Chiesa, sessualità e metodi naturali: un convegno a Verona

Tutti i sostenitori della leggenda anticlericale del “sesso solo per fini riproduttivi” avrebbero dovuto partecipare all’Evento formativo intitolato “Quale orizzonte per la sessualità? Mappe, bussola, strumenti e metodi nella via dell’amore” ed organizzato dalla Confederazione Italiana dei Centri per la Regolazione Naturale della Fertilità (CICRNF) a Verona, dal 18 al 20 novembre 2011.

L’Evento ha coinciso con la celebrazione dei 20 anni di attività della Confederazione che, dal 1991, riunisce le Scuole di Formazione dei tre principali metodi naturali diagnostici per la conoscenza della fertilità e infertilità umana (il metodo dell’Ovulazione Billings, il metodo Sintotermico secondo Roëtzer e il metodo Sintotermico secondo Camen), coinvolgendo, tra sensibilizzatori, educatori e insegnanti dei metodi naturali, circa 1000 operatori sul territorio nazionale. Il Seminario si è basato su un susseguirsi di laboratori, finalizzati sopratutto all’educazione dei formatori (“che sappiano educare alla bellezza della sessualità”), all’antropologia, alla psico-pedagogia dei rapporti affettivi e della sessualità, sull’ideologia del gender, “esito di un riduttivismo antropologico e di un volontarismo filosofico che, proclamando la libertà sganciata dalla verità, non solo “rende fluidi i confini tra i generi sessuali”, ma contribuisce anche ad annebbiarli e a frantumarli”.

La CICRNF, come si legge sul suo sito web (www.confederazionemetodinaturali.it), raccoglie attualmente varie Scuole italiane che con origini, storia e metodologie diverse, sono da anni impegnate nella formazione di Insegnanti dei Metodi Naturali. La Confederazione, attraverso i suoi centri, nati tra gli anni ‘70 e ‘80 , ha radici nell’enciclica “Humanae Vitae”, di Paolo VI laddove si invitano le coppie a farsi “guide di altri sposi” (H.V., 26) e gli operatori sanitari a considerare “come proprio dovere professionale quello d’acquistare tutta la scienza necessaria in questo delicato settore, al fine di poter dare agli sposi che li consultano i saggi consigli e le sane direttive, che questi da loro a buon diritto aspettano” (H.V., 27). In questo contesto il termine “naturale” che connota la regolazione della fertilità si riferisce al comportamento sessuale della coppia, la quale, per mezzo dell’individuazione del periodo fertile e dei periodi sterili del ciclo mestruale, è in grado di realizzare la sua vocazione all’amore fondando il suo comportamento “nella natura stessa della persona umana e dei suoi atti” (G.S., 51) e rispettando il significato unitivo e procreativo dell’atto coniugale, il quale per sua intima struttura, “mentre unisce profondamente gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell’essere stesso dell’uomo e della donna” (H.V., 12).

E’ possibile approfondire il pensiero della Chiesa sulla sessualità nel matrimonio e sui metodi naturali, al di là delle tante leggende create ad hoc, leggendo il messaggio che Benedetto XVI ha inviato in occasione del Congresso Internazionale “Humanae Vitae” del 3-4 ottobre 2008: «la conoscenza dei ritmi naturali di fertilità della donna diventa importante per la vita dei coniugi. Questi metodi consentono alla coppia di amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto nella natura umana senza turbare l’integro significato della donazione sessuale […]. Questi metodi che rispettano la piena verità dell’amore dei coniugi richiedono una maturità nell’amore che non è immediata, ma comporta un dialogo e un ascolto reciproco e un singolare dominio dell’impulso sessuale in un cammino di crescita nella virtù». Molto interessante riteniamo la riflessione del compianto Bruto Maria Bruti, docente di psicopatologia dei comportamenti sessuali presso l’Università Europea di Roma.

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20 commenti a Chiesa, sessualità e metodi naturali: un convegno a Verona

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  1. Algophagitis-IV ha detto

    Sono leggermente perplesso.
    La Bibbia vieta di avere relazioni sessuali con una donna in periodo mestruale (Lev. 18,19: Non t’accosterai a donna per scoprir la sua nudità mentre è impura a motivo dei suoi corsi).
    I rapporti sessuali tra persone non più fertili invece sono inutili (non soddisfano il fine dell’ atto), quindi ,essendo fatti solo per il piacere, sono illeciti. Il piacere sessuale non è un fine in se.
    Non conosco abbastanza l’ argomento, ma superficialmente questi metodi mi sembrano una sorta di scappatoia.

