti: quello di un medico a scegliere in cosa specializzarsi, quello di un medico a non voler uccidere, quello di tante donne che desiderano essere seguite da medici che non hanno passato metà della loro giornata a sopprimere le vite dei feti cresciuti in altre donne e soprattutto quello di tanti bambini che avrebbero dovuto nascere ed invece sono stati triturati, aspirati e gettati nella spazzatura? Come si può affermare che un medico che non voglia praticare aborti debba escludere dalle varie opzioni che ha a disposizione quella di dedicarsi alla Ginecologia ed Ostetricia? Se non fosse tragico che qualcuno arrivi a pensare queste cose sarebbe assolutamente ridicolo!

    @Innominata, che risponde ad un mio commento di un’altro articolo, e ancora a @Rita: io non voglio decidere per voi, francamente ho già tanto da decidere per me stesso ogni giorno che Dio mi dona che non ho proprio voglia di assumermi l’onere di decidere per altri. Anche se non posso approvare la scelta di uccidere una vita umana (che per inciso, Innominata, è qualcosa di molto diverso da un gruppo di cellule ed è sì dipendente dalla madre ma è una cosa separata, diversa, rispetto alla madre, non è un’appendice, un calcolo, un tumore generato da cellule autologhe!). Ma perchè il vostro diritto di autodeterminarvi non ha il suo corrispettivo nel diritto del medico a scegliere cosa fare della propria vita, della propria professione e della propria coscienza? Chi stabilisce che il vostro diritto è superiore a quello di un medico? Purtroppo di medici che non si fanno scrupoli a sopprimere tante vite umane ce ne sono sempre fin troppi: fate che vi bastino e lasciate in pace gli altri!

    Non mi pare che gli aborti si siano ridotti negli ultimi anni dell’80%, cioè in proporzione al numero di medici obiettori di coscienza (magari fosse così!).

  7. romain ha detto

    l’obiettore è un buon medico, un buon medico è obiettore

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