Identità di genere: pericolosa costruzione intellettuale

Il colpo vincente per l’incredibile successo dell’omosessualità nel mondo occidentale è stato offerto dalla cosiddetta “teoria dell’identità di genere” (o “del gender”), ovvero l’ideologia per cui non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali. Il sesso sarebbe l’aspetto biologico dell’essere umano, e il genere sarebbe la costruzione sociale o culturale del sesso, ovvero chiunque potrebbe determinare il proprio genere e modificarlo a suo piacimento (secondo la “Australian human rights commission” l’essere umano si distingue in ben ventitré generi: uomini, donne, omosessuali, bisessuali, transgender, trans, transessuali, intersex, androgini, agender, crossdresser, drag king, drag queen, genderfluid, genderqueer, intergender, neutrois, pansessuali, pan gender, third gender, third sex, sistergirl e brotherboy).

Dagli anni’50, ha spiegato lo psicologo Roberto Marchesini, si è sostenuto che nascendo “maschi” o “femmine” si poteva diventare qualsiasi cosa, e non necessariamente “uomini” e “donne”. Un recente articolo di Marguerite Peeters, esperta nel campo delle organizzazioni internazionali e dei diritti umani, fondatrice nel 2003 a Bruxelles dell’Institute for Intercultural Dialogue, ha affrontato la questione.  Contestualizza il problema riconoscendo «un pericolo in un processo definibile come globalizzazione che s’impone dall’alto e che, sotto forma di pari diritti e di non discriminazione, utilizza i canali del governo mondiale per cercare di adattare un consenso a interessi particolari, attraverso un uso manipolatore del linguaggio nel corso del processo di costruzione di tale consenso. Non possiamo negare l’esistenza di una lotta culturale, politica e giuridica che ha luogo in questo forum riguardo all’identità sessuale, all’orientamento sessuale, al contenuto dei diritti e al senso dell’universalità. In questa lotta il linguaggio è un fattore critico». C’è una vera e propria strategia sul linguaggio, come già è stato rivelato da un nostro collaboratore ex omosessuale.

Il termine “genere” è entrato nel dibattito pubblico, secondo la Peeters, nelle conferenze dell’Onu degli anni Novanta, ed è stato al centro della parità dei sessi, divenendo quest’ultima una condizione dell’aiuto allo sviluppo. Tuttavia, ha continuato, «i sociologi e gli psicologi appartenenti all’intellighenzia postmoderna occidentale, dalla metà degli anni Cinquanta, hanno elaborato un significato molto diverso. Nutrendosi allo stesso tempo del femminismo radicale e del movimento omosessuale (che hanno entrambi lottato per ottenere l’uguaglianza solo in termini di potere sociale), hanno distinto il genere dal sesso, limitando il sesso alle caratteristiche biologiche che definiscono uomini e donne, e utilizzando il genere in riferimento a quelli che consideravano essere i ruoli socialmente costruiti dalla società per uomini e donne». Le conseguenze sono state immediate, poiché hanno trattato «la maternità, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la complementarietà tra i due, l’identità sponsale della persona umana, la femminilità e la mascolinità, l’eterosessualità, come altrettante costruzioni sociali o stereotipi che sarebbero contrari all’uguaglianza, discriminatori e, pertanto, da decostruire culturalmente». Ha quindi concluso: «L’agenda del genere fa divorziare la persona umana da se stessa, per così dire dal suo corpo e dalla sua struttura antropologica. Così radicalmente ridefinito, il genere è una pura costruzione intellettuale, difficile da cogliere per le culture non-occidentali».

L’assurdità della teoria del genere, ovvero della separazione del sesso dal genere sessuale è provata dall’esperimento sulla sessualità del dottor John Money –pioniere del cambio di sesso e teorizzatore dell‘Identità di genere-, e dalla drammatica e nota vicenda di Bruce (David) Raimer, fratello gemello omozigote di Brian, a cui durante un intervento chirurgico da neonato, venne accidentalmente bruciato il pene. Portato dal dr. Money venne usato come cavia e trasformato in Brenda, ordinando ai genitori di educarlo come una bambina. Tuttavia Bruce/Brenda, che nulla sapeva di tutto questo, crebbe ovviamente con atteggiamenti prettamente maschili, venne rifiutato dai coetanei maschi e femmine con conseguenti problemi psicologici. Il dr. Money consigliò di girare nudi per casa, frequentare spiagge per nudisti, andare a vivere in un camper isolati fra le montagne, ma nulla servì. Bruce/Brenda venne così bombardato di terapie ormonali e filmini pornografici e venne deciso che i due gemelli dovessero essere adottati da un transessuale (per convincerli che era tutto normale), ma Bruce/Brenda minacciò il suicidio e rifiutò completamente la sua identità. La famiglia rivelò la verità, Bruce/Brenda si amputò il seno e si volle chiamare David Reimer, tentando inutilmente di ricostruirsi una vita sposando una donna. Dopo aver tentato di assassinare il dottor Money, il 5 maggio 2004 si suicidò. Money, paladino degli omosessuali e dei transessuali, ha invece concluso la sua vita diventando il portabandiera anche dei pedofili, avendo tentato di giustificare scientificamente la normalità dell’attrazione sessuale verso i bambini (un altro genere sessuale?).

133 commenti a Identità di genere: pericolosa costruzione intellettuale

  • Andrea ha detto:

    Ventitre generi?

    Qui servirebbe una bella terapia psicologica…

  • Sophie ha detto:

    23 generi? Ma è una barzelletta?! O.0

  • Fabrizio ha detto:

    Fondare la propria esistenza sull’identità di genere è alquanto penoso a mio parere. Passare la propria vita, il proprio pensiero, le proprie aspirazioni e desideri solo ed esclusivamente al letto è francamente davvero triste. Una vita sprecata. Spero che queste persone se ne rendano conto il più presto possibile. 🙁

  • edoardo ha detto:

    Secondo me, sarà molto difficile che se ne rendano conto e recedano dai loro deliri.
    Sono pessimista sulle cose umane.
    E’ una magra consolazione, del resto, assistere al crollo dell’uomo occidentale, che verrà spazzato via con la sua cultura-trash dalle migrazioni degli extracomunitari e dalla crisi finaziaria, il risvolto materiale della crisi morale che ha preso possesso dell’Occidente.
    Questo tipo di genere umano è un prodotto di sintesi, per usare un linguaggio chimico, e col tramonto inesorabile dell’opulenza occidentale, di questi rimarrà un ricorso sbiadito, e le generazioni future quando penseranno a questi, diranno: erano proprio pazzi, per quello si sono estinti.

  • edoardo ha detto:

    …e non sperate tanto sul futuro, che leggevo stamani sul giornale che dall’ultimo censimento, in Italia risulta che per 1,5 pensionati over-65, c’è un solo giovane al di sotto dei 15 anni, mi pare, se non i venti, non ricordo bene.
    Comunque tra pochi anni la bomba demografica all’inverso esploderà.
    Fate un po’ di conti, ed per ogni persona che lavorerà (SE avrà lavoro), quanti pensionati ci saranno a vivere con i contributi INPS di chi lavora???????????
    Signori malthusiani, radicali col corteo dei pirla: GRAZIE DEL SUICIDIO DELL’OCCIDENTE !!!!!!!!!!
    Be’, va’, speriamo sugli Africani perchè noi tra qualche decennio..kaput!

    • Andrea ha detto:

      Dalle colonne di questo Sito risulta comunque che i Cattolici hanno un maggior tasso di fertilità rispetto a Protestanti e laici.

      Chi ce lo può dire cosa ci riserva il Futuro? Magari rinsaviremo in massa (già effettivamente fino a dieci anni fa manco c’era gente che pensava di criticare la sessuomania selvaggia…) sotto la spinta della crisi economica e della sfida posta dall’Islam politico, magari appunto Protestanti e laici si ridurranno sempre più di numero mentre i Catttolici prenderanno di nuovo la mano della Società. Ciò che è sicuro è che ventuno dei “generi” prima citati sono privi di fertilità, quindi se proprio vogliamo dirla tutta tanto prima o poi mi sa che imploderanno sotto la loro stessa incapacità di riprodursi. A meno di “adozioni” ed idiozie varie… Ma comunque ho troppa Fiducia nel Cielo per poter pensare che questi “generi” prendano il sopravvento su chi è sano di mente!

      • edoardo ha detto:

        Loro sanno bene che non sono riproduttivi, i 21 generi sintetici non lo sono per natura, e i due rimanenti naturali lo sarebbero ma le catene mentali della loro cultura-trash riduce e di molto la fertilità media.
        Per quello fanno affidamento a legalizzare le adozioni balorde, e se arrivassero a prendere il potere, la banca dei bambini saranno le cattoliche a cui verranno strappati dai servizi sociali, ed il terzo mondo.
        (Ostracismo vero i cattolici nel mondo del lavoro, dunque aumento povertà tra le cattoliche, dunque i bambini si strappano dalle madri e si danno in affidamento…a chi???? Agli amichetti di merende dalla “mente aperta”, così si riduce il peso sociale dei cattolici senza sporcarsi le mani con atti violenti e leggi liberticide contro i fedeli).
        Cioè le nostre donne saranno le fattrici, le coniglie che sfornano, assieme alle africane.
        Ma non ci arriveranno, il mondo gli si sbriciolerà sotto i piedi quando pensano di averlo in pugno.
        Fiducia nel Cielo, sì, ma assolutamente NO in quella di alcuni alti prelati che vorrebbero andare d’accordo con tutti e celare cose oscure, facendo il gioco di chi si schiera contro il cristianesimo.

