I metodi naturali per una sessualità davvero responsabile

In tema di sessualità, la proposta della Chiesa non è soltanto un sano autocontrollo del proprio corpo, ma anche l’utilizzo dei metodi naturali, proprio finalizzati a salvaguardare la vita e perseguire una vera sessualità responsabile e rispettosa.

L’approfondimento della conoscenza di tutto questo è l’obiettivo del Corso di aggiornamento “Regolazione naturale della fertilità e salute della donna: valore scientifico, umano e sociale dei metodi naturali”, riservato a medici, ostetriche, infermieri, psicologi, biologi, farmacisti, fisioterapisti, educatori professionali, promosso dal Centro Studi per la Regolazione Naturale della Fertilità (RNF) dell’Università Cattolica di Roma e dall’Istituto Scientifico Internazionale Paolo VI (ISI).

«I moderni metodi naturali», – ha spiegato la coordinatrice del Corso, Aurora Saporosi, del Centro Studi per la RNF della Cattolica di Roma, «ancora oggi poco conosciuti e valorizzati, sono in grado di svolgere un importante ruolo nella prevenzione e nella tutela della salute della donna e della vita nascente. Ciò è possibile, sia dal punto di vista biologico, attraverso la loro à diagnostica, sia attraverso la educativa che i metodi naturali possiedono e trasmettono, proponendosi come stile di vita positivo e responsabilizzante nell’esercizio della sessualità». Oggi, grazie al progresso tecnologico, con un uso corretto essi hanno un’efficacia tra il 95% e il 99,7% per monitorare i momenti di fertilità e infertilità. Qui per avere maggiori informazioni, le iscrizioni dovranno pervenire entro giovedì 24 maggio 2012.

Purtroppo anche su questo argomento il pensiero della Chiesa è (volutamente) completamente equivocato, come ha detto Giovanni Paolo II: «il pensiero cattolico è sovente equivocato, come se la Chiesa sostenesse un’ideologia della fecondità ad oltranza, spingendo i coniugi a procreare senza alcun discernimento e alcuna progettualità. Ma basta un’attenta lettura dei pronunciamenti del Magistero per constatare che non è così». Nessuno ha mai parlato di sessualità, dono di Dio, solo per la procreazione.

«In realtà», ha continuato papa Wojtyla, «nella generazione della vita, gli sposi realizzano una delle dimensioni più alte della loro vocazione: sono collaboratori di Dio. Proprio per questo sono tenuti ad un atteggiamento estremamente responsabile. Nel prendere la decisione di generare o di non generare gli sposi devono lasciarsi ispirare non dall’egoismo né dalla leggerezza ma da una generosità prudente e consapevole, che valuta le possibilità e le circostanze, e soprattutto che sa porre al centro il bene stesso del nascituro. Quando dunque si ha motivo per non procreare [motivi medici, eugenetici, economici e sociali, nda] questa scelta è lecita, e potrebbe persino essere doverosa. Resta però anche il dovere di realizzarla con criteri e metodi che rispettino la verità totale dell’incontro coniugale nella sua dimensione unitiva e procreativa, quale è sapientamente regolata dalla natura stessa nei suoi ritmi biologici. Essi possono essere assecondati e valorizzati, ma non violentati con artificiali interventi».

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85 commenti a I metodi naturali per una sessualità davvero responsabile

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  1. Controinformato ha detto

    Ecco il crollo di uno dei dogmi dell’anticlericalismo

  2. Gab ha detto

    A tale proposito è vivamente consigliato ripassarsi l’enciclica “Deus Caritas Est”.

  3. Daniele ha detto

    I mass-media, che del precedente Papa pubblicavano tutto (anche i dettagli), chissà perché si son dimenticati di insistere su questa presa di posizione di Giovanni Paolo II circa la sessualità!
    Forse perché certi mass-media (Repubblica, ad esempio) vogliono a tutti i costi far passare l’idea (falsa) che la Chiesa è soltanto capace di bacchettare e tenere “schiava” la gente? E così poter promuovere meglio contraccezione, aborto, ecc…?
    Penso di sì…

    • edoardo ha detto in risposta a Daniele

      Ecco, hai messo il dito nella piaga.
      Anche nella faccenda delle staminali, sono riusciti a divulgare l’idea falsa che la chiesa è contraria a tutte le staminali, embrionali, adulte e ombelicali, il che è palesemente falso, anzi, la Chiesa ha visto giusto perchè le adulte e ombelicali sono quelle promettenti mentre le embrionali danno molto problemi, e su questo già c’è abbondanza di documentazione.
      La lobby anticattolica sa propagandare, veicolare i messaggi ed indirizzarli ad un vastissimo numero di persone, la Chiesa no, e anche se ne ha perfettamente la possibilità per un’azione incisiva e puntuale che raggiunga una fetta di popolazione molto ampia, non lo fa.
      E’ un tema a cui tengo molto questo, e lo giudico di vitale importanza.
      Vitale nel significato letterale, cioè nel mondo odierno, o fai così o non sopravvivi.
      Penso proprio che non abbiamo scelta.
      Ho letto che gli interventi caritatevoli nel terzo mondo, il 30% del totale e delle missioni cattoliche.
      Però la lobby riesce ad inculcare il messaggio che la Chiesa è la più grande multinazionale finanziaria del mondo ed i suoi forzieri sono pieni al punto che se volessero potrebbero sfamare il terzo mondo da soli, ma non lo fanno perchè i cristiani sono dei sadici che vogliono fame, miseria e malattie per tenere il terzo mondo soggiogato.
      Questi sono i deliri che loro veicolano, ripetendoli all’infinito fino a lavare il cervello della gente.
      E la Chiesa parla, ma ancora troppo timidamente.
      Su internet diffondono ancora notizie secondo cui la Chiesa imporrebbe alle coppie di fare sesso solo in una posizione sotto la minaccia che farlo in altre posizioni “non ammesse” si incorrerebbe nel peccato, e che il sesso sarebbe “non per piacer mio, ma per dare dei cristiani a Dio”. E a conferma di ciò schiaffano dentro citazioni prese da chissà dove e chissà in quale contesto ed infilate dentro brevi messaggi che fanno condividere su facebook.
      Io conosco vari sacerdoti, alcuni li conosco molto bene, da anni, e qualcuno anche da prima che prendesse la via del sacerdozio, quando eravamo ragazzi, e sono tutt’altro che arretrati e sprovveduti o pecorelle da massacro: dov’è allora il punto debole della Chiesa che la rende inadeguata a parlare di sè stessa nel mondo reale odierno?

      • Leonardo ha detto in risposta a edoardo

        Guarda, hai toccato il vero punto dolente della Chiesa e dell’Evangelizzazione oggi.
        Sono catechista di adolescenti e non da moltissimo sono “passato” da quella fase e mi accorgo come tutte queste menzogne, ripetute all’infinito, lette allo sfinimento su FaceBook e ascoltate in loop in classe sono devastanti.

        Un adulto ci mette(ci dovrebbe mettere) un battito di ciglia per estirparle, talmente sono sciocce e palesemente finte, ma un adolescente, un ragazzino, non ha gli strumenti per poter discernere cosa èvero e cosa è falso, cosa è detto per fare del male e cosa no.
        Sono cose che sedimentano, si accumulano, uccidono.

        Poi è vero che chi conosce Cristo poi riesce a fare piazza pulita,ma il problema è proprio questo. Si arriva ad avere una immagine talmente distorta della Chiesa da rifiutare persino Cristo.

        Hai ragione pure sul fatto che ci sarebbero tranquillamente le possibilità per demolire tutte queste fandonie e anche io non capisco tutta la mollezza in questa direzione.
        Non capisco come film che non trovano in Italia un produttore, come “Cristeros” e “Bella”, proprio in virtù del forte messaggio cristiano che portano, non possano ricevere una spintarella, o addirittura essere prodotti, dalla Cei o altro.
        Sarebbero una grande opportunità per molti… mah…

        Davvero a volte mi chiedo se ci siamo o ci facciamo, purtroppo.

  4. Licurgo ha detto

    Scusate la domanda, magari un po’ ingenua, assolutamente non dettata da volontà polemica, ma esclusivamente da volontà di ocmprendere, visto che conosco molto poco la morale cattolica, non essendo stato mai mio campo di interesse.
    Credo di aver capito il concetto base, per cui chi magari già ha procreato e non ha possibilità di allargare in quel momento la famiglia, o chi momentaneamente non è in condizioni di allargarla anche senza aver già avuto figli, ma non lo esclude per il futuro, può ricorrere alla contraccezione naturale: ovvero non bisogna escludere la volontà di procreare ma non c’è bisogno che essa sia primaria e presente in ogni rapporto sessuale (ovvio, per la morale cattolica sarebbe meglio in una coppia già sposata o, male minore, perlomeno con chiara intenzione di sposarsi presto).
    Tuttavia è proprio da qui che nasce il mio dubbio, che esprimo in modo molto semplice giacchè molto semplice è la natura del dubbio stesso.
    Se i metodi naturali sono accettati perchè non vanno bene gli altri, del tipo il condom o la pillola anticoncezionale?
    Ecco, tutto qua.

