Scienziati e giuristi plaudono alla sentenza contro la brevettabilità dell’embrione

Recentemente la Corte di giustizia europea si è espressa in maniera epocale in merito alla brevettabilità delle cellule embrionali umane: non è brevettabile un procedimento che, ricorrendo al prelievo di cellule staminali ricavate da un embrione umano allo stadio di blastocisti, comporta la distruzione dell’embrione stesso. Ce lo raccontava Aldo Vitale in Ultimissima 23/10/11. L’attesissima risposta rispecchia fortunatamente le previsioni che vennero avanzate a marzo di quest’anno (cfr. Ultimissima 26/3/11).

Bisogna dare il giusto merito alla Ong ambientalista Greenpeace per aver iniziato la controversia legale denunciando nel 1999 l’ottenimento di un brevetto da parte del neuropatologo tedesco Oliver Brüstle per produrre cellule neurali da staminali embrionali umane di una linea stabilizzata e commercialmente disponibile. In questi giorni tantissimi scienziati, bioeticisti e giuristi hanno preso posizione e la maggioranza di essi, sorprendentemente, è assolutamente a favore della decisione europea. Ne elenchiamo alcuni:

 

Il biologo e farmacolo Angelo Vescovi, direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, recentemente insignito del premio «Alumnus of the year 2011» da parte dell’Hotchkiss Brain Institute, centro di eccellenza per le neuroscienze dell’università canadese di Calgary, dichiara su “Avvenire”: «Sentenza illuminata. L’elemento centrale della sentenza è che la vita umana non può essere sfruttata per fini commerciali, e questo è un principio eticamente condivisibile e importante. Non solo: questa decisione mette in luce l’aggravante della causalità in ciò che si vieta, ossia come non solo non si possa distruggere un embrione ma, meno che mai, costruirlo apposta con questa finalità. Si stabilisce, poi, che la vita comincia con la fecondazione dell’ovulo. La soddisfazione morale che provo è legata al fatto che, finalmente, anche dalla legge arriva un incitamento a svegliarsi, perché si capisca che è tempo di cambiare strategie politiche e bioindustriali. Non ha più senso continuare a investire sugli embrioni: ora l’alternativa c’è ed è data dalla tecnica della riprogrammazione delle cellule adulte sulla quale da tempo ha puntato la ricerca mondiale. Sono cellule più maneggevoli anche per la pratica industriale perché ottenibili in quantità elevate, utilizzabili sul paziente senza rischio di rigetto. A chi griderà all’oscurantismo del Vecchio continente, io rispondo che dimostra un’incompetenza tecnico-scientifica enorme. La ricerca non si ferma affatto perché la strada vincente, anche per l’industria, è la riprogrammazione».

 

Il genetista del Dipartimento di Scienze zootecniche dell’Università degli Studi di Napoli e filosofo della bioetica, Donato Matassino, dichiara su “Il Mattino”: «Da genetista, ricercatore e credente non posso che notare che, da due approcci diversi, quello cattolico e quello ambientalista, si è arrivati alle medesime conclusioni. Dimostrazione che esiste un nocciolo della questione condivisibile, mi faccia dire, laicamente. L’individuo inizia dal concepimento quindi sopprimere l’embrione, fosse anche per un farmaco, non si può […]. Le staminali embrionali le staminali embrionali si sono rivelate a rischio, geneticamente poco gestibili, possono anche produrre tumori invece che il tessuto atteso. Molto più gestibili sono quelle adulte già indirizzate per produrre il tessuto e l’organo che si vuole rimpiazzare». Lo scienziato si espone anche sulla problematica degli embrioni congelati.

 

Il genetista Bruno Dallapiccola, docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma e direttore scientifico dell’Istituto Mendel, scrive su “Il Corriere della Sera”: «Il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea è un atto di profonda civiltà e di rispetto per l’ uomo. È il riconoscimento dell’ inizio della vita umana fin dal momento del concepimento, come peraltro ci insegnano i libri di embriologia, in base ad evidenze di natura morfologica, biochimica e genetica, che comunque non è inopportuno ribadire attraverso un pronunciamento autorevole. La sentenza è del tutto in linea con un’idea che da medico e ricercatore ho fatto mia, dopo avere sottoscritto al momento della laurea in medicina il giuramento d’Ippocrate, forse datato, ma ancora oggi ricco di messaggi, in base ai quali sono diventato un sostenitore della libertà del ricercatore, ma fermo nell’affermare che quando la ricerca aggredisce l’uomo e lo distrugge in qualunque momento del suo sviluppo, quella libertà debba essere vigilata. La sentenza della Corte di Giustizia ridà voce a chi ancora non l’ha e ci riporta prepotentemente a riflettere sull’articolo 1 della legge 40, che «assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito». Non credo peraltro che questa sentenza mini la ricerca scientifica destinata alle malattie oggi non curabili. Gli straordinari progressi conoscitivi sulle cellule staminali, sulla loro pluripotenza, il mantenimento, la differenziazione, la riprogrammazione, gli effetti paracrini aprono prospettive di grande speranza per i pazienti, superando gli aspetti bioetici della ricerca sulle cellule staminali prelevate distruggendo l’ embrione».