        • Mr. Crowley ha detto:

          Con i fratelli messicani, anche noi pieni di speranza gridiamo:

          VIVA CRISTO RE!!!

          (Maledetto l’uomo che confida nell’uomo).

  • Enrico da Bergamo ha detto:

    Scusare ma tra tutti qusti generi è compreso chi si sente un animale. Se io che sono maschio di homo sapiens decidessi di sentirmi un maschio di cinghiale?

  • a-theòs=a-éthos ha detto:

    Ottimo articolo, questa è esattamente la verità!
    Stanno tentando di fare esattamente quello che tentarono i comunisti rumeni nella prigione di Pitesti (v. link nell’articolo: https://www.uccronline.it/2012/05/23/le-religioni-sono-la-causa-delle-guerre-no-e-propaganda-laicista/), ma il problema di questo liberalismo demoniaco è che gioca più facile, poiché la sua ideologia è sempre travestita con i panni contrari a quelli nazi-comunisti della dittatura: “Fai assolutamente tutto quello che vuoi!”. Più liberi di così! Eppure, come successe già tante volte nel corso della storia, la ricerca ossessiva del massimo di libertà viene sempre a coincidere prima o poi con la dittatura peggiore, come il caso di Brendon/Brenda esemplifica perfettamente. Alla fine per non “discriminare” nessuno, si discrimina chi non è totalmente relativista… Rendiamoci conto che è proprio questa la piovra ideologica che sta portando la civiltà occidentale all’autodistruzione per putrefazione.

    • nicola ha detto:

      No ti sbagli. Il governo mondiale capitanato dagli stati comunisti (ed ex comunisti ma nostalgici) propongono 17 generi. E impongono agli stati satelliti di punire legalmente chi dissente.

    • Andrea ha detto:

      Senza contare che il nichilismo totale sembra avere lo stesso effetto del razzismo eugenetista: frammentare l’umanità in tante identità (in questo caso Culturali o, peggio ancora… sessuali!) incapaci di parlarsi tra loro e totalmente predeterminate.

      Insomma, siamo partiti da A ed a furia di tendere a Z… Siamo tornati ad A 🙁 🙁 .

  • Sophie ha detto:

    Scusate se faccio un piccolo off topic. Penso sappiate che pare ci sia “un Giuda” di cui il Papa si fidava, che gli ha rubato lettere e documenti personali. Credo sia un gesto di grande solidarietà se tutti dicessimo una preghiera a testa per il nostro Santo Padre. Grazie.

  • joseph ha detto:

    Scusate la mia ignoranza, ma mi sono perso. Qualche buona anima potrebbe stilare un elenco dei 23 generi e spiegare cosa siano esattamente, uno per uno?

    • Enrico da Bergamo ha detto:

      Scusate io cattolico e quindi ignorante secondo gli UAARini.

      Se vi sono 2 sessi ed ognuno dei vari sessi ha diverse identità il numero delleidentita sarebbe pari. Supponiamo poi che esistano 3 o 4 sessi nessuno a come multiplo 23.

  • Antonio72 ha detto:

    Non vorrei entrare troppo nel merito di questa assurda differenzazione di genere, appunto perchè la considero assurda, piuttosto vorrei indagare sulle motivazioni che spingono l’uomo moderno ad annacquare la propria identità di genere.
    Tralascio le questioni politiche odierne, perchè secondo me, questa attitudine non può essere solo un prodotto casuale ma deve avere radici ben profonde.
    Infatti non credo che nella storia sia mai avvenuto che un uomo ed una donna non avessero assegnate le rispettive identità culturali in qualsiasi aggregato umano, indifferentemente che sia una tribù primitiva o uno stato moderno. Delle tribù primitive sappiamo che, non solo ciascun uomo aveva un determinato ruolo e poteva apparentarsi solo con determinati clan, in complesse strutture esogamiche, ma addirittura le tappe esistenziali umane erano tutte scandite nei suoi passaggi fondamentali. Per es. il ragazzo che diventa uomo e lascia la famiglia di origine e quindi la madre per unirsi agli altri uomini della tribù allo scopo, diremmo noi oggi, di assumersi le proprie responsabilità ed affrontare il mondo. Questo avveniva con rituali che, secondo il metro di giudizio dell’uomo moderno, possono apparire spietati e crudeli, e magari lo sono anche. Tuttavia a quel punto il ragazzo sa di essere diventato un uomo: perde l’identità di ragazzo, per assumere quella di uomo e lanciarsi nel mondo.
    Una volta questo avveniva nella rigida società patriarcale, in cui il padre padrone strappava presto il ragazzo dalle amorevoli, tanto melense, cure della madre, per insegnarli, o meglio imporgli a vivere attivamente nel mondo.
    Guardiamoci attorno, e domandiamoci oggi quanti generi, non sessuali, ma umani, esistono? Per es. quando finisce oggi l’adolescenza? Pare una domanda senza senso, eppure se sostengo che esistono trentenni, quarantenni ed anche cinquantenni ancora adolescenti ed immaturi, non credo che nessuno si scandalizzi più di tanto. E guarda caso, ciò è avvenuto in una società dove i ruoli dei genitori, sono perfettamente, o quasi, intercambiabili. Ci si scandalizza, giustamente, per il rischio della legalizzazione e parificazione del matrimonio tra omosessuali, ma si perde di vista cosa è diventata oggi la famiglia. E non mi riferisco alle coppie di fatto, bensì ai ruoli totalmente confusi e sovrapponibili che assumono i due coniugi. Un padre che spesso non è un padre ma una seconda madre, o un “amico” del figlio, o peggio che non è presente per il figlio, cosa può portare, se non ad una perdita dell’identità del figlio stesso? Ciò significa che il figlio non sarà più in grado di affrontare attivamente il mondo, e a sua volta suo figlio, prendendo a modello suo padre, diverrà inadeguato, in una spirale pericolosa per la società.
    A questo punto non dobbiamo meravigliarci che il pus generatosi all’interno del nucleo familiare, alla fine venga a scoppiare anche nella società, determinando una totale anarchia dei ruoli e dei generi. Ma la soluzione non può essere il ritorno ad una anacronistica famiglia patriarcale, piuttosto il tentativo di indurre la reciproca comprensione tra uomini e donne. Finchè resterà invariata questa assenza di comprensione e di dialogo, l’uomo non saprà trovarsi il ruolo che gli compete in famiglia, ed alla fine lascerà fare tutto alla donna, soprattutto l’educazione dei figli, come di fatto avviene nella società moderna. Ciò causa l’immaturità delle future generazioni, che saranno costrette sempre in cerca di quell’identità e ruolo nel mondo che gli avrebbero dovuto essere assegnati, innanzitutto dalla famiglia. Allora, tutta colpa della famiglia? Non so se sia giusto imputare colpe, tuttavia è chiaro che il modello della famiglia tradizionale anni ’50 non regge più, nel senso che oggi l’uomo non può più rapportarsi con la donna come mezzo secolo fa, e non sapendo quale comportamento adottare nei confronti dei figli, spesso abdica di fatto il ruolo di padre.
    Da qui proviene la debolezza psichica delle nuove generazioni che cercano disperatamente dei surrogati identitari anche attraverso la manipolazione del proprio corpo e quindi nella ricerca di diverse esperienze, anche sessuali. Credo che quando ciò avvenga, non sia raro che in uno stesso individuo si manifestino più generi diversi. In definitiva si vuole ergere a diritto una evidente patologia familiare e sociale, anzichè indagarne le cause e provvedere a teorizzare delle soluzioni, come dovrebbero fare degli psicologi e dei sociologi.

    • Enrico da Bergamo ha detto:

      Concordo pienamente.

      A mio parere poi va ricordato che si tende ad eliminare la sofferenza ai giovani che quindi la negano mostrando immaturità.

    • lorenzo ha detto:

      Ottima analisi.
      Vorrei inoltre ricordare che l’identita di genere è stata scientemente elaborata, a detta degli stessi ideatori, con il preciso intento di destabilizzare la famiglia ritenutà fondamento della civiltà cristiana occidentale.

      • Brain ha detto:

        Lorenzo ci piegi cortesemente 1) chi sarebbero gli “ideatori” ? 2) ci indichi la fonte dalla quale hai tratto questa informazione? 3) per quale motivo e con quali scopi questi non meglio identificati “ideatori” vorrebbero “destabilizzare la famiglia”?

