Strategia del linguaggio gay: che cos’è realmente l’omosessualità?
- Ultimissime
- 02 Dic 2011
di Adamo Creato*
*ex omosessuale
Il sorprendente seguito che i cosiddetti “diritti gay” registrano rappresenta il trionfo dell’inganno sulla semplice logica. Anche le persone intelligenti arrivano immancabilmente a conclusioni che fanno acqua da tutte le parti. I simpatizzanti dei “gay” non sono necessariamente più creduloni degli altri, sono semplicemente portati ad accettare delle conclusioni senza prima esaminarne le premesse. Chi decide il significato delle parole controlla il dibattito e, nel nostro caso, i termini sono stati definiti (e inventati) dai sofisti del movimento omosessualista. Il sofisma è l’arte greca di persuasione attraverso un falso e sottile ragionamento. La chiave per superare i sofismi, quindi, è quella di semplificare e chiarire ciò che è stato intenzionalmente reso complesso e vago. Bisogna iniziare a definire i termini e i concetti utilizzati negli argomenti del dibattito. Si scopre così che la maggior parte degli argomenti a sostegno dei “diritti dei gay” dipendono da falsi presupposti e da termini volutamente ambigui. In pratica “fumo negli occhi”. Tra i termini e i concetti più comunemente usati dagli omosessualisti troviamo, ad esempio, omosessualità, orientamento sessuale, eterosessismo, omofobia, tolleranza, ecc. Queste parole sono usate per forzare la questione dell’omosessualità nel contesto dei diritti civili. Un contesto, questo, scelto per favorire l’assimilazione dei “gay” a vittime e mettere i loro avversari nella posizione di oppressori.
Che cos’è l’omosessualità ad esempio? Qualcuno potrebbero essere tentato di saltare questa parte perché pensa di conoscere già questo termine commettendo il primo errore. Con la mancanza di chiarezza sui termini essenziali si cade immediatamente intrappolati da ipotesi errate. La definizione di omosessualità non è così evidente come si potrebbe pensare. Fino al 1986, l’omosessualità è stata universalmente definita come “condotta sessuale con persone dello stesso sesso“. Un omosessuale, quindi, era colui (o colei) che metteva in pratica tale condotta. Il movimento omosessualista si accontentava di questa definizione, secondo la quale il termine “omosessualità” aveva senso solo in relazione al comportamento sessuale con lo stesso genere. Dopo il 1986, gli omosessualisti hanno cominciato a ridefinire l’omosessualità come una “condizione normale e immutabile equivalente all’eterosessualità“, uno “stato d’essere”, quindi, completamente indipendente dal comportamento.
I motivi di questo cambio di strategia da parte degli attivisti gay è presto detto: nel 1986 la Corte Suprema degli Stati Uniti, chiamata a pronunciarsi sul caso Bowers contro Hardwick, ha confermato il diritto degli Stati di considerare reato alcuni comportamenti sessuali. Il movimento “gay” aveva sostenuto che la sodomia omosessuale doveva essere considerata dalla Corte come un diritto fondamentale, riguardante la sfera privata, non diverso dai rapporti sessuali coniugali. La Corte respinse fermamente tale argomento e il diritto costituzionale degli Stati di regolare la condotta omosessuale rimase legge. Veniva così ostacolato l’obiettivo di legittimare il comportamento omosessuale considerandolo un diritto fondamentale. L’unico argomento rimasto, col quale si poteva pretendere una protezione costituzionale, era riuscire ad accedere allo “status di minoranza“. La Corte Suprema degli Stati Uniti, però, riconosce lo status di minoranza solo per quei gruppi che: 1) hanno subito una storia di discriminazione, 2) sono incapaci di difendere se stessi, 3) sono definiti da caratteristiche immutabili.
Ecco perché il movimento “gay” ha avuto assoluto bisogno di negare che l’omosessualità sia basata su un comportamento, insistendo sul fatto che è innata e immutabile. Non è più questione di scienza, ma si tratta di una strategia giuridica e politica. Il problema è che non è possibile provarlo perchè non esiste un mezzo obiettivo per accertare se una persona è per sua natura omosessuale. Non si può fare un esame del sangue o test del DNA per dimostrare che “si è gay”. Dobbiamo dipendere unicamente dalla pretesa di una persona che dichiara che la sua omosessualità è innata. Chiaramente questo rende tale elemento di prova totalmente inaffidabile: auto-dichiararsi omosessuali non prova che la propria omosessualità è innata. Sulla questione della scelta, dobbiamo anche osservare che tutti i rapporti sessuali, eccetto lo stupro (ogni genere di violenza sessuale), sono atti volontari tra almeno due persone, e dunque, ogni atto sessuale implica una scelta consapevole. Oltre tutto, anche se l’inclinazione di una persona verso una forma di comportamento sessuale potrebbe, per varie ragioni, non essere consapevolmente scelta, la sola esistenza del desiderio non giustifica l’atto. Altrimenti bisognerebbe accettare come validi l’adulterio e la pedofilia. Esistono, infine, molti “gay” che ammettono liberamente che il loro stile di vita è una preferenza volontaria.
Paradossalmente, gli omosessualisti non vogliono neppure che sia trovata una causa biologica. Se la scienza dovesse identificare una causa biologica dell’omosessualità, quel giorno inizierebbe la “corsa alla cura” da parte di uomini e donne omosessuali anche se, in pubblico, continuerebbero a dichiarare il loro orgoglio gay. Dal momento che gli omosessualisti non possono dimostrare che gli omosessuali sono “nati così”, essa rimane solo un’ipotesi la quale non giustifica la modifica di politiche sociali abbondantemente collaudate. Non è la società che deve dimostrare che l’omosessualità non è innata, ma sono gli attivisti “gay” ad avere l’onere della prova. Al contrario, vi è abbondanza di prove che l’omosessualità non è innata: esiste un considerevole numero di testimonianze di migliaia di uomini e donne che una volta vivevano come “gay”. Questi “ex gay” hanno rinunciato al loro stile di vita precedente e molti sono tornati eterosessuali (in quanto ad auto-identificazione e nei desideri), mentre altri si sono fermati al raggiungimento della libertà da desideri omosessuali. La lotta del movimento omosessualista contro gli ex omosessuali (ovvero di dimostrare che essi in realtà non avevano una omosessualità innata oppure che mentono), è cruciale perchè essi si posizionano in prima linea per smentire l’immutabilità omosessuale. L’odio dimostrato nei confronti degli ex omosessuali è causato proprio dalla questione dell’immutabilità. Una persona che lascia l’omosessualità è la dimostrazione vivente che essa è mutabile.
L’unica definizione accettabile di omosessualità risulta essere quindi: condotta sessuale con lo stesso genere. Un “gay” è una persona che definisce se stessa come colei che mette in pratica (o ha il desiderio di mettere in pratica) tale condotta. I sostenitori della tesi “nato così” dovrebbero riconoscere che non possono dimostrare la verità della loro tesi, e che dal momento che non possono provarlo, devono ammettere la possibilità che l’omosessualità può essere acquisita, senza discriminare gli ex omosessuali.
110 commenti a Strategia del linguaggio gay: che cos’è realmente l’omosessualità?
ottimo articolo, complimenti, specialmente nella parte in cui si dimostrano i motivi del cambio di strategia omosessualista
Dice bene Adamo….oggi vince chi vince nella comunicazione, chi ha i migliori neologismi. In questo modo si conquista l’opinione pubblica e con questo si entra nella mente della gente.
Chi controlla le parole controlla le menti, ogni forma di potere ha bisogno di formare il proprio vocabolario.
Basta leggere 1984 di Orwell…
Si, ma vorrei sapere cosa si intende per omofobia.
Ne hanno parlato anche autorevoli esponenti.
Cambiare discorso mi sembra poco utile. Rimaniamo pure sull’omosessualità 😉
Perchè l’omofobia non avrebbe a che fare con l’omosessualità?
Strano, mi sembrava il contrario.
Si parla del termine omosessualità e non di quello omofobia. Rimaniamo sul tema, grazie.
Il tema è l’omosessualità , non iltermine omosessualità, altrimenti faremmo una discussione linguistica. L’omofobia è strettamente legata al tema omosessualità. Gli omosessuali si dicono vittime degli omofobi, cioè di coloro che peccano di omofobia. E’ importante, quindi, sapere in cosa consiste questa omofobia. Onde per cui siamo in tema.
A questo punto parliamo anche di eterofobia.
Mi sembra che in fatto di manipolazione delle parole e degli argomenti siate molto bravi voi di UCCR, così come i preti continuano a perpetrare associazioni bastarde tipo omosessualità=pedofilia e cosette di tale poco conto; senza dire la verità, cioè che il 99% dei pedofili E’ ETEROSESSUALE!
La pedofilia è una malattia mentale, c’è poco da discutere.
Che l’omosessualità sia una condizione innata o meno non ritengo giusta comunque la discriminazione. Così come è ingiusta la discriminazione verso qualsiasi altra diversità.
Ma poi diversi da cosa e da chi? Siamo tutti TUTTI ciascuno diverso dagli altri sopra questo pianeta, perciò bisogna che qualcuno mi dica (e ancora non ho trovato nessuno) cosa significhi veramente “diversità”.
