Palermo: leader dei radicali picchia candidato sindaco per avere le unioni gay
- Ultimissime
- 27 Apr 2012
Lo storico militante del Partito Radicale Nonviolento, Gaetano D’Amico, presidente del comitato omosessualista “Esistono i diritti”, ha picchiato pubblicamente il candidato sindaco del centrosinistra Fabrizio Ferrandelli, nella città di Palermo. Nessuna stigmatizzazione è arrivata per ora da parte di Emma Bonino, Maurizio Turco o Mario Staderini, sempre pronti ad annoiare i loro interlocutori con la parolina magica “non-violenza”, tanto da metterla perfino nel nome del loro partito.
Tutto ciò è avvenuto durante l’incontro organizzato dall’Arcigay, momenti in cui si fa indirettamente pressione sui futuri sindaci per promuovere l’agenda Lgbt. Il leader dei radicali di Palermo ha cominciato a urlare ai piedi del palco, poi -dopo aver tentato di impossessarsi del microfono- si è avvicinato al candidato colpendolo in pieno volto. D’Amico, fatto scendere dal palco dagli uomini della Digos, si è poi buttato a terra per non farsi portare via. Guarda caso, proprio pochi giorni fa il gay Simon Fanshawe accusava molti membri delle associazioni omosessuali di comportamento infantile. Comunque, nonostante la patetica scenetta , il radicale -nei giorni scorsi aveva anche insultato al suo arrivo a Palermo il leader Pd Massimo D’Alema- è stato trascinato per un braccio per qualche metro, per poi essere portato in questura.
Una delle presenti alla scena ha dichiarato: «Gaetano D’Amico, radicale e presidente del comitato “Esistono i diritti”, che diciamolo chiaramente non sta bene, in città lo conoscono in tanti». Ma cosa ha generato questo atto di violenza? Ovviamente la promozione omosessualista: «L’avversione di D’Amico nei confronti di Ferrandelli nasce dall’approvazione da parte del consiglio comunale di una legge sulle unioni civili. Per essere applicata, aveva però bisogno di un mandato d’azione presso la Regione che non è avvenuto, perché è stato bloccato in commissione», ha spiegato Luigi Carollo, portavoce del movimento Lgbt a Palermo. Dunque una legge per le unioni civili non viene approvata velocemente e allora questo giustifica la violenza.
Un gesto simile di violenza omosessualista l’ha subita anche il sindaco di Madrid, Alberto Gallardon nel 2011, quando con moglie e bambini è caduto in un vergognoso agguato notturno (con insulti e minacce) davanti a casa da parte di un nutrito gruppo di attivisti gay. Il motivo? Il sindaco aveva posto delle limitazioni al rumore e alla musica dell’imminente Gay Pride, che solitamente viene sparata al massimo del volume durante la cosiddetta “fiera del nulla”. Pagata con soldi pubblici (anche di chi è contrario).
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57 commenti a Palermo: leader dei radicali picchia candidato sindaco per avere le unioni gay
Tutto quello che volete, ma definirlo “leader” mi sembra eccessivo.
Dal titolo sembrava fosse Pannella, che mi sembra l’unico leader riconosciuto dei radicali.
Questo mi sembra il famoso Kikatsè delle barzellette…
Ogni partito ha dei leader regionali.
Una cosa e’ dire:
Il Presidente del PdL ha detto… (e sappiamo chi si intende)
un’altra e’
Il Presidente del PdL di Abbiategrasso di Sotto ha detto… (che e’ tutta un’altra persona).
“leader” per definizione e’ una persona che spicca per autorevolezza, potere, visibilita’, ecc ecc, quello che vuoi, ma e’ per definizione uno (o molto pochi).
Questo non l’ha mai sentito nessuno.
E comunque in questo caso allora il titolo sarebbe dovuto essere “il leader dei radicali siciliani“, altrimenti e’ opinione comune riferirsi al leader nazionale.
Se ti dico “il leader del Mondo Occidentale, tu pensi a Obama o al Presidente del Veneto?
E’ un titolo Piero, un semplice titolo. Deve essere sintetico e immediato. Poi occorre leggere il contenuto. Troppe volte ho visto gente incastrarsi sui titoli, non capendo la “legge del giornalismo”.
Premesso che non voglio dilungarmi ulteriormente in questo OT, proprio perche’ mi fa schifo questa cosiddetta “legge del giornalismo” il titolo sarebbe stato meglio farlo piu’ specifico.
In edicola c’e’ una rivista che dice in copertina “Non pagare piu’ il canone Telecom. Scopri come”. VAi a vedere all’interno, e che dice? “Fai un abbonamento ad un’altra compagnia, e per di piu’ Wireless”.
