Nuovi studi: aborto e depressione, gravidanza e salute fisica
- Ultimissime
- 11 Apr 2012
Nuovi studi confermano quello che molte donne purtroppo hanno provato sulla loro pelle: abortire causa gravi problemi depressivi. Lo dice, ultimi della serie, un team di ricercatori cinesi dell’Anhui Medical Colledge nel loro studio “The Impact of Prior Abortion on Anxiety and Depression Symptoms During a Subsequent Pregnancy”, pubblicato dal Bulletin of Clinical Psychopharmacology. Contempla un campione di 6887 donne gravide, di cui 3264 hanno avuto un aborto, indotto nella maggioranza dei casi (quindi, non spontaneo).
Le donne che hanno abortito, rispetto a quelle la cui gravidanza ha potuto proseguire, si mostravano in media il 114% più portate a stati di ansia e depressione, a prescindere che l’aborto fosse spontaneo o “scelto”. Su questo studio è interessante il commento della dottoressa Priscilla Coleman, professoressa allo Human Development and Family Studies della Green State University in Ohio: «Anche in una cultura in cui l’aborto è diffuso e viene ordinato dal governo dopo che le donne partoriscono già una volta (nella Cina moderna è ancora vietato avere più di un figlio a famiglia, ndA), l’entità dei rischi psicologici è paragonabile a quelli individuati in altre parti del mondo». Sui legami tra aborto e sindrome post aborto abbiamo creato un apposito dossier.
A ulteriore dimostrazione della follia di questa Cultura della Morte di cui siamo vittime, un altro studio conferma invece che la naturale bellezza del miracolo della vita è anche un’arma potentissima contro una delle peggiori piaghe che colpiscono le donne: il tumore al seno. Il dottor Hatem Azim, oncologo presso il Jules Bordet Institute di Bruxelles ha effettuato in un periodo di 5 anni uno studio approfondito su 333 donne, di età fra 21 e i 48 anni, che è rimasta incinta dopo una diagnosi di cancro al seno e un gruppo di controllo di 874 donne con diagnosi di cancro al seno simili, ma che non erano rimaste incinta. I risultati sono i seguenti: «Diventare incinta in qualsiasi momento dopo una diagnosi di cancro al seno non aumenta il rischio di ricaduta, anche se la gravidanza si verifica durante i primi due anni dopo la diagnosi. Inoltre le pazienti che iniziano una gravidanza sembrano sopravvivere più a lungo rispetto a quelle che non lo fanno». Un’ennesima vittoria della Scienza contro lo scientismo. Sui legami tra aborto e cancro al seno abbiamo creato un apposito dossier.
74 commenti a Nuovi studi: aborto e depressione, gravidanza e salute fisica
La scoperta dell’acqua calda, come se le donne abortiscano per piacere!
Impreparato anche su questo tema. Fino a pochi anni fa l’aborto era chiamato “terapeutico” perché era salutare rispetto alla gravidanza e al parto. Forse non militavi ancora sul web al tempo?
Per le leader abortiste pare proprio che l’aborto sia un piacere: https://www.uccronline.it/2012/03/29/le-pro-choice-amano-laborto-la-piu-bella-scelta-della-vita/
Comunque, dato che il 99% abortisce per questioni finanziarie o per la carriera lavorativa. Dato che l’aborto nuoce gravemente alla salute, tu saresti disponibile a eliminare gli ostacoli che portano le donne ad abortire, come chiede la 194?
E tu continui a citare link a questo sito, che come al solito lasciano il tempo che trovano (in questo caso riferisce di testimonianze di due deficienti prese come campione dimostrativo di non si sa che cosa).
Avevo già risposto in un altro post che io, personalmente, sono contrario all’aborto quando non sussistano gravi e comprovati rischi per la salute della madre, ma al tempo stesso occorre che la società garantisca alle future madri in difficoltà tutte le tutele indispensabili per aiutarla a far nascere (e a crescere) il bambino, e non abbandonarle a se stesse come spesso accade oggi. E sono sicuro che la stragrande maggioranza delle donne è favorevole a questa posizione.
Sulla definizione di aborto “terapeutico” perché benefico, forse l’hai trovata in qualche manuale di creazione dell’atleta perfetta della vecchia Germania Est, dove si dice che fosse pratica comune quella di ingravidare poco prima delle gare le future medagliate olimpiche per farle rendere di più e poi costringerle ad abortire.
Non ho mai sentito in Italia chicchessia sostenere che l’aborto fa bene alla salute! L’aborto terapeutico non è altro che l’aborto ottenuto con pratiche non chirurgiche.
“sono contrario all’aborto quando non sussistano gravi e comprovati rischi per la salute della madre” Per quale motivo per te è preferibile la morte del bambino a quella della madre?
Ma se lasciano il tempo che trovano, perché ritieni che sia necessaria la presenza della tua voce? Non dovrebbero svalutarsi da soli? Ti ricordo che dici di essere uno dei pochi casi di atei tolleranti, cerca di rimanere coerente se puoi.
