Lisa Canitano (“Vita di Donna”): «l’aborto uccide una vita? No, dirlo è ideologia»
- Ultimissime
- 07 Mag 2012
L’associazione “Vita di Donna” dice di essere “in difesa della salute femminile”, offre servizi e indicazioni sicuramente utili volti a risolvere vari problemi di salute femminile. Peccato però che abbia una chiara impostazione abortista, come se l’interruzione di gravidanza fosse una cura per far tornare la donna in salute. Le stesse responsabili della Onlus sono legate all’associazione Luca Coscioni del partito radicale, in strenua difesa della RU486 e della “pillola del giorno dopo”. La presidente, Elisabetta Canitano, è anche particolarmente contraria al diritto di obiezione di coscienza da parte di medici e farmacisti, per loro (e solo per loro), non dovrebbe valere il diritto di autodeterminazione.
La Canitano esprime anche posizioni molto forti contro il mondo pro-life in generale. Lo ha fatto nel febbraio, quando la regione Piemonte, ha concesso ai “Centri di aiuto alla vita” di essere interlocutori accreditati delle ASL locali, in modo da partecipare a quella prevenzione dell’aborto volontario che la stessa Legge 194 prevede, offrendo ad esempio un sostegno economico alle donne che intendono abortire per problemi finanziari. La Canitano ha espresso così la sua opposizione: «Nel mite, laico, austero Piemonte le donne si troveranno ad incontrare persone che al grido di “difendiamo la vita” gli spiegheranno che l’embrione è una persona umana». Ovvero non nasconderanno loro la realtà. Sentite poi con quale confusione contrasta chi intende aiutare le donne a superare i problemi che le portano ad abortire: «Per quello che riguarda il sostegno economico che viene promesso per chi rinuncia ad abortire si vedrà, ma perché, quelle che il figlio lo vogliono che male hanno fatto per non prenderlo? E chi vieta a quelle che il figlio lo vogliono di fare finta di voler abortire e poi di fingersi redente per prendere il sostegno? e magari ne hanno davvero bisogno…».
Nel gennaio 2010 Lisa Canitano ha tenuto una serata presso l’UAAR di Roma, “l’associazione” di atei reazio-razionalisti italiani (nella stessa sede che nel 2011 ha contattato i neofascisti di Casapound per proporre loro lo “sbattezzo”), mentre pochi giorni fa ha preso posizione contro l’esistenza della “Sindrome Post Aborto”, rifacendosi ad un articolo apparso su “Libération”. Nel mondo scientifico c’è certamente un dibattito interno, ma non c’è nessuna strumentalizzazione -al contrario di quanto lei afferma- dato che numerosi ricercatori “pro-choice” hanno dimostrato la gravità di questa sindrome che colpisce anche le donne che hanno abortito volontariamente. Parliamo ad esempio del dott. David Ferguson il quale ha pubblicato nel 2006 su “Journal of Child Psychology and Psychiatry” il più grande studio del suo genere a livello internazionale, con cui dimostrava che le donne che hanno avuto un aborto indotto presentano un alto rischio di problemi di salute mentale tra cui depressione, ansia, comportamenti suicidi e disturbi da abuso di alcool e sostanze illecite, rispetto a coloro che non erano mai state in gravidanza e che avevano proseguito la gravidanza. Dopo le polemiche dal mondo abortista, Ferguson ha dovuto difendere i risultati dei suoi ricercatori, ribadendo di essere favorevole all’aborto ma «sarebbe stato “scientificamente irresponsabile” non pubblicare i risultati solo perché sono così critici» e confermando che «i risultati fanno pendere la bilancia delle prove scientifiche verso la conclusione che l’aborto crea maggiore disagio psicologico piuttosto che alleviarlo». In questa pagina comunque è possibile visionare un lungo elenco di studi scientifici che concludono allo stesso modo, l’ultimo pubblicato proprio il mese scorso sul “Bulletin of Clinical Psychopharmacology”.
La cosa più controversa affermata da Elisabetta Canitano, comunque, non sta tanto nell’aver definito “chiacchiere strumentali” decine e decine di studi scientifici, ma il sostenere che è «difficile anche fare dell’IVG un problema morale, con la motivazione che quando una donna fa un aborto sopprime una vita: certi atteggiamenti chiaramente ideologici sarebbero inaccettabili da parte di esperti nominati dal governo». L’embrione e il feto dunque, per la presidente di “Vita di donna”, non sarebbero vita umana, affermarlo è ideologia. Finalmente ora sappiamo quale atteggiamento ha uno dei più prestigiosi volumi di embriologia presenti nelle Facoltà di medicina americane, cioè “The Developing Human: Clinically Oriented Embryology” (2003), di K.L. Moore, dove si trova scritto: «Lo sviluppo umano inizia al momento della fecondazione, cioè il processo durante il quale il gamete maschile o spermatozoo si unisce ad un gamete femminile (ovulo) per formare una singola cellula chiamata zigote. Questa cellula totipotente altamente specializzata segna il nostro inizio come individuo unico […]. Un zigote è l’inizio di un nuovo essere umano (cioè, l’embrione)». “In the Womb“, testo redatto dal National Geographic nel 2005 viene esplicitato: «Le due cellule gradualmente e con garbo diventano un tutt’uno. Questo è il momento del concepimento, quando un unico set di DNA di un individuo viene creato, una firma umana che non è mai esistita prima e non sarà mai ripetuta».
Inutile continuare, è già sbagliato prendere in considerazione chi nel 2012 afferma che l’embrione non è vita. Consigliamo alle donne bisognose di persone preparate a cui rivolgersi, l’associazione Scienza & Vita, o l’associazione Medicina e Persona.
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165 commenti a Lisa Canitano (“Vita di Donna”): «l’aborto uccide una vita? No, dirlo è ideologia»
Parafrasando ciò che si diceva quando ancora i bambini erano considerati a livello dei cani…
“Anche voi foste embrioni, ricordatevelo.“
Parafraso ancora Ronald Reagan visto che l’ho già fatto nell’articolo precedente: “Noto che tutti gli antiabortisti, sono già nati”.
Scusate “abortisti”
OT: in risposta al tuo commento qui https://www.uccronline.it/2012/05/04/il-devozionismo-alla-scienza-e-lerrore-di-vito-mancuso/#comment-68741
Anche lo scienziato non credente è spinto nella ricerca grazie ad una nostalgia irrazionale.
