Qualche ragione per opporsi all’eutanasia…
- Ultimissime
- 24 Set 2011
Ancora una volta viene riproposto dal gruppo “Sentinelle del mattino” (www.sentinelledelmattino.org) la versione “evangelizzata” del “World Cafè”, metodo di discussione guidata da un relatore intorno a un tema.
In particolare vogliamo proporre in questo articolo un video dell’incontro tenuto dal prof. Andrea Mondinelli circa la questione del “fine vita”.
Il ragionamento di Mondinelli, che è possibile visionare nel video qui sotto, si può riassumere in pochi ma fondamentali 5 punti quali:
1) La vita è un dono di Dio, noi non ci siamo “creati da soli” e in questo senso la vita “non ci appartiene”. Non è quindi diritto di nessuno poter decidere circa la vita o la morte di altri individui.
2) Man mano che il progresso scientifico aumenta si trovano cure (totali o parziali) di malattie che vengono tuttavia ancora considerate come “giustificazione” per togliere la vita. Un esempio è quello riguardante la spina bifida, nonostante si sono fatti passi da giganti circa la cura e la prevenzione di questa patologia in molti paesi (come l’Olanda) si continua a impedire la naturale sopravvivenza del bambino.
3) Porre fine alla vita di individui con determinate patologie o in determinate condizioni è veramente nell’interesse dell’individuo o nell’interesse degli altri, specie in vista di un “danno economico a terzi”? E’ forse doveroso ricordare come dell’uomo che ha attuato la più grande politica di “sterminio” di persone disabili proprio per motivazioni economiche: Adolf Hitler. Quello che ne è derivato lo sappiamo tutti.
4) Sarebbe adeguato, prima di mettersi a fare discussioni filosofiche sul fatto se sia giusto o meno terminare una vita per via “non naturale”, ascoltare le testimonianze di chi ha visto la propria vita rifiorire con il tempo, cosa che non sarebbe stata ovviamente possibile se fosse stato considerato “non degno di vivere” con tutto ciò che ne consegue.
5) Non ci potremmo mai trovare davanti alla certezza totale della volontà di una persona di voler morire, il testamento biologico infatti viene redatto sostanzialmente in una situazione “di normalità”, ma è impossibile per chiuqnue consocere la volontà di una persona attaccata a una macchina e che sta lottando tra la vita e la morte.
Alan Parederia
94 commenti a Qualche ragione per opporsi all’eutanasia…
Bello
Vale la pena guardare integralmente il video…è molto interessante e il relato è decisamente preparato.
Direi che a parte il punto 1) gli altri sono argomenti laici e condivisinili da chiunque. La questione infatti non è affatto religiosa, come ho letto in altri commenti, ma umana e laica. Tant’è che sono tanti i laici (inteso come non religiosi) impegnati nella salvaguardia della vita.
E’ importante quel che dici perché uno dei tentativi del laicismo è proprio far credere che chi si opponga a queste azioni sull’uomo parta o sia convinto da un discorso religioso. In realtà non è affatto vero, come lo dimostrano tanti amici che con noi condividono questa visione sana della vita.
cmq sbaglio o gli amici della redazione cominciano a firmare gli articoli?
Mi permetto di confutare solo i seguenti punti:
1) Che la vita sia un dono di Dio è un discorso che vale solo per i credenti, a tutti gli altri bisogna convincerli con altri argomenti.
3) L’eutanasia non è porre fine alla vita di altri individui con determinate patologie, per motivi economici, ecc… Questo si chiama omicidio.
5) Sono tantissimi coloro che chiedono fino all’ultimo momento di morire naturalmente o di essere aiutati a terminare presto l’agonia. Se qualcuno invece non fa in tempo a dire che ha cambiato idea, beh… basta che non firmi il testamento biologico, altra soluzione non c’è.
Come al solito ti sopravvaluti…forse vorrai dire “mi permetto di tentare in qualche modo di confutare i seguenti punti”.
Innanzitutto occorre guardare il video perché i punti sono fin troppo sintetici e le ragioni sono esposte in modo parziale, giusto per presentare il video. E’ come se si giudicasse un articolo scientifico solo leggendo il suo estratto. Quindi cominci già male e in modo scorretto.
1) Sono d’accordo. Non è una confutazione ma una mancanza di realismo dato che l’incontro si svolge all’interno di un incontro religioso. Possiamo dire che finora hai confutato la tua serietà d’approccio.
3) L’eutanasia è una forma di omicidio. E’ evidente che una persona disabile in meno è meglio per il sistema sanitario. In Belgio e in Olanda è praticata anche su persone non consenzienti per questo motivo.
5) La medicina palliativa è ormai potentissima e l’agonia non esiste più. Sono pochissimi quelli che in fase terminale possono ancora esprimere le loro volontà. E comunque lo Stato non può mai in alcun modo legittimare il suicidio, anche se questo viene richiesto, così come nessuno può spingere giù da un palazzo un uomo solo perché lui lo chiede. Sarebbe incriminato. Il testamento biologico è pericoloso perché induce a scegliere per una condizione sconosciuta, dove non si avrà più possibilità di esprimere le proprie volontà.
Mi hai preceduto, Nofex 😛
Chi prima arriva, meglio alloggia…..eh eh eh eh 🙂 !!
Guarda, non so se in Belgio o in Olanda sia stata praticata l’eutanasia attiva su persone non consenzienti perchè disabili. Se ciò fosse avvenuto, anch’io lo ritengo grave e non sarebbe comunque il tipo di eutanasia che mi sentirei di difendere.