Non ti viene da dare un bel vaf***** ?
E con questo chiudo l’OT.
Questo è il mondo del giornalismo e la legge del web, farà schifo ma occorre piegarsi ad essa. Anch’io quando avevo un mio blog ho verificato che titoli brevi e coincisi attiravano più lettori di titoli lunghi, dettagliati e specifici.
Scusa ma si sottointende. “Palermo: leader dei radicali” è chiaro che si riferisca a quello di palermo.
Perche’, a Pannella e’ vietato andare a Palermo? 😀
Nessun “vero” leader ha commentato o preso le distanze. Dunque sono coinvolti anche loro.
Avevo letto degli articoli di Paolo Mieli che denunciava come molte associazioni omosessuali pronte a protestare contro ogni presunta discriminazione, fossero poi le prime a schierarsi dalla parte di personaggi o dittature omofobe. Chissà se anche Gateano d’Amico sia tra questi?
I radicali mi fanno sempre più schifo.
Sono sempre più ridicoli.
Operai e pensionati fanno la fame, banche e governi continuano a dissanguarli e loro a cosa pensano? Alle unioni omosessuali?
Questo sarebbe il loro “progressismo”? Il loro ideale di “Società equa e giusta”?
Si, è la mentalità radicale!
Quello che sostieni tu Andrea è la mia stessa identica opinione. Purtroppo anche la sinistra si è lasciata contagiare da questa mentalità radicale. Preferendo tutelare eventuali matrimoni e adozioni ai gay piuttosto che difendere il lavoro, i lavoratori e la giustizia sociale. Poi ci si stupisce se in Francia gli operai ed i giovani votano i “fachos” della Le Pen.
Effettivamente qua c’è un suicidio al giorno perchè la gente è massacrata dalle tasse e questi pensano ai matrimoni omosessuali, ma perfavore… -.-
Giusto per la cronaca, una nota del Partito Radicale afferma: “Nella vicenda in cui è stato attore l’amico Gaetano D’amico, l’unico iscritto al Partito radicale è Fabrizio Ferrandelli. Mentre da molti anni, pur restando vicino, Gaetano D’amico non lo è né al Partito radicale né ad altri soggetti della galassia“.
Attualmente l’unica referente dei Radicali a Palermo è Donatella Corleo. Insomma D’Amico non solo non è “leader dei Radicali” ma non è neanche un semplice iscritto.
Mi dimenticavo che ti irritavi non solo nella crescita dei cattolici ma anche quando si tocca il tuo partito radicale nonviolento.
La stampa riporta una versione diversa: Ferrandelli è il candidato del PD e non certo dei radicali (che sono fuori dal PD). Curioso che D’Amico venga definito “amico”, ma che non si prendano le distanze dall”amico”. Begli amici quelli dei radicali.
Spiace poi che Agno non conosca il suo parito, in quanto lo stesso D’Amico si fa tranquillamente chiamare “leader radicale” dagli intervistatori: http://www.youtube.com/watch?v=XlBUwHkx8Co
Insomma, D’Amico è un leader radicale (magari non ha la tessera, ma questo non significa nulla), i radicali lo definiscono “amico” ma non prendono le distanze dal suo gesto. Fanno quadrato intorno a Ferrandelli che però è esponente del PD.
Interessante poi che per i quotidiani locali D’Amico non solo sia dei radicali, ma anche uno storico esponente, conosciuto da tutti quindi:
http://www.sicilianews24.it/cronaca/10647-fabrizio-ferrandelli-preso-a-schiaffi-porge-l-altra-guancia.html
Brutta cosa essere radicali: significa violenza e menzogna continua. I radicali liberi fanno male Agno, tu lo dovresti sapere.
I radicali liberi fanno male […]
+1 😀 😀 !
Divertente poi che Radio Radicale intervisti Gaetano D’Amico chiamandolo “militante radicale”: http://www.radioradicale.it/scheda/341848/le-unioni-civili-allassemblea-regionale-siciliana-intervista-a-gaetano-damico
Si scopre anche che l’associazione omosessualista guidata da D’Amico, “Esistono i diritti” (nome stupido, quindi radicale) è nata all’interno del partito radicale.
Quindi D’Amico non solo è un “militante radicale” (Radio Radicale) ma è anche un leader dei radicali (presidente di una loro associazione). Ora però i radicali fingono di non conoscerlo…poteva Agnostico non votare per questa gente?