 

Il neurologo Paolo Calabresi, ordinario di Neurologia all’Università di Perugia e membro di un gruppo europeo di studio sul Parkinson, dice a “Il Messaggero”: «con le staminali contiamo molte sperimentazioni ma pochi risultati clinici davvero soddisfacenti. Oggi si utilizzano staminali prese dalla cute del paziente e si lavora per indurle a differenziarsi in neuroni in grado di rilasciare il neurotrasmettitore mancante in questi pazienti. I codici etici vanno comunque rispettati».

 
Il microbiologo Augusto Pessina, responsabile del Laboratorio di Colture Cellulari dell’Istituto di Microbiologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano, Presidente della Associazione Italiana Culture Cellulari (AICC), branch nazionale della European Tissue Culture Society (ETCS), e membro dello Scientific Advisory Board of NICB (National Institute for Cellular Biotechnology) presso l’Università di Dublino, ha scritto su “L’Osservatore Romano”: «Questa sentenza era attesa per il maggio scorso e, a quel tempo, non sono mancati tentativi di influenzarne il giudizio. Infatti sulla rivista «Nature» del 28 aprile un appello firmato da Austin Smith del Wellcome Trust Center di Cambridge e da alcuni suoi colleghi (in Italia era sostenuto da Unistem dell’università di Milano), — aveva avviato il dibattito con lo scopo di forzare la decisione della Corte nel senso di autorizzare la possibilità di brevettare cellule embrionali umane. In quel documento si sosteneva che le cellule staminali embrionali sono solo linee cellulari e non embrioni. Ma lo stesso documento ometteva deliberatamente di dire che queste linee sono derivate dalla distruzione di embrioni umani, esseri umani in via di sviluppo, definiti «surplus di ovociti fertilizzati in vitro» (sic!). Esistono già centinaia di queste linee (qualcuno sostiene migliaia), molte delle quali brevettate negli Stati Uniti. Il principio di dignità umana della direttiva 98/44 che «vieta l’uso di embrioni umani per scopi commerciali e industriali» è un principio da applicare non solo a una persona umana adulta e a un neonato, ma anche al corpo umano fino dal suo primo stadio di sviluppo. Quindi anche le cosiddette cellule staminali embrionali — che pure non sono in grado individualmente di produrre un essere umano completo, come le cellule che ha utilizzato Brustle — devono essere sottoposte alle stesse regole, in quanto non possono essere ottenute dalla blastocisti senza distruzione della stessa, e quindi senza distruzione dell’embrione umano. La sentenza sembra avere accolto in pieno questi principi. Speriamo soltanto che duri».
 

Il neonatologo Carlo Bellieni, docente all’Università di Siena, spiega a “Tempi”: «La sentenza dice una cosa che sanno tutti i bambini: la vita umana comincia con l’atto procreativo. Non è vero che si blocca la ricerca. Intanto diciamo che tutte le ricerche, se non sono etiche, si bloccano. Se uno studio non è ritenuto etico, si blocca: non è censura, è un rispetto per la persona. Inoltre, stracciarsi le vesti perché si ferma uno studio tra dieci milioni di studi che possono essere fatti per migliorare la situazione della medicina nel mondo, mi sembra poco proporzionale. Grazie a Dio le ricerche vanno avanti: usando le cellule staminali adulte o quelle prese al momento della nascita».

 

La bioeticista Assuntina Morresi, docente di Chimica fisica all’Università di Perugia e membro del Comitato nazionale di bioetica, ha scritto su “L’Occidentale”: «Un pronunciamento importante, che innanzitutto spazza via tante critiche strumentali alla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, trattata per anni da certi commentatori e politici come una norma “oscurantista”, “antiscientifica”, sostanzialmente la quintessenza dell’illegalità. Un embrione umano non può mai essere mercanteggiato perché la qualifica di “umano” è sua fin dal primo istante della sua esistenza, e non dopo certe fasi di sviluppo – per esempio a quattordici giorni di vita- fantasiosamente stabilite in alcuni paesi, in basi a convenzioni del tutto discutibili».

 

Il giurista Francesco D’Agostino, presidente onorario del Comitato nazionale per la bioetica, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI) e membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, scrive su “Avvenire”: «Di notevolissima onestà intellettuale la sentenza della Corte europea di giustizia […] ha stabilito che per tutelare a tutto tondo la dignità umana, la nozione di embrione umano va interpretata nel senso più ampio possibile. È embrione non solo l’ovocita fecondato (e fin dal momento della fecondazione), ma qualunque ovocita che a seguito di qualsivoglia manipolazione abbia la potenzialità di svilupparsi e di dar vita a un individuo umano. Conseguenza coerente di quest’affermazione è la conferma dell’esclusione dalla brevettabilità di qualunque “invenzione” su materiale cellulare che presupponga la distruzione di embrioni umani e questo non solo nel caso che il brevetto risponda a meri interessi commerciali dell’”inventore”, ma anche quando esso venga richiesto da scienziati nel contesto di ricerche scientifiche. La Corte ribadisce così un principio fondamentale della biogiuridica e cioè che il rispetto della persona umana, fin dalle prime fasi sul suo sviluppo, ha un primato sui meri interessi della scienza e della ricerca, per quanto apprezzabilissimi. Una sentenza come questa costituisce però un ottimo esempio di ciò che Papa Benedetto, nel recente discorso al Reichstag di Berlino, ha qualificato come «ecologia umana»: una difesa dell’uomo fondata non su assunzioni ideologiche e politiche, ma su una seria e onesta riflessione su dati antropologici incontrovertibili».

