I fisici dell’ENEA su Ra3: «La Sindone non è riproducibile»
- Ultimissime
- 05 Gen 2012
Torniamo a parlare di Sindone, dopo che il Centro Ricerche ENEA, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha pubblicato un resoconto ufficiale degli studi effettuati con la più avanzata tecnologia disponibile per tentare di riprodurre l’immagine. Il dott. Paolo Di Lazzaro, fisico e primo ricercatore presso il Centro di Frascati, aveva pubblicato proprio su questo sito una sintesi di quello che da pochi giorni è divenuto un vero e proprio documento scientifico. Lo scienziato, assieme a due suoi collaboratori, Daniele Murra e Antonino Santoni, sono stati ospiti due giorni fa della trasmissione televisiva Geo Scienza condotta da Marco Castellazzi su Raitre per presentare il loro lavoro. Il dott. Di Lazzaro ha ripetuto le sue conclusioni: oggi la scienza non è in grado di replicare l’immagine sindonica, tuttavia attraverso un irraggiamento di un tessuto di lino tramite impulsi laser eccimero, al Centro ENEA ci si è significativamente avvicinati. Ma essa rimane comunque un mistero.
Qui sotto il video della trasmissione, pubblicato anche sul nostro canale Youtube
DATAZIONE AL RADIOCARBONIO. Come si vede, il dott. Di Lazzaro -nonostante l’ENEA non si sia occupata di questo- ha anche risposto ad una domanda sulla datazione al radiocarbonio, sostenendo giustamente che si tratta di un metodo generalmente affidabile anche se nel caso della Sindone i risultati possono essere stati inquinati da diverse contaminazioni. Questo fatto è stato riconosciuto Willard Frank Libby, l’inventore della tecnica della datazione al radiocarbonio, il quale ha definito la sacra Sindone un reperto poco adatto al modo di datazione da lui inventato. Harry Gove, il principale portavoce e coordinatore degli scienziati per la datazione della Sindone, ha mostrato in uno studio scientifico seri dubbi sulla datazione medioevale della Sindone, all’inizio sostenuta da lui con convinzione. E infatti il chimico Raymond N. Rogers, considerato uno dei maggiori esperti a livello internazionale in analisi termica, ha individuato proprio nella zona in cui è stato prelevato il campione per la datazione del 1988, delle inserzioni di rammendo invisibile con filo di cotone, probabilmente di origine medioevale. Ha quindi affermato: «La data emersa dall’esame al radiocarbonio non è da considerarsi valida per determinare la vera età della Sindone». Anche il responsabile di uno dei laboratori in cui è stata realizzata la datazione, Christopher Ramsey di Oxford, ha affermato in un comunicato ufficiale del 2008 che «Ci sono un sacco di altre prove che suggerisce a molti che la Sindone è più vecchia della data rilevata al radiocarbonio».
Per quello che può valere, la inattendibilità della datazione è stata perfino riconosciuta dal leader dell’ateismo scientifico, Richard Dawkins, ma l’ultima parola in ordine cronologico è toccata alla Società Italiana di Statistica, i cui ricercatori hanno confermato le conclusioni di alcuni studiosi della “Sapienza” di Roma (Livia De Giovanni e Pierluigi Conti), rilevando errori di calcolo e la modificazione di alcuni dati per arrivare al livello di attendibilità dall’1 al 5%, ovvero la soglia minima per poter presentare l’esame scientificamente. Hanno così concluso: «le datazioni che sono state prodotte dai 3 laboratori non possono essere considerate come provenienti da un’unica ignota grandezza ed è quindi probabile la presenza di una contaminazione ambientale nel pezzetto di stoffa analizzato che ha agito in modo non uniforme, ma in modo lineare, aggiungendo un effetto sistematico non trascurabile. Se l’effetto sistematico evidenziato dalle datazioni dei tre laboratori si trasferisse direttamente sulla Sindone per tutta la sua lunghezza si potrebbe, per una lunghezza di circa 4 metri, ipotizzare una variazione di due decine di millenni nel futuro, partendo da una data del bordo risalente al primo millennio d.C.». A starnazzare sulla validità della datazione è quindi rimasto soltanto il povero Antonio Lombatti, ma si sa che l’ideologia è dura a morire.