A parte che perfino RadioRadicale lo definisce “il radicale Gaetano D’Amico”… (vedi qua http://www.radioradicale.it/soggetti/gaetano-damico), ma poi c’è bisogno di nascondersi dietro un dito?
E’ conosciuto in Sicilia per essere tra i radicali, interviene alle manifestazioni dei radicali, anche in questa vicenda era sul palco coi radicali….. E MI VIENI A DIRE CHE NON E’ DEI RADICALI!
ma dai
‘anvedi quante reazioni per due semplici note…..
Una reazione così pronta che neanche la migliore “testa di cuoio” dei NOCS o dei Gis avrebbe potuto avere…..
Link di giornali, video di youtube…..
Che D’Amico sia un radicale (per ideologia, vicinanza al partito, etc.) mi sembra abbastanza scontato…..
Gli stessi radicali lo considerano “vicino” e “amico”…..
Da qui a farne un “leader” ce ne corre….. Se è leader quale carica ha dentro i Radicali? Coordinatore regionale? Portavoce di Palermo? Non ho mai visto un leader di un partito che non abbia la tessera dello stesso…..forse non sono aggiornato……
Non sapevo neanche che bastasse farsi chiamare “leader radicale” per diventarlo: dite che se vado in giro a definirmi “leader cattolico” lo divento automaticamente? Ci devo provare……
Non sapevo neanche che fosse la stampa a decidere chi fossero i leader dei partiti. Bisogna proprio dire ai Radicali che ormai tutti i media locali definiscono D’Amico come un loro leader e quindi lo devono mettere al posto di Pannella……
Una cosa mi sfugge. Se Ferrandelli è tesserato Radicale (non mi sembra abbia smentito) e D’Amico un suo “leader” si tratterebbe di una zuffa tra radicali?! Boh……
Un piccolo intervento OT. Visto che si parla tanto di finanziamenti pubblici al gay pride qualcuno riesce a trovare il testo di una qualsiasi delibera con relativa voce di spesa? No ai soliti articoli di giornale please…..
Perché spesso “patrocinio” e “finanziamento” non sono affatto la stessa cosa…..
Sono ancora scioccato per il “leader senza tessera”: spero di riprendermi……
Un pensionato romano che vota Pannella…bene, vedo che Agnostico nonostante si identifichi dietro al suo credo religioso -come i fondamentalisti- qualche dato di sé lo lascia sempre trasparire (questa volta era troppo irritato per inserire il grassetto).
Ora andiamo ad analizzare e confutare la sua reazione alla figuraccia che ha fatto.
Inizia con ironia, ma è un uomo d’altri tempi e al massimo con queste battute farà ridere Nonna Hack o Umberto Veronesi al massimo.
1) Ammette che D’Amico è un radicale, anche se Radio Radicale lo definisce “militante radicale”, la stampa locale lo definisce “leader radicale” e “storico membro dei radicali”.
2) E’ anche presidente di un comitato radicale, dunque un leader, un membro storico. Gli intervistatori lo introducono come “leader dei radicali di Palermo”, quando parla lui a Palermo per la stampa locale parlano i radicali. Ma tutto questo il pensionato romano non può ammetterlo, nonostante abbiamo fornito numerosi dati di fatto.
3) Si sofferma sulla tessera. Ma è ovvio che il comunicato neghi la realtà in quanto in tempi non sospetti Radio Radicale lo ha intervistato introducendolo come “leader dei radicali” e “storico militante”. Esiste un militante senza tessera? No, non esiste.
4) Questione gay pride è già chiusa in partenza, qui sopra è pieno di link e riferimenti opportuni.
Ennesima reazione di Agno, ennesima caduta. Ecco chi sono i soggetti che votano Emma Bonino 😉
Che noia questo utente 🙁
D’Amico è o no il presidente di un comitato che fa riferimento ai radicali? Vuoi per caso che non sia un leader?
E’ già dimostrato che i radicali mentano nel loro comunicato perché è sempre stato un esponente di rilievo del partito di Pannella, come tutti sanno.
Si conferma dunque: leader dei radicali usa violenza per avere le nozze gay.
Perché non cambiamo il titolo della notizia allora? “Pannella e Bonino sostengono l’autorevolissimo leader dei radicali siciliani che spacca la faccia al candidato sindaco del centrosinistra per ottenere le nozze gay”…
Dai su, siamo seri, è una notizia strumentalmente gonfiata…
😀
Mi piace da morire questa irritazione…
Ricordo che tutti i quotidiani nazionali e locali parlano di “leader radicale” e “storico membro dei radicali”. D’Amico è infatti il presidente di un comitato interno ai radicali.
Coraggio amici, amate la realtà!
