“Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo” di Antonino Zichichi

Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo.

di Antonino Zichichi, fisico e divulgatore scientifico, professore emerito del dipartimento di fisica superiore dell’Università di Bologna.

Il Saggiatore 1999, acquista su Libreria del Santo.

 
 

«Non esiste alcuna scoperta scientifica che possa essere usata al fine di mettere in dubbio o di negare l’esistenza di Dio». 

Il prof. Antonino Zichichi è autore di studi sulle strutture e forze fondamentali della natura che hanno aperto nuove vie nella Fisica subnucleare. Ha al suo attivo la scoperta dell’Antimateria nucleare, la scoperta della Terza Colonna nella struttura delle particelle fondamentali, la scoperta dell’energia effettiva nelle forze tra quark e gluoni. E’ Professore emerito di Fisica superiore all’Università di Bologna, ha fondato e dirige il Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice, è membro della Pontificia Accademia della Scienze, Presidente della World Federation of Scientists e in passato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, del’ European Physical Society e del comitato NATO per il disarmo. In questo Saggio appassionato il prof. Zichichi si sofferma a parlare dell’ateismo e di come, nonostante lo si voglia far credere, sia in realtà una costruzione logica contraddittoria.

La Prima Critica si trova già nella Sintesi Introduttiva (a pag 24): «L’Ateismo parte dalla negazione del Trascendente e affida tutta la sua credibilità al rigore logico dell’Immanente. Questo rigore logico nell’Immanente vuol dire Matematica e Scienza. Ne l’una ne l’altra riescono a dimostrare che Dio non esiste. L’ateo afferma di non poter credere in Dio per rigore logico. D’altronde l’ateo conosce un solo tipo di rigore logico: quello che opera nell’Immanente. Ma il rigore logico nell’Immanente non riesce a dimostrare che Dio non esiste. Ecco l’Antinomia dell’Ateismo». Nel capitolo VI.10 (pag. 156) dirà: «Non è quindi corretto dire che l’Ateismo ha come fondamento le grandi conquiste della Logica Matematica e della Scienza».

Constatando che la Logica Matematica, la più perfetta logica scoperta nell’Immanente, non è mai riuscita a comprendere, spiegare o negare la Logica del Creato, affonda ancora il coltello: «L’Ateismo è lungi dall’essere una costruzione logica paragonabile in rigore a quello che esige la Logica Matematica. Ammettiamo che fosse. Il giorno in cui l’Ateismo fosse al massimo del suo rigore, sarebbe come la Logica Matematica. Pertanto l’Ateismo non potrà mai dimostrare che Dio non esiste. Eppure il cardine dell’ateismo è la non esistenza del Trascendente […] prendendo come struttura logica rigorosa nell’Immanente la più perfetta che l’uomo sia riuscito a costruire, il teorema che non deve esistere Dio nessuno lo sa dimostrare».

Il Professore confuta anche la tesi per cui in futuro la Scienza e la Matematica dimostreranno che Dio non esiste: «Questa fuga in avanti nulla toglie alla conclusione che oggi l’Ateismo è una costruzione logica contraddittoria». Pertanto il Professore ritiene che l’Ateismo si arroghi l’utilizzo di materie che però dimostrano la sua stessa contraddizione, sottolineando «la totale mancanza di legame tra l’Ateismo e le strutture logiche nell’Immanente. Il legame tra Immanente e Trascendente non porta ad alcuna contraddizione, in quanto la Teologia non è mai entrata in conflitto né con la Logica Matematica nè con le scoperte della Scienza galileiana». E ancora: «Le conquiste della Scienza non oscurano le leggi divine, ma le rafforzano, contribuendo a risvegliare lo stupore e l’ammirazione per il meraviglioso spettacolo del Cosmo, che va dal cuore di un protone ai confini dell’universo. Nessuna scoperta scientifica ha messo in dubbio l’esistenza di Dio. La Scienza è fonte di valori che sono in comunione, non in antitesi, con l’insegnamento delle Sacre Scritture. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e scientifico di colui che crede. Chi sceglie l’Ateismo fa quindi un atto di Fede: nel Nulla».

Riteniamo che il suo pensiero sia possibile sintetizzarlo in questa sua riflessione: «La più grande conquista della Scienza è l’avere scoperto che una logica rigorosa regge il mondo. Questa logica nessuno sa dedurla dal Caos. Quindi deve esserci l’autore. La ricerca dipende da questa logica: “se fossimo figli del Caos non potrebbero esistere i laboratori scientifici in cui si continua a decifrare il «Libro della natura». […] se la Scienza smettesse di continuare a decifrare ciò che sta scritto nel libro del Creatore addio nuove invenzioni tecnologiche».

J.B.

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