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49 commenti a I fisici dell’ENEA su Ra3: «La Sindone non è riproducibile»
Fantastico ragazzi! Complimenti ancora a questi ricercatori!
Si vabbè ma Lombatti è un caso quasi patologico. Non so se il dott. Di Lazzaro sta leggendo, però ho trovato molto simpatici i tre maglioncini identici, seppur di diverso colore, dei tre ricercatori. E’ una casualità? Mah..forse rimarrò con il mio dubbio. Sono contenta comunque di trovare su questo sito notizie e video che nessun altra fonte di informazione fornisce! Bravi!
infatti sarebbe doveroso linkare questi articoli su socialnetwork come facebook…
http://www.facebook.com/pages/UCCR-Unione-Cristiani-Cattolici-Razionali/138306036193210?ref=ts
Che la sindone sia un falso medievale lo conferma l’università di oxford con un comunicato ufficiale
http://www.ox.ac.uk/media/news_releases_for_journalists/080325.html
Diciamo che la sindone di Odifreddi e’ un falso contemporaneo…usando il meglio della tecnologia atea UAAR sono riusciti a fare una schifezza. Indi per cui , se la Sindone e’ un falso medioevale….o quelli che l’hanno fatto erano dei geni…o degli alieni!!!!
Lo sanno pure i bambini che la datazione al radiocarbonio sbaglia di secoli e secoli se non millenni ……e poi l’Universita’ di Oxford e’ famosa per essere stata da sempre un bel covo di massoni e quindi nemici giurati del Cattolicesimo , quindi….e’ come chiedere ad un mafioso se riconosce la legge italiana!
Certo, intervistare quello che è sotto accusa per aver “falsificato” (inteso come sbagliare) i risultati, e che ribadisce che i suoi risultati sono buoni, è un’ottima scusa.
Non mi pare proprio che quel comunicato confermi ciò che lei dice! Basta leggere fino in fondo il link indicato: “Ulteriori ricerche sulla Sindone di Torino sono certamente necessarie”. I campioni usati per l’analisi del 1989 sono infatti andati distrutti; e, come può vedere qui (http://www.sis-statistica.it/magazine/spip.php?article177), uno studio accurato su quei dati aveva messo in luce un grave difetto nella loro elaborazione, ragion per cui ormai nessuno considera più il risultato “medievale” affidabile…
Cordiali saluti
Da matematico (sui generis) grazie per avermi fatto conoscere questo sito!
Ah ah…ora si capisce tutto questo interesse di Oxford! Sono infatti parte in causa nella radiodatazione della Sindone. Prima regola di qualunque autorità umana: mai ammettere un errore!
Ed ecco le paroline magiche che ricordano vagamente le clausole vessatorie delle polizze assicurative:
“Ulteriori ricerche sulla Sindone di Torino sono certamente necessarie”.
E cosa ci dice di “ufficiale” l’università di Oxford?
Pendiamo tutti dalle sue labbra.
E poi, non so se convenga tanto agli atei che la Sindone sia un falso. Non è mica un lavoro da banda dei falsari in stile Totò e Peppino?!
Alla fine l’ateo, per non ammettere la veridicità della Sindone, è costretto a credere alla tecnologia medievale portata dagli UFO.
Benissimo. Allora spiegatemi come ha fatto quell’immagine ad essere proiettata sul lino in quel modo nel medioevo. Il problema sussiste ancora.
Nel comunicato ufficiale dell’università di Oxford il titolo dice un cosa ed il testo ne dice un’altra. Complimenti per la documentazione!
Perchè ti meravigli? E’ la stessa tattica adottata dal marketing pubblicitario, in particolare dalle testate giornalistiche secondo la legge del “metti il mostro in prima pagina”. Intendendo come “prima pagina” il solo titolo a caratteri cubitali, e magari anche una bella fotografia a tutta pagina, perchè anche l’occhio vuole la sua parte.