Non ha senso essere contrari all’aborto “solo se”, come non ha senso essere contrari all’uccisione di un uomo “solo se”. Vuol dire che non sia nessuna motivazione valida ma ci si basa solo sul sentimentalismo.
Che tu sia impreparato l’ho detto come premessa, comunque fino a pochi anni fa l’aborto era un toccasana per la salute. Almeno così dicevano gli abortisti, che ancora oggi rifiutano la Sindrome Post Aborto.
Se tu sei d’accordo su bla bla bla, allora lasceresti che i Consultori e il Movimento per la Vita possa entrare negli ospedali? Loro vogliono solo aiutare a togliere gli ostacoli, come chiede la 194.
Il compito di togliere gli ostacoli dovrebbe spettare alle strutture, sanitarie e sociali, pubbliche o private, cattoliche o laiche non ha importanza. Nessuno dovrebbe avere il monopolio della “Vita”, come implicitamente vorrebbero far credere i movimenti antiabortisti.
Il “solo se” è relativo al fatto che, in presenza di un grave rischio per la vita della madre, non si può certo obbligare la stessa a rischiare di morire per dare alla luce un bambino, ma di lasciarle comunque una scelta che a quel punto non può che essere personale. Io non sostengo affatto che è preferibile la morte del bambino rispetto a quella della madre, ma non me la sento di sostenere neanche il contrario.
Io sarò pure impreparato, ma l’aborto come toccasana per la salute sostenuto dagli “abortisti” (entità assolutamente indefinita) penso proprio che tu lo abbia sognato.
Perché dovrebbe prevalere la tua visione nichilista?
La mia è una visione personale, non voglio certo farla prevalere, ma di sicuro non voglio nasconderla. Non so perché la ritieni nichilista.
E allora perché dovrebbe prevalere nella società una visione a-morale?
“non si può certo obbligare la stessa a rischiare di morire per dare alla luce un bambino” Perchè? Invece a questo bambino con l’aborto non gli imponi l’obbligo di morire? Scusami non voglio provocarti ma non riesco a capire….
Pierluigi: La donna dovrebbe abortire, deve scegliere…
Io: Perché dovrebbe prevalere la tua visione nichilista?
Pierluigi: Io esprimevo un’opinione (soggettiva)
Io: Allora se tutto soggettivo, perché dovrebbe prevalere la tua visione nella società?
Pierluigi: Ma io non impongo nulla…
Io:…. Lo abbiamo capito, non capisco perché la tua idea (visto che non la reputi una verità) dovrebbe prevalere?
Pierluigi:Perché altri la pensano come me.
Io: Bella ammissione, la maggioranza vince! Come nelle savane! Anche se non è una verità (solo per il semplice fatto di essere la più condivisa)?
Pierluigi nasconde la testa sotto la sabbia 🙂
gemini ti sei inventato una mia risposta “perché altri la pensano come me” che non ho mai dato e che non darei mai.
Io vorrei farti una domanda seria, senti
Purtroppo il vostro essere dogmatici vi rende schiavi. Una società moderna non può imporre a nessuno di morire (secondo voi sono io invece ad “imporre la libertà”). L’interesse del nascituro è pari a quello della madre e, ad esempio, pari a quello dei fratellini del nascituro che in base alla vostra “morale”, dovrebbero vedere la propria madre morire “per legge”.
Certo che siete pure strani: ad un vecchio malato terminale che chiede di morire in modo degno dite di no, mentre una giovane mamma in preda ad un tragico dilemma volete obbligarla a morire.
Se provaste a riflettere al di là di dogmatismi che di evangelico hanno soltanto un’interpretazione parzialissima, forse riusciremmo anche ad avere una discussione elaborata, altrimenti, ahimé, è un dialogo tra sordi.
Azzo… “Una società moderna non può imporre a nessuno di morire (secondo voi sono io invece ad “imporre la libertà”). L’interesse del nascituro è pari a quello della madre e, ad esempio, pari a quello dei fratellini del nascituro che in base alla vostra “morale”, dovrebbero vedere la propria madre morire “per legge”.”
Da dove trai questa “verità”?
Quelli strani siete voi che confidate nella medicina e poi fate morire le persone.
Dialogo tra sordi, come volevasi dimostrare. La parola “verità” fa parte del vostro vocabolario.
E allora perché la vostra visione dovrebbe cambiare la realtà, su quali basi?
Che poi proprio voi parlate d’imporre quando noi siamo costretti a finanziare gli aborti per far contenti voi libertini!
“Una società moderna non può imporre a nessuno di morire” Una società moderna difende i deboli!!!!! Fortuna che saremmo noi i medioevali…
Non avete risposto a nessuna delle mie obiezioni.
Rispondi alla mia domanda: perché dovremmo seguire la tua visione e cambiare la realtà?
Se portano queste gravi situazioni….
Voi non dovete seguire la mia visione, ci mancherebbe altro, io ho posto delle questioni che mi sembrano logiche: la decisione su un aborto a volte non è così scontata, altrimenti sarebbe stato vietato dappertutto.
