Il costo sociale della pornografica: un “regalo” della secolarizzazione

Una delle conseguenze più concrete della secolarizzazione è senz’altro la difficoltà per molti di riconoscere un significato vero della propria vita e il conseguente disperato desiderio di placare questa insoddisfazione perenne con tentativi anche parziali ed effimeri.

Tra questi vi è l’idolatria violenta della sessualità, la cui diretta conseguenza è la pornografia. Non è un caso se alcune star italiane del porno, come Moana Pozzi, Tinto Brass e Cicciolina (tornata agli onori della cronaca recentemente), abbiano scelto di entrare in politica proprio all’interno del Partito Radicale, ottima espressione politica della visione laicista della vita. Con la diffusione di internet, poi, la pornografica è diventata facilmente accessibile a chiunque e dovunque come mai era successo prima: sia il suo consumo che la sua produzione sono infatti in continua espansione.

Tutto ciò contribuisce a fare dell‘industria del porno un business sempre più redditizio che nei soli Stati Uniti muove almeno quattro miliardi di dollari all’anno. Un business che però non è privo di conseguenze. Proprio delle conseguenze sociali della diffusione della pornografia si è occupato recentemente “The Social Costs of Pornography, studio plurale coordinato da diversi istituti di ricerca statunitensi che ha raccolto i lavori di decine di accademici ed esperti di diversi settori: dalla medicina alla psicologia, dalle scienze sociali al diritto, con lo scopo di delineare un quadro a tuttotondo del fenomeno e delle sue conseguenze.

DIPENDENZA. La pornografia via internet, si legge nel report dello studio, può ingenerare comportamenti che la letteratura clinica e psicologica non esita a definire dipendenza: «proprio come la dipendenza da alcol, nicotina e altre sostanze. La dipendenza dalla pornografia può diventare persino più patologica» influendo negativamente sulle relazioni sociali dell’utente. La pornografia on line offre infatti un harem senza fine di intrattenimento hard, i suoi consumatori compulsivi finiscono così per iperstimolare il loro sistema emotivo provocando ripercussioni a livello neurologico: «gli uomini che ai loro computer utilizzano assuefatti la pornografia – dice lo psichiatra Norman Doidge – sono sorprendentemente simili ai topi in gabbia [di certi esperimenti scientifici] che premono la leva per ottenere una goccia di dopamina». Il terapista J.C. Manning mette in guardia dal sottovalutare il fenomeno: «coloro che sostengono che la pornografia sia un intrattenimento innocuo, un’espressione sessuale benigna o un aiuto coniugale, evidentemente non si sono mai seduti in uno studio di un terapista con individui, coppie o famiglie che tremano a causa dell’effetto devastante di questo materiale».

 

IL PIANO INCLINATO. A causa dell’onnipresenza della pornografia, avverte “The Social Costs of Pornography”, si assiste oggi ad un fenomeno di saturazione culturale per cui la televisione, le riviste e le canzoni pop contengono regolarmente «immagini, situazioni e testi che una generazione fa sarebbero stati etichettati come “soft porn”». La pornografia desensibilizza i suoi spettatori e di conseguenza muta non solo per quantità ma anche per qualità. I porno-utenti sono infatti portati ad utilizzare un immaginario sempre più hard che una volta avrebbero ritenuto sconvolgente: «i resoconti di chi l’ha visto descrive ciò che ora viene considerato “hard-core” in termini che sbalordirebbero l’immaginazione e scioccherebbero la coscienza di chiunque non sia un utilizzatore di pornografia hard-core», afferma il professor James Stoner.

 

IMMAGINE DELLA DONNA. La cultura pornografica contribuisce in maniera fondamentale a veicolare un’immagine degradante delle donne. Diversi studi accademici hanno mostrato che i ragazzi esposti all’intrattenimento sessualizzato dei media hanno una propensione sensibilmente maggiore a «guardare la donna come un oggetto sessuale» invece che come una persona, mentre l’esposizione abitudinaria alla pornografia può predisporre le adolescenti a comportamenti sessualmente rischiosi. Inoltre «le ragazze esposte alla pornografia hanno più probabilità di essere vittime di violenza sessuale. La normalizzazione della promiscuità porta le adolescenti anche ad un rischio maggiore di contrarre malattie sessualmente trasmissibili».

 

FAMIGLIA. Nel bilancio nascosto dell’industria del porno c’è spazio anche per altre vittime: le famiglie. La scoperta che il partner ricorre alla pornografia ha spesso delle ripercussioni nei rapporti interpersonali: costi psichici, oltre che una maggiore probabilità di rottura dell’equilibrio famigliare. In più, come afferma il terapista Manning, la pornografia «è spesso associata ad attività che minano l’esclusività e la fedeltà coniugale e aumentano il rischio di trasmissione di malattie veneree». Al riguardo, uno studio pubblicato su Social Science Quarterly rivela che tra i clienti delle prostitute i porno-utenti sono quattro volte più numerosi di chi non ricorre all’intrattenimento hard. Lo stesso studio mostra che tra coloro che hanno una relazione extraconiugale è tre volte più probabile trovare un uomo che utilizza pornografia on line, rispetto ad uno che non ne fa uso.

 

BAMBINI E ADOLESCENTI. Non c’è nessun dubbio, afferma la ricerca, sul fatto che oggi bambini ed adolescenti siano esposti alla pornografia come mai era successo prima d’ora. Quest’esposizione risulta particolarmente dannosa per i più piccoli perché è un «modo brutale di essere introdotti alla sessualità» ed è il viatico per comportamenti sessualmente aggressivi. La correlazione pornografia/violenza è ricorrente in diversi studi in materia: alcune ricerche sull’argomento, tra cui una italiana, hanno mostrato che gli adolescenti che utilizzano materiale hard hanno più probabilità di «aver tormentato sessualmente un coetaneo o aver forzato qualcuno ad avere un rapporto sessuale» rispetto ai loro pari che non ricorrono alla pornografia e che la quasi totalità dei giovani sex offenders è stata esposta a materiale a luci rosse durante l’infanzia.

 

PORNOGRAFIA E VIOLENZA. La pornografia, sostiene la psichiatra Mary Anne Layden dell’Università della Pennsylvania, ha la capacità «non solo di insegnare attitudini e comportamenti sociali, ma anche di dare il permesso per metterli in pratica». La legittimazione dell’uso della forza per fini sessuali è considerata dagli studiosi l’influenza più insidiosa della pornografia, soprattutto di quella che ricorre ad un immaginario violento. Tra i sex offenders l’83% degli stupratori e il 67% dei molestatori di minori ha dichiarato di fare uso di materiali hard-core, mentre tra i non-offenders la percentuale scende di molto (29%). Gli studi in materia rivelano che più frequentemente gli uomini usano la pornografia e più violento è il materiale utilizzato, più aumenta la spinta a compiere aggressioni sessuali. «Complessivamente – osserva in conclusione la psichiatra – il corpo della ricerca sulla pornografia rivela una quantità di atteggiamenti e comportamenti negativi che sono connessi al suo uso. La pornografia funziona come un maestro, una legittimazione ed un pulsante di accensione per questi comportamenti negativi. Il danno si riscontra in uomini, donne, bambini e in adulti sia sposati che single. Riguarda comportamenti patologici, comportamenti illegali e alcuni comportamenti che sono sia illegali che patologici».

Maurizio Ravasio

131 commenti a Il costo sociale della pornografica: un “regalo” della secolarizzazione

  • GiuliaM ha detto:

    Eh sì… proprio il piano inclinato.
    Ciò che scioccava pochi anni fa oggi è considerato normale (anzi, sei anormale tu se non lo fai).

  • Carlo Mes ha detto:

    Per la precisione, Moana Pozzi non ha mai fatto politica all’interno del Partito Radicale.
    Moana Pozzi – assieme ad Ilona Staller (Cicciolina) e Riccardo Schicchi – fondarono il “Partito dell’Amore” che ebbe vita breve.
    Cicciolina entro’ in Parlamento con il Partito Radicale (esperienza di sicuro discutibile).
    Tinto Brass e’ stato candidato (ma non eletto) della Lista Bonino-Pannella alle regionali del 2010 per il Veneto ed il Lazio.

    • Carlo Mes ha detto:

      Piu’ recentemente e’ opportuno citare la pornostar Federica Zarri, 30 anni, fondatrice di un “Circolo della libertà” a Lecco.

    • Ercole ha detto:

      Non so se sia stata eletta con i radicali ma è sempre stata molto vicina: http://roccobiondi.blogspot.com/2005/10/via-moana-pozzi-cronache-dal-congresso.html e http://www.newspedia.it/50-anni-fa-nasceva-moana-pozzi/

      Quando ha fatto politica l’ha fatta con loro.

      • Carlo Mes ha detto:

        Confermo quanto detto prima. Il primo articolo che mi hai mandato riguarda una proposta radicale del 2005 (11 anni dopo la morte della Pozzi) di attribuire una via di Milano alla pornostar genovese (con tutto il rispetto credo ci siano altre personalita’).
        Nel secondo articolo si fa’ riferimento alle elezioni regionali del Lazio in cui sarebbe stata votata da 22.000 elettori (spalleggiata dal Partito radicale viene scritto).
        Nel 1992 si svolsero elezioni parlamentari e regionali. Alle parlamentari del 1992 il Partito dell’Amore si rivelo’ un fiasco e conquisto’ solo 22.049 voti (0.6%). Inoltre il Partito dell’Amore si candido’ solamente alla circoscrizione del Lazio e, per questo, forse si scambia una candidatura nazionale (sebbene solo in una circoscrizione regionale) per una candidatura regionale. Questi 22.000 voti sono da attribuirsi ad elezioni politiche e non regionali.
        La Pozzi si candido’ a Sindaco di Roma nel 1993 (quando fu eletto Rutelli) ed anche li fu un fiasco totale.
        Inoltre il Partito dell’Amore e’ nato nel 1991. Nel 1992 di sicuro ci sono state le Parlamentari (non so se anche regionali), percio’ e’ inverosimile che la stessa persona si candidasse, nella stessa giornata elettorale, a due diverse elezioni per due partiti differenti.
        Il Partito dell’Amore cerco’ di sfruttare la “scia” del successo elettorale di Ilona Staller e nacque proprio per avere totale indipendenza dal Partito Radicale sulle tematiche sessuali.

        • Franz ha detto:

          Si, ma Partito Radicale e Partito dell’Amore fanno zuppa e panbagnato…i tuoi sono solo particolari inutili e distraenti dall’articolo.

          Sappiamo già che Marco di Pietro/Luciano Buzzetti/Carlo Mes è un militante del Partito Radicale quindi su questo è il più informato.

          • Carlo Mes ha detto:

            Sono il figlio segreto di Pannella e della Bonino: lo confesso a te ma non dirlo a nessuno.

            • Norberto ha detto:

              Carlo, hai mai provato a commentare l’articolo entrando nel merito del contenuto piuttosto che distrarre i lettori con i tuoi commenti da “novella 2000”?