Non è vero che la medicina palliativa ha eliminato l’agonia. Ti posso citare il caso di un mio parente che ha avuto un’agonia veramente terribile, in cui chiedeva che l’aiutassero a morire perchè con quel dolore ed in quelle condizioni non aveva più senso continuare.
Se a te non importa stare ore ed ore rantolando, perchè pensi che anche quello sia un regalo del tuo Dio, benissimo… ti dirò di più: io farò di tutto affinchè tu possa morire (speriamo tardi) secondo il tuo criterio, ma non pretendere che gli altri debbano fare o pensare come te.
Il caso del tuo parente non dice nulla, forse nella struttura in cui era ricoverato utilizzano tecniche antiche. Oggi le cure palliative dove vengono usate hanno annullato l’agonia. Bisognerebbe investire qui i finanziamenti piuttosto che sprecarli per le seconde sindoni o i registri dei testamenti biologici. La sofferenza ha un valore che va oltre l’aspetto estetico e non credo che abbia la malvagità di liquidare la questione come una sorta di masochismo. Molto più sperimentata da colui che viene convinto ad essere ateo e si sottopone a terribili e tristi esperienze di vita. Ma questo è un altra faccenda.
Aggiungo al commento sopra che nessuno può mettere fine alla sofferenze uccidendo un’altra persona. Si chiama omicidio e non è permesso dallo Stato. Lo Stato inoltre non puoi mai facilitare il suicidio: bisogna infatti dimostrare che la sofferenza fisica sia più terribile di quella esistenziale. Se non lo si riesce a dimostrare allora anche chi viene lasciato dalla moglie e soffre fortissimamente ha il diritto di chiedere allo Stato di essere ucciso in modo “dolce”. Ecco il piano inclinato…cosa che tu non hai saputo affrontare nel tuo commento.
No Norberto, non ci siamo capiti. Io so benissimo che se oggi qualcuno pratica l’eutanasia (su una persona adulta, consenziente e cosciente delle proprie scelte) commette un omicidio. La legge italiana parla chiaro, non si scappa. Per questo motivo c’è chi chiede di cambiarla, sia nel caso dell’accanimento terapeutico che nel caso, per dirlo con un termine più contundente e che sicuramente condividirai, del suicidio assistito.
Non stiamo parlando di gente depressa che vuole buttarsi sotto al treno, ma di persone allo stato terminale, spesso tenute in vita artificialmente. Se una di queste vuole abbandonare il campo prima del tempo, per me è suo diritto, anche qualora dovosse avvalersi di un aiuto esterno perchè da sola non può materialmente farlo(vedi Ramòn Sampedro). Tu poi potrai criticare la sua scelta quanto vuoi, condannarlo moralmente o quant’altro, o rifiutarti di fornire quest’aiuto, ma non puoi certo argomentare che non può fare tale cosa perchè la SUA vita appartiene al TUO Dio.
Nessuno ha detto questo, tant’è che 4 punti su 5 esulano dalla religione.
Il punto, come ho già detto, è che se cominci a fare concessioni la pallina sul piano inclinato prende sempre più velocità, e cominciano le cose fuori dal mondo tipo spingere poveri anziani ed handicappati ad ammazzarsi perchè rigettati dalla società. Guarda cosa è successo con l’aborto.
Allora è stato un errore abolire la schiavitù perchè poi si sarebbe dovuto concedere il diritto di voto a tutti i cittadini, poi magari pure alle donne ed infine… un giorno approvare pure le… unioni gay!
Ma per favore, che maniera di ragionare…
Se questo è quanto contesti alla mia opinione allora non fai altro che rafforzarla.
Vergognati, che esempio stupido e cattivo, è chiaro che stai perdendo argomenti.
E’ evidente che qui stiamo parlando di conquiste sociali (le conquiste di diritti sono sempre cose positive) mentre nel caso dell’eutanasia si parla di progressivo scadere in comportamenti antiumani…
Per tornare alla teoria del piano inclinato, l’esempio che hai fatto te è risalirlo il piano, mentre la progressiva degenerazione è percorrerlo in discesa a rotta di collo.
Converrai con me che elevazione e degenerazione sono due cose diverse?
Approvo la reazione di GiuliaM…purtroppo l’utente Giulia sembra sempre meno in grado di sostenere una discussione in modo razionale.
La razionalità di Giulia lascia velocemente il passo alla volontà di voler aver ragione, sempre, anche straparlando.
Guarda, non giriamoci troppo attorno, poco più sopra ho proposto una riflessione, se vuoi rispondere nel merito bene, altrimenti non contare con me. I fantomatici handicappati buttati giù dai dirupi o i poveri vecchietti ingannati da malefici nipoti gli lascio che si muovano liberi nella tua fervida fantasia.
Chissà perché Giulia non è mai preparata su nulla: http://www.molecularlab.it/elaborati/elaborato.asp?n=18
Ah….la militanza che male della società eh!
Carissima, ti ho risposto, la tua riflessione è un chiaro esempio di arrampicata sugli specchi, che denota un’enorme pochezza intellettuale.
Non puoi paragonare delle conquiste sociali a un fenomeno che non sappiamo come si evolverà. E poi questa è una realtà che, come ha detto Alessandra, già accade in Belgio e in Olanda, quindi non mi pare frutto della mia fervida fantasia.
Informati.
E’ vero Giulia non vedi cosa è successo con l’aborto?
A trent’anni dalla sua legalizzazione si è dimezzato.
La diminuzione dell’aborto non è certo data dalla sua legalizzazione. E’ data da maggiore consapevolezza e dal fatto che le donne fanno meno figli in generale.
http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=1951
Non sono a conoscenza delle cause, ma questo contraddice comunque
la teoria del “piano inclinato”
In Italia, dove c’è la Chiesa. All’estero non mi pare proprio, anzi aver legalizzato l’aborto l’ha fatto solo aumentare.