 

La giurista Mariachiara Tallacchini, docente di Filosofia del diritto e di Scienza, tecnologia e diritto alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza, commenta su “Avvenire”: «La sentenza non si occupa di vietare né la ricerca né la commercializzazione. Dice solo che non si può ottenere rispetto agli embrioni quella particolare forma di tutela giuridica e di esclusiva economica rappresentata dal brevetto – cioè forme di protezione che garantiscono un elevato profitto. Per esempio nel settore della brevettabilità delle sequenze genetiche, c’è forte polemica sull’uso dei brevetti, che sono giudicati un ostacolo alla ricerca: basta pensare a quelli sui geni Brca1 e Brca2 – correlati all’insorgenza di tumori al seno – che sono stati oggetto di sentenze contrastanti in Europa e negli Stati Uniti. Allora: perché i brevetti dovrebbero essere strumento di libertà quando si tratta della ricerca sulle cellule embrionali e ostacolo all’innovazione quando si tratta di sequenze genetiche?»

 

Il presidente emerito della Pontificia accademia per la Vita, il cardinale Elio Sgreccia, esprime soddisfazione su “Avvenire”: «Per la Corte anche se giustificata da motivi terapeutici, la brevettazione ha sempre di mira la commerciabilita’ delll’embrione umano e quindi come tale e’ vietata. L’uso dell’embrione per diagnosi e terapia sperimentale e’ autorizzato solo quando e’ a beneficio dell’embrione stesso: non si interviene per farlo morire, ma per farlo vivere meglio, per guarirlo da malformazioni. I procedimenti terapeutici sono a salvaguardia dell’embrione su cui si procede. Solo in questa situazione e’ consentita la sperimentazione sull’embrione».

 

Qui sotto l’interessante posizione di Giuliano Ferrara durante la puntata di Qui Radio Londra del 19/10/11

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74 commenti a Scienziati e giuristi plaudono alla sentenza contro la brevettabilità dell’embrione

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  1. Mimmo ha detto

    E’ chiaro che sono tutti pagliacci cattolici che vogliono impedire la ricerca!

    • Alessandra ha detto in risposta a Mimmo

      Al dunque:

      Dopo tutte le ricerche che sono state fatte sulle staminali embrionali (e ne sono state fatte con enorme dispendio di denaro…

      Quante terapie sono state ottenute? ZERO

      Dopo tutte le ricerche fatte sulle staminali adulte come meno soldi spesi e più facili da ottenere…

      Quante terapie (protocollate) sono stet ottenute? CENTINAIA!

      Anche solo ed ESCLUSIVAMENTE per un motivo di opportunità medica ed economica…

      VALE ANCORA LA PENA DI PUNTARE SULLA RICERCA DELLE STAMINALI EMBRIONALI???

      • Riccardo ha detto in risposta a Alessandra

        Ma se venisse meno l’attendibilità di queste ricerche ci sarebbe una ragione in meno di prendersela con la Chiesa e questo ad i laicisti non va giù!

    • www.famigliacattolica.blogpost.com ha detto in risposta a Mimmo

      Caro Mimmo…e’ chiaro che tutti gli scienziati obbediscono ad un’organizzazione famosissima mafiosa cattolica, pagata dal Vaticano. E’ stranoto infatti che tutti gli scienziati mondiali e le Universita’ da cui sono usciti sono Del Vaticano e Cattolici … e pagliacci. Tutti i gabinetti scientifici ed enti di ricerca sono Cattolici, o meglio, quando fanno una cosa per l’aborto e simili , sono tutti geni atei …se invece vanno contro sono tutti Cattolici..pagliacci . Ma come hai fatto a scoprirlo? Sei forte! Sherlock Holmes …non sei mica odifreddi in incognito?

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Mimmo

      Mi pare invece significativo che tutti gli intervistati sostengano il contrario.

    • Pino ha detto in risposta a Mimmo

      mimmo con i suoi interventi mi fa morir dal ridere, è talmente evidente il suo scopo provocatorio, fatto ad arte, che mi meravigliano gli interventi che lo prendono seriamente.

  2. Riccardo ha detto

    Non potresti dare delle argomentazioni più valide, per favore?

  3. Interessante video “COSA E’ UN EMBRIONE” sulla natura “umana ” dell’embrione!
    Molto bello ed istruttivo fatto da un istituto religioso. Nel video anche i contatti epr ordinarlo, magari regalarlo..comunque diffonderlo!

    http://famigliacattolica.blogspot.com/2011/04/la-famiglia-cattolica-apostolica-romana_27.html

  4. Panthom ha detto

    Bello vedere questi scienziati impegnati così a difendere la vita, indirettamente o direttamente!