    • Giorgio P. ha detto in risposta a Licurgo

      La risposta si può trovare qui
      http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1289
      e qui
      http://www.perfettaletizia.it/archivio/infomazione/Contraccezione.htm

      L’errore fondamentale che Lei commette nella formulazione della sua domanda è l’inserimento dei metodi naturali nella categoria dei contraccettivi.
      Non è così.

      Nei link sopra è mostrato il perché, e ci sono anche tante informazioni utili per chi vuole provare un primo approccio, sincero e ponderato, alla morale cattolica su questi temi.

      • Luciano ha detto in risposta a Giorgio P.

        Gentile Giorgio,
        se mi posso permettere, con tutto il rispetto, nella definizione di metodo contraccettivo rientra anche l’astinenza (ricercato su wikipedia), quindi se questo risulta essere vero, rientrerebbe nell’insieme di quei metodi condannati, secondo quanto riportato nei link segnalati.

        • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Luciano

          Caro Luciano, ma davvero Wikipedia può sapere di più della visione cattolica della sessualità del teologo e del catechismo della chiesa cattolica? Capisci dove sta la confusione?

          Nessuno è obbligato ad essere cattolico, ma il Catechismo mi sembra debba essere un riferimento imprescindibile. Oppure il tuo credo è superiore perfino a questo? So bene cmq che l’80% dei cattolici ha un credo individuale, molto protestante. Comunque, leggiamo cosa dice il Catechismo al sesto comandamento:

          «La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Al contrario, è intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione». Vedi: contraccezione e preservativo. E ancora: «la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, quello cioè del non donarsi all’altro in totalità. La differenza antropologica e al tempo stesso morale, che esiste tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi temporali […], coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro irriducibili»: http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a6_it.htm

          • luciano ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

            Ma allora di quali metodi si parla nell’articolo? si parla di metodi naturali e non…..entrambi contraccettivi….mi sembra che si giochi troppo sulle parole….

            • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a luciano

              Si parla di metodi naturali, che non vengono definiti contraccettivi.
              Comunque, mi sembra che il Catechismo della Chiesa Cattolica, per chi desidera essere cattolico ovviamente, sia chiaro: ««La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Al contrario, è intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione»: http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a6_it.htm
              Ad ognuno la sua scelta: o fede cattolica o credo individuale (protestante).

              • Luciano ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

                Ripeto chi la pensa cosi’ e’ un integralista, speriamo che non sia anche fondamentalista, per essere cattolico ci sono in primis i dogmi di fede, poi si puo’ essere integralisti o meno. Tu lo sei io no.

                • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Luciano

                  Chi la pensa come il Catechismo secondo te (sedicente cattolico) è un integralista? Bene da sapersi, allora sono contento di esserlo 🙂

                  • Luciano ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

                    Ma no, non prenderla sul personale, se non mi vuoi considerare cattolico, considerami un cristiano fai tu, espongo la mia opinione, e secondo me la comunità cattolica/cristiana è bella anche perchè ci si riesce a confrontare.
                    Il catechismo stesso si è evoluto, da quello tridentino all’attuale, quindi non vedo perchè alla luce di un dialogo costruttivo non si possano trovare dei punti di evoluzione anche nell’attuale.
                    Comunque in ogni caso i toni che utlizzi “sedicente” per farti un esempio dimostrano poco rispetto nei confronti di chi ha un approccio diverso dal tuo. Ognuno ha la sua storia personale, e come tale difficili percorsi per avvicinarsi completamente alla dottrina cattolica, il mio può essere un percorso travagliato, ma se io sono un sedicente cattolico tu potresti essere un sedicente cristiano.
                    ti saluto amichevolmente.

            • Raffaele ha detto in risposta a luciano

              Caro Luciano, non è un gioco di parole, la differenza non è solo terminologica, ma è sostanziale, ed è enorme. Semplicemente i metodi naturali non sono metodi contraccettivi, e la differenza tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi di fecondità naturale della donna è enorme, oltre che molto pratica. Non so quale sia la definizione di contraccettivo che dà wikipedia, né la tua definizione di contraccettivo, forse è tutto qui il nodo. Per la Chiesa contraccettivo è un mezzo artificiale che non è aperto alla vita:

              1) non aperto alla vita significa che vuole eliminare la potenzialità procreativa
              2) mezzo artificiale significa che ricorre a modalità di funzionamento non naturali, mediante interposizione di barriere che alterano il rapporto, mediante pillole che, modificando il fisiologico assetto ormonale della donna, alterano il rapporto, ecc.

              Alla luce di questa definizione credo non sia difficile comprendere che il ricorso ai metodi naturali è una cosa completamente diversa dalla contraccezione, perché qui parliamo invece di metodi naturali aperti alla vita:

              1) sono aperti alla vita perché non escludono affatto la gravidanza, che resta assolutamente possibile, rispettando quindi il disegno di Dio che ha voluto che ogni rapporto fosse fertile. L’atto sessuale compiuto secondo i metodi naturali conserva tutta la sua capacità procreativa: niente viene compiuto prima, durante o dopo per alternarne la finalità. Per farti un esempio pratico è come se tu hai un fiammifero che per natura deve sempre stare acceso in quanto deve mantenere sempre la sua intrinseca naturale capacità di bruciare: con i metodi naturali tu cerchi di non avvicinare il fiammifero alla carta affinché non si bruci, con la contraccezione elimini il rischio di bruciare la carta cercando di spegnere il fiammifero per poi riaccenderlo, alterando però il naturale corso del fiammifero e quindi anche della capacità di bruciare di quel fiammifero.
              2) non sono mezzi artificiali, esterni alla coppia, oggettivabili in una cosa materiale come una pillola, un condom, una spirale o altro di materiale, ma consistono semplicemente nel ricorso ad un qualcosa di interno alla coppia, al naturale ciclo di fecondità della donna,, rispettando sempre il disegno di Dio che ha voluto. Se il figlio non viene, questo dipende dai meccanismi della natura (o meglio dal Legislatore supremo) che sapientemente ha disposto che la donna non sia fertile in ogni momento e per tutta la vita. Questa è legge di Dio scritta nella natura stessa dell’uomo e della donna e degli atti propri del matrimonio e andare contro questa legge significa andare contro se stessi.

              C’è poi da considerare che essendo naturali sono pertanto benefici, mentre la contraccezione in ogni caso fa pagare qualcosa a lui, a lei o al rapporto di coppia. I metodi naturali non hanno nessuna conseguenza negativa, mentre la contraccezione le conseguenze negative se le porta sempre dietro, perché altera la fisiologia di un atto e dal punto di vista medico può dare certamente più problemi del rapporto naturale. Io personalmente, ma qui entriamo in un parere mio personalissimo, sono contrario alla contraccezione proprio perché escludendo Dio rende il rapporto sessuale un rapporto a 2, e non a 3. Trovo veramente molto più bello, molto più eccitante ed anche romantico che una coppia si affidi a Dio e al suo disegno naturale che è perfetto. Quando mi sentirò maturo, pronto per avere un figlio mi sposerò non penso che mi metterò a fare la conta dei giorni x vedere in quali giorni mia moglie è fertile in modo da avere un rapporto in quei giorni. Penso che semplicemente avremo normali rapporti quando ce ne sarà voglia e occasione, e che sarà Dio a decidere quando donarmi un figlio, penso che ci affideremo completamente a Lui.

              Nello scriverti ho riportato alcuni pensieri di queste fonti, che ad ogni modo ti invito caldamente a leggere, perché trovi proprio tutte le risposte alle domande che possono sorgere a riguardo:
              http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2122
              http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2068
              http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1850
              http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1700

              Particolarmente ti invito a leggere i punti 7 ed 8 di questo:
              http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1489
              Sono semplicemente splendidi! Chiamare gli altri integralisti solo perché si seguono tutte queste cose meravigliose mi pare, a mio personale giudizio, un grosso segno di chiusura mentale…a me sinceramente non me ne frega proprio un caiser, la gente pensi quel che vuole, mi chiami come vuole, io a tutta questa meraviglia non rinuncio certo solo perché gli altri non la comprendono o semplicemente non la condividono. Un saluto.

    • Salvatore ha detto in risposta a Licurgo

      Licurgo, non a caso nell’articolo si parla di sessualità rispettosa della natura umana. I link forniti da Giorgio sono ottimi.