Si chiama nostalgia dell’Infinito.
Non c’è niente di più inquietante di una donna a favore dell’aborto. La donna dà la vita e per questo è quanto di più vicino ci possa essere a Dio. Inquietante, davvero inquietante…
il tragico problema è proprio questo: che chi pratica l’aborto non è donna: quindi non può essere vicino a Dio,nè al suo prossimo.Non è una polemica,è una verità antropologica.La domanda che viene subito dopo è:se non può essere “donna”perchè lontana dal progetto di Dio,o meglio un progetto non riuscito, cos’è?
L’associazione “Vita di Donna” ha fondato la “Casa Internazionale delle Donne di Roma” all’interno del quale c’è un ostello riservato alle donne, un ristorante, un ambulatorio di ostetriche, e aiuta le donne, italiane e straniere, ad usufruire del Servizio Sanitario Nazionale.
Dall’ottobre del 2003 attua un progetto per la protezione delle madri e dei bambini dopo il parto intitolato “Cara mamma ti accompagniamo a casa” finanziato dalla Provincia di Roma ed inoltre offre tutela legale alle donne.
La stessa Elisabetta Canitano è già fondatrice di “Differenza Donna“, associazione di donne contro la violenza alle donne fondata nel 1989 che gestisce due centri antiviolenza, una casa di accoglienza per donne che sfuggono dalla prostituzione o da altre attività illecite ed il Cento “Maree” per donne in difficoltà.
Visto che consigliate “alle donne bisognose di persone preparate a cui rivolgersi” le associazioni “Scienza & Vita” o l’associazione “Medicina e Persona” potete dire quali sono i servizi offerti alle donne da queste due associazioni che consigliate? In sostanza che fanno?
Quindi se io da un lato mantengo un bambino africano a distanza e poi strangolo mio figlio, l’azione buona cancella l’omicidio? Il punto, ovviamente, è l’aborto, non le altre mille attività benefiche fatte dagli sterminatori…
Non hai risposto alla mia domanda. Per quale motivo una donna in difficoltà dovrebbe preferire le associazioni “Scienza & Vita” e “Medicina e Persona” alle associazioni “Vita di Donna” e “Differenza Donna” così come suggerito nell’articolo? Quali servizi offrono le prime per renderli preferibili alle seconde?
Non ho capito chi sarebbero gli “sterminatori” ma non importa.
Innanzitutto perché sanno cos’è l’embrione e sopratutto sono aggiornate sull’embriologia moderna.
Quindi tu pensi che ad una prostituta che sfugge dai suoi protettori o – più genericamente – ad una donna in difficoltà che viene accolta nelle strutture fondate dalla dottoressa Canitano importi di più avere delle persone che le diano un alloggio, del cibo, tutela legale, assistenza medica ed aiuto per portare a termine una gravidanza o ad abortire aldifuori di un regime di clandestinità o preferiscono avere persone che sanno cos’è l’embrione e sono aggiornate sull’embriologia moderna?
Esistono migliaia di queste strutture, fortunatamente. Qui si parla di salute della donna e di conoscenza scientifica. Se le donne vogliono essere davvero informate, stiano alla larga!!
“Qui si parla di salute della donna e di conoscenza scientifica“: quindi secondo te la tutela della salute della donna e la conoscenza scientifica sono la stessa cosa?
“Se le donne vogliono essere davvero informate, stiano alla larga!!: e se le donne invece vogliono essere aiutate concretamente e non solo informate a chi possono rivolgersi? Alle associazioni della dott.ssa Cantiano o a quelle consigliate in questo articolo?
Qui si parla di salute della donna e di conoscenza (medico) scientifica. Sicuramente vanno di pari passo.
Quelle consigliate in questo articolo fanno informazione scientifica, è pieno di opere cristiane a cui rivolgersi. Sicuramente sapranno anche offrire un servizio completo: assistenza e informazione scientifica.
Ma ti senti l’avvocato difensore anche dei pinguini?
“Sicuramente sapranno anche offrire un servizio completo“: è solo una tua deduzione. Strano che ci sia nessuna traccia in internet….
Ps: hai qualcosa anche contro i pinguini?
Vuoi che ti faccia l’elenco di opere cristiane in aiuto all’uomo? E’ un vero peccato che tu stia buttando via il tuo tempo così. Non pensi che al posto di difendere l’indifendibile, ci sarebbe qualche donna da aiutare?
Nessuna cosa contro i pinguini, sopratutto quando anche loro smettono di essere omosessuali: http://www.repubblica.it/ambiente/2011/11/09/foto/pedro_e_buddy_pinguini_gay_separati_per_salvare_la_specie-24712313/1/
P.S.
Spero che tu vorrai dire qualcosa di più interessante in futuro. I tuoi commenti sono di una tale noia!
De gustibus non disputandum est….
Vorrei chiederti: soffri di disturbo dissociativo dell’identità o quando intervieni in questo sito indossi la maschera del moderato?
Appurato che sei la stessa persona che postando sull’uaar sprizza odio anticattolico da tutti i pori, qual’è il vero Agno?
È una domanda seria o retorica?
Mi spiace molto essere definito “moderato”.
E’ tutta finzione lorenzo. Dobbiamo trovare qualche lavoretto per Agnostico…è importante che il suo odio venga incanalato utilizzando meglio il suo tempo. Magari rendendosi utile alla società.
Allora un’altra domanda: se due associazioni affermano di essere al servizio della donna, ma la prima propaganda sacrifici umani in nome della libertà, di quale avresti fiducia?
Agno, hai dimenticato il grassetto questa volta. Almeno rendeva i tuoi commenti piacevoli da leggere…almeno quello.
Potresti anche alzare il livello, eh? Appena puoi te ne sono grato. 🙂
ti rispondo io: perchè le associazioni pro life mi riconoscono la dignità umana conferita da Dio e che mi dà la forza indispensabile per far fronte a qualunque imprevisto,come una maternità anche non “programmata”,come quella frutto di una violenza.Non è la “gravidanza indesiderata”che mi toglie la dignità e la libertà ma l’aggressione violenta dell’idea stessa che in quanto donna “ho il diritto di uccidere”.Questa è l’ideologia che scioglie come acido la vera dignità e la libertà umana,femminile e maschile,fondata sull’amore,primo e autentico “servizio”alla persona.
Ma cosa c’entra??? Tu sai cosa fa la Caritas nel mondo? E tu cosa fai? Nulla, perdi tempo sul web quando potresti sfamare i poveri.
