Senatore difende la famiglia, gli omosessuali lo minacciano di morte

La violenza omosessuale è entrata ancora in azione. A farne le spese Ruben Diaz Sr., senatore democratico di New York, che ha apertamente sostenuto pubblicamente il matrimonio tradizionale, mentre il Senato sta per approvare il matrimonio omosessuale sotto la solita pressione lobbista.

Oltre a pesanti minacce di morte, già segnalate all’FBI e al dipartimento di polizia di New York, il senatore e la sua famiglia sono continuamente bersagliati dagli omosessuali. Su Twitter, ad esempio, un omosessuale ha detto che vuole violentare sessualmente sua figlia mentre nel forum online The New Gay si sta invece organizzando un “Fuck Ruben Diaz Festival”. Lui risponde così: «Come cristiano, naturalmente io non provo odio verso chi mi odia e continuerò a pregare per le loro anime».

Si sta sempre più assistendo alla crescita della violenza della lobby. Qualche mese fa, ad esempio, una giornalista del Daily Mail, Melanie Phillips, è stata anche lei minacciata di morte, oltre che pesantemente insultata, da parte di numerosi omosessuali per aver osato muovere delle critiche verso l’introduzione del governo dell’«agenda gay» nelle scuole, ovvero continui ed espliciti riferimenti all’omosessualità durante le lezioni di matematica, geografia e scienza, dalle elementari alle superiori (cfr. Ultimissima 4/3/11). A Milano invece, giovani omosessualisti hanno invaso una chiesa interrompendo la Messa, intonando cori contro il Papa e i credenti e spintonando gli attoniti e impauriti fedeli (cfr. Ultimissima 8/6/11).  Settimana scorsa, il sindaco di Madrid Alberto Gallardon, è stato aggredito fuori da casa, presenti moglie e figlie, da un centinaio di attivisti gay per aver posto delle limitazioni al rumore e alla musica nel prossimo Gay Pride spagnolo. Gli omosessuali hanno coperto di insulti lui e la sua famiglia, ottenendo così di essere ricevuti il giorno dopo in comune (cfr. Ultimissima 17/6/11).

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