Direi la stessa cosa in un contesto qualsiasi, dove c’è una strumentalizzazione stupida in atto. I preti condannati per pedofilia erano a tutti gli effetti preti, non “militanti cattolici”, e le gerarchie ecclesiastiche hanno faticato non poco a riconoscere quegli specifici casi e prendere i provvedimenti opportuni. Eppure mi fa schifo chi ritiene che la Chiesa favorisca la pedofilia o, peggio ancora, chi pensa che i preti siano più o meno tutti pedofili.
Grazie ragazzi,
Vi sono profondamente grato…..
Quante cose sono cambiate dai miei tempi……mi avete illuminato.
Sapete una volta per stare in un partito bisognava tesserarsi, fare la gavetta, farsi eleggere a qualche carica interna. Ora è tutto così diverso: basta che sia la stampa locale a definire una persona come “leader” ed il gioco è fatto. Pensa un po’……e non serve neanche che il partito smentisca: se lo dice la stampa è ovvio che il partito menta…… E nonostante D’Amico non abbia mai smentito la nota dei Radicali è ovvio che questi mentano: lo dice la stampa locale……Quante cose sono cambiate…….
Poi immaginatevi quanto eravamo strani. Una volta esistevano le associazioni che facevano capo ai partiti (FUAN, Fdg, FGCI, etc.) ed i partiti elencavano quali fossero le proprie associazioni. Ora – nella mia ingenuità – ho visto che l’associazione di D’Amico non rientrava tra quelle elencate dai Radicali ed ho pensato quindi che non facesse riferimento al partito: ed invece basta che la stampa lo definisca tale ed il discorso è finito.
Sui finanziamenti figuratevi come eravamo indietro. C’era bisogno di delibere con relative voci di spesa, c’era la trasparenza agli atti amministrativi, c’erano dei giornali strani che si chiamavano “bollettini ufficiali regionali”…..insomma un sacco di roba. Ora basta che compaia un articolo di giornale (senza neanche riportare la voce di spesa) ed il finanziamento viene considerato come concesso. Quante cose sono cambiate…….
E pensare che io stupidamente qualche giorno fa avevo letto dei siti dove si riportava che due matrimoni su tre finivano in un divorzio e mi ero impuntato che non potesse essere vero: ma se lo dice la stampa c’è da stare tranquilli……
Ma questo sistema secondo voi è efficace? Mi ricorda un po’ “1984” di George Orwell…..avete presente il Grande Fratello? Ma forse faccio riferimenti stupidi…..sapete una volta c’erano i cosiddetti “libri“. Ma forse sto parlando di tempi andati…… Meno male che mi avete aperto gli occhi (ovviamente per quanto possibile). Solo una cosa non capisco. Se D’Amico è un leader dei radicali e Ferrandelli è un iscritto ai Radicali (come dicono i Radicali stessi) allora che succede? Un militante che non segue il suo leader e per questo viene schiaffeggiato? Oppure i Radicali mentono anche su questo? Allora questi Radicali sono dei mostri, sono dei diavoli, sono la cattiveria fatta persona!!
Ancora? Ma non ti è bastata? Conosci la parola dignità/reputazione?
Ora cosa aggiungi? Da buon pensionato ricordi i tempi che furono, la militanza con il PCI, il tesseramento politico, Peppone e don Camillo, il cinematografo ecc. Non ci siamo Agno, nel 2012 le cose non stanno più così.
Il tuo ironico commento è fallacie in quanto considera esclusivamente il parere della stampa, mentre trascuri appositamente le altre prove che ti sono offerte:
1) Tutta la stampa, nazionale e locale, lo definisce “leader dei radicali” e “storico membro dei radicali”
2) Radio Radicale lo intervista presentandolo “militante radicale” e a fianco del suo nome c’è la scritta (Radicali Italiani).
3) Durante le interviste (Youtbube) viene presentato come storico membro dei radicali e lui non corregge.
4) E’ presidente di un comitato interno dei radicali e dunque è un leader.
Ovviamente tutti i link di verifica sono presenti nei commenti precedenti, questo è solo una sintesi.
Continua pure nella tua apologia al tuo partito politico, ma tieni in considerazione tutti e 4 i punti e non solo il primo. Lascia perdere il comunicato dei radicali, è chiaramente una menzogna e sopratutto non si stigmatizza l’avvenuto nonostante venga definito un “amico”. Begli amici che avete, eh?
Eh Raffaele,
Hai proprio ragione…..quante cose ho da imparare…..