Ma ti rendi conto a che livello sei?
Ho forse parlato della Caritas?
Ti sei messo a fare la gara come un bambino pur di difendere i tuoi amici radicali. E’ evidente che si parla di informazione e preparazione dal punto di vista medico-scientifico. Che accolgano le donne, ma evitino di parlare di embrione allora.
Diciamo che una donna che fonda delle associazioni che offre dei servizi concreti di aiuto per la donna incontra la mia simpatia: che sia radicale non mi interessa.
Nessuna “gara” anzi ho solo posto domande e non ho dato risposte.
Permettimi una domanda. Consideri che contrasti di più una donna che – pur difendendo la possibilità delle donne ad abortire – offra degli aiuti concreti per mettere le donne in difficoltà nella condizione di portare a termine la gravidanza o soggetti che – pur essendo contro la possibilità di abortire – non fanno nulla di concreto per far evitare questa condizione?
Pure la Camorra offre numerosi servizi sociali (paga addirittura delle pensioni). Ma, al tempo stesso, giustifica la soppressione di vite umane. Offrire aiuti materiali alle persone non è l’unica condizione per essere apprezzabili a livello umano.
Quindi secondo te la camorra è assimilabile all’associazionismo della Dott.ssa Cantiano?
Quindi – secondo te – le associazioni della Cantiano che offrono vari servizi sociali rivolti a tutte le donne che si trovano in condizione di bisogno sono paragonabili ad associazioni a delinquere come la camorra che non offrono servizi sociali (ossia per la collettività) ma vantaggi “particolari” per pochi affiliati?
Quindi – secondo te – le associazioni della Cantiano che con i loro servizi sono sussidiari allo Stato sono paragonabili alla Camorra che – a detta di molti magistrati – è un danno sociale per lo stesso Stato?
Quindi – secondo te – le associazioni della Cantiano che mettono le donne nella migliore condizione per effettuare una scelta libera sono paragonabili alla camorra che non giustifica semplicemente la soppressione di vite umane ma costringe i suoi affiliati a farlo?
Perciò le associazioni della Cantiano andrebbero combattute con la stessa energia con cui si combatte la camorra?
Capisco…….
Chiunque offre servizi sociali, ben venga qualcuno in più.
Dato che la signora dice di essere presidente di un’associazione in “aiuto alla donna”, sbaglia alla grande. Non si aiutano le donne ingannandole.
C’è modo e modo di aiutare. Dire alla donna che l’aborto non uccide una vita significa ingannarla e mistificare la realtà.
Lascia entrare i pro life nei Consultori senza levare i tuoi soliti scudi da perfetto radicale, e poi vedrai che le donne saranno aiutate davvero. E inoltre saranno informate della realtà senza inganni.
È un vero peccato che tu non abbia voluto rispondere ad una domanda molto semplice: un vero peccato…..
Lo ripeto: lascia entrare i pro life nei consultori. Vedrai che le donne saranno aiutate ma anche informate a dovere.
“L’associazione “Vita di Donna” dice di essere “in difesa della salute femminile”, offre servizi e indicazioni sicuramente utili volti a risolvere vari problemi di salute femminile” e “Consigliamo alle donne bisognose di persone preparate a cui rivolgersi”.
Con queste semplici frasi, che tu eviti di leggere, viene smontata la tua ennesima e stucchevole polemica.
E quindi? Cosa c’entra con la domanda che ho posto?
Tu hai posto un’obiezione fasulla, in quanto basta leggere il testo per evitare di porre questioni inutili.
Chiedere quali servizi offrono le associazioni “Scienza & Vita” e “Medicina e Persona” significa porgere un’obiezione fasulla o questioni inutili (per usare le tue parole?
Come avrei fatto a porgere nello stessa frase una obiezione ed una questione? L’una esclude l’altra….
La tua domanda trova risposta qui: “L’associazione “Vita di Donna” dice di essere “in difesa della salute femminile”, offre servizi e indicazioni sicuramente utili volti a risolvere vari problemi di salute femminile”
Obiezione e questione sono sinonimi.
Questa risposta non è per nulla attinente alla domanda che avevo posto ma lascerei perdere visto ciò che hai scritto dopo.
Infatti se affermi che “Obiezione e questione sono sinonimi” mi domando solo quale dizionario tu possa usare (se lo usi…..).
La risposta è assai contenuta all’interno del testo. Tant’è che sei l’unico a porre la questione/obiezione.
..senza contare che sono mille e mille le attività di ispirazione cattolica in tutto il mondo che si prendono cura di mamme e bambini e da secoli anche delle donne vittime di violenza…
No, è falso. Dire una cosa del genere è ideologia! LOL
Venghino siore e siori, l’inferno non esite… droga, sesso libero, eutanasia, aborto… è tutto gratis e ci si diverte un sacco… entrate… entrate tutti… dentro c’è ancora posto…
Direi che le donne, gravide o non gravide, che vogliano/possano o no portare avanti la loro gravidanza, *sono persone*.
*Obbligare* qualcuno ad una gravidanza è una tortura, un crimine.
E uccidere un bambino invece cos’è?
obbligare alla gravidanza?
…nn capisco molto bene. La gravidanza è uno stato di fatto, diagnosticabile (mi scuso per la terminologia patologica, fuorviante), che interpella ad una risposta chi di fatto è già madre nel momento in cui si scopre appunto incinta.
Non si obbliga nessuno? benissimo, ma chiamiamo le cose col loro nome: la risposta può essere un SI’ di fronte ad un fatto (che accetto in responsabilità) o un NO (rifiuto la realtà che ho dinnanzi cioè rifiuto la condizione di madre che si definisce in rapporto all’altra esistenza che è cominciata). Ma non si può parlare di neutralità/parità (la grande illusione dell’idea odierna di libertà) di fronte a queste due alternative.
Perché Ugo La Serra vuole obbligare una donna alla gravidanza?