        • marco ha detto:

          perche’ vogliono fare i loro porci comodi

        • lorenzo ha detto:

          1) Le teorie dell’identità di genere vennero elaborate negli ambienti femministi americani nei primi anni settanta.
          2) La fonte sono i documenti di quegli anni. Vorrei inoltre farti notare che un mio carissimo amico mi confidava che, quando seppe di quelle teorie, quasi si crucciò che simili idiozie americane non avrebbero potuto far presa nella nostra cultura europea: non aveva però fatto i conti con la stupidità umana.
          3) Alla base della teoria di genere è la convinzione che la differenziazione in maschile e femminile è funzionale ad una ben determinata cultura maschilista che, servendosi della famiglia, si propone di asservire, sottomettere e schiavizzare la donna.
          Per avversare allora il nefasto ruolo che le famiglia ha nel perpetuare questa cultura vessatoria, bisogna intervenire sul ruolo stesso che uomini e donne hanno nel tramandare questa istituzione oppressiva.
          Si è allora introdotto il concetto che sesso e genere sono due dimensioni distinte ed interdipendenti del nostro essere uomini e donne e, mentre il sesso è determinato biologicamente, il genere è una creazione della cultura umana: solo una scelta personale del genere cui appartenere può portare ad una società veramente libera.

        • Rebecca ha detto:

          Uno degli ideatori è proprio Money, il medico citato alla fine dell’articolo.

  • Brain ha detto:

    I “porci comodi” nel loro privato se li vogliono fare tutti. O persone adulte e consenzienti devono chiedere il permesso a qualcuno? e, nel caso, a chi? a te?

    • GiuliaM ha detto:

      Certo, perchè impedire a padre e figlia che si amano di sposarsi?

      • Agnostico ha detto:

        Molto semplice. Padre e figlia che dovessero sposarsi creerebbero un rapporto di coniugio che si affiancherebbe ad un rapporto già esistente di parentela di primo grado. Questo ovviamente creerebbe molta confusione (almeno in questioni ereditarie ma non solo) nei confronti di altri parenti ed affini. Ovviamente nel caso del matrimonio omosessuale le parti non sarebbero (e non potrebbero) essere legate da nessun rapporto di parentela e quindi non si creerebbe la confusione come nel caso del matrimonio tra padre e figlia.

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Infatti, infatti hai proprio colto il punto essenziale di ogni possibile discussione pro o contro l’omosessualità… Ecco il motivo per cui non può esservi alcuna differenza tra matrimonio eterosessuale (non incestuoso) e unioni omosessuali… Ma perché non ti vai a fare un giro, invece di sparare ‘ste boiate?

        • Raffa ha detto:

          “Questo ovviamente creerebbe molta confusione”…chi ti dà il diritto di decidere se la vita di una persona debba essere più o meno confusa? Se delle persone vogliono avere confusione, perché tu da agnostico glielo vuoi impedire?

          “non si creerebbe la confusione come nel caso del matrimonio tra padre e figlia”…ribadisco: se tu non vuoi avere confusione nella tua vita non sposare tua figlia, ma non vedo perché vuoi impedire che altri lo facciano.

          • Agnostico ha detto:

            Raffa, non a caso ho parlato di questioni ereditarie. Parlavo di confusione da un punto di visto legale. Vuoi che te lo spieghi o ci arrivi da solo? Fallo un piccolo sforzo…..

            • Raffa ha detto:

              Oddio..mi sembra che la tua risposta sia ancora più sciocca, eppure di anni non ne hai più 55!

              Confusione legale?? Ma se c’è gente che cambia sesso, che si cambia il nome, che modifica il cognome…vuoi che sia confusione legale sposarsi con il figlio? Mah…

        • Luigi Pavone ha detto:

          Due fratelli non creerebbero quella confusione. In realtà il matrimonio tra consanguinei è impossibile in quanto l’incesto è reato. O meglio, in realtà non è l’incesto ad essere reato, ma l’esibizione pubblica dello stesso, ciò che il matrimonio comporterebbe.

          • Raffa ha detto:

            Bentornato Pavone. So che il tuo commento è rivolto a Agnostico, ma è sbagliato comunque. Giulia domandava proprio perché l’incesto è reato (cioè il riconoscimento da parte dello stato di questa unione e non tanto l’esibizione pubblica).

            In poche parole, qualcuno saprebbe rispondere perché il matrimonio gay si e l’incesto no, anche se si tratta sempre di adulti consenzienti? Agnostico ha giustificato il “no” con la “confusione”, ma non ha risposto adeguatamente perché ognuno è libero di immettere nella sua vita tutta la confusione che vuole.

            • Luigi Pavone ha detto:

              L’incesto in sé non è reato.

              • Kosmo ha detto:

                Altra ignoranza colossale del filosofo Pavone.
                L’incesto E’ un reato, indipendentemente se si sfoggio in pubblico o no.
                Leggiti l’articolo 564 c.p. e la nozione di “pubblico scandalo”.

                In altre parole, l’incesto è reato proprio perchè fa schifo a tutti, e non perchè o quando se ne venga a conoscenza (cosa che vale per tutti i reati).

                • Luigi Pavone ha detto:

                  Il povero Kosmo fa sempre confusione. L’omicidio è un reato in sé anche se è compiuto in modo da non causare scandalo pubblico. L’incesto, invece, è punito se è compiuto in modi da causare scandalo pubblico. Un’altra confusione è quella tra scandalo pubblico e conoscenza. Una indagine può condurre a un omicidio, in quel caso si procede comunque. Se una indagine conduce a un incesto (che non sia altro, cioè violenza, stupro etc.), si può procedere a patto che l’incesto sia compiuto in modo da causare scandalo pubblico.

                  • Kosmo ha detto:

                    Il povero Piccione non sa come arrampicarsi sugli specchi con la sua filosofia da quattro soldi…
                    Come potrebbe un incesto non “causare scandalo pubblico”?
                    Cioè se agli altri sta bene, chissenefrega?

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      Kosmo, perché non ti cerchi un mestiere — meglio se manuale — invece di improvvisarti all’occorrenza filosofo, giurista, teologo, medico etc.? Non ti riesce nemmeno l’arte dell’insulto!

                    • credino ha detto:

                      Kosmo… credo che Pavone abbia ragione, leggi meglio l’esempio che ti ha fatto. L’incesto, se compiuto privatamente, non causa scandalo pubblico (perché è compiuto privatamente). Se le forze dell’ordine vengono a conoscenza di un tale atto di incesto (ad esempio facendo delle indagini) non possono perseguirlo e nemmeno divulgarlo, proprio perché l’incesto non è reato in sé.

                  • Raffa ha detto:

                    @Piccione e Credino
                    Non cambiate discorso, qui si parla non se l’incesto è reato o meno, ma del riconoscimento legale di una coppia formata da padre e figlio.

                    Tuttavia nell’incesto il reato si configura per il semplice fatto della consumazione della condotta incriminata, e l’avere pubblico scandalo non è un elemento costitutivo del delitto. In tutti i casi l’avere una relazione incestuosa continuata aggrava il delitto.

                    La domanda rimane: perché l’incesto no e il matrimonio gay si?

                    • credino ha detto:

                      La domanda rimane: perché l’incesto no e il matrimonio gay si?. E questi “sì” e “no” chi te li ha suggeriti?

              • Raffa ha detto:

                “L’incesto in sé non è reato”…peccato che qui si parla di riconoscimento statale di una coppia formata da padre e figlio.

                Pensavo che fossi andato a documentarti in questo periodo…non dirmi che sei al livello di prima, eh??

                Ribadisco: perché sei contro al riconoscimento statale di una coppia formata da padre e figlio?

            • Luigi Pavone ha detto:

              … perché il matrimonio implica l’esibizione pubblica! Come già ho scritto. Se tu leggessi bene prima di commentare salendo in cattedra a dire ciò che è giusto o sbagliato, eviteresti inutili perdite di tempo.

              • Raffa ha detto:

                E’ solo il codice italiano che si esprime così, mentre per la Corte Europea è delitto anche se non causa pubblico scandalo: http://tutto-normativa.blogspot.it/2012/04/incesto-resta-reato-corte-europea.html

                Ritorna la domanda che ti mette tanto in crisi: perché tu e la Corte Europea siete contro al riconoscimento statale di una coppia formata da padre e figlio ma favorevoli alla coppia uomo e uomo (donna e donna)?

                Perché in Italia è vietato il matrimonio tra consanguinei e invece si vuole legalizzare quello tra lo stesso sesso?

                P.S.
                L’equiparazione incesto=reato è uguale a omosessualità=reato. Mentre noi, caro il mio Pavone, stiamo parlando di matrimonio omosessuale e non di comportamento omosessuale (che è assurdo renderlo illegale!).

        • Raffa ha detto:

          Ovviamente, volevo precisare, la mia posizione non è assolutamente “pro-incesto” ma fingo di essere “pro-incesto” in modo paradossale, per evidenziare le contraddizioni di chi è favorevole al matrimonio gay basando l’argomento sulla libertà individuale e sull’essere consenzienti.

          • Credo ha detto:

            Io non vedo nessuna pratica ragione per non legalizzare e riconoscere le unioni omosessuali.Se uno è omosessuale,ama gli uomini,non prova nulla per le donne cosa deve fare?Se poi trova un’altra persona come lui con il quale vivere in maniera stabile in sodalizio perchè negargli un riconoscimento?

            • Karma ha detto:

              Gli omosessuali sono liberi di esserlo anche senza un riconoscimento statale della loro unione.
              Quando mi risponderai perché negare il riconoscimento ad un padre e una figlia che si amano, ovviamente per farli vivere in maniera stabile, allora ti risponderò.