    • lorenzo ha detto in risposta a Algophagitis-IV

      “…quindi ,essendo fatti solo per il piacere, sono illeciti. Il piacere sessuale non è un fine in se.”
      Scusa, a quali “norme religiose” fai riferimento?

      • Algophagitis-IV ha detto in risposta a lorenzo

        La legge divina vieta :
        I) i comportamenti sessuali contro natura (sodomia, atti parasessuali ecc..), che non sono fini alla riproduzione.
        II)L’ adulterio (cioè sesso fuori dal matrimonio)
        Ne consegue che la riproduzione fuori dal matrimonio non è contro natura, ma è un peccato (adulterio).
        Il piacere sessuale non può essere un fine in se, poichè non rientra nel servire Dio e rientra nella lussuria. Il piacere sessuale è visto come servizio alla divinità solo in alcune religioni pagane. La legge divina condanna questo (prostituzione sacra).
        Infine, il piacere sessuale considerato da solo, è naturale (perchè collegato alla riproduzione), ma è la ricerca del piacere ,la venerazione di esso il peccato (come venerazione di una divinità (infrazione del 1° comandamento)).
        Ogni azione è riconducibile o al servire Dio o andare contro di Lui. Ho spiegato che ,se si considera il perseguimento del piacere sessuale come peccato, allora ovviamente il sesso senza riproduzione è sbagliato; se invece si considera il perseguimento del piacere come servizio a Dio, allora si cade nell’ eresia e blasfemia.
        Non so se mi sono spiegato.

        • J.B. ha detto in risposta a Algophagitis-IV

          Quella è la legge di Mosè e dl popolo ebraico, ma chi ha esperienza di Bibbia sa che essa è calata nella storia e nel divenire di un’evoluzione culturale progressiva, per cui è lecito dire che la legge presente nei Leviti si addice più alle popolazioni in cui venne calata che nelle nostra. Gesù stesso confuterà alcuni insegnamenti della legge di Mosè.
          per cui la Bibbia andrebbe letta con questa consapevolezza, ci sono insegnamenti che vengono dati un tempo, ma che poi divengono obsoleti perchè gli uomini gli hanno già digeriti. Un esempio? Nessuno leggendo “occhi per occhio” si metterebbe a menare il prossimo perchè lo dice la Bibbia e poi il giorno dopo legge “porgi l’altra guancia” e si va dare sberle da tutti :). Premessa a parte la dottrina sociale nasce come guida per la vita del cristiano nella società rispetto agli insegnamenti DEL VANGELO. Gesù nn dice di stare attenti alle mestruazioni, ma dice di rispettare corpo e volontà 🙂

    • Leonardo Paolo Minniti ha detto in risposta a Algophagitis-IV

      Ma la Bibbia è diversa dalla morale cattolica, i vari divieti sono oggi tenuti in considerazione dall’ebraismo ma la teologia cattolica ha messo le basi sul Nuovo Testamento, innanzitutto. E’ questo che ha segnato il compimento dell’Antico.

      Quando dici che i rapporti tra persone non più fertili (dopo la menopausa) sono inutili e dunque sbagliati non è vero. Rientrano nell’atto di amore e di reciproco dono di cui il matrimonio è il custode. Prova a chiedere un approfondimento al tuo parroco, dato che sicuramente nel corso fidanzati affronterà l’argomento.

      So bene che ci sono dubbi perché molti teologi per opporsi alla devastante rivoluzione sessuale sono diventati ambigui e poco chiari, per cui è emersa tanta confusione. Per questo sono così validi questi articoli.

      • Algophagitis-IV ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

        In effetti uno dei punti più conflittuali è su cosa mantenere delle norme del vecchio testamento.
        Quanto al sesso come atto d’ amore sono molto scettico, mi sembra che sia il portato di un’ etica secolare edonista.
        La Bibbia esalta l’ unione fra uomo e donna come unione degli opposti complementari che porta alla generazione di nuova vita.
        Il ragionamento che pone il sesso come atto d’amore è pericoloso perchè può portare a legittimare l’ adulterio e cose più gravi, specialmente in una società come la nostra.
        P.S.Comunque grazie per il consiglio.