La teoria del “piano inclinato” non si può contraddire perché è un dato di fatto sull’eutanasia in Olanda e in Belgio. L’argomento dell’aborto è solo stato utilizzato a sostengo.
Situazione in Olanda: http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1710
Il piano inclinato è stato riconosciuto dalla Corte Europea per i Diritti dell’uomo: http://www.rivistaaic.it/old_site_aic/cronache/file/eutanasia.html
E’ avvenuto anche sotto il nazismo: http://www.movisol.org/11news015.htm
E’ spiegato benissimo in questo articolo: http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=2347
Sicuro sia un dato di fatto?
Olanda:
http://www.springerlink.com/content/r8j54p674n4lw860/
Two decades of research on euthanasia in the Netherlands have resulted into clear insights in the frequency and characteristics of euthanasia and other medical end-of-life […] No slippery slope seems to have occurred.
Belgio:
http://www.cmaj.ca/content/182/9/895.full
We found that the use of life-ending drugs without a patient’s explicit request occurred more often in Flanders, Belgium, than in other countries, [..]. This being said, its occurrence has not risen since the legalization of euthanasia in Belgium. On the contrary, the rate dropped from 3.2% in 1998 to 1.8% in 2007.
L’eutanasia è una forma di omicidio indipendentemente dallo Stato. Si toglie la vita ad una persona, questo è un omicidio. Poi si potrà sostenere di voler legalizzare l’omicidio. E’ un altro discorso.
Lo ripeto ancora: chiunque può aver bisogno di lasciare il campo prima del tempo. Anche chi versa in gravi crisi psicologiche o affettive. Non si capisce chi stabilisce che questi casi siano meno gravi di chi è sofferente fisicamente. La depressione è forse più lancinante della sofferenza fisica.
Inoltre le conseguenze della legalizzazione dell’eutanasia non sono controllabili e dai casi estremi si passa inevitabilmente anche a quelli non estremi, tanto che in Belgio gli anziani devono andare in ospedale con un cartello con scritto “non voglio morire”.
Non tutte le scelte dell’individuo inoltre sono accettabili da parte dello Stato. Uno non può scegliere di girare senza casco o senza cinture e uno non può decidere che lo Stato fornisca gli strumenti per suicidarsi. L’autodeterminazione non esiste, vi hanno illuso.
Norberto, se necessariamente credi che ogni legge sull’eutanasia debba essere una pessima legge, mal interpretata e mal applicata, allora si potrebbe dire altrettanto per ogni nuova legge. Bisogna avere più fiducia in noi tutti e nelle soluzioni che vogliamo dare, altrimenti non andiamo da nessuna parte.
Il problema è il solo fatto di accogliere l’eutanasia. Che si limiti inizialmente ai pochi casi estremi è ovvio, che pian piano debba aprirsi ai casi meno estremi per non diventare contraddittori è altrettanto ovvio, anche se da voi abilmente nascosto. Fiducia a voi? No comment.
Carissimi, occorre poi ribadire cosa significhi che la vita è un bene indisponibile, così come ci ricorda la Chiesa.
L’amore per la vita ci ha portato a capire che essa è un bene di così alto valore, così prezioso che posso utilizzarla appieno, ma rispettando un limite, cioè il divieto della distruzione del bene stesso. Sulla vita non abbiamo un dominio assoluto. E’ un’esperienza che possiamo fare tutti anche nei particolari di ogni giorno. E anche il suo utilizzo ultimo sfugge all’autocontrollo assoluto perché ha troppo valore.
Non possiamo vantare un diritto di proprietà sulla nostra esistenza ma piuttosto un dovere di tutela. E’ proprio per questo che i tanti amici qui hanno ricordato che il Codice Penale di ogni Stato incrimina chi uccide seppur con il nostro consenso o chi sfida la propria sorte disobbedendo alle regole di comportamento stradale ecc…
@Giulia: ancora una volta tenti di portare l’argomento sul piano religioso. Ovviamente è una tua ossessione, tuttavia non credo che tu possa mascherare la fine degli argomenti con questo tentativo.
Aggiungo alle motivazioni degli altri amici che la vita è un bene non disponibile all’uomo perché è il bene più importante che esista. Non si può disporre di essa come fosse una televisione da acquistare o gettare. La legge educa il popolo e approvare l’eutanasia significa banalizzare il concetto della vita, che diventa disponibile per chi è stanco di vivere.
Culturalmente è un’operazione nazista, e infatti Hitler fu sempre d’accordo con l’eutanasia e l’applicò a livelli massimi.
Esattamente. La cultura a cui Giulia appartiene vuole far passare il concetto che utilità e piacere sono i criteri ultimi con cui si giudica la “qualità della vita”. La vita quindi non avrebbe un valore assoluto ma relativo alla sua capacità di utilità sociale e conforto individuale. E se non ci sono questi criteri allora si induce le persone a chiedere di farsi fuori (…certo quando tutti ti spingono a farlo..).
Tuttavia posso anche capirli: il non credente non ha criteri per sopportare la sofferenza: se la vita è ultimamente senza significato, se è solo una casualità biologica, a che vale soffire per nulla? Ma i rischi culturali sono troppo alti e poi come ripete GiuliaM non è controllabile il “piano inclinato”
Beh..è vero…è stato stabilito che i non credenti si suicidano il doppio dei credenti: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=271&ID_sezione=396
Tuttavia non possono certo imporre l’idea che “suicidarsi è bello” solo perché è un loro passatempo preferito…chissà perché vogliono invadere la società con la loro tristezza e depressione!