    • a-theòs=a-éthos ha detto:

      No, la vera tristezza è che debbano trovare la giustificazione ideologica di quello che fanno in visioni dell’uomo così superficiali e deficienti (in senso etimologico) come la tua…

  • Brain ha detto:

    Giulia, ci vuoi venire a raccontare che la teoria dell’identità di genere punta a promuovere il matrimonio tra padri e figlie? ma cos’e’ Scherzi a Parte? Ti ricordo poi che nella Bibbia le relazioni incestuose tra membri della steessa famiglia abbondano.

    • Raffa ha detto:

      No, Giulia ha fatto un ragionamento più sofisticato e ti ha messo metaforicamente nell’angolo. Ma tu non hai colto.

      Tu affermi: “persone adulte e consenzienti devono chiedere il permesso a qualcuno?”.

      Lei ti risponde: “benissimo, allora perché un padre e una figlia adulti non possono sposarsi?”.

      Con questa domanda ha confutato la tua argomentazione sulle libertà di comportamento che pretendono di essere riconosciute dallo Stato.

      • Brain ha detto:

        Raffa mi sembrava chiaro che stessimo tutti parlando di persone non già legate da altri legami di parentela, ma evidentememte non siamo tutti sufficientemente ‘sofisticati’ per non dover ripetere cose che sono evidenti. Pertanto rimane assolutamente valida la richiesta di riconoscimento da parte dello Stato di coppie che si vogliono reciprocamente prendere cura l’uno/a dell’altro/a sia nei periodi in cui tutto va bene sia nei periodi di bisogno, un valore e un bene per la società tutta e sul quale non vi dovrebbero essere ‘veti’ da parte di nessuno.

        • GiuliaM ha detto:

          Però tu hai parlato di “porci comodi”, non di impegno e responsabilità.

        • Raffa ha detto:

          Non interessa di cosa stavi parlando tu e non puoi creare una tautologia di tale livello.

          La domanda verte proprio sul fatto: “perché padre e figlia no, mentre uomo e uomo si?”. Se tu mi rispondi dicendomi: perché sono parenti allora siamo freschi 🙂

    • lorenzo ha detto:

      @Brain
      Se anche tu, come affermi, sei d’accordo che il maschile è maschile ed il femminile è femminile, siamo a buon punto.
      Il passo successivo è quello di prendere atto che la natura, per ovvie considerazioni riguardo la sua continuità, ha stabilito che il maschile sia attratto dal femminile e viceversa.
      Quando, come dici tu, gli uomini provano attrazione sentimentale e sessuale per gli uomini e le donne per le donne, il corretto equilibrio fisico psicologico stabilito dalle leggi naturali viene alterato.
      Mi potresti obbiettare che l’OMS ha stabilito che… , ma ricordati che le leggi naturali sono tali perché nessuna votazione a maggioranza o addirittura all’unanimità può mutarle: prendine atto e rassegnati.

      • Luigi Pavone ha detto:

        Molte popolazioni, com’è noto, hanno diversi nomi per indicare la neve, perché il loro contatto quotidiano con essa li ha condotti a cogliere sfumature che noi non cogliamo. Per noi la neve è neve, punto e basta. Non ci trovo nulla di scandaloso se un sessuologo adotti una tassonomia molto più sofisticata di quella dell’uomo della strada, riuscendo a cogliere delle sfumature all’interno dell’essere maschio e femmina. Dio ci ha creati maschi e femmine, non uomini e donne. Che le nozioni di uomo e donna abbiano una valenza culturale mi pare piuttosto evidente. Spesso diciamo: comportati da uomo! A questa esortazione, noi non rispondiamo che è priva di senso esibendo la nostra carta di identità.

        • lorenzo ha detto:

          Possiamo avere fiocchi di neve, nevischio, acquaneve, neve granulare, gragnola, polvere di diamante…: la natura della neve non cambia e le leggi naturali sono rispettate.
          Essere gay non rispettala natura maschile e femminile dell’Uomo.

          • Luigi Pavone ha detto:

            Tutte le nostre descrizioni sono “inquinate” da elementi valoriali. Non è escluso che tra i vari tipi di neve da te elencati ve ne siano alcuni che tu — o qualcun alto — giudichi più nobili, altri meno nobili, altri infimi.

            • a-theòs=a-éthos ha detto:

              Sì, ma ciò che conta sono i motivi che giustificano tali giudizi, per la miseria! E siccome l’omosessualità è contro-la-natura (cioè contro i fini) della stessa sessualità, è moralmente inaccettabile. Ci vuole tanto per capirlo?

            • Raffa ha detto:

              Ma sicuramente tutti sono formati da h20. Quindi la risposta di lorenzo è corretta: la natura è la stessa, nessuna palla di neve potrà mai staccarsi dalla composizione di acqua. Tant’è che il corpo dell’omosessuale ragione da eterosessuale…è solo la testa che è omosessuale.

            • lorenzo ha detto:

              Sicuramente i miei preferiti sono i fiocchi di neve, l’acquaneve, invece, non mi piace per niente,
              Quando però la neve rimane neve a temperature attorno allo zero ed inizia a sciogliersi a temperature superiori, io affermo, in base alle leggi di natura, che è una cosa normale.
              Quando invece un uomo prova attrazione fisica per un uomo ed una donna per una donna, io affermo, sempre in base alle leggi di natura, che è una cosa anormale.
              P.S. Sono stato obbligato dalla redazione a riformularti la mia risposta in quanto la precedente, non essendo così pacata, era stata cassata.
              arisposta

              • Credo ha detto:

                Bè non è la normalità,non segue le leggi di natura,ma accade,succede…gli omosessuali esistono e non penso siano aldilà della natura.

                • lorenzo ha detto:

                  Che gli omosessuali esistano in natura è cosa certa.
                  Che l’omosessuale sia fisicamente idoneo a procreare è cosa certa.
                  Che l’omosessuale non sia attratto dalla donna e quindi non sia naturalmente idoneo a procreare è cosa certa.
                  Che nella testa dell’omosessuale qualcosa non funzioni è cosa certa?
                  Non è per caso che la natura abbia fatto le cose in modo tale che, quando vuole eliminare chi non segue le sue leggi, fa in modo che si autoestingua?

                  • Luigi Pavone ha detto:

                    Vuoi dire che comportamenti contrari alla natura portano all’estinzione?

                    • lorenzo ha detto:

                      Non che i comportamenti contrari alla natura portino all’estinzione, ma che la matura, quasi per autodifesa, faccia in modo non si perpetui nel tempo una cultura che non ne rispetta le leggi.
                      I gay sarebbero quindi una specie di difesa che la natura mette in atto alterando la mente di talune persone: quando la natura ritiene che una determinata cultura possa rappresentare un pericolo, non fa altro che stimolare in modo abnorme in quel gruppo umano la mancanza dello stimolo di conservazione ed il gioco è fatto ( lo stimolo ad essere gay è, del resto, uno dei tanti modi a disposizione della natura per liberarsi di una società che non ne rispetta le leggi).

                    • Karma ha detto:

                      Fino a prova contraria si. Tant’è che i pinguini gay vengono separati per salvaguardare la specie.

                • Karma ha detto:

                  L’esistenza degli omosessuali esiste come quella dei pedofili e degli stupratori. Dunque il fatto che “ci siano” non comporta nulla (io non ho nulla contro i gay ma sono critico verso l’omosessualità, pratica che sono legittimati a fare in quanto esseri liberi, e critico verso il matrimonio gay)

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Luigi il tuo esempio mi pare del tutto inutile e mi sembra tu faccia confusione tra piano morale-culturale e piano descrittivo-scientifico.

          1) Il tuo esempio della neve si colloca sul piano squisitamente descrittivo e nessuno nega possano esserci persone che provano attrazioni psico-sessuali di vasto polimorfismo.

          2) Mentre l’essere di diverse gradazioni di bianco è questione puramente descrittiva, la sessualità su un piano puramente fisiologico-descrittivo ha due sole varietà possibili, mentre su quello globale è un comportamento (non una semplice caratteristica o proprietà fisiologica) e dunque implica direttamente il piano morale (trattandosi di esseri umani).

          3) Potendosi dimostrare che sul piano ontologico tutte le varietà di comportamento non coerenti con la mascolinità e la femminilità sono devianti, ne consegue il problema morale, poiché non tutto ciò che è possibile attuare è anche eticamente agibile.

          • Luigi Pavone ha detto:

            Come scrivevo a lorenzo, un po’ tutte le descrizioni sono affette da valori, e credo ci sia sempre un piano in cui quei giudizi di valore siano pertinenti. Le descrizioni possono costituirsi a diversi livelli. Ad un certo livello, la descrizione conduce a due forme della sessualità (maschile e femminile). Ad un diverso livello è possibile riscontrare tipicità (così marcate a tal punto da parlare di “generi”) all’interno di quelle due principali forme di sessualità: il maschio e la femmina.

            • a-theòs=a-éthos ha detto:

              No, scusa una specie non può negare il genere di appartenenza. Se “animale razionale” è specie del genere “animale”, qualcosa che trasformasse l’animale della specie in non-animale, contraddicendo il genere, escluderebbe appunto dal genere.

              Se le due distinzioni della sessualità sono maschile e femminile, ciò che le contraddica è al loro esterno, non al loro interno. E poiché quelle sono le uniche date dalla natura, quelle che le contraddicano (nei loro fini) NON POSSONO ESSERE NATURALI e infatti corrispondono a DEVIAZIONI dalla natura.