Ciò che smuove i delatori come voi a sperticare lodi sull’eterosessualità e denigrare i gay è solamente la PAURA. Paura di non si sa che cosa, poi.
In genere la paura proviene dall’ignoranza dell’argomento. Voi siete ignoranti, questo è il punto! E come tutti gli ignoranti di qualche cosa volete comunque parlarne.
Se la sessualità è una malattia allora anche l’omosessualità è malattia. Ma se la sessualità non è malattia (e non lo è) anche l’omosessualità non è una malattia. E una persona che non è malata non si può guarire, perché non c’è nulla da guarire!. Ecco perché siamo contrari a questa “favola” che i cattolici cristiani si sono inventata: una bufala portata avanti nelle assemblee delle chiese di fronte ad una massa di ignoranti dell’argomento: dall’omosessualità si può guarire! Vergognatevi a prendere in giro la gente! Vergognosi!.
E ben sappiamo tutti in tutto il mondo che i preti sono molto bravi a manipolare le parole!
Siamo tutti ex di qualcosa e di qualcuno. Ma poichè le nostre preferenze sono ondivaghe, non vedo dove stia il problema.
@Nicola: non chiedere agli omofobi cosa sia l’omofobia; ti risponderanno manipolando le parole ad arte.
L’omofobia è la paura dell’omosessualità. Paura che solo gli ignoranti hanno. Infatti, chi ha piena coscienza e sicurezza della propria sessualità NON può avere paura della sessualità degli altri, qualsiasi essa sia. E tutti sappiamo che dalla paura dell’ignoto (cioè di ciò che non conosciamo, di ciò che ignoriamo, di cui quindi siamo ignoranti) si scatena prima la discriminazione e poi l’odio e la violenza.
Ecco perché i preti cattolici (ma non solo loro, anche i preti di altre religioni sono così) sono la principale fonte della violenza contro le persone omosessuali; persone che fino a prova contraria non mettono in pericolo nessuno, non hanno messo a colpo rapine, omicidi o violenze verso alcuno, non calpestano i diritti di nessuno e mai hanno fatto del male. Ma che purtroppo ne hanno ricevuto anche troppo fino ad oggi.
E questo in una società civile (come ha la pretesa di esserlo l’Italia) è vergognoso!
un ex-etero
Sto cercando “malattia” nel post, ma non trovo riscontro. Quindi non ho idea da dove tu l’abbia pescato, e posso persino presupporre che tu non abbia letto il testo.
A “gayaitalia” appena c’è qualche articolo che non è pro-omosessuale hanno già i commenti pronti. Questo è il numero 091. Lo postano senza nemmeno leggere l’articolo.
Cioè? Avevano già la risposta pronta? Dov’è l’elenco?
“cambiare si può” mi sembra uno slogan contro il fumo 🙂 come se l’omosessualità fosse dannosa per chi la pratica 🙂 penso che si riferisse a questo quello che ha scritto prima di te
Martina, perché cambiare deve necessariamente significare che una cosa sia dannosa. Cambiare auto o cambiare programma, cambiare guardaroba o cambiare lavoro implica necessariamente un riscontro negativo? Inoltre può benissimo significare che sia negativo per la persona che decide di cambiare e non negativo in generale. Infine, che l’essere omosessuali non porti molti benefici alla salute psico-fisica lo dimostrano gli altissimi dati dei suicidi, dell’abuso di droga e alcool, dei ricoveri ospedalieri, del tasso di depressione e forme di auto-violenza che si registrano nella comunità omosessuale. Alcuni scaricano il problema accusando l’omofobia -e può essere in parte vero- ma diversi studi dicono che gli stessi tassi permangono anche nelle aree più gay-friendly possibili come l’Olanda, la Danimarca e la città di San Francisco (dove c’è l’unico quartiere gay del mondo): https://www.uccronline.it/2011/11/24/perche-il-disagio-degli-omosessuali-aumenta-anche-nelle-societa-gay-friendly/
Resta il fatto che oggi -indipendentemente dalla causa- l’omosessualità si verifica come evento dannoso per il soggetto.
@Martina: come vanno le cose nella parrocchia dell’UAAR di Verona? Non hanno ancora epurato nessuno? Strano…forse anche questa volta Carcano vi tiene all’oscuro…troppa paura di perdere altri seguaci 🙂
C’è solo un riscontro “pedofilia”, tra l’altro indiretto.
Quindi questo wall of text a che è servito?
divertente il suo sfogo uterino, dimostra l’istabilità psicologica dei gay. Lei dice “il 99% dei pedofili E’ ETEROSESSUALE!”, lo vada a dire in Vaticano quando hanno scoperto che il 95% dei preti pedofili era omosessuale!!! Ma poi l’articolo dice solo che l’omosessualità è un comportamento e lei ne è la prova, era etero ora è gay, come un gay può diventare etero, e allora? L’articolo parla della ideologia omosessualista che predica l’immutabilità della condizione omosessuale, non è vero. Che c’è di male a dire questo?
Il suo post è un non senso, pieno di accuse iraconde verso i preti e la Chiesa che non hanno alcun motivo di essere.
Si intervento molto divertente, io non sono “omofobo” e gli omosessuali per quel che mi riguarda sono liberissimi di esserlo, gradirei rompessero un pò meno i cosidetti alla società intera con manie persecutorie che oggettivamente non trovano riscontro nella realtà e che sono, suddette manie, chiaro segnale del loro disagio a convivere con la loro stessa situazione.
“Se la sessualità è una malattia allora anche l’omosessualità è malattia. Ma se la sessualità non è malattia (e non lo è) anche l’omosessualità non è una malattia”
Non fa una piega.
se non si fosse capito ero ironico
è un ragionemento che farebbe invidia a Monsieur de la Palisse
Infatti secondo Bergeret il termine “omosessualità” è scorretto in psicologia, si dovrebbe infatti definire “omofilia”.
Secondo gli omosessuali inglesi il termine “omosessuale” è addirittura omofobo. Secondo me gli omosessuali usano la notte per inventarsi ogni tipo di discriminazione possibile.
Grazie davvero! Sopratutto per il modo in cui ti sei firmato, con il quale dimostri che non si nasce omosessuali ma eterosessuali e che al massimo “gay si diventa”. Anche tu dunque ritieni che non ci sia alcuna immutabilità 🙂
” così come i preti continuano a perpetrare associazioni bastarde tipo omosessualità=pedofilia e cosette di tale poco conto”
Non sono a conoscenza. Puoi provare la tua diffamazione su una categoria di persone. Tuttavia una correlazione tra omosessualità e pedofilia è riscontrabile nelle accuse riportate nel famoso Rapporto John Jay (80,9% delle vittime dei pedofili sono maschi).
“Che l’omosessualità sia una condizione innata o meno non ritengo giusta comunque la discriminazione. Così come è ingiusta la discriminazione verso qualsiasi altra diversità”
Sono pienamente d’accordo. Ma non c’è nessuna discriminazione infatti, invece si vuole impedire che un ex gay faccia coming out.
“Ciò che smuove i delatori come voi a sperticare lodi sull’eterosessualità e denigrare i gay è solamente la PAURA. Paura di non si sa che cosa, poi”
Nessuna paura, davvero. Nessuna fobia, ognuno difende semplicemente la sua verità.
“Voi siete ignoranti, questo è il punto”
Anche i tuoi insulti sono originati dalla paura? Non vedo alcuna dimostrazione della nostra ignoranza. Solo insulti e discriminazione e poco prima avevi invece detto di essere contro la discriminazione.
“Se la sessualità è una malattia allora anche l’omosessualità è malattia”
Chi ha detto che la sessualità è una malattia? Chi ha detto che l’omosessualità è una malattia?
“siamo contrari a questa “favola” che i cattolici cristiani si sono inventata”
Ma quale favola? Puoi approfondire?
“Siamo tutti ex di qualcosa e di qualcuno”
Si, anche ex omosessuali.
“non chiedere agli omofobi cosa sia l’omofobia”
Sei partito dall’assunto che chi critica l’omosessualità parte dalla paura. Ma se l’assioma è sbagliato, lo sono anche le conclusioni.
“non hanno messo a colpo rapine, omicidi o violenze verso alcuno”
Nemmeno gli ex omosessuali.
“un ex-etero”
Grazie, come ho detto prima, la firma vale molto di più di tutto il commento 😀
è proprio vero, non ci sono più gli “omo” di una volta, quelli che vivevano la loro omosessualità senza rompere gli zebedei al prossimo, adesso abbiamo questi personaggi che starnazzano, vanno ai gay pride, fanno le vittime di chissà quali prepotenze altrui, insultano i preti e la Chiesa, sono incazzosi e se la prendono con tutto e con tutti.
http://en.wikipedia.org/wiki/John_Jay_Report#cite_note-FactsMythsQuestions-2
https://docs.google.com/viewer?url=http://www.usccb.org/nrb/johnjaystudy/exec.pdf
Nei casi di pedofilia dei sacerdoti è statisticamente provato che la stragrande maggioranza sia omosessuale,a questo si riferiscono i rapporti della Chiesa!
Purtroppo il vuoto argomentativo e la violenza verbale (che ovviamente sono la manifestazione paradossale di un vuoto di pensiero) di Strega riescono a far presa su molte persone, e questo è veramente preoccupante.