Ormai non esiste più il tesseramento politico, le cariche interne, le delibere per i finanziamenti, le associazioni che fanno capo ai partiti….. Ormai è tutto “open source“. Io sono rimasto ai tempi della militanza nella Carbone-ria: mi devi capire.
Mi dici che non esiste neanche più il cinema? Ma allora la scorsa settimana dove ho visto il film “Diaz“? Se è come dici tu (ed ovviamente non ci sono dubbi) mi domando dove mi abbiano portato…..bah!
Ora ho capito che il comunicato dei Radicali era falso. Ma allora questi Radicali sono dei diavoli, dei mostri, la falsità fatta persona!
Ma c’è una cosa che ancora non riesco a capire. Mi hai fatto capire che i Radicali mentono quando affermano che D’Amico (lo schiaffeggiatore) non è un loro tesserato mentre Ferrandelli (lo schiaffeggiato) lo è. Ma se mentono perché D’Amico e soprattutto Ferrandelli non smentiscono la notizia o perché non li denunciano? Invece tacciono. Secondo te cosa sta succedendo? Forse li hanno imbavagliati o li stanno minacciando? Allora devi subito correre a liberarli!!
D’altronde basta vedere la faccia di Pannella e della Bonino per capire che sono capaci di tutto!!
Ps: il tuo “fallacIe” è fallace. O anche la grammatica è cambiata nel 2012?
Ti dedichi a commenti noiosi, per lo meno hai abbandonato l’arroganza dei primi tempi. Forse dopo le continue illuminazioni che hai ricevuto è la scelta migliore, sono fiero di te.
Continui però a dire baggianate:
1) I Radicali dicono oggi una cosa diversa da quanto diceva ieri Radio Radicale. Ieri erano tempi non sospetti e dunque è facile, facilissimo credere che il comunicato di oggi sia falso o comunque parzialmente vero. Tant’è che nessun organo di stampa lo ha riportato, hanno tutti preferito continuare a parlare di “leader radicale”, “membro storico dei radicali”, “militante storico dei radicali” e così via.
2) Insisti con la storia del tesseramento, ma quando uno è leader di un Comitato interno, è militante storico, allora l’avere o no la tesserina conta poco. Senza contare che i radicali hanno un uso delle tessere unico del suo genere, tesserando praticamente chiunque: http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-quanti-sonogli-amici-dei-radicali-2992.htm
Questo insegna che l’avere o no la tessera dei radicali non conta nulla dal punto di vista dell’appartenenza.
Ahhhh capisco…..
Pensa che una volta proprio chi era un militante “storico” gli veniva richiesto il tesseramento……
E quindi i Radicali tesserano chiunque a loro insaputa?! Che subdoli…..
Domani vado subito a controllare: non vorrei abbiano tesserato anche me. Di questi tempi bisogna stare attenti. Si corre il rischio che qualcuno compri un appartamento o ce lo ristrutturi a nostra insaputa oppure si corre il rischio di essere iscritti senza volerlo alla Carbone-ria.
Però come sono strani questi radicali. Non si preoccupano di tesserare un militante storico e poi vanno a tesserare a sua insaputa uno di cui non gliene frega niente. Tu per caso hai controllato se non hanno tesserato anche te? Fallo, mi raccomando.
Non rifugiarti nel passato, vivi oggi, nel presente.
1) Radio Radicale definisce D’Amico: “un militante storico dei radicali”, lo stesso tutti i quotidiani locali e nazionali, lo stesso gli intervistatori che lo introducono.
2) Evidentemente nel comunicato i Radicali mentono o si rifugiano nella tesi del tesseramento quando è dimostrato che il loro uso di tesserare le persone è assolutamente non coincidente con l’attività politica del partito. Qui un altro articolo scritto dall’ex tesoriere dei radicali: http://labussolaquotidiana.it/ita/articoli-i-mille-tentacolidei-radicali-2955.htm L’argomento “tesseramento” non è valido per definire chi è militante o chi non è (a meno che Maurizio Costanzo, tesserato radicale come altre migliaia di persone dello spettacolo, possa essere definito “militante radicale”).
3) Spero tu possa produrre argomenti migliori, mi sembra che ormai da parecchie settimane non ne azzecchi una.
D’amico non è un radicale (tanto meno un leader), ma un **** ****. LUigi Carollo non è il portavoce, ma un attivista come tanti. Il pride non è pagato con soldi pubblici da nessuna parte, tanto meno in Italia. L’incontro non intendeva “fare pressione”, ma cercare un confronto e porre delle domande. la violenza non è stata giustificata ma condannata (http://arcigaypalermo.wordpress.com/2012/04/23/arcigay-palermo-sullincontro-con-i-candidati-sindaco/)
Insomma: poche righe, molti errori, troppa ideologia.
