Pio XII eroe durante l’Olocausto, lo dimostrano storici ed ebrei

Capita spesso di sentire detrattori e “intellettuali” giustificare l’ormai palese merito della Chiesa e delle sue istituzioni religiose nel salvare dall’Olocausto migliaia di ebrei, parlando di sole iniziative personali dei religiosi che sarebbero stati addirittura abbandonati a loro stessi dalle alte gerarchie ecclesiastiche. Studi recenti provano invece il contrario: uno sforzo coordinato e segreto ad ogni livello gerarchico, come sostengono  i numerosi esperti in occasione delle attribuzioni del titolo di Giusto Fra le Nazioni da parte proprio degli ebrei salvati o dei loro discendenti. Da questi documenti emerge innanzitutto la struttura gestita capillarmente dell’opera di salvataggio, non ottenibile senza un riferimento “in alto”. A sostegno di questa tesi si riportano i seguenti dati:

L’Associazione Culturale Coordinamento Storici Religiosi (www.storicireligiosi.it) dal 2002 ha appurato che più di 220 case religiose sulle 750 totali presenti nella sola capitale italiana avrebbero ospitato e custodito buona parte dei 10.000-12.000 ebrei  in cerca di rifugio e sicurezza. Dalla ricerca sono state inoltre escluse per scelta metodologica le parrocchie, le famiglie private e gli arcivescovadi. La Congregazione di Don Orione, a cui è andato il titolo di Giusto fra le Nazioni attribuito a Don Gaetano Piccinini il 23 Giugno 2011 a Roma, avrebbe agito nascondendo personalità ebraiche note e ricercate dal regime tramite l’accompagnamento sui mezzi pubblici, la disponibilità di nascondigli e rifugi e ogni genere di assistenza durante il trasferimento segreto. Il Corriere della Sera nella sua edizione del 26 Gennaio 2012 pubblica inoltre un articolo su Padre Giovanni da San Giovanni in Persiceto, il quale avrebbe compilato un accurato rapporto per i suoi superiori dove tratterebbe di 201 persone nascoste nei conventi femminili di Roma, variamente distribuite e classificate con precisione se militari dissidenti, civili o ebrei. Questo documento è tracciabile in ogni passo del suo viaggio attraverso l’ambasciata italiana presso la Santa Sede (di cui Padre Giovanni era Cappellano e Consigliere Ecclesiastico Onorario) fino al Ministero degli Esteri. In esso si possono trovare numerose ammissioni e prove della collaborazione delle alte sfere ecclesiastiche nell’opera di salvataggio.

Grazia Loparco, giornalista dell’Osservatore Romano nel suo articolo del 25 Gennaio 2012, ha spiegato che fuori Roma, specie per i monasteri, occorse almeno la conferma esplicita dei vescovi, muniti di speciali facoltà, a quanto stava avvenendo. I processi decisionali dei religiosi, a volte il loro cambiamento in seguito a direttive che apparivano chiare, possono illustrare meglio la relazione tra congregazioni, Chiesa locale e Santa Sede. L’arrivo, la permanenza, le strategie di occultamento degli ebrei, le relazioni interpersonali e religiose sono abbastanza note, tuttavia dietro ogni nome c’è una storia, personale e familiare. Gli elenchi di singoli o di nuclei familiari, uniti o separati per sesso ed età e parentela, sono ben più che una catena di nomi. Più di 300 sono identificati fuori Roma e più di 600 nella capitale, alcuni solo per cognome per indicare l’intera famiglia, e dunque con un numero impreciso, ma sicuramente più elevato. Certamente si tratta di una percentuale, rispetto agli almeno 4.500 ebrei di cui resta memoria spesso non identificata, che furono nascosti in vario modo nelle comunità religiose di Roma. Uno di questi è il frate di cui parla il quotidiano “La Stampa” del 27 gennaio 2012, che salvò gli ebrei con le foto degli ex-voto.