@Francesco: sono 5 giorni che si parla di San Tommaso e della causa prima, ovvero il tuo argomento preferito, e tu non ti fai vivo??? 😉
Ti riferisci all’articolo su William Craig Lane? Purtroppo in questi giorni non ho tempo.
ops ho invertito il nome, fa lo stesso…
Esattamente 😉
I commenti su quel tema sono stati chiusi altrimenti sarei ancora li a rompervi le scatole 😉
I commenti chiudono dopo un tot di giorni.
Concordo con Strega, uno può anche decidere di non essere più omosessuale, ma non significa che questo processo sia più “naturale” che continuarlo ad esserlo. La verità è che l’omosessualità fa ancora tanta paura, soprattutto a chi è stato educato a considerarla una malattia o “una perversione ed un vizio abominevole”, per dirlo con le parole tanto in voga nei circoli religiosi.
Se permetti, Strega non si è limitato a questo. Si è profuso in accuse di ipocrisia, manipolazione, ignoranza “sistemica”. Oltre a una preoccupante presa di posizione verso la fine, sulla definizione di omofobia, che lascia aperta la porta a molte interpretazioni, una delle quali potrebbe includere il reato d’opinione.
Sono piuttosto preoccupato da questo tono e questa violenza verbale, che mi sembra possano spingere alla violenza fisica sicuramente più di un articolo così pacato, e sicuramente più dell’educazione cristiana che io e i miei coetanei abbiamo ricevuto.
Sono daccordo con le tue preoccupazioni sulla violenza verbale degli omosessuali e più in generale sulla crescente insofferenza di molti Paesi anche occidentali nei confronti dei cristiani. Sarebbe interessante avere qualche opinione sl fatto se sia giustificabile o lecito per i cristiani applicare il motto “vim vi repellere licet” e reagire.
Lorenzo non credo proprio che per un cristiano possa mai valere il principio di reagire con violenza alla violenza. Io per primo non lo farei mai. Certo, se parliamo di legittima difesa è un conto, ma essa non deve mai essere superiore all’offesa.
Lorenzo no ha detto unbel niente
Qualcuno stà usando il mio nome per rispondere a nome mio!!!!!
Scusate, mi sono arrabbiato per niente, l’altro nome è maiuscolo.
Scusatemi tutti, non sono un grande esperto…..
Non ti preoccupare… esperto di cosa, poi =) ?
Di come comportarmi in un blog!
Vuoi imparare come ci si comporta in un blog? Rileggi il commento di Strega. E’ un ottimo esempio di ciò che si deve fare in un blog: intimidire l’interlocutore. Ora puoi andare da Beppe Grillo…
Ho problemi di respirazione e, sinceramente, quì ha trovato un’aria buona e che rafforza i polmoni.
Reagire parallelamente, non è solo palesemente contrario alla dottrina cristiana; credo sia anche piuttosto stupido, perché non costruttivo.
Una cosa migliore da fare, secondo me, sarebbe quella di non disperderci. Il che non vuol dire che dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo, tutt’altro; solo che, restando in contatto almeno tra noi, come avviene su blog come questo (che con tutti i suoi buoni difetti rimane uno dei pochi in cui i commentatori cristiani riescono ad essere numerosi), possiamo evitare di cadere vittime di facili generalizzazioni, populismi, cacce alle streghe, che il mondo di Internet partorisce con imbarazzante facilità. Perché affermare che i preti fomentino la violenza, mi sembra che ricada in tutte e tre le categorie sopra citate.
La stessa reazione come proposta culturale è anticristiana. Noi proponiamo, gli altri da secoli si limitano a reagire.
Grazie per la risposta, ma non sono d’accordo sulla tua definizione di omofobia:paura dell’omosessualità? In che senso? Gli omosessuali sono pericolosi? O nel senso di paura per qualcosa che potrebbe danneggiarti come una malattia infettiva? In entrambi i casi il rimedio è semplice: starne alla larga.
Se è possibile. Certo che se introducono nella legislazione delle norme per cui è impedito di ‘starne alla larga’, la paura viene, ma per le norme non per gli omosessuali. Poi sulla statistica della pedofilia ho grossi dubbi.
Essere contro la pedofilia fa moda e si sprecano le parole, così come si sprecano le parole contro la cosiddetta omofobia. Ma a parte la moda sapevo che TUTTI gli omosessuali sono pedofili. Questo sapevo. Tu ribalti la statistica perchè fa moda essere contro la pedofilia. Ma la realtà è un’altra.
“Ma a parte la moda sapevo che TUTTI gli omosessuali sono pedofili. Questo sapevo”
Mi sa che sapevi male…
“Tu ribalti la statistica perchè fa moda essere contro la pedofilia. Ma la realtà è un’altra.”
Perchè, tu sei a favore?
Nicola ma che caspita dici? Come fa un promotore dell’omosessualità e dei matrimoni gay come te a dire che “sapevo che TUTTI gli omosessuali sono pedofili”?? Ma che fonti hai per dire questa stupidata?
E quando mai sarei stato promotore dell’omosessualità e a favore dei mtrimoni gay?
Mi confondi con qualche altro. Io son nicola con la n minuscola.
Effettivamente Adamo ha ragione: il gay è tale solo se si comporta da gay, mentre rimane anatomicamente, fisiologicamente e geneticamente eterosessuale.
Io credo sinceramente che quando qualcuno si innamora, s’innamori della persona, non del suo essere maschio o femmina, o almeno così dovrebbe essere. Personalmente il discorso sui diritti dei gay alla lunga mi annoia, anche perchè aveva un senso qualche decennio fa, mentre ora la discriminazione che subiscono è a livello di quella che potrei subire io dichiarandomi atea (e non mi piace questo termine) ad una conferenza di CL.
E’ vero che spesso è un problema per un omosessuale essere anche cattolico praticante(e ne conosco), dal momento che spesso (cosa molto poco cristiana) viene loro negata l’assoluzione per atti che non riguardano l’orientamento sessuale. Ma questo è un problema con cui bisogna venire a patti se si vuole vivere apertamente la propria sessualità, data la naturale chiusura del mondo cattolico sull’argomento.
Nel tuo commento affronti 3 argomenti essenzialmente e tutti e 3 sono gravemente sbagliati. Vediamo perché.
1° argomento: “quando qualcuno si innamora, s’innamori della persona”
Usando questo argomento vorresti mettere a tacere ogni critica facendo passare il tutto sotto un innocente atto d’amore (“just married”, per capirci). Bisogna far notare che non è sufficiente. Anche il pedofilo si innamora del bambino, non tanto del suo essere maschio o femmina. Questa innocenza dunque non corrisponde a giustizia.
2° argomento: discriminazione.
Faccio notare che per opporti alla discriminazione verso i gay (cosa lecita e giusta) discrimini contemporaneamente i membri di CL. Dunque sei una persona razzista e discriminatrice e dalle persone discriminatrici non si accetta alcun insegnamento morale.
3° argomento: chiusura del mondo cattolico
La tua esperienza (presunta ovviamente e probabilmente falsa dato che sei una persona discriminatrice dei credenti) non vale nulla. Io conosco 500 omosessuali cattolici e praticanti che non hanno alcun problema con la Chiesa. Sono più i miei e dunque il problema non sussiste. Questo giusto per sottolineare il non valore delle testimonianza di parte. Oltretutto è una leggenda popolare. Nichi Vendola (il tuo Nichi Vendola) ha proprio preso posizione su questo dicendo che è molto più facile parlare della sua omosessualità ai sacerdoti piuttosto che al partito politico: https://www.uccronline.it/2010/04/16/nichi-vendola-difende-la-chiesa-sulla-questione-omosessualita/
Lo stesso ha fatto Alfonso Signorini, puoi trovare l’intervista online.
Dunque 3 argomenti assolutamente lacunosi.
Posso chiedere quanti di questi 500 omosessuali sono stati guariti?
Commento inutile perché provocatorio. Il mio era un esempio per far capire come ognuno possa dire “sempre più dell’altro” per poter dimostrare di avere ragione. L’anonimato permette questo.
Scusami ma la mia domanda era seria, pensavo che tu conoscessi realmente 500 gay cattolici, perchè per esserci sappiamo che ci sono tra i cattolici come altrove. Ti chiedevo questo perchè ora che sappiamo che dall’omosessualità si può guarire, immaginavo che non esistessero più gay cattolici, ma solo ex-gay cattolici.
Eppure ho specificato che la questione dei 500 omosessuali era per “per sottolineare il non valore delle testimonianza di parte”. Ognuno può dire sempre più dell’altro. Non so chi ti abbia detto che dall’omosessualità si può guarire. Io non l’ho mai sostenuto. Ci sono senz’altro gay cattolici, alcuni vivranno indipendentemente dalle richieste che la Chiesa fa a loro altri cercheranno di vivere la loro fede secondo la proposta della Chiesa agli omosessuali.
ma come fai a conoscere 500 omosessuali, sono tantissimi! io credo di conoscere 500 persone in tutto o forse meno, e nessuno di loro è omosessuale!
Ancora????? Era un paradosso per far capire che le esperienze personali non valgono nulla sul web dove c’è l’anonimato. Ognuno si può inventare quello che vuole per sostenere la sua tesi.
P.S. non conosco omosessuali, non ne ho mai visto uno.