Grazie cmq per averci provato in modo pacato e proponendo dei ragionamenti accettabili.
Condivido.
A quanto pare avete parlato troppo presto…
1)Ci sono altri 4 punti che possono convincere “gli altri”.
3)Il problema, Giulia, è che se uno apre una crepa nella diga prima o poi crolla giù tutto. Le leggi fatte per tutelare i “casi eccezionali” alla fine diventano normalità: oggi ci sono donne che abortiscono semplicemente perchè vogliono continuare a vivere spensieratamente, e lo stesso accadrà con l’eutanasia; dai casi limite si passerà a anziani depressi e rifiutati dai parenti, che vengono spinti a chiedere di potersi “togliere di mezzo”.
5)Quel “sono tantissimi” è un po’ esagerato… sei un’infermiera addetta ai malati terminali?
GiuliaM pone un altro argomento molto interessante che raramente è considerato dai fautori dell’eutanasia. E’ quel che si chiama “piano inclinato”.
Giulia, hai qualche riflessione da fare su questo?
Mi permetto di farti notare che non hai confutato un bel nulla.
Ma non pensi che anche per i non credenti la vita debba essere considerata come un qualcosa che in fondo non ci appartiene? Possiamo scegliere come vivere ma nessuno puo’ scegliere di cominciare ad esistere. Per tutti, credenti o non credenti, la vita ha in se un carattere trascendente che esige rispetto…. Proprio per questo, anche di fronte ad un nostro simile che soffre grandemente e senza speranza di guarigione, abbiamo il dovere di fare di tutto per alleggerire le sue sofferenze ma non possiamo avere il diritto di sopprimere la sua vita. Ciao!
Ciao, anche a te ribadisco che non stiamo parlando di depressi che si vogliono buttare sotto a un treno, di ossessi masochisti o di eliminare disabili ed anziani, stiamo parlando di malati terminali che non vogliono prolongare la loro sofferenza o che non vogliono essere mantenuti in vita artificialmente.
E sono perfettamente d’accordo con te quando dici che la vita merita rispetto, ma è proprio questo rispetto che non può fare che la tua vita appartenga ad un Dio (anche se sei non-credente o appartieni ad altra religione)oppure allo Stato o addirittura ad un gruppo di persone che arbitrariamente decidono per te.
Se cominciamo da lì poi sarà molto più facile intendersi.
“Tenuti in vita artificialmente”, questo tuo modo di esprimerti è veramente fatiscente e machiavellico. Sostanzialmente vuoi tentare di giustificare l’eutanasia per non vedere attuato l’accanimento terapeutico. E’ un gioco sporco che si sta tentando di fare, chiudendo gli occhi di fronte al fatto che chi si oppone all’eutanasia si oppone anche all’accanimento terapeutico. Nessuno tiene in vita artificialmente perché sarebbe accanimento terapeutico.
Eutanasia e accanimento terapeutico sono due cose diverse, non credere che non lo sappia. La mia replica a Lucio verteva su un altro aspetto, che forse tu non hai colto.
Lo sai benissimo ed è questo il punto. Sostenere che chi rifiuta l’eutanasia sia a favore dell’accanimento terapeutico è una tattica dialettale da perdenti.
Ancora una volta Giulia tira in ballo Dio, come se la questione fosse religiosa. Questa non credente militante non ha ancora capito nulla.
Strano, no?
Finalmente uno che lo dice schiettamente: vogliono imporci l’eutanasia perché così se uno è malato si ammazza e non gli costa più assisterlo e curarlo.
Già questa mi pare un’ottima ragione per opporsi, i comunistoidi pro-eutanasia ci pensino bene…
Nessuno ti impone un bel niente, il ricorso all’eutanasia è su base volontaria.
Sì, come in Belgio e in Olanda…
Ma chi dice che dobbiamo fare una legge come quella olandese o quella belga?
non mi sono spiegata. Mica in Belgio e in Olanda c’è una legge per cui, se l’autorità ospedaliera (anche una semplice infermiera) decide che E’ OPPURTUNO allora ti sopprime. Però succede, e pure spesso.
Alessandra, devi capire che Giulia non sa di cosa sta parlando, così come non sa nulla di Sindone anche se vi si incaponisce contro e non sa nulla di evoluzione o crociate. Ripete solo le frasi che le insegnano nei corsi di militanza. Altrimenti saprebbe che in Belgio hanno solo legalizzato l’eutanasia per i casi estremi e poi lentamente hanno aperto inevitabilmente ad altre fasce della società. Nessuno infatti ha il diritto di dire che un depresso stia meno male di uno in fase terminale e dunque si deve aprire anche a loro il “diritto” di suicidarsi in ospedale e così via, fino ai bambini.
Secondo voi Giulia ha letto questo prima di passare due giorni davanti al pc per fare proselitismo su questo sito? http://www.ilfoglio.it/blog/980
Il Foglio? Nooo… che orrore!! Se vuoi continuare con la cospirazione, inventati qualcosa di meglio, te lo chiedo per favore.
Quindi Il Foglio per Giulia sarebbe un orrore…
Peccato che occupi ormai stabilmente il secondo posto nella classifica di qualità dei siti di informazione italiani stilata da Google: http://www.ilfoglio.it/soloqui/7264
Secondo voi perché è così facile contraddire tutto quelle che Giulia starnazza?
Modera il linguaggio, a te non ho mai chiamato starnazzante.
Io non ti ho chiamato “starnazzante”, ho solo detto che starnazzi, cioè premi i tasti della tastiera senza esserti preparata a dovere.