Complimenti anche ad Oxford per aver scritto un titolo come fa solitamente il Corriere della Sera. Ovvero “accalappiapolli” 😉
Hai perfettamente ragione, solo che quell’articolo è del 2008, ma poi, nel 2009, Luigi Garlaschelli ha realizzato la sua sindone e così quelli di oxford si sono accorti che avevano torto.
@stefano, ma l’hai letto il comunicato? Secondo me ti sei fermato al titolo.
Io vedo scritto questo: “i ricercatori concludono che la data originale di radiocarbonio 14 ° secolo è corretto, sulla base di prove attuali, ma devono ancora verificare se ci sia qualcosa che in condizioni di conservazione specifiche del sudario possa aver influito su questa conclusione […] ulteriori ricerche sulla Sindone di Torino sono certamente necessarie. E’ importante che noi continuiamo a indagare tutto ciò che potrebbe aver influenzato l’accuratezza dei test originale al radiocarbonio».
Altro che falso medievale, qui si mostrano veri dubbi. Grazie per avercelo linkato, una prova in più.
Leonardo, se leggi con attenzione (anche nel secondo link) si riporta un profondo scetticismo verso l’ipotesi di una contaminazione che abbia portato ad un errore di più di mille anni. . “It is important to realise, however, that only if some enriched contaminant can be identified does it become credible that the date is wrong by 1000 years. As yet there is no direct evidence for this – or indeed any direct evidence to suggest the original radiocarbon dates are not accurate.”
Scusa ma io non vedo scritte queste cose. Ti riferisci ad un secondo link, ma quale? Forse mi sono perso dei passaggi. Tu hai mostrato solo un link dove viene detto quello che ho tradotto io. Alla fine della pagina, inoltre, c’è un indirizzo internet che porta ad un secondo comunicato ufficiale (quello riportato anche in questo articolo) dove Ramsey afferma: “There is a lot of other evidence that suggests to many that the Shroud is older than the radiocarbon dates allow and so further research is certainly needed” (http://c14.arch.ox.ac.uk/embed.php?File=shroud.html).
Potresti quindi aiutarmi a capire meglio cosa intendi?
Caro stefan@…..
Oxford, Yale……. università USA…..non vi dicono proprio NIENTE gli SKULLS&BONES?? e poi, la radiodatazione, NON tiene in conto l’attività del radioisotopo del C 14, presente a cagione dell’incendio verificatosi nel medioevo………..vi dice niente ANCHE QUESTO???
Ho scoperto il trucco….i Cristiani 2000 anni fa’ hanno usato un laser per creare questo falso…..o meglio ….lo ha fatto qualcuno nel medioevo! Pero’ e’ strano che ora invece con la tecnologia che abbiamo non riusciamo a replicare il falso o a capirci qualcosa !
Ora arriva Mimmo che ci dice che quelli dell’Enea sono pagati dal Vaticano…..se fosse cosi’ quelli dell’UCCR dovrebbero essere milionari. Io pero’ che sono credente…non ricevo ancora una lira!
Sarebbe bello affrontare anche la questione del drappo di Ns. signora di Guadalupe..altro mistero scientifico….per gli atei! Odifreddi pensaci tu! Altro 5 per mille assicurato!
Adesso l’UAAR dira’ che Gesu’ era un marziano…..venuto da marte armato di laser…. e gli apostoli erano pure loro nell’astronave ..per cui la Resurrezione era in realta’ un teletrasporto……vi ricordate star treck? erano loro in viaggio nell’universo con l’astronave a curvatura! ….ho risolto! Dottor Spok ci sei? avvia il teletrasporto!
Per quelle cose c’è già scientology, pardon, scemenzology.
Beam me up, Scotty!!…….stai a vedere che è TUTTA opera di Q del Q Continuum!!!
Quanto e’ difficile ammettere la divinita’ di Gesu’…..l’esistenza del Creatore che comanda le forze dell’Universo da lui creato e lo assoggetta al suo volere….! La potenza della Luce Divina ! Fiat Lux !E ci ha lasciato un ricordo della sua Incarnazione , della sua Passione e della sua Resurrezione. Inequivocabile, inspiegabile, inafferrabile . Tanto vera quanto testiminianza di fede ! Tanto misteriosa da essere di inciampo e pretesto per chi non vuol credere .