Si nota… 😉
Pensa che ho addirittura il dubbio se esistano veramente…. 😉
Basterebbe conoscere l’ ABC del cristianesimo per sapere che gli atti omosessuali sono considerati “rapporti sessuali fuori dal matrimonio” e quindi contrari alla volontà di Dio, da confessare in quanto “peccati”.
Il peccato è “malattia dell’anima” che viene CURATA dalla croce di Cristo.
Un omosessuale non è affatto un peccatore, ma i suoi atti lo sono e quindi necessitano della CURA del Medico Gesù Cristo.
Per rispondere alla tua domanda, migliaia e migliaia di peccatori sono stati CURATI dall’azione salvifica di Cristo. Naturalmente per un “ateo” tutto questo non ha alcun senso… come molte cose nella sua vita.
O come la sua stessa vita…
Grazie Adamo per la tua voglia di lottare contro l’arcigaysmo!
Adamo lascia la tua testimonianza assieme a Luca Di Tolve. Quelli dell’Arcigay sono degli squali, non lasciarlo solo contro tutti! Più siete a parlare della vostra esperienza e meglio andranno le cose perchè l’unione fa la forza. Ti abbraccio.
@Sophie..posso chiederti cosa intendi per “lascia la tua testimonianza”? Dove dovrebbe lasciarla? Grazie.
Lasciare la sua testimonianza dal vivo e a viso scoperto.
Io non mi permetto di sentenziare su cos’è giusto o sbagliato, ho solo esposto quanto credo. Che poi il pedofilo “si innamori”, non sono convinta. Fatto sta che si “innamora” di una persona non consenziente o che non ha la maturità per esserlo e se passa ai fatti, commette un abuso. E poi, di cosa sarebbe colpevole un omosessuale?
Secondariamente, l’esempio di CL non era discriminatorio, era solo per far notare che, a volte, si tende a guardare con diffidenza il diverso rispetto ad una maggioranza, il ché (purtroppo) è nell’istinto di molti. Quindi, sarei naturalmente giudicata attraverso preconcetti ad una riunione di CL esattamente come, mi pare, stia facendo tu. Non per questo urlo alla discriminazione.
Infine, Vendola non rappresenta proprio niente per me e può dire quello che vuole. Io ho un amico dichiaratamente gay che soffre per quanto ho scritto più su.
E cosa significa “Io conosco 500 omosessuali cattolici”? sembra stia giocando a chi ne ha di più…
Piuttosto, ti sembra giusto non concedere l’assoluzione perché si è omosessuali?
E sopratutto, basta fare a gara a chi riesce ad avere più ragione.
Cerchiamo di metter su un dialogo costruttivo, non distruttivo.
Finalmente qualcuno che fa un dialogo costruttivo ed esorta gli altri a farlo. Veramente, leggere queste discussioni è una tragedia, che bisogno c’è di voler prevalere anche su chi viene senza nessun’intenzione “malvagia” contro la Chiesa e i cattolici? Brava Iys (a primo impatto mi sembri donna, ti chiedo scusa se ho sbagliato 😛 )
L’unica tragedia è vedere questa sorta di complicità che vuoi creare con chi la pensa come te. Non c’è nessun dialogo costruttivo finché si combatte la discriminazione di alcuni discriminando altri. Come puoi vedere nessuno ha discriminato gli omosessuali nell’articolo e nella quasi totalità dei commenti (dico quasi perché purtroppo c’è anche il commento di Kosmo). L’unica che ha discriminato qualcuno è proprio la persona che stai elogiando, la quale definisce i membri di CL dei “discriminatori di atei” e diffama la Chiesa dicendo che fa soffrire gli omosessuali cattolici (e non).
Al posto di questa patetica forma di collaborazione abbiate davvero il coraggio di essere liberi pensatori senza applicare gli stessi schemi ovunque andate.
Un trucco per aiutarvi? Partite dall’articolo e non dai vostri pensieri su quello che l’articolo in un sito di cattolici dovrebbe dire sugli omosessuali. Partite da quello che c’è scritto e commentate quello. Capiresti che il commento di Lys non c’entra assolutamente nulla con il tema preciso trattato (anche se ha beccato il tema dell’omosessualità) e ancora una volta stiamo parlando di aria fritta. Su cosa si vuole costruire? Sulle chiacchiere?
“Come puoi vedere nessuno ha discriminato gli omosessuali nell’articolo e nella quasi totalità dei commenti (dico quasi perché purtroppo c’è anche il commento di Kosmo)”
E dove e come avredi “discriminato” io? sentiamo.
Hai lasciato intendere che l’omosessualità possa essere una malattia e questo mi pare effettivamente offensivo. Ma se non lo hai fatto chiedo scusa, ho interpretato evidentemente male.
Se avessi letto bene avresti visto che ho solo riportato la (assurda) frase del tizio:
“Se la sessualità è una malattia allora anche l’omosessualità è malattia. Ma se la sessualità non è malattia (e non lo è) anche l’omosessualità non è una malattia”
E sì che l’avevo specificato che ero ironico!
La stessa frase si potrebbe declinare così:
“Se la sessualità è una malattia allora anche giocare con i trenini è malattia. Ma se la sessualità non è malattia (e non lo è) anche giocare con i trenini non è una malattia”
oppure
“Se la sessualità è una malattia allora anche fare la doccia è malattia. Ma se la sessualità non è malattia (e non lo è) anche fare la doccia non è una malattia”
sottolineavo l’assurdità di un sillogismo siffatto.
Stop, ritiro tutto.
Nessuna gara, ma sinceramente sono stufo di queste diatribe e leggende popolari.
1) Il giusto e lo sbagliato esistono, ognuno reputa qualcosa giusto o sbagliato, la neutralità morale non esiste.
2) Il paragone con il pedofilo dovrebbe far capire che non basta zuccherare tutto con le paroline “amore”, “innamorato”, altrimenti la si butta sul sentimentalismo e buonanotte. Quindi è un invito ad alzare il livello, se si vuole dialogare.
3) L’esempio di CL è profondamente discriminatorio dato che ai dipinto un movimento ecclesiale come un gruppo di fanatici intolleranti: “la discriminazione che subiscono è a livello di quella che potrei subire io dichiarandomi atea ad una conferenza di CL”. E’ pura diffamazione da una che è una sedicente militante anti-discriminazione. Forse ti terrorizza il diverso, ma sono problemi che devi risolvere tu.
4) Io invece ho due amici (dunque uno più di te) dichiaratamente gay che non soffrono affatto ad essere cattolici e sono accolti nella chiesa. L’esempio “500 omosessuali” è per fare capire che inventarsi amici sofferenti non serve a nulla. Ognuno avrà amici che confermano la sua tesi. Vendola è invece uno dei pochi cattolici che ha fatto coming out e ha difeso la Chiesa. Entrambi lo possiamo constatare senza chiamare in gioco amici immaginari. Credo che essendo atea e decidendo di stare lontana dalla Chiesa tu non possa entrare a giudicare come la Chiesa si comporta con i propri fedeli. Ti ricordo che comunque hai iniziato il tuo commento dicendo che “non mi permetto di sentenziare su cos’è giusto o sbagliato”, e invece adesso dici ” ti sembra giusto non concedere l’assoluzione perché si è omosessuali?”. Ovviamente quest’ultima è una domanda retorica in quanto tu lo consideri sbagliato e dunque ti contraddici.
Il dialogo esiste solo laddove tu (che lo hai iniziato) sei disposta a mettere in gioco le tue idee e a ritrattarle. Vedo però che oltre a discriminare CL non vai.
Ho notato anch’io questa finta moderazione di lys per cui si finge di essere neutrali, obiettivi, distaccati e poi in realtà si è proprio l’opposto.
Parte dicendo: “spesso (cosa molto poco cristiana) viene loro negata l’assoluzione per atti che non riguardano l’orientamento sessuale”.
E due minuti dopo: “Io non mi permetto di sentenziare su cos’è giusto o sbagliato”.
E ancora: ” ora la discriminazione che subiscono è a livello di quella che potrei subire io dichiarandomi atea (e non mi piace questo termine) ad una conferenza di CL”.
E due minuti dopo: “l’esempio di CL non era discriminatorio, era solo per far notare che, a volte, si tende a guardare con diffidenza il diverso”.
Notare che lei stessa ha terrore della diversità dei membri di CL e li discrimina definendoli ateofobici, sulla base di un esempio con nessuna attinenza al reale.
E chiude come nulla fosse facendo pure la morale:
“Cerchiamo di metter su un dialogo costruttivo, non distruttivo”.
Non capisco davvero cosa si possa costruire con persone del genere.
La butto lì: non so perchè, ma il suo stile di scrittura mi ricorda tanto Giulia… (ok, linciatemi 😛 )
No, no. Ha fatto una gaffe terribile sull’aborto: https://www.uccronline.it/2011/11/30/svizzera-attacco-degli-abortisti-ad-una-marcia-di-difensori-della-vita/#comment-35223 che Giulia non si sarebbe mai permessa dato che si preparava i commenti su word in modo quasi ossessivo 🙂
Ma lys ha anche dimostrato effettivamente buone intenzioni più volte (https://www.uccronline.it/2011/11/30/svizzera-attacco-degli-abortisti-ad-una-marcia-di-difensori-della-vita/#comment-35225), quindi questo appello a un dialogo costruttivo è davvero sincero. Tuttavia non si è accorta (non credo alla sua malafede, com’era con Giulia) di essere comunque poco disposta ad un dialogo sereno, come le hanno fatto notare sia Giovanni che Vauro.