              • Carlo Mes ha detto:

                Era una precisione di 5 righe che si basava sue due elementi: la non presenza di Moana Pozzi nei radicali e la presenza di una pornostar nel Partito della Liberta’. Dare completezza ad un quadro credo sia apprezzabile: qual e’ il problema? Se dopo nascono mille commenti non e’ colpa mia.

                • Norberto ha detto:

                  Possiamo finirla qui allora? Cosa ne pensi del contenuto dell’articolo?

                  • Carlo Mes ha detto:

                    A prima visto un articolo molto ben fatto. Mi voglio prendere tempo per leggere la relazione in inglese della psicologa: la trovo molto interessante.

        • Gabry ha detto:

          Inoltre è molto probabile che Moana Pozzi avesse la tessera radicale così come tanti altri vips di cui non si sarebbe mai detto come Nino Manfredi o Katia Ricciarelli.

          • Hugo ha detto:

            Sulle loro biografie infatti non c’è traccia: http://it.wikipedia.org/wiki/Katia_Ricciarelli

            Eppure lo rivela l’ex radicale Quinto: http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-i-mille-tentacolidei-radicali-2955.htm

          • Carlo Mes ha detto:

            Luca Barbareschi mi puzza un po’ perche’ e’ sempre stato (a parte ultime vicende) un simpatizzante del Msi/An/Fli per la sua amicizia con Fini.
            La coppia Baudo/Ricciarelli mi puzza allo stesso modo di “radicale”: sono note le simpatie democristiane di Baudo.

            • Hugo ha detto:

              Nei due link postati da Ercole si spiega bene che il Partito Radicale usa i nomi di questi artisti per farsi pubblicità in cambio essi avranno qualche privilegio. Non è detto che condividano le idee dei radicali.

              • Carlo Mes ha detto:

                E’ possibile.

                • Hugo ha detto:

                  Come mai ti comporti così, cioè cambiando continuamente (Marco di Pietro / Luciano Buzzetti / Carlo Mes)? E’ difficile prenderne atto e scusarti con tutti gli utenti che hai preso in giro?

                  P.S. a questo commento Carlo Mes non risponderà o se risponderà non entrerà nel merito della domanda. State a vedere…

                  • Carlo Mes ha detto:

                    Non capisco come mai un commento di “precisione” possa suscitare tante polemiche. Se avessi detto che Cicciolina non era stata eletta nei Radicali sarei stato stupidamente polemico. A completezza dell’informazione ho detto solo che la Pozzi non era mai stata nei Radicali. Infatti – alle amministrative del 1993 al Comune di Roma – dopo la batosta che prese aveva dato indicazione di votare per il candidato comunista e non per Rutelli che era stato nel partito radicale sino al giorno prima.
                    Successivamente ho detto che una pornostar attualmente milita nel PdL: tutto cio’ e’ motivo per creare tante polemiche? Ma per favore….

                    • Hugo ha detto:

                      Come vi avevo anticipato, Carlo non ha risposto alla domanda. Ha risposto a una questione di cui non ho fatto cenno, solo per evitare che si veda il mio commento senza una sua risposta.

                      Rifaccio nuovamente la domanda, sperando che Carlo Mes entri nel merito con maturità: Come mai ti comporti così, cioè cambiando continuamente nome: Marco di Pietro / Luciano Buzzetti / Carlo Mes? E’ difficile prenderne atto e scusarti con tutti gli utenti che hai preso in giro?

                      P.S. a questo commento Carlo Mes non risponderà o se risponderà non entrerà nel merito della domanda. State a vedere…

                  • Carlo Mes ha detto:

                    Ti saluto Hugo Boss…quando vuoi parlare di cose serie (se riesci) a disposizione…ti lascio da solo nella tua sterile polemica….

                    • Hugo ha detto:

                      Niente da fare. Carlo Mes non è capace di prendere in considerazione la questione. Non riesce a negare il fatto, per fortuna, ma nemmeno riesce ad affrontarlo e sguscia via. Eppure basterebbe scusarsi verso tutti noi, nulla più. Ma la maturità è un approdo a cui alcuni arrivano troppo tardi.

                    • Ercole ha detto:

                      In realtà la polemica la trascini tu…ha ragione Hugo..se ti sei davvero comportato così e tanti se ne sono accorti è giusto che chiedi scusa. La cosa finirebbe lì.

                      Altrimenti nega il fatto e chiederemo agli amministratori di verificare gli indirizzi IP. Però non puoi non prendere posizione in questo modo.

    • Riccardo ha detto:

      Ma nei radicali sono stati tutti!!!!

      Sapete perché nonostante non abbiano fatto nulla di nulla sono nominati spesso? Perché usano due tessere, una per chi è iscritto e una per chi è simpatizzante. Così sono tutti iscritti. Sapete chi sono stati gli iscritti al Partito Radicale? Praticamente quasi tutti gli uomini di spettacolo: http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-i-mille-tentacolidei-radicali-2955.htm e http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-quanti-sono-gli-amici-dei-radicali-2992.htm

      • Carlo Mes ha detto:

        Sul rapporto show-business/politica si dovrebbe anche citare il Psi di Craxi (da cui nacque l’espressione “nani e ballerine” di Rino Formica) che mando’ al Parlamento Gerry Scotti e candido’ Massimo Boldi (ma credo la lista sia ancora lunga). Di recente il Partito della Liberta’ non e’ stato da meno con l’elezione di Iva Zanicchi, Mara Carfagna, Luca Barbareschi, Gabriella Carlucci (sicuramente ho dimenticato qualcuno…).
        Francesco Rutelli, Marco Taradash, Benedetto della Vedova e Daniele Capezzone (non so gli altri…) non possono essere definiti semplicemente “simpatizzanti” del Partito Radicale ma erano dei loro dirigenti.
        Mi puzza un po’ la presenza di Pippo Baudo le cui simpatie democristiane erano ben note.

        • Tano ha detto:

          Beh Carletto…tu sei un semplice tesserato dei Radicali, Danilo Quinto invece è stato dirigente per diversi anni prima della conversione. Ovviamente ne saprà meglio lui di te, no?

          • Carlo Mes ha detto:

            Mai avuto tessere di partito in tasca ed odio i Radicali dal lontano 1994 (sara’ la terza volta che lo dico). Che Baudo sia (o sia stato) un Radicale non mi cambia la vita. Leggi bene cio’ che ho scritto. Quinto o Terzo, Rutelli, Taradash, Della Vedova e Capezzone non sono stati “semplici simpatizzanti” ma erano dirigenti del Partito Radicale: non vedo nulla di sconvolgente a dire una cosa simile ed e’ stra-risaputo.

            • Tano ha detto:

              Eppure quando commentavi chiamandoti Marco Di Pietro hai sostenuto che le due tessere che hai avuto sono quella radicale e quella del WWF….ora hai già cambiato versione?

            • Piero ha detto:

              Ahppppero’… A 14 anni (hai detto che eri dell’80 o 81) gia’ ti occupavi di politica?…. Questo lo fanno spesso i militanti…

    • Maurizio ha detto:

      Moana Pozzi è stata iscritta ai radicali dal 1991 al ’93.
      si veda il sito dei radicali: http://old.radicali.it/search_view.php?id=126457&lang=&cms=

    • Maurizio ha detto:

      “…grande artista italiana Anna Moana Pozzi, iscritta al Partito radicale nel 1991, 1992 e 1993…”
      http://old.radicali.it/search_view.php?id=126457&lang=&cms

  • Hagen ha detto:

    Purtroppo (e me ne vergogno) anch’io ho fatto uso di pornografia e posso dire, almeno secondo la mia esperienza, che quello che c’è scritto sopra è pura verità; viene sempre proposta una visione della donna come oggetto e spesso, come naturale conseguenza, si nota più o meno esplicitamente un legame fra sesso e violenza. E quando non è violenza, allora sono altre forme di perversione. Quello che mi preme dire però, senza per questo volermi giustificare, è che il fenomeno ha raggiunto una portata tale che quando anni fa ero ancora al liceo e parlavo di queste cose con gli amici mi vergognavo quasi a dire che io non avevo ma visitato un famigerato sito di video a luci rosse che aveva una popolarità quasi pari a youtube.

    • Flavio ha detto:

      Credo che ormai tutti i giovani nella fase immatura della loro vita passino da lì purtroppo. E non è un caso che gli esponenti del laicismo facciano leva sulla pornografia. Vogliono che l’uomo rimanga immaturo per poterlo governare meglio, la Chiesa invece vuole un uomo vero, dominatore delle sue pulsioni e che sappia opporsi al Potere.

  • Ivano ha detto:

    Purtroppo la pornografia si sta estendo anche laddove l’immagine della donna è irreale e totalmente fuori dai canoni del buon costume. Dato che sono un appassionato di fumettistica giapponese e di giochi di ruolo on line, non vi nascono che anche in questi campi è arrivata ad insinuarsi la pornografia ( esempio classico sono gli hentai, yuri, yaoi, ecc. )… e la gente appassionata ci casca di brutto, ovviamente sul guadagno delle aziende che producono tali schifezze. Ma il risultato dominante è sempre quello: donne oggetto.

  • Laura ha detto:

    L’articolo è un po’ lunghino però quello che dice all’inizio Ravasio è fondamentale…è proprio vero che la pornografia è una delle conseguenze della vita senza Dio. L’uomo ha bisogno di inchinarsi ad altro.

  • i love benny ha detto:

    tutto ciò è estremamente squallido…

  • Gloria ha detto:

    L’industria del porno esiste solo in quest’area secolarizzata dell’occidente. E l’articolista ne spiega bene i motivi.

    • Carlo Mes ha detto:

      Vuoi dire che il porno non esiste in Oriente? Mai stata in Giappone?

      • Ercole ha detto:

        Beh questo è vero…ma il Giappone ormai è considerato un Paese occidentale (anche se è ad Oriente)

        • Carlo Mes ha detto:

          Beh… non so…dipende qual e’ il parametro occidente/oriente.
          Shanghai (Cina) non ha nulla da invidiare ai grattacieli di New York e su questo e’ piu’ “occidentale” della tranquilla Osaka (Giappone) ad esempio ma la pornografia (almeno ufficialmente) e’ bandita sebbene il mercato del sesso (ufficialmente sempre proibito) sia molto aperto.
          Su altri costumi invece il Giappone mantiene dei tratti piu’ orientali della Cina.
          Di certo posso dire che il problema delle molestie sessuali in Giappone ha assunto un livello tale che vi sono vagoni della metro solo per donne (lo scoprii quando entrai inconsapevolmente in un vagone e mi trovai circondato da donne che mi guardavano malissimo….). Non ricordo quale sia la media delle donne giapponesi molestate ma e’ altissima.

  • pasquino ha detto:

    Perche’ non provate ad indagare su chi controlla il mercato della pornografia ed anche Hollywood?

    Il collegamento tra l’altissima finanza ed investimenti sulla pornografia e’ evidente!