Ma che ve state a inventà. Guardate che la sindone è gia stata riprodotta dal professor Garlaschelli. Andate a vederla a questo link http://www.uaar.it/news/2011/11/05/e-possibile-rifare-sindone-con-garlaschelli-video/ E basta co questa storia. è medievale!!!!!!!!!!!!!!!
Accidenti Garlaschelli! Perfino Odifreddi ha ammesso che è una boiata la sua.
Ecco come il mondo scientifico ha accolto Garlaschelli, che non ha nemmeno avuto il coraggio di fare una pubblicazione peer-review della sua Sindone colorata con pastello (avete letto bene!!)
https://www.uccronline.it/2010/04/10/la-sindone-della-uaar-e-del-cicap-e-una-perfetta-bufala/
Oh, finalmente RaI3 abbandona un po’ di quel “radicalchicchismo” che me l’ha sempre resa un pochino fastidiosa (anche se personalmente non è mai stato un canale che mi sia dispiaciuto).
Perchè allora il vaticano non autorizza una nuova datazione della sindone?
Questo risolverebbe il problema della datazione del 1988.
Alcuni spergiurano che quell’esame fu sbagliato,ma altre fonti sostengono il cotrario.A chi credere?
Questa è una bella domanda, comunque pochi giorni fa c’è stata una notizia in merito molto importante: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=1516
Diciamo allora che la radiodatazione non spiega un bel nulla, così tagliamo la testa al toro.
Esattamente come la famosa prova del DNA, che prova solamente che il sistema giudiziario americano ha trovato una facile via per mandare qualche innocente in più in galera, salvando allo stesso tempo la faccia (o meglio la maschera) imparziale della giustizia.
A volte sembra, che per tutti questi oggetti,venga mantenuto apposta questo stato di incertezza/mistero.
Almeno per la datazione della sindone, sarebbe doveroso che venga permessa la possibilita’ di scrivere la parola FINE una volta per tutte.
A breve un documentario dimostrerà tutto quello che c’è dietro la radiodatazione. Da quanto si dice verranno giù gli altarini…non abbiamo nemmeno idea di quali poteri si siano mossi per truccare la faccenda. Comunque non voglio sembrare un complottista, aspettiamo e vedremo.
Alla luce del fatto che un’immagine come quella dell’Uomo della Sindone non sarebbe mai stata riproducibile da un falsario medievale e che non si conosce la causa che ha prodotto tale immagine si deduce che la datazione al radiocarbonio non è l’esame più utile da fare o da rifare. Perchè? Molto semplice. Non solo vi sono delle contaminazioni della Tela ma, soprattutto, non si sa se il meccanismo che ha prodotto l’immagine abbia influito (così come pare abbia fatto sulle macchie di sangue rendendole a prima vista recenti)in qualche modo nei legami elettronici di tutte le molecole di cellulosa del lino di cui è composta la Sindone. Nel 1988 si poteva fare una riflessione del genere ma si sa che vi fu molta fretta di fare quell’esame e “la fretta fa fare alla gatta i gattini ciechi”.
http://www.uaar.it/news/2012/01/06/sindone-enea-fisica-resurrezione/
Ma quale possibilità di dialogo razianale è possibile con chi deforme i fatti in modo simile?
La cosa bella è che da qualche mese è l’UAAR ad inseguire l’UCCR. Se usano Gigio Garlaschelli e lui come base del suo argomento parla della Seconda Sindone allora sono davvero alla frutta 😀
Noto anche questa frase esilarante: “La Chiesa è molto piu’ cauta di prima, preferendo affidarsi alla scienza compiacente”. Giuro che ho riso per 45 secondi poi ho avuto pena per un banale chimico dell’Università di Pavia in cerca di altri 5 minuti di popolarità.
Quindi esiste anche una scienza “non compiacente”, di cui lui fa sicuramente parte.
Strano, pensavo che la scienza avesse un metodo, non il fine di compiacere o meno la chiesa.