  5. Vincenzo ha detto

    La penso come Licurgo: perche no al condom o pillola? Io sono cattolico praticante, ho avuto 4 figli quando sono stati desiderati, ma ho sempre usato il condom, anche x motivi “tecnici”. Naturalmente ben venga la ricerca scientifica in merito ai metodi naturali che si spera in futuro vengano sempre più usati se sicuri. Quello che intendo mettere in rilievo è il fatto che comunque, sia nei metodi naturali, sia negli altri metodi (pillola condom) c’è sempre l’INTENZIONE CONSAPEVOLE di , in quel momento, NON VOLER PROCREARE. Anzi, seguendo il metodo naturale tale intenzione è addirittura più forte, visto che implica un monitoraggio consapevole e prolungato del ciclo femminile. Infine, se giustamente si vuol contenere la piaga dell’aborto, bisogna anche accettare che si prevenga una gravidanza a cui la coppia in quel momento non è pronta. Su questo argomento anche al tempo della enciclica di Paolo VI in proposito c’erano stati forti dissensi anche tra teologi e vescovi rispetto all’impostazione data dal Papa.

    • Luciano ha detto in risposta a Vincenzo

      Ciao Vincenzo, concordo con quanto da te detto, anch’io da credente non comprendo questo “accanimento” nei confronti di altri metodi se non queslli naturali. Sono sposato e ho un figlio e spero che tra non molto potrò dargli la gioia di aver un fratello/sorella…
      Rispetto chi la pensa in modo “integralista” però sinceramente il progresso aiuta l’uomo anche su tempi importanti come questi e aiuta l’uomo a non cadere in tentazioni peggiori.
      Comunque….complimenti per il sito, una buona fonte di informazione per verificare molti tranelli nella rete.

      • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Luciano

        Luciano, tu sei credente ma qui viene descritta la visione cattolica della sessualità. Credente e cattolico sono due cose diverse. Non c’è nessun accanimento, ma in qualche modo questa visione va esposta, non credi? Certo, ogni cosa che dice la chiesa viene fatta passare come “accanimento”, “condanna”, “crociata”, “attacco”, ma in realtà non si fa altro che diffondere quel che è contenuto nel Catechismo ufficiale, testo a cui ogni cattolico dovrebbe far riferimento per essere coerente con la sua fede, al contrario dei “credenti” e dei protestanti.

        Se vuoi approfondire la visione cattolica della sessualità, c’è gran parte tutto qui: http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a6_it.htm
        Ovviamente sei libero di definire “integralista” anche il Papa e chi ha redatto il Catechismo, come anche chi la pensa in modo diverso da te.

        • Luciano ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

          Ciao Leonardo, se la parola integralista è stata offensiva chiedo scusa, ma era solo per individuare chi meglio riesce a vivere in modo integrale quello che il catechismo della Chiesa Cattolica insegna. Personalmente quando mi sono definito credente intendo prima di tutto Cristiano e poi anche Cattolico(ci provo con tutti i miei limiti), se tu mi giudichi non Cattolico o non coerente per il fatto che non riesco a vivere da “integralista” tutto quello che la Chiesa dice e insegna, ai tuoi occhi sarò un non Cattolico, confido nel giudizio divino.
          Ti rimando ad un bellissimo articolo (di un sito cattolico) che parla di come anche la Chiesa, poichè fatta di uomini, può sbagliare, ma questo lo saprai benissimo anche tu no?
          http://www.culturacristiana.it/5.attualita/errori-Xsa.php
          Ciao e ti auguro una buona giornata.
          Luciano

          • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Luciano

            Non ho ben capito il tuo commento, o meglio stai forse dicendo che, per comportarti come credi, il Catechismo è possibile che sia sbagliato e quindi non va seguito?
            Se fosse così vorrei che tu lo dicessi chiaramente.

          • Daniele Borri ha detto in risposta a Luciano

            “parla di come anche la Chiesa, poichè fatta di uomini, può sbagliare”

            Ecco come viene giustificato il “mi dichiaro cattolico ma in fondo mi faccio i fattacci miei”.

            Faccio fatica a crederci….

      • Contedduca ha detto in risposta a Luciano

        “Potrò dargli la gioia di avere un fratello”.

        Capisci qual’è l’inghippo?
        POTRO’, non, “che il Signore ci dia la gioia di un altro figlio”.
        Avere un figlio come una cosa desiderata in quanto dovuta al mio status di sposato.
        Come una cosa comprata al supermercato perchè ne ho voglia in quel momento.
        Sennò fare di tutto perchè non avvenga.
        Non come una creatura donataci da Dio, non come una sorpresa che ci viene fatta magari quando meno ce l’aspettiamo.
        Questa è l’inghippo, chi è che guida la tua vita tu o Dio?

        Se due sposi si amano si accettano nella loro totalità. Che vuol dire anche accettarli per ciò che sono chiamati ad essere.
        Io sono uomo e sono stato creato per diventare padre, la donna per diventare madre.
        Se io ho un rapporto sessuale con una donna che accetto nella sua totalità devo accettarla anche per la sua capacità di diventare madre, se uso il contraccettivo l’accetto come donna, ma non come madre.

        Che non l’ami, o che l’abbia sempre amata… non conta.
        Dio ci chiede conto dei nostri singoli atti ogni giorno, ogni momento un sì o un no…e un sì finale può rivalutare i no di tutta una vita.
        Quell’atto fatto in quel modo non è aperto alla vita, non è benedetto da Dio.
        C’è chi ha 4 figli pur usando i condom..quando non ha usato i condom è stato aperto alla vita, sottomesso alla volontà di Dio e sincero nei confronti di sua moglie.
        Quando ha usato il condom non è stato niente di tutto quanto detto poco prima.
        Gli atti aperti alla vita non hanno l’intenzione di non procreare ma sono aperti alla libera volontà di Dio.
        Può capitare che una donna non resti incinta, può capitare l’aborto naturale, che non è peccato, perchè non c’è la volontà di abortire.

        Dove sta scritto che essere aperti alla vita è uguale a 34 figli?

        • Raffaele ha detto in risposta a Contedduca

          In pratica stai dicendo quello che si dice qua:
          http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1489

          “Nella contraccezione i coniugi “si comportano come arbitri del disegno divino” (HV 13). Di fatto si sostituiscono a lui nel determinare quale sia il significato del corpo e dei suoi atti. Ne emerge la coscienza di essere padroni o proprietari di se stessi, che corrisponde più o meno allo slogan: “Il corpo è mio, e ne faccio quello che voglio io”.
          Nella continenza periodica invece si usufruisce del matrimonio riconoscendo una legge trascendente e facendosene ministri. Di fatto, accettando il significato intrinseco degli atti e il ritmo di fertilità stabilito da Dio, si riconosce di essere creature, di non essere padroni di noi stessi, secondo l’espressione di S. Paolo: “O non sapete che non appartenete a voi stessi” (1 Cor 6,19).”

          Hai colto perfettamente il segno

    • Licurgo ha detto in risposta a Vincenzo

      @ Giorgio.

      Sì, se ho ben capito il mio errore era considerare tra i metodi naturali anche il coito interrotto, che è certamente contraccettivo ma che non è contemplato dalla Chiesa come naturale perchè, sempre parafrasando i termini, snaturerebbe il rapporto inondandolo di preoccupazione e tensione.
      Gli altri metodi sono naturali ma, come dice bene Lei, non contraccettivi, per cui manca l’intenzione di fare sesso non procreando, dal momento che il sesso si evita nel periodo della probabile ovulazione. Dunque il rapporto sessuale e la volontà di procreazione rimangono intimamente legati, ma nel periodo dell’ovulazione si pratica la continenza.
      Grazie della spiegazione.

    • Alessandro M. ha detto in risposta a Vincenzo

      Le domande sono legittime, su questo tema c’è molta confusione. Occorre però premettere che la vostra idea -di Vincenzo e di Licurgo- è contraria alla visione della chiesa, dovete esserne coscienti. Né più né meno di chi approva l’aborto e l’eutanasia.

      I metodi naturali, hanno la stessa efficacia dei contraccettivi, ma educano ad una sessualità completamente responsabile (non potrebbe essere altrimenti), e rispettosa della natura umana e del corpo umano, sopratutto della donna. Se desiderate essere coerenti nella vostra fede, vi consiglio di approfondire la questione.

    • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Vincenzo

      Vincenzo dice: “Io sono cattolico praticante, ho avuto 4 figli quando sono stati desiderati, ma ho sempre usato il condom”.

      Catechismo della Chiesa cattolica dice: ” “La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Al contrario, è intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione” http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a6_it.htm

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

        Capito Vincenzo? Anche se hai fatto 4 figli, per il Catechismo sei “cattivo”!

        • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Roberto Dara

          Non capisco perché cerchi di infilarti e da buon anti-teista cercare di fare proselitismo riformando i pensieri altrui.

          Il Catechismo afferma che è “intrinsecamente cattiva ogni azione che si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione”. E’ proprio l’opposto di quanto hai voluto far credere tu, dimostrando ancora una volta l’incapacità di un laicista di formulare un discorso razionale senza dire falsità.

  6. lorenzo ha detto

    @ Licurgo Vincenzo
    Non sono il condom o la pillola ad essere condannati, ma la motivazione che spinge ad usarli: usati entrambi per motivi sanitari nell’attività sessuale-affettiva all’interno di una coppia regolare, non sono condannati.

    • Salvatore ha detto in risposta a lorenzo

      Cosa intendi per “usati per motivi sanitari”?