              • Luigi Pavone ha detto:

                Certo che la specie non deve contraddire il genere! Ma, nella fattispecie, la contraddizione ha luogo solo se identifichi il genere con una delle sue specie. In altri termini, se tu identifichi l’essere gatto con l’essere gatto persiano, allora è chiaro che il gatto siamese contraddice il genere gatto.

                • a-theòs=a-éthos ha detto:

                  No la contraddizione ha luogo perché il genere è esaurito SOLO da due specie di sessualità, che sono quella maschile e femminile. Il che non è frutto di un postulato astratto, ma risulta evidente dalla natura, dato che ci sono solo due sessi biologici. Il perché poi sia assurdo inventarsi una possibile “naturale” discrepanza tra sessualità biologica e sessualità psico-mentale, l’ho già indicata più volte: bisognerebbe presupporre una natura contraddittoria (che contrappone cioè “naturalmente” sesso biologico maschile a sesso mentale femminile nella stessa persona).

                  Per stare al tuo esempio: se ci fossero solo due specie di gatto, sarebbe contro-natura (corrisponderebbe cioè ad un pur artificio logico-fabulatorio) voler inserire nel genere gatto una terza specie di gatto.

                  • Luigi Pavone ha detto:

                    wait wait, la tassonomia in questione, per stare al mio esempio (sotto la ipotesi che esistano solo la specie siamese e quella persiana) non inserisce una terza specie, ma specifica ulteriormente le due già esistenti, distinguendo magari il persiano inglese da quello asiatico.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      E’ proprio ciò che ti impedisce la logica, dato che le sottovarianti che indichi tu (per es. l’omosessualità) contraddicono la specie a cui appartengono, dato che contraddicono ai fini naturali della sessualità maschile e femminile. Altrimenti siamo alla “malattia mortale” della logica, cioè a quella logica “della pura possibilità” tanto criticata da Kierkegaard…

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      La “contraddizione” di cui parli quando dici che l’omosessualità “contraddice” la specie non è logica. Ciò che è logicamente contraddittorio non esiste. Poiché è evidente che esistono omosessuali maschi (o femmine), quelle sottospecie non sono contraddittorie, benché si possa dire che non assolvono a certe funzioni. Perfino l’astinenza potrebbe essere considerata contro-natura.

                  • a-theòs=a-éthos ha detto:

                    La contraddizione di cui parlo io è quella di una logica legata alla realtà, non di una logica a sé. Se leghi specie e generi alla realtà, l’omosessualità non ti risulterà una sotto-specie della sessualità maschile o femminile, bensì una sotto-specie delle deviazioni della sessualità maschile e femminile. E la differenza non è poca, poiché si tratta di una deviazione che nega le finalità proprie della sessualità maschile e femminile e dunque ne contraddice l’essenza.

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      A negare le finalità della sessualità maschile è anche l’astinenza volutamente decisa.

                    • Remigio ha detto:

                      L’astinenza sospende le finalità della sessualità, mentre l’omosessualità snatura le finalità della sessualità.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Ma neanche per sogno. Dovresti fare un’assunzione forte in più e cioè che dove si ha facoltà di fare qualcosa sia anche necessario farla e sempre. Come dire: si può mangiare, non puoi mai astenerti dal farlo (cioè devi mangiare a più non posso per tutto il giorno).

                      Se invece ti riferisci all’astinenza assoluta, nemmeno questa nega, ma semplicemente supera per un fine, appunto, superiore (quello della cura delle anime).

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      Tu non hai parlato di facoltà ma di finalità della sessualità, citando Aristotele, che dice che la natura è il fine, alludendo al fatto che una sessualità non finalizzata alla procreazione è contro-natura. L’astinenza voluta (non quella causata dal fatto che uno è brutto e non riesce ad accoppiarsi) non finalizza la sessualità alla procreazione, viola il dettame naturale delle cose.

                      ps. non vedo come l’astinenza possa curare l’anima. Piuttosto, apparirebbe essere immorale: l’astinenza voluta per fede, dottrina, ideologia tradisce il dettame naturale delle cose, almeno per come tu lo intendi rigidamente seguendo Aristotele. Per quanto mi riguarda non penso che l’astinenza dei preti sia immorale, anche se penso che non giovi alla cura dell’anima.

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      ps. non è in questione la facoltà di non accoppiarsi, ma l’obbligo (di ordine religioso, o culturale in senso lato) a NON accoppiarsi.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Quando mi spieghi che razza di finalità sarebbe quella che non corrispondesse al possesso delle facoltà preposte ad ottenerla… Ovvio che se la natura prevede una finalità vi sia anche la possibilità di ottenerla (anche se poi di fatto potrebbe non succedere sempre), altrimenti avremmo un assurdo, cioè la tendenza ad un fine naturale di cui la natura stessa nega ogni possibilità di realizzazione.

                      Ma non vale l’equivalenza tra finalità-facoltà = necessità di realizzarla in ogni caso. Mentre vale sempre l’equivalenza USO della finalità-facoltà = buon uso, cioè uso secondo le regole che realizzano quel fine. Perciò non è obbligatorio avere figli, né averli sempre, ma qualora si decida di usare delle facoltà preposte a realizzare tale fine, bisogna usarne in modo consono, non invece stravolgendone le finalità. Non mi sembra poi tanto complicato.

                      Per quanto riguarda l’obbligo a non accoppiarsi (penso tu ti riferisca al celibato sacerdotale) non c’è nessuna contraddizione, dato che non è obbligatorio per nessuno avere figli (se non si sposa); tanto meno lo è per chi si senta vocato ad una vita intensamente spirituale, tanto da volersi liberamente dedicare a quella a tempo pieno (che è una vita ontologicamente e moralmente superiore a quella di chi si occupa delle cose del secolo). Anche perché tutto, e dico proprio tutto, ha come fine ultimo Dio, perciò per chi abbia da subito la vocazione a dedicarsi in primis a Dio, dove starebbe il male? Scherziamo?

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      Finalità = possibilità di realizzarla

                      Ti chiedo: chiamando in causa le nozioni di finalità, possibilità, facoltà etc. mi dai una definizione precisa di contro-natura?

                      ps. Sul celibato: è vero che nessuno ha l’obbligo di procreare, ma il celibato non è questa condizione, come erroneamente scrivi. Il celibato è l’obbligo di NON procreare. In altri termini, mentre il non-obbligo a procreare è compatibile con la possibilità di procreare (cioè con la possibilità di conformarsi alla natura della sessualità), l’obbligo a NON procreare nega la possibilità stessa di realizzare il fine della sessualità.

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      ps. per essere più chiaro a proposito della questione del celibato. Mentre la condizione di tutti è

                      1) NON-obbligo a procreare

                      quella del prete è:

                      2) Obbligo a NON-procreare

                      In 1) il NON precede l’obbligo (per il cui il senso è: è permesso non procreare). In 2) il NON segue l’obbligo (per cui il senso è: non è permesso procreare). Mentre 1), dunque, è compatibile con la possibilità di procreare (il permesso di non procreare non implica il divieto a procreare), 2) non è compatibile con la possibilità di procreare.

                    • Raffa ha detto:

                      Continui a sbagliare Pavone. Il sacerdote sceglie liberamente tale condizione, allo stesso modo marito e moglie scelgono liberamente di non avere figli.

                      Quando parli di “obbligo” fai il tuo solito giochino linguistico (come aborto=interrompere il parto e non sopprimere il feto), dimenticando che libertà dell’uomo (altro che obbligo!) ad intraprendere una strada di castità.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Quello che sembri non cogliere è che non c’è alcuna contraddizione tra un obbligo a non procreare dovuto ad uno speciale dovere di stato (cioè ad una situazione di vita valida solo per una categoria di persone, quella che VOLONTARIAMENTE si dedica allo spirito: se si trattasse di obbligo universale, sarebbe errato) e il mantenimento ontologico di tutte le finalità alla procreazione (il sacerdote o la suora non vengono sterilizzati). E poiché non vi è obbligo di procreare, l’obbligo di non farlo al fine di realizzare meglio finalità superiori (spirituali) non viola in alcun modo la natura umana, anzi, proprio all’opposto la realizza ancor più pienamente (dato che lo spirito è superiore al corpo).

                      Altrimenti Nostro Signore sarebbe un poveretto, incapace di comprendere gli obblighi morali derivanti dalla logica di Pavone!

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Per fare un paragone logicamente identico, sarebbe come dire che giocare a calcio è immorale, poiché c’è l’obbligo a non utilizzare le mani, forniteci per natura con precise finalità. Tranne, appunto, che il giocare a calcio, pur obbligando a non utilizzare le mani, non incide minimamente sulla natura umana, dato che ti lascia intatte le facoltà e le finalità relative all’uso possibile delle mani (non te le taglia). Non utilizzarle corrisponde poi alla scelta di ogni calciatore, che in qualsiasi momento può decidere di non giocare più a calcio, ma a pallacanestro; così come nessuno è obbligato a diventare sacerdote o suora.