    Lo sapevate che la rivista Playboy e’ una delle maggiori finanziatrici dei movimenti gay?

    • Carlo Mes ha detto:

      Su internet ho trovato solo un finanziamento di 10,000 $ dalla Playboy Foundation. Se Playboy con 10,000$ e’ una delle maggiori finanziatrici del movimento gay non credo che i gay se la passino molto bene….
      Sul Sito della Fondazione Playboy non si fa cenno a questo stanziamento mentre si fa’ riferimento allo stanziamento di $100,000 nel 1971 per aiuti ai giovani, ad uno stanziamento di 250,000 $ nel 1994 per la lotta all’Aids, etc.

    • Carlo Mes ha detto:

      Poi che c’entra Playboy? Non e’ una rivista porno.

      • Piero ha detto:

        Infatti… Reclamizza pentole da cucina…
        Poi la pentola a pressione nel paginone centrale fa girare la testa alle massaie italiche…

        • Carlo Mes ha detto:

          Erotismo e pornografia sono cose ben diverse: in “Playboy” nessun atto sessuale e’ raffigurato.
          Inoltre non ci sono solo foto di donne (spesso attrici di fama mondiale) ma anche articoli di costume, moda, sport, politica, interviste a personaggi illustri di ogni settore, nonché contributi letterari di autori famosi (per esempio Arthur C. Clarke o Stephen King).
          Nel corso del tempo ha ospitato interviste a Jimmy Carter, John Lennon, Fidel Castro, Gabriel Garcia Marquez, Malcolm X, Salvador Dalí, Martin Luther King Jr., Jean-Paul Sartre, Cassius Clay, Madalyn Murray O’Hair, Orson Welles, Yasser Arafat, Steve Jobs, Robert De Niro, Carl Sagan e Barbra Streisand.
          Non mescoliamo….

          • Piero ha detto:

            Inoltre non ci sono solo foto di donne (spesso attrici di fama mondiale) ma anche articoli di costume, moda, sport, politica, interviste a personaggi illustri di ogni settore, nonché contributi letterari di autori famosi

            E infatti gli uomini lo comprano proprio per quello…:D

  • pasquino ha detto:

    Vi consiglio questo libro
    http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=20547

    Naturalmente parla della massoneria e non solo , parla di chi l’ha inventata ….un sistema studiato in cui droga e sesso sono l’arma fondamentale per il controllo delle masse fino a fare del sesso l’unica soddisfazione in un mondo sciagurato ed antiumano innescando un circlo viziso senza uscita. Tutto e’ stato programmato , dal femminismo, all’omosessualismo fino alla pansessualizzazione degli adolescenti che gia’ si sta’ affacciando nelle scuole anche materne.

    R

  • pasquino ha detto:

    Vi consiglio questo libro “Massoneria e sette segrete”
    http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=20547
    Parla anche del fenomemo pornografia e chi lo controlla

    Naturalmente parla della massoneria e non solo , parla di chi l’ha inventata ….un sistema studiato per la societa’ da controllare in cui droga e sesso sono l’arma fondamentale per il controllo delle masse fino a fare del sesso l’unica soddisfazione in un mondo sciagurato ed antiumano innescando un circolo viziso senza uscita. Tutto e’ stato programmato , dal femminismo, all’omosessualismo fino alla pansessualizzazione degli adolescenti che gia’ si sta’ affacciando nelle scuole anche materne.

    Anche il Rinascimento fu’ la rivoluzione della sensualita’ sul razionale medioevo, e da allora l’Occidente Cristiano e’ sotto attacco in maniera massiccia.
    Ricordo la proposta all’ONU nel 2009 di introdurre l’insegnamento della masturbazione nelle scuole , per fortuna bocciato dai cosidetti incivile paesi africani e sud americani ma approvato da UE e nord europa.

    Per non parlare della notizia recente in svizzera dell’introduzione nelle scuole materne della sex box, ossia gdget erotici , come nuovi giocattoli!

    Dovremo difendere i nostri figli con le spade!!!

    • Carlo Mes ha detto:

      Scusami, ma secondo te la Massoneria avrebbe creato la pornografia?
      Ti dispiacerebbe chiarire il concetto che “tutto e’ stato programmato, etc.”?
      Non mi e’ chiaro neanche il rapporto Rinascimento/medioevo nell’ambito della sessualita’ e come l’Occidente Cristiano sarebbe attaccato.
      Magari invece di difendere i figli con le spade (che rischiamo anche di farci male) sarebbe meglio educarli meglio.

  • pasquino ha detto:

    Inoltre la pornografia e’ un’arma di distruzione di massa e per contenere le nascite e manipolare la societa’ . In questi sempi di liberta’ sessuale….si pratica l’amplesso ma non nascono figli. Denetalita’ conseguenza della irresponsabilita’ sessuale e di coppia. Voglia di divertirsi e non di procreare in quanto necessita’ impegno e responsabilita’. Naturalemente l’aborto e’ poi la cosidetta cura contro quell’effetto secondario della gravidanza ” indesiderata” in quanto ci si voleva solo divertire.

    Una societa’ con pochi figli e’ debole e si impoverisce ,oltre a non prendersi cura degli anziani , e qualcuno vuole la nostrab debolezza per poterci comandare e sopraffare

    • Carlo Mes ha detto:

      Spesso non sono dei condizionamenti ma vengono dette “Easter eggs” (uova di Pasqua). Sono delle “firme” di disegnatori e sono presenti un po’ ovunque (film, canzoni, fumetti, siti web, programmi, etc.).
      Ho letto ad esempio di messaggi subliminali nei Queen (“Another one bites the dust” e “One Vision”). La prima canzone e’ stata scritta dal bassista John Deacon: uno degli artisti piu’ tranquilli che la musica abbia potuto avere. Non credo proprio che i Queen volessero influenzare il loro pubblico ad esempio.

      • Lucas ha detto:

        Non ho seguito la discussione ma leggo solo questo commento….adoro i Queen..ma il sig. Mercury non era affatto un tipo tranquillo….omosessuale dichiarato e libertino…

        • Carlo Mes ha detto:

          Mercury era omosessuale e sicuramente non era un “principe dei costumi” sebbene fosse sfacciato sul palco e timidissimo in privato. Ci sono state un po’ troppe legende a riguardo….vabbe’….Libertini (ma eterosessuali doc) erano anche il chitarrista Brian May ed il batterista Roger Taylor mentre il bassista (autore della canzone incriminata) era (ed e’) sposato con una decina di figli! Sembrerebbe che nella canzone “Another one bites the dust” (scritta appunto dal buon Deacon) ci sia un invito a fumare marijuana. Da Queenista doc avro’ ascoltato quella canzone circa 1000 volte nella mia vita ma avro’ fatto due tiri di canna e non sono gay….tutto questo messaggio subliminale non ha attecchito.
          Ps: ce ne fossero di omosessuali dichiarati e libertini del calibro di Freddie Mercury (R.I.P.)

          • Lucas ha detto:

            Ora ho letto un po’ di commenti…tuttavia la questione di Mercury (in fondo è lui che canta, no?) da ragione a pasquino quando ricorda il legame omosessualità-pornografia (e quindi svalutazione della morale tradizionale, liberalizzazione dei costumi e tutta la macchina ideologica che c’è sotto).

            Che su di te non abbia fatto effetto mi da sollievo, e lo stesso anche su di me. Però se i messaggi ci sono, ci sono.

            Certo Freddie è stato un grande artista, ma un pessimo educatore. Come Vasco Rossi (paragone imbarazzante lo so). Dunque mi basta che ci sia stato solo lui. Ho grande nostalgia invece di Testori, omosessuale e grande uomo, tant’è che visse la sua omosessualità con grande onore (e sofferenza). Tentando di seguire tra l’altro la proposta della Chiesa agli omosessuali.

            • Carlo Mes ha detto:

              Da Queenista, Mercury era la “voce principale” dei Queen e lui stesso non si definiva il “leader”. Se leggi i testi dei Queen non sono ne’ educativi ne’ diseducativi. I testi erano del tutto inoffensivi e riguardavano principalmente l’amore e non erano mai trasgressivi….anzi.
              Freddie Mercury pessimo educatore? Credo che non fosse ne’ educatore ne’ diseducatore. Non ho mai visto Mercury mandare messaggi o dire qualcosa ai giovani su droghe, etc.
              Rivelo’ solamente il suo virus Hiv affinche’ le persone si potessero rendere conto del problema ed il giorno dopo mori.
              Era un grandissimo artista con un grandissimo senso della sua vita privata (anche nei funerali). Addirittura anche gli altri membri dei Queen non si erano mai accorti che fosse omosessuale. Concedeva poche volte interviste ma – se glielo chiedevano – non smentiva di essere omosessuale.
              Sul legame omosessualita’-pornografia non sono d’accordo. La parte omosessuale del mercato e’ di nicchia e quella etero e’ dominante.
              La liberalizzazione dei costumi non e’ sinonimo di omosessualita’. Ci possono essere eterosessuali libertini e morigerati omosessuali.
              Riguardo il messaggio presente in alcune canzoni. Anche se ci fosse spesso sono solamente degli scherzi e rientrano nel fenomeno degli “easter eggs”. Definire i Queen come dei satanisti mi sembra eccessivo…

              • Lucas ha detto:

                No, ma io non parlo dei messaggi diretti. E’ ovvio che esiste il concetto di “emulazione”. Non serve che mandi messaggio diseducativi, basta soltanto vedere come uno vive per imitarlo. E chi ha questo enorme successo ne dev’essere consapevole. Ho partecipato ad un incontro tra Giovanni Paolo II e degli sportivi e lui ribadiva questo concetto: abbiate la coscienza che tanti guardano a voi con desiderio d’imitazione, abbiate responsabilità. Anche Vasco Rossi parla raramente di droga o altro nei testi, però sappiamo benissimo quanta diseducazione porta.

                Il mercato pornografico omosessuale non lo conosco. Ma non parlo di quantità….parlo di legami….in fondo l’ideologia del genere, portata avanti anche da etero libertini, vuole scardinare la moralità tradizionale per imporre una liberalizzazione dei costumi (e dunque un accettazione dell’omosessualità). E’ quello che si tentò con successo nel ’68. La pornografia esplose lì. Io parlo di cultura che sta dietro all’omosessualità e non sono certo contro agli omosessuali in quanto tali, miei fratelli come tutti gli altri.