    • Matteo ha detto in risposta a Algophagitis-IV

      ma noi mica siamo ebrei, siamo cattolici, dovremmo seguire il vangelo, non la bibbia!!! o no?

      • Algophagitis-IV ha detto in risposta a Matteo

        [(Mt5,17-19) Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti…]
        Comunque nell’ ebraismo moderno (talmud)molti precetti sono stati cancellati o sostituiti. L’ antico testamento è ancora valido per i cristiani, non è stato sostituito, ma la legge divina, esposta in questo ,è stata “vissuta” e portata a compimento nel Nuovo.

        • Dario ha detto in risposta a Algophagitis-IV

          Appunto, portata a compimento significa potata da tutti i fronzoli inutili e ridotta a ciò che realmente conta, non pensare che estrapolando una qualsiasi frase del Vangelo dal suo contesto tu possa distorcerlo a tuo uso e consumo…

    • Dario ha detto in risposta a Algophagitis-IV

      Ci sono un sacco di regole a cui si attenevano gli ebrei che i cristiani non sono tenuti ad applicare, vuoi qualche esempio? Circoncisione, non mangiare carne di suino, ecc. Dovresti informarti un po’ meglio

  2. Raffaele ha detto

    Ma infatti avere rapporti sessuali in base al ciclo cmq non significa averli durante la fase mestruale del ciclo. E’ una cosa che a senso si capisce da sè che non dovrebbe avvenire, non c’è bisogno della Bibbia, essendo condizione fisiologicamente non predisponente. E’ proprio dopo la fase mestruale (dai 3 ai 6 giorni, 5 in media) che c’è un periodo di tempo (dai 9 ai 16 giorni, 9 in media), la fase estrogenica del ciclo, in cui la donna non è fertile in quanto non ancora presente la cellula ovulo derivata dalla maturazione del follicolo ooforo mediante l’ovulazione. I metodi naturali servono proprio a capire quando si passa dalla fase mestruale a quella estrogenica a quella progestinica (quest’ultima è quella post-ovulatoria, quindi fertile e dura sempre 14 giorni), essendo le prime 2 fasi di durata variabile da persona a persona e, anche se a minor variabilità, anche tra successivi cicli (in quest’ultimo caso in realtà dipende anche da fattori esogeni o endogeni che possono variare anche di molto la durata delle fasi). Per quanto riguarda i rapporti sessuali tra persone non + fertili evito di rispondere, in quanto l’affermazione denota palesemente la non conoscenza dell’argomento e pertanto necessita di un ripasso di morale sessuale.

    • Algophagitis-IV ha detto in risposta a Raffaele

      Ti ringrazio per avere specificato la questione del ciclo. Comunque se fai sesso per evitare il fine riproduttivo significa che stai solo perseguendo il piacere personale. Mi potresti spiegare cos’è (e qual’ è)la morale sessuale?

      • Laura ha detto in risposta a Algophagitis-IV

        Guarda che la redazione ha linkato due strumenti di approfondimento che vale la pena di utilizzare secondo me. Comincia da questo: http://holyqueen.altervista.org/bruti04.htm

      • lorenzo ha detto in risposta a Algophagitis-IV

        E’ un aiuto che la Chiesa offre, a chi è disposto ad accoglierlo, per non trasformare un dei doni di Dio in banalità, complesso o sporcizia.
        La morale sessuale può aiutare, ad esempio, a “liberarsi da quelle forti tendenze all’egoismo e da tutti quei disordini psicologici che rendono gli atti sessuali freddi e distaccati, malinconicamente fine a se stessi, atti che non portano ad una vera unione delle persone ma sono soltanto forme di masturbazione che conducono a due piaceri solitari i quali non coinvolgono il cuore e non sono la conseguenza di una piena manifestazione di tenerezza e di amore.”(tratto dal sito indicato dalla redazione e ribadito da Laura)

      • Raffaele ha detto in risposta a Algophagitis-IV

        Certamente non è possibile spiegare la morale sessuale della Chiesa qui sopra, esistono in materia encicliche intere, perchè c’è molto da dire. Però siccome mi chiedi una cosa a cui tengo molto, ti fornisco un link che riguarda una domanda che in parte c’entra molto con l’articolo che stiamo commentando. Qui puoi trovare un sunto di quella che è la cosiddetta morale sessuale e matrimoniale della Chiesa, così quantomeno hai una minima idea.