Ora tocca anche a te barbara, ma è fin troppo facile.
1) D’amico è un leader radicale: così viene definito dalla stampa locale, così viene definito da Radio Radicale (anche qui), così si fa chiamare lui stesso.
2) Luigi Carollo è il portavoce del movimento Lgbt palermitano , secondo chi lo intervista e dagli stessi siti omosessuali.
3) E’ legittimo sospettare che questi incontri siano classiche forme di pressione omosessualista, come è ben noto che avvengano. I candidati se accettano l’invito non possono certo spiegare che non faranno nulla per i gay, sono costretti a mostrare aperture.
4) Il partito radicale non ha condannato la violenza (questo è scritto nell’articolo e questa è la realtà).
5) Il gay pride si svolge con soldi pubblici. Accade in Piemonte, tanto che Cota ha promesso in campagna di abolire tale finanziamento, accade in Toscana (anche qui) e accade a Salerno. Ovviamente accade dappertutto, ma non ho tempo e voglia di continuare a dimostrare ciò che è sotto gli occhi di tutti.
Insomma: poche righe, nessun errore, troppa verità.
Il fatto che un militante radicale si comporti da violento (non gratuitamente, ma per una causa che lui ritiene comunque giusta, con mezzi sbagliati) non autorizza nessuno a tacciare di violento il partito radicale e tutte la altre migliaia di militanti di questo partito.
Il Gay Pride riceve finanziamenti pubblici al pari di qualsiasi altra manifestazione che ne fa richiesta, comprese le centinaia di manifestazioni a sfondo religioso che si svolgono continuamente in tutte le località italiane.
Il parito radicale non ha stigamatizzato la violenza di un suo militante, dunque è responsabile quanto lui. Tutti conoscono la violenza dei radicali, sopratutto dal punto di vista ideologico, e tutti sono legittimati ad esprimere il loro pensiero senza dover ricevere questi pistolotti da Roberto Dara.
Gay Pride: ti ricordo che Agnostico ha detto che non è vero. Resta il fatto che nessuno parla di finanziamento pubblico al Gay Pride, mentre si parla sempre di finanziamento pubblico alle visite del Papa alle città. Come vedi sei/siete ipocriti.
Visto che sei così avvezzo alle generalizzazioni, “voi siete”, “loro sono” ecc. ecc., non lamentarti poi se qualcuno pensa che tutti i preti siano pedofili. Per togliere ogni dubbio, io non lo penso affatto e disprezzo chi lo fa.
La Chiesa ha più volte condannato le azioni dei preti pedofili, seppur essi non abbiano alcuna tessera o alcun controllo da parte del Vaticano.
Un partito politico è ben diverso, è composto da poche centinaia di militanti. Oltretutto D’Amico è presidente di un comitato dei radicali, eppure nessuno (nemmeno il responsabile palermitano) ha condannato il gesto. Ricordo che Radio Radicale definisce D’Amico uno storico militante dei radicali.
Non tentare di arrampicarti sugli specchi. I preti sono ministri della chiesa e sono sotto la giurisdizione dei relativi vescovi, che li conoscono uno per uno. E dai processi effettuati sono venuti alla luce molti tentativi di “insabbiamento”, prima di riconoscere i casi ufficialmente.
E comunque, fino a prova contraria, prendere a schiaffi un rivale politico adulto durante un dibattito, è una cosa infinitamente più lieve di un atto di pedofilia, e almeno su questo spero che tu sia d’accordo.
Ad arrampicarti sei tu, caro Dara. Il Vaticano non è responsabile dell’attività dei preti. Lo ha stabilito un giudice recentemente: https://www.uccronline.it/2011/12/14/giudice-americano-%C2%ABil-vaticano-non-e-responsabile-dei-preti-pedofili%C2%BB/
La tua tesi è quella degli avvocati americani che stanno cercando di affermarla da tre anni, ma senza successo perché non c’è nessuna giurisdizione, non c’è nessun datore di lavoro.
Ci sono stati casi di insabbiamento ma questo è imputabile ai responsabili locali. Nonostante questo quasi ogni mese ci sono iniziative e prese di posizione da parte dei vescovi contro questi terribili casi.
La questione dei radicali è ben diversa. Innanzitutto si tratta di un partito politico, composto da poche centinaia di persone, il fatto si è svolto in Italia. I radicali sono chiamati a prendere posizione e infatti -al contrario di quanto affermi- hanno pubblicato un comunicato. Tuttavia all’interno di questo non è stato condannata la violenza nonostante che D’Amico venga definito “amico” e che tutti sappiano sia uno storico militante dei radicali.