Il ricercatore statunitense William Doino jr, esperto di rapporti tra Chiesa cattolica, fascismo e nazismo, elenca su “Vatican Insider” del 27 gennaio 2012 alcuni testi storici di approfondimento, da cui emerge la figura di Pio XII in relazione alle ideologie totalitarie come «profondamente preoccupato per la sorte di ebrei e cristiani». Ha quindi citato due documenti: il primo è un messaggio del presidente americano Franklin D. Roosevelt inviato il 3/8/44 a Pio XII:  «Vorrei cogliere l’occasione per esprimere a Sua Santità il mio apprezzamento profondamente sentito per la continua azione che la Santa Sede ha compiuto, impegno generoso e misericordioso nel prestare assistenza alle vittime delle persecuzioni razziali e religiose». Il secondo è il rapporto della Conferenza sulle relazioni ebraiche del 1946, intitolato “Saggi sulla l’antisemitismo”. Il professor Koppel Pinson, che ha curato l’opera, ha commentato: «Possiamo essere d’accordo o in disaccordo con le linee generali delle politiche del Vaticano. Ma un fatto è indiscusso: il papato non ha mai parlato in questi termini inequivocabili contro il razzismo e l’antisemitismo, come nelle parole e nelle azioni del presente papa, Pio XII, e il suo predecessore Pio XI». Ha poi descritto alcuni interventi “salva-vita” diretti di Pio XII, emersi dalle testimonianze dirette degli ebrei salvati.

Il 17 gennaio 2012 Gary Krupp, l’ebreo fondatore della “Pave the Way Foundation” (PTWF), in occasione della Giornata del dialogo ebreo-cattolico, ha rilasciato a “Zenit un’intervista in esclusiva in cui parla della «leggenda nera contro papa Pio XII», ormai «confutata dalla verità dei fatti. È una responsabilità degli Ebrei dal momento in cui abbiamo accumulato un grande mucchio di prove sul fatto che Eugenio Pacelli fu davvero uno dei grandi eroi per gli Ebrei durante l’Olocausto. L’ingratitudine è uno dei peggiori difetti nell’Ebraismo. L’accettazione della verità sull’eroismo personale di Pacelli, credo sia essenziale per portare i miei fratelli e sorelle ebrei alla redenzione. La reputazione di Eugenio Pacelli deve essere riscattata, laddove intenzionalmente il KGB iniziò la più grande campagna diffamatoria del XX secolo. Questa operazione fu portata a termine con successo per isolare gli Ebrei dai Cattolici, al momento della riconciliazione avvenuta con il documento conciliare Nostra Aetate». Sempre in quella data, “Zenit” ha pubblicato un secondo articolo informando di un nuovo dossier, intitolato “I vescovi contro i rastrellamenti” e pubblicato sulla rivista francese “Histoire du Christianisme Magazine” (HCM). Si tratta di uno studio della storica  Sylvie Bernay sul ruolo di salvataggio degli ebrei da parte dei Vescovi francesi, i quali erano «sostenuti da Pio XII». Viene citato anche un rapporto del colonnello Knochen, capo delle SS in Francia, preoccupato del continuo interesse di Pio XII per la condizione degli ebrei francesi.

Questo il ruolo “segreto” di Pio XII. Riguardo alla sua posizione pubblica e al Concordato con partito nazista, ne ha parlato Sergio Romano sul “Il Corriere della Sera” del 2 febbraio 2012, dicendo che «Pacelli sperò sempre che il Concordato, benché spesso violato, avrebbe fornito alla Santa Sede il diritto e gli argomenti per contrastare le continue aggressioni di Hitler. La prudenza del diplomatico prevalse in lui sull’indignazione del pastore».

Marzio Morganti, Luca Pavani

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29 commenti a Pio XII eroe durante l’Olocausto, lo dimostrano storici ed ebrei

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  1. Ercole ha detto

    Bene! Avanti così. Direi che si può depennare dalle leggende nere anticattoliche.

  2. Rebecca ha detto

    Sarà interessante riprendere tutto questo al momento della beatificazione…

  3. dome ha detto

    Bello l’articolo!