Se invece molti stati lo consentono, con delle ovvie limitazioni, è proprio perché la realtà non è sempre bianca o nera. Se ci sono rischi seri per la madre (e purtroppo capita) io e molti altri pensiamo che l’ultima parola spetti a lei. In assenza di quei casi io sono contrario all’aborto (e la collettività deve garantire serenità alle mamme in difficoltà non di salute), e qui alcune legislazioni sono più aperte e altre meno, a differenza di come la penso io.
Ma su queste questioni date solo risposte dogmatiche come se la cosa potesse sempre risolversi con un “si” o con un “no” automatici.
Quale logica?
Allora dovremo seguire come tanti pecoroni gli altri Stati?
Quale logica?
Allora dovremo seguire come tanti pecoroni gli altri Stati?
Siamo liberi di scegliere come lo hai fatto tu.
L’Italia mi risulta che ha una legge sul tema da 34 anni, confermata a maggioranza da un referendum che ne chiedeva l’abrogazione, la quale non impone a nessuno di abortire, tutela la scelta delle donne in presenza di certe circostanze e consente ai medici che non se la sentono di non praticare interruzioni di gravidanza. Mi sembra una legge equilibrata, che non ha aumentato il numero di aborti e ha sensibilizzato le persone al problema, in presenza di un fenomeno che comunque, anche quando era illegale, esisteva. La legge prevede che si faccia qualcosa di più per la prevenzione e per il sostegno in modo che il ricorso all’aborto sia solo limitato a casi estremi, e io sono assolutamente favorevole al fare tutto il possibile perché questa parte della legge diventi la principale. Non si tratta di seguire come pecoroni nessuno, la legge consente a tutti di scegliere, nell’ambito di limiti ben precisi.
Ciao Pierluigi. Quello che dici sul fatto che alcune donne decidano di abortire per motivi di salute è vero, ma puoi mettere la mano sul fuoco che la maggior parte lo faccia per questo? Tra l’altro, prima della 194 l’aborto era sì condannato ma non perseguibile qualora si fosse dimostrato necessario a salvare la vita della donna.
Ha ragione Fabio, nel dire che si parlava di aborto terapeutico. Per la precisione se ne parla ancora oggi e sarebbe l’interruzione volontaria di gravidanza regolamentata dalla 194, detta anche aborto terapeutico perché terapia intesa a salvare la vita della donna (forse tu, quando parlavi di aborto senza pratiche chirurgiche, ti confondevi con l’aborto spontaneo che non ha nulla a che fare con tutto ciò).
Molte donne ammettono di abortire per motivi economici. Secondo la legge, per praticare l’aborto, tali motivi economici dovrebbero portare a problemi di salute psichica: come sarebbe verificabile o prevedibile tutto ciò? A me personalmente pare una scappatoia per fare di fatto ciò che si vuole.
Molte donne vedono nell’embrione che uccidono una cosa e non un bambino.
La legge ha portato, per ammissione dello stesso Ministero della Salute un aumento esponenziale degli aborti che solo negli ultimi anni ha conosciuto non tanto un calo quanto un assestamento dei numeri.
Non è scritto da nessuna parte che la vita della donna sia più importante di quella del bambino. Secondo me hanno uguale valore, vita è l’una, vita è l’altra. Si può perdere la vita anche subito dopo aver abortito, per un’emorragia, oppure basta attraversare la strada e finire sotto la macchina guidata da un ubriaco. Così come a volte determinati pericoli paventati si dileguano senza alcun danno.
Altro punto: si consiglia vivamente l’amniocentesi alla donna, per prevedere problemi di salute del bambino, senza prospettarle eventuali pericoli provocati dallo stesso esame, quali minacce di aborto e possibili malformazioni del nascituro perché durante l’esame si tocca il bambino; tra l’altro rischia la vita con la semplice amniocentesi la stessa mamma.
Il bambino ha problemi di salute e allora per salvarlo lo uccidiamo(!!!). Per legge il bambino deve avere gravi problemi malformativi: molti affetti dalla sindrome di down conducono una vita normale.
Infine, possiamo fare tutti i tentativi che vogliamo per allontanare la sofferenza dalla nostra vita, ma ottenere ciò è semplice utopia. Non siamo automi, non siamo macchine perfette ed eterne, siamo uomini mortali, imperfetti e dotati di sentimenti, che ci rendono sì vulnerabili, ma che ci permettono anche di godere dei momenti felici della vita e non daranno certo requie al nostro male di vivere se butteremo una nuova vita nella spazzatura.
Cara Maria Domenica, ma voi leggete quello che scrivo o siete tutti accecati dal livore nei riguardi di una persona che non la pensa completamente come voi? Io ho specificato più volte che sono contrario all’aborto tranne nei casi in cui la madre sia in grave pericolo, e in tal caso lascio libertà di decisione alla donna (anziché imporre alla donna di non abortire e quindi costringerla a morire, come mi sembra di capire che voi vorreste). Punto. A tutti gli altri motivi di ricorso all’aborto (compresi i casi di malformazione del bambino) sono contrario.