  5. Carlo Mes ha detto

    Interessante nota quello di Giuliano Ferrara.
    Capisco che una persona che abbia fatto un “mea culpa” personale sull’aborto avendo ammesso che tre sue partner abbiano fatto ricorso a tale pratica possa essere particolarmente sensibile a tale problema.
    http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/18/essere_Ora_Silvio_vorra__co_9_080218103.shtml
    E’ apprezzabile quando dichiara (al minuto 3.40) che: “Non credo si possa curare l’aborto con il diritto penale perche’ lo si rende clandestino come e’ sempre successo e questo peggiora le cose”.
    Posizione coerente con quanto sostenuto in passato quando affermava di non voler cambiare la legge 194 ma di applicarla (sempre nell’articolo de Il Corriere linkato sopra).

    Non capisco solamente la parte in cui afferma che: “I governi devono stanziare quattrini per individuare le cause degli aborti e per mettere al riparo queste cause soprattutto quando le cause sono il disagio sociale e la miseria delle madri.” Infatti non capisco se parli come giornalista o come politico.
    Se parla come giornalista forse sarebbe piu’ utile che ci informasse su cosa ha fatto il Governo in carica per eliminare le cause dell’aborto.
    Se parla da politico invece gli auguro di avere piu’ fortuna rispetto al recente risultato elettorale del suo partito “’Associazione difesa della vita. Aborto? No grazie” con cui raccolse solo lo 0,371% dei voti.

    In ogni caso – siccome Ferrara e’ una persona intelligente – farebbe bene a rivolgere il suo condivisibile pensiero piu’ che ai telespettatori a Denis Verdini (Cordinatore nazionale del PdL e proprietario del 15% de “il Foglio” di Ferrara) e magari potrebbe rivolgerlo anche a Paolo Berlusconi (fratello del Presidente del Consiglio e proprietario – tramite la BPF – del 38% de “il Foglio). Insomma avendo Ferrara al tavolo dei soci assieme a lui due canali piu’ che autorevoli per arrivare ai vertici dell’esecutivo magari potrebbe fare un po’ di “lobbying”…..
    E magari – siccome Ferrara e’ un uomo di grande cuore – sarebbe apprezzabile che “il Foglio” rinunciasse ai 3.441.668,78 € che prende dallo Stato come contributo per l’editoria magari destinandolo ad un fondo per le ragazze madri.
    http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2009/contributi7.pdf

    Son sicuro che il banchiere Verdini e Paolo Berlusconi potrebbero rinunciare facilmente a tale contributo che il Governo Berlusconi elargisce (ma questi due Berlusconi sono omonimi??) a favore della miseria delle madri come dice Ferrara.

    Ps: considerato che Ferrara ha affermato che non bisogna modificare la legge 194 e che la clandestinita’ peggiora le cose, lo considerate abortista o anti-abortista?

    • Antonio72 ha detto in risposta a Carlo Mes

      @Carlo Mes

      Magari parla solo come semplice cittadino italiano, e sfrutta il canale televisivo perchè può permetterselo, a differenza di altri cittadini e comuni mortali.
      Per quanto riguarda la tesi di Ferrara di non vietare l’aborto perchè altrimenti le donne ricorrerebbero alla clandestinità (o più semplicemente alla fuga fuori confine, come le donne irlandesi che vanno in Inghilterra ad abortire), certamente è vero. Tuttavia non è scontato che una proibizione comporti un aumento degli aborti, oggi legalizzati. E non si può solo portare il caso italiano, in cui gli aborti sono in costante calo, perchè è ovvio che le ragioni di questo calo non si conoscono veramente. In Inghilterra ed in Francia pare che il tasso di abortività sia molto superiore a quello italiano ed in crescita. Ed in questi paesi i contraccettivi chimici e la sensibilizzazione sessuale, sono strumenti certamente più diffusi e raffinati rispetto alla realtà italiana. Forse è proprio la legalizzazione che comporta una certa assefuazione delle donne ad abortire. Per es. il tasso di abortività delle donne irlandesi, è cmq 1/3 rispetto a quello inglese. Ricordo che in Irlanda l’aborto è vietato per legge a differenza del Regno Unito dove è ammesso su richiesta.

      A questo proposito:

      http://www.scienzaeprofessione.it/public/nuke/modules.php?name=News&file=article&sid=127

      • joseph ha detto in risposta a Antonio72

        Il vero dramma della 194 è che ha creato un ambiente sociale favorevole all’aborto, come i pro life sostennero sin dall’inizio. Dopo più di 30 anni di legge e bombardamento mediatico volto a descrivere l’aborto come conquista di civiltà, l’inversione di rotta appare carico di conseguenze drammatiche. Se mantenendo la “Legge Rocco” e creando ammortizzatori sociali senza legittimare l’aborto si sarebbe potuto intervenire per diminuire drasticamente gli aborti clandestini (non si debelleranno mai, nè con la proibizione nè con la legalizzazione), ora, grazie a questo ambiente sociale favorevole gli sforzi dovranno essere moltiplicati pesantemente, e il ritorno all’idea di aborto come delitto non potrà che attraversare una fase comunque drammatica. Ma, va da sè, continuare su questa strada sarebbe peggio.