Quando leggo La Serra o Pavone sono quasi quasi tentato di dare ragione agli scientisti sull’inutilità della filosofia…
Casomai è un crimine anteporre ad un bambino la propria carriera o la propria “libertà” è un crimine caro “filosofo” La Serra.
ti ricordo che la gravidanza,anzi,la maternità,prima che nel corpo nasce nei cuori dei genitori,un uomo e una donna che si amano anche fisicamente.Il “talamo nuziale”non è esattamente il supermercato delle voglie come piace fare a quelli/e come te:è molto di più,è un “di più”e anche molto diverso da quello che voi non conoscerete mai.E’l’amore.L’obbligatorietà di cui blateri è la classica copertura di quei maschietti a cui piace praticare il sesso senza amore e quindi privi di senso di responsabilità e di RISPETTO PER LE DONNE,alle quali poi “suggerire la libertà di scelta”.A chi vuoi prendere in giro?Comincia a usare il cervello e tieniti a portata di mano un bel secchio di acqua gelida,forse praticando un pò di autocontrollo riuscirai a capire qualcosa sulla parola”dignità umana”. Auguri.
Non disturbate il boia. Le donne devono poter fare i fatti loro.
Ugo La Serra il vostro modo di pensare (e molti utenti sono sulla tua stessa scia) è scriteriato e amorale.
Lo rispetto (per carità) ma più vi leggo e più mi convinco, che il vostro modo di pensare è davvero pericolo. Può davvero fare male alla Società, poiché non avete un metodo, una procedura, una logica morale.
Il principale errore che commettete è la confusione tra i significati: inter scambiando a piacere l’io (ego) con i diritti della persona (anch’essi tutelati).
Ci sono altri errori ma lasciamo perdere.
Se il modo di pensare di La Serra in merito all’aborto (ossia una donna non può essere costretta a portare a termine una gravidanza) è scriteriato, amorale e pericoloso quale sarebbe un modo di pensare – al contrario – giudizioso, morale e benefico?
Partorire, essere vicini al più debole, in questo caso il nascituro.
La moralità è un qualcosa indispensabile per la vita umana, senza di essa saremmo di nuovo selvaggi o come sta accadendo oggi viene meno il valore umano, in favore di un individualismo esasperato.
Concordo.
Quindi lei considera scriteriato, amorale e pericoloso il modo di pensare della singola donna che pratica l’aborto o il modo di pensare dei “La Serra’s” che ritengono che non si può costringere una donna a portare a termine la gravidanza? Come lei capirà bene non è la stessa cosa.
Cos’è l’aborto per voi agnostici?
Ti posso rispondere solo per me: intendi l’aborto o la legge sull’aborto? Non sono la stessa cosa.
La domanda mi sembra chiara.
L’aborto (dal punto di vista della donna) è una pratica messa in atto per motivi più o meno gravi per interrompere volontariamente una gravidanza.
L’aborto (dal punto di vista del legislatore) è un provvedimento finalizzato a far eseguire gli aborti in strutture pubbliche in modo che sia tutelata la salute della donna e sia monitorato il fenomeno.
Non pensi che siano aspetti totalmente diversi?
La cosa buffa è che ti ho chiesto: “Cos’è l’aborto per voi agnostici?”
Tu mi hai risposto: “Ti posso rispondere solo per me”
E poi mi dici: “L’aborto (dal punto di vista della donna)” e “L’aborto (dal punto di vista del legislatore)”.
Vedo che oltre ad annullare la tua identità dietro la tua religione, non riesci nemmeno a esprimere una visione personale.
Fabio, non farlo pensare troppo poverino. Lui ti risponde solo dopo una ricerchina, sai che l’agnostico non può prendere posizione su nulla, no? E’ come una bandierina che sventola 🙂
Sì perché è una falsa libertà e questo lo dicono i dati: problemi psichici successivi ecc…
Il diritto di scelta si basa sulle scelte dei singoli (quindi non decidere anche per la vita del nascituro), ma ciò non dovrebbe coinvolgere ambiti umani (particolarmente etici).
La vita non può dipendere dalla democrazia, deve essere un diritto naturale di tutte le persone nate come embrione potersi affermare in questo mondo.
Non ho ben capito la sua risposta.
Forse ragiona su un livello filosofico: materia con cui ci facevo a pugni. Sono più “spicciolo”…..
Se con “La vita non può dipendere dalla democrazia” intende che l’aborto non deve trovare risposta da parte del legislatore credo che il problema (purtroppo) non si pone: l’aborto come pratica è pre-esistente alla legge.
Mi chiedo con cosa non fai a pugni, sinceramente. Hai ragione comunque, il diritto alla vita è precedente alla politica, peccato che tu non vuoi concederlo.
Il diritto alla vita del bambino può essere concesso solo ed esclusivamente dalla madre: la società non è nelle condizioni di concederlo.
Concesso per grazia o per giustizia?
La vita deve seguire il suo “cursus” nondeve essere sottoposta alla legge dell’uomo.
Non so se sia concesso per grazia o per giustizia: è una domanda che non capisco (grazia e giustizia di chi?!) e non mi sembra attinente.
La vita del nascituro non è sottoposta alla legge dell’uomo (intesa come legge di un’ordinamento) ma solo alla volontà della madre: è solo lei che – legge o meno – può decidere quale sia la cosa migliore da fare.
Pensi che lo stato, la società o la legge possa concretamente sostituirsi alla decisione della madre? Non vedo come potrebbe.
Nessun essere umano può decidere della vita di un altro essere umano. Ovviamente la bioetica laica non è d’accordo e infatti proponete l’infanticidio (vedi la Consulta di Bioetica del tuo amico Maurizio Mori)
Il potere dello Stato che legittima l’individuoa esercitare una funzione che non rientra nella sua corrette disposizioni.
Appunto. Dopo che questo diritto è stato concesso, prima di sopprimerlo, il bambino concepito andrebbe consultato per vedere se è d’accordo.
“il bambino concepito andrebbe consultato per vedere se è d’accordo“: come pensi di consultarlo e chi pensi che possa farlo?
Quindi lo sopprimiamo e basta? Anche il disabile allora, tanto non puoi chiederli cosa ne pensa, vero?
Il diritto alla vita dovrebbe prescindere dalla volontà della madre, perché essa non possiede nessun’altra vita.
“dovrebbe prescindere” è diverso da “prescinde”: il primo indica un desiderio mentre il secondo uno stato di fatto.
Dovrebbe prescindere perché nessun essere umano può decidere della vita di un altro. Di fatto l’aborto permette questo, non a caso fu introdotto per la prima volta dal partito nazista.
e una “madre” lasciata sola di solito “sceglie” l’aborto!e l’altra metà del cielo nel frattempo che fà? si programma la prossima? madre-padrona e padre-padrone:ecco da quali teste escono questi”diritti”!