L’aborto “terapeutico” è l’aborto procurato con terapie, quindi con dei medicinali, anziché con un intervento chirurgico, è un’opzione meno cruenta che in alcuni casi si può applicare, che a mio parere dovrebbero essere sempre compresi nei casi di cui sopra, e non certo una cura per migliorare la salute della donna.
In ogni caso, per tornare al tema di questo articolo, io sono assolutamente convinto che la stragrande maggioranza delle donne che abortiscono lo facciano con grande dolore, qualunque sia il motivo che le spinga a farlo, ed è inevitabile che sia una decisione che lasci strascichi psichici (e fisici), cosa che questo articolo conferma ma che a me appariva già scontata.
Forse l’accecato sei tu.
Ho capito che sei contrario all’aborto. Ti ho solo detto che la legge non è solo difesa della salute della donna, ma dà spiragli a chi vuole ricorrere all’aborto per problemi economici, carriera ecc.. Lo dimostra il fatto stesso che per difendere la vita di una donna il dottore, prima del ’78 avrebbe potuto praticare l’aborto senza essere perseguibile penalmente, bastava dimostrare i reali problemi.
http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/a_aborto.htm qui troverai riferimenti precisi a precedente legislazione
Se su google cerchi aborto terapeutico ti escono un sacco di link sul tema:
questi alcuni, tutti o neutri o a favore della legge 194 quindi non di parte come potresti pensare, dove aborto terapeutico=ivg
http://medicinaeprevenzione.paginemediche.it/it/284/terapie/ginecologia-e-ostetricia/detail_57219_aborto-terapeutico.aspx?c1=39
http://www.pianetamamma.it/gravidanza/gravidanza-a-rischio/aborto-terapeutico.html
http://www.mentelocale.it/19985-legge-194-leggiamola-prima-di-tutto/
Non si abortisce nella stragrande maggioranza dei casi per la salute. Quelle che ricorrono all’aborto sono le stesse di quelle che prendono la pillola del giorno dopo, quindi per evitare una gravidanza indesiderata.
Non condanno le donne che decidono per la propria salute, ma ti dico il mio pensiero.
Anche il parto, come qualsiasi operazione comporta rischi per la salute, rischi non prevedibili, alcune donne che hanno avuto una gravidanza normalissima sono morte per emorragia, molte hanno reazioni allergiche, c’è chi è finita in coma. Interviene l’eclampsia o un distacco di placenta e possono morire mamma e bambino. Che facciamo, evitiamo a priori la gravidanza? La vita è imprevedibile e noi possiamo solo illuderci di poterla controllare
Ti faccio una domanda: se ti trovi chiuso con un’altra persona in una stanza senza finestre e sai che c’è la probabilità che l’aria finisca prima dell’arrivo dei soccorsi, che fai, riusciresti a uccidere chi è con te, sapendo che c’è la speranza che veniate salvati tutti e due?
Credo, infine, che l’intento di Marzio Morganti sia quello di sottolineare che tali stati depressivi siano comuni sia a chi giunga all’aborto con decisione sofferta sia a chi vi ricorra senza pensarci su.
Cara Maria Domenica, io sono d’accordo con te al 99,9%. L’unico punto in cui pare ci siano divergenze è quando sussistono gravi pericoli per la salute della madre. Tu ritieni, se ho ben capito, che la madre debba essere obbligata a portare a termine la gravidanza, facendole correre un altissimo rischio di morire, io invece ritengo che la madre debba decidere se portarla avanti, consapevolmente (e ci sono tanti casi di scelte coraggiose in questo senso) oppure decidere, con una scelta in ogni caso drammatica, per motivi al pari comprensibili (magari ha dei bambini piccoli già da accudire) di interrompere la gravidanza. Se la legge in vigore autorizza gli aborti anche per altri motivi, ne prendo atto e personalmente non la condivido, anche se bisogna riconoscere che quei motivi esistono e dovrebbe essere compito della collettività rimuoverli con ogni mezzo, cosa che purtroppo non accade.
http://www.storicamente.org/07_dossier/famiglia/aborto_clandestino.htm
Ho appena trovato un sito che esprime le motivazioni che hanno spinto verso la 194. Leggi tutto, in particolar modo le testimonianze. La salute è ciò che sta a cuore?
Pierluigi, la mamma non è obbligata. Se capisce che quello che ha dentro non è una cosa ma un bambino, ti assicuro che non deciderà mai di abortire. Non si tratta di obbligare ma di farle conoscere la realtà, poi prenderà lei la decisione. Ti ripeto ancora che già precedentemente la legge prevedeva casi del genere. Non condanno chi prende una tale decisione, non sono giudice di nessuno. Tuttavia, bisogna o no che la donna sia consapevole delle cose cui può andare incontro? E sopratutto prima di prendere una tale decisione deve o non deve essere consapevole di ciò che sta facendo?