                • Carlo Mes ha detto:

                  Sull’emulazione concordo con te. E’ naturale che l’uomo pubblico (sportivo, artista, politico, etc.) abbia una responsabilita’ (per il politico la dignita ed il decoro sono un obbligo sancito dalla Costituzione) perche’ e’ “esemplare” per gli altri.
                  Ovviamente – in una epoca di gossip (ma non faccio riferimento al mondo della politica perche’ quello e’ un altro piano) – la privacy e’ molto invasa.
                  Se penso a Mercury o a George Michael non hanno mai avuto particolari atteggiamenti. In quei casi l’invadenza dei media rivelarono l’omosessualita’ delle due persone che ovviamente non nascosero (nel caso di Mercury non ricordo un “coming out” specifico ma parliamo di epoche diverse).
                  Certamente vi sono gruppi musicali (di solito legati) al metal che si professano satanisti ed anticristiani.
                  Poi a parte il caso dei satanisti, nell’ambiente musicale molto va anche “contestualizzato”. L’atteggiamento “giacca e cravatta” dei Beatles non poteva essere ripetuto nei ’70 mentre le unghie nere sarebbero state ridicole negli ’80.
                  La pornografia come tale e’ sempre esistita (esempi ve ne sono anche al tempo dei Greci).
                  La rivoluzione degli anni ’60 (nata infatti negli Usa) nasce anche dal bisogno di una generazione che – conosciuti gli orrori della guerra – si era stancata dell’austerità. Infatti Playboy nacque in quegli anni.
                  Sposo in pieno la tua frase sugli omosessuali “miei fratelli come tutti gli altri”: complimenti.

                  • Lucas ha detto:

                    Ok…ci siamo intesi allora. Sono d’accordo. Anche sulla politica purtroppo.

                    Faccio solo notare quanto sia stata ideologicamente anticlericale la rivoluzione 68ina…giusto per sottolineare ancora una volta quali conseguenze abbia portato il distacco ideale alla Chiesa.

                    Perché i complimenti scusa? Per chi come me e te vuole seguire veramente il messaggio della Chiesa (senza farsi i cavoli suoi come ha detto BXVI sull’aereo per la Germania) come può dire qlcsa di diverso? Certo, questo non significa accettare il comportamento omosessuale, ma di certo non è in discussione il nostro affetto fraterno verso gli omosessuali.

                    • Carlo Mes ha detto:

                      Il ’68 di sfaceli ne ha prodotti….
                      I complimenti sono sempre dovuti (soprattutto di questi tempi) quando sento un po’ troppo odio in giro. Allora e’ bene ripetere (anche sino alla noia) che l’omosessuale e’ un nostro fratello.
                      Mi ha meravigliato (con molto piacere) la frase di Benedetto XVI pronunciata oggi (o ieri…non so) in Germania:

                      “Gli agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace e le persone che – colpite come vittime o semplicemente scandalizzate da casi come quello della pedofilia – soffrono a causa dei peccati commessi da uomini di Chiesa e hanno desiderio di un cuore puro, sono piu’ vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine’, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato dalla fede”.

                      La trovo bellissima.

  • Carlo Mes ha detto:

    Un bell’articolo ed e’ molto interessante avere il collegamento diretto alle ricerche.
    La pornografia e’ sempre esistita ma – con l’avvento di internet – ha assunto delle forme diverse e l’accesso e’ diventato piu’ facile.
    Concentrandosi sui minori, il ragazzo che – 15 anni fa’ – avesse voluto guardare un giornale pornografico incontrava – come minimo – la “barriera dello sguardo” dell’edicolante che non poteva vendere il giornale se era richiesta da un minorenne.
    Ora con internet tutto e’ selvaggio ed il minore si trova ad essere – oltre che pericoloso fruitore – anche protagonista di video magari con la promessa di una ricarica telefonica etc.
    Con la tecnica del “file sharing”, un utente che stesse alla ricerca di un file musicale ad esempio spesso addirittura riceve un video pornografico con la presenza di minori macchiandosi – anche inconsapevolmente – di un reato (detenzione di materiale pedo-pornografico).
    Impedire la pornografia – anche su internet – oltre che liberticida (avviene in Cina ad esempio con i siti porno ma anche con siti come youtube e facebook) e’ inutile perche’ – con un comune proxy (una specie di programma – e’ facile aggirare tali barriere.
    Sarebbe bene che i genitori imparassero le tecniche per impedire dal singolo pc l’accesso a tali siti. Purtroppo i figli ne sanno sempre piu’ dei propri genitori a riguardo.
    Inutile dire che la pornografia e’ un’industria che fattura che milioni di euro. Se ne accorse – infuriato – lo stesso Papa Ratzinger (bellissimo intervento oggi sugli agnostici e i “fedeli di routine”) quando fu costretto ad inviare i nunzii apostolici nella diocesi di Maribor (in Slovenia) che addirittura era proprietaria di una tv che trasmetteva programmi pornografici.
    Tutto cio’ e’ sintomatico di quel pericolo di “sex addiction” che gli psicologi conoscono molto bene ed i cui effetti sono ben descritti.

    • Flavio ha detto:

      Condivido…ma rimango scettico sulle possibilità di mettere una barriera alla pornografia usando l’informatica. Tutto è superabile come dici tu. Occorre come sempre una proposta culturale, un cambiamento culturale basato particolarmente sul messaggio della Chiesa. L’uomo è dominatore dei propri istinti solo quando capisce che ciò che desidera è Altro da sè. Non qualcosa che può stringere tra le mani, nulla gli basterebbe, ma quell’Infinito a cui tutto rimanda, usando le parole di Pavese. Quell’Infinito che si è fatto carne 2000 anni e abita ancora in mezzo a noi.

      • Carlo Mes ha detto:

        Concordo in pieno. Nell’era di internet le “barriere” sono relative e superabili facilmente. Ma questo se si parla di barriere “a monte”. In Cina non e’ possibile (teoricamente) accedere a siti porno e a siti come facebook e youtube. Ma con un proxy si aggira la barriera.
        A valle credo si possa intervenire sullo specifico pc innalzando le barriere: credo che su ogni browser si possa fare. L’occhio vigile dei genitori e’ sempre l’arma migliore….

        • Flavio ha detto:

          Forse mi sono espresso male…in realtà è proprio il metodo della “censura” che non va bene. Solo per il fatto che è “vietato” è un fortissimo stimolo a trovare il modo per eludere il divieto. Diventa una sfida. Leggevo recentemente che in Iran c’è un altissimo flusso verso i siti porno, quasi come in Occidente. E in Iran si può rischiare la vita: http://www.giornalettismo.com/archives/113150/in-iran-chi-ha-un-sito-porno-muore/ Qui si mostra che gli islamici visitino moltissimo la pornografia online: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2003/08_Agosto/11/islam.shtml

          Quando si punta sulla repressione questi sono i risultati. Amo la Chiesa perché essa punta sull’uomo, scommette su di lui, stima l’uomo e sa bene che esso può dominare se stesso. Non serve la barriera (certo, l’occhio del genitore è fondamentale) ma un’educazione cristiana della vita.

          • Carlo Mes ha detto:

            Ti eri espresso benissimo. Ero io che mi ero focalizzato troppo sull’idea di “barriera”.
            Avevo accennato alla Cina (sicuramente anche in Corea del Nord) e tu hai aggiunto l’Iran ed i Paesi islamici. Sappiamo che non sono paesi esemplari. E’ giusto che l’idea di “giusto” debba nascere all’interno dell’uomo e non per imposizione fermo restando gli strumenti per punire reati legati alla pedofilia on line ma questo e’ un altro discorso.

      • Carlo Mes ha detto:

        Proibire inoltre assegna quel famoso “gusto del proibito” da cui i giovani sono attratti….

    • Maurizio ha detto:

      Bè, con questi argomenti sarebbe “liberticida” anche la proibizione della pedopornografia. Oltretutto la pornografia è già vietata anche in alcuni paesi occidentali (mi viene in mente l’Ucraina) e sottoposta a restrizioni in altri (Regno unito e Australia).
      Per quanto riguarda i cattolici, sulla necessità di proibire la pornografia ci sono pochi dubbi, dal momento che in questo senso si esprime anche il catechismo: “Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2354)

      • Carlo Mes ha detto:

        Non mescoliamo le cose.
        La pornografia puo’ essere un vizio ma e’ sempre esistita (ed io non mi vergogno di aver visto siti porno). La pedofilia e’ un reato. Se una volta guardo un sito internet non commetto reati, se detengo materiali pedopornografici si: questo lo prevede anche la legge (art. 600 C.P.).
        I Paesi che proibiscono tout court la pornografia sono Paesi notoriamente illiberali (Cina, Corea, Iran, etc.).
        Inoltre non voglio uno Stato che mi dica cosa e’ giusto e cosa e’ sbagliato ma la risposta deve stare dentro me (parlo di una persona adulta e vaccinata).
        Per quanto riguarda la protezione dei minori mi sono gia’ espresso. Proteggere il minore sta’ ai genitori e si puo’ pensare ad un aiuto da parte dei provider cosi come e’ gia’ avvenuto per i numeri 144.
        Per quanto riguarda la Chiesa trovo fuori luogo che il Catechismo dica: “Le autorita’ civili DEVONO”. Le autorita’ civili fanno quanto ritengono opportuno. Alla Chiesa il compito di moralizzare ma non quello – anche tramite lo Stato – di “proibire”.
        La Chiesa pensi anche che la diocesi di Maribor (in Slovenia) aveva una rete tv che trasmetteva materiale pornografico.
        Se cominciamo a “proibire” non pensate che si attiverebbe quel famoso “piano inclinato” che vi piace tanto citare? Allora perche’ non vietare l’alcool? Ed il fumo? E le scommesse? Anche tutto questo puo’ rovinare l’individuo….

      • Carlo Mes ha detto:

        Attenti a parlare facilmente di “censura” visto che in Italia non siamo messi bene….Siamo considerati da Freedom House “parzialmente liberi” e siamo uno dei due Paesi con questo status in Europa (l’altro e’ la Turchia). Siamo anche dietro a diversi paesi dell’Europa dell’Est (http://www.freedomhouse.org/uploads/fop/2009/FreedomofthePress2009_tables.pdf).

  • MARCATEO ha detto:

    Scusate, ma cosa c’entra la pornografia con l’essere antiUaar? Perchè c’è qualcosa che non mi quadra sui numeri… Noi dell’Uaar siamp quattro gatti. I numeri che dite che muove la pornografia sono ben superiori. Non è che la usano anche i cattolici? Nooooo, vero?

    • Karma ha detto:

      Innanzitutto grazie per non vergognarti dell’UAAR. Finalmente uno che lo dichiara apertamente!

      Essere “antiUaar”? E chi sarebbe “antiUaar”? Non mi pare di leggere nulla di simile nel “chi siamo”. Mi pare soltanto che si voglia criticare una certa visione esistenziale talebana che l’uaar cerca di imporre ai propri adepti. La pornografia sarà sicuramente usata anche da cattolici, ma l’articolo pone la questione di quando sia esplosa, di quali siano le motivazioni e i danni che essa comporta.

      In poche parole finora non hai ancora detto nulla di sensato. Riprovaci.

    • Tano ha detto:

      Notare come il nostro amico uaarino ritenga che l’uaar sia l’ateismo tout court. Credo che se lo venisse a sapere Carcano ci sarebbe l’ennesimo epurato dalla setta.