        http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=96

        Ti invito a leggere dal punto 4 in poi. Ti premetto che l’argomento è molto delicato e sottile, quindi cercherò di spiegartelo nel migliore dei modi, però non so se riuscirò a farmi capire, xkè ci sono delle finezze, delle sottili differenze che non è facile far cogliere, né cogliere. Innanzitutto leggendo i tuoi post ho visto che hai interpretato in modo non corretto l’articolo. Lo si capisce già quando dici “essendo fatti solo per il piacere, sono illeciti. Il piacere sessuale non è un fine in se” . Attenzione!!! Qui nessuno ha mai detto che se non sono fatti x procreare sono fatti per il piacere. Se fosse così infatti avresti ragione tu. Dire infatti che il sesso x la Chiesa non ha solo il fine procreativo o riproduttivo che dir si voglia, non vuol dire che ne ha uno ludico, di piacere e che tu persegui o l’uno o l’altro. Le finalità di un atto sessuale sono 2: procreativa ed unitiva. Finalità unitiva e finalità edonistica (o ludica o di piacere, chiamiamola come vogliamo) sono 2 cose diverse e dopo ti spiego il perché. Prima però bisogna precisare che è scorretto parlare di finalità, in realtà dobbiamo parlare di significati degli atti coniugali (o sessuali), non di finalità degli atti coniugali. Può sembrare la stessa cosa, ma non lo è. La procreazione e l’unione infatti non sono FINI dell’atto sessuale ma CONSEGUENZE di esso. Il fine dell’atto sessuale è l’amore condiviso fra i 2 partner e Dio. Il sesso è infatti una gara a chi ama di più, a chi coccola di +, a chi accarezza di +, a chi da + piacere al proprio partner. Quindi il fine non è l’egoistica ricerca del piacere. Il fine dell’atto è l’amore, io mi unisco a te x amarti, non x darti o darmi un bambino, non perché voglio soddisfare il mio desiderio sessuale. Ecco perché più che di fine è sicuramente + corretto parlare di significati dell’atto coniugale. Dicevamo che tale atto ha 2 significati, quello procreativo e quello unitivo. Questi 2 aspetti sono inscindibili. Riporto dal link x farti capire meglio perchè:

        Ma poiché questi obiettivi vengono raggiunti mediante atti che di loro natura sono ordinati alla procreazione, la Chiesa insegna che si va contro il comandamento di Dio se questi atti vengono spogliati della loro finalità procreativa.
        Paolo VI nell’enciclica Humanae Vitae ha parlato di “connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo… Infatti, per sua intima natura, l’atto coniugale, mentre unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi scritte nell’essere stesso dell’uomo e della donna” (HV 12).
        E ha aggiunto: “salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l’atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore e il suo ordinamento all’altissima vocazione dell’uomo alla paternità” (HV 12).

        Bada bene come il Papa non parli mai di finalità, ma di significati, di aspetti e questo non è casuale. Questa è una preliminare precisazione, secondo me fondamentale perché intanto abbiamo chiarito che non si fa sesso x piacere, ma x amore dell’altro. Se fatto x piacere è un gesto di egoismo e quindi è peccato. Se fatto x amore e quindi x dare piacere fisico, psichico, sentimentale e affettivo all’altro, in una sorta di gara a chi + dona all’altro, l’atto coniugale è il gesto di massimo altruismo elevato all’ennesima potenza. Capisci bene che le differenze sono sottili, ma sostanziali ed enormi, perché fare l’amore in un modo o nell’altro non è proprio la stessa cosa,anzi, sono 2 mondi completamente diversi, fatti con tempi, modalità, sentimenti e disposizioni completamente diversi. Ora detto questo, bisogna precisare che il piacere da te citato non va certamente demonizzato. Riprendo dal link:

        Il Concilio Vaticano II ha ricordato che “gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi” (Gaudium et spes, 49).
        Ma già Pio XII aveva detto: “Il Creatore stesso… ha stabilito che nella reciproca donazione fisica totale gli sposi provino un piacere e una soddisfazione sia del corpo sia dello spirito. Quindi, gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro. Tuttavia gli sposi devono saper restare nei limiti di una giusta moderazione” (discorso del 29 ottobre 1951).