Non solo la legislazione, ma l’autorità del singolo (intesa come democrazia diretta) deve essere limitata in circostanze ben precise.
La politica deve operare in altri ambiti e regolare su principi etici la vita (a partire dall’embrione).
“Non solo la legislazione, ma l’autorità del singolo (intesa come democrazia diretta) deve essere limitata in circostanze ben precise“: come?
“La politica deve operare in altri ambiti e regolare su principi etici la vita (a partire dall’embrione)“: come?
La legislazione irlandese è vicina all’etica senza offuscare troppo la libertà del singolo in condizioni gravose, un compromesso c’è sempre, sforzarsi di pensarlo senza ideologie è la questione più difficoltosa
“La legislazione irlandese è vicina all’etica“: quindi secondo lei uno Stato con le sue leggi dovrebbe essere fonte di norma etica per l’individuo?
Sa che “Stati etici” sono considerati l’Italia fascista, la Germania nazista, la Spagna franchista e le varie dittature comuniste dell’est Europa?
Lei è sicuro che la legislazione irlandese risponda alla realtà di quel Paese?
Il sequestro di più 1200 confezioni di farmaci abortivi alla dogana irlandese e le storie di donne irlandesi che abortiscono all’estero non sono un chiaro segno di una pratica nascosta dell’aborto e di una legislazione inefficace?
Situazione vera in Irlanda: https://www.uccronline.it/2012/01/08/nuovo-studio-lirlanda-e-un-paese-giovane-e-sano-grazie-al-divieto-di-aborto/
Agnostico i dati sono diversi ed ora che li guardi seriamente.
Classico discorso di chi vuole uno stato “etico” ossia “assolutistico” come le dittature fasciste, naziste e comuniste…..bah….
È proprio vero che l’uomo non impara mai dai propri errori……
Nonostante la situazione “idilliaca” descritta in Irlanda c’è un bel traffico clandestino di pillole abortive con annesso contrabbando.
Ovviamente tutto ciò avviene senza nessun controllo medico ed a totale rischio per la salute della donna.
Ovviamente chi ha le risorse finanziarie decide di andare all’estero per abortire.
E sono costrette ad andare all’estero anche donne che hanno danni al proprio feto.
Non mi sembra una situazione molto “idilliaca” ma l’importante è fare come gli “struzzi”: mettere la testa sotto la sabbia, stare a posto con la propria coscienza ed ignorare i problemi.
È la storia che si ripete come quando gli anti-divorzisti italiani andavano all’estero (magari al Vaticano) per divorziare…..che ipocrisia…..
Agnostico molti reati sono proibiti dalla legge e molto criminali si fuggono in paesi più tolleranti, che facciamo aboliamo il codice penale?
@Gemini,
Paragone totalmente sballato. L’aborto non è reato, la donna che ricorre all’aborto non va in galera (neanche in Irlanda). Se foste coerenti dovreste chiedere che la donna che ricorre all’aborto vada in galera.
Quanta confusione 🙂
L’aborto è sicuramente un omicidio, ovvero la soppressione di una vita umana (anche se il contesto è differente e quindi non vale fino in fondo il paragone). Oggi le donne che abortiscono dopo la 22esima settimana vanno dritte in galera. Questo termine non ha però senso, perché è puramente arbitrario. Bisognerebbe anticiparlo all’inizio della vita umana, ovvero al concepimento.
La galera non è l’unico strumento di condanna dello Stato, ci sono altre forme civili di delegittimazione popolare.
Agno, capisco che l’età è matura, ma cerca di non postare link prima del 1998.
Eccoti una ricerchina nel 2012 fresca fresca: http://www.youthdefence.ie/am_cms_media/irelands-gain.pdf
Domani hai tutto il giorno libero per studiartela 🙂
@Gennaro
Che stupidaggini…..la donna che abortisce dopo la 22esima settimana non può essere perseguibile: non esiste nessun reato simile. Se vanno dritte in galera come affermi dimmi in base a quale articolo del codice penale ed a quale pena massima e minima. L’ignoranza dilaga proprio…..
@Gemini
Lo Stato conosce solo le condanne previste dalle leggi: forse confondi Stato (ossia insieme di istituzioni) con società.
@Raffa
Tutti articoli recenti. Capisco che sono in inglese ma le date sono universali….
Comunque grazie per lo studio postato: infatti anche nello studio che hai linkato si riporta che molte donne irlandesi vanno in Uk per abortire. Ma li leggi gli studi prima di postarli? Ho qualche dubbio…..anzi molti.
Quanta ignoranza…
Studia caprone: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/07/29/visualizza_new.html_1876256647.html
Studia anche qui: http://www.zenit.org/article-26867?l=italian (decrescita del numero di donne irlandesi che si recano in Gran Bretagna per abortire)
Studia anche qui: http://www.youthdefence.ie/am_cms_media/irelands-gain.pdf (è perché sono bassi i tassi di aborto tra le donne irlandesi che l’Irlanda presenta una bassa incidenza di malattie materno-infantile note per essere legate all’aborto: bambini nati morti, sottopeso nelle nascite singole o multiple, nascite pretermine o premature, paralisi cerebrale e di mortalità materna…». E ancora: «L’Irlanda beneficia anche di bassa incidenza di cancro al seno e relativamente buona salute mentale tra le donne, una bassa incidenza di alcune malattie del sistema immunitario a cui hanno contribuito i bassi tassi di aborto. La liberalizzazione delle leggi sull’aborto in Irlanda può provocare elevati tassi abortivi ed un deterioramento nei confronti di queste condizioni che incidono sulla salute delle donne»)
Studia anche qui: http://www.who.int/whosis/mme_2005.pdf le donne stanno bene e hanno bassi tassi di mortalità
Studia anche qui: http://www.freerepublic.com/focus/f-news/2500203/posts ll 70% dei cittadini approva il divieto di aborto
Legge 194.
Art. 19.
fino a 6 mesi
Entrambe le scelte sono errori. Non esiste quindi un’opposizione tra l’abominio dell’aborto e la brutalità di costringere una donna a non abortire. Una donna che abortisce volontariamente commette un abominio, non solo sulla creatura che porta in grembo, ma anche su se stessa.
Ed anche qualsiasi istituzione che voglia impossessarsi del corpo della donna per evitare che abortisca, limitandone la libertà di autodeterminazione, commette una violenza.
Una violenza celata è il relativismo etico, simil-protestante :liberi tutti, mantenendo una retorica cristiana..