Noooo…..!!!! NOn ci credo!! Hanno rispolverato Gigione Garlaschelli!!! Pazzesco! Ma non hanno davvero nessun senso del pudore 😀
Ahahah grandioso Garlaschelli che dice: “Intanto, si tratta di un rapporto tecnico dell’ENEA, non di un articolo scientifico in senso stretto”.
Ma perché, il suo lenzuolo è stata una ricerca scientifica seria?
NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
Carina questa specifica finale da parte dell’UAAR…Mettono le mani avanti dopo le spernacchiate ricevute?
Ho postato alcuni commenti sull’ultimissima nel sito UAAR riportata sopra da Lorenzo.
Quello che stupisce è che i blogger non trattino l’argomento analizzato dalla pubblicazione, bensì altre problematiche come la datazione effettuta con l’analisi del C14 o documenti che proverebbero la sua origine medioevale.
Posto qui alcune mie considerazioni espresse in quel thread.
Nel senso che censurano anche su questo?
Il mio commento è in attesa di approvazione da ieri pomeriggio.
Tutti i miei commenti sono in moderazione da più di un mese.
Poi li pubblicano…qualche ora dopo solitamente
Quello che non capisco sono specificamente gli appunti mossi da Garlaschelli
1 Se uso uno strumento ed una tecnica per riprodurre un effetto, questo non vuol dire che l’oggetto originale sia stato prodotto da questo, ma che uso tale strumento o tecnica per indagarlo.
2 La stessa pubblicazione, che Garlaschelli cita, dunque dovrebbe averla letta,spiega che all’origine dello studio vi era l’intenzione di rispondere alla domanda se un laser possa creare un oggetto simile alla Sindone, discussione già sorta negli anni 90 fra sindonologi.
L’articolo infatti spiega perchè determinati laser riproducono immagini con colorazione simile alla Sindone e altri no.
3 afferma che gli autori non hanno tenuto conto dei suoi risultati, mentre il suo lavoro è in bibliografia dell’articolo
Insomma ha letto l’articolo?
“Gli autori affermano che «i ricercatori STURP conclusero che l’immagine corporea non è dipinta, né stampata, né ottenuta tramite riscaldamento», forse riferendosi ai risultati negativi di Jackson sopracitati. In realtà secondo lo STURP l’ingiallimento potrebbe essere dovuto a degradazione e ossidazione della cellulosa del lino, a sua volta indotta da cause termiche o chimiche. Negli anni Ottanta Vittorio Pesce Delfino, dell’Università di Bari, sperimentò l’ipotesi della degradazione termica, ottenendo immagini simil-sindoniche col metodo della strinatura, utilizzando un bassorilievo metallico riscaldato, posto a contatto di un telo di lino per un tempo opportuno. Più recentemente, abbiamo sperimentato l’ipotesi della degradazione chimica, strofinando un telo di lino con un pigmento contenente tracce di acidi, invecchiando artificialmente tramite riscaldamento la figura ottenuta, per poi eliminare il pigmento con un lavaggio finale. Tuttavia, le caratteristiche di fibre sottoposte a degradazione chimica non sono nominate nel rapporto in esame.”
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Veramente sono proprio i lavori che Garlaschelli cita, suo compreso, che non apportano dati che coincidano come spessore dell’immagine nelle fibra, solo poche fibrille.
Lo stesso infatti aveva affermato che era impossibile riprodurre le caratteristiche microsindoniche, a suo dire e cito.
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“E’ anche ovvio che le proprietà microscopiche delle nostre riproduzioni non potranno mai essere esattamente uguali a quelle dell’originale, poiché un invecchiamento accelerato e artificiale di 4 ore non potrà mai essere equivalente a uno naturale che ha richiesto decenni o secoli per imprimere l’immagine sul telo. Appaiono dunque pretestuose le critiche di coloro che pretendono un’identita assoluta e impossibile.”
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I lavori di Garlaschelli sono citati nella bibliografia stessa dell’articolo dunque non si capisce bene perchè lo stesso affermi che gli autori si siano limitati alle conclusioni di Jackson.
Il suo lavoro è stato preso in considerazione tant’è che è citato nella bibliografia.