        • Carlo Mes ha detto in risposta a joseph

          Guarda che la “Legge Rocco” era una legge del 1926 che riguardava i sindacati. Al limite fai riferimento al Codice Penale “Rocco” (cosi comunemente chiamato…) che – essendo pre-repubblicano – nella parte relativa all’aborto era stato toccato da una sentenza della Corte Costituzionale precedente alla 194.

          • Antonio72 ha detto in risposta a Carlo Mes

            @Carlo Mes

            Posso permettermi di farle una domanda?
            Secondo lei qual è la vera finalità della legge 194?

            PS
            La prego di non rispondermi che sia semplicemente l’emersione di un comportamento comune, anche se clandestino, come per es. i vari condoni fiscali che farebbero emergere una diffusa evasione o elusione. Non mi pare che sia un’argomentazione sostenibile e sarebbe cmq molto fragile.
            Oppure se vuole lo faccia ugualmente.
            Grazie.

          • joseph ha detto in risposta a Carlo Mes

            grazie per la precisazione. ma credo che al di là dell’inesattezza il concetto sia abbastanza chiaro.

    • Carlo ha detto in risposta a Carlo Mes

      La tua è pura demagogia e diffamazione personale. La posizione di Ferrara, chiunque egli sia e qualunque sia il conto in banca, è assolutamente ragionevole e chiede di individuare la cause dell’aborto -problemi finanziari per le giovani coppie ecc…- per diminuirne il numero. Almeno lui sta facendo sensibilizzazione sociale al contrario di te che cerchi ragazzine online alla faccia di tua moglie: http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:5Bs6oz5Iy-QJ:badoo.com/marcoitalian/+%22Gian+Marco+di+Pietro%22+Shangai+badoo&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it

      • Piero ha detto in risposta a Carlo

        Almeno lui sta facendo sensibilizzazione sociale al contrario di te che cerchi ragazzine online alla faccia di tua moglie

        Dai… non esageriamo adesso… lasciamo perdere questa questione dai… se no il discorso scade…

      • Carlo Mes ha detto in risposta a Carlo

        Forse non hai inquadrato il problema Carlo e stai attento che potrei essere io a denunciarti per diffamazione per quanto hai detto e credo lo faro’.
        Dove avrei parlato del conto in banca di Ferrara? La cifra suddetta (3.441.668,78 €) fa’ riferimento ai finanziamenti de “il Foglio” come documentato sul sito del Governo.. Non mi sognerei mai di dire che tale cifra va a Ferrara. Dove sarebbe la diffamazione? Dimostralo altrimenti scusati.
        Per il resto la posizione di Ferrara e’ molto piu’ intelligente di quella di molti altri. Almeno suggerisce una soluzione per il problema dell’aborto non mettendo in discussione la 194.

        • Carlo ha detto in risposta a Carlo Mes

          Il fatto è che sei altamente irritato per questa sentenza che mette in ginocchio i tuoi istinti abortisti e scegli Ferrara per accanirti contro di lui. Sostenere che Ferrara non può parlare di aborto perché non ha avuto successo con la sua lista (e chi l’ha votata??) o perché non finanzia i pro life è identico a dire che tu non puoi fare la morale a nessuno perché abbiamo notato che anche tu ne hai ben poca. Su di lui vale e su di te no? Assurdo…

          • Carlo Mes ha detto in risposta a Carlo

            Forse non hai capito che della sentenza non ho neanche parlato visto che non conosco affatto la questione. A differenza di molti ho una regola: se non conosco non parlo.
            Mi accanisco contro Ferrara?? E dove lo avrei fatto? Se rileggi il mio post ho scritto che: “E’ apprezzabile quando dichiara….”, “Posizione coerente con quanto sostenuto in passato….” ed inoltre “Ferrara e’ una persona intelligente” e poi: “Ferrara e’ un uomo di grande cuore”. Se questo e’ accanirsi non voglio pensare come tu possa adulare le persone.
            Ferrara avrebbe potuto usare dialetticamente questa sentenza per chiedere l’abrogazione della 194 ma – intelligentemente e coerentemente con il suo pensiero – e’ stato molto chiaro ed ha ribadito che gli strumenti sono altri. Si tratta solo di leggere il mio post ed ascoltare Ferrara: non e’ molto difficile.

            Ps: sbaglio o mi hai accusato di essere un pedofilo?

            • Carlo ha detto in risposta a Carlo Mes

              Io vedo che piuttosto che apprezzare Ferrara hai cercato da abortista militante di sminuire le sue parole dicendo che non fa nulla di quanto dice e prende soldi per il suo quotidiano. Nel link che ti ho mostrato è evidente che tu cerchi ragazzine di 26 anni online eppure hai detto di essere sposato….quindi ora sostieni che non sei tu?

              • Carlo Mes ha detto in risposta a Carlo

                Peccato per te ma Ferrara riesce ad usare degli strumenti migliori.
                Chiudo il discorso so Badoo anche se non sono affari tuoi. Se sai leggere c’e’ scritto che ero a Shanghai ma stranamente ho scritto tutto in italiano. Logica vuole che mi sia scritto quando ero in Cina (se guardi le foto si capisce che una raffigura bene un giardino cinese.
                Infatti ho scritto che vivevo solo ma ho scritto anche che fra le cose che mi piacciono c’era “A spasso con la ragazza a fare shopping o in piscina.”
                Ora ti faccio due domande e forse puoi arrivarci. Siccome – come ho scritto – vivevo in Cina, se avessi voluto adescare perche’ avrei scritto tutto in italiano? Magari avrei dovuto scrivere in cinese o inglese….non credi?
                Seconda domanda. Se volevo adescare perche’ ho scritto che mi piaceva andare a spasso con la ragazza?
                Forse si vede che ero fidanzato e non avevo problemi a dirlo….