Ripeto che la mia personale posizione è quella che ho sostenuto. La legge non l’ho fatta io, le motivazioni per cui è nata sono varie, dall’adeguamento a legislazioni di altri paesi (dove andavano ad abortire le donne italiane) alla eliminazione della piaga degli aborti clandestini, anche se dal mio punto di vista avrebbe potuto essere diversa.
E’ comunque una legge in vigore e che la maggioranza degli italiani ha confermato nel referendum. Avere il consenso della maggioranza non significa automaticamente avere ragione, ma in democrazia la maggioranza va rispettata.
Detto ciò, concordo anche con l’articolo che stiamo commentando, anche se, ribadisco, ritengo che oggi (e il numero di aborti in costante calo lo lascia intuire) la maggioranza delle donne che scelgono di abortire lo fa grande sofferenza, anche perché non trova intorno una collettività disposta ad aiutarle per portare avanti la gravidanza e la maternità.
Bene, allora con te Maria Domenica siamo d’accordo al 100%.
Giusto per essere chiara. Non condanno la donna che abortisca per motivi di salute ma non condivido la sua scelta e la ritengo un enorme errore
Credo che nelle situazioni bisogna trovarcisi prima di poter dare dei giudizi di valore assoluti. Io non me la sento, ogni situazione presenta delle particolarità.
L’aborto è un omicidio e l’omicidio è da condannare. Non centra niente il doversi trovare in una situazione. Tutti possiamo sbagliare anche nelle migliori delle intenzioni. La buona intenzione non toglie però il carattere oggettivamente negativo dell’azione. L’aborto sempre omicidio rimane, qualunque sia la motivazione
Pierluigi: “Purtroppo il vostro essere dogmatici vi rende schiavi”
Ricordate quando Pierluigi diceva di essere ateo, ma anche moderato? Ricordate quando nessuno ci credeva.
Chi aveva ragione secondo voi?
Ti sei di nuovo chiuso, tipico atteggiamento dogmatico, dogma che ti rende schiavo di un’opinione elaborata da altri e da te accettata acriticamente, e di conseguenza intollerante nei confronti di chi ha un’opinione diversa.
Mi dispiace perché a me piace discutere apertamente, e se lo faccio sui siti come questo è perché mi piace discutere con chi ha idee diverse dalle mie, e non di certo con chi mi dà sempre ragione. Ma ognuno ha i suoi gusti.
Ti sei di nuovo chiuso, tipico atteggiamento dogmatico, dogma che ti rende schiavo di un’opinione elaborata da altri e da te accettata acriticamente, e di conseguenza intollerante nei confronti di chi ha un’opinione diversa.
Questo ritornello lo sento ripetere da fin troppe persone, con le stesse identiche parole… non è che i “dogmatici” sono proprio le persone come te che etichettano senza fare lo sforzo di capire altri punti di vista?
La tua stessa osservazione potrei farla pari pari io nei riguardi opposti. Se si discutesse senza dogmatismi, sarebbe molto più produttivo e piacevole.
La piccola differenza tra me e i “dogmatici” a cui mi riferivo è che i miei (eventuali) dogmi sono elaborati dal mio cervello e dalle mie esperienze, e cambiano molto nel corso dei tempi a seconda di nuovi eventi e di nuovi confronti, mentre i loro sono dogmi immutabili, inflessibili di fronte a qualsiasi situazione, e sono stati dettati da altre persone. Direte: e certo, sono dettati da Gesù, ovvio che sono immutabili e inflessibili.
Il problema è che non sempre sembrerebbe proprio così, almeno per me, visto che ci sono molte chiese cristiane e ognuna si differenzia in base alla interpretazione relativa dei testi sacri.
Se il ritornello che hai sentito da me lo hai sentito anche da altre persone con le stesse identiche parole (non ci credo), vuol dire comunque che il ragionamento di queste persone porta alla stessa opinione, dal momento che quel ritornello l’ho pensato e scritto da solo nel momento in cui lo pubblicavo.
Pierluigi, per un attimo avevo creduto che esistesse un ateo moderato e che non insultasse i credenti. Mi avevi illuso, ma sapevo già come andava a finire.
Pierluigi, se una cosa è giusta, perchè rifiutarla a priori solo perchè la afferma la religione cattolica, come insegna il mondo d’oggi?
Ognuno di noi è il risultato di esperienze e di indottrinamenti, nemmeno te puoi dire che le cose che pensi non le hai mai sentite dire da un altro; ecco perchè ti ho detto che ormai tutti sbrodolano la stessa tua minestra, perchè sono indotti a pensare così da propagande di parte e pensiero comune. Nessuno può dire di ragionare completamente con la propria testa, perchè per ragionare ci vogliono esperienze vissute.
Fortunatamente, caro Fabio, io conosco molti cattolici tolleranti ma purtroppo tu non ne fai parte, peccato, per questo divento più rigido con te. Il che non mi porta comunque certo a cambiare il mio atteggiamento tollerante e di pieno ascolto nei confronti dei cattolici in generale. E il che non mi porta comunque a dover necessariamente cambiare le mie opinioni su certi temi.