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      A-theos, non ci hai dato una precisa definizione di essere-contro-natura. Dubito che esista una definizione tale da condannare l’omosessualità e salvare l’astinenza. Infatti, anche l’omosessuale non si sterilizza e mantiene tutte le facoltà di procreare. Il fatto è che sia l’omosessuale sia chi opta per l’astinenza a vita “decidono” di dare alla propria sessualità una forma all’interno della quale la finalità (e dunque la natura) della sessualità è negata.

                      Non capisco in che senso l’essere-contro-natura della astinenza possa essere subordinata a fini superiori. Quali sono i fini superiori che non possono essere eseguiti se non nella astinenza? Gesù non ne hai mai parlato e la stessa Chiesa è piuttosto restia a conferire al celibato sacerdotale un valore in qualche senso dottrinale.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Luigi, parlare con te a volte è veramente come farlo con un bambino che non vuole capire.
                      1) Ho detto almeno un milione di volte cosa voglia dire “contro-natura” riferito alla sessualità. Vuol dire usare gli organi sessuali contro la loro finalità procreativa.
                      2) E c’è un’enorme differenza tra astinenza e uso perverso della sessualità. Se non la vedi, veramente è inutile continuare a discutere con te.
                      3) Per la milionesima volta ripeto: l’astinenza, al contrario dell’uso della sessualità contro le leggi ad essa intrinseche, NON E’ CONTRO NATURA, perché ciò implicherebbe l’obbligo di fare figli, che non c’è. E non ripetermi la questione dell’obbligo di non farli, che è questione attinente alla stato particolare in cui si trova un certo gruppo di uomini e donne.
                      4) Talmente banale capire perché evitare le necessità della cura parentale, lascia più spazio alla cura dello spirito e del prossimo… Te lo devo spiegare più dettagliatamente?

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      Sei in un circolo vizioso. Cosa significa usare gli organi sessuali contro la finalità procreativa? Non lo dici. Dài una definizione precisa, poi ne possiamo parlare con più cognizione di causa.

                      Non esiste la non-azione. Chi decide di non agire in realtà decide di agire in un certo modo. L’astinenza, in altre parole, non esiste in senso letterale. Chi decide di astenersi da una cosa ne sta facendo già un’altra. Benché non sia particolarmente visibile, l’astinenza comporta un uso dei genitali non finalizzato alla procreazione.

                      Quanto alla questione del valore morale del celibato, non ho il minimo dubbio che non esista. Non è forse vero che gli eventuali figli di un sacerdote costituiscono anche loro il suo prossimo?

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      1) Ti rispondo solo perché non sei a tiro, altrimenti otterresti la vera risposta che meriti… Sodomia, masturbazione, sesso orale, coitus interruptus (altrimenti detto: onanismo), uso di qualsiasi tipo di contraccettivo = sesso contro natura.

                      2) Hai ragione: l’astinenza non esiste, infatti chi decide di non fare sesso lo sta facendo… Ma tu saresti versato in logica? Non ti rendi conto che se astinenza dal fare x fosse anche uguale a fare y, ciò implica comunque il non fare x, cioè l’astenersene (ammesso che astenersi da x comporti necessariamente un fare y dello stesso tipo di x, cosa altrettanto falsa, perché l’azione consistente nel decidere di astenersi è sempre di un livello ontologico diverso, da quella pratica che ne risulta)?

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      che ne risulterebbe nel caso opposto, cioè nel caso in cui si decidesse invece di agire.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Sì, il suo prossimo, più suo in un senso che lo distrae e lo occupa di più in faccende che intralciano la preghiera e l’ascesi spirituale, senza le quali la pura carità materiale vale zero. Prova tu a tornare a casa alla sera o ad alzarti la mattina, non essendo solo, ma avendo intorno moglie e tre figli (il mio caso). Ti assicuro che diventa estremamente più complicato trovare e mantenere l’ordine giusto e il tempo sufficiente per la preghiera. Il sacerdote è solo e non deve preoccuparsi di come mantenere se stesso e i famigliari. Se decide di farlo per terze persone, lo fa comunque in subordine ad un’elevata vita spirituale. Senza parlare poi dei monaci, eremiti, ecc.
                      Mi sembra di spiegare cose di una banalità sconvolgente.

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      A-theos non ti ho chiesto di elencarmi i comportamenti sessuali che sono contro natura, ma dare una definizione precisa di essere-contro-natura tale che quei comportamenti risultano contro natura. Tu metti il carro davanti ai buoi! A mio parere non esiste una buona definizione tale che ne risulti che l’omosessualità (l’onanismo etc.) siano contro natura, mentre non lo sia l’astinenza. Ripeto quanto detto non esiste la non-azione, l’astinenza dà comunque alla sessualità una forma (che certamente non è così evidente) che nega la finalità della sessualità. Non si scappa. Si possono fare degli esempi, ma temo che il commento sarebbe bocciato per pornografia. 😀

                      ps. Per favore, a-theos, non crederai che io neghi che esista l’astinenza?!!!!!!!!! Pensi davvero io sia così stupido? Il martello serve per piantare i chiodi. Se me ne servo per piantare il rosmarino ne faccio un uso improprio. Non esiste però in senso stretto il non-uso del martello, perché lasciarlo sul tavolo significa usarlo come soprammobile, e dunque farne daccapo un uso improprio, sotto l’ipotesi che la finalità del martello sia quella di piantare i chiodi.

                      ps. puoi benissimo darmi la risposta che secondo te merito! Prima però cerca di dare una definizione precisa di essere-contro-natura.

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      Forse la famiglia è un intralcio alla ascesi spirituale. Ne consegue però che se tutti praticassimo l’ascesi spirituale, la specie scomparirebbe nel giro di poche generazioni, un po’ come se tutti diventassimo omosessuali.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Per la risposta che meriti dovremmo proprio essere vis-a-vis…

                      Ti ho già obiettato che quello che conta qui è il “non-uso” rispetto all’attività di pertinenza; tale non uso non è contro natura, proprio perché non c’è obbligo all’uso di ogni facoltà che si ha. Dunque astenersi dal fare sesso, non è contro la natura del sesso, perché astenersene non significa usarne in modo improprio, ma semplicemente non praticarlo (cosa verso la quale non vi è alcun obbligo).

                      Per questo il tuo esempio del martello non è pertinente, perché non devi confrontare l’astinenza dal sesso con l’uso del martello come sprammobile, ma l’astinenza dal sesso con il non avere tratto il martello dalla cassetta degli attrezzi (che il suo luogo proprio di ricovero, per quando non lo si utilizza).

                    • Luigi Pavone ha detto:

                      La tua risposta mi pare di buon senso, ma non filosofica. Non è filosofica perché usi nozioni non definite: “essere-contro-natura”, “essere-pertinente”, “luogo naturale di ricovero” etc. A meno che tu non ti decida a dare una definizione precisa per tutte queste nozioni, io resto della mia opinione: non ne esiste una definizione (che non sia ad hoc e non faccia appella a nozioni ancor più indefinite, come la nozione di pertinenza) di contro-natura tale da condannare l’omosessualità e salvare l’astinenza (ripeto, non l’astinenza corrispondente al non obbligo a…, ma l’astinenza come obbligo a non…

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Già con le uniche due differenze che essere omosessuali corrisponde ad un pervertimento dei fini intrinseci alla sessualità, la qual cosa costituisce un male in sé, mentre astenersi per dedicarsi allo spirito non è un male, ma un maggior bene; e dunque, secondariamente, con la differenza che essere omosessuali non è sbagliato per l’ipotesi che se tutti lo fossero l’umanità finirebbe, ma, appunto perché è un male in sé.

                      In ultimo non ti preoccupare: l’umanità che si è dedicata all’ascesi spirituale tramite il sacerdozio è sempre stata una minoranza, rispetto a quella parte che ha deciso di fare figli e se ciò è successo quando la fede permeava molto di più la società, stai sicuro che a maggior ragione non corriamo ora quel pericolo: si tratta di ipotesi priva di ogni fondamento realistico (= inutile e irrilevante).

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Oh, mamma mia, Luigi. La natura della sessualità genitale è finalizzata alla procreazione, prima che a qualunque altra cosa e qualunque altra cosa (ad es. il significato unitivo del matrimonio, di cui saggiamente gli antichi e i medievali, compreso San Tommaso, non si sognavano nemmeno di parlare) è ordinata a quel fine principale e non il contrario. Dunque qualunque uso degli organi genitali che implichi un intervento deviantene l’utilizzo naturale finalizzato alla procreazione, è contro-natura.

                      Ti prego di non tirare fuori ora la questione dei metodi naturali come se fosse un’obiezione, perché se no non la finiamo più.

            • a-theòs=a-éthos ha detto:

              Va be’ Luigi, poi io e te conosciamo bene le discussioni neopositivistiche intorno al “dato”, che sarebbe sempre viziato da un’interpretazione. Ma si tratta di teoria errata, perché il circolo ermeneutico è sempre superabile, anche se c’è sempre un’iniziale “punto di vista”.

        • Raffa ha detto:

          Sbagliato Pavone. Il concetto non è se il termine “uomo” è una costruzione sociale è meno (è chiaro che lo è) ma se chi nasce “maschio” può diventare qualcosa di diverso da “uomo”.

          Prima che le cose ti appaiano sempre evidenti, cerca anche di capire di quali cose si sta parlando.