      • lorenzo ha detto in risposta a Salvatore

        Es: pillola prescritta come cura per le irregolarità del ciclo… preservativo usato per prevenire infezioni sessualmente trasmissibili…
        Vorrei inoltre non si dimenticasse ricordasse che, per il Magistero, l’atto sessuale nel matrimonio è unitivo e procreativo.
        Talvolta, enfatizzando troppo il l’aspetto procreativo, si è portati a dimenticare che la donna è prima di tutto una persona, non un mezzo per metere al mondo figli…

        • Gab ha detto in risposta a lorenzo

          Lorenzo dove hai trovato che il preservativo è consentito? Il preservativo non è affato “sanitario” in sé dato che non protegge da nessun contagio né tantomento cura dalla malattia. E’ solo un pezzo di plastica. L’uso del preservativo è condannato dalla Chiesa in ogni situazione. Nel caso di un malato di AIDS si prescrive l’astinenza e le vere cure che non sono certo i pezzi di plastica.

          • lorenzo ha detto in risposta a Gab

            Ti ricordi le polemiche del novembre scorso a causa di una non fedele traduzione dal tedesco ad alcune anticipazioni sul libro del Papa?
            http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/11/20/visualizza_new.html_1698544043.html
            Siccome la morale cristiana è fatta di casi concreti, faccio il caso concreto in cui uno dei coniugi, a causa di una trasfusione di sangue, diventa sieropositivo: sei così convinto che la Santa Madre Chiesa pretenda da quei coniugi o la castità o la roulette russa?
            In casi come questi, pur rappresentando il preservativo una sicurezza attorno al 90%, la morale cattolica demanda ai coniugi la salvaguardia dello scopo unitivo, anche sessuale, del matrimonio.
            Talvolta, se manca il rispetto dell’altro, l’uso dei metodi naturali può essere moralmente più deprecabile del preservativo: è più grave, tanto per fare un esempio estremo che però mi aiuta a spiegarmi meglio, l’uso del preservativo nei rapporti matrimoniali o il rispetto dei periodi fertili nell’adulterio?

            • Raffaele ha detto in risposta a lorenzo

              Non è affatto così, attenzione a dire questo!!! Gab ha ragione! Leggete attentamente quello che si dice in questo testo:
              http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=71

              Per la morale cristiana l’uso del preservativo non consentito nelle coppie in cui uno dei 2 coniugi è sieropositivo. Perché:

              “Se amare significa volere bene, donare qualcosa a qualcuno, colui che è affetto da hiv-aids sa che il suo dono è inficiato da una terribile potenzialità: quella di trasmettere l’infezione mortale al proprio consorte e al possibile nascituro. Se il coniuge sieropositivo ama realmente il proprio partner e gli eventuali figli, deve essere disposto a qualunque sacrificio pur di non danneggiare le persone amate. Non rimane dunque altra via che quella dell’astinenza, praticata del resto da molti coniugi per i più svariati motivi.”

              Invito a leggere TUTTO il testo proposto, che è spiegato benissimo ed è mirabile. Che atto di amore, di unione è un atto che tu sai benissimo che può mettere a rischio di vita tua moglie/tuo marito e addirittura l’eventuale figlio procreato? Ricordiamoci sempre che il preservativo non elimina i rischi, li riduce solo, il che significa che avere rapporti sessuali dà una concreta possibilità di infettare l’altro.

              Invito a leggere anche quest’altra risposta:
              http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=996

              Attenzione quindi a non confondere le parole del Papa con una giustificazione dell’uso del profilattico per coniugi con sieropositività, perché sarebbe una grave errore di dottrina morale. Le parole in questione cui lorenzo fa riferimento sono queste:
              «Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando un prostituto utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole. Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l’infezione dell’Hiv».
              Qui non si fa alcun accenno ai coniugi, anzi, si parla di casi particolari, come i prostituti (Padre Lombardi ha poi specificato che parlare di prostituto o prostituta è la stessa cosa), termine generico volto proprio ad indicare quei rapporti che avvengono al di fuori del matrimonio. Non solo, ma anche in questi casi attenti a parlare di giustificazione! Il Papa ha detto: “Vi possono essere singoli casi giustificati” e qualcuno ha inteso questo “giustificati” come una giustificazione morale: se così fosse il contributo sarebbe rivoluzionario, perché sconvolgerebbe quanto dice in proposito il Magistero, nonché quello che disse Papa Giovanni Paolo II x il quale la contraccezione (che in una coppia di coniugi in cui uno è sieropositivo non è il fine, ma un’indiretta conseguenza della protezione “sanitaria”, come dice lorenzo) è “oggettivamente così profondamente illecita da non potere mai, per nessuna ragione, essere giustificata”. Siccome molti hanno interpretato questo “giustificati” come una cosa rivoluzionaria, Padre Lombardi ha specificato, onde incorrere in equivoci, cosa voleva dire il Papa:
              http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/26437.php?index=26437&lang=it

              Egli dice che: “In tal caso, il Papa non giustifica moralmente l’esercizio disordinato della sessualità, ma ritiene che l’uso del profilattico per diminuire il pericolo di contagio sia ‘un primo atto di responsabilità’, ‘un primo passo sulla strada verso una sessualità più umana’, piuttosto che il non farne uso esponendo l’altro al rischio della vita.” Quindi amici, chiariamo: anche questa situazione dal punto di vista morale è ingiustificabile, perché rimane cmq un esercizio disordinato della sessualità, tuttavia tra il fare uso del preservativo e il non farne uso, farne uso è una scelta + responsabile, + umana. Questo è diverso dal dire “il preservativo non può essere usato tranne che alcuni casi”, a dire questo sbaglieremmo! Se noi diciamo che il preservativo non va mai usato tranne che in alcuni casi sbagliamo, perché facciamo intendere che in quei casi siamo giustificati, quando non è così. Il cattolico alla domanda “quando usare il preservativo?” deve rispondere come Wojtyla, “mai e per nessuna ragione può essere giustificato”, come Sant’Alfonso che dice che “inter duobus malis nullum est eligendum” e cioè che tra due mali non se ne può scegliere nessuno, non ha senso parlare di male minore e male maggiore. Tuttavia, come dice Sant’Alfonso, “licitum esse minus malum suadere, si alter iam determinatus fuerit ad maius exequendum. Ratio, quia tunc suadens non quaerit malum, sed bonum, scilicet electionem minoris mali”, cioè è lecito persuadere a compiere il minor male se l’altro è già determinato a compierne uno più grande. Questo dice il Magistero e il Papa ha semplicemente confermato quanto dice Sant’Alfonso, Padre e Dottore della Chiesa. Se uno è determinato a compiere un male, è ovvio, è scontato che in quel caso bisogna conseguire quello minore, ecco perché Padre Lombardi dice: “In ciò, il ragionamento del Papa non può essere certo definito una svolta rivoluzionaria.” Mi pare ovvio, non c’è nulla di nuovo, è scontato che laddove un prostituto/a sia determinato nell’avere un rapporto sessuale extraconiugale, perseguire il male minore col preservativo è la cosa più auspicabile, + umana e + rispettosa dell’altro rispetto al non averlo!! Ma da qui a derivarne che 2 coniugi possano ricorrere all’uso del preservativo in caso di sieropositività di uno dei 2, ne passa parecchio! Non esiste gesto di egoismo e quindi di odio più grande di un rapporto in cui metto a rischio di mia moglie. Chiedo scusa a lorenzo per il mio lungo intervento, ma è meglio precisare, onde evitare che si diffonda presso noi stessi cattolici un importante errore dottrinale in cui anche io ero inizialmente incappato. Un saluto

              • lorenzo ha detto in risposta a Raffaele

                “…minus malum suadere, si alter iam determinatus fuerit…”
                E’ lecito far fallire il matrimonio pur di non usare il preservativo?