Giulia, io, come la stragrande maggioranza dei non credenti, condivido moltissime delle cose che la religione cattolica propone come etica e morale, ma non tutte. Il fatto di non condividerne qualcuna non significa necessariamente essere anti-cattolici. Si è semplicemente non credenti.
Il mio è sempre e comunque un ragionamento personale (e se coincide con quello di molti altri mi conforta), mentre quello di molti “cattolici” che scrivono qui è un ragionamento basato sulla acritica accettazione della dottrina cattolica, senza un relazionarsi vero con l’esperienza di vita vissuta di nessuno. Quello che dici tu è correttissimo, ma non è quello che traspare dalle affermazioni di molti qui. Ovviamente sempre a mio parere, e questo ci tengo a sottolinearlo all’infinito!
Ti ho mai dato dello schiavo io? Ti ho mai insultato?
Qualcuno qui dentro lo ha fatto?
Non ho detto che mi hai insultato, ho detto che sei intollerante, ed è la stessa cosa di cui mi hai accusato tu per primo. “Schiavo” non l’avevo detto a te, ma l’avevo detto in generale riferendomi a chi usa i dogmi per ragionare, e di conseguenza, visto che il dogma per definizione è indiscutibile e immodificabile, ne diventa “schiavo”.
Sei come chi taccia di ignoranza e poi si giustifica dicendo che “era solo per sottolineare che secondo tu potresti essere incappato in una piccola distrazione momentanea, non avvedendoti che -sempre secondo me- hai tralasciato un piccolissimo particolare che ha significato modificare leggerissimamente la veridicità di una cosa”.
Te l’ho detto più volte, i tuoi commenti sono spesso offensivi. Io ci sono abituato, ma tu vuoi passare per “diverso” e allora te lo faccio notare.
Sono offensivi per chi vuole sentirli così. E’ tipico di chi scambia la critica per offesa. Chiedo scusa comunque a chiunque l’abbia presa così.
Bene, ripartiamo allora.
D’altra parte c’è gente come te che invece vuole avere il monopolio della “scelta e della libertà”, renditi conto.
Sei confuso e questo è appurato: o il bambino si può uccidere o non si può uccidere, mettiti d’accordo con te stesso.
Cerca di avere più rispetto dei movimenti per la vita, ti ricordo che vuoi farti passare per l’unico caso di ateo tollerante.
Una mamma innamorata di suo figlio non abortisce.
appunto, è ovvio che poi cada come minimo in depressione.
No, è ovvio che se ama suo figlio/a non abortisca.
Affermi: “…sono contrario all’aborto quando non sussistano gravi e comprovati rischi per la salute della madre…”.
E quando i rischi per la salute della madre sono quelli indicati dall’articolo, sei contrario o favorevole?
penso che debba essere una decisione della madre
Ritieni che l’aborto sia la soppressione di una vita umana?
Sì, lo ritengo.
Ritieni che lo stato debba:
1)favorire o sfavorire la vita umana?
2)favorire o sfavorire la salute umana?
Ma che razza di domanda è????????
Ritengo, dal disppunto della tua risposta, che anche tu ritieni compito dello stato favorire la vita e la salute umane: perché allora continui a difendere l’uso genocida della legge 194?
Sappi che la posizione della Chiesa riguardo al gravissimo peccato dell’aborto, espressa nel Catechismo della C.C. ai numeri 2270 – 2275, deve essere letta alla luce di quanto lo stesso Catechismo attesta al n. 2263 e segg.: “La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un’eccezione alla proibizione di uccidere l’innocente, uccisione in cui consiste l’omicidio volontario. “Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l’altro è l’uccisione dell’attentatore. . . Il primo soltanto è intenzionale, l’altro è involontario” [San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, 64, 7].”
L’invito a sacrificare la propria vita per gli altri, ad imitazione di Cristo, non è un obbligo, ma un’indicazione.
Conosco bene la posizione della Chiesa in merito, ma ciò non sposta di una virgola la mia, che mi sembra di aver espresso abbondantemente.
Male, aggiungerei.
Allora che diritto è?
Vorrei condividere con voi alcuni veloci spunti di riflessione.
1. Presupposto perchè una pratica medica o chirurgica siano “rimborsate” dal SSN è che rappresentino un beneficio chiaro per la persona che vi si sottopone. Credo dunque che, essendo l’aborto una pratica gratuita (cioè pagata dal SSN e quindi con le tasse di tutti) per la donna che vi si sottopone, implicitamente il legislatore ritenga questa pratica “benefica” per la donna, apportatrice di salute. Vale lo stesso per tutti i farmaci. Posso capire che questo beneficio sia ravvisabile nell’opzione “mors tua vita mea” (OK, la frase è un po’ fortina ma rappresenta bene la realtà e credo che renda bene il concetto del cosiddetto aborto dovuto ad un reale pericolo di vita per la madre) ma non mi sembra invece che sia affatto dimostrato che abortire faccia bene alla donna in tutti gli altri casi (ivi incluso quello dell’aborto terapeutico per prevenire la nascita di bambini malati). Quantomeno la cosa è dubbia se è vero, come è vero, che la letteratura scientifica internazionale si divide sui rischi per la salute della donna connessi all’aborto e molto numerose sono le segnalazioni di gravi conseguenze, sia psichiche che fisiche. Ergo: l’aborto (e non solo quello legato ad un imminente pericolo di vita della madre che sia inconfutabilmente correlato con la prosecuzione della gravidanza) è considerato, di fatto, una pratica “salutare”. Se così non fosse non sarebbe nè ammesso per legge nè tantomeno rimborsato dal SSN.