@Giulia: il discorso è che non saremo mai in grado di controllare le degenerazioni varie ed inevitabili che porterà questa apertura. E tu lo sai bene, tanto che giochi sul sentimentalismo (“povere persone che hanno il diritto…) e sulla mistificazione della realtà (sfrutti l’accanimento terapeutico come ti è stato fatto notare).
Ma allora proibiamo tutto, assolutamente tutto, perchè qualsiasi cosa può degenerare in qualcosa di peggiore!
E questa sarebbe una risposta razionale?
L’eutanasia viene imposta culturalmente, tant’è che gli anziani e i malati vengono spinti a sentirsi inutili e non voluti. Inoltre dietro l’eutanasia c’è tutto il mercato degli organi, che induce il malato a farsi fuori per donare organi ad altri “esseri” (o meglio dire “macchine”) più efficenti.
Occorre opporsi a tutto quello che propone la cultura della morte di cui Giulia è un semplice esponente.
Ma voi avete capito perché Giulia commenta senza aver visto il video? E’ un approccio razionale e serio per chi intende portare il suo contributo critico?
Ogni legge di questo tipo porta con sé delle conseguenze educative, permette cioè che si modifichi la visione del valore della vita.
Ricordatevi che anche l’eutanasia non e’ gratis! Occore qualcuno e qualcosa e bisogna pagarli…..per fare acquistare il prodotto occorre la pubblicita’, la cultura , la letteratura, i modelli cosi’ si dice che e’ cosa buona per la ns. felicita’ !!! Quindi occorre abbattere i principi morali, naturali e religiosi !Se poi si riesce a farlo diventare un diritto e lo Stato la fornisce gratis ma pagata da noi sarebbe anche meglio..per loro!
E cosi’ aborto, divorzio, cambio sesso, fecondazione artificiale…tutto a pagamento ! Roba che fa’ girare soldini!
Satana comanda e da’ il denaro come ricompensa,mezzo ed incentivo ai suoi devoti affinche l’uomo si perda!
@giulia,
anche sull’eutanasia agli atei vi viene facile schierarvi -guarda un pò?- contro il soggetto debole e a favore degli interessi del più forte (il sistema, la parte più giovane della famiglia, magari l’industria farmaceutica che inventerà il farmaco dalla morte più dolce…).
Con la scusa pelosa della pietà per il caso limite….
Mai fidarsi della pietà di chi non ha mai fatto mezz’ora di volontariato nei confronti dei malati….
E’ oggettivamente ignobile per gli atei senza volontariato combattere contro i più deboli.
MISERABILI….
Sai la cosa curiosa? In tutta questa discussione io non ho nemmeno detto se firmerei il testamento biologico e cosa lì scriverei. Potrei adesso addirittura affermare che sul mio corpo rifiuto eutanasia e che desidero non mi sia sospesa idratazione ed alimentazione eppure… ripeterei parola per parola quanto detto sino ad ora.
Sai perchè? Perchè ho semplicemente difeso il diritto di ognuno a decidere per sè. Niente di più.
.
Riguardo il volontariato, lasciamo perdere… evidentemente sei molto, ma molto male informato…
Ciao
Informaci tu, Giulia!
Qui non interessa cosa vuoi tu o meno, ma quale tipo di ideologia vuoi imporre nella società. Te lo ripeto per l’ennesima volta: non esiste l’autodeterminazione, mettitelo bene in testa. Non esiste sulla disponibilità della vita il “decidere per sé”. Non puoi non mettere il caschetto in cantiere, non puoi girare senza cinture di sicurezza, non puoi, non puoi, non puoi. Non esiste l’autodeterminazione!!!!
Sono d’accordo…qui non si parla di scelte personali, ma di snaturamento della società e del concetto di vita. Credo che il commento di Patrizio poco più sopra abbia chiarito bene l’obiettivo della cultura della morte.
Io non voglio imporre niente, forse questo è il caso della Chiesa. Se hai seguito il mio discors,o quello che chiedo è che ognuno sia libero di scegliere.
@giulia,
scrivi. “Sai perchè? Perchè ho semplicemente difeso il diritto di ognuno a decidere per sè. Niente di più.”
nobile cosa, Giulia, peccato che ciò “inspiegabilmente” ti porta a schierarti contro il soggetto debole e a favore della cultura della morte…
il che determina una oggettiva ignobiltà di posizione. Niente di più.
E’ come chi difende il presunto “diritto” delle donne ad abortire. Si difende questo diritto di scelta a discapito di una vita umana innocente. Così come ha perfettamente spiegato Gianna Jessen, sopravvissuta all’aborto: https://www.uccronline.it/2010/11/26/video-testimonianza-shock-%C2%ABsono-una-sopravvissuta-allaborto-soppressa-per-i-diritti-della-donna%C2%BB/
Gurda che lo Stato protegge i soggetti deboli, sempre ed in ogni caso, è uno dei principi basilari di ogni democrazia. Se poi ci sono leggi fatte male o applicate male non significa che il principio che le ispiri sia sbagliato. Il vostro insistere a buttarla su quel discorso dimostra che in realtà non avete altri argomenti di peso per opporvi alla libertà di scelta riguardo l’eutanasia.
Ripeto per ultima volta la questione in maniera sintetica ed inequivocabile: perchè il TUO Dio dovrebbe disporre anche della MIA vita?
Ancora una volta Giulia butta l’argomento sulla religione, convinta che l’opposizione all’eutanasia dipenda da una visione cristiana. Dice che non abbiamo argomenti quando invece c’è un video intero e metri e metri di parole scritte nei commenti a sua risposta. Si guarda bene dal rispondere e fugge con un “non avete argomenti”.