Comunque sappiamo che quando qui c’è qualcuno che davvero ci tiene a confrontarsi in modo sano ci riesce sempre. Vediamo i prossimi passi di lys e Nicola e speriamo in bene.
a volte, leggendo certi commenti, ho l’impressione che ci siano molti che giocano al gioco del “piccolo missionario”. La Chiesa non ha mai rifiutato e respinto nessuno, questo non da quando c’è UCCR ma da 2000 anni a questa parte. Però la persona non credente che si avvicina al questo sito per discutere dovrebbe, come condizione minima, avere un atteggiamento di ascolto (non si pretende l’accettazione) di ciò che si dice. Spesso invece alcuni non credenti scrivono sul sito per attaccare con argomentazioni varie. Se la critica fosse rivolta agli uomini di Chiesa portando argomenti validi sarebbe non solo accettabile ma utile ma non quando si attacca la Chiesa nella sua dottrina o amministrazione dei sacramenti. La condizione minima, a mio parere, è il rispetto della dottrina cattolica anche se non la si condivide. Insistere troppo nel “dialogo” in assenza di questa condizione di partenza mi pare sinceramente inutile. Non so, forse mi sbaglio, ma questa è la mia opinione.
Io credo che sul web non possa esistere dialogo. C’è uno scambio di opinioni che per il 99% delle volte finisce male. Stop.
Se uno uomo cattolico compie atti sessuali fuori dal matrimonio per ottenere l’assoluzione deve essere contrito e prometere di non farlo più, lo stesso per un omosessuale.
Uomo cattolico? Intendevi dire maschio o parlavi di una nuova razza?
Per la dottrina cattolica, l’assoluzione dei peccati è connessa anche al pentimento ed alla promessa di non farlo più, altrimenti l’assoluzione non ha “effetto”.
Ci rinuncio.
Mi sa che nei forum (o quel che è), non c’è spazio per il vero dialogo.
Non solo non avete capito il mio punto di vista e la mia disponibilità, avete proprio travisato tutto ciò che ho scritto (mi riferisco sopratutto a Vauro e Giovanni), non so se per smania di aver ragione a tutti i costi o perché realmente non siete in grado di capire.
Molti di voi si preoccupano troppo di contestare, smontare e cercare di dimostrare di aver ragione ad ogni costo a suon di ragionamenti e citazioni, senza capire che con un buon utilizzo della logica si può dimostrare qualsiasi cosa, mentre io cercavo di confrontare il mio pensiero con il vostro per capire meglio ciò che mi circonda.
Volevo solo andare un po’ più a fondo dei virtuosismi da logica spicciola.
Se mai capiterà, sarò felice di continuare queste discussioni di persona, perché ho paura che ci si trinceri troppo spesso dietro ad uno schermo e che internet non sia terreno fertile per i confronti.
Mi dispiace per le persone che hanno provato a capire e che erano sinceramente disponibili.
E vi rivelo una cosa: io in un qualcosa di sublime, inesplicabile e incomprensibile ci credo, solo che non mi sento di affiliarmi a nessuna religione.
Detto ciò, non credo che interverrò più in queste sterili diatribe, riservando discussioni e confronto alle persone in carne ed ossa.
Capisco che possa essere molto difficile dialogare online e anch’io non ci riesco. Quindi comprendo la tua posizione.
Resta il fatto che tu hai discriminato i membri di CL per difendere gli omosessuali e questa è una cosa che si fa continuamente: discriminare qualcuno per difendere altri. La frase: ““la discriminazione che subiscono è a livello di quella che potrei subire io dichiarandomi atea ad una conferenza di CL” è tua e questa rimane.
Puoi chiedere scusa e si riparte da capo, non vuoi chiedere scusa e allora come puoi pensare che ci sia dialogo? Io non ho nessuna intenzione di passare oltre questa offesa. Metà della mia famiglia è di Cl e partecipa agli incontri e non ci sto che passino per invasati e ateofobi. L’anonimato ti ha spinto a dire queste cose che di persona non diresti mai-
L’onere della prova di essere omosessuali? Basta un laccetto legato al pene mentre si mostrano foto e film ritenute dal soggetto eccitanti o non eccitanti. Se avviene una erezione siamo di fronte ad una persona omo, etero o bisessuale a seconda dell’oggetto che provoca la reazione. Stesso discorso può farsi con l’eccitazione vaginale, che è rilevabile per afflusso di sangue e umidificazione.
Ora, se io mi eccito sempre con uomini, ricordo di averlo sempre fatto, ricordo di aver cercato da piccolo eccitazione in spettacoli che contemplavano la nudità maschile, esattamente come un mio coetaneo etero in spettacoli che contemplavano la nudità femminile dove sarebbe l’onere della prova che dovrei portare?
Anche dichiararsi eterosessuali necessiterebbe di una prova e che questa porva venga retiterata e pubblicamente accertata per essere vera, a meno di non CREDERE che l’eterosessualità sia in assoluto l’unico stato in cui si troverebbe originariamente ogni persona, in assenza di prove a favore.
Non mi avventurerei, peraltro, sulla riduzione dell’omosessualità alla semplice dimensione sessuale, essendo anche composta di una dimensione ROMANTICA e SENTIMENTALE che state trascurando. Affetto, cura e amore sono diffuse tra etero, gay e bisessuali e fanno parte della sessualità di ciascuno.
L’articolo è così pesantemente monco di una definizione che è condivisa da tutti quelli che seriamente trattano dell’argomento.
Da ultimo, vedendo che questo è un sito dichiaratamente cattolico, essere cattolici è una condizione dell’essere o una pratica? Vi chiedo questo perché aver ricevuto un battesimo o essere stato a messa qualche volta non fa di me o di chiunque un cattolico, quindi credo che seguendo il vostro ragionamento chiunque abbia ricevuto il battesimo e non pratichi cessa ipso facto di essere cattolico e cristiano. Eppure voi non la pensate così o sbaglio?
Quanto all’onere della prova, che prove avreste del fondamento stesso delle vostre posizioni: parlo direttamente dell’esistenza di Dio.
La tua prova non dice assolutamente nulla dato che dimostra soltanto che in quel dato momento ci si sta eccitando, senza dimostrare che il soggetto non sia eccitato dall’essere osservatore di una scena erotica e di immaginare una donna al posto di uno degli uomini. Non c’è alcuna prova valida diretta e infatti non è mai stata fatta (il tuo è un esempio, non una citazione). L’omosessualità non è genetica, non esiste un gene gay e non c’è modo di provare che una persona sia veramente omosessuale.
Non è valido il paragone con l’eterosessualità in quanto essa è determinata geneticamente e fisiologicamente dalla nostra natura. Anche negli omosessuali infatti continua a permanere un sistema riproduttivo finalizzato naturalmente, geneticamente e fisiologicamente alla riproduzione eterosessuale. Il corpo maschile e il corpo femminile sono predisposti in tutto e per tutto al concepimento di un nuovo essere e al suo sostentamento, il quale può avvenire soltanto in seguito ad una relazione eterosessuale. Si può concludere che gli omosessuali sono tali solo nella mente e non nel corpo. Ogni paragone dunque è sbagliato, come è sbagliato paragonare gli omosessuali ai neri o ad altri soggetti geneticamente formati.
La dimensione romantica e sentimentale c’entrano molto poco, così come l’affetto e la cura. Tali pratiche avvengono anche tra i pedofili e i minori (consenzienti o meno) e tra gli uomini e gli animali (a maggior ragione chi è affetto da feticismo per essi).
Ad essere “cattolica” (universale) è la Chiesa, fondata sulla successione degli apostoli. I suoi membri sono per cui chiamati “cattolici”. Per essere tali comunque non basta dirlo ai quattro venti ma occorre essere battezzati, accettare le verità di fede proposte dalla Chiesa (il Credo innanzitutto) e praticare attivamente la fede cristiane e cattolica. Tu non rispecchiando queste caratteristiche non sei cattolico anche se sei battezzato.
Dio non è materia scientifica dunque non ha nessun bisogno di essere provato scientificamente. Dimostrare Dio significherebbe poi far diventare sudditi gli uomini, obbligati a riconoscerlo. Annullerebbe la fede e il libero arbitrio.
Altro?
– E se il laccetto non si muove?
– A cosa serve l’eiaculazione nel rapporto tra due uomini e la lubrificazione nel rapporto tra due donne?
– Perché qualcuno ama più gli animali degli uomini?
– Il battesimo può essere cancellato? Il paradiso è solo per i credenti?
– Se Dio fosse dimostrabile, sarebbe ancora Dio?
Su Dio, è meglio lasciar perdere la provocazione… l’appunto sugli animali però è interessante: a questo punto, se la prossima volta che fai il bagno da solo, ti capita di avere un’erezione… rassegnati: sei un “idrosessuale”.