    • Riflex ha detto:

      “Noi dell’Uaar siamp quattro gatti…”….

      Ti prego dimmi che non è vero: tu pensi veramente che quest’articolo sostenga che l’UAAR sia alla base della diffusione della pornografia.

      Fai una cosa…torna in sede uaar e fatti dare la “r” di razionalismo. Ho l’impressione che tu l’abbia lasciata lì.

    • Damiano ha detto:

      Ma che hai la coda di paglia? Non mi sembra che nell’articolo venga citato l’uaar…

  • a-ateo ha detto:

    anche sul tema della pornografia ci sono esseri umani coinvolti. ci sono adolescenti e giovani resi dipendenti per aprire mercati editoriali,ci sono donne e spesso bambini che per fame o debolezza diventano materiale pornografico, famiglie distrutte dalla fatica educativa di contrastare questo cumulo di melma, politici che “vendono” a soggetti deboli la “libertà” ed editori che si arricchiscono.
    I danni sono descritti nell’articolo.
    A ognuno il compito di schierarsi nobilmente a favore dei soggetti deboli oppure prestare il proprio impegno a favore dei più forti dichiarando implicitamente la propria indifendibile IGNOBILTÀ’.

  • Daniele ha detto:

    Bisogna chiedersi cosa spinge una persona a consultare con frequenza i siti pornografici e a instaurare una dipendenza dalla pornografia. Ne verranno fuori, quasi sicuramente, problemi legati alla sfera affettiva-relazionale-emozionale in cui il soggetto purtroppo è rimasto impigliato, problemi che magari derivano, in ultima analisi, dal carattere dell’individuo, carattere a suo volta formatosi nell’ambiente familiare in cui vive o è vissuto. Tali problemi la psicoterapia li sa indagare e in una buona parte dei casi li sa anche risolvere. Certo: serve che il primo passo per uscirne, cioè la richiesta d’aiuto, lo faccia il soggetto stesso (il quale deve anche sapere che sarà un percorso in salita… un po’ come smettere di fumare, o forse anche qualcosa di più). Perché il soggetto non solo deve smettere di fare ricorso alla pornografia, ma deve anche e soprattutto comprendere, controllare e rimuovere le cause che lo hanno portato a diventarne dipendente. Cioè il terapeuta deve aiutarlo a correggere quelgli aspetti del carattere che lo hanno portato a vivere un’affettività distorta, la quale affettività distorta lo ha portato alla dipendenza dalla pornografia.

  • Daniele ha detto:

    E poi, anche se è brutto da dire: se uno, giovane o meno giovane, proprio non sa contenere l’impulso di masturbarsi, è meglio che si masturbi SENZA ricorrere alla visione di filmini o immagini pornografiche, piuttosto che masturbarsi guardano tali materiali. Certo: l’ideale sarebbe evitare sia la masturbazione sia la pornografia… però, credetemi, già il dissociare (cosa che in certi casi di dipendenza già instaurata potrebbe richiedere un certo sforzo) la masturbazione dalla visione di materiale pornografico è un primo e importante passo. Prendere la decisione di non associare più il piacere sessuale, seppur si tratti di quello effimero dell’autoerotismo, alla visione di certo materiale è una tappa fondamentale verso la disintossicazione. E, ripeto, potrebbe essere una decisione non da poco, poiché chi si masturba guardando materiale pornografico poi fa fatica a farlo senza guardare tale materiale.
    La tappa successiva alla disintossicazione dalla pornografia sarà allora comprendere cosa spinge il soggetto a masturbarsi… cioè servirà indagare su quelle cause affettive, relazionali, ecc… di cui ho parlato in un altro post e porvi soluzione.

  • Damiano ha detto:

    In UK il governo ha proposto di bloccare l’accesso a siti pornografici a tutta la rete, a meno che non ci sia una richiesta specifica da parte di un adulto… Se mai diventerà legge, mi sembra un buon punto di partenza!
    http://www.corriere.it/esteri/10_dicembre_19/cameron-blocco-siti-porno_ae452598-0b8e-11e0-bf9a-00144f02aabc.shtml

    • Fabio Moraldi ha detto:

      Può essere anche se vale quel che hanno detto Carlo e Flavio poco sopra. Essendo un Paese ad alto tasso di secolarizzazione, nel Regno Unito credo ci sia anche un problema maggiore che in altri posti.

      • Carlo Mes ha detto:

        Si ma sarebbe gia’ qualcosa di diverso. Se lo Stato (come in Cina o in altri paesi al mondo) vieta l’accesso a tali siti e’ qualcosa di liberticida in quanto l’idea del “giusto” deve nascere in ciascuno di noi (parlando di adulti).
        Se si parla di restrizioni per tutelare esclusivamente i minori (quindi con libero accesso) per adulti non si tratterebbe di censura informatica ma di tutela dei minori. Ovvio che il 14enne potrebbe aggirare il sistema in altri modi ma almeno un bambino di 10 anni non vedrebbe certi contenuti. Poi qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa deve fare un bambino di 10 anni con internet. Il problema piu’ che ideologico e’ tecnico. Poi se uno ha problemi di dipendenza dalla pornografia e’ un problema che deve risolvere da solo: come fa ad intervenire lo Stato?

    • Daniele ha detto:

      Risolverebbe il problema per i minorenni (che è già una gran cosa), ma non per i maggiorenni.

      • Damiano ha detto:

        spesso la dipendenza nasce proprio nell’età adolescenziale… E’ più raro cadere in questo tipo di dipendenza se non hai avuto precedenti in questa fase della vita.

    • Maurizio ha detto:

      Bisogna notare, poi, che nel Regno Unito la “pornografia estrema” è già vietata.
      http://en.wikipedia.org/wiki/Section_63_of_the_Criminal_Justice_and_Immigration_Act_2008

      • Carlo Mes ha detto:

        Non dimentichiamo che in Italia la produzione, il commercio e la diffusione di immagini pedopornografiche (art. 600 c.p.) e’ gia’ vietata altrimenti si pensa che in Italia in ambito pornografico tutto sia libero….una fandonia…

  • a-ateo ha detto:

    @carlo mes,
    La pornografia è uno scontro fra soggetti forti e deboli. editori contro adolescenti, per semplificare.
    Secondo me, chi non si schiera attivamente per il soggetto debole si trova in una posizione ignobile.
    Per un fatto di civiltà, molto prima che per fede.
    Tutto il resto è fuffa.
    Puntare sull’enfasi della libertà risulta operazione idealistica di chi discute seriosamente di stelle, guazzando allegramente con i piedi nella m****.

    • Carlo Mes ha detto:

      Grazie a-ateo per avermi chiamato in causa,
      secondo me la pornografia si rivolge anche (ma non solo) ad adolescenti (se non anche bambini). Ovviamente una parte importante (e credo principale) sia costituito da adulti. Prima dell’avvento di internet esistevano (ed esistono tutt’ora) riviste porno e potevano essere acquistate solo da adulti.
      Con questo non voglio dire che i minori non debbano essere tutelati nelle forme piu’ opportune (l’ho scritto nel precedente post).
      Soffermandosi al rapporto minori/internet il discorso e’ molto complesso ed i siti internet riguardano solo una parte.
      Pensiamo alle varie chat, social network, etc. in cui e’ possibile entrare in contatto con ogni sconosciuto. Prova ad entrare in una chat e fingiti una ragazzina di 11 anni: dopo due minuti sarai approcciato da centinaia di persone.
      Oppure prova ad usare un programma di file sharing (quelli usati per scaricare musica per intenderci) e vedrai quanta robaccia pedo-pornografica circola.
      Inoltre non pensiamo che materiale pornografico sia nato con la rivoluzione sessuale (e’ una fandonia). Ne troviamo traccie nell’antica Grecia e film simili erano girati anche nei morigerati anni ’20.
      Ora, chi ha mai detto che non bisogna schierarsi per il soggetto debole?
      Detto tutto cio’ il problema e’ solo uno: che fare?
      Come detto si puo’ intervenire “a monte” secondo – perche’ questo e’ – l’approccio attuale di paesi liberticidi (Cina, Iran, Corea del Nord, Paesi islamici, etc.). Secondo te puntare sul concetto di liberta’ e’ inutile. Ora ti spiego perche’ – secondo me – proibire l’accesso generalizzato (e sottolineo generalizzato: ossia per minori e no) di questi siti internet e’ dannoso ed inutile:
      1) Ogni barriera informatica puo’ essere aggirata facilmente tramite un programma proxy.
      2) Si instaura quel gusto del “proibito” che invece di allontanare attrae. Parlandoci chiaramente credo che la stragrande maggioranza degli uomini abbia visto contenuti porno (io alzo la mano). Vederli a 10 anni e’ sicuramente dannoso, a 18 di sicuro si ha una sensibilita’ diversa.
      3) Come detto, la risposta di cio’ che e’ giusto e cio’ che e’ sbagliato deve nascere dentro di me ma non deve essere imposta. Non voglio che uno stato (come in Cina) debba dirmi cosa sia giusto vedere e cosa no. Vorrei che tutto cio’ restasse alla mia sensibilita’ (mia sensibilita’ di maschio adulto e vaccinato per intenderci).
      Su questo punto potremmo parlare del rapporto censura pornografica/rispetto della donna nei suddetti paesi. Non mi sembra che tale censura si accompagni ad un maggior rispetto delle donne ma mettiamo da parte questo argomento.
      Ora il discorso “tutela dei minori” resta irrisolto: che fare? Credo – poi tecnicamente non so – che si possa applicare quanto fatto per i famosi numeri “144” (ricordi?).
      Prima tali numeri erano accessibili da ogni utenza telefonica (e problemi ne han fatti), poi si decise che potevano essere disabilitati su richiesta dell’utente e successivamente si penso che erano disabilitati di default mentre – qualora l’utente avesse voluto – avrebbe potuto richiederne l’abilitazione.
      Se tale sistema potesse (da vedere tecnicamente poi) essere applicato anche per i siti porno non ci vedo niente di male. In questo modo tutto starebbe alla “diligenza del buon padre di famiglia”. Ovvio che un 16enne troverebbe il modo (tramite amici, etc.) di procurarsi del materiale (fa anche parte del percorso di crescita) ma quanto meno il bambino di 10 anni sarebbe piu’ protetto.
      Poi se un adulto (e sottolineo adulto) diventa “sex-addicted” per tale materiale esistono degli ottimi terapeuti. Sarebbe un po’ come proibire la vendita di alcolici per proteggere gli alcolizzati: sappiamo che fine ha fatto il proibizionismo.

  • alèudin ha detto:

    anche io sono stato succube della pornografia on-line, la cosa incredibile era che dopo aver guardato e “consumato” da solo, mi ritrovavo più triste e frustrato di prima e dovevo ricominciare…

    Per non parlare del fatto che dopo, quelle immagini ti seguivano per tutta la giornata impedendoti di vedere una donna senza volerla sessualmente, pensavo al sesso almeno il 90% della giornata.

