In Africa il numero di cattolici cresce del 6-7% all’anno

Dal 18 al 20 novembre 2011, papa Benedetto XVI ha fatto il suo secondo viaggio in Africa e ha visitato il Benin. Come abbiamo più volte sottolineato, il Continente nero sta osservando una vera e propria esplosione del numero di cattolici (cfr. Ultimissima 29/4/11) e anche del numero di cristiani in generale (cfr. Ultimissima 9/5/10 e Ultimissima 17/4/10).

La questione viene confermata da padre Gérard Chabanon, già superiore generale dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi) e vice rettore del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (PISAI) durante un’intervista a Mark Riedemann: i cattolici erano circa 2 milioni nel 1900, ora sono più di 140 milioni.

«I cristiani sono sicuramente il più grande gruppo nella maggior parte dei Paesi in Africa», spiega padre Chabanon, «ad eccezione, ovviamente, della parte settentrionale, che è musulmana al 100%». Rispetto al cattolicesimo, si assiste ad una crescita del 6-7% all’anno: «Ci sono diversi fattori, che sono stati molto importanti per lo sviluppo del cattolicesimo. Il primo è l’istruzione. I primi missionari hanno costruito quasi da subito scuole ed insegnato la fede cattolica attraverso le scuole. C’era anche l’impegno per lo sviluppo sociale: l’assistenza sanitaria, lo sviluppo dell’agricoltura ed altri progetti. Gli africani hanno visto che non era solo una conquista coloniale. Nella maggior parte dei Paesi africani, i missionari avevano in mente, soprattutto, il benessere della popolazione locale. La gente se ne è resa conto. L’Africa è molto grata a Papa Giovanni Paolo II e i suoi numerosi viaggi fatti nel continente. Il Pontefice à venuto. Ha visitato. Si è intrattenuto con la gente. Ha parlato con loro. Ha cercato di parlare con loro nella loro lingua. E’ stato molto apprezzato per questo e penso che abbia fornito un’immagine molto buona agli africani».

Il religioso parla anche del suo ordine religioso, i Padri Bianchi, presente in Africa: «L’80-85% dei nostri candidati al sacerdozio proviene dall’Africa. Ora abbiamo più o meno 200 fratelli africani. La maggior parte delle nostre case di formazione si trovano in Africa. Sento che questo è uno sviluppo molto importante per la nostra congregazione, che fin dall’inizio era prevalentemente europea e canadese. Vediamo che giovani africani stanno occupando lentamente gli incarichi di maggiore responsabilità. Questo avviene grazie alla formazione autentica che la Chiesa cattolica offre ai giovani. I seminari sono pieni e sento molti vescovi che chiedono “formatori”, cioè persone in grado di accompagnare lo sviluppo spirituale dei giovani seminaristi».

Facciamo presente che entro il 2050, tre nazioni africane saranno tra i primi 10 più grandi Paesi cattolici del mondo: Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Uganda. Quest’ultima è l’unico Stato africano che è riuscito ad abbattere sensibilmente il numero di contagiati da AIDS grazie ad un programma basato su fedeltà al matrimonio e castità, senza una distribuzione capillare di preservativi.

7 commenti a In Africa il numero di cattolici cresce del 6-7% all’anno

  • Laura ha detto:

    Era impressionante vedere in televisione tutta quella gente così lontana a noi eppure così vicina, così commossa della presenza del Papa. In particolare i canti tradizionali africani che hanno cantato durante la Messa, battendo un bastoncino contro una bottiglia…conoscendo un po’ di francese posso dire che in essi è condensato tutto il catechismo. Come ha detto il commentatore di Tv2000, un canto africano vale come 10 prediche dei nostri preti italiani.

  • a-ateo ha detto:

    Lo Spirito soffia dove vuole…e nessuno Lo può fermare.

  • Nofex ha detto:

    Bello!! Commovente il viaggio del Papa, come al solito!

  • Giambenedetto Colombo ha detto:

    La Chiesa cattolica africana (missionaria e locale) si innesta in una cultura dove i sensi della creaturalità ( e, di converso, quello della divinità) sono, da sempre, nitidissimi e potenti. Per questo la Chiesa Cattolica Africana mi ha “stregato” 46 anni fa e continua a stupirmi ed a commuovermi. L’ultima “cosa” che ho ideato e contribuito a realizzare è stato un sistema fotovoltaico nella sede della SECAM, l’associazione delle Conferenze Episcopali Africane, in Ghana. Così, tutti i Vescovi che la visiteranno potranno apprezzare questa forma di energia ecorispettosa, a mio avviso elemento chiave per una strategia di sviluppo a misura d’uomo nel continente Africano.
    Se avete voglia, pregate per l’Africa (e per me). In ogni caso ad invicem.