2. La 194 non ha diminuito il numero di aborti in Italia così come le altre legislazioni nazionali non ha avuto questo effetto in altri Paesi. Forse ha stabilizzato il numero di aborti dovuti alle condizioni estreme di cui sopra; ma tutti gli altri bambini la cui soppressione è stata facilitata dalla legge, decine di migliaia tutti gli anni solo in Italia, milioni nel mondo, non hanno nulla a che vedere con la sopravvivenza delle loro mamme. Non può dunque dirsi, con la ragionevole certezza di non spararla troppo grossa, che la 194 ha “favorito” la soppressione ingiustificata di tanti esseri umani che nemmeno avranno la “soddisfazione” di essere morti per concedere alla loro mamma di sopravvivere?
3. @Pierluigi: scrivi “L’aborto “terapeutico” è l’aborto procurato con terapie, quindi con dei medicinali, anziché con un intervento chirurgico”. Probabilmente si tratta di un refuso. Quello che credo intendessi descrivere è l’aborto “medico” che è appunto quello provocato con sostanze farmacologiche; termine usato per distinguerlo da quello “chirurgico”. Che poi l’aborto “medico” sia così meno traumatico di quello “chirurgico” è tutto da dimostrare visto che sono riportati numerosi effetti anche gravi per la salute della donna che fa uso di farmaci abortivi. L’aborto “terapeutico” è invece proprio quello fatto nella “presunzione” che “faccia bene” alla madre, in un modo (perchè proseguire la gravidanza ne metterebbe a rischio la vita) o nell’altro (perchè il feto stesso è malato). Tanto per chiarezza.
4. Così come non mi sento di giudicare, in generale, una persona che per legittima difesa della propria o dell’altrui vita ne sopprime un’altra, così non giudico una mamma che giunge alla terribile decisione di sopprimere il proprio feto perchè condurre a termine la gravidanza metterebbe a serissimo rischio la sua vita stessa. Nel fatto che io ammiri tantissimo tutte quelle donne, per lo più anonime, che hanno fatto una scelta contraria ed hanno anteposto (o cercato di anteporre) la nascita di una nuova vita all’interesse a conservare la propria, non deve ravvisarsi un implicito giudizio morale negativo nei confronti delle altre mamma. Benchè io in linea di principio sia convinto che il diritto alla vita del più debole (nel caso specifico il nascituro) debba sempre essere anteposto allo stesso diritto di tutti gli altri, non mi permetto di giudicare chi, in una situazione drammatica, in uno stato, immagino, di totale sconvolgimento e sofferenza, prende decisioni diverse. Ma se la perdita di una vita umana nascente a causa di un grave rischio per la sopravvivenza di una donna mi rattrista (altrettanto non mi lascerebbe indifferente la perdita della vita della sua mamma), quello che proprio non posso accettare (e non per motivi dogmatici ma per la mia intima convinzione) sono i milioni di esseri umani abortiti con la “scusa” di un presunto e non dimostrabile danno che la prosecuzione di una gravidanza avrebbe comportato. E la 194, ahimè, volenti o nolenti, copre e addirittura facilita, secondo me, questa tragedia.
“Ergo: l’aborto … è considerato, di fatto, una pratica “salutare”. Se così non fosse non sarebbe nè ammesso per legge nè tantomeno rimborsato dal SSN.”
Leggo questa tua affermazione nel seguente modo: Pur non essendo l’aborto una pratica salutare per la donna, e ben conscio che le conseguenze mediche della scelta si protrarranno nel tempo con successivi costi economici, lo stato ritiene che il sacrificio di una vita troncata e dei rimorsi materni siano nulla di fronte al radioso avanzare di una nuova civiltà…
@lorenzo e ad alcuni che forse non hanno capito il mio commento: ho spiegato quello che volevo dire nella mia risposta al Signor Pavone.
Comunque: ovvio che secondo me l’aborto non fa bene alla donna. Volevo soltanto rafforzare l’affermazione fatta in un altro commento da un altro commentatore secondo cui l’aborto è considerato benefico per la donna che lo pratica. Ne è prova il fatto che lo Stato non solo lo supporta con una legge (CHE, chi ha letto decine di altri miei commenti sa benissimo, NON CONDIVIDO AFFATTO) ma addirittura lo rimborsa completamente, nè più nè meno come fa per interventi chirurgici per l’avulsione di un cancro.
Volevo mettere in evidenza una evidente anomalia: l’aborto non fa bene ma per come è protetto sembra che vogliano farci credere di sì.