Certo, liberi tutti!
Liberi di non abortire.
L’etica deve essere un fondamento, non ho una qualunque libertà di scelta (come il voto, il matrimonio, la religiosità ) altrimenti sviliamo il suo valore.
Anche la libertà fa parte dall’etica cristiana, anzi è uno dei valori fondamentali.
Sí ma la libertà non è cieca, ha confini ben precisi e scavalcarli significa abbattere lo stesso principio.
E dai, Antonio, si ritorna al solito discorso: se un malintenzionato ti assale per ucciderti, ti difendi o “eserciti il diritto” dell’assalitore alla libertà di assalirti?
Agnostico si sta parlando di un bambino, non di un tumore.
Lo so: quale sarebbe il motivo di questa precisazione?
La metti in maniera tale che un bambino pare sia una disgrazia!
http://www.youtube.com/watch?v=G2eeQ_spdhY Se essere a favore dell’ aborto equivale ad essere delle donne (donne???) moderne, allora io sono ben felice di essere una primitiva!
“Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.” (Gesù)
brava!e ricordiamo pure alle abortiste che Gesù ha pure detto che “senza di me non potete far nulla”,specialmente diventare DONNE!!!!!!!!!!!!!!!
Dal punto di vista biologico l’embrione è una vita, qualsiasi embrione.
L’errore è confondere vita con persona.
Quando si dice di difendere la vita umana sin dal concepimento, sono d’accordo.
Quando invece si afferma di difendere la persona umana sin dal concepimento, non lo sono più, in quanto il concetto di “persona” non appartiene alla biologia.
Chi afferma il contrario scade nel bieco materialismo.
Antonio mi dispiace ma non sono d’accordo.
Il concetto di persona comprende anche l’embrione, poiché è una fase della vita umana.
Il bambino è una persona proprio come lo é un’embrione, è un diritto naturale.
Il cristianesimo non è relativo.
Ed infatti la biologia non distingue la vita umana nel continuum biologico, esattamente come non può distinguere la vita umana da altra vita, non umana. Per la biologia la vita è vita. Viceversa, la religione dei distinguo li dovrebbe fare, in quanto la vita di un uomo è più della vita di uno scimpanzè, esattamente come la vita di un bambino è più della vita di uno zigote.
Si tutela la vita dello zigote, non per lo zigote in sé, ma per quel che diventerà nel corso del processo ontogenetico, ovvero un essere umano dotato di anima che trascende la materia e quindi una persona.
Altroché! La biologia distingue la vita umana dalla vita animale!
Rispetto all’anima, qui due contributi: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19870222_respect-for%20human-life_it.html e http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/anima%20spirituale.html
La biologia non può occuparsi di questioni dell’anima.
Appunto, sei tu che l’hai tirata in ballo volendo emulare Luigi Pavone. Peccato vi tiriate la zappa sui piedi. Qui si parla di vita umana, biologica e spirituale.
Che io sappia la biologia può occuparsi solo del corpo materiale e non dello spirito.
I costituenti biologici e le varie funzioni di qualsiasi essere vivente animale (uomo compreso) non sono diversi, visto che la vita biologica è una sola ed il DNA comune a tutti i viventi, vegetali e batteri compresi.
Spero, anzi credo, che non valga lo stesso per lo spirito.
Si può parlare di essere umano solo dal punto di vista medico-scientifico senza dover sentire bacchettoni che ti chiamano riduzionista. O no?
Sì certo, ma non di persona. Anche il punto di vista medico-scientifico deve rispettare le scelte autonome delle persone, per es. con la pratica stabilita a livello internazionale del “consenso informato” per i pazienti sottoposti a terapie mediche.
Perchè la persona è molto di più di un dato medico-scientifico. Agisce autonomamente ed è libera dalla gabbia determinista eretta dalla scienza, almeno per il momento, ed io credo per sempre.
Allora, se vuoi, riduci pure l’essere umano inteso biologicamente, ma non la persona.
Il concetto di persona è antropologico, bisogna accordarsi su cosa significhi persona. Per i greci era la maschera del teatro.
La persona coincide con la vita umana.
La prima parola riguarda gli aspetti etici/morali, mentre la seconda parola indica gli aspetti biologici/chimici.
Il relativismo non deve confondervi le idee!
Quando si dice che la persona coincide con la vita umana biologica, allora la persona deriva da un dato biologico.
Quindi si deve dire che la persona non coincide con la vita umana biologica.
La persona coincide con la vita umana, essa è biologica e spirituale. Modificando le affermazioni degli altri non farai molta strada.
Allora la persona è spiegabile scientificamente, in particolare dalla biologia. Lo spirito diventa quindi un epifenomeno della materia: è il DNA che conferisce alla materia lo spirito.
La persona è un concetto antropologico. Non continuare a essere riduzionista per nulla.
La specie umana è una, formata da due aspetti costituiti dalla nascita. Coincido eccome, sono un sistema perfettamente integrato, senza uno non ci sarebbe l’altro. Mi sembra chiar.
Esiste una vita umana che non sia persona umana? Esiste una persona che non sia vita umana?
Sì e no, rispettivamente.
Su quali basi “si” e su quali basi “no”.
Alla richiesta di ragioni si fugge via?
@Fabio
Ho già risposto ampiamente nei vari commenti.
Mi è sfuggito allora.
Su quali basi “si” e su quali basi “no”.
Partendo dalla tua affermazione che la vita umana si deve difendere la vita umana sin dal concepimento, cerco di arrivare al dunque avanzando per gradi.
Quando ci si trova in concreto costretti ad operare scelte che riguardano la vita, credo che la nessuna persona di buon senso possa anteporre la vita animale a quella umana.
Non credo nemmeno possa razionalmente porsi il problema della priorità della vita umana rispetto alla salute umana.
Il dilemma sorge, allora, quando le circostanze ci pongono di fronte a scelte che riguardano il pericolo di vita, non ipotetico ma altamente probabile, della madre: in questo caso il buon senso comune, supportato anche dal Magistero, afferma che la scelta prioritaria è per la vita della gestante, a meno che la stessa, ed esclusivamente lei, esprima un libero desiderio contrario.