Se non fosse così, stareste parlando di come salvare vite negli incidenti stradali o togliendo le persone dall’alcolismo, per fare solo due esempi.
A me sembra che invece girate attorno al discorso senza volerlo affrontare davvero.
Ti è stato risposto in modo molto approfondito e ti ostini a balbettare delle risposte banali e insensate come queste. Chi legge ha capito bene entrambe le posizioni. L’opposizione all’eutanasia arriva da tutti i fronti. Ma ovviamente al corso di “militanza anticlericale veloce” questo non te l’hanno inculcato nel cervello.
Veramente alla mia domanda diretta non ha risposto nessuno, tu nemmeno, ma a questo punto fa lo stesso…
E quale sarebbe la tua “spinosissima” domanda a cui nessuno osa rispondere?
L’eutanasia è un’azione o un’omissione che direttamente o indirettamente procura la morte allo scopo di eliminare ogni dolore.
Ma oggi ha davvero senso parlare ancora di eutanasia e chiederne addirittura la legalizzazione quando la moderna medicina ci ha messo a disposizione gli strumenti per una terapia del dolore efficace e sono disponibili trattamenti medici in grado di accompagnare al momento della morte una persona malata e senza possibilità di guarigione con la minore sofferenza possibile per la persona stessa e per chi le vuole bene?
Anche la Chiesa non mi sembra sia contraria tout court a ridurre/eliminare il dolore dalle ultime fasi della vita. Chi sostiene il contrario è in cattiva fede. Anzi, sempre attenta alla dignità della persona e rispettosa e comprensiva della sua debolezza se non sbaglio la Chiesa è aperta sul tena della terapia del dolore.
Credo che siamo tutti d’accordo nel dire che l’uomo ha il diritto di morire in tutta serenità e con dignità. Nel momento in cui dal punto di vista terapeutico non sono più disponibili interventi utili a contenere o far regredire la malattia occorre da un lato evitare un uso sproporzionato dei mezzi terapeutici (accanimento terapeutico) dall’altro aiutare l’ammalato ad andare incontro alla morte nel modo più sereno possibile (cure palliative, di supporto, e terapia del dolore).
A proposito dell’accanimento terapeutico (o della sproporzione delle cure, se volete) io personalmente mi trovo ad essere in pieno accordo con le dichiarazioni della Santa Congregazione per la Dottrina della Fede che sostiene in sintesi quanto segue:
1. in mancanza di altri rimedi è lecito ricorrere, con il consenso dell’ammalato, ai mezzi messi a disposizione dalla medicina più avanzata anche se ancora allo stadio sperimentale e non esenti da qualche rischio;
2. è anche lecito interrompere l’applicazione di tali mezzi quando i risultati deludono le speranze in esso riposti, sempre, ovviamente, tenendo conto del giusto desiderio dell’ammalato e dei suoi famigliari, nonché del parere dei medici competenti;
3. è sempre lecito accontentarsi dei mezzi normali che la medicina può offrire né si può imporre a nessuno l’obbligo di ricorrere ad un tipo di cura che non è ancora esente da pericoli o che è troppo onerosa;
4. nell’imminenza di una morte inevitabile nonostante i mezzi usati è lecito in coscienza prendere la decisione di rinunciare a trattamenti che procurerebbero un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all’ammalato in casi simili.
Oggi la moderna medicina ha messo a punto tecniche e trattamenti antidolorifici molto efficaci che tra l’altro sono in grado di togliere il dolore senza annullare la coscienza della persona. Il che risolve tra l’altro una delle preoccupazioni, legittime secondo me, della Chiesa, secondo la quale non è lecito privare il moribondo della coscienza di sé senza grave motivo.
Purtroppo questi metodi sono ancora troppo poco diffusi negli Ospedali e ancor meno nei trattamenti domiciliari dei pazienti terminali. Su questo deve e può essere fatto tanto. Il fatto è che, brutto a dirsi ma dato di fatto, tenere in vita una persona somministrandole farmaci e trattamenti costosi nonchè avvalendosi di professionisti il cui lavoro costa anch’esso, è opzione che sembra frenata per motivi economici-organizzativi. Contro questo dovremmo tutti lottare perchè è una cosa vergognosa che alcune persone possano morire “bene” (o “meglio”) perchè vivono in certi posti mentre altre abbiano una morte piena di sofferenza solo perchè vivono nella regione o nella città o sono ricoverate nell’Ospedale sbagliato.
Certo non basta la terapia del dolore ad aiutare le persone a morire con dignità e serenamente. Credo che solo l’associazione tra cure palliative e l’essere accuditi con amore e l’avere vicine persone che ci amano possa davvero aiutarci a lasciare questa vita con dignità e serenità. L’esperienza degli Ospice in questo senso è davvero importante: peccato che sia ancora troppo poco diffusa. In questo senso il volontariato (e non solo quello cristiano) può fare moltissimo.
Assolutamente d’accordo…mi ritrovo in pieno. La visione della Chiesa è sicuramente il punto di vista più veramente umano sulla questione. Le cure palliative oggi efficacissime non trovano spazio nei media (così come l’adozione nel tema dell’aborto) perché è una soluzione alternativa all’eutanasia e renderebbe la sua proposta nella società inutile.
Inoltre non bisogna ricordare l’amore al malato. Come hanno detto tantissimi medici intervistati, se un malato è circondato da persone che lo amano, difficilmente vorrà morire. Al contrario se di fianco al letto si trova Marco Cappato o Beppino Englaro che lo spingono a suicidarsi per avere un altro caso per far pressione sull’opinione pubblica..beh…allora…
Caro Stefano,
ho letto il tuo post (sempre con molto piacere) e ti sarei grato due piccoli chiarimenti.