Questo è il tuo partito politico? Ora capisco perché rimanete da 20 anni allo 0,5% 🙂
Raffa ha ragione,
Avevo detto che non era vero (anzi avevo chiesto di vedere qualche delibera) che il Gay Pride fosse finanziato con soldi pubblici.
Però io ero rimasto ancorato ad una mentalità antica in cui servivano delibere affinché una iniziativa fosse finanziata…..ora invece tramite questo sito ho imparato che basta una notizia (senza che ci sia neanche l’importo della somma erogata) su un sito qualsiasi per considerare il finanziamento come concesso……non si finisce mai di imparare.
Mi resta sempre un dubbio. Come mai se volessi trovare delibere o altri documenti riguardo finanziamenti ad eventi legati alla Chiesa non avrei difficoltà a trovarli mentre quelli sul Gay Pride sono talmente nascosti? Illuminatemi: vi prego.
Ti è già stato ampiamente risposto nel mio commento precedente in cui ho fornito sufficienti prove trovate dopo una veloce ricerca web.
1) Il governatore del Piemonte, Roberto Cota, in campagna elettorale ha dichiarato di voler togliere il finanziamento pubblico al Gay Pride: http://www.giornalelasfida.it/index.php?option=com_content&task=view&id=767&Itemid=29/
2) Il consigliere regionale del Pdl in Toscana, Stefania Fuscagni, proprio pochi giorni fa ha invitato la regione ha finanziare le famiglie e non i gay pride: http://www.consiglio.regione.toscana.it/politica/comunicati-stampa-dei-gruppi-politici/comunicato/testo_comunicato.asp?id=9263&filtro=
3) Una cosa simile è avvenuta a gennaio a Salerno, dove viene confermato che nell’ultimo Gay pride, 2005, vi furono finanziamenti pubblici: http://www.irno.it/home/salerno/7975-gay-pride-a-salerno-giovane-italia-precisa-qno-al-finanziamento-comunale
Potrei continuare, ma le prove sono sufficienti e al contrario tuo non ho troppo tempo per ricerchine varie. Lascio a te l’onere della confutazione, evita invece commenti inutili come quest’ultimo.
Io confutare? No, non riuscirei mai.
Ti ringrazio per avermi portato sulla via della modernità ma purtroppo sono rimasto ai tempi in cui “patrocinio” non significava “finanziamento” e “dichiarazione” non significava “delibera per il finanziamento“. Che ci vuoi fare? Sono “antiquato”…..
Comunque – visto che nei link che hai postato non si riporta nessuna somma – magari il finanziamento è stato solo simbolico: magari solo 1 €! Ma son sicuro che sia così……
Comunque per me sono i Radicali che hanno tolto tutti i documenti dal web: quelli sono proprio diabolici…..
Comunque ti ringrazio per tutto il tempo che sicuramente hai impiegato per la tua ricerca: ho contato 17 link da parte tua. Ti dispiacerebbe postare un altro link? Sai, sono un po’ superstizioso…..
Te l’ho già detto: sei un uomo di altri tempi e le tue battute risultano lente e noiose. Evitale e arriva subito al punto (niente grassetto questa volta?).
1) Non riesci a portare una prova a sostegno della tua tesi e in contrasto con i diversi link che ho fornito. Non capisco perché andare oltre.
2) La tua critica si basa sulla non conoscenza della somma. Hai dunque cambiato contenuto dato che poco fa negavi ogni tipo di finanziamento. Mi sembra un piccolo passo avanti, evidentemente ti sei mantenuto abbastanza elastico.
3) 17 link contro 0 mi sembra un bel risultato. Qualcuno ha prodotto prove, dettagli e indizi, qualcun’altro reagisce nervosamente a parole.
Avanti così!
barbara..vorresti sostenere che pompieri, ambulanze, vigili, netturbini, assistenti, vigilanza varia presenti al Gay Pride siano pagati dall’Arcigay?
Ma davvero Grillini e Concia vi raccontano queste favolette?
non c’entrano i pompieri, ambulanze, ecc ecc…
E’ proprio che l’ente pubblico da’ il patrocinio.
…e fortuna che in Spagna alla GMG lo slogan contro i pellegrini era proprio sul finanziamento dell’evento, che sappiamo bene non essere stato pagato con fondi pubblici come ora si scopre il gaypride!
Che gente, se è giorno dicono che è notte, se è estate dicono che è inverno.