Sto discutendo da più di un mese su un blog pro choice proprio di questi argomenti. La posizione abortista è che l’embrione non è una persona perchè non ha coscienza, cosa, quest’ultima, che si può avere solo quando l’embrione sviluppa certe strutture corticali che nelle prime settimane non ci sono ancora. E’ un evidente forzatura; allo stesso modo io potrei allora dire che un neonato non è un essere umano perchè non sa ancora parlare, o leggere, o scrivere, o camminare. Questo lo troverebbe assurdo anche il più incallito degli abortisti, il quale mi direbbe: “Ma come fa un neonato a parlare, a camminare o a scrivere? Dagli il tempo e lo farà!”. Il che è giusto, ma vale anche quando ci troviamo nella fasi iniziali del concepimento: diamogli il tempo e l’embrione svilupperà quelle struture corticali che gli permetteranno di avere una coscienza. Invece, chissà perchè, con l’embrione questo ovvio ragionamento non vale: non ha ancora certe strutture cerebrali? Non è un essere umano. E’ come una farfalla a cui tarpano le ali e poi dicono: “Visto? Te l’avevo detto che non vola!!”
Concordo con te Simone: l’embrione e’ la prima fase di vita dell’essere umano.
La terminologìa che usi mi fa sospettare che stai seguendo la discussione… 😉
E’ la prima fase, come la vecchiaia è l’ultima. In mezzo non c’è soluzione di continuità.
Infatti Simone siamo arrivati anche alla proposta di legalizzare l’infanticidio.
In effetti è la logica conseguenza del considerare la coscienza come ciò che fa l’essere umano. Se ci sono un neonato e un cane, e in lontananza arriva un leone affamato con l’intenzione di mangiarseli, il cane percepisce il pericolo e scappa, il neonato non si accorge di niente, almeno finchè non viene spaventato dal ruggito e si mette a piangere. Un cane adulto ha quindi molta più coscienza di un neonato: secondo l’aberrante logica abortista bisognerebbe considerare più umano il primo del secondo.
Antonio72 sta ripetendo a pappagallo quanto qualche settimana fa affermò Luigi Pavone, ricordando la posizione di San Tommaso d’Aquino: https://www.uccronline.it/2012/04/24/tre-ricercatori-spiegano-perche-lembrione-e-persona-umana/
Non era solo Pavone…
Se due persone la pensano allo stesso modo, ciò non significa che uno debba essere la brutta copia dell’altro. Forse nell’esposizione, ma non nel contenuto.
Stai commettendo un grosso errore, senza nemmeno accorgertene.
La bussola della vita non è interpretabile. Pensi di arrivare alla verità adattando il senso al tuo io.
Il fatto è che tu non eri d’accordo con Pavone, prima che ti istruisse (basta leggersi il vostro dialogo). Dunque ripeti quanto in realtà detto da un altro, ma come se fosse un’idea tua, coltivata da secoli. E così, data la tua scarsa capacità critica, rischi di doverti attaccare al prossimo carro che passa in direzione opposta…
No, non è così.
Volevo provare a confutare Pavone razionalmente sul piano filosofico perchè, secondo me, a differenza di Pavone, non si può avere la certezza assoluta che lo zigote non sia persona, come non si può nemmeno sostenere il contrario.
E questo per una semplice ragione: lo spirito non può essere dedotto dalla filosofia e tanto meno dalla biologia, anche se la prima è di certo più attinente dell’ultima.
Per quanto riguarda la mia presunta scarsa capacità critica..può essere. Cmq meglio avercela scarsa che esserne privi. Infine se le idee dovessero essere sempre granitiche ed immutabili a che servirebbe qualsiasi discussione?
Anche la Chiesa del XXI secolo non è la Chiesa medievale.
La vite è sempre la stessa, i tralci si rinnovano di anno in anno ed i grappoli non sono mai identici.
Appunto.
La Chiesa è sempre la stessa, è il suo modo di porsi che cambia: non cambia la vite, cambia, in base a fattori esterni, la qualità del vino prodotto dall’uva.
La Chiesa del XXI secolo è sempre la stessa Chiesa medievale: cambiano le realtà in cui la Chiesa opera e cambiano la modalità di operare delle varie Chiese locali.
Antonio72 ha scritto: “lo spirito non può essere dedotto dalla filosofia”.
Sì, e perché mai? Che ne sai tu di filosofia?
Che lo “spirito” non possa essere oggetto di un’indagine biologica, è vero solo in parte, cioè se si intende strettamente un principio immateriale sussistente (incorruttibile). Ma la biologia può invece dimostrare la necessità che vi sia un principio immateriale (“forma”) per ogni specie vegetale e animale, perché può dimostrare che non vi è alcun elemento materiale (nemmeno i geni) nei viventi, da cui dipenda l’organizzazione stabile della materia stessa (secondo le caratteristiche di una data specie). Queste cose le trovi negli scritti di Roberto Fondi e di Giuseppe Sermonti.
Perchè la logica razionale, nello spirito umano e nella vita in genere dell’uomo, è solo una delle componenti.
La biologia, come tutte le scienze naturali, non può dimostrare alcunchè, solo descrivere come funzionano i meccanismi della natura.
La biologia dimostra che c’è o meno una vita umana, al contrario di quanto sostieni tu. Evidentemente continuando a giocare al piccolo scienziato e al piccolo filosofo non ti riesce bene né l’uno né l’altro.
Ma io non ho mai negato che la vita umana sia oggetto della bioologia, come anche qualsiasi altra vita, non umana.
A dire bugie ti cresce il naso: https://www.uccronline.it/2012/05/07/lisa-cantiano-vita-di-donna-laborto-uccide-una-vita-no-dirlo-e-ideologia/#comment-68836
Allora traduco.
Quando affermo che la biologia non distingue la vita umana nel continuum biologico significa che il continuum zigote-embrione-feto-ecc.. è tutta vita umana. Un embrione è vita umana come lo è anche un neonato.
Quando dico che la biologia non distingue tra vita non umana e vita umana, intendo che per la scienza il DNA umano e quello dello scimpanzè coincidono al 98%, e che tutta la vita indistintamente, funziona sui medesimi meccanismi biologici, uomo compreso.
Questo significa forse che lo scimpanzè è per il 98% umano? Questo vuol dire che nell’organismo biologico umano non ci debba essere qualcosa d’altro che trascende questi meccanismi?
Se la scienza capisce che il 98% con lo scimpanzé e il 50% con la banana coincidono, di fatti capisce che c’è differenza tra uomo e banana e tra uomo e scimpanzé.
Ecco bravo. La scienza presenta un limite evidente.
Ora la domanda da porsi è questa: oltre quel limite ci deve essere sempre e ancora solo scienza?