D’altra parte, affermare che l’ipotesi di un falso è irragionevole, e anche che solo con un laser si ottiene una perfetta imitazione delle caratteristiche dell’immagine della sindone, implica evidentemente che radiazioni simili siano state emanate dal corpo di Cristo, fornendo una spiegazione “miracolistica” come unica possibile, e iniziando a studiare – letteralmente – la “fisica della Resurrezione”.
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Qui la lettura che Garlaschelli propone rispetto l’articolo è, a mio parere, alquanto scorretta.
I motivi che hanno condotto all’esperimento sono riportati nell’articolo pubblicato dai ricercatori dell’ENEA.
Ovvero rispondere alla domanda sollevata da alcuni studiosi della sindone, fra cui Rogers, se immagini di quel tipo potessero essere riprodotte da un laser.
I motivi storici di tale disputa sono riportati brevemente nella pubblicazione, pubblicazione che lo stesso Garlaschelli ha incollato nel articolo scritto nel portale del cicap e ripreso in precedente ultimissima.
E’ di tutta evidenza che l’immagine è formata da una degradazione superficiale del lino e dunque si può analizzare il processo chimico con vari strumenti, in questo caso un laser eccimerico, strumenti che riproducano tali degradazioni per analizzarli, alla ricerca di simulare degradazioni molto superficiali delle fibre di lino.
Ed è di tutta evidenza che studiare un mecanismo con uno strumento non significa affatto che la medesima sorgente abbia prodotto l’immagine originale.
E’ inoltre evidente che se la degradazione di tipo chimico delle fibrille di lino è superficiale bisognerebbe per lo meno ipotizzare come degradazioni più profonde delle fibre possano oggi presentarsi così alterate presentando almeno alcuni possibili meccanismi di degradazione ( raggi UV, cause meccaniche etc etc).
Nessuno pretende l’uguaglianza ma perlomeno ragionare nei medesimi ordini di grandezza sì.
Garlaschelli poi scrive:
“Più in generale, la Chiesa mantiene un atteggiamento di stretta neutralità circa il problema dell’autenticità della Sindone, che però è solo formale; nel senso che sostiene e riporta solo i pareri degli “autenticisti”. E non è difficile, nello sterminato numero di cattolici, trovarne anche tra gli scienziati. Sarebbe comunque ora possibile ripetere l’esame di radiodatazione col C14 usando i frammenti semicarbonizzati, prelevati dalla pulizia delle bruciature durante il restauro del 2002. Si avrebbero molti campioni rappresentativi dell’intero telo, e non solo dell’angolino usato nel 1988, da fare esaminare in modo rigoroso da laboratori neutrali. (Si accettano scommesse: la Sindone risulterà ancora medievale).
Ma forse, dopo il verdetto del 1988 che condanna la Sindone come manufatto del 1300, la Chiesa è molto piu’ cauta di prima, preferendo affidarsi alla scienza compiacente e ad esperimenti inconcludenti, oppure recuperare reliquie come la cintura della Madonna o la Sacra Spina di Andria, e la scenografia di riti che tanto affascinano gli animi semplici.”
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Le accuse rivolte sono piuttosto pesanti.
La Chiesa non sostiene affatto solo le risultanze fornite dagli autenticisti,tant’è che vi è stata la comunicazione dei risultati ottenuti dai tre laboratori, Tucson, Oxford e Zurigo da parte del cardinal Ballestrero.
Il riferimento allo “sterminato numero di cattolici” è piuttosto singolare.
Così come la definizione di “scienza compiacente”.
Si tratta di una considerazione che manca di rispetto verso i colleghi e la loro professionalità.
E’ del resto evidente che se esistesse una scienza compiacente, può tranquillamente esistere una scienza ostile, postulato assiomaticamente il fatto che un ricercatore possa non essere neutro rispetto un dato scientifico o nel condurre un esperimento.
Il riferimento agli “animi semplici” ritengo possa esprimere la posizione dell’autore nelle due categorie sopra indicate.
Va del resto considerato che un “animo semplice” forse ha il pregio di potersi ancora stupire ed utilizzare la categoria del dubbio, categoria che forse una persona graniticamente certa delle proprie conclusioni non può più utilizzare.