                Accuse ridicole ed offensive che denotano bene lo spessore culturale ed intellettuale.

        • StefanoPediatra ha detto in risposta a Carlo Mes

          Come mi è capitato di sostenere anche altre volte, credo che sarebbe bello e utile mantenere sempre un atteggiamento corretto reciprocamente, in un dibattito. E questo anche se e quando ci sembra che il nostro interlocutore stia cercando di provocarci.

          Non lo dico in nome di un generico “vogliamoci bene” ma perchè il dibattito è secondo me molto più interessante quando è corretto.

          Dopodichè, le minacce di denuncia per diffamazione lasciano il tempo che trovano perchè mi sembra difficile diffamare qualcuno che scrive in rete con un “nickname” e che è difficile associare ad una persona precisa.

          • Piero ha detto in risposta a StefanoPediatra

            Dopodichè, le minacce di denuncia per diffamazione lasciano il tempo che trovano perchè mi sembra difficile diffamare qualcuno che scrive in rete con un “nickname” e che è difficile associare ad una persona precisa.

            Caro Stefano, mi dispiace contraddirti, ma e’ abbstanza facile.
            Basta fare una denuncia alla Polizia Postale, e se ritengono l’accusa fondata, provvedono attraverso i vari gestori telefonici a rintracciare da quale host e’ partita la diffamazione. Ne stavi per avere un esempio poco fa, un certo signorino e’ stato salvato in extremis, altrimenti si sarebbe trovato qualche problemino in piu’ sul groppone.

            • StefanoPediatra ha detto in risposta a Piero

              Intanto Piero non devi affatto dispiacere quando mi contraddici. Io non mi dispiacerei se lo facessi con te, educatamente come hai appena fatto tu.

              Io però mi riferivo non alla possibilità di rintracciare e punire chi diffami in rete un’altra persona (in questo caso sono assolutamente d’accordo con quello che hai scritto) ma all’inconsistenza di un’offesa (soprattutto dal punto di vista penale/civile) quando non è rintracciabile/riconoscibile l’offeso.

              In altre parole, se offendi “pincopallo” e nessuno sa chi è questo pincopallo perchè dietro a questo nome potrebbe esserci una persona, nessuna persona o centomila persone (:-)) in realtà è come se tu stessi lanciando una generica imprecazione in mezzo ad uno stadio del tipo “tu sei un ladro!”. Non credo che 79.999 persone che si sentano urlare questa frase a San Siro (a dire la verità non sono molto esperto di stadi e dunque San Siro potrebbe anche contenerne di meno di persone) possano rivolgersi alla magistratura e procedere per diffamazione nei confronti dell’improvvido urlatore.

              Ma magari mi sbaglio io e, nel caso, puoi contraddirmi ancora. 🙂

              • Piero ha detto in risposta a StefanoPediatra

                Hai pienamente ragione.
                Diciamo che abbiamo fatto riferimento a “dominii” diversi.
                Quello a cui mi riferivo io (e di cui sono stato vittima) e’ diverso:
                Se io dicessi per esempio in questo blog “l’utente con il nick StefanoPediatra e’ un ped*****” potresti ovviamente ricorrere contro di me, la polizia postale rintraccerebbe la borchia chiamante e ne dovrei rispondere in tribunale. La misura si estende anche al legittimo sottoscrittore del contratto, perche’ ha “omesso controllo”.
                Come se qualcuno venisse a casa tua e facesse telefonate minatorie/oscene dal tuo telefono fisso (o cellulare). Ne risponderesti anche tu.
                Tutto qui.

                P.S.: la redazione ti ha poi contattato? a me ancora no.

                • StefanoPediatra ha detto in risposta a Piero

                  Sto aspettando anche io. Magari vogliono proteggermi da te! 🙂
                  Magari sei un soggetto pericoloso. Dopo quello che hai appena scritto poi, … non so micca se voglio più farmi contattare da te in privato! 🙂

                • StefanoPediatra ha detto in risposta a Piero

                  Ciao Piero. Contrariamente ai miei propositi ti ho appena scritto!
                  🙂

      • Carlo Mes ha detto in risposta a Carlo

        Certo che se – per ribattere – potete usare solo la registrazione ad un social network significa che gli argomenti son proprio pochi.

        • Tano ha detto in risposta a Carlo Mes

          E’ molto utile per far vedere che persona sei e che non puoi affatto permetterti di fare la morale a nessuno. O, meglio, sei liberissimo, ma continui ad essere sempre più ridicolo.

        • Jack ha detto in risposta a Carlo Mes

          Ai moralisti si ribatte mostrando perché non sono credibili.