Spero sia più chiaro ora (anche se il contesto della mia risposta credevo fosse abbastanza chiaro ma mi scuso se ho dato adito a dubbi interpretativi).
Mi scuso io con te per aver approfittato di quella tua frase che, isolata dal contesto, mi ha fornito l’opportunità per ribadire la perversa arretratezza culturale di una pratica come l’aborto.
Colgo invece l’occasione per ringraziarti di quello che in concreto fai col tuo lavoro contro la piaga dell’aborto.
In realtà ti ringrazio Lorenzo perchè mi hai dato modo di rendermi conto che la mia frase poteva non essere chiara e così ho potuto chiarirla. Ed in effetti, dopo che l’ho chiarita, sono aumentati i “pollici” indirizzati verso l’alto!
🙂
Come testimonia il commento di Stefano Pediatra, sull’aborto le posizioni in campo sono due: la ragione e la furia cieca dell’irrazionalismo. La prima è a favore della sua legalizzazione, la seconda è quella “sostenuta” dai pro-life. Metto tra virgolette la parola “sostenuta”, perché quella posizione è diventata una mera posa intellettuale, la quale, completamente priva di ogni vitalità pratica, al massimo riesce a far guadagnare contratti o carriere nell’ambito di strutture universitarie cattoliche o in quelle strutture sanitarie con dirigenti politici di provenienza culturale cattolicista.
Ritengo profondamente barbari ed incivili i sacrifici umani perpetrati con la legge 194 in onore della dea ragione.
Però, mio illustre detrattore, che commento feroce nei confronti di chi non la pensa come lei!
Evidentemente le piace proseguire nel solco tracciato da un suo commento di qualche tempo fa, sempre ad una mia affermazione, secondo cui le mie posizioni (e quelle degli altri furiosi irrazionali come me) sono “violente”. Contento lei…
Francamente io non riesco a vedere nella mia posizione alcunchè di violento ma ognuno legge a suo modo le parole degli altri, soprattutto quando gli fa comodo leggerle in un certo modo.
Il suo commento mi sembra molto simile alla frase detta qualche giorno fa da una persona che sedeva in un tavolo vicino al mio in pizzeria: non che stessi origliando ma stava urlando così forte (come fanno spesso le persone arroganti che vogliono imporre le proprie idee) che era impossibile non sentirlo. Col suo interlocutore questo tizio parlava di omosessualità e aveva la sua idea (per caso non propriamente la stessa che ho io, ma questo è irrilevante perchè l’arroganza non sta tutta sempre da una sola parte) e, rivolto all’altro, ad un certo punto ha urlato: “Le cose stanno così e chi dice il contrario è un testa di …” (capito tutti, vero?).
Le accuse poi secondo cui certe posizioni di chi crede fortemente nel valore della vita umana siano “di maniera” o addirittura “interessate” le trovo francamente volgari e basse.
Per chiarezza (così magari la faccio arrabbiare un po’ di più e mi becco pure l’accusa di “integralista”) il mio punto 1 nel precedente commento era a supporto di quanto affermato da Fabio Monaldi. Io ovviamente non ritengo salutare l’aborto, anzi trovo (e questo, di fatto, denunciavo) che sia una contraddizione il fatto che l’interruzione volontaria della gravidanza sia rimborsata dal SSN come i farmaci antitumorali o gli antibiotici o gli interventi chirurgici che davvero aiutano le persone, perchè è tutt’altro che dimostrato che l’aborto fa bene alla salute della donna, anzi. Con buona pace delle persone che la pensano come lei, che per me sono solo persone che la pensano diversamente da me e non irrazionali ciechi furiosi violenti interessati (almeno nella dialettica, che cerco di mantenere sempre su toni educati e rispettosi).
La mia opinione, come quella di tutti, come anche la sua, è degna di rispetto: tutto è confutabile educatamente se si vuole. Ma evidentemente c’è chi non vuole (o non può?).
Puoi scongiurare anche l’opposto, cioè il clientelismo abortista?
Non sono forse stati numerosi i poser abortisti che hanno fatto tacere un famoso intellettuale italiano?
E poi la propaganda abortista : La Repubblica, Il Corriere, La Stampa…
Immagino che Pavone avrà già saputo della sua estinzione: http://findarticles.com/p/articles/mi_6899/is_12_29/ai_n28130829/
D’altra parte lo insegna Darwin: chi meno è capace di adattarsi intellettualmente viene spazzato via, questo vale per l’uomo e per gli animali. Pavoni compresi 😉
“chi meno è capace di adattarsi intellettualmente viene spazzato via”
diciamo che al massimo genera una prole svantaggiata… Ma se la vita continua dopo la morte perche’ mai dovrebbe essere un problema?
Spesso invece chi e’ meno capace di adattarsi, e lo sente come un pericolo anche prima della morte, si unisce ad altri nella speranza di rinforzare la convizione reciproca d’avere ragione 😉
Era una battuta, Andrea. Non c’è altro modo di rispondere al nervosismo di Pavone.