                • Raffaele ha detto in risposta a lorenzo

                  Se l’atto sessuale mette a rischio la vita del mio partner, l’astinenza non è un atto che può far fallire il matrimonio, ma è l’atto più sicuro per farlo continuare. Il problema è “si alter iam determinatus fuerit”….se fosse matematico che all’astinenza seguisse lo sfascio del matrimonio, potresti parlare di di male già determinato, ma ciò non è, non è affatto matematico, anzi, semmai è il contrario. Ti faccio un esempio. Mia moglie è sieropositiva e ci sono 2 possibilità:
                  1) mi chiede di fare l’amore
                  2) mi dice che è meglio astenersi

                  Se mi dice la prima cosa con coscienza di quanto ho detto finora, dei rischi, ecc. questo mi deluderebbe, e minerebbe la stima che ho x lei, xkè sta pensando egoisticamente e non a “noi”. Se mi dice la seconda cosa, che causerà sia a me che a lei certamente una prova, non posso fare altro che inchinarmi al suo immenso amore, perché rinunciare al sesso per la mia vita e per la vita di un eventuale figlio contagiato è una enorme dimostrazione di amore. Ad ogni modo, quand’anche fosse già determinato a prescindere il male “fallimento matrimonio” come conseguenza matematica e certa di quest’astinenza, cmq l’uso del preservativo non sarebbe neanche in questo caso il male minore. In questo caso siamo in presenza di 2 mali:
                  1) la certa (ammettiamo che lo sia) separazione
                  2) il rischio di contagio e morte del partner causa uso del preservativo

                  In tale situazione, restando a Sant’Alfonso, bisogna scegliere il male minore. Ma tra la possibilità di uccidere il partner e la possibilità di separarsi dal partner qual’è il male minore? Ovvio no? meglio correre il rischio di separarsi, ma salvaguardare la vita sua e del nascituro eventuale. Ad ogni modo è una strategia perdente, il problema è questo. Pertanto alla tua domanda: “E’ lecito far fallire il matrimonio pur di non usare il preservativo?” ti rispondo che, siccome usare il preservativo=rischio di contagio e morte, certamente si, far fallire il matrimonio è proprio il male minore. Voglio solo sottolineare che questo non è il mio pensiero, ma il pensiero della Chiesa, dei suoi Padri, dei suoi Papi a riguardo. Spero solo di essere riuscito a spiegarmi e di non essere stato complicato. Apprezzo sempre quello che scrivi, seguo spesso i tuoi commenti sul sito ed è la prima volta che ho trovato un errore: ma sbagliarsi su un tema così spinoso ritengo che sia molto facile, non a caso anche io credevo così, ho dovuto leggere ed informarmi molto prima di capire come stavano realmente le cose in materia di morale sessuale. Se serve altro, sempre che io sappia risponderti, sono a tua disposizione.

                  • lorenzo ha detto in risposta a Raffaele

                    Premesso che i reali casi della vita sono di una complessità tale che è impossibile per la Morale abbracciarli tutti, proverò a spiegarmi in questo modo:
                    1) Nel matrimonio cattolico è buono tutto ciò che favorisce l’unione d’Amore.
                    2) L’Amore è quindi il fine, i figli sono il frutto donato, i metodi per l’unione dei corpi sono i mezzi per aprirsi al dono.
                    3) La realtà sta a dimostrare che, come il dono dei figli non è garanzia di unione, così non lo sono il rispetto di tecniche o l’uso di mezzi più o meno consigliati: è buono tutto ciò che favorisce l’unione, è cattivo tutto ciò che, non dico contrasta, ma solo incrina o addirittura adombra l’affiatamento fisico – psicologico.
                    4) Per tornare a bomba, l’attenzione ai tempi fertili ha alla base il rispetto della persona e quindi favorisce che i due diventino uno, mentre l’uso del preservativo e di altre tecniche similari ha alla base l’egoismo individualista e favorisce, ovviamente, la disgregazione e la separazione.
                    5) Come ho però premesso all’inizio, essendo le realtà della vita di una varietà tale che la più fervida fantasia non riuscirebbe a concepire, sorgono sempre delle eccezioni che confermano la regola: un buon sacerdote è un dono di Dio.

                    P.S. Ti sei accorto che nei tuoi esempi non è evidenziate la psicologia concatenata al vissuto che sta alla base delle motivazioni comportamentali di ogni persona?

          • Eaglet ha detto in risposta a Gab

            Essendo il rapporto sessuale tra i coniugi non necessariamente finalizzato alla procreazione (come la maggioranza della gente vuole far credere) mi risulta che l’utilizzo del condom sia permesso in coppie sposate, per abbassare il rischio di trasmissione delle malattie.
            Quindi, se in una coppia regolarmente sposata lui ha l’HIV, o altre malattie sessualmente trasmissibili, e vuole onorare il matrimonio unendosi alla moglie, può usare il condom. Ovviamente conta la predisposizione del cuore: se usi il condom col chiaro intento di non volere figli c’è qualcosa che non va.

  7. Giorgio P. ha detto

    Anche lei inserisce i metodi naturali tra i contraccettivi, quindi la invito a leggere la risposta data a Licurgo.

    In più, visto che si dichiara “cattolico praticante”, vorrei chiarire alcuni punti:

    1) Come tutti sanno, l’etica cristiana è un’etica dell’intenzione, e poichè per noi il fine non giustifica i mezzi, questi devono essere sempre vagliati attentamente.
    Cioè, l’importanza del fine porta ad uno studio meticoloso dei mezzi, non a metterli sullo stesso piano.

    2) I metodi contraccettivi producono la cosiddetta “sindrome della cintura di sicurezza”: danno una falsa sensazione di sicurezza, inducendo la coppia ad aumentare i rapporti, con conseguente aumento del rischio.
    D’altra parte, le statistiche fanno pensare il contrario di quanto da lei scritto, e cioè che la diffusione dei contraccettivi aumenta il numero degli aborti, e non viceversa:
    http://www.uccronline.it/2011/05/13/la-diffusione-di-contraccezione-aumenta-il-numero-di-aborti/

    Se è in grado di dimostrare il contrario, ci provi.

    4) Sì, ci sono state persone che dissentivano dal Papa al momento della stesura dell’Humanae vitae. Ma è da notare che l’enciclica, al contrario dell’opinione dei “dissidenti”, è in perfetto accordo con la Tradizione di tutta la Chiesa. Per esempio, S. Agostino:

    «Talvolta questa crudeltà impura o impurità crudele giunge fino al punto di ricorrere ai veleni atti a procurare la sterilità e, se non vi riesce, a estinguere con qualche mezzo il frutto concepito e a liberarsene, bramando che la propria prole muoia prima di vivere, o se già viveva nel materno seno, sia uccisa prima di nascere. Per certo, se ambedue sono tali, non sono coniugi: e se tali furono fin da principio, non si congiunsero per connubio, ma piuttosto per turpitudine; se tali non sono tutti e due, oso dire: o che ella, in qualche modo, si prostituisce al marito, o che egli si rende adultero verso di lei »
    (De nupt. et concupisc. cap. 15)

    Qui, come vedi, sono condannate sia la contraccezione che l’aborto.

    5) Ora, vorrei che mi spiegasse in che modo e per quale motivo, la Sua opinione di “cattolico praticante” dovrebbe essere superiore ad Agostino.

    Per favore, non si appiccichi sulla fronte etichette di cui manifestamente non è in grado di portare la responsabilità.

  8. Paolo ha detto

    Desidero portare a conoscenza un articolo

    (http://www.lifesitenews.com/news/i-thought-i-was-pro-life-but-god-told-me-i-had-the-spirit-of-abortion)

    dove è affrontato sinteticamente il problema della contraccezione, che è un problema spirituale, prima che tecnico.

    Per chi non conoscesse l’Inglese, Sara è una giovane donna americana, all’inizio non cattolica, sempre stata contro l’aborto, sposata, che frequentava una delle “mega chiese” protestanti. Nel corso di una preghiera lo Spirito Santo (Vieni Spirito Santo!) le ha fatto capire che aveva invece una attitudine abortiva, non essendo disposta a vedere un figlio come un dono, ma come un peso, un inconveniente per la sua vita di coppia.
    A questo punto ha capito drammaticamente che la mentalità contraccettiva è radicalmente un ostacolo al desiderio di un figlio, a valorizzare il figlio…

    • lorenzo ha detto in risposta a Paolo

      Diceva un tale:
      1 è l’isolamento.
      2 è la separazione,
      3 è il numero che supera la separazione.

  9. Vincenzo ha detto

    x Giorgio P. La ringrazio per la risposta, ma mi sento in dovere di puntualizzare quanto segue. Naturalmente non ho nessuna intenzione di paragonarmi neanche lontanamente a S.Agostino, sarei semplicemente ridicolo (un nano contro un gigante). Per il resto, la Sua risposta risulta sorprendente nella parte in cui non mi vuol riconoscere la qualifica di cattolico,usando un’ espressione leggermente offensiva. Non pensa che, al di là dei dogmi di fede che da un cattolico devono essere naturalmente creduti, ci sia lo spazio, in questioni sulla morale, per poter avere un dialogo che tenga anche conto dello sviluppo storico e scientifico?