Nei quattro punti elencati sintesi del pensiero della Santa Congregazione per la Dottrina della Fede cosa intendi per “mezzi”? Mezzi per quale fine?
Il caso di Eluana Englaro in cosa strideva nei punti elencati? Non sarebbe stato il punto 4?
Grazie
Caro Carlo risponderò alle tue domande anche se la prima ha già una risposta nel testo del mio precedente post (e, ne sono sicuro, anche nel tuo pensiero, :-)) mentre la seconda, scusami se te lo faccio notare, denota a mio modo di vedere un intento polemico che mi pare volutamente forzato alla luce di ciò che ho scritto e della tristissima vicenda di Eluana Englaro.
Comunque, per venire ai tuoi punti:
1. MEZZI: intendo con questo termine terapie tradizionali e sperimentali, strumentali, farmacologiche o avanzate che (te lo dico subito perchè forse è lì che volevi andare a parare; in caso contrario scusami se ti ho fatto un processo alle intenzioni ma se non tu tanto ci sarebbe andato a parare qualcun altro) per la Chiesa (e anche per me che non conto nulla ma che sono medico che ha avuto tra i suoi piccoli pazienti anche molti malati terminali, purtroppo) è evidente che non possano essere illeciti o immorali (come l’utilizzo di cellule staminali embrionali, a titolo meramente esemplificativo);
4. il tristissimo e tragico caso della povera Eluana Englaro non può essere assolutamente paragonato al punto 4 col quale anzi stride moltissimo (e tu lo sai benissimo, :-)); infatti Eluana Englaro non era affatto “nell’imminenza di una morte inevitabile nonostante i mezzi usati” (ti ricordo che questa povera donna non viveva attaccata e dipendente da un respiratore nè effettuava terapie particolari che ne sostenessero le funzioni vitali) e dunque la sua morte è stata attivamente provocata dalla sospensione di alimentazione e idratazione (è qui che volevi andare a parare Carlo, vero?) che però non fanno parte di quei “mezzi” di cui al punto 1. E ciò stride parecchio con quanto affermato dalla Santa Congregazione per la Dottrina della Fede che, in accordo tra l’altro con numerosissimi esperti medici in tutto il mondo, considera alimentazione e idratazione non una terapia palliativa nè in generale un atto medico. Alimentazione e idratazione infatti, anche quando la via di somministrazione sia artificiale, sono semplice “care”, cura dell’ammalato. Questo tipo di sostegno può contribuire in molti casi non tanto a prolungare la vita nè tantomeno rappresenta una “tortura” ma può al contrario rendere meno penosa la morte. Ovviamente quando l’organismo non è più in grado di recepirlo o di giovarsi di tale sostegno allora cessa di essere una cura e cessa l’obbligo si somministrarlo. Ma la povera Eluana recepiva benissimo questo sostegno stando a chi ha potuto verificarlo.
Caro Stefano,
ti ringrazio per la lunga ed esauriente risposta.
Ti assicuro che non c’era intento polemico ma solamente di volonta’ di capire meglio un intervento che ritengo interessante ma che, per mia mancanza, non avevo capito a fondo.
Anche la domanda sul caso Englaro non aveva nessuno spunto polemico ma volevo solamente inquadrare meglio la questione considerando quanto da te detto e le (poche) informazioni che ho a riguardo. Quindi il punto nel caso Englaro sarebbe la mancanza dell’imminenza della morte….chiaro.
Sull’eutanasia non ho una idea ben precisa ma ogni tanto la mia curiosita’ viene stuzzicata.
Come vedi non sono un bastian contrario a spada tratta sebbene ormai sia considerato il figlio di Pannella…..
Grazie per il chiarimento.
Caro Carlo, se ho frainteso sono contento di farti le mie scuse.
Peró il caso della povera Eluana Englaro non é solo un problema di “non imminenza della morte” ma, come ho scritto, il fatto é che la giovane donna beneficiava di queste “cure” che le impedivano ció che invece temo le abbia causato sospendere idratazione e alimentazione: un’inutile sofferenza fisica. Mio modestissimo parere, ovviamente.
Ciao
🙂
Ah, scusa: mi chiedevi anche “MEZZI PER QUALE FINE”.
Anche qui la risposta è già contenuta in quanto avevo scritto originariamente ma, visto che me lo chiedi, ribadisco il concetto. Il fine dell’atto medico e di ogni terapia (MEZZI) effettuati su un ammalato terminale corrisponde ad una serie di obiettivi:
1. tentare il tutto per tutto, facendo ricorso a mezzi leciti ed etici, ancorchè sperimentali, per guarire o migliorare lo stato della persona ammalata;
2. tentare tutto il possibile per alleviarne le sofferenze cercando di lasciarne intatta la coscienza;
3. garantire sempre e comunque la dignità della persona sia finchè è in vita sia nel momento della morte.
🙂
@giulia,
scrivi: “Guarda che lo Stato protegge i soggetti deboli, sempre ed in ogni caso, è uno dei principi basilari di ogni democrazia.”
Gli stati,anche atei, sono sempre esistiti e i soggetti deboli sono diventati sempre più deboli, quindi la tua affermazione è falsa.
La tua opinione che tu sia esonerata dalla protezione attiva dei soggetti deboli è una affermazione ancora più falsa, se vedi ancora una differenza fra nobiltà e ignobiltà di comportamento.