          • Carlo Mes ha detto in risposta a Jack

            Io moralista? Son divorzista, abortista, agnostico, amante della buona tavola ed edonista. L’unico vizio che non ho e’ il fumo e le droghe.
            Strano che nessuno mi abbia espresso un giudizio sulla posizione riguardo l’aborto di Ferrara: non sono mai stato un suo lettore ma l’ho sempre considerato una persona di grande intelligenza e lo ha dimostrato in questo video.

            • Jack ha detto in risposta a Carlo Mes

              Vuoi che ti ricordo i tuoi pippettoni su quello che dovrebbe fare il Vaticano? L’unico pregio che hai è essere contro le droghe anche se ne sostieni la legalizzazione.

              • Carlo Mes ha detto in risposta a Jack

                Fino a quando quello che fa il Vaticano ha ripercussioni nello Stato in cui vivo (soprattutto in materia economica) sta’ certo che me ne occupero’.

                • Jack ha detto in risposta a Carlo Mes

                  E fai bene, l’importante è che non ti metti sul piedistallo perché non puoi permettertelo. Uno come te che da consigli di morale è proprio un ossimoro.

                • Piero ha detto in risposta a Carlo Mes

                  E allora non fiatare quando anche gli altri dicono che si occuperanno di aborto e omosessualita’ visto che hanno ripercussioni nello stato in cui vivono.

                  • Carlo Mes ha detto in risposta a Piero

                    Mi spiace ma io “fiato” quanto mi pare: non sei di certo tu ad impedirmelo.
                    Non credo proprio che l’omosessualita’ abbia ripercussioni nello Stato.

                    • Pino ha detto in risposta a Carlo Mes

                      ahahahahahahah questa è bellissima!!! un pensiero stupendo! l’omosessualità non ha “ripercussioni” nello Stato. Carletto ci vuoi spiegare cosa intendi per “ripercussioni” dell’omosessualità nello Stato?

                      PS: questo blog sta diventando sempre più divertente, meglio di Zelig

                • DSaeba ha detto in risposta a Carlo Mes

                  Fino a quando l’aborto sarà pagato con soldi pubblici, resta una porcata per chiunque. Anche per gli abortisti.

                  • Carlo Mes ha detto in risposta a DSaeba

                    E quindi vuoi un aborto pagato con soldi privati? Bella discriminazione…..
                    Mi spieghi perche’ sarebbe una porcata anche per gli abortisti?

    • DSaeba ha detto in risposta a Carlo Mes

      Scusami, hai imparato dal Fatto a fare giornalismo “ad personam”?

  6. Domenicotis ha detto

    Carlo Mes, ma hai letto la legge 194? Per intero, intendo, e non solo la parte relativa ai casi in cui la donna può far ricorso all’aborto.

    • Carlo Mes ha detto in risposta a Domenicotis

      Certo. Non parlo mai di questioni che non conosco.

      • Franz ha detto in risposta a Carlo Mes

        E’ vero, di Odifreddi non parli mai però zitto zitto lo contatti per spifferare che qui si parla di lui, giusto? Ti abbiamo beccato no?

        • Carlo Mes ha detto in risposta a Franz

          Mi hai beccato tu? Bravo. E allora? Vuoi che indossi il cilicio?

          • Franz ha detto in risposta a Carlo Mes

            No, no, soltanto mi preme che tu capisca il motivo per cui nessuno qui ti ritiene una persona interessante e leale con cui dialogare. Puoi fingere quanto vuoi ma i nodi vengono sempre al pettine, se sei una persona di questo genere allora lo si scopre anche online.

      • domenicotis ha detto in risposta a Carlo Mes

        Bene, e allora sai che la 194 suggerisce anche di trovare soluzioni alternative all’aborto ed e’ su questo punto che insiste Ferrara. Non c’e’ alcun dubbio sulle sue posizioni rispetto alla questione: e’ oggettivamente difficile abrogare la 194, quindi che la si applichi in toto soprattutto nelle parti finora poco attuate.

        • Carlo Mes ha detto in risposta a domenicotis

          Certo: concordo con lui e con te quando affermi che e’ oggettivamente difficile abrogare la 194 e che bisogna applicarla in toto. Purtroppo credo che molti qui non ne siano d’accordo.

      • Pino ha detto in risposta a Carlo Mes

        uhhhhhhhhhhh ecco un’altra perla, se è solo per questo dovresti startene sempre zitto viste le “elevate” considerazioni che fai.

  7. Viandante ha detto

    La stessa chiesa cattolica, nella sua lunga tradizione teologica, non ha mai avuto una posizione unanime aul momento dell’inizio della vita. Nella tradizione classica, lo spirito vitale si manifesta nel sangue. E’ il sangue la linfa della vita. E questo viene affermato dagli stessi teologi. Però nell’uomo fecondato, di sangue non ce n’è.

    • Ercole ha detto in risposta a Viandante

      C’è stata una riflessione, è vero. Ma da diversi secoli ormai si stabilisce che la vita inizia al concepimento e oggi l’embiologia lo conferma.

    • Piero ha detto in risposta a Viandante

      Prima si pretende che la Chiesa debba seguire per forza la scienza, poi si pretende che la Chiesa debba fare di testa sua non seguendo quello che la scienza riteneva valido in quel momento storico.
      Insomma, decidetevi!