    • Paolo ha detto in risposta a Vincenzo

      @Vincenzo:La Chiesa non è una caffetteria, ma una casa, dove uno mangia quello che prepara mamma. Mamma ti mette sul piatto un sacco di cose:alcune digeribili, il dogma della Trinità, altre meno, come le virtù, il distacco da alcune cose, più o meno popolari…l’Umanae vitae, e così via. Molte verità della Chiesa non richiedono fede. Solo un pò di ragione e di onestà. Pensa in modo onesto e sii fanatico sull’onestà. Ingannare gli altri è triste, ma ingannare se stessi e come cavarsi gli occhi da soli.Allora, se i propri ragionamenti o sentimenti ci spingono a essere “noi stesso”,”autentici” allora domandiamoci perchè quel soldato nazista, curato da Karl Jaspers (il famoso psichiatra e filosofo), al quale confidava il suo cruccio in punto di morte per non essere stato diligente abbastanza per aver permesso la fuga a un prigioniero, non fosse abbastanza buono come noi. Se, d’altro canto, i tuoi convincimenti profondi ti spingono a rigettare gli insegnamenti della Chiesa, allora sii coerente, e diventa (parlo solo e sempre in modo impersonale) Buddista, Musulmano, Agnostico, Massone o quant’altro. E’ solo onestà. Se i nostri pensieri non sono quelli della retta fede cattolica,allora non sono cattolico, come non sarei Buddista se fossi un violento ed egoista, o non sarei Marxista se credessi nel Capitalismo. Non è un’offesa personale. Solo onestà. Se poi vuoi sapere perchè la contraccezione è contraddittoria con la fede, è semplice: ogni volta che marito e moglie si aprono, manifestandosi l’amore reciproco, fisico, essi non solo vivono la realtà della Trinità (sia sempre benedetta, alleluia!), ma aprono se stessi alla fecondità che Dio offre loro. Ma si può notare che la fecondità non può mai essere calcolata. Essa contiene sempre un elemento di sorpresa.Calcolare la fecondità significherebbe condannarla a qualcosa di impersonale, di negoziale. Ma anche bloccare la fecondità dell’amore comiugale è una contraddizione in termini. Se poi vuoi una argomentazione di carattere esclusivamente razionale, sono pronto, ma allora non parliamo più tra fratelli di fede, ma solo di fratellanza umana naturale, civile.

      • lorenzo ha detto in risposta a Paolo

        «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!»
        La morale cattolica serve a realizzare l’Uomo, non ad annichilirlo.

    • Giorgio P. ha detto in risposta a Vincenzo

      Vincenzo, anche se posso esserle sembrato un po’ brutale, non era mia intenzione offenderla.
      Le chiedo scusa se le sono apparso maleducato.

      Il fatto è che quella di cui stiamo disputando rientra nelle cosiddette “materie non opinabili”, cioè quegli argomenti di cui chi si professa cattolico deve seguire gli insegnamenti del Magistero e della Tradizione.
      Al di fuori di questi argomenti, ci sono le “materie opinabili”, su cui nella Chiesa c’è piena libertà.

      E’ come una goccia in un fiume: può andare dove vuole, purché non esca dagli argini.

      Dunque, quando ci si professa “cattolico”, ci deve essere una piena consapevolezza di cosa si accetta: le materie non opinabili sono un pacchetto unico e si devono prendere così come la nostra Madre Chiesa ce li propone.
      Rifiutare la posizione della Chiesa in una sola materia non opinabile significa porsi volontariamente al di fuori e contro di essa.

      Certo, possono sorgere molti dubbi, ma quando ciò accade bisogna immediatamente chiedere risposte a chi è ben preparato (come sembra abbia fatto Licurgo) oppure mettersi a studiare il motivo per cui esiste quell’insegnamento.

      L’unica cosa da evitare assolutamente è la presunzione di aver raggiunto una verità superiore a quella della Chiesa.

  10. Enrico ha detto

    La spigolosità del problema è riassumibile in una domanda. In materia alimentare vi affidereste ai consigli di un dietologo anoressico? Purtroppo sulla sessualità noi cattolici viviamo questa contradizione.

    • lorenzo ha detto in risposta a Enrico

      Più che consigli di un dietologo anoressico, parlerei di un anoressico che riferisce i consigli del dietologo…

    • Eaglet ha detto in risposta a Enrico

      Stai forse dicendo che i preti sono dei “castrati” e non possono capire nulla di sessualità? No, giusto per capire…

      • Enrico ha detto in risposta a Eaglet

        La castità e il celibato, allontanano da una sfera della vita non indifferente. Il combinato disposto di castità e celibato è un problema molto grande. Ti prego abbi una maggiore stima dell’umanità dei nostri fratelli consacrati e non usare volgarità.

        • Eaglet ha detto in risposta a Enrico

          Guarda io ho molta più stima dei consacrati di quanto tu possa immaginare, forse più di te che ritieni che persone che hanno offerto la propria vita e la propria sessualità a Cristo non capiscano nulla di sessualità e di rapporti di coppia.
          E’ quello che pensa la maggioranza degli atei, o degli agnostici, o dei credenti fai da te: “Possibile che il papa e i preti che non sanno cosa significhi fare l’amore debbano dirci come comportarci? Sono solo invidiosi e per questo cercano solo di tarpare i nostri istinti naturali”.
          Per favore, non rigirare la frittata.

  11. Vincenzo ha detto

    @Paolo. Le ragioni che Lei adduce mi sembrano alquanto confuse, oltre che espresse in modo decisamente colorito. Un conto sono i dogmi, altra cosa gli insegnamenti morali, che possono e devono essere storicizzati ed interpretati . Prendiamo il caso della pena di morte. In questo campo la Chiesa ha avuto una evoluzione nella interpretazione della liceità di detta pena. Basti pensare che nello Stato pontificio, ancora nel secolo XIX la pena di morte veniva applicata , mentre nel catechismo del 1992 la ammissibilità della stessa è stata drasticamente ridotta se non addirittura annullata. Se vi può essere evoluzione interpretativa su un fatto così decisivo, non vedo perchè non si possa accettare un aggiornamento di norme morali che hanno implicazioni nettamente meno gravi .

    • Gab ha detto in risposta a Vincenzo

      Che marea di sciocchezze. Non esiste un “aggiornamento” della morale poiché essa viene da Dio immutabile ed eterno. Se poi ti riferisci alla morale individuale siamo su un altro paio di maniche.

      Ben diverso è il discorso sulla pena di morte che riguarda la legislazione di uno Stato. La pena di morte non è un fatto moralmente cambiato anche in questo caso la posizione della Chiesa è stata sempre la medesima. La pena di morte veniva ascritta in tutti i casi in cui era impossibile contenere il condannato ed in linea di principio era sovrapponibile in tutti i casi di legittima difesa della società. Oggi dato che le misure moderne permettono una contenzione differente la pena di morte è diventata semplicemente inutile e, proprio per questo, non più accettabile dal punto di vista legislativo. Oltretutto lo Stato della Chiesa aveva smesso di condannare a morte ben prima dell’Italia la cui ultima condanna avvenne nel dopoguerra ad opera dell’allora magistrato Scalfaro.

      • Enrico ha detto in risposta a Gab

        La pena di morte nello stato Vaticano è stata abrogata in occasione della revisione dell’ultimo concordato (anni 90) , la scelta fu imposta dallo stato italiano quale pregiudiziale alla firma dell’accordo. In ogni modo signor GAB lei ha dato sfogio, sulla pena di morte, di un relativismo culturale degno di altri schieramenti.

    • Andrea ha detto in risposta a Vincenzo

      Sono d’accordo, se la morale della Chiesa fosse assolutaemtne stabile tutti i sostenitori di tale stabilità non avrebbero bisogno di citare fonti empre nuove (es: L’enciclica di turno) ? Se tali fonti sono necessarie significa che la morale deve essere declinata via via su nuove questioni, e non può essere pedissequamente derivata dalle fonti correnti, questo a mio avviso è già indice di non assoluta stabilità, in quanto si delega ad una persona (il Papa o altra personalità di spicco) l’interpretazione di criteri generali e astratti a condizioni concrete sempre nuove. Ed esistendo condizioni concrete assolutamente imprevedibili al momento in cui quelle generali erano state formulate, è chiaro che il margine interpretativo su alcuni elementi non può che essere molto ampio.

      • Alessandro M. ha detto in risposta a Andrea

        Il tuo discorso parte da un assunto sbagliato, ovvero che “si citino fonti sempre nuove”. Sappiamo che se l’assunto è sbagliato, lo è anche tutto il resto. Le “fonti nuove” non esistono perché esse si confermano di volta in volta, sono le stesse cose spiegate in modo nuovo. Tant’è che l’accusa alla Chiesa è di essere perennemente fuori dal tempo, proprio per la sua immutabilità di giudizio.

  12. Vincenzo ha detto

    @ Gab. Grazie della risposta. Vedo che voi cattolici….”tradizionalisti” (?) siete molto gentili e aperti al dialogo. Perchè questo livore? Le Sue argomentazioni hanno dei buchi nella parte in cui si afferma che la morale è immutabile ed eterna. Visto che la morale, per definizione,deve dare disposizioni sul comportamento pratico dell’uomo, non può che essere in evoluzione, in quanto si presentano sempre situazioni nuove da risolvere, Ad esempio, una volta non ci si poneva norme di comportamento sul modo di trattare l’ambiente, in quanto la capacità tecnica dell’uomo di modificare l’ecosistema era scarsissima. Altro esempio: chi si sarebbe aspettato anche solo 30 anni fa le implicazioni morali connesse all’uso di internet? Il fatto è che bisogna fare un continuo lavoro di aggiornamento ed interpretazione delle regole di vita, anche se a volte è più facile adagiarsi sul “si dice”. Naturalmente questo continuo lavoro deve basarsi su solidi principi che per un cristiano sono contenuti in forma sintetica nel Decalogo.

    • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Vincenzo

      Vincenzo dice: “la morale è immutabile ed eterna. Visto che la morale, per definizione,deve dare disposizioni sul comportamento pratico dell’uomo, non può che essere in evoluzione”

      Giovanni Paolo II dice: “Si è determinata, infatti, una nuova situazione entro la stessa comunità cristiana, che ha conosciuto il diffondersi di molteplici dubbi ed obiezioni, di ordine umano e psicologico, sociale e culturale, religioso ed anche propriamente teologico, in merito agli insegnamenti morali della Chiesa. Non si tratta più di contestazioni parziali e occasionali, ma di una messa in discussione globale e sistematica del patrimonio morale, basata su determinate concezioni antropologiche ed etiche. Alla loro radice sta l’influsso più o meno nascosto di correnti di pensiero che finiscono per sradicare la libertà umana dal suo essenziale e costitutivo rapporto con la verità. Così si respinge la dottrina tradizionale sulla legge naturale, sull’universalità e sulla permanente validità dei suoi precetti; si considerano semplicemente inaccettabili alcuni insegnamenti morali della Chiesa”: http://www.maranatha.it/Testi/GiovPaoloII/Testi14Page.htm

      Vincenzo (cattolico che usa il profilattico) dice: “Naturalmente questo continuo lavoro deve basarsi su solidi principi che per un cristiano sono contenuti in forma sintetica nel Decalogo”.

      Il Decalogo dice: “La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Al contrario, è intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione”: http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a6_it.htm

      Non do giudizi, ognuno tragga le conclusioni più opportune.

      • Andrea ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

        Perdonami Leonardo, ma se già risulta di difficile comprensione ad un altro cattolico immagino che ti sarà pressochè impossibile spiegarlo ad un non credente, però ci provo, non capisco questo passaggio:

        “La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Al contrario, è intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione”

        Ma i metodi di regolazione delle nascite non si pongono come scopo l’impedire la procreazione?
        Come può risultare di chiara interpretazione un simile passaggio? Lo è di sicuro nelle indicazioni di comportamento che ne risultano (non usate il preservativo ma dedicati alla matematica del ciclo mestruale) ma non certo nei razionali.

        • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Andrea

          No, non hanno lo scopo di “impedire” la procreazione proprio ma “evitare” la procreazione (per motivi vari, economici, sociali ecc., motivi seri comunque). Sembra la stessa cosa ma non è affatto così, in quanto si ricerca assieme il periodo non fecondo rispettando pienamente la natura del corpo della donna. Comunque la citazione di Giovanni Paolo II nell’articolo spiega molto meglio di quanto possa fare io.

          Il Catechismo è un’indicazione sommaria, ma poi tutto sta nel confronto con il proprio sacerdote. La Chiesa è una compagnia in cammino, di maestri da seguire a cui affidarsi e con cui confrontarsi, non è un insieme di regole da rispettare.

      • lorenzo ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

        La lettura parziale di qualsiasi testo è una lettura integralista: se piglio solo i passaggi che concordano con il mio pensiero e tralasci gli altri, posso far dire al testo qualsiasi cosa.
        Ti ricordi il divieto di mangiar carne al venerdì? Se si dimenticava lo spirito del precetto e lo si prendeva alla lettera, si arrivava all’assurdo di deprecare chi mangiava una fetta di mortadella e di lodare chi si ingozzava di aragosta.
        Il n. 2370 del Catechismo che hai citato, va infatti letto alla luce del n. 2361, che afferma: « La sessualità, mediante la quale l’uomo e la donna si donano l’uno all’altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l’intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano solo se è parte integrante dell’amore con cui l’uomo e la donna si impegnano totalmente l’uno verso l’altra fino alla morte »
        Come vedi, al primo posto è l’essere umano che, nel matrimonio, si realizza nella misteriosa unione, non solo sessuale, tra l’uomo e la donna: chiunque usi la morale cattolica per separare e non per favorire l’unione degli sposi, contravviene alla volontà del Creatore.

        • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a lorenzo

          Sono d’accordo con quanto dici. Non capisco perché appare come un’obiezione a quanto ho scritto io.

          • lorenzo ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

            Non voleva essere prioritariamente una critica, ma una puntualizzazione sul fatto che al primo posto, nel matrimonio, c’è l’unione degli sposi; i figli poi sono un dono di Dio.
            La “programmazione” dei figli non dovrebbe però mai diventare, a causa dell’uso o del rifiuto di “tecniche” più o meno lecite, motivo di disunione sponsale.

    • Salvatore ha detto in risposta a Vincenzo

      Vincenzo io non parlerei di progressisti o tradizionalisti, ma di coerenti o non coerenti.

    • Paolo ha detto in risposta a Vincenzo

      Vede, Vincenzo, la mentalità contraccettiva si accompagna con una seria crisi nell’ambito del matrimonio e della famiglia, con una mentalità largamente diffusa ostile alla vita così come soprattutto con una spaventosa libertà sessuale, con la cosiddetta rivoluzione sessuale.
      La “rivoluzione sessuale” scatenatasi negli anni ’60 voleva “liberare” la sessualità umana dalla camicia di forza della morale tradizionale. Cominciò a tessere le lodi della sessualità come semplice bene di consumo e mezzo per raggiungere il piacere. La soddisfazione dell’impulso sessuale fu propagandata come la via alla felicità e al vero sviluppo della personalità. Valori come l’autocontrollo e la castità furono accettati sempre meno. Molti ritenevano la continenza sessuale come innaturale e non vivibile. Altri a loro volta cercavano di trasferire la sessualità umana totalmente nell’ambito del “privato” e del “soggettivo”: se due persone si amano reciprocamente e vogliono esprimersi questo nel linguaggio dell’amore, perché ciò deve essere loro impedito?

      Successivamente l’esercizio della sessualità fu distaccato sempre più dal matrimonio e, soprattutto con la diffusione mondiale dei mezzi contraccettivi, dalla procreazione. Si affermò che la “vecchia” comprensione della sessualità corrispondeva a un’altra cultura, che nel frattempo si era trasformata.
      Anche le affermazioni bibliche, e tanto più il Magistero della Chiesa, dovevano essere considerate nel contesto del tempo e della situazione di allora, di oggi dice lei, e non potevano essere intese come verità morali “atemporali”, come assoluti morali.
      L’argomento tradizionale, secondo cui il comportamento sessuale sarebbe immorale se contraddice alla “natura” dell’uomo, fu abbandonato. Ciò che è “naturale”, oppure “innaturale”, dipenderebbe sempre anche dalla rispettiva cultura e dalla sensibilità soggettiva di un popolo.
      Dietro queste ed analoghe idee si cela un problema centrale della moralità: qual è la natura della sessualità umana? O più in generale: qual è la natura dell’uomo? e quando un atto corrisponde a questa natura?

      Se il concetto di natura, come negli approcci sopra menzionati, è inteso solo in modo fisico-empirico, di fatto non è possibile giungere a un giudizio univoco, che trascenda le diverse culture, sul valore morale di un atto.

      Il concetto di natura, che soggiace a tutta la tradizione e anche ai pronunciamenti magisteriali della Chiesa (cfr. “Veritatis splendor”, nn. 46-53), non è tuttavia di carattere fisico, ma metafisico: un atto è stato ed è considerato come naturale quando è in armonia con l’essenza dell’uomo, con il suo essere voluto da Dio. A partire da questo essere, che risplende nell’ordine della creazione – e che viene rafforzato dalla rivelazione –, la ragione può dedurre l’imperativo del dovere, soprattutto se è illuminata dalla fede. Nella natura, ossia nella creazione, l’uomo può riconoscere un “logos”, un senso e un fine, che lo conduce alla vera autorealizzazione e alla sua felicità, e che ultimamente è fondato nella volontà di Dio.

      Nella perdita di questo concetto metafisico di natura, che si accompagna a un quasi totale abbandono della teologia della creazione, è da cercare una delle cause principali della crisi morale dei nostri giorni.

      Se il dovere umano, infatti, non è più visto come ancorato nell’essere e quindi nella sapienza del creatore, resta solo l’alternativa che derivi dalla sapienza umana. Ma allora è opera dell’uomo, sottoposto al mutamento del tempo, rimodellabile e manipolabile. Allora ultimamente del bene e del male decide la maggioranza. Allora i “gruppi di pressione”, che sanno guidare l’opinione della massa, hanno grandi prospettive di successo.