La risposta degli scientisti è sì, mentre quella dei credenti dovrebbe essere un bel NO a caratteri cubitali.
Non ha limiti la scienza in questo caso. Capisce benissimo se c’è nel grembo c’è una vita umana o una vita animale.
…consigliamo vivamente alla signora Cantiano di togliersi i paraocchi che mostra di avere ….
Il diritto alla vita è sicuramente un diritto fondamentale, ma non è sicuramente un valore che superi sempre e comunque gli altri valori. Se così fosse la guerra dovrebbe essere considerata fuori legge e così gli sport a rischio di vita , anche ipotetica, e le pratiche scientifiche, come spedire razzi nello spazio, che possono causare perdita della vita.
Diversa è la potenzialità vitale dell’embrione e dell’essere che lo contiene. Senza la madre l’embrione non esiste, non ha possibilità alcuna di sopravvivenza (la crescita in vitro è ancora una possibilità e non una realtà scientifica), mentre la madre sopravvive tranquillamente (anche se generalmente non benissimo e di certo non è contenta della faccenda). Questo implica che anche i diritti dell’embrione debbano essere considerati potenziali (come la sua vita) e siano quindi diritti “qualificati” ma non assoluti.
beh, ma anche il neonato o il bambino molto piccolo, senza una madre, o comunque qualcuno che lo assista e lo nutra, non ha possibilità di sopravvivenza. Però è un essere umano lo stesso.
La guerra o la legittima difesa sono invece proprio una riaffermazione del diritto alla vita: la vita dell’innocente ingiustamente aggredito.
Le altre attività che nomini invece non contraddicono per nulla il diritto alla vita, poiché rischiare la vita, non significa voler uccidere o voler morire. Certo, bisogna che valga la pena di rischiare la propria vita. Se prendi il caso di coloro che lo fanno per gioco, allora si tratta di un rischio immorale.
Le altre tue osservazioni sono delle sciocchezze, perché: 1) valgono anche per i bambini già partoriti; 2) il rischio che corre la madre, non essendo rischio di vita (e quando tale rischio invece si ponga, la madre può scegliere tra la propria vita e quella dell figlio), non è paragonabile, appunto, alla perdita della vita (causata al feto abortito); 3) sono fandonie che l’aborto risolva i problemi della donna, fisici, psicologici o morali, poiché è esattamente vero il contrario.
Considerate le tue premesse, non capisco come fai a concedere la possibilità di scelta (di abortire) nel caso di grave rischio di vita della madre.
Vedi post finito erroneamente in fondo. Non si tratta di diritto ad abortire, ma ad mettere in atto tecniche terapeutiche, che possono (con diversi gradi di probabilità) avere come effetto collaterale la morte del feto.
e sai perchè?perchè siamo stati creati dall’Autore della Vita per la vita!Solo che la vita che intendono gli abortisti/e si riferisce ai bagordi,per cui se ci scappa il pupo,si rimedia con l’aborto,e con i soldi pubblici,che pacchia!
Ma cosa stai dicendo?? Il diritto alla vita è il primo diritto, senza il quale non ci sarebbe nessun altro. Nessun non nato può appellarsi al diritto di essere libero. La vita è il principe dei diritti.
Anche il neonato senza la madre o chi per essa non ha nessuna possibilità di vivere (e infatti la bioetica laica chiede l’infanticidio), lo stesso il disabile grave (e infatti tu sei a favore dell’eutanasia). Da questo punto di vista sei coerente.
ma un ragazzino di 15 anni rispetto ad un 90enne filosofo/scienziato/premionobel quanto è cosciente, quanto è persona, quanto è?
lo possiamo “abortire” ?
o vogliamo dargli il tempo di diventare se stesso?
ragazzi, guardiamoci negli occhi e fuggiamo dalle scappatoie.
Esattamente quello che dico io. Quello della coscienza è un criterio inaccettabile, per due ragioni:
1) la formazione delle strutture corticali che la permettono è solo una delle fasi della vita dell’uomo, vita che, dal concepimento alla morte, è un processo di sviluppo continuo e privo di interruzioni. Non si capisce quindi perchè una di queste fasi debba essere preminente sulle altre: tutte concorrono a rendere l’essere umano quello che è;
2) è pericoloso, perchè “avere una coscienza”, come hai giustamente osservato, è concetto vago, che si presta ad arbitri della peggior specie.
“…atteggiamenti chiaramente ideologici sarebbero inaccettabili”: perchè,allora, la soppressione di un innocente non sarebbe ideologica? Per il relativismo morale, la dittatura soft dell’occidente, no. Lo diceva un fascista DOC, nel 1924, il “filosofo” Mussolini(Diuturna, pag 232, e ss: “tutte le ideologie sono finzioni, quindi perchè uno non avrebbe il diritto e il dovere di imporre la propria?”.Com’è caduta in basso l’Europa radical chic! Da un fascismo hard a uno soft, quello dell’olocausto degli innocenti, della rivoluzione sessuale. Come ho già detto in altro post, il relativismo dell’intellighentzia sta all’aborto come il pregiudizio razziale ai Nazi. Ma l’abominio della desolazione avrà uno stop. Non è lontano. Un credente non fa fatica a vederlo e a pregare e digiunare per affrettare la Parusia, alleluia!
La soppressione di un innocente non e’ solamente ideologica, per qualcuno e’ un affare ………………. provare per credere:
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1045474/corea-maxi-sequestro-di-pillole-cinesi-a-base-di-resti-di-feti-umani.shtml
Poi qualcuno ha il coraggio di dire che l’inferno non esiste.
vero, per tanti “imprenditori” l’omicidio di un’innocente è business!
Il primo imprenditore della morte essendo il demonio, gli altri, consapevoli o no, tutti suoi figliocci!
1) Non sono io a concedere tale diritto, ma la dottrina ufficiale cattolica.
2) Il motivo per cui lo fa, mi pare facilmente comprensibile: se per un caso particolare della vita due vite parimenti innocenti si trovano in contrasto, dal punto di vista morale si potrà forse preferire la vita nascente e più debole (l’esatto opposto del sofisma abortista), ma non si può imporre alla madre un sacrificio superiore alla giustizia. Il punto discriminante è che in entrambi i casi l’intervento terapeutico è mirato a salvare almeno una delle due vite, la morte eventuale dell’altra essendo solo un effetto collaterale di fatto inevitabile e non voluto.