        Insomma se il Signore ci ha donato degli organi genitali fatti in modo tale da darci un così intenso piacere fisico, un motivo ci sarà, no? Questo perché evidentemente ha voluto rendere l’atto coniugale una cosa talmente bella, talmente grande, talmente elevata, che lo ha fatto in modo tale che ci sia un coinvolgimento piacevole massimo non solo del cuore, dell’animo, della mente, ma anche del corpo. In questo modo nell’atto coniugale la persona è coinvolta TUTTA, nella sua interezza nell’atto stesso, si dona cioè TUTTO, in ogni sua “componente” all’altro. Bellissimo direi, incantevole! Per cui non dobbiamo assolutamente vergognarci di parlare di piacere sessuale, anzi, è dono del Signore e come tale va elogiato e considerato. È chiaro però che, ritornando al discorso di prima, il piacere non deve essere il FINE del rapporto, ma la CONSEGUENZA. Se il piacere è il fine (cioè mi unisco xkè mi da piacere) stiamo peccando di edonismo. Ora alla luce di tutto ciò penso che sia + facile parlare della differenza tra significato unitivo e significato ludico. Significato ludico significa coinvolgimento del solo corpo, cioè ricerca del piacere fisico. Non è quindi un dono totale come dovrebbe essere, anzi è una disgiunzione che faccio tra corpo e tutto il resto, x cui metto al centro di tutto il mio corpo che diventa il protagonista di un atto di egoismo a scapito dell’altro che non riceve ciò che avrebbe ricevuto se non ci fosse questo fine. Significato unitivo significa invece che l’atto coinvolge tutte quelle dimensioni di cui sopra, non solo il corpo e quindi è il + intenso gesto di altruismo possibile. Il termine unitivo sta a significare “che unisce”…ma xkè unisce? Non è solo un unione dei corpi, delle menti e dei cuori. È anche un’unione in termini di affiatamento. Mi spiego meglio. L’atto coniugale visto come un gareggiare a chi si dona di + è la + bella palestra di affinità che noi possiamo praticare. Qui si dovrebbe entrare nei dettagli dei rapporti di amore e diventa difficile spiegarmi, però diciamo che durante il sesso la donna impara a capire meglio cosa + piace al marito e viceversa l’uomo impara a capire meglio la moglie. Insomma i 2 si conoscono meglio e da ciò ne deriva un maggiore affiatamento, una maggiore intesa. Perché a furia di fare insieme l’amore, vien da sé che un po’ alla volta l’uomo capirà sempre + e sempre meglio la moglie e viceversa. Insomma la coppia si capisce al volo, xkè si esercitano a capirsi l’un l’altro non solo nella vita di tutti i giorni, ma anche a letto.
        Ecco questo, sebbene sia molto lungo, è in realtà un piccolo sunto della morale sessuale e matrimoniale della Chiesa Cattolica. Più o meno, x grandi linee ti ho illustrato qualche concetto importante.