  • Brain ha detto:

    Caro Lorenzo siamo d’accordo che il maschile è il maschile e il femmminile è femminile. Non siamo per niente d’accordo invece si quello che tu chiami “il passo successivo”. La natura non ha affatto “stabilito” l’eteronormativa che tu vorresti imporre a tutti come “naturale”. In natura (non solo tra gli esseri umani ma anche nel più ampio regno animale che ci circonda) vi sono abbondanti prove e controprove che anche tra esponenti dello stesso sesso vi possono essere attrazioni, nonché unioni che possono durare per tutta la vita. Questo avviene non alterando assolutamente nessun “equilibrio fisico psicologico delle leggi naturali” (a proposito: “leggi naturali” è un ossimoro). In natura vi sono sia attrazioni eterosessuali che attrazioni omosessuali. E non è che le maggioranze possano imporre niente alle minoranze, è solo una questione di rispetto per tutto ciò che è – da sempre – nella realtà del creato. Prendine atto e rassegnati. Non tutti sono uguali a te. E non glielo puoi imporre.

    • a-theòs=a-éthos ha detto:

      Che sciocchezze!
      1) In natura l’omosessualità è sempre un’eccezione, anche rispetto agli individui che occasionalmente la pratichino.
      2) Ciò non toglie che l’omosessualità sia contro-natura, dato che anche gli animali sono sessuati (nella maggioranza dei casi).
      3) Chissenefrega degli animali. Gli uomini sono animali RAZIONALI, cioè liberi e dunque possono comprendere e distinguere il bene dal male (cosa che gli animali non razionali non si possono nemmeno sognare di fare), cioè il SENSO o SIGNIFICATO delle azioni che compiono.

      4) Come ho già obiettato più volte (senza naturalmente ricevere alcuna risposta) la vostra idea della realtà è assurda, poiché implica che la sessualizzazione fisiologica non abbia alcuna necessaria continuità con quella psico-spirituale. Il che, oltre ad essere falso, produce qualunque risultato (come insegna la logica), poiché contrappone senza ragioni fisiologico e psichico (nell’ipotesi che la contrapposizione di fatto sia “naturale”), rendendo totalmente incoerente la natura. Ma se la natura è incoerente, anche l’omosessualità è tale, cioè priva di senso, cioè fluida come tutto il resto, cioè appena se ne parli per difenderla, se ne parla in realtà per negarla (dato che la si dovrebbe difendere tramite un riferimento ad un stabilità della realtà che per ipotesi non c’è, essendo la realtà incoerente, illogica, fluida e del tutto instabile). Chiaro?

    • lorenzo ha detto:

      Lungi da me il voler imporre qualcosa a qualcuno, ma non è mia abitudine adeguarmi ad una determinata cultura solo perché è politicamente corretta.
      In natura le attrazioni eterosessuali sono per la continuità, le attrazioni omosessuali sono per l’annichilimento.
      Ti sei mai chiesto perché la natura dovrebbe sprecherebbe inutilmente tante risorse per dotare l’uomo e la donna di un apparato riproduttivo complementare se poi non servisse a nulla? Non poteva farci come le lumache? Non è che l’OMS, per assecondare i pruriti delle lobby gay ha preso una cantonata colossale?

    • Raffa ha detto:

      “prove e controprove che anche tra esponenti dello stesso sesso vi possono essere attrazioni, nonché unioni che possono durare per tutta la vita”.

      Vi sono prove e controprove che esiste attrazione tra i bambini e gli adulti, unioni che possono durare per anni. Quindi concludo come fai tu: “non è che le maggioranze possano imporre niente alle minoranze, è solo una questione di rispetto per tutto ciò che è”.

  • Brain ha detto:

    a-theos ci fornisce il classico esempio di logica a senso unico (la sua ovviamente). Il fatto che una cosa (in questo caso l’omosessualità) sia in generale minoritaria non significa che sia anormale. Anche le persone mancine o coi capelli rossi sono minoranza, non per questo nessuno li accusa più (un tempo si faceva anche questo) di essere innaturali. Alla risibile accusa di essere contro-natura si fa notare che anche in natura l’omosessualità è ben presente e allora puntualmente salta fuori l’immancabile “ma gli esseri umani sono razionali” e – arrivando a quello che è il punto – “sanno distnguere il bene dal male”. Dunque l’omosessualità sarebbe “il male”? Con tutto quello di orrendo che gli esseri umani sono capaci di farsi l’un l’altro non vai aoltre dal bollare come ‘il male’ due persone che si amano solo perché sono dello stesso sesso? a-theos un po’ di rispetto per gli altri esseri umani non ti farebbe davvero male.

    Lorenzo, guarda che l’apparato riproduttivo ce lo hanno tutti, sia etero che gay, e funziona benissimo a tutti quanti (salvo patologie) a prescindere dall’orientamento sessuale. Mi sembri ossessionato da quella che sembra essere una necessità riproduttiva quasi obbligatoria, ma di che hai paura che l’umanità ci estinguiamo? (“l’annichilimento”!!!!!!!!) Nell’ultimo secolo l’umanità è triplicata!! Il fatto poi che tu bolli come “pruriti gay” la semplice presa d’atto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul fatto che sia invece assolutamente “naturale” la dice lunga sul livello di irrazionale avversione e pregiudizio che ti porti dentro.

    • a-theòs=a-éthos ha detto:

      Caro Brain si potrebbe dire che a dispetto del tuo nick (a meno che non fosse inteso in modo ironico, nel qual caso saresti dotato almeno di umorismo nero)…

      1) L’essere minoranza, OVVIAMENTE, non corrisponde all’essere contro-natura; ma l’essere minoranza in quanto DEVIAZIONE, invece sì. L’omosessualità contraddice indubitabilmente il fine naturale proprio degli organi sessuali maschili e femminili, che, OVVIAMENTE (a meno che tu non sia lobotomizzato) sono fatti per essere complementari (allo scopo ulteriore di permettere la generazione di nuova vita). Leggi quello che viene scritto, prima di continuare a sparare sciocchezze (io mio punto 2).

      1.1) Ovviamente confrontare l’omosessualità con l’avere i capelli rossi o con il mancinismo, per chi ragioni appena un poco, non c’entra nulla, visto che nei due ultimi casi tali caratteristiche non contraddicono alcun fine naturale (se per compiere ciò a cui l’esistenza della mano dominante è preposta, usi come mano dominante la sinistra, invece che la destra il risultato mi pare lo stesso; invece se il tuo pene lo usi per per avere un orgasmo nelle terga di un tuo amico, mi pare che lo scopo per cui ne sei dotato – la procreazione – ne venga un attimino perturbato…).

      2) Ora, non si vede perché se l’omosessualità è nella maniera più palese contro-la-natura della fisiologia sessuale, non debba esserlo anche contro la natura sessuale in senso più ampio, cioè comprendente le altre caratteristiche complementari della mascolinità e femminilità a livello psico-emozionale e spirituale (oltre che mentale, dato che i due sessi hanno anche differenti caratteristiche intellettuali tipiche).

      3) L’unico motivo che potrebbe giustificare la tua strampalata teoria gender, purtroppo per te, corrisponde alla ragione che nega più fortemente la tua teoria stessa. Infatti se si ammette la contrapposizione “naturale” di sessualità biologica e sessualità psico-emotiva, si implica la contraddittorietà della natura (con le conseguenze che ho già indicato sopra).

      Ora se vuoi rispondere in maniera meno superficiale, sei pregato di tenere presente la logica che lega i miei tre punti.

      • Luigi Pavone ha detto:

        … casomai umorismo grigio

      • Brain ha detto:

        a-theos, ci vuole ben poco a risponderti, senza far grandi sforzi logici. Sei ancora fermo ai tempi dell’equazione omosessualità=deviazione. Per cui, se capisci làinglese, vatti a vedere quello che dice la medicina (O.M.S.), la psicologia (American Psychological Association http://www.apa.org/topics/sexuality/orientation.aspx ) e la psichiatria (American Psychiatric Association http://healthyminds.org/More-Info-For/GayLesbianBisexuals.aspx ) prima di venire a pontificare sulla “sessualità psico-emotiva” degli altri. Ah, e per favore non venirmi a raccontare la favoletta che tutte queste associazioni sarebbero sotto il controllo della malvagia e potentissima lobby gay, quella specie di Spectra che vuole sovvertire il mondo perchè siamo veramente nel ridicolo.

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Vedi, la tu ignoranza non ti permette di capire. Si tratterebbe di conoscere Aristotele, che potrebbe ancora spiegare a chicchessia (compresi i medici e psichiatri delle associazioni che citi tu), cosa sia natura e cosa contro-natura. Ma si sa, Aristotele è nato nel 384 a.C., dunque sicuramente diceva caxxate, vero? Inutile parlare con le “capre” come te (citazione sgarbiana, piuttosto contemporanea, forse la tua “cultura” ci arriva).

        • Raffa ha detto:

          Portare l’argomento dell’APA quando i suoi ex presidenti hanno spiegato come essa funzioni: https://www.uccronline.it/2011/11/16/lex-presidente-dellapa-%C2%ABdallomosessualita-si-puo-uscire-lapa-e-solo-politica%C2%BB/ mi sembra contro-producente. E’ come un gatto che si mangia la coda.