    • StefanoPediatra ha detto in risposta a Viandante

      Ecco il solito ritornello!

      Come avrebbe detto la simpaticissima Sandra Mondaini: che barba, che noia, che noia, che barba! 🙂

      Ma lo si vuole capire o no che San Tommaso o Sant’Agostino o i vari altri Padri della Chiesa non avevano a disposizione le acquisizioni scientifiche che hanno a disposizione i moderni teologi? A dispetto di chi vuole tenere separate fede e scienza la Chiesa non lo fa di sicuro!

      🙂

  8. a-ateo ha detto

    @carlo mes,
    C’è della verità in quello che dice Tano.
    Leggere nel tuo sito:
    “Lavoro: Manager d’azienda. Ho un reddito alto.”
    mi ha fatto male perchè si capisce facilmente perchè lo hai scritto e perchè vantarsi, e pubblicamente, del “reddito alto” è un pò troppo volgare, anche se questo spiega a fianco di chi ti schieri e per chi combatti veramente…

    • Carlo Mes ha detto in risposta a a-ateo

      Non sono affari vostri quello che scrivo su altri siti (e che non ricordavo neanche di aver scritto).
      Non e’ una frase che ho scritto qui e quindi non hai nessun titolo per giudicarmi: non ti allargare.

      • Carlo ha detto in risposta a Carlo Mes

        Finché ti occupi di fare la morale al Vaticano allora continuerò ad interessarmi del pulpito da cui arriva questa morale.

      • a-ateo ha detto in risposta a Carlo Mes

        ma se passi la giornata a giudicare Giuliano Ferrara che fa il tuo stesso lavoro:”ho un reddito più alto”…
        tu puoi giudicare Ferrara….
        nessuno può giudicare te…
        Nessuno di noi si è allargato: sei tu che ti sei “ristretto” ai nostri occhi.
        Soprattutto quando dici di combattere per nessuno…e, quindi, per niente.
        Poichè non è vero (solo gli stupidi fanno questo), ci toccherà fare delle ipotesi per ristabilire un minimo di verità…

    • nicola ha detto in risposta a a-ateo

      Senti, una domanda fuori tema.
      Mi piace ascoltare la cronaca dei viaggi del Papa e mi collegavo al sito http://www.benedictxvi.tv se non che qualche giorno fa questo sito non dava l’elenco dei video del papa ma mostrava l’immagine di una bella ragazza che si capiva stava per offrire uno show. Ho cliccato sopra e mi son beccato, probabilmente, un virus o roba del genere. Come rimediare? Chiedo consiglio a voi che siete esperti.

      • Ingrid ha detto in risposta a nicola

        Caro nicola, in che modo questa tua riflessione riesce ad aiutare tutti noi nel commentare questa bellissima notizia sulla sentenza della Corte contro la brevettabilità della vita? Con quali prove puoi sostenere quanto dici? Non credi che sarebbe meglio dialogare da persone mature?

        • nicola ha detto in risposta a Ingrid

          Cara Ingrid mi sembra di averlo scritto che era una domanda fuori tema.
          E’ chiaro che sono molto contento della decisione della corte in merito alla ‘brevettibilità…’. L’uomo non è una macchina i cui meccanismi anche se profondi e complessi sono da brevettare.
          Ho chiesto aiuto vedendo che fra voi ci sono alcuni che in merito a Internet ne sanno più di me.

        • nicola ha detto in risposta a Ingrid

          Per quanto riguarda la maturità, lasciamo perdere.
          Molti giovani scambiano il conformismo con maturità nella convinzione di saperla più lunga di chi è veramente maturo tanto da essere libero da ogni forma di moda o conformismo.

    • Pino ha detto in risposta a a-ateo

      questa è veramente bella!!!! Manager d’azienda? Ma chi è quell’azienda che paga uno stipendio “alto” a Carlo Mes? Senz’altro un’azienda destinata al fallimento.

  9. Pino ha detto

    una volta che la scienza ha stabilito che “la vita comincia con la fecondazione dell’ovulo” mi pare logico e conseguente che tutte le leggi che permettono l’aborto vadano abrogate in quanto permettono un omicidio, oppure, per conseguenza logica, andrebbero abrogate tutte le leggi che puniscono l’omicidio. Non possiamo avere leggi fra di loro contrastanti su un tema come quello dell’omicidio che lo permettono o lo puniscono in relazione al momento in cui l’omicidio viene commesso.

  10. Rego ha detto

    Chi è ovviamente l’unico babbeo che pensa che la sentenza sia un ostacolo alla ricerca?? Ovviamente un ex oncologo in pensione di nome Veronesi: http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=161ARF&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1

    Senza più nessuna vergogna ormai…

  11. a-ateo ha detto

    Veronesi difende l’eutanasia
    “Morire è un diritto fondamentale”
    Così dice Veronesi per il “diritto” a morire degli ESSERI UMANI in http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/politica/parlaveronesi/parlaveronesi/parlaveronesi.html
    Gli EMBRIONI, invece, per Veronesi non devono morire…. perchè… da essi si possono ricavare preziosi “pezzi di ricambio” utili alla ricerca…., come si legge nel link proposto sopra da Rego.

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