Il primo modo per proteggere i soggetti deboli è, infine, proteggere questi ultimi sul piano legislativo contro gli ignobili marpioni che per decenni ivi si schierano contro i soggetti deboli.
Tu schierati come credi, il mio Dio e io ti lasciamo, ovviamente, completamente libera, ma ricordati che schierarsi con il più forte contro il più debole merita disprezzo, disprezzo e niente altro.
Che i soggetti deboli siano diventati sempre più deboli è invece una tua fantasia. Rispetto a diversi anni fa c’è sicuramente più attenzione verso i cosiddetti soggetti deboli: i manicomi sono stati chiusi, i diritti dell’infanzia sicuramente migliorati, quelli che prima si chiamavano handiccappati ora si chiamano disabili e si cerca di inserirli seempre di più all’interno della società e via discorrendo… Questi “ignobili marpioni” che si aprofitterebbero ora più che prima di tali persone non so bene chi siano, magari ce lo spieghi tu.
In ogni caso (e qui termino) ribadisco per ultima volta: anche se ci fosse una legge che garantisse al 100% la protezione dei soggetti deboli, voi vi dichiarereste comunque contrari all’eutanasia. Quindi è evidente che tirate fuori questo discorso solo per avere un argomento di scusa. Fin dall’inizio ho chiesto qual’era la vostra posizione nel caso di soggetti “adulti coscienti e consenzienti”, per i cosiddetti “deboli” poi credo che possiamo essere anche d’accordo su come garantirgli la massima protezione o addirittura sulle modalità d’esclusione, ma per favore, non usiamoli come pretesto per cercare d’invalidare il tema sin dall’inizio.
Oh….ciao carissima! Oggi ci sei molto mancata…sono intervenuti dei pazzi fondamentalisti e devo dire che mi sono ricreduto su di te.
A questo commento è stato risposto più volte, per ultimo da StefanoPed. E’ proprio il concetto di eutanasia cui ci opponiamo e non c’è pillolina dolce che possa farcelo passare.
Beh, a me non sembra ne usciate ben parati. Voler obbligare gli altri alle proprie scelte (soprattutto quando si parla di libertà individuali) non è un bell’esercizio.
‘notte
Pensa che lo dicono anche tutti gli automobilisti quando si devono mettere la cintura di sicurezza. E’ un mondo così dittatoriale, vero?
Per cominciare le donne incinte possono non usarla, quindi come vedi un’eccezione c’è. Poi, che io sappia, nessuno ha mai formato un comitato per l’abolizione delle cinture di sicurezza, anche perchè mi sembra sia difficile argomentare il motivo per cui una persona dovrebbe non usarle, non a caso l’unanimità sull’importanza della sicurezza stradale è palese. Il fine vita è un fatto molto più personale e che può essere interpretato in modi diversi, per questo credo sia importante lasciare ad ognuno a libertà di decidere.
Ma tu hai ragionato prima di pubblicare questo commento? Oppure sei in trance da “ultima parola”, per cui qualcosa occorre scrivere per forza?
Perché non ti chiedi il motivo per cui le donne incinte possono non usare le cinture? Capiresti che è per un motivo ancora più importante: salvaguardare una vita. La vita è così preziosa che si può creare un’eccezione alla regola per salvarla. Proprio l’opposto di quanto vuoi fare tu.
Le cinture di sicurezza servono solo a restare vivi in caso d’incidente. E nessuno è libero di decidere sulla propria vita se metterle o no. Nel diritto non esiste l’autodeterminazione, anzi è anticostituzionale: http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2010/2/9/DIRITTO-L-autodeterminazione-e-costituzionale-o-no-/66063/
Puoi leggere il link ed imparare per favore? Preparati e poi dopo commenta. Ok?
Ma che c’entra? E’ ovvio che ci sono leggi repressive che vanno contro la volontà dei singoli individui, ci mancherebbe…
Ma devi ricordare che nessuno dice che le leggi debbano essere giuste, quella sulla cintura di sicurezza potrebbe essere il tipico caso di legge ingiusta (se non ti metti la cintura procuri un danno solo a te stesso – infatti non è reato ma è punibile con una semplice sanzione, sebbene possa decidere la vita o la morte di una persona) ma unanimamente accettata. E perchè è unanimamente accettata? Perchè nessuno è mai riuscito a elencare i motivi per per cui potrebbe essere giusto non usarle.
L’accanimento terapeutico o l’eutanasia sono cose ben diverse, si riferiscono a situazioni estreme che sono esclusivamente legate all’interpretazione e a valori personali, quindi se vuoi fare paralleslismi ti consiglio di trovare degli esempi più validi.
Ciao
Ancora? Non capisco la tua ossessione per questa cosa….tra l’altro ancora ragionamenti sciocchi. E’ evidente che l’eutanasia causi subito la morte e quindi è previsto il carcere mentre il non mettere la cintura non è direttamente un suicidio e quindi c’è solo una sanzione. Ma è proprio l’esempio che usano i costituzionalisti per spiegare la questione dell’inesistenza dell’autodeterminazione come nella circolazione stradale appunto, nella legislazione antinfortunistica, nei trapianti ecc…Però io ho già detto tutto e non ho voglia di ripetere le stesse cose a chi non vuole accettare di aver terminato le motivazioni (scarsine, tra l’altro).
Lascio parlare gli esperti, costituzionalisti e giuristi:http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2010/2/9/DIRITTO-L-autodeterminazione-e-costituzionale-o-no-/2/66063/ e http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2009/2/24/FINE-VITA-Olivetti-il-ddl-e-costituzionale-e-tutela-dalleutanasia-di-Stato/12882/