    Alla fine quando mi sono reso conto di essere uno zombi non senza violenti sforzi di volontà e molta preghiera ne sono uscito, c’è stata una volta in cui ho parlato con una mia amica e mi sono reso conto di parlare con Lei e non con la possibilità di averci un rapporto sessuale, mi è apparsa bellissima, vedevo un’altra persona, finalmente vedevo Lei.

    Non pensare al sesso è una cosa meravigliosa, ti accorgi di quanta energia, tempo e vita ti toglie.

    Chiaramente il sesso, quello vero, con Amore è meraviglioso.

    • Riccardo ha detto:

      Io no, non sono caduto mai nella trappola. Apprezzo molto le tue parole che dimostrano come anche noi portiamo le conseguenze di questo male terribile dell’elogio dell’istinto animale.

  • Daniele ha detto:

    Un altro consiglio: quello del guardare la pornografia sul computer (o su qualunque altro mezzo) è una cosa che generalmente si fa da soli. Quindi, per non ricadere più nella trappola, il soggetto dovrebbe fare di tutto per evitare quelle situazioni di solitudine che poi lo spingono a cercare il piacere in certe cose squallide. Cioè cerchi di stare il più possibile in compagnia e cerchi di tenere la mente sempre occupata con altre cose, con altri pensieri (es. un buon libro)… piano piano l’abitudine alla pornografia si smorza e anche la mente si “disintossica”.

    • Gennaro ha detto:

      Grazie per i tuoi interventi. Sei un terapeuta Daniele?

    • Maurizio ha detto:

      C’è anche una soluzione pratica che consigliano i terapisti: far installare sul pc un programma di filtraggio per bloccare i siti porno e far scegliere ed inserire la password per lo sblocco ad un amico (che, naturalmente, non la riveli).

      • Carlo Mes ha detto:

        Mi ci vedo gia’ il povero amico svegliato nel cuore della notte….non vorrei mai essere nei suoi panni….

  • alèudin ha detto:

    Anni fa avevo letto una laicissima ricerca di marketing in cui veniva dato rilievo al fatto che quando la gente arriva a casa la sera svuotata dalla giornata e si piazza davanti alla tv l’attenzione non reagisce più agli stimoli primari: fame, sete, novità, violenza etc.. solo al sesso.

    Quindi per accendere l’attenzione e veicolare il messaggio track! una dose di erotismo…

    Proprio come fatto notare nell’articolo qui sopra: “topi in gabbia [di certi esperimenti scientifici] che premono la leva per ottenere una goccia di dopamina”

  • a-ateo ha detto:

    @carlo mes,
    Ho letto con qualche difficoltà quello che hai scritto.
    Credo che tu non legga dinamicamente il problema della pornografia, da una parte un grasso e volgare individuo e dall’altra un indifeso ragazzo, per semplificare.
    Ti chiedo di sapere se sei emotivamente dalla parte del ragazzo indifeso (indignazione…) oppure sei preso dalla ammirazione per il furbo che ha creato una fortuna editoriale sul porno. Oppure se resti neutrale (non sono cavoli miei…).
    Non ti chiedo che obbiettivi proponi, come sei armato, di che colore ideologico sono i tuoi argomenti e la tua divisa, il piano tattico (perdente o vincente…) che immagini.
    La cosa importante resta: a favore di chi ti schieri?
    Il soggetto debole.
    Il soggetto forte.
    Nonmenepossafregademeno…

    • Carlo Mes ha detto:

      Credo di avere risposto ma cerchero’ di essere molto piu’ chiaro.
      Alla tua domanda rispondo: sono per il soggetto debole (non potrei essere piu’ chiaro).
      Ora per me, ti do’ la mia definizione di “soggetto debole”: soggetto debole e’ il minore di anni 18 (e soprattutto di anni 14) che, attraverso internet, ma non solo potrebbe entrare in contatto con materiale pornografico e, soprattutto, con pedofili facilmente conoscibili online. Per questi soggetti si puo’ pensare ad una qualche misura di “blocco internet” (ovviamente non sono un tecnico da sapere se sia possibile).
      A tal fine ho fatto l’esempio di quanto fatto con i numeri 144 (disabilitazione a richiesta dell’utente). In questo modo la facolta’ starebbe all’intestatario della linea internet.
      Se (e quindi chiudo il cerchio) per “soggetto debole” si intende anche il maggiorenne che cade nel tunnel della porno-dipendenza credo che siano affari suoi e puo’ rivolgersi ad un buon terapeuta.
      Quindi sono favorevole ad un “blocco internet” per siti porno su decisione dell’intestatario della linea internet ma sono totalmente contrario ad un blocco da parte dello stato per questi siti (modello Cina) per i motivi che ho gia’ detto.
      Spero di essere stato chiaro.

    • Carlo Mes ha detto:

      Comunque non dimentichiamo che il buon Hugh Hefner, attraverso la Fondazione Playboy, stanzia finanziamenti a favore dell’Aids, dei giovani, delle donne, etc.
      Gia’ citare Hefner non e’ appropriato perche’ Playboy (che e’ stata citata: non da te ovviamente) non e’ una rivista pornografica.

  • a-ateo ha detto:

    Caro Carlo Mes,
    cerchi di limitare i confini del soggetto debole…chi ha più di 18 anni, cavoli suoi…

    Per il soggetto debole ridotto ai bambini ti dichiari impossibilitato all’aiuto che non sia un blocco deciso dal proprietario, cioè niente…e i giornali, e la televisione, e la condanna culturale, e la sanzione morale, gli interventi educativi relativi alla pornografia?
    E poi, essendo tu un libertario, non vuoi che ti tocchino Internet, quali che siano le conseguenze sui soggetti deboli o presunti tali….
    E poi citi la buona lana di Hefner che prende le briciole dei suoi utili e li destina a favore di aids e similia…
    Ci vedo ostentata e non credibile ingenuità, una non limpida posizione sulla tua dichiarazione di schieramento a favore del soggetto debole: a parole per il più debole, ma poi difendi i tuoi interessi di utente internet e vanti, un pò lecchinamente, addirittura la bontà del soggetto più forte, il “pornista” soft più ricco al mondo….
    Ti sei un pò tradito, per caso?
    E ti chiedo a finale chiarimento: condividi il fatto che schierarsi per il più debole è nobiltà, mentre schierarsi per il più forte è ignobiltà?

    • Carlo Mes ha detto:

      Caro a-ateo,
      Cerca di essere piu’ chiaro. Ora te la faccio una domanda: ritieni giusto e utile (sottolineo: giusto e utile) chiudere l’accesso ai siti porno per tutti (minorenni e no)?
      Ripeto. Chi ha piu’ di 18 anni: cavoli suoi. Ci sono ottimi terapeuti in giro.
      I minorenni (giustamente) non possono comprare sigarette, alcool, etc. Dopo i 18 anni sono considerato capace di intendere e di volere. Se un maggiorenne incontra nel porno un vizio, ci sono ottimi terapeuti in giro. Di sicuro lo Stato non puo’ proibire e sappiamo quali sono stati gli effetti del proibizionismo: ci hai mai pensato?
      Scrivi “Per il soggetto debole ridotto ai bambini ti dichiari impossibilitato all’aiuto che non sia un blocco deciso dal proprietario, cioè niente…”: non ho capito una sola parola riguardo cio’.
      Credo che il minore abbia un genitore e di sicuro la linea internet e’ intestata al genitore. Se il genitore (intestatario della linea internet) decidesse di richiedere al provider di bloccare i siti internet nella linea in cui il figlio ha accesso sarebbe una valida soluzione. Lo stesso potrebbero fare le scuole, la P.A., etc.
      Su altre forme di comunicazione (giornali, televisione….) esistono gia’ delle misure. Non ho mai visto un programma porno in tv (forse a notte inoltrata) ed i giornali porno possono essere venduti solo a minori.
      Cosa intendi per “condanna culturale” e “sanzione morale”? Una moderna gogna forse? Non ho capito il tuo senso.
      Allo stesso modo cosa intendi per “interventi educativi relativi alla pornografia”? Vuoi forse dire ai ragazzi di non guardare siti porno? Li renderesti solo piu’ curiosi.
      Sono liberale (non libertario) e di sicuro non voglio che nessuno metta il naso nel mio internet (tanto danno a minori non li ha mai fatti….). Quindi conseguenze la mia linea internet non ne fa’: se minorenni avranno accesso al mio pc prendero’ le dovute misure.
      Riguardo Hefner (che non fa porno) credo sia da apprezzare un magnate che devolve una parte dei suoi utili (anche se minima di sicuro). Citami qualche caso italiano.
      Sulla mia “non limpida posizione” non credo di doverti rispondere: credo di aver avuto una posizione molto chiara. La tua ancora non l’ho capita. Ti considero molto utopista: tante parole, tante chiacchiere, tanti principi ma poche proposte concrete.
      Ovvio che difendo i miei interessi di utente internet: perche’ non dovrei? I miei interessi non ledono nessuno: puoi dimostrare il contrario?
      Sulla tua ultima (ancora???) domanda ti ho gia’ risposto. La tutela dei minori e’ un compito dello Stato (ed ho spiegato chiaramente cosa si potrebbe fare) mentre i problemi psicologici dell’ “individuo” sono di competenza della sua sfera personale: ci sono ottimi psicologi in Italia.
      Ora dimmi: ritiene che bisogna proibire l’accesso ai siti porno per tutti (minori e non) con una censura applicata in Paesi come Iran, Cina, Corea del Nord? Ci sono altri siti che ritieni debbano essere censurati?
      Ps: l’insulto di “lecchino” te lo rispedisco. Cerca di usare un linguaggio corretto: grazie.

      • Carlo Mes ha detto:

        Nel mio post ho scritto: “non voglio che nessuno metta il naso nel mio internet (tanto danno a minori non li ha mai fatti….)” Con quel “tanto” non volevo dire che non ha prodotto “molto” danno ai minori ma solo “pochi” danni. Con “tanto” intendevo dire “anche perche'”. La frase dovrebbe essere: “non voglio che nessuno metta il naso nel mio internet (anche perche’ danno a minori non li ha mai fatti….)”

  • Francesco ha detto:

    Per essere precisi la Hugh Hefner foundation persegue scopi decisamente non esemplari. Quì (http://www.hmhfoundation.org/go/default/) puoi trovare i loro obiettivi dichiarati, la loro vision, i siti partner (tra i quali l’inquietante planned parenthood).
    La Hefner foundation non fa fatto altro che continuare a diffondere la pseudo-libertà fatta di sesso disordinato e droghe (i due temi intorno ai quali si incentra lo scopo della fondazione) mascherati da promozione sociale con il richiamo al I emendamento della costituzione americana.
    Il volontario religioso o laico o anche ateo che investe la propria vita per aiutare chi soffre merita la qualifica di “buon”, non Hugh Hefner.