      La Chiesa si è pronunciatacon “l’Umanae Vitae”, uno straordinario documento, di una profezia impressionante…
      Negli anni dopo la pubblicazione di questa lettera enciclica, l’influsso delle correnti di cui sopra non è diminuito. Nell’opinione pubblica il comportamento contraccettivo (ossia di separazione della comunione personale dalla procreazione) sembra essere già sostanzialmente accettato. La pressione di alcuni gruppi, lobbies farmaceutiche è diventata sempre più grande in diversi Stati, soprattutto negli Stati Uniti d’America e in Europa. Tali tentativi mostrano l’attualità della lettera del Santo Padre, Paolo VI.
      Su come la rivoluzione sessuale sia l’antitesi della antropologia cristiana, si veda una mia traduzione (mi cito solo per la estrema importanza dell’argomento, mi creda, Vincenzo):

      http://ilfuoconecessario.wordpress.com/2011/01/20/antropologia-cristiana-versus-rivoluzione-sessuale/

  13. Eaglet ha detto

    Al di là di tutto si tratta di vedere la predisposizione del cuore di ognuno.
    Credo che il senso della contrarietà ai metodi contraccettivi si possa riassumere nel seguente pensiero.
    Nel momento in cui si ha l’Incontro col Signore, ci si rende conto da Dove veniamo. Ci rendiamo conto che abbiamo un Padre nei cieli, che ci ha dato la vita, che ci vuole bene, e che se viviamo in comunione con lui ogni giorno non ci farà mai mancare il necessario per vivere degnamente e pienamente.
    Allora quando un uomo e una donna si uniscono in matrimonio, decidono di dire SI’ a un progetto che Dio ha pensato per loro. Non sono loro a decidere di sposarsi e con chi, ma riconoscono ciò come volontà di Dio. Il loro compito è accettarla, permettere che si concretizzi realmente, e cercare di non ostacolarla.
    Lo stesso accade quando, dopo il matrimonio, si uniscono carnalmente. Allora è giusto, come ci insegna la Chiesa, cercare di fare una programmazione della vita familiare, ovvero di non vivere in modo dissennato senza ragionare su come costruire al meglio la famiglia; ma è giusto anche che i due non mettano dei paletti a priori alla Provvidenza.
    Facendo un esempio, se i coniugi hanno già tot figli e non ritengono di poterne sfamare un altro, allora decidono di fare l’amore con il condom. Ma se i coniugi hanno riconosciuto l’Amore del Padre, che è misericordioso e non abbandona i propri figli, si metteranno col cuore di fronte a Dio e si diranno “Signore, crediamo di non poter sfamare un altro figlio. Per questo motivo nei giorni di fertilità ci terremo in astinenza. Qualora Tu decidessi di mandarci lo stesso un figlio [poiché questo metodo non è infallibile], noi lo accetteremo, certi che la Tua Divina Provvidenza ci darà i mezzi per non fargli mancare il necessario”.

    Il vero problema, è che oggi come oggi ci sono tantissime cavolate che sono ritenute necessarie per un bambino. Allora meglio 4 figli a cui non potremo regalare la macchina a 18 anni, oppure 2 con la macchina?
    Dietro a questo tipo di sillogismo, c’è l’opera del maligno che odia la vita.

    Per finire, vorrei dunque invitare gli amici credenti che dissentono leggermente dal Catechismo, di chiedersi se hanno avuto questo Incontro, se sono entrati in questa Dimensione, o se invece ritengono che il Cristianesimo sia solo un fatto di cultura.
    Perché sta tutto qua: o Cristo è l’acqua viva che ci cambia la vita, oppure è tutto inutile e la religione è solo una zavorra e noi siamo tutti dei “castrati”.

    • Luciano ha detto in risposta a Eaglet

      Genitle Eaglet, io ne sono alla ricerca continua a volte mi sembra di averlo trovato a volte mi sento lontano, proprio per questo mi torna spesso in mente Madre Teresa di calcutta nei momenti in cui sentiva Dio lontano…..
      Puo’ essere che quando raggiungero’ un incontro pieno accettero’ incondizionatamente tutto cio’ su cui la Chiesa si pronuncia, non parlo di dogmi di fede, ma di quanto discusso su questo articolo.
      Mi impressiona comunque notare che alcune persone che si definiscono cattoliche si innalzino a giudici, escludendo dalla comunita’ cattolica chi ha detto o ha sollevato dubbi sull’utilizzo del preservativo(non per sesso sfrenato on partner di svariati generi, ma all’interno di una coppia sposata). Secono me questi sono degli autogol spaventosi, fatti da persone che giustamente mantengono la loro posizione ma magari potrebbero esprimersi in modo sicuramente piu’ amichevole.

      • Qumran ha detto in risposta a Luciano

        Io leggo solo che dei cattolici hanno richiamato te, che ti definisci cattolico, ad una coerenza maggiore con la tua dichiarazione, invitandoti a prendere sul serio il Catechismo della Chiesa Cattolica.

      • Eaglet ha detto in risposta a Luciano

        Guarda non c’era alcun astio da parte mia, nè un giudizio nei tuoi confronti o di altri. Voleva essere solo un consiglio fraterno.
        Anche perché la vita cristiana è una ricerca continua. Non esiste che ci si converte una volta per tutte, ma bisogna convertire il nostro cuore e la nostra volontà a Cristo ogni giorno.

  14. lorenzo ha detto

    Il problema del preservativo all’interno di una coppia che non ha problemi di salute è più complesso e va visto alla luce del rispetto dell’altra persona: il profilattico infatti, come la spirale o la pillola, pone l’accento sulla propria sessualità, mentre il rispetto dei cicli fertili obbliga a porre attenzione all’altra.
    E’ stato però giustamente fatto notare che anche la continenza periodica può venir usata come anticoncezionale, assimilandola in tal modo agli altri contraccettivi e stimolando, all’interno della coppia, l’individualismo, la singolarità, la frammentazione: in tal modo gli sposi difficilmente diventeranno, come auspicato da Cristo, uno.

  15. giuseppe ha detto

    mah, chissà quanti cattolici si fidano davvero dei metodi naturali, a leggere siti di ginecologia non sembra affatto che la percentuale di efficacia di questi metodi sia così alta….chi racconta balle? La comunità scientifica cosa ne pensa?

    • lorenzo ha detto in risposta a giuseppe

      Farlo senza, sia per l’uomo che per la donna è qualche cosa di celestiale.
      Vale veramente la pena di impegnarsi un po’ per imparare a conoscere le leggi che regolano la fecondazione e la fisicità del propio coniuge: è veramente un dono impagabile di Dio.

    • Andrea ha detto in risposta a giuseppe

      Ciao Giuseppe io mi sono documentato e mi sembra che i metodi naturali ottengano una discreto successo dal punto di vista statistico e probabilmente sono ampiamente sottovalutati dalla media delle persone nel considerarli un’alternativa ai metodi “standard”.
      Tuttavia credo che il motivo della loro scarsa adozione (sia tra credenti che tra non credenti) non sia tanto legato all’efficacia quanto al vincolo che essi pongono proprio rispetto alla temporalità dell’atto.
      Siamo sinceri, chi di noi programma metodicamente i propri atti sessuali? Certo da una lato è un approccio che richiede estrema virtù e ammiro di sicuro chi riesce a farlo, io mi sentirei d’ impersonare il noto personaggio di Verdone anche solo a provarci. Infatti si rischia di perdere tutta una componente di magia ed improvvisazione legata all’estemporaneità degli eventi e delle occasioni ( e mi riferisco anche al sesso tra coniugi ovviamente, anzi a maggior ragione a questo, che più di altri a mio avviso deve nutrirsi anche di questi elementi)

  16. Giulia ha detto

    Spero di non sconvolgere alcuno facendo sommessamente notare che, in Italia (ma non solo), i contraccettivi sono in vendita liberamente da decenni e una percentuale sempre crescente di persone ne fa uso….. Compresi molti cristiani e cattolici. Talora (e parlo di persone che ho conosciuto personalmente) addirittura per fare sesso prematrimoniale o “adulterino”.

    Voglio sperare che,adesso, non ci si scagli anche contro la contraccezione, magari proponendo di renderla fuorilegge o simili, anche perchè ritengo che il 99% della popolazione italiana sarebbe in totale dissenso!

    • Laura ha detto in risposta a Giulia

      Giulia, non credo che le tue puntualizzazioni siano utili né opportune. Io ti ricordo invece che in Italia è prevista l’obiezione di coscienza dei medici e viene difesa anche da molti laicisti e agnostici, il 99% sarebbe completamente contraria ad una sua revoca. Ora che facciamo, Giulia? Tocca a te.

    • Jack ha detto in risposta a Giulia

      Ma questo cosa c’entra cara amica? Ti sei accorta che si parla di altro? Ti eccita l’incoerenza dei cattolici? Se può darti gioia ne sono felice.

    • Roberto Dara ha detto in risposta a Giulia

      Ci hanno già provato, Giulia, chiedendo ai farmacisti “obiettori” di togliere almeno i profilattici dalla bella vista sul bancone, ma i risultati, probabilmente per pure motivazioni commerciali, sono stati molto scarsi.

      • Laura ha detto in risposta a Roberto Dara

        Se è vero era una richiesta a favore della responsabilità sessuale, cosa che il pezzo di plastica non permette di fare. E’ un po’ come togliere i giornali porno dalla bella vista in un’edicola e metterli più dietro.

    • lorenzo ha detto in risposta a Giulia

      Giulietta, stiamo parlando delle sfaccettature di quella gemma preziosa chiamata Amore, non dell’esercizio sessuale: riesci ad afferrarne la differenza?

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