Quelli hanno la sola forza della comunicazione di massa che usano in modo abilissimo e spregiudicato, altrimenti una persona con un briciolo di comprendonio e di senso comune non può credere alle loro fandonie.
Sicuramente l’autore dell’articolo ha preso un grosso granchio nel definire Gaetano D’Amico un militante radicale.
I radicali infatti, predicano ed attuano la non violenza.
Quando parlano di non violenza, si riferiscono però alla sola violenza fisica: sono infatti maestri eccezionali ed esecutori insuperabili nell’arte della violenza psicologica.
I radicali chiedono un’interrogazione parlamentare su i costi dei cappellani militari. Perché intanto non danno il buon esempio e non smettono di prendere soldi pubblici con la loro radio?
E meno male che il signor D’Amico fa parte del Partito Radicale non violento! Non c’è limite all’ipocrisia radicale.
Ai Radicali bisognerebbe insegnare che, oltre ai diritti, esistono anche i doveri: il dovere di rispettare gli altri, per esempio, dovere in base al quale i pugni in faccia sono banditi.
Comunque, a proposito di violenza, devo dire che i vari atti di violenza, domestica e non, fino ad arrivare alle – purtroppo tante e persino in aumento – stragi familiari o alle sparatorie per strada, si consumano più spesso in ambienti in cui le persone vivono secondo quegli stili di vita che la Chiesa Cattolica da sempre, giustamente, indica come sbagliati, poiché non virtuosi.
Basta, ad esempio, basarsi su “Amore Criminale” (trasmissione di Rai 3 dedicata ai delitti a sfondo passionale). Guardando questa trasmissione ho notato che le coppie in cui scatta la violenza (nel 99,9 % dei casi compiuta dall’uomo sulla donna) quasi sempre vivono situazioni di questo tipo: convivenza (magari in cui uno dei due membri, o anche entrambi, ha un matrimonio fallito alle spalle), separazione, divorzio, adulterio, ricorso alla fecondazione assistita per avere figli, storie di aborti volontari pregressi, vita sessuale sregolata, instabilità emotiva/affettiva, ecc…
Con ciò non intendo dire che la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio – stabile – e aperta alla vita (o all’adozione: purtroppo si tende a sottovalutare il fatto che maternità e paternità spirituali hanno la stessa, se non di più!, dignità di maternità e paternità biologiche), famiglia in cui magari si prega, è del tutto immune dalla possibilità che avvengano certi delitti, poiché peccatori lo siamo tutti e nessuno di noi nasce già santo (santi non si nasce ma si diventa…).
E, d’altra parte, non voglio nemmeno dire che tutte le coppie che vivono “non in linea” con l’insegnamento della Chiesa finiscono per forza in tragedia.
Però, volendo attenermi ai fatti, finora nella quasi totalità dei delitti a sfondo passionale di cui ho sentito parlare è sempre presente almeno una delle situazioni di cui parlavo.
Quindi un nesso causa-effetto c’è…
Aggiungo questa cosa: gli stili di vita “sregolati” di cui ho parlato non sono considerati off-limits soltanto dalla Chiesa Cattolica, ma anche da altre fedi, come, ad esempio, la ebrea e la musulmana.
Se ci metti come causa anche la “instabilità emotiva/affettiva” è ovvio che ci comprendi tutti i casi di violenze domestiche. Purtroppo tale causa è di tipo psico-patologico, e non c’è insegnamento religioso e morale che possa prevenirla o curarla…
Io con “instabilità affettiva/emotiva” non volevo alludere ad una patologia psicologica, ma piuttosto al fatto che al giorno d’oggi molte persone vivono relazioni amorose “mordi e fuggi”, vivendole cioè alla giornata e soltanto in base ai sentimenti, senza la capacità, cioè, di progettare una intera vita insieme (e di sacrificarsi per raggiungere questo obiettivo: il vero amore presuppone sacrificio, non solo sentimento).
E, comunque, anche se vogliamo parlare di instabilità in ambito psicologico, va detto che spesso il frequentare la Chiesa può aiutare le persone più fragili da questo punto di vista a diventare più serene, più forti, più “positive”, ecc…
(però ci tengo a precisare che con questo non voglio certo dire che non esistono malattie psichiatriche, che vanno trattate dagli specialisti).
Sicuramente dietro questi delitti in famiglia ci sono problemi di varia natura, questo è scontato. Alla ribalta però vengono portati i casi più sanguinosi, che rappresentano una piccola parte della vasta casistica delle violenze domestiche. Non credo che siano un numero sufficiente per poter trarre delle conclusioni generali. Ma probabilmente una parte di ragione nelle tue opinioni, secondo me, c’è.