    • Carlo Mes ha detto:

      Un finanziamento a favore della lotta all’Aids ed a favore ai giovani e’ sempre ben accetto: da chiunque esso venga.
      “Pecunia non olet”: dicevano i Latini (i soldi non puzzano) e lo sa bene la diocesi di Maribor (in Slovenia) che addirittura aveva una rete tv che trasmetteva materiale pornografico.

      • Francesco ha detto:

        Quello che è successo a Maribor – se davvero confermato – sarebbe uno scandalo da correggere, la prova ennesima che nessuno è immune da miserie umane, nemmeno i prelati. E nessuno ha mai sostenuto il contrario.
        Il tuo averlo infarcito in un discorso con il quale non aveva nessuna attinenza è invece la prova che quando gli argomenti finiscono l’anticlericale passa alla fiala di veleno.

        Tornando al punto discusso. Dipende cosa si intende con “a favore” dei giovani. Di per se non significa nulla. Tutte le dittature nei loro programmi avevano qualcosa “a favore” dei giovani ma non diciamo per questo “il buon polpot” o “il buon adolf”.

        Da quello che scrivi poi sospetto che non hai letto il sito di HH, quindi ti aiuto.

        Nella presentazione dice che la HH foundation opera affinché “every new idea– no matter how seemingly perverse, improper or peculiar, has its opportunity to be considered (ogni nuova idea – non importa quanto possa sembrare perversa, impropria o particolare – abbia la sua opportunità di essere considerata”.
        Sempre li auspica una “broad application of (…) rational sex and drug policies” (un’esercizio esteso di politiche razionali in materia di sesso e droga”
        Se poi vai tra i link puoi cogliere al meglio la filosofia hefneriana. Come dicevo ci trovi il sito dell’abortificio su scala industriale americano planned parenthood. Poi c’è la SmartSexFilm dove puoi trovare filmatini gustosi sull'”educazione” sessuale ispirati al principio che nulla è “perverso, improprio, o particolare. C’è la sezione dei siti a tema “uso razionale delle droge (!)” e quello della libertà di espressione (immagina un po’ espressione di cosa? :)).
        Sulla lotta all’AIDS non trovo traccia tra gli obiettivi della HH fundation ma se anche vi siano mai stati non è difficile intuirne le modalità :).

        In sintesi “a favore” dei giovani il nostro HH promuove libertà di espressione in materia di sesso (non importa quanto perverso, improprio o particolare) e droga (come dicevo sopra). Prendo atto che per te questo significa fare qualcosa a “favore ” dei giovani. Per me no.

        E poi, perdonate la licenza, ma da uno che ha costruito la propria ricchezza vendendo le immagini di tette e culi (sfruttandone quindi le relative giovani proprietarie) non è che ci si possa aspettare niente di diverso. Ma a farlo passare per filantropo bisogna avere una forte motivazione ideologica.

        Però se ora, in tutta onestà, senti di non riuscire ad ad argomentare in modo originale (quindi senza spiluccare latinismi ritriti o rispolverare l’inquisizione, i soldi della chiesa, l’ICI, l’8 per mille) allora ok, preferisco darti ragione. Hefner è buono!

        • Carlo Mes ha detto:

          Su Maribor ti invito a consultare questo link (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/toh-la-chiesa-ha-fatto-crac/2142805). Spero non mi dica che sono quegli atei de “L’Espresso” etc.
          Citare – parlando di pornografia – il caso di una tv legata ad una diocesi che trasmetteva programmi porno non mi sembra non attinente ma aiuta a dare piu’ completezza al discorso. Cosa c’e’ di male a dire qualcosa di vero?
          Tornando al punto io faccio riferimento alla “Playboy Foundation” (http://www.playboyenterprises.com/home/content.cfm?content=t_template&packet=0007B308-45F5-1C7D-9B578304E50A011A&artTypeID=0007B451-BB99-1C76-8FEA8304E50A010D)
          Tra gli interventi caritatevoli leggo:
          1) Nel 1971 con 100.000 $ ha stanziato una linea di soccorso telefonica in aiuto dei ragazzi in fuga.
          2) Nel 1979 ha contribuito per stabilire “Children of the Night”, un programma per fornire a prostitute adolescenti un’alternativa alla strada.
          3) In tutti gli anni ’80, la Fondazione per la Ricerca di Biologia Riproduttiva, diretto da William Masters e Virginia Johnson hanno ricevuto sovvenzioni dalla Fondazione Playboy per sviluppare un programma di formazione per gli operatori sanitari nel trattamento della disfunzione sessuale.
          4) Nel 1983, di fronte alla minaccia di una nuova malattia mortale, la Fondazione ha finanziato la ricerca sull’AIDS presso la Scuola di New York University Medical. Da allora, la Fondazione ha fornito sovvenzioni alle organizzazioni nazionali e locali che lavorano per educare il pubblico e legislatori su HIV / AIDS, oltre a supportare gli sforzi per trovare una cura.
          5) La Fondazione Playboy ha fatto parte di un elenco blue chip di donatori privati e aziende ai fondi impegno per la costruzione del Core Center di Chicago 1997. Il centro è stato il primo ambulatorio nazione dedicato agli sforzi di trattamento, ricerca e istruzione per combattere l’AIDS e altre malattie infettive, trasmissibili.
          6) Nel 2001, la Fondazione Playboy e’ stata attiva, attraverso una società farmaceutica per aiuti ad ospedali e medici, centri oncologici e per la mammografia al seno, così come a biblioteche mediche negli Stati Uniti e Canada.
          Il “buon” aveva un significato ironico ed enfatizzante.
          Tali fondazioni possono avere anche dei fini da te non condivisibili (piu’ che leggittimo) ma sarei contento se qualche fondazione di cui non condivido i fini realizzasse quanto realizzato sopra.
          Non ho mai fatto passare Hefner per filantropo ma da qui a disegnarlo come il diavolo in terra ce ne vuole.
          Ha costruito un impero con tette e culi? Non ne aveva l’ambizione. Playboy doveva essere solo un numero unico: non credeva nel suo successo.
          E non credo che sia stato il solo a farlo: anche in Italia qualche esempio c’e’.
          Potrei parlare di Ici o 8 per 1000 (altroche se potrei farlo….) ma non e’ la sede opportuna….
          E lasciami usare una espressione latina ogni tanto…..

          • Francesco ha detto:

            Ok, prendiamo una fonte forse troppo sintetica e poco autorevole ma quantomeno neutra: Wikipedia ( lo lascio in inglese per non alterarne il senso con traduzioni improprie fatte di corsa).

            “Playboy Foundation is a corporate-giving organization that provides grants to non-profit groups involved in fighting censorship and researching human sexuality.

            Ne emerge che la charity della PBF è orientata verso uno scopo che non è la charity stessa, ma quest’ultima diventa strumentale allo scopo perseguito e secondo me questo – sul piano etico – è molto discutibile.

            Ti anticipo: “ah ma la chiesa fa la stessa cosa, aiuta i poveri per fare proseliti” (volevo dire evangelizzare ma immagino tu non lo diresti mai  )

            Intanto credimi che la chiesa non aiuta i deboli solo per evangelizzare ma per compiere il proprio magistero. Ci sono realtà in cui tu vai, ricevi l’aiuto e te ne vai. Nessuno ti offre, propone o impone nulla. In centro africa ci sono famiglie islamiche che mandano i figli a scuole cattoliche per la qualità dell’insegnamento e sapendo che non saranno indottrinati.

            Ma voglio aggiungere anche un paradosso, tieniti forte. La chiesa che (quando lo fa) evangelizza anche potando aiuto al fratello più povero sul piano del metodo – e solo del metodo non fraintendermi – non è diversa dal HH che pubblica playboy.
            L’evangelizzazione viene dai preti, vestiti da preti, che abitano in edifici con sopra una grande croce e delle campane. Difficile equivocarne la filosofia di fondo. Non ti piacciono i preti, vai dalle NGO laiche.
            HH che pubblica playboy lo fa con una bellissima ragazza seminuda in copertina che promette maggiori nudità nelle pagine interne. Non ti piace? Non lo compri e compri tex willer.

            Invece HH che finanzia enti impegnati in qualcosa in astratto buono (prevenzione, ricerca, cure mediche ecc.) scegliendoli però tra quelli che promuovono una certa visione diventa meno etico per due motivi.
            a) sapendo che se tu promuovessi quei (dis)valori come ciò che sei, cioè una rivista patinata soft-core, non incideresti nella società con la stessa efficacia invece ottieni “mascherandoti” dietro i “grandi temi”.
            b) nel farlo fa leva sui soggetti deboli (in questo caso malati e giovani in difficoltà) per promuovere subliminalmente una sua visione del mondo.

            Immagina l’impatto di fronte a un ipotetica notizia che la rivista playboy direttamente attiva nel (cito) “fornire a prostitute adolescenti un’alternativa alla strada” . Sarebbe anche ironica se non fosse triste per la tragedia dei soggetti coinvolti.

            In ultimo, la HH e la PBF persegue lo scopo di contribuire a formare la società in una certa direzione, non quindi a fare del bene. Se poi questo lo ritieni accettabile allora puoi accettare anche quella parte di bene che opera la chiesa nel mondo anche se non ne condividi la filosofia che la ispira.

            P.S.

            Per avere una visione completa della storia di maribor – come di ogni notizia devo sempre leggere due fonti discordanti. Quello che rimane nel mezzo è probabilmente vero.

            • Piero ha detto:

              Potrei parlare di Ici o 8 per 1000 (altroche se potrei farlo….) ma non e’ la sede opportuna….

              provaci provaci… sono molto curioso…
              Attenzione pero’ che Alessandra ti fa nero…

              • Carlo Mes ha detto:

                Accetto la sfida ma l’articolo riguarda la pornografia. Quando ci sara’ un articolo riguardo l’8 per mille (sai come e’ ripartito) o l’Ici non manchero’.
                Solo Alessandra mi puo’ fare nero? E tu?