      • Raffaele ha detto in risposta a Algophagitis-IV

        A questo punto però ancora rimane irrisolta la tua affermazione “se fai sesso per evitare il fine riproduttivo significa che stai solo perseguendo il piacere personale”. In realtà la tua affermazione è errata x un motivo molto semplice. Seguire i metodi naturali non significa evitare il fine riproduttivo. Intanto non si può parlare di fine, semplicemente xkè quello riproduttivo (alias procreativa) è una conseguenza dell’atto, non un fine. Detto questo, il significato procreativo dell’atto non viene meno con i metodi naturali, attenzione!! I metodi naturali servono a regolare la fertilità in modo naturale, ma il ciclo mestruale non è così schematico, rigido. Mi spiego meglio. Fare l’amore durante la fase estrogenica, cioè quella infertile non ti da affatto la certezza di non avere figli. La cosa del ciclo è solo una cosa orientativa, però attenti, capitano situazioni, + o – rare a seconda di quanto rispettivamente ci allontaniamo o avviciniamo all’ovulazione, in cui pur facendo sesso in fase estrogenica, la donna rimane incinta. Questo perché cmq c’è l’annidamento degli spermatozoi nelle creste vaginali ove essi vengono nutriti dal muco vaginale, x cui anche dopo 3-4 giorni dal rapporto, spermatozoi dalla vagina possono attraversare la cervice, passare in utero e raggiungere la cellula uovo. È un discorso di probabilità, però tutto questo x dire che non esiste un atto sessuale a rischio 0 di fare un bambino. Non esiste. Esistono solo dei mezzi che riducono le probabilità, ma non le annullano. E quindi se io faccio l’amore con mia moglie durante la sua fase estrogenica non è escluso affatto il significato procreativo, perché da quel rapporto può cmq nascere un bambino. Così come se io faccio l’amore durante la sua fase progestinica non è affatto detto che rimanga incinta. Possiamo solo dire che nella fase progestinica c’è moltissima + probabilità della fase estrogenica, ma in realtà l’aspetto procreativo non viene mai meno, c’è sempre e comunque. Così come non viene mai meno neanche con pillole o preservativi o spirali, che però sono pezzi di plastica, di metallo che artificialmente ci dividono dal partner e che rendono artificiale ciò che di + bello e naturale esiste sulla terra (la pillola invece altera il normale assetto ormonale della donna simulando una gravidanza e inibendo quindi il ciclo, altro artificio), altro peccato x il quale dovremmo aprire un discorso a parte. Ad ogni modo Paolo VI in Humanae Vitae dà una risposta anche + chiara su questo (http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_25071968_humanae-vitae_it.html):

        Liceità del ricorso ai periodi infecondi
        16. A questo insegnamento della chiesa sulla morale coniugale, si obietta oggi, come osservavamo sopra (n. 3), che è prerogativa dell’intelligenza umana dominare le energie offerte dalla natura irrazionale e orientarle verso un fine conforme al bene dell’uomo. Ora, alcuni si chiedono: nel caso presente, non è forse razionale, in circostanze così complesse, ricorrere al controllo artificiale delle nascite, se con ciò si ottiene l’armonia e la quiete della famiglia e migliori condizioni per l’educazione dei figli già nati? A questo quesito occorre rispondere con chiarezza: la chiesa è la prima a elogiare e a raccomandare l’intervento dell’intelligenza in un’opera che così da vicino associa la creatura ragionevole al suo creatore, ma afferma che ciò si deve fare nel rispetto dell’ordine da Dio stabilito. Se dunque per distanziare le nascite esistono seri motivi, derivanti dalle condizioni fisiche o psicologiche dei coniugi, o da circostanze esteriori, la chiesa insegna essere allora lecito tener conto dei ritmi naturali immanenti alle funzioni generative per l’uso del matrimonio nei soli periodi infecondi e così regolare la natalità senza offendere minimamente i principi morali che abbiamo ora ricordato. La chiesa è coerente con se stessa, sia quando ritiene lecito il ricorso ai periodi infecondi, sia quando condanna come sempre illecito l’uso dei mezzi direttamente contrari alla fecondazione, anche se ispirato da ragioni che possano apparire oneste e gravi. Infatti, i due casi differiscono completamente tra di loro: nel primo caso i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale; nell’altro caso essi impediscono lo svolgimento dei processi naturali. È vero che, nell’uno e nell’altro caso, i coniugi concordano con mutuo e certo consenso di evitare la prole per ragioni plausibili, cercando la sicurezza che essa non verrà; ma è altresì vero che soltanto nel primo caso essi sanno rinunciare all’uso del matrimonio nei periodi fecondi quando, per giusti motivi, la procreazione non è desiderabile, usandone, poi, nei periodi agenesiaci a manifestazione di affetto e a salvaguardia della mutua fedeltà. Così facendo essi danno prova di amore veramente e integralmente onesto.

        Da questo testo puoi capire un altro motivo x cui è lecito ricorrere a tali metodi. Per una forma di responsabilità verso la prole. Se noi sfornassimo figli a gogò non saremmo responsabili nei confronti dei figli stessi, xkè non avremmo tempo, soldi, pazienza e testa di educarli. Insomma è bene che a decidere sia il desiderio della coppia (che ne vorrebbe un certo numero) in accordo col volere di Dio (che te ne dà quanti ne vuole lui, non necessariamente il numero desiderato dalla coppia). E tra 2 sterili allora come la mettiamo? Ti rimando al link:

        due persone possono amarsi anche senza procreare un figlio? E le coppie sterili possono avere una vita sessuale non considerata peccaminosa?”.