Premesso che non ho nulla contro gli omosessuali e -non me ne si voglia- contro le loro pratiche, ritengo imbarazzanti alcuni aspetti legati alle prime parti del discorso: a cosa varrebbe una simile prova? Ci sono persone che diventano omosessuali a 50 anni dopo essere state sposate e aver avuto figli. Su loro che effetto avrebbe avuto il test a 20 anni? La sessualità è qualcosa di non solamente fisiologico, ma soprattutto attitudinale e culturale, per dubito che dei test di questo tipo abbiano qualche valore. Mi sembra solo un grottesco tentativo di far entrare indebitamente la “scienza” in ambiti che le sono estranei, un po’ come faceva il nostro amico Paolo parlando del NARTH.
Quando chi predica la tolleranza diventa oppressore. Quando un ex gay viene discriminato perchè tale dalla setta dell’arcigay. Guardate cosa succede alla fine della testimonianza di Luca Di Tolve: http://www.ustream.tv/recorded/18884270 Quest’uomo per poter parlare è stato scortato dalla polizia!
Grazie per aver segnalato questo video che dimostra ancora una volta quanto impaurite siano queste persone. Le stesse che volevano bloccare il Festival di Sanremo per impedire a Povia di cantare. Frustrati e impauriti, invidiosi di cambia orientamento.
Caro Mandi, l’invidia per chi con tanta fatica e forza di volontà si fa una nuova vita della quale è padrone e non succube, è una brutta bestia!
Le solite checche isteriche 😉
A me sembra davvero paradossale che presunti ex gay possano dirsi loro discriminati da chi gay lo è e rivendica il fatto di esserlo liberamente. Se si crede che l’omossessualità sia una scelta (a suo tempo evidentemente fatta da chi poi se ne è pentito) è inutile impartire lezioni di morale o di vita ad altri. Giudicare le scelte (se sono scelte) degli altri per cercare di discriminarli e metterli a disagio è davvero una operazione spergevole.
Ma da che mondo esci tu? Parli dei presunti omosessuali quando qui sopra c’è un video che dimostra l’intolleranza pazzesca verso chi è uscito dall’omosessualità e rivendica il fatto di averlo fatto liberamente. L’omosessualità in mancanza di prove scientifiche è una scelta, condizionata da molti fattori.
“Giudicare le scelte (se sono scelte) degli altri per cercare di discriminarli e metterli a disagio è davvero una operazione spergevole”
Bravo, dillo all’Arcigay, che la smetta di impedire agli ex omosessuali di dichiararsi facendo pressione sociale e incutendo paura come ha fatto con Di Tolve.
Buongiorno.
Ho letto il suo articolo, oltre ai numerosi commenti ad esso, e desideravo risponderle.
Premetto che non sono assolutamente d’accordo con ciò che scrive; ciò comunque non significa che non sia disposto a dialogare civilmente.
Non è mia intenzione creare una discussione di carattere scientifico (nonostante ci sia consenso scientifico sulle cause dell’omosessualità e non esista alcun riconoscimento alle “terapie riparative”), ma umano.
Il punto centrale della questione, penso, è la definizione di omosessualità. Da questa definizione si può poi sviluppare un discorso relativo ad essa.
Lei descrive l’omosessualità come “condotta sessuale con lo stesso genere. Un “gay” è una persona che definisce se stessa come colei che mette in pratica (o ha il desiderio di mettere in pratica) tale condotta.”
Ciò non è affatto vero. Questa è la definizione che può utilizzare chi non ha assolutamente compreso cosa voglia dire essere gay. è una definizione parziale, che nella sua parzialità, però, perde totalmente il suo significato. Vivere la propria omosessualità in questa dimensione significa vivere il proprio essere gay in una dimensione puramente passionale, come una inutile trasgressione sessuale priva di qualsiasi significato.
No, non è così.
Essere un ragazzo gay non significa solamente provare attrazione fisica verso il proprio sesso, non significa desiderare il contatto sessuale verso il proprio genere, ma, cosa più importante di qualunque altra, significa innamorarsi di un ragazzo, vedere in quel ragazzo il proprio completamento umano, sentirne la prossimità affettiva come essenziale. L’omosessualità è una forma di normalità. Essere gay non vuol dire affatto essere condannati a non realizzarsi, essere gay non ha nulla a che vedere con i modelli che la gente crede gay. Essere gay non è un modo di vivere la propria sessualità, è un modo di AMARE. è una condizione da riempire di umanità.
Ora mi rivolgo a lei, che si definisce ex omosessuale, consapevole che molti non comprenderanno. Le chiedo come ha vissuto la sua “ex omosessualità”, se come un qualcosa di cui vergognarsi, da reprimere, qualcosa di sporco, di puramente sessuale, oppure se si è reso conto che le sue attrazioni non sono che una parte, un complemento, di una dimensione affettiva ed emotiva profondissima. Lei si è mai innamorato di un ragazzo? Sinceramente, io non credo.
Sono purtroppo moltissimi i ragazzi che, interiorizzando i pregiudizi impartitegli dalla società, sperimentano una serie infinita di sensi di colpa legati al fatto di vivere l’omosessualità come vizio, attraverso la pornografia e la masturbazione, come patologia e come devianza contro la quale non si riesce a fare nulla che in qualche modo risulti efficace. È il meccanismo tipico dell’auto-repressione, del “non voglio essere gay”, delle scelte razionali che tentano di frenare l’istintività, della lotta con se stessi, degli esperimenti sessuali per cercare di avvalorare l’idea di essere etero. Talvolta, alcuni ragazzi, in questa dimensione, pensano di potere, anzi di dovere, darsi da fare per vivere una sessualità gay che di fatto ha perso del tutto la dimensione affettiva, che è diventata una pallida ombra di ciò che era. Sono questi ragazzi che descrivono l’omosessualità solo da un punto di vista sessuale. Non si rendono conto di ciò che hanno cancellato.
Io non so quali siano le cause dell’essere gay, la scienza ancora non lo può spiegare nel dettaglio, ma mi creda non ho scelto io di prendermi diverse cotte da ragazzino, cotte che poi, con il tempo, hanno acquisito una dimensione di maturità prima inedita. Non ho scelto io di desiderare di vivere la mia vita con un ragazzo. Ciò nonostante è quello che desidero più di ogni altra cosa. Quando mi innamoro vivo le stesse identiche sensazioni che provano i ragazzi etero verso le ragazze. Come loro penso, rido, mi diverto, talvolta mi sento solo, gioco, piango, AMO. La mia famiglia rientra perfettamente in ciò che si definisce “famiglia normale”. Sono cresciuto in un ambiente sano, persino cattolico. Non mi è mai mancato nulla affettivamente. Davvero, non so il perché sono gay, me lo dica lei, se è in grado. Allo stesso modo lo spieghi a tutti quegli altri ragazzi e ragazze che hanno vissuto, vivono e vivranno esperienze totalmente differenti dalla mia e, ciò nonostante, sono anch’essi gay.
Non è mia intenzione condizionare e giudicare nessuno, desidero solo vivere la mia vita. E desidero che, in futuro, la mia famiglia sia riconosciuta dallo stato. Niente di più, niente di meno. E così sarà.
Le auguro il meglio.
Buona Domenica.
Leo, grazie per la volontà di dialogare civilmente. Vorrei però correggere alcune cose che dice.
Innanzitutto non si è mai parlato di terapie riparative e nemmeno c’è consenso sull’origine dell’omosessualità. Non c’è un “gene gay” e non si capisce se la predisposizione genetica vada oltre il 30%. Sulle teorie riparative ci sono studi che dimostrano la loro efficacia e la non pericolosità: https://www.uccronline.it/2011/10/03/studio-usa-la-terapia-sugli-omosessuali-funziona-e-non-danneggia/ e si considerino anche le posizioni di due ex presidenti dell’APA: https://www.uccronline.it/2011/11/16/lex-presidente-dellapa-%C2%ABdallomosessualita-si-puo-uscire-lapa-e-solo-politica%C2%BB/
Resta il fatto che Adamo non ha mai parlato di terapia.
Affronta poi il discorso sulla definizione di omosessualità, respingendo la definizione che essa sia un “comportamento”. Eppure mi pare che anche dalle sue parole si dimostri proprio questo: “Essere gay non è un modo di vivere la propria sessualità, è un modo di AMARE. è una condizione da riempire di umanità”. E’ un modo sicuramente più romantico di dire che l’omosessuale è una condotta sessuale/affettiva con lo stesso genere.
Suggerisce che sia la società a creare il disagio negli omosessuali, e invece sappiamo che non è affatto detto. Ci sono studi che dimostrano come il disagio omosessuale permanga negli stessi termini anche in ambienti favorevoli e apertissi ai gay, come Danimarca, Olanda e la città di San Francisco. Sicuramente gli omosessuali subiscono discriminazione, questo non è nemmeno da mettere in dubbio, ma la subiscono anche i cristiani nei Paesi islamici e orientali, la subiscono i neri nelle società razziste ecc…, eppure in queste categorie di persone non si evidenziano le stesse reazioni.
Lei è libero di vivere la sua omosessualità senza bisogno di propagandare la sua posizione e sono contento che faccia così. Lei è felice come tanti coloro che escono dall’omosessualità e tornano eterosessuali. Qui non è in gioco la sua libertà. Infine, vorrei dirle che la normalità non è un concetto scientifico quindi è inutile ricorrere come molti fanno a quello che alcuni scienziati dicono per rassicurarsi. Mi piace di più la sua posizione che parte dall’esperienza personale.