            • Carlo Mes ha detto:

              Non posso fare paragoni tra Playboy e la Chiesa: sarebbe blasfemo.
              Playboy Enterprises Inc. (il Gruppo Playboy) e’ nato dall’iniziativa di Hefner, un privato imprenditore.
              Ovviamente se non mi piace Playboy – cone dici giustamente – compro Tex Willer (a proposito: riposa in pace Sergio Bonelli) o quanto mi piace.
              Come detto, la Fondazione nasce dall’iniziativa (e dall’apporto economico: lo sottolineo) di un privato. Infatti l’associazione e’ qualcosa di diverso.
              Gli obiettivi della Fondazione potranno essere non condivisibili (piu’ che legittimo).
              Francamente non sapevo neanche che Hefner avesse due fondazioni e non credo che si disegni un “benefattore”.
              Poi ritengo che finanziamenti per opere di indubbia utilita’ siano di sicuro apprezzabili. Hefner finanziera’ anche altri progetti non condivisibili? Forse. Per ora apprezzo il bene nei finanziamenti a favore della lotta all’Aids, ai centri oncologici, a favore di una linea telefonica per i ragazzi in fuga etc.
              Non credo che i giovani che si rivolgono al numero telefonico finanziato da Playboy sappiano chi abbia contribuito, allo stesso modo non se lo chiedono le baby prostitute o le persone che possono rivolgersi ad un centro oncologico. Percio’ non capisco come possa – tramite questi finanziamenti – promuovere “subliminalmente” una sua visione del mondo. La lotta al cancro non ha nessuna visione del mondo.
              Se questi finanziamenti vengono anche dalla vendita di una rivista patinata non vedo che ci sia nulla di male (non e’ illegale e ci sono cose piu’ immorali che una nudita’ femminile).
              Scrivi “Immagina l’impatto di fronte a un ipotetica notizia che la rivista playboy direttamente attiva nel (cito) “fornire a prostitute adolescenti un’alternativa alla strada”. Concordo. Cio’ dimostra che spesso questi finanziamenti sono taciuti o quanto meno non sbandierati: apprezzabile.
              Ma in sintesi affermo: ben vengano finanziamenti per interventi di indubbia utilita’ anche se vengono da persone/societa’ che non apprezzo. Anche se non condivido molti aspetti della Chiesa potrei mai essere contro gli interventi che svolge? Non capisco cosa vi sia di male.
              Riguardo la storia di Maribor anche il Papa ha inviato i nunzii apostolici, io ti ho offerto una fonte (essendo stato l’Espresso a scoprire la notizia). Se trovi altre fonti a riguardo saro’ contento di leggerle.

              • Francesco ha detto:

                Non sono le opere a essere di indubbia utilità, bensì i problemi a essere di indubbia serietà.

                Come si fa a influire subliminalmente?

                Allora, la motivazione che spinse HH a creare le fondazioni fu (e quì cito la mia stessa sintesi di poco prima, so che è terribile) promuovere libertà di espressione in materia di sesso non importa quanto perverso, improprio o particolare e droga. Questa sua campagna di sensibilizzazione sociale passa attraverso il finanziamento di gruppi “involved in fighting censorship and researching human sexuality” cioè che pongono tra i loro obiettivi quello di operare nella lotta alla censura o in campi di ricerca sulla sessualità, non quindi nella lotta a problemi sociali o clinici tout-court.

                Mi insegni che a veicolare messaggi sociali si riesce meglio operando nel sociale. Se vado in giro come savonarola di benigni e troisi a intimare “ricordati che devi morire” ottengo certo ben magro risultato. Se invece veicolo il medesimo messaggio all’interno di un contesto estraneo al messaggio stesso, immedesimandomi con i destinatari, offrendomi di tendere una mano (naturalmente non disinteressata) nel momento del bisogno, questo arriva senza che il destinatario se ne accorga.

                HH fa esattamente questo. Si appoggia a organizzazioni che condividono il suo credo e che operano nel sociale spinti da una motivazione ideologica. Non è nulla di nuovo. Per farti un esempio anche medici senza frontiere, il cui lavoro ha aspetti assolutamente meritori, nasconde tra le pieghe obiettivi molto complessi che nulla hanno a che fare con le cure mediche.

                Ora se nel caso della ricerca oncologica non sappiamo ne io e ne te quali scopi realmente si prefiggano gli istituti finanziati da HH (e credimi possono essere i più creativi) nel caso del supporto psicologico o morale agli adolescenti già incasinati di proprio mi sembra che sia abbastanza immaginabile quali valori possa veicolare chi è in sintonia con chi si propone di dare voce (e qui mi ri-cito) a libertà di espressione in materia di sesso non importa quanto perverso, improprio o particolare e di droga.

                Certo in questo modo le agenzie di HH non cambiernno di certo il mondo ma contribuiscono affinchè vada in una certa direzione che personalmente ritengo non essere bene.

                Qui Maribor: ecco una fonte chiaramente “di parte”
                http://paparatzinger4-blograffaella.blogspot.com/2011/02/si-e-dimesso-ci-pare-il-minimo-il.html
                Come dicevo prima, è la miseria umana che prende il sopravvento.

                • Carlo Mes ha detto:

                  Forse il mio eccessivo pragmatismo mi porta a considerare le cose da una angolazione diversa.
                  Per me i problemi sono le malattie (Aids, Cancro, etc.) e ben vengano finanziamenti da chicchesia e non le donnine nude di Playboy (ci son sempre state).
                  Che la fondazione si presupponga dei suoi obiettivi e’ palese: possono piacere o no ma questi sono i loro obiettivi.
                  Non credo che istituti come la New York University Medical School siano “organizzazioni che condividono il suo credo e che operano nel sociale spinti da una motivazione ideologica”. E non credo che i risultati che possano venire dagli studi finanziati da Playboy abbiano il marchio con le conigliette.
                  Allo stesso modo ben vengano 1, 10, 100, 1000 associazioni come “Medici senza Frontiere”
                  Riguardo il link che mi hai inviato su Maribor non capisco il senso. Intendi che e’ una fonte “di parte”? Trova qualcosa che smentisca quanto ti ho detto: la fonte “anticlericale” l’ho offerta io.

        • Carlo Mes ha detto:

          E comunque la “Hugh M. Hefner Foundation” e la “Playboy Foundation” sono due diversi soggetti (anche se riconducibili ad Hefner ovviamente).
          La prima e’ riconducibile completamente ad Hefner mentre la seconda e’ riconducibile a “Playboy Enterprises Inc.”.
          Considera che la fondazione (a differenza dell’associazione) si basa sul patrimonio. Con questo voglio dire che Hefner – possano piacere o meno i fini della sua fondazione – ma non ci mette solo la faccia ma anche i suoi soldi.

  • a-ateo ha detto:

    tu carlo mes scrivi sopra:
    “Gia’ citare Hefner non è appropriato perché Playboy (che è stata citata non da te ovviamente) non è una rivista pornografica.”
    Io, a-ateo leggo:
    “Tra le altre caratteristiche di Playboy destinate a fare la storia delle pubblicazioni soft o hardcore vi fu l’uso del “paginone centrale”. http://it.wikipedia.org/wiki/Playboy
    E non far finta di non sapere che: “Playboy ha agito principalmente modificando anche il proprio target, e configurandosi in modo sempre più netto come una rivista “di lusso” per uomini adulti” per contrastare la concorrenza delle altre riviste e video porno http://it.wikipedia.org/wiki/Playboy
    Premesso che Hefner, santo ateo uaarino http://www.uaar.it/ateismo/famosi-non-credenti#H, definito da me un pornista soft
    Tu, carlo mes, dici grandi bugie con troppa disinvoltura e finta ingenuità come questa indicata sopra.
    Bugie annegate in un mare di chiacchere…. ma quanto accidenti scrivi….
    Appoggiare nettamente il più forte contro il più debole è cosa profondamente ignobile.
    Ovviamente io, e i cristiani in genere, ti riconosco la libertà di scegliere il massimo di ignobiltà nella tua posizione sui soggetti coinvolti nella pornografia.
    Ci riserviamo però tutti il diritto-dovere di disprezzare adeguatamente una posizione ignobile di tal genere e restiamo fedeli al nostro dovere di difendere il soggetto più debole.

    Un punto e mes alla volta.

    • Carlo Mes ha detto:

      a-ateo, ti avevo fatto una domanda diretta (dopo tante e ripetitive) che tu hai fatto a me ma non hai risposto…..ok….ne prendo atto.
      Dello Uaar non me ne frega niente.
      Pornografia (dal greco “porne”: prostituta) e’ la rappresentazione tramite disegni, video o foto di atti sessuali. Non mi sembra che in Playboy ci siano atti sessuali: non so se ti e’ chiara la differenza.
      Se affermi che “Playboy ha agito principalmente modificando anche il proprio target, e configurandosi in modo sempre più netto come una rivista “di lusso” per uomini adulti” non fai altro che avvallare il mio pensiero. E’ una rivista per un target alto e di soli adulti: non credo un 14enne comprerebbe mai Playboy e quindi non potrebbe mai corromperlo. Di sicuro non e’ “Topolino”: scopri l’acqua calda nel dire che e’ una rivista per adulti.
      Sulla seconda parte del tuo commento posso dire che sono solo chiacchiere (che mi fan ridere inoltre…)
      Dici tante parole vaghe ma non sei capace di dire una cosa concreta: capisco che e’ piu’ facile offendere che dire qualcosa di concreto.

  • a-ateo ha detto:

    Sulle presunte beneficenze di Hefner ricordo a chi volesse fare il finto tonto che persino la famiglia di Bin Laden fece una lauta offerta pubblicitaria per la ricostruzione di Ground zero…
    Quando il giornalista gli chiese perchè non la impiegassero a favore dei Palestinesi, il loro portavoce rispose che loro trattavano affari e non facevano beneficenza….

  • a-ateo ha detto:

    @carlo mes,
    scrivi: “E comunque la “Hugh M. Hefner Foundation” e la “Playboy Foundation” sono due diversi soggetti (anche se riconducibili ad Hefner ovviamente).
    La prima e’ riconducibile completamente ad Hefner mentre la seconda e’ riconducibile a “Playboy Enterprises Inc.”.
    Considera che la fondazione (a differenza dell’associazione) si basa sul patrimonio. Con questo voglio dire che Hefner – possano piacere o meno i fini della sua fondazione – ma non ci mette solo la faccia ma anche i suoi soldi.”
    Le prime sei righe sono fuffa.
    Il settimo rigo va corretto: La faccia è di Hefner, i soldi sono dei poveracci che prende in giro danneggiandoli, investiti in pubblicità a danno degli stessi poveracci. Un lavoro di infernale ignobiltà….

    • Carlo Mes ha detto:

      Sara’ fuffa per te forse. La prima fa riferimento direttamente a Hugh Hefner mentre la seconda fa riferimento al gruppo editoriale di cui e’ azionista di maggioranza ma non azionista unico.
      La seconda parte e’ incommentabile da un punto di vista giuridico.
      La fondazione è un ente senza finalità di lucro costituito da un patrimonio preordinato al perseguimento di un determinato scopo. È creata dalla persona fisica o giuridica (fondatore) che destina il patrimonio allo scopo (sottolineo: destina il patrimonio allo scopo). Quindi i soldi sono nel primo caso di Mr. Hefner e nel secondo caso del suo gruppo imprenditoriale. Piaccia o no e’ cosi….altro che fuffa….

  • a-ateo ha detto:

    @carlo e mes,
    Scrivi:
    “Citare – parlando di pornografia – il caso di una tv legata ad una diocesi che trasmetteva programmi porno non mi sembra non attinente ma aiuta a dare piu’ completezza al discorso”.
    io aggiungo:
    e per dare maggiore completezza….perchè non fornisci la prova del legame tv-diocesi di cui parli?
    Il Papa, tu dici sopra, “costretto” a mandare i nunzi apostolici…
    Benedetto figliolo…Carlo…
    “costretto” da chi….?
    Scusa per il benedetto, mi è scappato…