        Già Pio XI, nell’enciclica Casti connubii del 1930, scrive: “Né si può dire che operino contro l’ordine della natura quei coniugi che usano del loro diritto nel modo debito e naturale, anche se per cause naturali, sia di tempo sia di altre difettose circostanze, non ne possa nascere una nuova vita. Poiché nello stesso matrimonio si contengono anche fini, come il mutuo aiuto e l’affetto vicendevole da fomentare e la quiete della concupiscenza, fini che ai coniugi non è proibito volere, purché sia sempre rispettata la natura intrinseca dell’atto e per conseguenza la sua subordinazione al fine principale”.
        Pio XII nel discorso alle ostetriche del 29.10.1951 ha detto: “I coniugi possono far uso del loro diritto matrimoniale anche nei giorni di sterilità naturale… Con ciò essi non impediscono né pregiudicano in alcun modo la consumazione dell’atto naturale e le sue ulteriori naturali conseguenze”.
        Tale insegnamento è stato ribadito ripreso da Paolo VI nell’Humanae vitae: “Questi atti… non cessano di essere legittimi se, per cause indipendenti dalla volontà dei coniugi, sono previsti infecondi, perché rimangono ordinati ad esprimere e consolidare la loro unione. Infatti, come l’esperienza attesta, non ad ogni incontro coniugale segue una nuova vita. Dio ha sapientemente disposto leggi e ritmi naturali di fecondità che già di per sé distanziano il susseguirsi delle nascite” (HV 11).
        Tuttavia, come ricorda Giovanni Paolo II: “la persona non può mai essere considerata un mezzo per raggiungere uno scopo; mai, soprattutto, un mezzo di “godimento”. Essa è e dev’essere solo il fine di ogni atto. Solo allora corrisponde alla vera dignità della persona” (Gratissimam sane, lettera alle famiglie, 12).

        Spero solo di essere riuscito a farmi capire e di non aver sbagliato niente, visto che la sottigliezza degli argomenti richiede di non sbagliare neanche un termine. Ad ogni modo se vuoi andare sul sicuro, le parole dei Papi, le Encicliche, le Catechesi, ecc, sono uno strumento molto + attendibile delle mie parole. Ti saluto e scusa la lungaggine, richista x queste cose.

        • Algophagitis-IV ha detto in risposta a Raffaele

          Ti ringrazio molto per la spegazione. Guarderò anche gli approfondimenti.
          Come ho già detto, non sapevo molto sullo specifico argomento, quindi di primo impatto ho percepito l’uso dei metodi naturali come una soluzione ad hoc per evitare il concepimento e perseguire il piacere individuale e tenere la coscienza pulita. Ora ho capito che non è così (anche se comunque un uso lussurioso di questi metodi è sempre possibile, se la volontà è corrotta ed egoista).
          Resto comunque abbastanza diffidente dalla concezione dell’ unione sessuale come atto di amore e reciproco dono, e penso che oggi sia molto facile per le persone confondere l’ amore con l’ appagamento erotico.
          Io come atto massimo dell’ amore concepisco il sacrificio della vita per l’ altro, non l’ unione sessuale tra coniugi che si amano e vogliono donarsi reciprocamente piacere e emozioni.

  3. giorgio ha detto

    Bruti é stato un uomo di levatuta morale ed intellettuale eccezionale, l’ho conosciuto in diversi forum e lo devo ringraziare per avermi aperto la mente e reso accessibbili tante cose… prego di rado..ma Bruti mi sente…

  4. Vronskij ha detto

    Atto sessuale non è soltanto un fusione zoologico tra corpi fisici, ma anche una fusione totale tra due spiriti, che libera forze di proporzioni cosmiche (non nel senso astronomico), secondo il caso distruttive o costruttive. Da qui l’ossessione umana per il sesso.

  5. Marco ha detto

    Cavolo se la sessualità non è dono…! Uomo e donna non sono bestie da riproduzione, ma hanno anche emozioni interiori. Il rapporto parte dall’unione degli sposi, non è atto meccanico di riproduzione. I rapporti sessuali degli sposi sterili conservano il loro significato, non sono inutili o peccato. Altrimenti si riduce il tutto ad un mero atto meccanico, può forse andare bene per le bestie.

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