“vedere in quel ragazzo il proprio completamento umano, sentirne la prossimità affettiva come essenziale. L’omosessualità è una forma di normalità”.
Mi permetto, con tutta la delicatezza del caso, di far notare che in questa frase c’e’ una censura implicita.
La sessualita’ in natura (che e’ categoria generale nella quale si ordina anche la sessualita’ umana) ha uno scopo primario evidente ed inequivocabile: la riproduzione.
Secondo la dottrina cattolica (e secondo la sensibilita’ umana) poi, c’e’ un altro scopo: l’unione tra l’uomo e la donna.
Quindi la sessualita’ umana e’ completa quando questi due aspetti sono entrambi presenti
Nell’atto omosessuale inevitabilmente puo’ esser presente solo il secondo elemento.
Da qui la definizione di “attivita’ disordinata”.
Purtroppo per le persone omosessuali questo “difetto” non si aggiusta semplicemente col desiderio di relazione e di “fare famiglia”.
Tant’e’ che la famiglia NON SI FA: le relazioni omosessuali sono tutte, senza esclusione alcuna, sempre infertili.
Fare appello ad una condizione di “famiglia normale” quando la “normalita’” e’eliminata in radice e’ una mistificazione, tanto piu’ crudele quanto piu’ inavvertita o nascosta a se stessi.
Buonasera. Certamente mi aspettavo una obiezione simile : è facilmente prevedibile e non sa quante volte ci si deve confrontare con argomenti analoghi. Sull’argomento si sono spese migliaia di parole ormai. Lei parla della finalità ultima “naturale” della sessualità, ovvero della riproduzione. Non ho nessuna obiezione in merito : è evidente che sia così. Ciò nonostante è innegabile che anche l’omosessualità è presente in natura, così come è altrettanto evidente che, per l’uomo, almeno da quando esso non è più nello “stato di natura”, la sessualità è molto altro piuttosto che un elemento finalizzato alla riproduzione. è un donarsi all’altro, portare piacere, fisico e mentale, alla persona che si ama, oltre che a se stessi chiaramente. è bellissimo. Non c’è niente di male in questo. Vorrei sapere qual’è il suo pensiero sulle coppie eterosessuali che, per un motivo o per un altro, non possono riprodursi. Forse la sessualità non è un elemento altrettanto fondamentale? Sinceramente : a chi importa del fine ultimo, non è certo questo che condiziona e che ha condizionato l’agire umano nella storia. Poi lei parla di coppia uomo-donna e, sostanzialmente, ritiene che possa essere l’unica a definirsi famiglia. Si tratta solo di una definizione formale, priva di qualsiasi contenuto. Forse per lei famiglia vuol dire, prima di ogni altra cosa, questo, ma per me non è così. Io credo che una famiglia, intesa come pura coppia, sia costituita da due persone che, amandosi, donandosi e prendendosi cura l’uno dell’altro, decidono di vivere la propria vita, le proprie felicità e le proprie sofferenze, insieme. Come vede in questo contesto il sesso delle persone è del tutto irrilevante. Le dirò di più : sono “molto più famiglia” le coppie di uomini o donne che rimangono saldamente legate nel tempo piuttosto che le milioni di coppie eterosessuali che nascono senza alcuna base solida e che finiscono, inevitabilmente, per sfasciarsi nel breve periodo. Chiaramente una coppia omosessuale non potrà avere figli, ma non è mia intenzione affrontare l’argomento adozioni, ecc. Vorrei rimanere sul concetto di coppia.
Leo, complimenti per la moderazione. E’ un esempio per tanti.
Lei giustamente dice che l’omosessualità è presente in natura, anche se ancora più giustamente ritiene che non si questo il problema. E sono d’accordissimo con lei. In natura c’è di tutto e di più, ma l’uomo è ben oltre la natura. Già solo dicendo questo lei si sta staccando dal 99% degli omosessuali o omosessualisti (etero pro omosessuali) che affrontano questo tema. Ancora una volta i miei complimenti.
La nostra divergenza è sul concetto di famiglia. La Costituzione è chiara: un uomo e una donna. Non tutte le unioni umane sono famiglia, e sicuramente questo status si completa pienamente con la generazione di un figlio. Cosa che oggettivamente gli omosessuali non possono fare. Secondo me, e lo dico con tutto il rispetto possibile, è famiglia solo la coppia con almeno un figlio. Il resto sono unioni umane, matrimoni.
Io sarei anche disponibile alle unioni civili degli omosessuali, ovvero riconoscendo loro alcune possibilità essenziali. Ma a patto che questo non sia il primo passo verso la legittimazione del matrimonio. Tenga conto che la preoccupazione della Chiesa è questa, ovvero il solito piano inclinato.
Buona Domenica anche a lei Nofex.
La ringrazio per il commento e per le precisazioni, ma ci tengo anche io a precisare qualche punto del mio precedente post. Innanzi tutto sono, ovviamente, d’accordo con lei quando scrive che non è stata ancora individuata una chiara “causa” dell’orientamento omosessuale. La scienza farà giustamente il suo corso e, in futuro, ci sarà maggior chiarezza. Ciò nonostante una grande maggioranza di persone, nella comunità scientifica, ritiene, a seguito di analisi di dati statistici ecc, che tale condizione sia determinata da un insieme di fattori genetici e ambientali da meglio determinare in futuro. Questo è ovviamente importante, perchè esclude la possibilità che si tratti di una libera scelta, come sostenuto da molti (non mi riferisco a questo articolo in particolare). Il consenso della comunità scientifica non costituisce una prova oggettiva o determinante, ma si tratta di un fattore generalmente da tenere in considerazione. Del resto, se ricordo bene, non sono ancora stati identificati i caratteri genetici responsabili del mancinismo.
Concordo anche sul fatto che le terapie riparative non fossero parte dell’articolo, la mia era infatti una brevissima introduzione all’argomento. Di queste non è mi chiara la metodologia e la scientificità. Sono generalmente criticate dalle organizzazioni del settore in moltissimi stati del mondo. Certo, alcuni elementi di queste organizzazioni non sono concordi, ma questo poco significa. Non credo che sia corretto sostenere le opinioni scientifiche di “alcuni” solamente perché le condividiamo, e ignorare quelle della maggioranza perché sottoposte alla pressione della “lobby omosessualista”, la cui esistenza e il cui scopo non mi è ancora chiaro.
Non mi trova invece concorde sulla questione del disagio e della società. Mi pare evidente che esista una chiarissima relazione fra la società in cui si vive, fra l’esistenza di luoghi comuni e di pregiudizi, e l’accettazione del proprio orientamento sessuale. Glielo posso dire anche per esperienza personale. Lei parla di “disagio gay”, ma questo disagio è collegato solo all’essere “diverso” dagli altri. Chiaramente ogni persona, essendo unica, reagisce diversamente alla “diversità” in base alle condizioni in cui si trova. Certamente è possibile che molti ragazzi e ragazze gay siano a disagio con se stesse anche in stati e società molto “civilizzati”, ciò non significa molto a mio avviso. In qualunque condizione può permanere un senso di diversità causante disagio, non si tratta certo di una condizione esclusiva della sessualità. Sarebbe molto interessante osservare le percentuali di questi studi, comunque.
Il paragone che fa con i cristiani è del tutto improprio. Essi, infatti, hanno scelto volontariamente la propria fede e, nonostante si possano trovare in ambienti ostili, non si sentono a disagio con essa poiché hanno deciso di abbracciarla e ne condividono i principi. L’omosessualità non è una scelta volontaria. è un modo di essere che rende la persona molto diversa dalle altre, che spesso è difficile da affrontare, anche in paesi come la Danimarca. Del resto una persona di colore potrebbe sentirsi a disagio ad essere tale, anche vivendo in Italia, (ne conosco una in particolare). Questo cosa significa a suo avviso? Non è possibile giungere a nessuna conclusione generale, ma sempre e solo specifica.
Lei ha pienamente ragione anche quando dice che, sintetizzando, l’omosessualità prevede anche una componente affettiva. Purtroppo questo non è così scontato come potrebbe sembrare. E poi che ci posso fare, sono un romanticone.
Con tutta l’umana comprensione, il tuo ragionamento non fà una grinza memmeno se, con qualche piccolo cambiamento, parlassi in difesa della zooerastia.
Ciò che ho scritto è in relazione ad una tematica ben più ampia e ben definita. Sostituire un termine con un altro, con la finalità di minare l’intero discorso, non porta a nulla. Non credo ci sia bisogno di una risposta più articolata.
Però non hai risposto: se essere gay non è solo una questione sessuale, ma un modo di amare, cos’è la pedofilia o la zooerastia se non un altri modi di amare?
Posso chiederti perché la natura ti ha dotato di gonadi se poi non ti ha dato anche il desiderio di utilizzarne il prodotto in modo appropriato?
La natura è programmata a perpetuarsi e si difende, da quelli come te, causando un malessere interiore che il politicamente corretto di oggi attribuisce ad una cultura intollerante.
L’omosessualità, quando non è un vizio, o ha cause naturali o, molto più spesso, è una malattia e come tale è curabile.