  4. edoardo ha detto

    Vi ricordate un po’ d’anni fa lo sceneggiato televisivo ASSISI UNDERGROUND?
    I personaggi dello sceneggiato sono realmente esistiti.
    La critica nostrana l’ha accolto freddamente.

  5. Enrico ha detto

    Era proprio necessario riportare la frase “L’ingratitudine è uno dei peggiori difetti nell’Ebraismo” ?

    • dome ha detto in risposta a Enrico

      L’ha detta un ebreo, non vedo nulla di male.

      • Enrico ha detto in risposta a dome

        sei proprio sicuro? pensaci bene, la frase in se è già il male, il fatto che l’abbia detta un ebreo non annulla il male. Se tu ripeti a voce alta una bestemmia ascoltata in strada ti poni anche tu dalla parte del bestemmiatore.

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Enrico

          Enrico, vedo che non hai nulla da dire su Pio XII e ti soffermi su queste idiozie.

          E’ come se io, in quanto cristiano, avessi detto: “L’ingenuità è uno dei peggiori difetti del cristianesimo” (e infatti lo penso). Avrebbero senso le polemiche di un ebreo di nome Enrico? No, non avrebbero senso. Ognuno ha la responsabilità di quanto dice, Gary Krupp se l’è assunta e se la vedrà con i suoi compagni.

          Spero che ti sarai accorto da solo che il paragone con la bestemmia è di una irrazionalità infinita.

          • Michele Silvi ha detto in risposta a Fabio Moraldi

            Poi vorrei sottolineare la congiunzione “NEL”, cambia parecchio il senso della frase.

          • Enrico ha detto in risposta a Fabio Moraldi

            Perchè ti scaldi tanto? Gratuitamente mi hai dato dell’idiota, dell’irrazionale e anche dell’ebreo. Ho senz’altro toccato senza volerlo un tuo nervo scoperto. Le tue invettive mi confermano che uno dei pochi difetti del Cattolicesimo è il Fondamentalismo dei neofiti.

            • Pedro ha detto in risposta a Enrico

              “Gratuitamente mi hai dato dell’idiota, dell’irrazionale e anche dell’ebreo”…attento che adesso si che siamo davvero di fronte ad un’offesa antisemita. E non l’ha detta un ebreo…

      • Luca S. ha detto in risposta a dome

        Penso che Enrico abbia ragione.

    • Michele Silvi ha detto in risposta a Enrico

      Penso che sia una constatazione dottrinale, che vale a dire “un ebreo ingrato non è un buon ebreo”

  6. Lili ha detto

    Avete ragione: voglio portare a tutti i fratelli cristiani questo messaggio del Papa.

    “Poniamo fine a questa guerra fratricida e uniamo le nostre forze contro un nemico comune: l’ateismo!”
    Pio XII il 25 dicembre 1939

  7. Giorgio P. ha detto

    Vorrei vedere quando un laicista qualunque dirà ancora, e per l’ennesima volta, che Pio XII non ha fatto niente per gli ebrei…
    Per la Chiesa c’è un solo male da temere: l’ignoranza.

  8. domenico ha detto

    stavo riflettendo:
    “L’ingratitudine è uno dei peggiori difetti nell’Ebraismo” credo debba essere interpretato nel senso che per l’Ebraismo l’ingratitudine è uno dei peggiori difetti.
    Krupp non sta dicendo che gli Ebrei sono ingrati ma che per gli Ebrei l’ingratitudine è uno dei peggiori difetti.
    Spero di essere stato chiaro.

  9. Alberto ha detto

    «Pacelli sperò sempre che il Concordato, benché spesso violato, avrebbe fornito alla Santa Sede il diritto e gli argomenti per contrastare le continue aggressioni di Hitler. La prudenza del diplomatico prevalse in lui sull’indignazione del pastore».
    Senza alcun intento polemico, siete sicuri che la prudenza diplomatica nel Pontefice rappresenti veramente una dote?
    Alla fine secondo me tutto il clamore attorno alla figura di Pio XII stia tutto qui. Ed e’ un dibattito puramente cattolico.

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