        • Gennaro ha detto:

          Il termine “deviazione” non ha un connotato negativo, ma significa allontanamento dalla normalità. Sia l’OMS che l’APA si sono pronunciate (prima l’APA e poi a ruota tutti) senza attingere a scoperte particolari ma puramente sull’onda dell’accettazione sociale, derivata a quel tempo dal fatto che si pensava di aver scoperto il gene gay, il famoso marcatore dell’omosessualità maschile. Una bufala pazzesca che però ha cambiato il corso della storia moderna.

    • Raffa ha detto:

      L’omosessualità potrà divenire maggioritaria ma sarà sempre anormale, tant’è che la specie umana si estinguerà. Osservando il corpo umano si capisce benissimo che non c’è nulla di normale (previsto dalla natura e non mera eccezione) nell’omosessualità.

      L’apparato riproduttivo funziona in tutti, ma compie il suo lavoro soltanto negli etero perché è programmato per essere usato tra sessi diversi. Il corpo dell’omosessuale è un corpo eterosessuale tant’è che nessuno se ne accorge.

    • lorenzo ha detto:

      Caro Brain, vediamo se facendo questo esempio riesco a farmi capire.
      Che senso avrebbe regalare una ferrari a qualcuno se questo vuole usarla solo come schiaccianoci?
      Che senso avrebbe sprecare tante energie per produrre spermatozoi se manca il desiderio di fecondare l’ovulo?
      Se la natura ha messo l’uomo in grado di fecondare una donna, gli ha anche messo nel cervello il desiderio della donna.
      Come non è normale, per un uomo, desiderare una donna e non essere in grado di copulare, così non è normale copulare senza sentire il desiderio di una donna: che vuoi farci, anche se l’OMS dice il contrario, la biologia è fatta così e se le opinioni degli psicologi non concordano, questo la dice lunga sul livello di irrazionale avversione e di pregiudizio che si portano dentro.

      • Brain ha detto:

        Dunque, riepilogando. a-theos sale in cattedra e semplicemente citando Aristotele bolla come ignoranti non solo me ma anche tutte le organizzazioni di dottori, psicologi, psichiatri eccetera che ormai concordano su quanto a-theos non gradisce sentirsi dire. Molto modestamente la sua ‘cultura’ è certamente piu’ elevata di quella di chiunque non sia d’accordo con lui.

        Gennaro ci viene a raccontare la favoletta che non UNA ma TUTTE queste organizzazioni hanno preso le stesse posizioni, in anni diversi, in paesi diversi, sull’onda dell’accettazione sociale (cosa fastidiosa questa “accettazione sociale” eh?) di una “bufala pazzesca”. Sul tema del “gene gay” ho già scritto in un mio post a commento dell’articolo sul dibattito sulle nozze gay in Australia.

        Raffa svela la sua vera paura inconscia: che l’omosessualità diventi maggioritaria!!! uhhhh, che pericolo incombente! Vorrei tranquillizzarla. Gli omosessuali non voglion conquistare il mondo e far diventare tutti gay, piantatela con queste paranoie dietro le quali altro non c’è se non la vostra incapacità di accetare gli altri.

        Lorenzo continua a concepire la realtà solo secondo la sua etero-normativa logica, al di fuori della quale tutto viene automaticamente bollato come innaturale e anormale. Continua a parlare dello “scopo” della natura (il suo scopo, ovviamente, la sua natura) e procede per dogmi assoluti: “Se la natura ha messo l’uomo in grado di fecondare una donna, gli ha anche messo nel cervello il desiderio della donna.” La realtà delle cose dimostra che non è così. Prendine atto e lascia vivere in pace altri esseri umani, possibilmente rispettandoli e trattandoli come tuoi pari. Curioso che proprio chi fa questo tipo di ragionamenti rigidi e assolutistici poi accusi gli altri (chiunque non condivide il suo dogma) di “irrazionale avversione e di pregiudizio”!

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Tu invece, veramente povero tapino, ti nascondi dietro agli ultimi proclami ideologici, ignorando tutto il resto (cultura millenaria dell’Occidente di cui quei dottorucoli di cui blateri costituiscono solo dei brufoletti putridi), come non fosse mai accaduto alla scienza di essere del tutto ideologica.

          Forse non hai mai sentito parlare delle teorie razziste che erano diffuse non solo nel regime nazista, ma, anzi, nacquero alquanto prima in ambienti anglosassoni ed erano molto diffuse.
          O forse non hai mai sentito parlare di casi clamorosi come quelli del dottor Ignaz Semmelweis, che fu licenziato dall’ospedale di Vienna dove lavorava, perché fu il primo a sospettare dell’esistenza di microbatteri, i cui portatori erano i medici stessi, che, effettuando autopsie se ne riempivano le mani, andando poi ad infettare le gestanti (che morivano in alta percentuale di sepsi).
          Oppure il caso dei due medici australiani che negli anni ’70, mica 400 anni fa, rischiarono di essere radiati dall’albo, perché, contro il dogma dell’impossibilità per qualsiasi batterio di sopravvivere nell’ambiente altamente acido dello stomaco, affermavano con dati sperimentali alla mano che l’helycobater pylori era il responsabile principale delle ulcere gastriche (ci vollero 20 anni, perché il dogma crollasse e loro arrivassero, se non ricordo male, perfino al Nobel). Ecc., ecc.

          Figuriamoci poi in un campo come quello psicologico, dove il puro dato sperimentale conto molto meno dell’ideologia…

          E tutto ciò, naturalmente, senza avere la minima idea di cosa siano la filosofia o la vera psicologia descrittiva.
          Ma fammi il piacere! Torna nella tua tana, ben nascosta al riparo dalla verità, che potrebbe sconvolgere il tuo piccolo mondo governato dalle notizie dell’ultima ora…

          • Brain ha detto:

            a-theos vedo che l’arroganza e la violenza verbale dei tuoi commenti aumenta di volta in volta.

            Certo che la scienza ha preso cantonate, un tempo si pensava che la Terra fosse al centro dell’universo, poi la ricerca scientifica ha portato alla verità (con qualche ‘resistenza’ da parte degli ambienti religiosi…). Un tempo si pensava che le persone omosessuali fossero “contro natura” e/o affetti da qualche disturbo mentale o anomalia comportamentale, poi la ricerca scientifica ha portato a rivedere questo concetti.

            Quanto alla tua intimazione finale (“torna nella tua tana”) caro mio tu non sei in grado di darmi ordini. I secoli dello stigma, dell’emarginazione e dell’invisibilità delle persone omosessuali sono finiti. E non certo grazie a persone come te. Nel “piccolo mondo” governato solo da pregiudizi e disprezzo per le diversità ci stai benissimo per conto tuo.

            • a-theòs=a-éthos ha detto:

              Ecco un ottimo esempio di ideologia-falsità: gli unici ad avere paura della diversità sono gli stessi omosessuali, dato che, appunto (se conosci l’etimologia greca della parola che tanto agiti), all’omoios si rivolgono loro, mentre al realmente altro solo gli eterosessuali…

              Il consiglio di tornartene nella tua tana, è del tutto amichevole, per evitarti continue figure del genere. Tanti auguri di risveglio alla realtà, un giorno. Me lo auguro per te.

        • lorenzo ha detto:

          Caro Brain, la tua risposta stizzita dimostra solo che hai la coda di paglia e non riesci a distinguere, nei i fatti: come sono, come dovrebbero essere, le opinabili opinioni sulle cause e sui rimedi.
          Per farmi meglio comprendere, proverò a fare un ragionamento parallelo
          – I fatti come sono: un uomo di 40 anni vive ancora con i genitori; ad un uomo piacciono gli uomini.
          – I fatti come dovrebbero essere: l’uomo di 40 anni dovrebbe avere la sua famiglia; ad un uomo dovrebbero piacere le donne.
          – Opinioni sulle cause: il quarantenne, per motivi economici o psicologici, trova gratificante vivere ancora in famiglia; l’omosessuale, per motivi economici o psicologici, trova gratificante amare gli uomini.
          – Opinioni sui rimedi: rimuovere le cause economiche e sociali che potrebbero giustificare la scelta opportunistica del farsi mantenere dagli altri; ricercare, per rimuoverle, le perturbazioni psicologiche che portano ad agire in modo non biologico.
          Che in natura esista la malattia e la salute, la vita e la morte, l’eterosessualità e l’omosessualità, il sole e la pioggia, il mare e la terra…, è una cosa ovvia, ma e altrettanto ovvio che alcune cose sono preferibili, altre indifferenti, altre creano rifiuto.
          .

  • Marco Comandè ha detto:

    L’homo sapiens, con la propria identità di specie, non si separa dalla variabilità genetica che porta alle diverse forme di identità sessuale. Il fatto che un maschio corteggi una femmina non esclude le altre forme di identità sessuale, necessarie per l’evoluzione.

  • Marco Comandè ha detto:

    Il problema vero è quando si impone a qualcuno un’identità che non è connaturata al suo istinto. E accade soprattutto quando si nega l’esistenza di un’identità gay.

    • a-theòs=a-éthos ha detto:

      Senti, almeno non prendere in giro gli altri lettori, buttando lì affermazioni del tutto genericamente ideologiche, che sono già state ampiamente considerate nello sviluppo della discussione (e non solo di questa, ovviamente).