“Non ho risposto” semplicemente perché non mi ha fatto alcuna domanda. Lei parla della pedofilia e della zooerastia come di modi di amare. Io non so nulla in merito, non so cosa provi emotivamente e sentimentalmente un uomo con tali inclinazioni (anche se sarebbe certamente interessante comprendere meglio la situazione), ma mi pare piuttosto evidente che cambi l’oggetto di tale amore. Non faccia finta di non rendersene conto. Nei casi da lei citati non può esistere una vita di coppia, non può esistere un rapporto paritario, non possono esistere tutti quei coinvolgimenti emotivi tipici di una relazione matura e stabile. Non può esistere il rispetto dell’altro. Avere rapporti sessuali con un animale o con un bambino, inoltre, è una VIOLENZA nei loro confronti. Mi spieghi cortesemente quali sono le similitudini con una coppia di persone in cui entrambi i membri desiderano l’altro, fisicamente e sentimentalmente, in cui c’è consenso e desiderio di vivere insieme. Glielo dico io : non c’è alcuna similitudine.
Se la natura fosse “programmata” (ma non lo è) per difendersi dalle persone come me oggi non sarei qui. Il fatto che le stia rispondendo dovrebbe far riflettere.
Lei arriva a credere che la difesa della natura consista nel senso di malessere che avrebbero gli omosessuali! Quanta arroganza nelle sue parole, quanta sicurezza di possedere il vero. Quante sciocchezze. è molto facile generalizzare, non è vero? Ci si toglie facilmente di dosso il problema di affrontare una tematica nel profondo, di pensare e porsi delle domande. Mi limiterò a dirle che sono serenissimo, anche se potessi non cambierei mai me stesso, e lo stesso vale per moltissime persone. Anche le sue assolute verità scientifiche e mediche lasciano totalmente il tempo che trovano.
Buona serata.
Apprezzo molto i toni di discussione con cui ti sei presentato e desidero ardentemente ricambiarli.
Vorrei precisare una cosa rispetto a uno degli ultimi aspetti da te citati. Hai detto che la sessualità non è una scelta, mentre una fede politica o religiosa lo è. Non posso essere del tutto d’accordo: se io ora volessi diventare islamico, buddista o ateo, non potrei farlo, perché sono cosciente delle mie convinzioni e le ritengo valide.
Tuttavia capisco bene cosa intendi: secondo te la sessualità è qualcosa di INELUTTABILE, cioè, secondo te non potrai più cambiare orientamento sessuale in quanto predeterminato, mentre alcune esperienze della vita possono confermare, cambiare, far perdere o far venire una convinzione di fede in un uomo. Io non sono convintissimo che però l’orientamento sessuale sia ineluttabile; non vivo in una campana di vetro, e ho visto persone diventare gay a 50 anni dopo essersi sposate e aver avuto figli, e aver assicurato di aver amato il partner ed essersi sessualmente eccitate da etero; ho letto di persone che sono diventate gay perché affascinate dal loro modo di vivere (questo a Tel Aviv); da qualche tempo ho letto anche di ex-gay. Tutto questo, capisci, fa nascere in me il pensiero che le componenti ambientale, educativa e attitudinale, oltre alle esperienze personali, siano molto significative nella formazione dell’orientamento sessuale.
Non ho altro tempo per altre considerazioni. Ti saluto e ti auguro le migliori cose; buona serata!
Buona serata Daphnos.
Prima di tutto la ringrazio molto per ciò che ha scritto, mi ha fatto molto piacere, e il suo post è indubbiamente molto interessante.
Scrive : ” Hai detto che la sessualità non è una scelta, mentre una fede politica o religiosa lo è. Non posso essere del tutto d’accordo: se io ora volessi diventare islamico, buddista o ateo, non potrei farlo, perché sono cosciente delle mie convinzioni e le ritengo valide.”
Certamente! Ma questo, in primo luogo, significa aver abbracciato le posizioni di una determinata religione, ideologia politica, ecc. Credo sia una differenza sostanziale. Un ragazzo gay, indipendentemente dalla situazione in cui si trova, potrebbe non accettare la sua condizione. è proprio questa la causa di malessere; è questo il motivo per il quale esistono uomini e donne che si battono per i diritti delle persone omosessuali in paesi dove rischiano la pena di morte e, contemporaneamente, esistono moltissimi ragazzi e ragazze che, incapaci di accettarsi, provano un senso di disagio interiore, anche in luoghi dove godono delle stesse possibilità dei loro concittadini. La società gioca un ruolo fondamentale nell’accettare se stessi, ma non è certamente l’unico elemento!
Ha assolutamente ragione su che scrive dopo : molte persone vivono la propria vita e, talvolta “improvvisamente”, iniziano a non sentirsi più a loro agio. Sono indubbiamente situazioni molto delicate e credo sia molto difficile affrontare l’argomento. Istintivamente mi verrebbe da dire che ogni persona ha i suoi tempi : c’è chi sa di essere gay fin da bambino, chi lo scopre durante l’adolescenza, molti mentre affrontano gli studi universitari e, altri ancora, quando si sono ormai già creati una vita. Non so dirle quale sia la causa di questa disparità, specialmente per l’ultima categoria. Certamente credo che alcuni di loro, consapevoli, abbiano scelto comunque di vivere una vita etero. Mi creda, purtroppo sono molti, e penso che sia un gravissimo errore : oltre a danneggiare loro stessi danneggiano anche un’altra persona. Ciò nonostante appare evidente che non per tutti sia così. Le ripeto, non so spiegarle le cause di questo comportamento. Limitatamente alla mia esperienza, posso dirle che io ho affrontato la mia omosessualità fra i 15 e i 16 anni, ed è stata piuttosto dura. In realtà, guardandomi indietro, credo che fosse già qualcosa che era sotto i miei occhi sin dall’asilo o dalle elementari, ma non me ne sono mai accorto. Ero innocentemente disperso. Quale è stata la causa che mi ha portato a pormi delle domande? Una profonda amicizia durata anni, in un periodo critico come l’adolescenza. Alcuni citerebbero termini come “omosessualità repressa” o, meglio ancora, “omosessualità latente”, ma non voglio parlare di argomenti che conosco solo limitatamente. La stragrande maggioranza della comunità scientifica, in ogni caso, è concorde nel sostenere che la sessualità di una persona non sia una scelta e/o modificabile nel tempo.
Considerando l’ora, ormai le auguro buona settimana.
Rispondo anche qui già che ci sono.
Tenga conto che sono gli stessi omosessuali la maggioranza delle volte a non volersi accettare. Dare la colpa alla società non aiuta molto il problema, bisogna tenere anche aperta la possibilità che sia la loro coscienza/natura a rifiutare l’orientamento. Questo non accade per l’eterosessualità, infatti in essa non abbiamo “l’attrazione sessuale indesiderata” e nessuno chiede aiuto per diventare gay.
Sull’ultima questione lei ha trattato solo gli ex-omosessuali, ma come diceva Daphnos, se l’orientamento sessuale è immutabile, come si spiega un uomo che con moglie e figli che ad un tratto diventa gay?
Leo, purtroppo non siamo d’accordo. Cito le sue frasi che non condivido.
“Ciò nonostante una grande maggioranza di persone, nella comunità scientifica, ritiene, a seguito di analisi di dati statistici ecc, che tale condizione sia determinata da un insieme di fattori genetici e ambientali da meglio determinare in futuro”
Non c’è nessunissima convergenza di opinioni, si prospetta che vi sia il 30% di predisposizione e il resto venga dall’educazione e dall’ambiente. Lo dimostrano le ricerche svolte sul comportamento sessuale dei gemelli omozigoti (tutti i geni uguali e con la stessa struttura biologica), allevati nella stessa famiglia, nello stesso ambiente sociale e a stretto contatto l’uno con l’altro. In circa la metà dei casi se uno sceglie l’omosessualità, l’altro gemello rimane eterosessuale. ovvero il 48% dei gemelli omozigoti, allevati assieme, mostra orientamenti sessuali opposti quando uno dei gemelli ha scelto un comportamento di tipo omosessuale.
“Non credo che sia corretto sostenere le opinioni scientifiche di “alcuni” solamente perché le condividiamo, e ignorare quelle della maggioranza perché sottoposte alla pressione della “lobby omosessualista”, la cui esistenza e il cui scopo non mi è ancora chiaro”.
Il ragionamento è corretto. Tuttavia è l’APA che domina su questo argomento e gli altri enti si adattano di volta in volta. Comunque resta il fatto che centinaia di persone sono uscite dall’omosessualità grazie a terapie di vario tipo. Questa è la realtà, ben più forte delle dichiarazioni dell’APA. Ex omosessuali sposati e con figli sarebbero ancora omosessuali? Davvero vogliamo sostenere questo?
“l paragone che fa con i cristiani è del tutto improprio. Essi, infatti, hanno scelto volontariamente la propria fede”
Questo è vero, ma parte ancora dal fatto che l’omosessualità sia una condizione genetica. Ma non è un’affermazione scientifica.
E possiamo comunque parlare di condizione genetica come il colore della pelle. Non mi pare proprio che i neri in questi ultimi due secoli siano diventati famosi per altissimo tasso di “suicidi, abuso di droga, alcool, depressione ecc..”. Eppure sappiamo benissimo quanto sono stati (ancora oggi) discriminati.